Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

lunedì 29 settembre 2008

Il mitico 29 settembre

Mogol non pensava che quel "29 settembre" di cui narrava: "mi son svegliato e... io non pensavo a te" potesse essere dedicato a Silvio Berlusconi.
Proprio oggi il Presidente del Consiglio compie 72 anni.
Un augurio di buon compleanno non si nega a nessuno. Nemmeno a Nonno Silvio. E, considerata l'età, lui è sicuramente uno dei Presidenti del Consiglio più anziani che la nostra Repubblica abbia mai abbiamo avuto.
Per questo si è dovuto fare il trapianto dei capelli, perchè i suoi erano spariti da soli. Ma con un po' di soldi li si può anche far ricrescere.
Oggi il Presidente è andato a prendere possesso della sua nuova villa sul lago Maggiore: alcuni nostri amici che da anni hanno una piccola casa proprio lì vicino, sperano che finalmente il loro cellulare cominci a funzionare anche in quei luoghi.
Coraggio Presidente, faccia loro questo regalo!

Convocato il Consiglio Comunale, Giunta ancora "zoppa"

Domani sera alle ore 21.00 è convocato il Consiglio Comunale per la discussione della prima revisione di Bilancio; tale evento è previsto dalle attuali normative vigenti e quindi può essere considerato un passo "dovuto".
Non lo è invece alla luce di almeno due elementi di rilievo: il primo, che si rivedrà pesantemente la struttura dei mutui e la destnazione delle opere per cui sono stati accesi (quindi la realizzazione di una strategia politica diversa rispetto a quanto previsto a suo tempo); il secondo, che ciò avviene in assenza di un Assessore incaricato per il Bilancio, ma attraverso l'interim del Sindaco.
Stiamo assistendo ormai da lungo, lunghissimo tempo a questo stucchevole fatto della manovra di Giunta perpetua, ma oggi, proprio alla luce di questi elementi, essa assume una dimensione nuova e più grave.
Se consideriamo i fatti della Corte dei Conti e l'assenza di un Assessore al Personale, la criticità dei rapporti sindacali, l'insicurezza generata nei dipendenti pubblici dalle affermazioni del Ministro Brunetta e le preoccupazioni per gli eventuali esiti della vicenda CdC, direi che siamo scivolati al di là di ogni ragionevole tempistica.

domenica 28 settembre 2008

La legge elettorale per le Europee, ovvero il Porcellum II

Ieri, parlando delle legge sul federalismo, accennavo alla legge elettorale. Ricordavo che la legge elettorale vigente ha annullato le preferenze, dando un potere ancora più forte alle segreterie di partito, e togliendo un pezzo di democrazia agli elettori.
Ora la destra di Berlusconi decide di scegliere anche per le elezioni europee la medesima strategia già sperimentata in quella legge e già definita "Porcellum".
L'UDC ha fatto della riammissione delle preferenze la sua battaglia, dopo essere stata parte della maggioranza che quella legge approvò. L'UDC ora è ridicolizzata da questa destra assolutista, che ironizza sulle percentuali da zero virgola sulle firme raccolte per la riammissione del voto di preferenza, sempre più orientata a realizzare il piano piduista pensato da quel Licio Gelli che, alla faccia dei suoi 92 anni, è ancora vivo e vegeto e, soprattutto, con una memoria ancora lucidissima.
Ora anche Famiglia Cristiana attacca su questo fronte >>>vedi articolo<<< e motiva con ulteriori argomentazioni questa tesi. Coinvolgendo anche il Partito Democratico, ed in particolare il ruolo di Veltroni, che si presenta come l'antiBerlusconi ma con un piglio da leader maximo, che non dà spazio ad un confronto sulle tesi.
A voi dunque la riflessione.

sabato 27 settembre 2008

Di quale federalismo stiamo parlando?

Sentiamo tanto parlare (a dire la verità, fino a qualche giorno fa, adesso si parla di altro) della nuova legge sul Federalismo proposta da Calderoli. Ricordo che nel passato di Calderoli c'è anche la tanto vituperata legge elettorale tuttora vigente, quella che ha tolto ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, ma ha delegato questo fondamentale compito della democrazia alle segreterie di partito.
Dunque, vi domando: quanto conoscete di questa bozza di legge? Quello che hanno raccontato i giornali, immagino. Bene, forse dovreste leggerla, questa bozza. In essa vi potreste trovare tante sorprese. Con l'ultima versione della bozza Calderoli sul federalismo fiscale - come hanno detto Boeri e Bordignon, si è addirittura inventato il federalismo ad personam.
A Raffaele Lombardo (e quindi al socio MPA) si dedica l'art. 20 e cioè la possibilità di attribuire alle Regioni a Statuto Speciale "quote del gettito derivante dalle accise sugli oli minerali in proporzione ai volumi raffinati sul loro territorio". Con più di 20 miliardi di gettito complessivo all'anno, le accise sugli oli minerali costituiscono la quarta imposta erariale italiana, e la quota raffinata in Sicilia è quasi del 50 per cento. A Varese, a Milano, a Bari, a Torino ecc facciamo il pieno di benzina e paghiamo le accise: e i soldi finiscono nelle mani di Lombardo e co. Interessante questa idea di Federalismo. Penso non ci sia bisogno di aggiungere altro .....
Ad Alemanno (e quindi al socio AN-PDL) il regalino arriva con l'art. 13: vengono assicurati i soldi per Roma Capitale e il trasferimento, a titolo gratuito, al comune di Roma dei beni appartenenti al patrimonio dello Stato non più funzionali alle esigenze dell’Amministrazione centrale.
Al Berlusca (e quindi al socio di maggioranza) il regalo più pesante, come ovvio. Calderoli aveva raggiunto nei giorni precedenti un accordo di massima con le rappresentanze degli Enti Locali in materia di autonomia tributaria: la proposta di individuare subito un tributo capace di dare autonomia e responsabilità ai Comuni e di garantire nel contempo ai cittadini una serie di servizi dopo la soppressione dell’Ici sulla casa. La cosidetta tax service che andava a razionalizzare la tassazione sulla casa e che diventava l'asse portante per la costruzione dell'autonomia tributaria a livello comunale, è stata immediatamente disconosciuta. E' bastato qualche titolo di giornale che paventasse la reintroduzione dell'ICI e Berlusconi - per paura di incrinare la sua luna di miele con gli Italiani - manda a mare il faticoso negoziato. Risultato: diversamente dal livello regionale, per i Comuni non c'è chiarezza su tributi e compartecipazioni, non c'è l'individuazione delle funzioni fondamentali da finanziare. Si rimanda ai decreti legislativi da emanare entro due anni ...Buona fortuna.

Se il buon giorno comincia dal mattino...

Mi rendo conto che ci sarebbero tantissimi argomenti da trattare, ma purtroppo manca il tempo per riuscire a collezionarli tutti e fare anche solo un piccolo commento. Questa mattina al risveglio, la radio dava la notizia dell'accordo per il salvataggio di Alitalia, e come accessorio veniva snocciolato da parte del Governo e dell'opposizione una specie di rosario di autoincensazione per i meriti riguardo la felice conclusione della vicenda.
A parte che, a mio parere, c'è ancora molta strada da fare, su questa vicenda sarebbe il caso che più che parlare di meriti, si facesse ammenda dei tanti errori compiuti, talmente tanti da non riuscire più a riconoscere un merito, ma solo il demerito.
Alitalia andava messa in liquidazione nel 2002/03 quando invece il precedente governo Berlusconi, dopo aver tentato di creare la compagnia del Nord, senza peraltro riuscirvi, emise un credito speciale di un miliardo di euro verso Alitalia.
Se uniamo a questo le vicende sindacali, i momenti di pressione fatti alternativamente dalle "opposizioni" del momento, l'affare Malpensa (che resta comunque un punto aperto), i localismi e le scellerate decisioni riguardo agli scali nazionali... Ma siamo proprio sicuri che riusciremo a far decollare questa CAI, che anche non è il Club Alpino Italiano, ha tutta la strada in salita? Sempre che poi lo sforzo sia davvero quello di tenere una compagnia regionale che copra almeno le rotte italiane ed europee.
Quanta tristezza in questa vicenda!

venerdì 26 settembre 2008

Rinascere si può, anzi si deve

Cosa può fare una città come Busto Arsizio quando si rende conto di essere amministrata poco e male, quando esiste qualcosa di più che il sospetto di una mala-amministrazione, quando la simpatia di alcuni politici locali non basta a risollevarne le sorti? Una cosa sola: accontentarsi.
La città e la maggioranza dei suoi cittadini elettori (questa precisazione è fondamentale) si accontenta di avere una classe politica mediocre. E dentro questo giudizio mi ci metto anch'io che da quasi 11 anni siedo in consiglio. Penso di avere avuto nel passato qualche buona iniziativa, ma spesso essa è rimasta troppo teorica, non ha inciso, non è diventata un patrimonio di tutti perchè non si è trovato il modo di rendere queste idee fatti concreti. Questa l'autocritica.
Vi tormenterò per qualche giorno con ciò che ho visto e imparato nella mia visita di mercoledì a Casalmaggiore, ma credo che ne possa valere la pena, soprattutto se questo servirà a far capire che il mondo non si ferma alle soglie della nostra città. Per anni ci hanno illuso sul ruolo di Busto Arsizio, ma in realtà il nostro reale peso sul territorio è andato riducendosi e non possono rilanciarlo operazioni come quelle della cosiddetta "Area Vasta", che rischiano di essere solo spettacolari ma poco o per niente incisive nel tessuto locale.
La domanda che ci dobbiamo porre è invece, per ogni iniziativa che prendiamo, come ed in che misura essa potrà essere utile alla città, quale obiettivi realizza rispetto ad un piano di attività che può essere il programma elettorale, il piano delle opere, il bilancio preventivo.
Invece troppo spesso le iniziative nascono e si sviluppano solo per il compiacimento di qualcuno, senza un ritorno reale per la città ed i cittadini. Tutti, elettori e non elettori.
Il sindaco di Casalmaggiore mi ha donato un libro, che è acquistabile in libreria: "Nostra Eccellenza", edito da Chiarelettere, autori sono le voci della trasmissione radiofonica Caterpillar, in onda su RadioDue, Massimo Cirri e Filippo Solibello. Raccoglie esempi di buona amministrazione pubblica, iniziative private e anche di cittadini che sono riusciti a cambiare qualcosa in positivo, a dare un segnale che l'Italia è viva e vitale, che, cito: "non sembra Italia, che fa venire la voglia di esultare e di fare la ola, ... perchè c'è sempre l'intuizione di un uomo, di una donna, di un sindaco, di un imprenditore, di un prete, a dirci che l'Italia non è solo quella che raccontano i telegiornali".
Anche i cittadini potranno fare qualcosa, se capiranno che essi decidono, principalmente quando votano, ma anche giorno per giorno nella loro vita, facendo sentire la loro voce.

