C'è qualcosa che non quadra nell'"affare Alitalia", se prendiamo seriamente in considerazione gli aspetti della questione a noi noti. Ho raccolto un po' di materiale giornalstico sulla questione, che citerò puntualmente, iniseme ad altri aspetti che in questi giorni sono stati ripresi.
Dobbiamo tornare a circa metà marzo, quando mancavano tre settimane alle elezioni. Alitalia era nella bufera, i soldi stavano finendo ed il governo Prodi stava trattando la cessione della compagnia ad AirFrance. A quel punto l'annuncio a sorpresa di Berlusconi: "ho una cordata pronta a rilevare Alitalia. Da La Repubblica del 22 marzo: una cordata di imprenditori italiani che sarebbe «già pronta», e che nel giro di «tre o quattro settimane» si farà avanti, «assistita da importanti banche".
Inizia la bagarre elettorale: da quel momento Alitalia entra definitivamente a far parte della contesa elettorale e, come sappiamo, ha pesato in maniera sensibile sull'esito della competizione.
Qualche giorno dopo, ecco il rilancio: il 27 marzo, a due settimane dal voto, Berlusconi prima rivela poi smentisce i nomi della cordata, ma ciò è sufficiente per far oscillare in modo devastante il titolo in Borsa, che viene sospeso per eccesso di rialzo, ma c'è da credere che in quel momento qualcuno (che forse sapeva di queste affermazioni in anticipo) abbia approfittato della situazione per un'operazione speculativa gigantesca ed una mediatica altrettanto grande.
AirFrance, a questo punto, si ritira. Aveva previsto 2.500 esuberi, ma nessuno l'avrebbe accettato a due settimane dal voto in Italia. Quindi, meglio uscire.
Il giorno 30 marzo, scriveva, quasi profetico Eugenio Scalfari su Repubblica: "quella cordata ci sarà davvero se Berlusconi vincerà. Per lui è un punto d'onore e i mezzi per realizzare l'obiettivo ci sono...Ci staranno tutti, non c' è dubbio alcuno, «chinati erba che passa il vento»...ci staranno i capi di imprese private concessionarie dello Stato, ci staranno le banche desiderose di benefici; ...ci staranno le imprese medie che hanno già o ambiscono di avere rapporti fluidi con l' uomo che dovrebbe governare l' Italia per altri cinque anni...Chissenefrega del mercato, contano i rapporti tra affari e politica e il Berlusca è imbattibile su quel terreno: tu dai una cosa a me e io do una cosa a te".
Oggi sappiamo i nomi di coloro che fanno parte della cordata: non tre-quattro settimane, ma cinque mesi dopo. E chi sono? Afferma Antonio Borghesi, deputato di Italia dei Valori: "Molti degli imprenditori coinvolti risultano legati dal “filo rosso” della vicenda Telecom, che dunque merita nuovi e ulteriori approfondimenti. Molti degli imprenditori sono stati condannati, in più di un caso per vicende di tangenti e corruzione. Quasi sempre hanno fatto i loro affari a debito, cioè grazie a prestiti delle banche. In particolare di una e così sono debitori di Banca Intesa. Sarebbe interessante conoscere l’entità del prestito. Non è che in realtà Banca Intesa stia soltanto cercando di recuperare i suoi crediti?".
Ogni tanto Di Pietro esagera, ma c'è un vento mediatico che spinge per fargli assumere un'aria da teorizzatore dell'eversione. In realtà, leggendo i numeri e non i commenti, viene da pensare che qualcosa di poco chiaro stia accadendo sotto gli occhi di tutti, ma nessuno voglia guardare.
Vengono dichiarati 7.000 esuberi, al posto dei 2.500 del piano di AirFrance, ma nessuno trova nulla da ridire.
Si vuole far crollare il valore delle azioni in mano agli azionisti di Alitalia, che forse non hanno capito che a loro toccherà la parte "bruciata" della torta, quella che sarà piena di debiti. Lo Stato regalerà ad una cordata di fantastici nomi una neonata ed immacolata compagnia di cui potranno trattare la vendita in modo autonomo tra qualche tempo, quando le acque si saranno calmate.
