Alessandro Berteotti

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venerdì 5 settembre 2008

Busto Arsizio alla deriva

Un amico ieri mi ha scritto dicendo che non mi occupo più di Busto Arsizio come quando iniziai a scrivere questo blog: in parte è vero, ma dalla ripresa di agosto dissi che mi sarei occupato anche di altri temi.
In questo momento, poi, il panorama della politica locale è così povero che mi resta anche diffiicile fare dei commenti che abbiano un senso e quindi un valore. Anche i giornali locali parlano dell'ovvio o poco più. Ogni tanto qualche giornalista, preso da chissà quale illuminazione, inizia a fare delle interviste "spericolate", ma quando si avvicina a qualche cosa di sensibile, di interessante, si ferma tutto.
Mi sono reso conto che leggendo di politica nazionale e di qualche fatto internazionale, si può meglio capire la realtà locale. Ad esempio, lo stretto legame tra Alitalia e Malpensa, il fatto che il Sindaco di Milano Letizia Moratti sia contro la cordata di Alitalia perchè i "suoi" aeroporti di Linate e Malpensa non sono compresi nella trattativa. O l'iniziativa di Berlusconi riguardo la Libia, che segue il corso dello sfruttamento delle risorse energetiche, come fece tempo fa con il suo "amico" Putin. Il quale a sua volta, lo ha messo in grosse difficoltà con la crisi in Georgia, e ben sappiamo quale arma di ricatto nei confronti dell'Europa costituiscano le risorse Siberiane.
Busto Arsizio è parte di una conurbazione, con Gallarate, Legnano, Castellanza e Valle Olona, che fa parte dell'Altomilanese (o basso varesotto), di cui Malpensa rappresenta forse il nodo più famoso nel contesto internazionale. Un territorio potenzialmente ancora ricco, ma anche specchio di una crisi che minaccia la nostra società, un territorio che non riesce ad uscire da una specie di atrofia imprenditoriale, ma soprattutto, svilito da una contrazione della capacità di interazione tra pubblico e privato dovuta alla crisi delle istituzioni locali.
Queste sono ormai diventate i satelliti di una serie di poteri, come scrivevo anche ieri, che non governano la città dei cittadini, ma solo la città degli interessi; il lungo isolamento della città dal contesto territoriale ne ha tagliato non solo le relazioni, ma anche il patrimonio di ricchezza di idee ed iniziative che nasce dal confronto di idee e dalla competizione evolutiva propositiva.
Busto Arsizio è l'unico comune in Lombardia che si fa i Piani di Zona per conto proprio, annullando il concetto di distretto dentro una città; a vantarsi di questo "merito" è proprio il nostro sindaco Farioli, operazione che mise a segno quando era consigliere regionale, obbedendo ad una logica protezionistica propria di questi poteri.
Proporre il BAFF nell'Italia degli oltre 3.000 festival di vario genere, vuol dire solo avere paura di restare ai margini di un sistema presenzialista: se ci sei, conti qualcosa, altrimenti 6-1-0.
E poi B.A.Book, B.A.Jazz, Rumba e Cha-Cha-Cha... soddisfano le voglie di pochi, non sono una presenza continuativa di una azione culturale sul territorio: si va a strapponi. Se un anno non si fa l'iniziativa, nessuno ne sente la mancanza.
Solo flash, per cercare di mettere a fuoco qualcosa che non sono ancora riuscito a cogliere fino in fondo, ma che percepisco come parte di questa realtà, come se fosse una ferita da cui sgorga continuamente un male profondo, culturale, antropologico, non intercettabile con i sensi, ma comunque presente e dirompente.
Ciò che negli anni '50 Giorgio Bocca scrisse di Vigevano: "Fare i soldi, per fare i soldi, per fare i soldi ... e non trovi una libreria a pagarla", oggi non vale più. Abbiamo perso quella spinta, non siamo noi motore, ma siamo traino di un carretto che inesorabilmente rallenta.
Questo blog mi ha costretto a pensare "ad alta voce", prima di tutto devo essere coerente con me stesso. E' anche questo un viaggio, una ricerca, è parte della vita e non è giusto sprecarla.
Vorrei anche ringraziare chi mi ha suggerito di leggere "La Deriva": in qualche modo, parla molto di noi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono un giovane di Busto,cattolico come lei e appassionato di politica.
quello che rimprovero al Pd bustocco è di essere a volte poco incisivo e soprattutto chiaro nell'esporre critiche e proposte.la faccenda del referendum è emblematica,cn cambi di schieramento francamente poco spiegabili.
vorrei che ci fossero anche meno divisioni tra le varie minoranze,ad esempio cn Cislaghi e Porfidio.
conosco bene il suo impegno,per cui vorrei suggerirle due cose,sapendo che sarò ascoltato:entrare in contatto cn le associazioni giovanili e non di Busto,i comitati di quartiere e il Meetup di Busto (il circolo di amici di B.Grillo,molto umili,semplici,affezionati a Busto e propositivi);seguire attentamente l'iter del Piano Strategico,a cui io sto partecipando cm volontario nel giro di interviste a Busto e nell'Area Vasta.questa può essere davvero un'occasione perchè maggioranza ed opposizione,politici e cittadini,Busto e il circondario,possano discutere serenamente dei problemi veri della zona,attuando delle politiche a medio-lungo termine valide x tt i comuni dell'Area,coordinandosi e nn procedendo in ordine sparso.andrea

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