giovedì 25 settembre 2008

Ciò che racconta il Grande Fiume

Per arrivare a Casalmaggiore ci vogliono circa due ore di auto da Busto; gli ultimi 20 chilometri sono su provinciale ed attraversano la pianura verso il Grande Fiume, come lo chiamava Guareschi, il Po.
Ieri ho attraversato il ponte sul Po mentre lui sotto di noi scorreva lento e maestoso, come al solito. Per un attimo mi sono ricordato di quando, quasi trent'anni fa, l'ho attraversato tornando dopo i primi due mesi di militare, e vi fu un momento di emozione per i "reduci" lombardi: ci siamo alzati in piedi e, mano sul cuore, ci siamo messi a cantare "O mia bela Madunina".
Pur concentrato a cercare di trovare la strada giusta, sentii una strana emozione attraversando quel ponte. Dopo pochi minuti ero nel palazzo comunale di Casalmaggiore, pronto ad incontrare il Sindaco Luciano Toscani. Avevo preso appuntamento con lui prima che venisse annunciato che lo stesso giorno, a Busto Arsizio, vi sarebbe stata una giornata di formazione per Amministratori pubblici, la prima dopo anni e anni di richieste. Peccato. Ma succede sempre così.
Dopo qualche minuto di anticamera, il sindaco ci ha accolti, mia moglie e io. Sì, perchè per la prima volta in più di dieci anni mia moglie mi ha accompagnato in una "missione" politica. Devo dire che non se ne è pentita.
Dopo i primi convenevoli nel suo ufficio, Toscani ci porta a vedere la biblioteca, ospitata in un bell'edificio del settecento. In essa vi sono testi straordinari: manoscritti del quattrocento, incunaboli di inizio cinquecento, bolle papali miniate e dorate, libri antichi e rari. Sotto, nel piano interrato, vi è il museo del bijou, che a dirlo così sembrerebbe una ricercatezza, in realtà testimonia di quasi un secolo di storia in cui Casalmaggiore fu patria di questi ornamenti. In esso vi è anche un laboratorio dove i giovani possono provare a costruire da loro i "finti gioielli".
Cosa ci fanno un Museo, una biblioteca ed un laboratorio insieme in un palazzo del settecento che andava in rovina e che è stato recuperato in dieci anni di lavoro e con una spesa non indifferente per la città che ha poco meno di 15.000 abitanti? "Fanno cultura", ci dice semplicemente il sindaco. Fanno in modo che tradizione e modernità si incontrino nel luogo più razionale.
Il sindaco ci porta poi a vedere il Museo Diotti ed anche qui, oltre ad ammirare i quadri in esso contenuti, non manca di farci apprezzare il laboratorio d'arte che è stato realizzato, pur senza impiegare grandi risorse, per dare a bambini e ragazzi il senso del contatto con l'arte. Certo, Casalmaggiore per la storia recente e passata ha stimoli artistici di primaria importanza, dovuta anche ai 18 ordini religiosi che esistevano in città nel settecento ed il fatto che divenne città più di 100 anni prima di Busto Arsizio. Nondimeno si apprezza come il senso dell'arte traspiri da ogni mattone della città. Bellissima.
Il sindaco ci porta a vedere ancora il nuovo plesso scolastico che si trova accanto alla fonte che distribuisce l'acqua gasata, quella per cui mi ero messo in contatto con lui. E di fianco, il distributore automatico di latte crudo, oltre un quintale di latte al giorno distribuito con questo strumento. Ad un euro al litro. I ragazzini escono da scuola e si fermano a sorseggiare l'acqua gasata di fronte a noi. E non sembrano molto interessati a sapere chi siamo.
Poi Toscani ci fa salire sull'argine e ci porta in riva al Po, ci fa percorrere un tratto di golena in mezzo ad una macchia di olmi curata e vivace: una galleria verde. Da noi gli olmi li tagliano. "Vedete", ci dice il sindaco, "noi non abbiamo montagne vicino e quando fa caldo, e qui d'estate fa un gran caldo, ci arrangiamo col verde delle piante e lo scorrere del fiume". Che bello.
Ci porta a mangiare in un posto che mi sembra di conoscere da sempre, una vecchia trattoria poco fuori città, e ci racconta di se e delle cose di Casalmaggiore. Una in particolare mi colpisce: così come per Busto esiste ed esisteva l'industria tessile, per Casalmaggiore è l'industria del ferro a creare lavoro. L'industria più grande è uno stabilimento Marcegaglia, che occupa più di 400 persone. Come il comune di Busto Arsizio, che però non è privato. Ed un'altra fabbrica dello stesso settore ne occupa più di 200, sempre più grande della più grande azienda privata di Busto Arsizio.
Mi affascina un aneddoto. Dice Toscani: "Il dottor Marcegaglia dice spesso nei convegni a cui partecipa che un giorno, dovendo discutere col comune per l'assegnazione di un terreno, gli si presentarono davanti il Sindaco Toscani e il capo dell'opposizione. Insieme". Perchè la politica la si fa così: ci si batte per le proprie idee, ma si agisce insieme nell'interesse della città.
Ancora qualche attimo in comune nel pomeriggio prima di lasciarci. Il tempo di scambiare due battute anche con un paio di assessori sulla Pro Patria che guida il girone dove c'è anche la Cremonese (non illudetevi, il campionato non si vince alla quarta partita), e della grande Mina, che ricordo essere nata a Busto Arsizio il 25 marzo 1940 e loro, di rimando, a precisare che l'esordio di Mina cantante avvenne proprio a Casalmaggiore, il 23 settembre del 1958, con lo pseudonimo di Mina Georgi.
Prima di andarcene, ci consegna anche un omaggio per il nostro sindaco e mi fornisce tutta la documentazione che gli avevo chiesto. Ma di questo parleremo nei prossimi giorni. Ci salutiamo e riprendiamo la strada verso casa, con la sensazione (e forse qualcosa di più) di avere un nuovo amico da ricordare. Ripassiamo il ponte sul Po, ed ecco ritornare la stessa emozione che avevo percepito al nostro arrivo, ma ora è più chiaro il significato.
Mi sembra di sentire le battute di Peppone e Don Camillo, che se le danno di santa ragione ma si vogliono un bene dell'anima. Mi sembra che questo clima sia ancora quello che si può trovare in questa terra, e non c'è nessuna scuola che possa insegnare questo. Ho ricevuto una lezione su cos'è la politica autentica, sull'amicizia, sulla tolleranza e sull'amore per la propria terra che mi ha commosso. Di questo sarò sempre grato al Sindaco Luciano Toscani.

martedì 23 settembre 2008

La novità del Partito Democratico

Approfitto degli sbadigli della politica locale (la nuova Giunta di Busto Arsizio somiglia ad Alitalia: ogni giorno è quello decisivo, ma da settimane, mesi, anni si va avanti senza che si prenda alcuna decisione concreta) per non mancare ad una promessa che feci qualche giorno fa: va bene criticare la maggioranza, ma senza un'autocritica precisa, chiara e costruttiva la minoranza, o almeno la parte di minoranza a cui io appartengo, non potrà fare grossi miglioramenti.
Il mio ragionamento parte da quanto scritto (e da me ripreso) da Ilvo Diamanti (>>> vedi post <<<), e riportato su base locale suona così: non possiamo pensare che gli errori politico-amministrativi che si sono prodotti in questi anni a Busto Arsizio e dintorni abbiano fatto crescere nei cittadini la fiducia verso il centrosinistra e, nell'ultimo periodo, verso il Partito Democratico.
Se da una parte non posso fare altro che riconfermare la mia fiducia in questa forma di partito, dall'altra non vedo segnali concreti e costruttivi del nuovo modo di fare politica. I giovani, la gente comune, si aspettavano molto di più dalla forma di partecipazione che il PD ha poi in realtà messo in gioco. Ora prevale la delusione.
Ho avuto modo di criticare la decisione di cooptare in maniera forzosa le donne, non perchè non apprezzi la loro presenza, anzi. Ma proprio perchè una volta di più, esse sono state usate semplicemente come leva emozionale e non come reale contributo di pensiero e di azione dentro il partito. Oggi osserviamo che le assemblee di partito sono (da quelle nazionali in giù) composte da, se va bene, la metà, ma spesso anche solo un terzo, di coloro che sono stati eletti.
La realtà è spietata. I sogni si infrangono sempre alle luci dell'alba, e per noi l'alba ha coinciso con l'inizio delle attività politiche. Come si è sentito un giovane o una donna proiettata dentro assemblee organizzate secondo rituali antichi, con una struttura piramidale ed uno sviluppo delle discussioni spesso stucchevole anche a chi era già da tempo abituato a vivere questi momenti?
Come si può pretendere di mandare allo sbando queste persone che, oltrettutto, vivono con estrema passione la loro convinta aspirazione partecipativa? So che qualcuno si fermerà sulla parola "sbando" per dire che non è vero, che sono pessimista o addirittura catastrofista, ma la realtà delle cose (ed i numeri non mentono mai) ci fa capire che quella strada è stata percorsa contromano. La potenzialità è diventata noia nel momento in cui ci si è resi conto che non si poteva essere di aiuto in alcun modo.
Ed allora occorre ricostruire, facendo ammenda dei propri errori e senza avere vergogna ad ammetterli. Ripartiamo da dove eravamo stati certi di aver raggiunto un obiettivo condiviso, ovvero la nascita di un partito fortemente riformista ed aperto alla partecipazione.
Le regole hanno ucciso la partecipazione, ed allora diciamo che tutti possono partecipare alle assemblee per capire e dare indicazioni. Oppure si trovi il modo di interessare le persone magari per aree, anzichè fare le assemblee tuttologhe, ad esempio per i giovani, la scuola, la sanità, cercando prima di tutto di far capire quali sono i problemi da parte di chi opera, e quindi attivare una discussione che porti ad una sintesi. Questa verrà presentata all'assemblea ufficiale da parte dei relatori, con la partecipazione di chi vuole dare il suo contributo.
Ma è essenziale dare spazi alla politica e soprattutto, da parte di chi poi deve tradurre in atti le richieste e le sollecitazioni, mettersi in atteggiamento di ascolto attivo.
Ho la presunzione di poter affermare che anche un blog come questo può essere un primo ambito di confronto ed è perciò che accetto suggerimenti e critiche e sempre ringrazio chi vuole dire la sua. Vorrei tanto che così fosse anche il nuovo PD, meno attento a valutare la spartizione partitocratica dei posti nelle Direzioni del partito in funzione delle precedenti provenienze politiche, ma ad attribuire con saggezza un posto a chi dimostra di essere in grado di portare avanti un lavoro serio, costruttivo e continuativo.
Vorrei tanto che la gente avesse strumenti semplici di partecipazione e che chi volesse avere una maggiore cultura politica potesse trovare adeguati momenti di formazione e di confronto. Vorrei che l'aggettivo "Democratico" che segue il sostantivo "Partito" non fosse lì per caso, come altri mettono "Libertà" o "Italia", ma convintamente e sapendo il senso di questo termine: Demos + Cratos = governo del popolo.

lunedì 22 settembre 2008

Mondiali di Ciclismo lontani da Busto Arsizio

Questa sera si inaugurano i Mondiali di Ciclismo su Strada 2008 a Varese. Questo evento è estremamente importante per la nostra provincia, non solo per la città di Varese, che li ospitò già nel 1951. Allora vinse un atleta svizzero, Ferdi Kubler davanti a Magni e Bevilacqua. Sarà un caso che mia mamma si chiami Mariarosa Kubler ed è di origine svizzera? No, non è un caso.
Ecco perchè mi sento di esprimere un parere sull'organizzazione periferica di questi mondiali.
Mi limito a Busto Arsizio, ovviamente: mesi fa chiesi all'assessore Azzimonti quali iniziative sarebbero state prese per valorizzare il nostro territorio e la nostra città all'interno della manifestazione. La risposta faceva capire fin dalle prime frasi quale sarebbe stato il finale di questa storia: "... stiamo già lavorando per predisporre alcune manifestazioni legate al mondo del ciclismo, per far rientrare anche la città di Busto Arsizio nel circuito di Varese 2008 che, come ben saprai, è soprattutto articolato nella zona nord della provincia". Come dire: c'è poco per noi.
A Busto si è organizzata l'unica tappa italiana del campionato di hand-byke, che però non è stata esente da critiche e dissapori; poi la mostra sui novant'anni del ciclismo nella nostra provincia.
Avevi ragione, Ivo: ci hanno lasciato le briciole. Anzi, no: ci hanno dato anche uno schiaffo (e parlo da pendolare) perchè sono riusciti dove nessuno prima aveva avuto successo. Aprire i parcheggi Hupac e tutta la zona inutilizzata attorno alla stazione FS solo nella settimana del ciclismo per raggiungere Varese, mentre noi che tutti i giorni dobbiamo andare a lavorare nella grande Milano non siamo riusciti ad ottenere un'accidente. Temo che questa sia anche l'anteprima della linea che vedremo tenere per l'Expo2015, dove alla nostra città toccheranno solo le briciole (magari arrivassero almeno quelle!).
Nel frattempo quest'anno la strada ai ciclisti "normali" ha portato solo danni e lutti. Ora si sta realizzando un nuovo tratto di pista ciclabile su viale Marco Polo, una delle strade più ampie e, tutto sommato, sicure anche perchè non vi sono auto parcheggiate ai bordi della strada perchè non vi sono palazzi o imprese. Provate invece a passare in moltissime strade della nostra città e vi renderete conto. Era opportuno costruire proprio lì la pista ciclabile?
Ultima osservazione: a Varese, forse anche grazie al traino dato dai Mondiali, è stata approvata e in parte realizzato il byke-sharing. Diversamente da noi. Eppure anche noi ci siamo fatti avanti, forse addirittura prima di Varese, ma non riusciamo nemmeno ad incidere su questo...

