Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

martedì 27 dicembre 2011

Il sogno della pensione

Oggi è il mio compleanno e ringrazio tutti coloro che si sono ricordati di farmi gli auguri. Oggi, per chi non lo sapesse, compio 53 anni. Un'età che ormai non saprei come definire, se una tarda giovinezza o una vecchiaia ad uno stadio molto embrionale.
Questo perchè ormai si resta giovani per decreto, come anni fa l'acqua inquinata a causa dell'atrazina ritornò potabile per decreto. Ma qualche volta i conti non tornano. Cosa voglio dire? Semplice. Ho cominciato a lavorare nel 1981 a meno di 23 anni, e da poco ho compiuto i 30 anni effettivi di lavoro. Prima ho fatto anche il mio regolare anno di militare, alla mia epoca obbligatorio, e pertanto valido come anno figurativo per la pensione.
Se lo avessi riscattato appena fossi andato al lavoro, ora avrei 31 anni effettivi di lavoro e, per le regole vigenti al momento in cui iniziai la mia carriera di lavoro, oggi avrei meno di 4 anni prima di potere fare domanda di pensione. Mio padre alla mia stessa età vi andò con 38 anni di contribuiti a fronte di oltre 40 lavorati: almeno tre anni gli furono "rubati" in quanto l'allora datore di lavoro non gli versò i contributi. Ma nell'immediato dopoguerra questo era quasi normale.
Con la riforma delle pensioni voluta da Dini nel 1996, coloro che non aveva maturato almeno 17 anni di lavoro furono passati al nuovo sistema di calcolo della pensione basato sul criterio retributivo, mentre prima era contributivo, e si introducevano i vari sistemi di calcolo eta lavorativa + età effettiva con sommatoria che nel tempo tendeva a crescere, 94, 95, 96 ... verso i 100. Io mi sentivo discriminato perchè, conti alla mano, passavo al nuovo sistema per circa sei mesi di anzianità.
Saltando tutte le variazioni introdotte sul tema, come ad esempio lo scalone Maroni, siamo arrivati bellamente ai 65/67 anni di età e non meno di 41/43 anni di anzianità lavorativa dell'attuale decreto di questo ultimo Governo. Di conseguenza, secondo i calcoli che mi vengono proposti in automatico da alcuni siti, la data più probabile per il mio possibile pensionamento sarà il 2024, quindi tra tredici anni. Almeno nove in più di quanto previsto ad inizio carriera, e sempre sperando che non vengano introdotte altre novità peggiorative di questa situazione.
Ora, io vorrei capire una cosa: perchè la nostra fascia di età, parlo dei nati nel decennio che va dal 1952 al 1961, deve farsi completamente carico di questa situazione? Lo scivolamento della pensione per qualcuno è una tragica burla che si perpetra da quasi dieci anni: si arriva ad un passo dal maturare i diritti, ed ecco che con un bel decreto ti scippano e ti allungano gli anni di lavoro.
Ma alle aziende, chi lo dice che adesso si ritrovano delle persone che sono anziane per l'esperienza aziendale, ma ancora giovani, nel senso che hanno davanti ancora 15 e più anni di lavoro? A me venne detto una decina d'anni fa che la mia azienda non poteva fare calcoli di carriera per me perchè ormai ero prossimo alla fascia di età che rientra nella posizione pensionabile. Capite? Allora avrei avuto sulle spalle ancora quasi 25 anni di lavoro, eppure non mi era possibile sperare in una possibilità di carriera.
Ai signori sindacalisti e a coloro che nel Governo hanno ora determinato questa situazione faccio una proposta: aumentate di un congruo numero gli scatti di anzianità possibili, da tre a cinque. Se questo non lo farete subito, con ricalcolo dell'anzianità effettiva già maturata, non sarà possibile riequilibrare la delicata situazione economica che si viene a determinare a seguito di questo intervento.
Il costo del lavoro in Italia è tra i più bassi dei paesi occidentali, peccato che quasi tutto il lavoro manufatturiero sia stato esportato e delegato ai paesi come India, Cina, Brasile, Est Europa. 
Ma anche questi mercati sono in fermento e presto ci saranno rivendicazioni salariali e richiesta di aumenti, lieviteranno i costi di produzione noi non ci saremo per riprenderci quella parte di lavoro che necessita per poter andare avanti in queste condizioni.
Il lavoro serve qui, e alle condizioni necessarie per portare le persone a maturare quella pensione che finora ci ha permesso solo di poter assicurare il trattamento pensionistico ai nostri genitori.
Per noi, con i figli a cui non è dato spazio per entrare nel mondo del lavoro, la pensione assomiglia sempre più ad una chimera, ad un sogno che è passato davanti a noi da giovani, ci ha accompagnati nella maturità, ma adesso ci abbandona senza speranza, ci tradisce per una nuova giovinezza lavorativa ed anagrafica. Avremo anche diritto ad avere qualche indennizzo per tutto questo?