Di Malpensa non frega più niente a nessuno, nemmeno a "Mamma Lega", che a sua volta starà trattando qualche altra cosa per chiudere un occhio e magari chiudere anche uno scalo a scelta tra Malpensa e Linate.
Scusate, io sono di parte, e lo affermo con fierezza, ma non sono pirla.
Dobbiamo tornare a circa metà marzo, quando mancavano tre settimane alle elezioni. Alitalia era nella bufera, i soldi stavano finendo ed il governo Prodi stava trattando la cessione della compagnia ad AirFrance. A quel punto l'annuncio a sorpresa di Berlusconi: "ho una cordata pronta a rilevare Alitalia. Da La Repubblica del 22 marzo: una cordata di imprenditori italiani che sarebbe «già pronta», e che nel giro di «tre o quattro settimane» si farà avanti, «assistita da importanti banche".
Inizia la bagarre elettorale: da quel momento Alitalia entra definitivamente a far parte della contesa elettorale e, come sappiamo, ha pesato in maniera sensibile sull'esito della competizione.
Qualche giorno dopo, ecco il rilancio: il 27 marzo, a due settimane dal voto, Berlusconi prima rivela poi smentisce i nomi della cordata, ma ciò è sufficiente per far oscillare in modo devastante il titolo in Borsa, che viene sospeso per eccesso di rialzo, ma c'è da credere che in quel momento qualcuno (che forse sapeva di queste affermazioni in anticipo) abbia approfittato della situazione per un'operazione speculativa gigantesca ed una mediatica altrettanto grande.
AirFrance, a questo punto, si ritira. Aveva previsto 2.500 esuberi, ma nessuno l'avrebbe accettato a due settimane dal voto in Italia. Quindi, meglio uscire.
Il giorno 30 marzo, scriveva, quasi profetico Eugenio Scalfari su Repubblica: "quella cordata ci sarà davvero se Berlusconi vincerà. Per lui è un punto d'onore e i mezzi per realizzare l'obiettivo ci sono...Ci staranno tutti, non c' è dubbio alcuno, «chinati erba che passa il vento»...ci staranno i capi di imprese private concessionarie dello Stato, ci staranno le banche desiderose di benefici; ...ci staranno le imprese medie che hanno già o ambiscono di avere rapporti fluidi con l' uomo che dovrebbe governare l' Italia per altri cinque anni...Chissenefrega del mercato, contano i rapporti tra affari e politica e il Berlusca è imbattibile su quel terreno: tu dai una cosa a me e io do una cosa a te".
Oggi sappiamo i nomi di coloro che fanno parte della cordata: non tre-quattro settimane, ma cinque mesi dopo. E chi sono? Afferma Antonio Borghesi, deputato di Italia dei Valori: "Molti degli imprenditori coinvolti risultano legati dal “filo rosso” della vicenda Telecom, che dunque merita nuovi e ulteriori approfondimenti. Molti degli imprenditori sono stati condannati, in più di un caso per vicende di tangenti e corruzione. Quasi sempre hanno fatto i loro affari a debito, cioè grazie a prestiti delle banche. In particolare di una e così sono debitori di Banca Intesa. Sarebbe interessante conoscere l’entità del prestito. Non è che in realtà Banca Intesa stia soltanto cercando di recuperare i suoi crediti?".
Ogni tanto Di Pietro esagera, ma c'è un vento mediatico che spinge per fargli assumere un'aria da teorizzatore dell'eversione. In realtà, leggendo i numeri e non i commenti, viene da pensare che qualcosa di poco chiaro stia accadendo sotto gli occhi di tutti, ma nessuno voglia guardare.
Vengono dichiarati 7.000 esuberi, al posto dei 2.500 del piano di AirFrance, ma nessuno trova nulla da ridire.
Si vuole far crollare il valore delle azioni in mano agli azionisti di Alitalia, che forse non hanno capito che a loro toccherà la parte "bruciata" della torta, quella che sarà piena di debiti. Lo Stato regalerà ad una cordata di fantastici nomi una neonata ed immacolata compagnia di cui potranno trattare la vendita in modo autonomo tra qualche tempo, quando le acque si saranno calmate.