24 anni

A colei che da 24 anni è la mia compagna, amica, moglie: Paola.

...A te che non ti piaci mai E sei una meraviglia
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
A te che sei l’unica amica
Che io posso avere
L’unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
a te che hai reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un immenso piacere,
a te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,
a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più,
a te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,
a te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore,
a te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei...
e a te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei...sostanza dei sogni miei...
(A te - Testo di Jovanotti)

domenica 21 settembre 2008

Il Caso Catania: l'immondizia peggiore non è nelle strade


313.000 abitanti di Catania sono ormai da mesi col fiato sospeso per conoscere il destino della loro città. Mentre Silvio inaugura il rigasificatore di Rovigo (fatto dal centrosinistra) inebriandosi di un'altra opera non sua (come la scuola ricostruita di San Giuliano), il suo ex medico personale e sindaco di Catania, Scapagnini, sta per portare i libri contabili del comune in Tribunale. La città è ormai priva dei principali servizi, visto che ha un “buco” di oltre un miliardo di euro (sì, un miliardo).
Le librerie convenzionate non distribuiscono i libri di testo per le scuole elementari perchè il comune non ha rimborsato nemmeno i buoni dal 2005; tutti i consulenti ed i lavoratori interinali sono stati allontanati, i dipendenti non ricevono lo stipendio, la raccolta dei rifiuti solidi urbani non avviene in modo completo da giorni.
La gente ormai si arrampica sulla spazzatura per arriva alla buca delle lettere. E non è un modo di dire. La dichiarazione di Anna Finocchiaro, siciliana doc e capogruppo PD, non lascia spazi a fraintendimenti: «C'è una responsabilità indubitabile del centrodestra che ha governato Catania in tutti questi anni. È una responsabilità che coinvolge a pieno titolo il Mpa, che ha fatto parte della maggioranza di centrodestra. Voglio ricordare che Raffaele Lombardo era il vicesindaco di Scapagnini».
La vendita del patrimonio pubblico (anche uno stadio nella lista) è stata la scialuppa sulla quale Scapagnini e la giunta di centrodestra avevano tentato di salire per evitare il naufragio. E´ stata costituita una società (Catania Risorse) alla quale sono stati conferiti i beni immobili: tutto il possibile e, qualche volta, anche l´impossibile. Un po' la loro B.A. Global Service, per intenderci.
Un limpido esempio di cattiva amministrazione che però è appena apparso sui media nazionali, anche perchè il contrasto con le immagini della Napoli immacolata e risanata sono stridenti.
In realtà, nemmeno Napoli è così come sembra. Viene quasi da pensare che si sia usato il vecchio sistema del tappeto: alziamo e buttiamo lo sporco lì sotto. A Catania pare non ci siano riusciti.

sabato 20 settembre 2008

Ritorno al passato

Sono tornato al passato. Mi spiace, ma troppi tra voi hanno lamentato che le innovazioni che avevo proposto la scorsa settimana non permettevano più loro di seguire il blog con facilità. Quindi torno indietro.

La delusione nuova arma del Governo

Ilvo Diamanti ha scritto ieri un bell'articolo per cercare di capire il paradosso che si sta generando in Italia: più le cose vanno male, più aumenta il consenso al Governo (>>> vedi articolo <<<). In effetti, proprio in questi giorni, parlando con la gente e sentendo i loro discorsi sui mezzi pubblici (se ci fate caso, ascoltare la gente sui treni, tram e bus è una continua autoviolazione della privacy, si apprendono più cose così che su Novella3000 o Chi), il malumore è diffuso e non si capisce il sondaggista chi vada ad intervistare per tirare fuori certi numeri.
Dall'altra parte, devo dire che, al di là di molte polemiche e figuracce del passato, moltissimi Istituti sono seri e fanno un lavoro professionale. Allora come è possibile che Berlusconi si gongoli di un successo personale e del suo Governo così ampio pur in questa situazione?

Cerca di spiegare Diamanti: "... In passato aveva sempre funzionato l'equazione: più delusione meno consenso a chi governa. Tanto che la delusione era divenuta una fra le più efficaci tecniche di opposizione". E negli ultimi dieci anni si è andati avanti a giocare la partita delle paure ancestrali contro chi governava, usando questa leva per spostare il consenso dei ceti moderati.
Ma ad un certo punto il gioco non funziona più. Quasi incosciamente, ma diffusamente, la maggior parte degli italiani fa quello che Montanelli suggerì trent'anni e passa fa: "Turatevi il naso" e sopportate la vostra disgrazia.
Prosegue Diamanti: "Da ciò la vittoria schiacciante di Berlusconi, sopravvissuto alla delusione, emerso da un mare di delusione. E ora là, luminoso faro nella nebbia della delusione. Un sentimento che, sei mesi dopo il voto, non si è dissolto, ma, al contrario, continua a crescere. Una foschia grigia e densa. D'altronde, non ne va bene una. La crisi economica e finanziaria deborda. I prezzi sono fuori controllo. La paura della criminalità non flette. La fiducia nel futuro... da che parte sta il futuro? E poi, nessuna promessa mantenuta. Le tasse? Non caleranno. Alitalia? Affonda. Neanche nel calcio le cose vanno bene. La Nazionale ha perso gli europei. (Altro che ai mondiali del 2006, quando c'era Prodi ...)".
Certo, leggendo queste trame con gli occhi ed i sentimenti di solo tre anni fa ci sarebbe stato fuoco per scaldare la passione degli italiani contro il Governo; ha perfino piovuto più del solito quest'anno e si sa, quando piove, cosa si dice del Governo.
Eppure niente. Edmondo Berselli parla di un "format" interpretato, sulla scia del Cavaliere, maestro insuperato, da alcuni attori politici abili.
"Anzitutto, Brunetta, il persecutore dei fannulloni annidati nel pubblico impiego. Poi, la Gelmini, domatrice dei professori e dei maestri, incapaci di educare e disciplinare i nostri figli. Maroni, difensore degli italiani dall'invasione minacciosa di stranieri e rom. Infine, perfino la Carfagna, alla caccia di prostitute e clienti, da punire direttamente sulla strada; Un format che comunica in modo semplice problemi complessi; personalizzando le paure e le crisi, attraverso bersagli facili da colpire, che riflettono il senso comune e spostano il flusso della sfiducia e della delusione lontano dal governo.
Così la maggioranza degli italiani, riconoscente, si stringe intorno al governo, che li difende dalla minoranza deviante: professori, maestri, statali, immigrati, puttane. E dai piloti e i sindacati, colpevoli del possibile fallimento di Alitalia. Loro, non la politica che ha governato - e retto - le sorti della compagnia di bandiera per anni, decenni. Oltre ogni ragionevole ragione. Loro, che, pochi mesi fa, apparivano vittime del disegno del centrosinistra di svenderli agli stranieri, insieme alla compagnia".
Per cui, dopo aver provato, invano, a invertire la rotta con il voto, cambiando governo e maggioranza, gli italiani si sono rassegnati. D'altronde, chi c'era prima ha fatto di meglio? E' riuscito a darci fiducia? A renderci felici? Allora, inutile ritorcere la nostra rabbia, la nostra delusione, su chi governa oggi.
E allora? come si esce da questa situazione? "Per fare opposizione la delusione non serve. Non solo, ma diventa dannosa. Un boomerang. Per fare opposizione occorrerebbe, al contrario, spingere la delusione più in là. Generare speranza, non nuove illusioni".
Proviamoci.

venerdì 19 settembre 2008

Dal carcere alla piazza

Sono convinto che spesso, in buona fede, commettiamo errori di valutazione macroscopici pur pensando di avere titolo ad emettere giudizi. Sbagliamo dallo sport ai nostri investimenti, ma soprattutto sbagliamo quando portiamo il nostro giudizio verso le persone, facendolo diventare un pregiudizio.
La parola "Carcere" ci fa correre un brivio alla schiena. Pensiamo ad un luogo di pena, in tutti i sensi: per chi vi è costretto, a chi lì svolge il suo lavoro, a chi è parente di uno e dell'altro. Pensiamo che lì dentro, nel carcere, non vi possa essere nulla di buono, sbagliando.
Ieri sera credo che tutti noi presenti abbiamo ricevuto una lezione, preziosa, che può arricchire la nostra conoscenza e sfatare un mito. Questo vale per il carcere di Busto Arsizio, ma anche per la detenzione in genere.
Abbiamo ascoltato testimonianze di chi vive nel carcere (detenuti, guardie carcerarie, dirigenti di istituti di pena) e chi vive con e per il carcere (volontari, don Silvano, cooperative, assistenti sociali, operatori del sociale).
Abbiamo visto un documentario, venti minuti. Uno spaccato vero di vita carceraria a Busto Arsizio. Nessuna commedia, nessun attore, tutto vero. Non ci sarebbe stato nemmeno il tempo di preparare qualcosa di diverso.
Due terzi dei detenuti di Busto Arsizio (250 su 400) sono extracomunitari, con tutto quello che ciò comporta: lunghi mesi se non anni senza contatti con la famiglia, senza vedere moglie e figli e altri parenti. La situazione può essere diversa per gli italiani, ma non è detto.
Particolarmente illuminanti, anche più emozionanti dello stesso filmato, le testimonianze degli operatori: sentire la passione con cui la Commissaria delle Guardie Carcerarie parla di persone e non solo di detenuti, parlare non solo di detenzione, ma soprattutto di rieducazione per tornare alla società delle persone recuperate, e sentire che il tasso di chi reitera il reato è minimo, tutto ciò confuta il nostro pensiero che invece ci suggerisce che un criminaleresta sempre tale.
O la fiducia di chi si spende perchè un detenuto possa avere un posto di lavoro come qualsiasi persona. Chi non pensa: perchè questi dovrebbero avere un posto di lavoro e non mio figlio, che di certo criminale non è? Vero, ma comunque un carcerato il posto di lavoro se lo deve guadagnare e conservare come qualsiasi persona, non ci sono scorciatoie, anzi.
E dal lavoro viene la lezione vera. Il carcere è meno pesante per chi vi è detenuto se può lavorare, se può allontanare i pensieri e dare forma concreta alla propria attività. Vedere crescere un muro, preparare la cena o anche spendersi in lavori più umili, come fare le pulizie. E' importantissimo ed è una lezione anche per chi è fuori dagli stretti spazi del carcere.
Questa serata resterà nella memoria di chi vi ha partecipato e forse aiuterà a vedere le cose anche da un altro punto di vista.