sabato 24 dicembre 2011

Buone Feste?

Perchè queste dovrebbero essere delle Buone Feste? Che motivo ci sarebbe per dire che queste saranno Buone Feste? Guardatevi attorno. Vedete gente felice che sprizza gioia e sorrisi? Io non ne vedo molta, ed hanno ragione.
Perchè ci sia gioia e felicità occorrerebbe almeno che la nostra vita potesse essere serena e ricca di valori, di significati, di testimonianze. Quali sono i valori della nostra società, oggi? Non dite bugie. Se guardate detnro voi stessi, dentro noi (non mi esculdo dal numero) troviamo ipocrisia e falsità almeno quanto ce n'è in chi critichiamo e diciamo di non apprezzare.
Lavoro è ua parola che spesso non trova possibilità di applicazione. Ci si adegua, in alcuni casi ci si umilia pur di avere un lavoro, ma più spesso ci si accontenta di avere uno stipendio. Conosco troppi ragazzi che si sono adeguati a fare cose per le quali non hanno studiato, ma che almeno qualcosa portano a casa uno stipendio. Ci dà felicità questo?
Abbiamo tirato la cinghia negli ultimi tempi, ma adesso scopriamo che non basta, bisognerà tirarla ancora un po', almeno chi può. Chi può sfuggire alle spire del fisco, continua a far finta di niente e naviga in barca o gira in Porsche o ha tre ville oltre a quella dove abita.
Chi insegue un sogno sfuggendo da una terra di guerra e di fame vede ancora nella nostra Italia una possibile riva felice e non esita ad attraversare terre ostili, deserti e mari per arrivare, magari stremato, fino da noi. Molti non ci arrivano nemmeno. Loro stanno anche peggio di noi, ma noi li continuiamo a trattare come potenziali criminali, quasi dei nemici. Dove si esprime il Vangelo nei loro confronti? Ricordate le Beatitudini? Non ve le rammento qui, andatevele a cercare. Poi, però, ricordatevene quando si parla di immigrati e clandestini.
Avete visto quante persone vi hanno chiesto l'elemosina in questi giorni? Non mi sembravano fossero tutti zingari. Alcuni erano italiani, sicuramente.
Ecco, quest'anno diremo che la crisi ha colpito il nostro benessere, ma il nostro benessere è da sempre costruito sulla povertà di altri. Se non cambiamo qualcosa, la nostra società non sarà più in grado di sostenersi e non ci sarà più futuro, almeno come lo conosciamo ora.
Senza un patto generazionale, senza un patto di fratellanza, non ci sarà nulla da festeggiare.
Solo dopo avervi offerto questa riflessione, posso dirvi con affetto Buone Feste ed augurarvi di guardare con amore a chi avete intorno e anche a chi è lontano. Solo così potremo cristianamente pensare al Natale.

