Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

venerdì 9 agosto 2013

Volano entrambi, però...

Visto che ci ho ripreso gusto a commentare fatti e situazioni, mi sembra giusto riprendere un concetto molto semplice che in queste ora divampa proprio come gli incendi che l'hanno generato.
Si tratta di questo: spendiamo un fortuna per acquistare F35 da guerra, velicoli sofisticati che difficilmente potranno aiutare gli italiani in situazioni difficili e pericolose, ma tagliamo i Canadair che aiutano a spegnere gli incendi.
Se la Regione Sardegna si indigna, ha ragione. Ma non lo deve fare solo la Regione Sardegna, perchè quelle migliaia di ettari di territorio che bruciano non sono solo di quella splendida isola, ma di territorio italiano per il quale tutti ci dobbiamo sentire parte e al mantenimento del quale tutti contribuiamo.
Non sono solo i Sardi, quindi, che insorgono e chiedono al ministro Mauro di ripensarci, ancora una volta, a quel benedetto acquisto scellerato di aerei da guerra, ma tutte le persone di buona volontà che ai muscoli di acciaio preferirebbero  avere la forza della tecnologia a prendersi cura del territorio, delle risorse e delle persone.
Non mi sembra ci voglia un mostro di intelligenza per tutto questo, forse basterebbe solo un briciolo di buon senso che la nostra classe politica, nel solco di una presunta difesa degli interessi nazionali (?? di chi ??) e di impegni assunti (altri li cancellano senza problemi), contraddice alla volontà popolare ed assume di fatto oneri che il popolo sovrano non ha loro concesso.
E' vero che si tratta di aerei, ma personalmente preferirei avere più Canadair, eliambulanze e mezzi per Polizia e Carabinieri che non fantastici F35 da guerra totale. Ma io sono solo un poeta...

lunedì 5 agosto 2013

Il tempo di capire

Da molto tempo non scrivo su questo blog, da inizio anno per la precisione. E nei mesi precedenti mi era già venuta meno la passione per l'agone della politca, per le discussioni che troppo spesso trovavo (e trovo) sterili e omologate.
Ma credo che di fronte ad alcuni fatti di questi giorni, forse riuscirò a stupire i miei vecchi lettori tornando sulla scena con questa mia riflessione, che forse si unisce al coro delle tante altre che si saranno fatte sugli avvenimenti di questi giorni riguardo la condanna di Berlusconi e le sue esternazioni che ho immancabilmente evitato di ascoltare e di leggere. mi sono bastati alcuni flash da telegiornali e leggendo al contrario i giornali dei miei vicini di treno. Mi scuso con loro e li ringrazio per il loro involontario contributo a questo pezzo.
Il fatto è che personalmente sono stufo di Berlusconi al punto che non mi frega un accidente che lo mettano in galera, ai domiciliari o lo mandino a fare servizi sociali in una comunità di minori femminile. Vada la diavolo, se vuole, ma sparisca lui e tutti quelli che con lui o contro di lui stanno mandando in malora il Paese. Per cominciare, è già sparito il famigerato titolo di Cavaliere, ed immagino il panico che ha investito i giornalisti....
Sparisca la Fornero che ha rovinato la vita ai cinquantenni e ai ragazzini, allo stesso modo. Sparisca chi prima di lei e come lei aveva fatto riforme del lavoro a metà, dando e lasciando sempre di più la possibilità di usare manovalanza giovanile in quantità e a buon mercato, anzi ottimo.
Sparisca la Lega e tutti quelli che pensano che il mondo sia fatto solo da bianchi e per i bianchi, perchè presto, volenti o meno, saranno anche in Italia una maggioranza relativa e quindi una minoranza. Ciò però spaventi nessuno e di fatto non cancella la leale e civile convivenza tra le persone.
Spariscano gli evasori e coloro che credono che un Governo marcio sia la ricetta migliore per continuare a fare i loro sporchi affari e magari comincino a pagare le tasse.
Spariscano i preti pedofili e affaristi, lobbisti e ammanicati col potere, perchè di loro non è il Regno dei Cieli, ma nemmeno quello sulla Terra.
Spariscano i venditori di sogni che rendono la realtà falsa e distorta, che mettono in una macchinetta o in un biglietto l'illusione di una vita ricca e felice con l'unica certezza di trovarsi più poveri di prima.
Vorrei spariscano ancora tante altre figure marce e squallide che invadono le nostre vite, ma temo che già così rimarrebbero pochissime persone in questa Italia, davvero molto poche. Forse non ci sarei più nemmeno io tra loro, così come tanti che mi leggono o mi hanno letto.
Il mio silenzio di questi mesi era per cercare di mettere a fuoco cosa non ha funzionato in questi anni, nella nostra vita e nella nostra società. Siamo tutti stanchi e stufi, ma di fucili in piazza non ne vanno e non ne andranno, almeno fino quando avremo la sensazione che sarebbe più quello che avremo da perdere che da guadagnare.
Gli ideali sono lontani, spariti nella nebbia del tempo. Oggi basta un imbonitore che passa per strada e dica due cose "contro" che già ha il nostro consenso per la prossima settimana. Chi potrà aiutarci a ricostruire, se il peso di chi oggi tiene le fila è più grande della nostra forza per spostarlo?
Resteremo per sempre prigionieri della nostra inerzia? Nemmeno le parole più grosse ci fanno più paura? Certo.
I nostri padri e nonni hanno fatto la guerra, ne conoscono gli orrori e le devastazioni; i loro figli e nipoti la fanno nei videogiochi. Per loro morire vuol dire solo aver speso una vita e poter ricominciare. Ma non è così.
Non è nemmeno con la paura che ricominceremo, ma con la forza flebile di un pensiero, di una scelta che diventa importante perchè costruisce un progetto.
E' il tempo di capire che se non torniamo a vivere il nostro tempo, non avremo più tempo da vivere.
E' tempo di capire che la nsotra vita e la nostra felicità hanno ancora senso pur nella distanza delle idee e delle visioni, ma nell'unità dello scopo di crescita e di progresso.
I particolarmismi spaccano e dividono, noi abbiamo bisogno di sincera partecipazione.
Mi auguro che qualcosa possa cambiare, me lo auguro per i nostri figli e nipoti.

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