mercoledì 17 settembre 2008

La sfiducia mette in ginocchio la finanza mondiale

Infuria la tempesta sui mercati finanziari e le Borse di tutto il mondo. Una crisi causata primariamente dalla sfiducia: visti i tracolli di Fanny Mae e Freddie Mac, il salvataggio in extremis di AIG, prima società di assicurazioni del pianeta, da parte della Federal Reserve, il fallimento di Lehman Brothers e di altre banche, lo stato di salute non certo felice di molte altre aziende di credito. Nessuno si fida più di nessuno.
Questo crea un generale clima negativo e, ci racconta la storia della Borsa, le crisi più nere si sono ingigantite proprio per motivi emozionali più che razionali. Ecco perchè non vi è certezza nè per la durata, nè per la profondità di questa crisi, che comunque è strutturale.
La cautela è d'obbligo, in queste condizioni. Per questo mi risulta particolarmente difficile comprendere la posizione del ministro Tremonti, il quale soffia sul fuoco dicendo che il tutto potrebbe anche peggiorare. Bella iniezione di fiducia!
Mette talmente avanti le mani, il nostro ministro, che già arriva a dire che la riduzione delle tasse avverrà "durante il corso di questa legislatura", quindi c'è da scommettere che, sempre ammesso di poter credere a queste profezie, la riduzione delle tasse non avverrà prima del 2012. E sempre ammesso che questa legislatura duri fino al suo naturale compimento.
Proprio la parte economico-finanziaria potrebbe essere il tallone d'Achille dell'attuale Governo Berlusconi, più che la forza dell'opposizione. E questo è un altro problema che affronteremo nei prossimi giorni.
In realtà, una larga parte della popolazione che ha votato questo Governo lo ha fatto anche pensando che fosse l'unico antidoto ad una situazione economica difficile, dove l'estro creativo di alcuni espontenti "storici" avrebbe dato un colpo di spunga alla sfortuna e generato nuove condizioni per la ripresa delll'economia.
Alcuni forse, sperano in interventi sulla falsariga del precedente quinquennio berlusconiano, dove sono stati messi in atto rimpatri scontati dei capitali, reinvestimenti detassati di utili in azienda, condoni ed altre azioni "una tantum".
Ma oggi queste misure non risulterebbero utili per rilanciare il mercato, dare fiducia e aumentare i consumi. Nel frattempo non ci si è accorti che nel mondo accadevano altre cose ed oggi è davvero molto difficile dare una prospettiva economica positiva ai cittadini. Certo, difficile lo sarebbe per chiunque, ma com'è che statisticamente i peggiori eventi del globo siano avvenuti con Berlusconi al Governo? L'11 settembre, lo Tsunami, le guerre in Afghanistan e Iraq, ora la crisi economica più grave del nuovo e, forse, del vecchio millennio... Non è che dobbiamo pensare che il Berlusca porti un tantino sfiga?

Un consiglio comunale con la ridotta

Riprendono le attività del Consiglio comunale di Busto Arsizio, pur nella quasi completa apatia. Nessuna novità riguardo la nuova Giunta, come previsto: il tema è così scottante che è meglio non toccarlo. Anche perchè, in questo momento, soffiano venti che fanno presagire forti tempeste.
Una notizia è che il mio parere sulla questione morale è stato condiviso, in termini più precisi e mirati, da Angioletto Castiglioni, figura storica e di prestigio della città, deportato durante la seconda guerra mondiale e quindi oppositore, per motivi ideologici, della eventuale presenza di Lattuada (AN) in Giunta, e da Antonio Corrado, capogruppo di Rifondazione, amico di Lattuada, ma ugualmente oppositore di un suo eventuale impiego in Giunta.
Il dibattito consiliare ha avuto due passaggi suggeriti da mie interrogazioni: quello su via Villoresi e quello sulla vendita di AGESP Trasporti.
Sul primo, l'Assessore Girola ha dimostrato di essere poco e malamente informato, ed un poco arruffone, ma si è comunque impegnato per cercare una soluzione che permetta ai cittadini di via Villoresi di vedere un giorno realizzato il sogno dell'asfaltatura della loro strada. Il fatto mi ha fatto tornare alla mente, postumo, il caso di via Misurina: speriamo possa anche questo essere risolto come quello.
Il secondo è un po' più grave: disegna la fine, dopo più di cinquant'anni, del trasporto pubblico gestito dall'Amministrazione comunale.
Se si passerà la mano a STIE, è probabile che questa diventi l'unico fornitore possibile di servizio per la città. Non voglio tirare conclusioni, come ho detto ieri sera: mettiamola lì e vediamo di capire cosa possa significare questo evento.
D'altra parte, non sarebbe l'unica cosa che dovremmo lasciare a macerare un po'...

martedì 16 settembre 2008

Quando la tecnologia non basta

Ringrazio coloro che mi hanno segnalato il rallentamento del caricamento del blog dopo l'aggiunta dei alcuni widget (ninnoli informatici), che però pesano soprattutto a chi ha connessioni lente. Evidentemente non voglio danneggiare nessuno e quindi ho tolto televisione e immagini dal satellite, che rallentavano in modo eccessivo.
Lascio invece le immagini di Hubble e di National Geographic, sperando di poter almeno lasciare una caratterizzazione più "naturale" a questo blog.

Il sogno americano si sbriciola

Il sogno americano si sta lentamente sbriciolando, e a farne le spese saremo tutti. Non mi addentro in valutazioni tecniche e finanziarie, non è la mia materia e rischierei di dire cose sbagliate, ma mi limito ad analizzare gli effetti di quanto sta accadendo in queste settimane nelle Borse di tutto il mondo a seguito delle difficoltà economiche legate ai mutui americani.
Anche se, forse, dovremmo andare ancora più indietro nel tempo per capire cose successe con Enron e i casi di fallimento di alcune grandi società americane:
"Il fallimento di Enron è il più colossale crack della storia aziendale mondiale (IlSole24ore, 29-11-01).
Enron aveva un giro d'affari superiore ai 100 miliardi di dollari all'anno. Il gigante texano dell'energia Enron è crollato in poche settimane, distrutto da un management spregiudicato che ha truccato per anni i bilanci aziendali. ... il direttore finanziario era al tempo stesso azionista di innumerevoli società esterne che contribuivano a finanziare il gruppo... (la Repubblica, 30-11-01)".
Sette anni fa l'America dovette fare i conti con la corruzione, l'affarismo che attornia il mondo della politica, in altre parole visse la sua Tangentopoli.
Questo fatto ha causato, insieme al crollo delle torri gemelle, il più grande e violento choc nella coscienza americana, che però ebbe poco tempo per riflettere perchè gli avvenimenti della guerra con l'Afghanistan prima e con l'Iraq poi hanno concentrato di nuovo l'attenzione verso altri fatti.
Ma il male di fondo è rimasto, si è trascinato sommessamente fino a qualche mese fa, quando i problemi economici di Fanny Mae e Freddie Mac, i due colossi finanziari dei mutui americani, hanno cominciato a diventare di dominio pubblico.
Fannie Mae fu creata nel 1938 dopo il decennio della Grande Depressione: figlia del New Deal di Franklin Roosevelt, è la prima banca di natura semipubblica che ha per unico scopo l'erogazione di mutui-casa a "prezzi politici" controllati dal governo. Insieme con Freddie Mac, la sua istituzione gemella, queste due maxi-banche di credito fondiario sono state ora "statalizzate", cioè il Governo americano si è preso carico dei debiti di queste due banche. I loro prestiti valgono 5.200 miliardi di dollari. Per avere un'ordine di grandezza, quel volume di prestiti è pari al 58% dell'intero debito pubblico americano, il più grande del mondo.
Scrive oggi Guglielmo Zucconi (>>>vedi intero articolo<<<): "la Lehman Brothers, quarta banca d'affari americana, fallita, due settimane dopo il salvataggio governativo di Freddie Mac e Fannie Mae, la fine di Bear Stearns, di Merrill Lynch - la numero uno risucchiata dalla Bank of America - nell'assalto in atto al titano delle assicurazioni Aig, nella febbre che sta facendo rabbrividire marchi stellari come Goldman Sachs, Morgan Stanley, Jp Morgan, c'è semplicemente l'altra faccia del "sogno americano". L'incubo americano.
Il governo Bush, dopo avere contribuito a salvare la Bear Stearns promuovendo l'assorbimento e nazionalizzando, con nobile sprezzo dell'ideologia liberista, le due grande agenzie di mutui, è stata costretta a chiamarsi fuori".
Difficile dire se siamo di fronte ad una nuova crisi del '29, cosa probabile, ed ancora più difficile dire quando le cose potranno assestarsi. Questo ciclone rischia di trascinare con se ogni cosa e di fatto peserà enormemente sulla battaglia per la Presidenza degli Stati Uniti, lasciando una grandissima responsabilità in mano al vincitore.

lunedì 15 settembre 2008

Cos'è la questione morale?

Pare che il mio discorso di qualche giorno fa sulla "questione morale" abbia fatto innervosire qualcuno. Non mi stupisco: fintanto che parliamo di cose lontane da noi, va tutto bene; ma quando i fatti e le persone cominciano ad essere così prossime, è chiaro che la reazione diventa più istintiva.
Il tema però, a mio parere, non è da sottovalutare e, per molti versi, investe anche la minoranza di cui faccio parte. Premesso che io non posso essere censore di nessuno, prendo solo spunto da alcuni appunti che mi sono stati fatti, nella mia veste di consigliere, da normali cittadini, e cerco di riportarli in una logica di confronto allargato, proprio per cercare di realizzare quel dialogo che diversamente non può avvenire.
Dunque, il principale rilievo che viene rivolto a noi rappresentanti dell'opposizione (o minoranza che dir si voglia), è è di non essere incisivi, di non saper portare avanti una opposizione vera a questa Giunta e di non saper nemmeno distinguere tra ciò che è giusto per la città rispetto a ciò che non lo è. Purtroppo le stesse persone mi dimostrano anche di non sapere affatto cosa sia possibile fare, stando all'opposizione, con gli strumenti che la legge pone nelle mani dei consiglieri.
A parte questo, devo riconscere che in molti casi questi rilievi sono veri, ma anche perchè l'opposizione si trova nella situazione di non avere notizie, o di averle tardi; l'opposizione può sì interrogare, ma spesso non riceve risposta.
Essere opposizione non significa andare a testa bassa contro la maggioranza. Una buona parte della "questione morale" è proprio dettata dal tipo di rapporto che si deve instaurare tra maggioranza ed opposizione.
Ho accusato la maggioranza di Busto Arsizio di essere "poltronistica" perchè alla minoranza non ha concesso che la presidenza della commissione bilancio, che per quanto importante, da sola non è in grado di garantire nulla. Vedasi caso Corte dei Conti, il quale suggerisce il mio sospetto che quella commissione non ci fu affidata solo per magnanimità.
Tutto questo non cancella le responsabilità della minoranza, che comunque è assai variegata, con frange che arrivano ad essere politicamente molto vicine alla maggioranza: difficile trovare una linea comune su molti temi.
La legge 267/2000 chiede ai partiti di presentarsi agli elettori con un programma, e dovrebbe esse un obbligo morale rispettare poi, una volta eletti, ciò che si prese come impegno con i cittadini. E' dunque un diritto dei cittadini rilevare se le azioni della Giunta o delle stesse minoranze siano prese in linea con quanto descritto nei programmi presentati alla città.
Ad esempio, tanto per capirci: potremmo chiedere alla Giunta attuale cosa dicesse il programma riguardo al verde pubblico se, come accade leggendo il più recente numero del settimanale "L'Informazione", si rileva che Gianfranco Tosi (ex sindaco leghista, non un Quisquino qualsiasi) si sorprende del taglio degli alberi di viale Borri. Se si sorprende anche la minoranza di ciò, vuol dire che non è chiaro chi stia amministrando la città e sulla base di quale programma. Questa è una "questione morale", quella di tradire, o comunque di non dare seguito in maniera coerente, ai punti riportati nel programma elettorale, che costituiscono il "contratto" con i cittadini per cui una Giunta amministra la città.

domenica 14 settembre 2008

Aumentano dell'8,3% le entrate del Fisco

Il commento flash di oggi riguarda il Fisco: nei primi 8 mesi dell'anno vi è stato un aumento dell'8,3% tra ruoli erariali e previdenziali. Da 3,6 miliardi di euro nel 2007 a 3,9 del 2008.
La notizia mi sembra positiva, visto lo stato delle casse dello Stato; ma dall'altra mi chiedo: non fu anche la questione della pressione fiscale una delle leve usate dall'allora minoranza di centrodestra per far cadere il Governo Prodi? E non fu questo un tema caldo delle elezioni, con tanto di promesse da parte di Berlusconi per alleggerire, una volta eletto, la pressione fiscale?
Fino a ieri avevo l'impressione che non si fosse fatto nulla da questo punto di vista, ora ne ho la certezza.
Non si è perso tempo per emettere leggi e leggine che rimettono il grembiule nero addosso ai bimbi delle elementari o che tentano di spazzare la prostituzione dalle strade, ma nulla viene fatto in tema di economia e fiscalità.
Qualche piccolo intervento che, in modo concreto, vada a invertire la rotta, dia un segnale di interessamento, in particolare verso le famiglie ed i contribuenti che in questi anni sono stati letteralmente tartassati.
Da qui, forse, si capisce che la libertà in Italia gode di pessima salute.