venerdì 16 dicembre 2011

La democrazia tradita

Se questa crisi economica e politica ha un merito, è quello di portare alla luce i nervi scoperti che in questi ultimi quattro anni hanno avvelenato e quasi ucciso la nostra democrazia.
Lo scellerato patto politico tra Lega e Pdl per il governo del Paese, ha portato a risultati decisamente catastrofali per la nostra economia, fiaccata e drogata per puri interessi di poltrona. Da parte di Berlusconi, per potere avere finalmente una liberatoria per tutti i malaffari combinati negli anni, puntualmente registrati e perseguiti dai magistrati; da parte della Lega, per un'interesse di corporazioni e di categorie, oltre che di dirigenza di partito, che poco o nulla hanno a che fare con una base militante che crede in certi valori.
Il condizionamento operato tramite i media, nella gran parte controllati dal centrodestra e non, come dice il suo capo, dal centrosinistra (a cui deve essere semmai riconosciuto un ruolo di "resistenza" e di contestazione alle populistiche iniziative di questa mal assortita compagine), ha fatto sì che la trasparenza e l'indipendenza dell'informazione giornalistica, di per se garanzia primaria per la democrazia, sia stata messa in dubbio proprio tramite questi sistemi.
La gente è stata condizionata a ragionare per fronti opposti, prima inculcando la pratica del bipolarismo come scienza esatta, poi fornendo, proprio tramite la stampa, le ragioni e le giustificazioni all'azione di partito e di governo, anche quando le azioni erano inefficaci, inefficienti e soprattutto distruggevano quello che di buono il nostro Paese era riuscito faticosamente a costruire in questi anni dal dopoguerra in qua.
L'azione è sicuramente cominciata molto tempo prima, ma gli effetti peggiori si sono manifestati proprio in questi anni. Ricordo un'affermazione di Di Pietro che disse all'indomani del voto del 2008: "Siamo di fronte ad una dittatura dolce". Di Pietro si è sbagliato solo su di una cosa: non è stata dolce.
Il Governo di Berlusconi ha operato contro la volontà parlamentare, imponendo il voto di fiducia ad ogni sintomo di malessere interno. L'imposizione dei candidati e degli eletti, attraverso la preselezione di segreteria politica, il "Porcellum" di Calderoli, è stato il grimaldello col quale si sono fatti i danni peggiori a questo sistema democratico. Per questo ritengo che la sua eliminazione debba essere la priorità di questo attuale Governo Tecnico, subito dopo la sistemazione dei conti pubblici. Le manovre in atto proprio in queste ore mandano un segnale chiaro di minaccia di intoccabilità, cosa che non deve succedere.
L'esito è, piaccia oppure no, quello che abbiamo visto su LA7 nelle scene con Razzi. Vedere un deputato vendersi alla maggioranza solo per conquistare un effimero beneficio personale, mettendo in ginocchio il Paese e l'economia è squallido e disonorevole. Faccio spesso raffronti col Giappone, un paese distrutto dalle bombe atomiche alla fine della seconda guerra mondiale e che ha saputo rinascere, ma anche alla sua logica del dovere e della civiltà, tanto distanti da noi, quanto invece dovremmo essere a loro vicini. Se fosse successo là quello che diceva il parlamentare nel video, quello avrebbe fatto harakiri la sera del video. Qui invece continua a sperare di prendere il vitalizio.
Non so se la magistratura vorrà riscontrare un reato in quello che quell'uomo afferma, ma forse lo dovrebbe fare. Lo dovrebbe fare con lui e per tutti quelli che ora stanno imponendo agli italiani un giro di vite che colpirà i più deboli, i più indifesi dalla tasse e dalla cospirazione che era in atto con quel modello di antidemocrazia.
A quei leghisti che ora protestano in aula si dovrebbe dire, al di là delle battute, che spieghino ai loro elettori perchè li hanno traditi fino a questo punto, li hanno venduti a questo sistema e ora agitano simboli e adottano atteggiamenti da bambini dell'asilo. Spieghino loro agli elettori perchè l'ignoranza e l'interesse personale dovrebbero stare o restare al Governo, grazie alla loro legge balorda e agli interessi che hanno sostenuto a danno dei veri poveri, dei veri operai.
Non basta vestirsi da operaio per esserlo veramente, bisognerebbe vivere con il loro stipendio anzichè prenderne solo le vesti. Avrebbe fatto meglio la signora Numerato a vestirsi da pagliaccio, forse le sarebbe stato più consono il travestimento.