Di Malpensa non frega più niente a nessuno, nemmeno a "Mamma Lega", che a sua volta starà trattando qualche altra cosa per chiudere un occhio e magari chiudere anche uno scalo a scelta tra Malpensa e Linate.
Scusate, io sono di parte, e lo affermo con fierezza, ma non sono pirla.
1 commento:
Mi reinserisco sull'argomento che mi sembra centrale ed emblematico del modo di "far politica" del sig Berlusconi. Scalfari definiva giustamente qualche giorno fa l'operazione una truffa perchè in effetti di una truffa si tratta:
1) La "Nuova Alitalia" non è una compagnia di bandiera, è solo una new company i cui soci per ora sono solo italiani ma che vedra presto l'ingresso di compagnie aeree estere, sicuramente AIR FRANCE ma probabilmente LUfthansa, che con un piccolo esborso di capitale metteranno un piede dentro la nuova compagnia e nel 2013 potranno rilevare le quote dei soci italiani che, fatto il favore a Berlusconi, non avranno alcun interesse a restare nel capitale. Tra i soci entrerà anche MEDIOBANCA perchè Cesare Geronzi, peronaggio potente, discutibile e discusso, responsabile di una gestione di Capitalia caratterizzata dall'uso a fini di potere della leva credidizia, ha tutto l'interesse a fare un altro favore al Presidente del Consiglio per rafforzare i suoi legami con l'attuale esecutivo(ricordo che nel 1993 il gruppo Fininvest era praticamente decotto e fu salvato dall'interevtmo decisivo del predetto "banchiere" legato ad Andreotti e alle frange più oscure della prima repubblica)
Gli altri soci italiani sono AIR ONE che era suul'orlo del dissesto e che risolve in questo modo i suoi problemi, Colanninno le cui recenti interviste non mi sono per niente piaciute, I benetton che hanno bisogno dell'appoggio del governo per Autostrade ed altre iniziative, GAVIO, altro personaggio discutibile e discusso, la Marcecaglia che con una quota simbolica(l'ha detto lei) entra nell'elenco degli amici(ma c'era già)
2) Gli italiani non hanno ancora capito che la "vecchia Alitalia" con tutti i suoi debiti, le nefandezze di quaranta anni di cattiva gestione,(è un eufemismo), i suoi esuberi e i conseguenti oneri finanziari, gli impegni per rimborsare gli obbligazionisti ed addirittura gli azionisti(mi chiedo chi definirà il prezzo e come lo definirà) verrà posta a carico del contribuente. E già successo qualche anno fa con il BANCO DI NAPOLI(12.000 miliardi delle vecchie lire)
3) MALPENSA,le cui sorti tanto interessavano alla Lega, viene di fatto abbandonata a se stessa(meglio così, a mio avviso, perchè svincolata da Alitalia potrà affermarsi come aereoporto "point to point" con un srvizio più diversificato)
4) la 2Nuova Alitalia" sarà di per sè una piccola compagnia regionale che ha bisogno di un partner forte per le rotte internazionali( e qui ritorna AIR FRANCE)
5) Ci si è chiesti perchè adesso Alitalia interessa a tutti? Forse perchè con pochi milioni di euro si fa l'affare
6) Tutto questo non è fumo negli occhi? Si, lo è
7) Do l'appuntamento al prossimo salvataggio quello del comune di Catania. Del resto come non si può salvare il sindaco uscente, Il prof Scapagnini, che ha definito il sig. Berlusconi "immortale", l'ex vice sindaco Lombardo, attuale governatore della Sicilia e così importante nella fabbrica del consenso, e l'attuale sindaco, Stancanelli, che di Lombardo è il cognato? Il salvataggio(1,2 miliardi di debito finora accertato) è assicurato. A spese del contribuente, ovviamente, tanto un miliardo più o meno di debito pubblico che differenza fa?
Ma non era il PDL e i suoi alleati che " non mettono le mani in tasca agli italiani"? Perchè, sia chiaro, ci sono vari modi per mettere le mani nelle tasche degli italiani
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