Comunicato stampa: delibere sul sito del Comune

Dò pubblicazione del testo inviato alla stampa: "Apprendo con vivo piacere del completamento del progetto che porterà dal prossimo lunedì a poter visionare le delibere prese da Giunta e Consiglio dal sito del comune.
E' questo uno dei passi fondamentali previsti dal progetto da me presentato e approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale nella primavera del 2007, e che ha visto realizzare la cablatura delle postazioni dei consiglieri, l'ammodernamento dell'apparato di registrazione delle sedute, il potenziamento della rete telematica, i nuovi video sul banco della Giunta e la posa del nuovo proiettore in Sala consiliare.
Della stessa iniziativa faceva parte anche la realizzazione della rassegna stampa elettronica e la redazione e distribuzione dell'ordine del giorno del Consiglio in forma digitale, anch'esse realizzate a seguito di una mia mozione.
Altri passi resterebbero da realizzare, ma mi rendo conto che non per tutti i colleghi l'informatica è in grado di facilitare i loro compiti, preferendo sistemi più antiquati ma più graditi.
Più facile invece sarebbe la realizzazione di un sistema che permetta di migliorare l'impianto audio della sala, ormai vecchio di decenni e in alcuni momenti assolutamente insufficiente a garantire un buon ascolto dell'oratore di turno.
Mi sembra doveroso ricordare da dove sia partito tutto questo, per una ragione molto semplice: questa, che ritengo essere senza dubbio la maggiore innovazione portata avanti a livello di struttura amministrativa, è nata da un'idea e dalla sollecitazione dell'opposizione, che ha trovato un terreno fertile in seno all'amministrazione ed in particolare ringrazio l'Assessore Crespi che si è adoperato a fondo per la realizzazione di questa iniziativa.
Personalmente sarebbe per me una grande delusione non trovarlo al suo posto in una futura edizione della Giunta dopo il fantomatico rimpasto".

Alitalia in agonia

Alitalia in agonia. Non lo è da ieri l'altro, quando si sono rotte le trattative impossibili, quelle dettate da ultimatum e sceneggiate ("o si chiude entro giovedì notte o non se ne fa nulla", siamo a domenica e ancora se ne parla!). In agonia lo è da anni, da quando non ha saputo darsi una struttura più snella e capace di competere con tutti i concorrenti al solo livello di mercato.
Essere entrati in Europa ha fatto chiudere (o ha reso meno facile aprire) le cerniere delle borse di Stato e l'emorragia ha dovuto fermarsi, lentamente ma inesorabilmente.
Tutti i tentativi del passato di chiudere la compagnia di bandiera e far divertare ora Volare, ora Airone, la nuova Alitalia del Nord, che fissasse il suo scalo di riferimento a Malpensa (consolidando così da una parte il valore della struttura e dall'altra determinando una definitiva vittoria della politica territoriale della Lega), sono miseramente falliti.
Non ci si era accorti che Malpensa ha le ali per volare da sola, magari non altissimo, ma dignitosamente. Succhiare dalla mammella della mucca anche quando il vitello diventa grande finisce con l'uccidere la madre (prendo a prestito questa frase dal libro "La Deriva" di Gian Antonio Stella e Marco Rizzo, mi sembra che faccia bena capire la situazione). Oggi Formigoni e la signora Brichetto Moratti sono contro il Governo.
Vorrei sapere dov'è quella hostess (lo era poi davvero?) che si presentò a votare a Busto Arsizio in divisa, sostenendo in pratica il centrodestra che si proponeva di salvare Alitalia dai Francesi. Immagino sia con tutti i suoi colleghi sull'orlo del baratro, e ce la stanno spingendo proprio coloro a cui lei si era affidata. Peccato, soprattutto per i suoi colleghi.
Alitalia è una compagnia bollita e, come ricorda il già citato libro "La Deriva", essa ha goduto di benefici di Stato, variamente classificati, per almeno 5 miliardi di euro; nella primavera 2008, mentre si votava quindi, aveva 83 destinazioni a lungo raggio contro le 105 di Iberia, le 187 di AirFrance, le 188 di Lufthansa, le 222 di British Airways.
Alitalia non ha tagliato nulla dopo la crisi dell'11 settembre 2001, mentre tutte le altre compagnie si erano prima ridimensionate e poi ristrutturate; ha pagato milioni di euro dei manager che l'hanno via via distrutta, portandola sul lastrico.
Ne hanno combinate di tutti i colori, non sto a fare il lungo elenco contenuto nel libro alle pagine da 71 a 75, leggetevelo da soli se credete.
Ma oggi i dipendenti sono a chiedere di fallire piuttosto che continuare così, arrivano a rivalutare il piano arcigno di AirFrance, perchè coloro che sarebbero licenziati sarebbero più del doppio previsto dai francesi, il triplo per quanto riguarda i piloti. Allora?
Non bastano le espressioni e le accuse reciproche tra destra e sinistra, la politica ha fallito su Alitalia perchè non è stata considerata un'azienda, ma un mezzo di potere. E su questo dovremmo fare tutti una bella riflessione e cercare di evitare, per quanto possibile, di ripetere questo errore con ciò che resta del nostro patrimonio pubblico.

sabato 13 settembre 2008

Aggiornamento tecnologico del blog

Oggi non vi propongo una riflessione, ma l'aggiornamento del blog, a cui ho cercato di dare ulteriori contenuti attingendo dalle disponibilità della rete.
Eccovi allora la possibilità di avere, oltre alle mie riflessioni, l'aggiornamento di quanto accade in Italia e nel mondo attraverso il servizio video di RAI24, praticamente la nostra CNN. Più sotto trovate le splendide immagini del satellite meteo Eutelstat, che vi permette di osservare l'evoluzione del clima sull'Europa quasi in tempo reale. Mi ha particolarmente colpito il momento di cambio dal giorno alla notte e viceversa, che è possibile osservare con incredibile realismo.
E poi su, oltre le nuvole. L'occhio di Hubble, il telescopio in orbita intorno alla Terra, che da molti anni ci manda spettacolari immagini del cosmo, e per chi ha vissuto gli anni delle missioni Apollo, tutto ciò esercita un fascino incredibile.
Torniamo infine a terra per osservare le straordinarie immagini del National Geografic, che ci permette di osservare la natura del nostro pianeta.
Non troverete le veline sul mio blog, ma spero ugualmente che l'aggiunta di questi contenuti e di altri che ancora sto selezionando, generi un prodotto finale che vi possa interessare ed appassionare sempre più.

venerdì 12 settembre 2008

Porsi davanti al problema non è prostituirsi

La cronaca di queste ore riporta l'affermazione di Veltroni rivolta al Governo: "Esecutivo allo sbando". Avevo questa sensazione da qualche giorno.
In particolare da quando è stata data la notizia che Mara Carfagna, ex soubrette della televisione ed ora ministro del PdL, proponeva una legge contro la prostituzione.
Chiediamo aiuto a Wikipedia: "La parola "prostituzione" deriva dal verbo latino prostituĕre (pro, "davanti", e statuere, "porre"), e indica la situazione della persona (in genere schiava) che non "si" prostituisce, ma che come una merce viene "posta (in vendita) davanti" alla bottega del suo padrone. Questa origine richiama quindi la condizione storicamente più abituale della prostituta, la quale non esercita autonomamente la sua professione, ma vi è in qualche modo indotta da soggetti che ne sfruttano il lavoro traendone un proprio guadagno (c.d. "protettori")".
Non che Wikipedia abbia l'esclusiva della verità, ma pone una questione estremamente vera e profonda: perchè in una legge che vuole combattere il fenomeno della prostituzione si attaccano solo i soggetti "deboli" della catena (prostitute e clienti) e non si affronta il vero criminale, ovvero il protettore?
Senza il protettore, il fatto criminale non si realizza: non sarà un lavoro, ma la questione assume un altro contesto. Nessuna persona sana di mente può pensare che vendere il proprio corpo per soddisfacere alle voglie di un "cliente", di un estraneo, di qualcuno che sicuramente ha dei problemi, sia atto indolore. Una persona normale non va in giro a pagare per una prestazione sessuale. Dentro ha dell'altro, oppure gli manca qualcosa.
Si persegue l'anello debole perchè non si vuole andare a scomodare chi gestisce il grosso della torta. Una torta che vale un gran mucchio di soldi. Si vuole pulire le strade dall'immondizia, come a Napoli, ma qui l'immondizia è ben diversa. L'immondizia è il nostro perbenismo, il marcio vero è un pensiero pedofilo sul computer di un padre di famiglia o di un sacerdote.
La vergogna che vogliamo cacciare viene da dentro di noi. Chiedetelo a chi ha lavorato con don Benzi, chiedetelo ai volontari della Caritas che sulla Valassina assistono amorevolmente le donne che "lavorano" su quella strada.
Io non mi sento di giudicare loro, ma mi sento di giudicare chi le vuole giudicare: chi ha venduto il proprio corpo, facendone merce; chi ha fatto pornografia su giornali, riviste e calendari, ma adesso indossa vestiti firmati e fa il ministro, anzi, la Ministra della Repubblica.
Cerchiamo almeno di non essere ipocriti. Metteremo in carcere decine di migliaia di prostitute (ma poi siamo così sicuri che siano tutte donne?) ed i loro clienti, e facciamo in modo che chi ha rubato o ha usato violenza venga rimesso in libertà con addosso un braccialetto elettronico. Per la sicurezza di tutti.
Facciamo spazio a questi nuovi criminali del sesso, mentre i deputati possono tranquillamente portarsi a letto un paio di belle e disponibili ragazze offrendo loro un po' di coca, di quel tipo che non si beve, però.
Questo è lo sbando che vedo in questo Governo: non fa le cose che dovrebbe, ma sa accanirsi contro i deboli.

Altomilaneseinrete: il nostro primo milione

Alle ore 10 di venerdì 12 settembre 2008, il sito di Altomilaneseinrete ha superato il milione di pagine viste. Un risultato raggiunto in meno di tre anni dallo strumento che rappresenta la forma di presenza continuativa dell'Associazione omonima, di cui mi onoro di essere il vice presidente.
Le nostre notizie, che tendono a mettere in evidenza alcuni aspetti sociali, culturali e politici che appartengono al territorio dell'Altomilanese, hanno spesso anticipato le notizie della stampa, o le hanno integrate, commentate e meglio specificate. Da qui un successo in crescendo, considerato che già durante lo scorso mese di luglio si era raggiunto il mezzo milione di contatti.
Le attività dell'Associazione hanno portato alla realizzazione di una mezza dozzina di appuntamenti sul territorio, convegni e tavole rotonde, che hanno visto la partecipazione di centinaia di cittadini, con la presenza di nomi illustri della cultura locale e di sindaci, assessori e consiglieri provinciali e regionali; l'ultimo convegno, organizzato a Castellanza sulla Città Metropolitana, avrebbe dovuto partecipare anche l'allora ministro Linda Lanzillotta, poi impossibilitata a partecipare per impegni di Governo.
Approfittando di questa celebrazione, vorrei rivolgere un accorato appello a tutti coloro che hanno a cuore questo territorio e volessero partecipare attivamente allo sviluppo delle attività dell'Associazione, a leggere lo Statuto presente sul sito e, qualora trovassero di loro interesse una partecipazione alle attività di Altomilaneseinrete, di proporsi come nuovi soci, prendendo contatti tramite il sito o anche scrivendo direttamente a me.

giovedì 11 settembre 2008

La questione morale: basta un uomo giusto al posto giusto?

La riflessione odierna parte da una frase riportata nell'articolo apparso oggi su "La Provincia" a firma di Andrea Aliverti, in merito all'ormai risibile rimpasto di Giunta. Argomento tedioso, lo so, ma al quale non si può fare a meno di aggiungere qualche riflessione che vorrei sperare di maggior contenuto.
La frase dice: "...Secondo la logica dell'uomo giusto al posto giusto, che sembra muovere tutti i partiti (di maggioranza, aggiungo io)". Affermazione apprezzabile, ma assolutamente non sufficiente a giustificare le attuali posizioni. Credo che esistano altre regole che andrebbero rispettate.
La prima, da me già affermata chiaramente tempo fa, è quella che una città dell'importanza, del peso e delle capacità di Busto Arsizio non ha bisogno di andare a "comperare" assessori provenienti da "fuori le mura". Secondo le ultime indiscrezioni, parrebbe che questa ipotesi sia rientrata, e mi auguro che davvero sia così.
La seconda tocca "la questione morale": come si fa a dare un incarico assessorile a persone che sono sotto indagine o della magistratura ordinaria o di quella amministrativa? Fuor di metafora, i problemi di Lattuada come indagato di fatti per apologia di fascismo e di Castiglioni, come ex assessore coinvolto nella vicenda della Corte dei Conti, non dovrebbero dare spazio a loro candidature, non perchè non siano in grado di ricoprire la carica (a Busto non occorrono grandi conoscenze tecniche o particolari competenze), quanto per una opportunità politica e di rappresentanza.
Immagino che la Lega, da sempre attenta a queste cose (come quando sventolava in Parlamento un cappio per dimostrare la propria irritazione verso i rei di Tangentopoli), non possa ignorare questo fatto.
Purtroppo, come tanti rappresentanti della pubblica opinione hanno fatto rilevare negli ultimi tempi, in Italia non c'è più la dignità che impone di dare le dimissioni quando ci si trova di fronte a difficoltà personali o morali, da cariche pubbliche o politiche, che hanno alla base un rapporto fiduciario tra l'elettorato e la persona interessata. Figurarsi se parliamo di candidati a poltrone, oltretutto. Da anni si ignora questo tipo di comportamento, responsabile e civile, facendo davvero sprofondare il senso di fiducia della gente verso le istituzioni.
Senza scomodare Pannella, qui la partitocrazia impera: la distribuizione delle sedie ha alla base il più bieco "Manuale Cencelli" (>>>vedi<<<), altrochè "uomo giusto al posto giusto". E su questo, la città tace, soffocando nel silenzio anche la propria coscienza.

mercoledì 10 settembre 2008

Prossimo Consiglio e Solita AGESP...

Inizio segnalando la convocazione del Consiglio Comunale di Busto Arsizio per martedì prossimo 16 settembre alle ore 21.00 presso la Sala consiliare del Comune, in via Fratelli d'Italia.
Detto questo, il tema di oggi è: "Riprendono le scuole e riprendono i problemi per chi viaggia con i mezzi pubblici di AGESP". Alcune scuole superiori della città non sono raggiunte in modo utile dai mezzi che abitualmente dovrebbero portare gli studenti ai loro istituti, in quanto in atto un orario provvisorio di inizio lezioni. Anche se hanno pagato l'abbonamento.
Altri genitori mi segnalano proprio che al momento della richiesta dell'abbonamento abbiano ricevuto richiesta, tra i documenti da allegare, anche dell'orario ufficiale della scuola di appartenenza, avendo diritto a viaggiare solo mezz'ora prima e dopo gli orari di inizio e fine lezioni. E i rientri pomeridiani? E le altre occasioni per cui sarebbe necessario poter prendere il bus, come ad esempio attività sportive scolastiche extra-orario? Laboratori e ricerche?
A tale proposito ho presentato interrogazione, proprio per sapere se ciò risponda a verità, ma se qualcuno tra voi ha notizie certe in merito, lo prego di aggiornarmi.
Purtroppo il problema AGESP è una ferita aperta da troppo tempo. Da quasi un anno giace induscussa una nostra (come PD) richiesta di convocazione di consiglio comunale straordinario per parlare di questo argomento con i vari Presidenti delle società che compongono la galassia AGESP.
Tra queste, quella che da sempre dà le maggiori preoccupazioni è AGESP Trasporti, vista la partita aperta col partner di servizio commerciale (STIE) e la necessità di chiarire i rapporti per la prossima Global Service, la quale può essere aperta solo in presenza di "in house providing" (in altre parole il completo possesso delle quote azionarie da parte del Comune di Busto Arsizio).
Nel frattempo, studenti e cittadini possono continuare ad usufruire del solito servizio: l'aggettivo qualificativo decidetelo voi...

martedì 9 settembre 2008

La politica e l'idiota

Ieri sera intorno alle 23, su RadioDue, durante la trasmissione Decanter ho sentito una riflessione estremamente seria e stimolante sulla politica. Il tema era nato dal suggerimento dato dal presentatore circa un libro di un autore spagnolo, il quale cerca di spiegare in modo semplice la politica ad un immaginario figlio.
Già questo è un fatto straordinario: cercare di spiegare la politica a tutti, di farne capire il reale significato e l'importanza a sostegno della democrazia. Sempre il presentatore ragionava sul termine "idiota", che in greco significa praticamente "colui che se ne frega", non si interessa, è avulso dalle cose.
E quindi, la differenza tra la politica intesa dai latini e dai greci: i primi davano "panem et circenses" ai cittadini, spettacoli e cibo in cambio di un implicito disinteresse alla politica, esercitata in realtà, per lunghi secoli, da un ristretto numero di persone; i secondi, che hanno sempre inteso la politica come espressione di tutti i cittadini, "polis" (ovvero città, come i greci era organizzati in città stato come Atene e Sparta) intesa come "tutto e tutti".
Vedendo questi due modelli, viene da credere che la società italiana ha largamente adottato il modello latino. Divertimenti a tutti, pane forse comincia a mancare, ma quando un blog raccoglie quasi 1.000 commenti per i fatti di domenica scorsa al Gran Premio del Belgio, mentre i fatti della politica locale e nazionale, sebbene di interesse estremo per il nostro futuro, non raccolgono che pochi commenti da parte di appassionati della politica, significa che esistono milioni di idioti politici.
Questo mi conforta, per certi versi, sulla validità della proposta di queste "pillole" di riflessione, e mi rassicura sul fatto che esista ancora qualcuno che non è per nulla idota (nel senso greco).

lunedì 8 settembre 2008

L'8 settembre a Busto Arsizio: per non dimenticare

Da parecchi giorni le voci dell'armistizio erano insistenti. Si diceva che in Calabria le nostre truppe non combattevano più, erano state ritirate dalla prima linea ove ormai non c'erano che i tedeschi. Ma continuavano i ciechi bombardamenti dall'alto; la mattina dell'8 settembre centinaia di apparecchi sorvolarono Frascati e i Castelli romani facendo paurosa rovina. [...] Alle 19,45 di quel mercoledì 8 settembre il capo del governo maresciallo Badoglio annunciava alla radio con quella sua voce ruvida, di soldatone piemontese, che c'era l'armistizio fra le forze alleate angloamericane e le forze italiane. La gente fece capannelli nelle strade che già si abbuiavano, i passanti s'interrogavano l'un l'altro. "Cosa ha detto?" "E' vero che ha detto che siamo in guerra contro i tedeschi?" Presso Aragno un signore con barba e occhiali spiegava con precisione: "No, ha detto solo che le truppe italiane reagiranno a eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza". "O, fa lo stesso - disse un uomo maturo - Vado a casa e metto in ordine il fucile". [...] La mattina del 9 settembre Roma si trovò avvolta dalla battaglia.
(da Paolo Monelli, "Roma 1943", Einaudi)

Domani, 9 settembre, ci sarà una conferenza stampa presso la sala Giunta del palazzo municipale per la presentazione delle manifestazioni organizzate per ricordare le vittime degli attentati dell’11 settembre 2001 a New York. Giusto.
Niente però sul 65.mo anniversario dell'armistizio, che nel contempo segnò, per l'Italia, l'inizio di una sanguinosa e dolorosissima guerra civile.
Facciamo memoria di un attentato che fece 3.000 morti 7 anni fa, non facciamo memoria dell'atto che significò la fine del Fascimo e del regime che per vent'anni tenne l'Italia in scacco, privata delle libertà democratiche e costretta a subire ogni sorta di atrocità e violenze.
Nei due anni di guerra civile, 1943-45, vi furono circa 100.000 morti tra i militari della Repubblica Sociale e almeno 80.000 tra i partigiani; quei due anni furono teatro di disumana violenza, come solo la guerra sa fare, con stragi di civili tra le più violente che la storia ricordi, come Marzabotto (1836 civili uccisi da tedeschi e repubblichini), Sant'Anna di Stazzema (oltre 500, tra cui decine di bambini), ma anche la deportazione di 600.000 nostri militari, o anche gli eccidi come nell’isola di Cefalonia (Grecia) la divisione Acqui non cede le armi alle SS naziste: 10.600 militari italiani vengono uccisi.
Se la nostra Amministrazione comunale non vuole ricordare questi fatti, chiedo scusa io, a titolo personale, a tutti coloro che ancora ricordano questi avvenimenti per averli vissuti, ed il fatto che loro siano sempre meno rende responsabili noi e le future generazioni, che non abbiamo dovuto sopportare queste terribili prove, al ricordo ed all'impegno perchè la stupidità umana non ripeta simili errori. Mai più.

Busto al verde, ma non per i soldi

Se si guarda da Google Maps, l'alberatura di via Valle Olona è ancora lì presente; ma da terra, la situazione è ben differente. Con la solita curiosità, sono andato a guardare i ceppi rimasti dei tagli, e con la mia solita ignoranza in materia posso solo osservare che i segni evidenti di qualche danneggiamento o malattia dei tronchi sono scarsi, dato il numero di alberature eliminate.
Mi sono poi spostato su viale Borri, dove ho fatto la medesima ricognizione; ma qui mi sono accorto di una cosa, che forse era già stata notata da altri: le piante su cui si è intervenuti erano nel territorio di Busto Arsizio, che arriva fino a via Verona. Oltre questa via, il viale continua con l'alberatura gemella a quella tagliata. Un signore, vista la mia curiosità, mi faceva notare che le piante erano state piantate nella stessa epoca e che il comune di Castellanza non aveva ritenuto di dover intervenire su quella parte del viale. Forse quell'Amministrazione ha altri agronomi che vedono la cosa in maniera differente.
Ultima tappa del mio piccolo tour alla ricerca del perchè di questi interventi è stato viale Marco Polo. Qui, sul lato della Ferrovia, si sta intervenendo con lavori di posa di canalizzazioni e sistemazione del marciapiede. Di fatto sono stati eliminati tutti i ceppi degli alberi.
L'osservazione è dunque nel merito: non è che forse quegli alberi impedivano questi lavori? Quindi sono stati dichiarati malati solo per essere definitivamente tolti di mezzo? Ma se questa fosse la verità, non sarebbe stato meglio e più opportuno dire banalmente che quegli alberi davano fastidio e che era necessario abbatterli per fare questi lavori?
Questa è solo una ipotesi, ma parlando con la gente si ha questa sensazione: nessuno ci informa, nessuno ci dice la verità. Neanche il consigliere di minoranza che finge di non sapere le cose (sigh!).

domenica 7 settembre 2008

Cattolico e antifascista, al servizio della comunità

Io sono cattolico praticante, credo sia noto a tutti. Frequento la parrocchia, anzi, mi considero una espressione di questa realtà, essendo stati due preti a spingermi verso questo servizio. Nello spirito di servizio ho cercato di far crescere tutta la mia storia politica, e, più in generale, tutta la mia storia personale. Con semplicità.
Dico questo perchè credo che, oggi più che mai, sia necessario uscire da schemi mentali che non hanno più nulla a che vedere con quelli del passato: destra o sinistra, ovvero centro moderato., si fa fatica a comprendere le differenze. Guardando alla nostra geografia politica recente possiamo osservare gente di sinistra che sostiene teorie liberiste e di competizione di mercato, gente di destra che difende le classi più povere e sostiene l'integrazione degli stranieri, gente di centro che continua a dichiararsi "a disposizione", ma sono sempre disponibili per una poltrona, ovunque questo possa servire, ma soprattutto porti denari dentro le saccocce degli interessati.
Vediamo gente eletta oggi in un partito e domani dichiararsi per l'appartenenza ad altri gruppi politici, vediamo sindaci eletti con un programma inesistente eppure sostenere di essere "in linea con gli obiettivi": di chi?
La destra e la sinistra storiche non esistono più, i giovani fanno fatica ad interpretare ideologie del passato ormai sconfitte come ideali a cui appendere la propria passione. Comunismo, Capitalismo, Consumismo sono teorie cancellate dalla storia, di cui sopravvivono solo diafani fantasmi. Oppure dobbiamo assistere a orridi spettacoli come quelli di ieri a Milano per l'inaugurazione della sede di una organizzazione fascista chiamata "Cuore Nero": a loro la storia non ha insegnato nulla. E allora, di fronte a queste cose, mi devo dichiarare profondamente antifascita, quel centro va chiuso e basta.
Permettere di continuare ad accettare queste provocazioni significa dare spazio al qualunquismo, all'uomo comune, che si incarna nel sondaggismo bieco e ignorante, nel populismo.
L'aridità di ideali fa cambiare idea al politico di turno se la percentuale di sostegno della gente cala, per cui bisonga aspettare sempre le ultime statistiche di popolarità per affermare che si sta facendo il meglio per il Paese, quando basta rovistare nelle tasche delle persone, guardare nei loro occhi e leggere le loro labbra per capire se le cose vanno oppure vi sono difficoltà e preoccupazione.
Il PD di Varese è stato citato da Veltroni come esempio perchè questa estate si è messo a disposizione dei cittadini, che potevano prendere appuntamenti con deputati e consiglieri per parlare di politica, approfittando anche del periodo estivo che lasciava più tempo a disposizione. Non è stato solo un colpo di teatro, è qualcosa che va proprio nella direzione del "servizio" che dicevo prima, ed io stesso mi sono messo a disposizione tramite questo blog, il mio sito, e la mia disponibilità personale dimostrata in diversi incontri personali avuti e documentati in queste settimane, anche se in realtà sono pochi rispetto a quanti mi sarei aspettato.
La mia disponibilità non termina con l'estate, ma continua fino a quando potrò svolgere questo servizio con soddisfazione della comunità. La fase della politica nuova nasce dall'ascolto, di questo sono fermamente convinto: c'è qualcuno che vuole parlare?
Il Vangelo odierno parlava della correzione fraterna: potrebbe essere questo uno spunto per capire i mali della nostra società e cercare di risolverli. Abbiamo un potenziale enorme proprio tra quelle persone che non praticano (o non praticano più) la politica, diventata terreno per pochi iniziati o per spericolati avventurieri, che usano impropriamente questo nobile strumento.
Io spero che tutti i cattolici presenti in politica, per qualsiasi schieramento essi parteggino, abbiano sempre chiaro questa finalità della politica: attuare e realizzare il bene comune, non il bene personale o del clan di appartenenza. "I Care", tradotto con "ho a cuore" era il motto di Martin Luther King, ucciso 40 anni fa ma da allora sempre presente nei nostri cuori per la sua battaglia per i diritti umani, prima ancora che di razza o di classe.
La domenica, giorno del Signore, serva anche a permetterci di riflettere su queste cose.

venerdì 5 settembre 2008

Busto Arsizio alla deriva

Un amico ieri mi ha scritto dicendo che non mi occupo più di Busto Arsizio come quando iniziai a scrivere questo blog: in parte è vero, ma dalla ripresa di agosto dissi che mi sarei occupato anche di altri temi.
In questo momento, poi, il panorama della politica locale è così povero che mi resta anche diffiicile fare dei commenti che abbiano un senso e quindi un valore. Anche i giornali locali parlano dell'ovvio o poco più. Ogni tanto qualche giornalista, preso da chissà quale illuminazione, inizia a fare delle interviste "spericolate", ma quando si avvicina a qualche cosa di sensibile, di interessante, si ferma tutto.
Mi sono reso conto che leggendo di politica nazionale e di qualche fatto internazionale, si può meglio capire la realtà locale. Ad esempio, lo stretto legame tra Alitalia e Malpensa, il fatto che il Sindaco di Milano Letizia Moratti sia contro la cordata di Alitalia perchè i "suoi" aeroporti di Linate e Malpensa non sono compresi nella trattativa. O l'iniziativa di Berlusconi riguardo la Libia, che segue il corso dello sfruttamento delle risorse energetiche, come fece tempo fa con il suo "amico" Putin. Il quale a sua volta, lo ha messo in grosse difficoltà con la crisi in Georgia, e ben sappiamo quale arma di ricatto nei confronti dell'Europa costituiscano le risorse Siberiane.
Busto Arsizio è parte di una conurbazione, con Gallarate, Legnano, Castellanza e Valle Olona, che fa parte dell'Altomilanese (o basso varesotto), di cui Malpensa rappresenta forse il nodo più famoso nel contesto internazionale. Un territorio potenzialmente ancora ricco, ma anche specchio di una crisi che minaccia la nostra società, un territorio che non riesce ad uscire da una specie di atrofia imprenditoriale, ma soprattutto, svilito da una contrazione della capacità di interazione tra pubblico e privato dovuta alla crisi delle istituzioni locali.
Queste sono ormai diventate i satelliti di una serie di poteri, come scrivevo anche ieri, che non governano la città dei cittadini, ma solo la città degli interessi; il lungo isolamento della città dal contesto territoriale ne ha tagliato non solo le relazioni, ma anche il patrimonio di ricchezza di idee ed iniziative che nasce dal confronto di idee e dalla competizione evolutiva propositiva.
Busto Arsizio è l'unico comune in Lombardia che si fa i Piani di Zona per conto proprio, annullando il concetto di distretto dentro una città; a vantarsi di questo "merito" è proprio il nostro sindaco Farioli, operazione che mise a segno quando era consigliere regionale, obbedendo ad una logica protezionistica propria di questi poteri.
Proporre il BAFF nell'Italia degli oltre 3.000 festival di vario genere, vuol dire solo avere paura di restare ai margini di un sistema presenzialista: se ci sei, conti qualcosa, altrimenti 6-1-0.
E poi B.A.Book, B.A.Jazz, Rumba e Cha-Cha-Cha... soddisfano le voglie di pochi, non sono una presenza continuativa di una azione culturale sul territorio: si va a strapponi. Se un anno non si fa l'iniziativa, nessuno ne sente la mancanza.
Solo flash, per cercare di mettere a fuoco qualcosa che non sono ancora riuscito a cogliere fino in fondo, ma che percepisco come parte di questa realtà, come se fosse una ferita da cui sgorga continuamente un male profondo, culturale, antropologico, non intercettabile con i sensi, ma comunque presente e dirompente.
Ciò che negli anni '50 Giorgio Bocca scrisse di Vigevano: "Fare i soldi, per fare i soldi, per fare i soldi ... e non trovi una libreria a pagarla", oggi non vale più. Abbiamo perso quella spinta, non siamo noi motore, ma siamo traino di un carretto che inesorabilmente rallenta.
Questo blog mi ha costretto a pensare "ad alta voce", prima di tutto devo essere coerente con me stesso. E' anche questo un viaggio, una ricerca, è parte della vita e non è giusto sprecarla.
Vorrei anche ringraziare chi mi ha suggerito di leggere "La Deriva": in qualche modo, parla molto di noi.

giovedì 4 settembre 2008

La vera libertà non è nel nome dei partiti

Su Alitalia avevamo visto più che giusto. Pur senza la possibilità da avere schiere di giornalisti e di "gole profonde", abbiamo capito da soli cosa stava succedendo, ed uso il plurale riferendomi ai vostri commenti. Prova di quanto dico la potrete verificare anche voi acquistando il prossimo numero dell'Espresso; nel frattempo, potete iniziare a leggere l'anteprima che vi riserva il sito del settimanale>>>leggi qui.
A questo punto credo che ognuno di voi possa iniziare a capire quale sarà l'azione di questo governo nei confronti di tutti noi cittadini: privilegiare l'iniziativa privata di qualche "imprenditore", più o meno amico, in grandi imprese che utilizzano lo Stato come garante o come copertura "istituzionale".
Eppure questo gli italiani che l'hanno votato lo sapevano: due anni fa non lo volevano più proprio per questo. La memoria corta degli italiani? Non solo, sarebbe troppo semplicistico.
Sarebbe troppo banale dire che Berlusconi non lo conoscevano, che non sapevano che era nella P2, che ha brigato per anni nell'ombra prima di arrivare dov'è ora, posizione che non ha raggiunto solo grazie alla sua capacità imprenditoriale, sebbene abbia una dose sovrabbondante di faccia tosta, cosa che non guasta.
Il fatto è che ormai ad essere inquinato è tutto il sistema politico-amministrativo del nostro paese, che attraverso una fitta rete di contatti e di controlli su microinteressi locali e corporativistici, è ora in grado di gestire gli umori elettorali di un'ampia fascia della nostra società, teleguidati opportunamente da un sistema mediatico totalmente asservito al potere.
Coem dice Licio Gelli, Gran Maestro della P2: "Il potere ce l'ha chi controlla i media" e Berlusconi è stato ottimo allievo.
Guardiamo il pasticcio sul maestro unico: il ciclo della scuola elementare è una delle poche cose di cui il nostro sistema scolastico può andare fiero, un modello che è stato esportato in altri paesi e che altri stanno studiando per replicarlo. Eppure il nostro Ministro Gelmini lo vuole affossare nel segno del risparmio, anche se questo significherà l'esubero di 90.000 insegnanti>>>leggi articolo: non abbiamo un ammortizzatore sociale in grado di assorbire questo impatto, ve ne rendete conto? Quali costi avrà, in realtà, questa operazione? Libererà risorse per la scuola, ucciderà l'INPS e le residue speranze di molti cinquantenni di avere una pensione nei prossimi anni.
A chi giova questa situazione? La prima percezione è che la scuola pubblica perderà valore agli occhi degli italiani, mentre la scuola privata... Vi siete mai chiesti chi possa avere spinto una ragazza di 34 anni a fare il Ministro dell'Istruzione? Fatelo. E a questo proposito, piano piano, escono anche i suoi scheletrini dall'armadio:>>>leggi articolo.
Solo pettegolezzo, parole da bar? Non credo. Resta il fatto che ormai è solo la rete che è in grado di creare una coscienza civile, una parola di vera libertà, parola dal significato così diverso da quello odioso che qualcuno ha messo dentro il nome di un partito. Ma attenti: hanno già provato a metterci il bavaglio, da destra e da sinistra, non mi stupirei troppo se ci riprovassero.

mercoledì 3 settembre 2008

Un comune fuori dal comune

Il Comune di Casalmaggiore, in provincia di Cremona, è sicuramente fuori dal comune. E' un comune "riciclone", il terzo in Lombardia e tra i primi 10 in Italia: nel 2006 ha riciclato il 71% dei propri rifiuti. Ma evidentemente questo, agli amministratori locali, non basta.
Già da qualche anno, Casalmaggiore è divenuto un simbolo come comune ecologista, in quanto ha fatto mettere in piazza una fontana che eroga acqua (e fin qui tutto normale), minerale, liscia e gasata. Sì, proprio così: gasata.
Posto nella bassa padana, comune di quasi 15.000 abitanti (esattamente delle dimensioni di Castellanza), ha nel sottosuolo una discreta acqua, ma di certo non migliore di quella nostrana, che in questo modo diventa "buonissima", tanto che i cittadini ne vanno a fare scorta portandosi le bottiglie.
Certo, acqua frizzante gratis, già questo fa notizia; ma il bello è che facendo così la gente evita di acquistare acqua imbottigliata, quindi di aumentare la massa dei rifiuti dovuti al materiale di confezionamento delle bottiglie (che non è "plastica", ma pet, un derivato della cellulosa e quindi di origine vegetale e non minerale). Ecco dove il comune realizza il suo guadagno: riduce il volume di rifiuti conferiti in discarica e quindi diminuisce i costi di smaltimento.
Visto che la cosa ha funzionato, si è dato da fare anche con altri contenitori che affliggono i nostri sacchetti di rifiuti, quelli dei detersivi e, primo comune in Italia, ha investito 6.000 euro per mettere in negozi convenzionati dei distributori di detersivo liquido.
Detersivi per i piatti, lavastoviglie, igiene personale, bucato, insomma tutti i detersivi liquidi possibili possono essere acquistati portandosi una tanica da casa, ovviamente riciclata. E se ne acquista la quantità voluta.
Gli impianti self-service di Casalmaggiore, sono totalmente finanziati per il primo mese dal Comune e poi costano 300 euro al mese ai commercianti, sono piazzati all' interno dei principali supermercati, garantendo al consumatore sia la qualità del prodotto, sia un risparmio di oltre il 20%.
Busto Arsizio, autodefinitosi comune riciclone, promotore della campagna "Io mi rifiuto", vuole raccogliere la sfida? Allora caliamo il carico: mettiamoci anche i dispenser di latte fresco.
A Milano ormai, anche nelle stazioni principali, oltre a trovare bibite fresche e bevande calde è possibile acquistare latte; e in via Rodari, all'esterno di una cascina prossima alla comunità Marco Riva già è possibile eseguire questo acquisto in modalità self-service. Non escludo, anche se non ne ho notizia diretta, che questo sia attivo anche in altre zone della città.
Vogliamo provare anche noi a fare qualcosa in questo senso? Marketing ne abbiamo già fatto fin troppo, adesso sarebbe il caso di raccogliere qualche sfida e provare ad innovare: non serve essere necessariamente i primi, si può essere anche buoni secondi. Lo spirito olimpico insegna.

Qualcosa che non quadra nell'affare Alitalia

C'è qualcosa che non quadra nell'"affare Alitalia", se prendiamo seriamente in considerazione gli aspetti della questione a noi noti. Ho raccolto un po' di materiale giornalstico sulla questione, che citerò puntualmente, iniseme ad altri aspetti che in questi giorni sono stati ripresi.
Dobbiamo tornare a circa metà marzo, quando mancavano tre settimane alle elezioni. Alitalia era nella bufera, i soldi stavano finendo ed il governo Prodi stava trattando la cessione della compagnia ad AirFrance. A quel punto l'annuncio a sorpresa di Berlusconi: "ho una cordata pronta a rilevare Alitalia. Da La Repubblica del 22 marzo: una cordata di imprenditori italiani che sarebbe «già pronta», e che nel giro di «tre o quattro settimane» si farà avanti, «assistita da importanti banche".
Inizia la bagarre elettorale: da quel momento Alitalia entra definitivamente a far parte della contesa elettorale e, come sappiamo, ha pesato in maniera sensibile sull'esito della competizione.
Qualche giorno dopo, ecco il rilancio: il 27 marzo, a due settimane dal voto, Berlusconi prima rivela poi smentisce i nomi della cordata, ma ciò è sufficiente per far oscillare in modo devastante il titolo in Borsa, che viene sospeso per eccesso di rialzo, ma c'è da credere che in quel momento qualcuno (che forse sapeva di queste affermazioni in anticipo) abbia approfittato della situazione per un'operazione speculativa gigantesca ed una mediatica altrettanto grande.
AirFrance, a questo punto, si ritira. Aveva previsto 2.500 esuberi, ma nessuno l'avrebbe accettato a due settimane dal voto in Italia. Quindi, meglio uscire.
Il giorno 30 marzo, scriveva, quasi profetico Eugenio Scalfari su Repubblica: "quella cordata ci sarà davvero se Berlusconi vincerà. Per lui è un punto d'onore e i mezzi per realizzare l'obiettivo ci sono...Ci staranno tutti, non c' è dubbio alcuno, «chinati erba che passa il vento»...ci staranno i capi di imprese private concessionarie dello Stato, ci staranno le banche desiderose di benefici; ...ci staranno le imprese medie che hanno già o ambiscono di avere rapporti fluidi con l' uomo che dovrebbe governare l' Italia per altri cinque anni...Chissenefrega del mercato, contano i rapporti tra affari e politica e il Berlusca è imbattibile su quel terreno: tu dai una cosa a me e io do una cosa a te".
Oggi sappiamo i nomi di coloro che fanno parte della cordata: non tre-quattro settimane, ma cinque mesi dopo. E chi sono? Afferma Antonio Borghesi, deputato di Italia dei Valori: "Molti degli imprenditori coinvolti risultano legati dal “filo rosso” della vicenda Telecom, che dunque merita nuovi e ulteriori approfondimenti. Molti degli imprenditori sono stati condannati, in più di un caso per vicende di tangenti e corruzione. Quasi sempre hanno fatto i loro affari a debito, cioè grazie a prestiti delle banche. In particolare di una e così sono debitori di Banca Intesa. Sarebbe interessante conoscere l’entità del prestito. Non è che in realtà Banca Intesa stia soltanto cercando di recuperare i suoi crediti?".
Ogni tanto Di Pietro esagera, ma c'è un vento mediatico che spinge per fargli assumere un'aria da teorizzatore dell'eversione. In realtà, leggendo i numeri e non i commenti, viene da pensare che qualcosa di poco chiaro stia accadendo sotto gli occhi di tutti, ma nessuno voglia guardare.
Vengono dichiarati 7.000 esuberi, al posto dei 2.500 del piano di AirFrance, ma nessuno trova nulla da ridire.
Si vuole far crollare il valore delle azioni in mano agli azionisti di Alitalia, che forse non hanno capito che a loro toccherà la parte "bruciata" della torta, quella che sarà piena di debiti. Lo Stato regalerà ad una cordata di fantastici nomi una neonata ed immacolata compagnia di cui potranno trattare la vendita in modo autonomo tra qualche tempo, quando le acque si saranno calmate.
Di Malpensa non frega più niente a nessuno, nemmeno a "Mamma Lega", che a sua volta starà trattando qualche altra cosa per chiudere un occhio e magari chiudere anche uno scalo a scelta tra Malpensa e Linate.
Scusate, io sono di parte, e lo affermo con fierezza, ma non sono pirla.

martedì 2 settembre 2008

Aboliamo l'ambrosia per legge

Se fosse un partito, avrebbe circa il 15% dei consensi, dalle nostre parti. E' il popolo dei soggetti allergici all'Ambrosia, pianta annuale che da metà agosto a metà settembre invade l'aria con un terribile polline, fortemente urticante (al microscopio ha la forma di un riccio di mare), estremamente piccolo (meno di 20 micron) e quindi in grado di intrufolarsi oltre le normali barriere delle vie respiratorie (naso, gola) fin giù nei bronchi, a causare non solo riniti allergiche, occhi lacrimanti e arrossati, ma anche, nei soggetti più esposti, casi di asma.
Da anni mi occupo di questo tema e ne parlo diffusamente anche nel mio sito, nelle pagine che vi invito a visitare. Anche le mie iniziative a livello di consiglio comunale hanno fatto rumore, anche se da qualche tempo ho smesso di stimolare l'azione del Comune di Busto Arsizio, in quanto mi sono fatto l'idea che questo, da solo, non basti.
Come l'ambrosia non conosce i confini delle città, delle provincie, delle regioni, e colpisce tutti indistintamente dalla loro fede religiosa, politica o calcistica, altrettanto non ha senso che il singolo Comune pulisca le proprie aree verdi e faccia tenere in ordine ai cittadini i fondi agricoli ed i piccoli appezzamenti, se poi non riesce a far pulire i bordi delle strade ad ANAS o le massicciate delle ferrovie a LeNord o Trenitalia. L'area della brughiera intorno a Malpensa da sola è una riserva enorme di piante di ambrosia, e questi fondi non sono manutenuti da nessuno.
Molti piccoli comuni non hanno nè i soldi nè le persone per sfalciare, e l'ordinanza regionale del 1999 in materia resta, in molti casi, lettera morta. Anche perchè qualche teoria recente afferma che sfalciare può non essere sufficiente, meglio qualche terapia più "chimica", culture di erbe che contrastano l'ambrosia o addirittura botte di calore per uccidere la pianta.
Comunque sia, le aree di influenza di questa pianta infestante ed a noi sconosciuta fino a mezzo secolo fa, si vanno allargando ad ogni stagione: ora è ampiamente segnalata, oltre che in provincia di Varese, da dove è iniziata la colonizzazione (a mio giudizio tramite Malpensa), a quelle di Milano, Bergamo, Pavia e Brescia, oltre che in Piemonte in ampie zone pedemontane.
Per fortuna, ora pare che anche la Rai, ne parli: un recente servizio di RaiTre è stato diffuso anche su RaiUno, segno di un allargamento dell'attenzione.
La ricaduta sulla popolazione è micidiale, anche perchè trattandosi di una invasione recente, non abbiamo alcuna forma naturale di difesa. Riempirsi di medicinali antistaminici non è piacevole, ma necessario a chi è allergico, e non tutti possono, per ragioni di lavoro o economiche, lasciare questo territorio per un mese, alla ricerca dell'aria esente da questo polline.
A questo punto, però, visto che disponiamo di un "facilitatore" al Governo in grado di risolvere tutti i problemi d'Italia e non solo, gli chiederei di fare una legge speciale che cancelli immediatamene l'Ambrosia dalla faccia del Nord. Chissà che non ci riesca come con i rifiuti di Napoli?

lunedì 1 settembre 2008

Appunti sul "caso Gelmini"

Ringrazio coloro che hanno voluto prontamente partecipare al post che trovate di seguito, anche se vorrei ricordare per l'ennesima volta che se volete mettere un commento diretto, questo verrà pubblicato e reso visibile cliccando sul campo "commenti" (se il numero a fianco è maggiore di zero, ovviamente).
In ogni caso, facendo un po' di sintesi, la prima vostra osservazione è legata al numero di insegnanti che potrebbero risultare in esubero dopo il ripristino del maestro unico. Se la matematica non è un'opinione, a fronte di 250.000 insegnanti ora occupati nella scuola primaria (elementari), ce ne potremmo trovare almeno 100.000 disoccupati dal prossimo anno; ovviamente questo detto senza conoscere i termini applicativi di questo decreto.
La seconda: non è che si sta facendo tanto baccano sulla scuola per distogliere l'attenzione dai tagli di Alitalia? Ohibò, bella domanda. Bisognerebbe girarla al nostro Presidente del Consiglio, se si fosse ripreso dalla bastosta di ieri allo stadio. Qual è la vostra opinione?
La terza, che mette insieme le prime due: ma come si pensa di far fronte a tutti questi esuberi nello Stato? Chi se ne farà carico? La scuola privata? Le Poste? No, non credo, visto che la scuola privata ha già i suoi problemi. Ma è chiaro che ad un certo punto si dovrà smettere di fare puro terrorismo e si dovrà iniziare a ragionare coi numeri, ed allora occhio a Brunetta!
Da ultimo, una mia personale nota. Nel mio intervento ho cercato di evitare questo tipo di polemica proprio perchè la ritengo poco seria rispetto ai veri problemi della scuola, che ho cercato di illustrare. Capisco però che il tema è molto sensibile per chi opera nel settore, anche considerando che proprio oggi, ufficialmente, inizia l'anno scolastico 2008-09.
Allora facciamo in modo di parlare di queste cose, di sensibilizzare i colleghi e l'opinione pubblica, di attivare iniziative che presentino la questione in modo completo, come ad esempio, il fatto che riducendo i costi diretti della scuola, togliendo gli insegnanti, non si garantisce che ciò comporti un recupero di risorse economiche, ma queste potrebbero seguire direttamente ed in modo improduttivo le persone, come costi di mobilità, quando esse dovrebbero essere impiegate con miglior profitto. Adesso dite voi.

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