domenica 11 dicembre 2011

Paghino anche loro, che cavolo!

Dunque, i parlamentari ritengono una ingerenza nelle loro specifiche competenze il fatto che il Governo abbia richiesto di adeguare il loro stipendio alle medie europee, con una conseguente riduzione di circa 5.000 euro mensili per questa azione. Con mille parlamentari che affollano la Camera e il Senato, questa semplice azione equivale, facendo due conti, a circa cinque milioni di euro al mese e sessanta milioni l’anno di risparmio. Una sciocchezza, verrebbe da dire. Per cui questo atto avrebbe più che altro una valenza simbolica… mi sia concesso: Col cavolo!
Percependo al minimo 14.000 euro al mese, toglierne 5.000 equivale a lasciare a questi nostri rappresentanti istituzionali 9.000 euro, che equivalgono allo stipendio di un ottimo dirigente aziendale privato. Che di solito lavora 10 o più ore al giorno per almeno 5 giorni alla settimana, se va bene ha l’auto come benefit e poche altre cose. Sempre molto di più di un lavoratore dipendente a stipendio fisso, che a sua volta ha molto di più di un giovane precario a stipendio variabile.
In questa sorta di “catena alimentare” dei valori, si rende evidente che i signori chiamati a rappresentarci lavorano poche ore alla settimana, a giudicare dalle aule parlamentari semivuote che si vedono sugli schermi dei telegiornali e dei canali digitali dedicati. Sono presenti tutti solo quando c’è un voto di fiducia o un atto dove le telecamere e i commentatori di tutte le televisioni si affollano a dimostrare quanto essi siano attivi nel sostenere o nell’opporsi alle misure proposte dal Governo di turno.
Ma mentre costoro, pur avendo un taglio del 30% del loro stipendio continuano a vantare un reddito ben sopra le necessità di una famiglia normale, oltre agli altri benefici che ricevono di rimorchio a questo loro ruolo (non dimentichiamoci che adesso che viene Natale ci sarà un proliferare di regali e regalini da parte di “simpatizzanti”, sostenitori e altro), ai pensionati al minimo, a coloro cui si propone di tagliare la rivalutazione della pensione, a tutti i cittadini che hanno una prima casa a cui viene rimessa l’ICI, a tutti coloro che stanno pagando ora ulteriori accise sul carburante e che vedranno di conseguenza aumentare i costi di beni di consumo dovuti all’aumento dei costi di trasporto, a tutte queste persone non è stato chiesto alcuna “specifica competenza”, si è chiesto di pagare per gli errori di questi anni di politicanti di bassissimo livello e basta. Che paghiamo profumatamente ancora oggi, però.
Abbiamo avuto per quasi quattro anni un Parlamento rissoso che si è occupato più di fare propaganda che non di amministrare un Paese; una maggioranza larghissima si è assottigliata  e si è dispersa in lotte intestine, camuffate in vario modo, ma che come hanno prodotto il solo risultato di metterci con il culo per terra. Le frasi del Ministro Fornero, più che le sue lacrime, relative alla questione economica, danno un quadro allucinante eppure estremamente chiaro e nitido di come il precedente Governo Berlusconi abbia creato un autentico cratere nei conti pubblici, tanto da averci portato alle condizioni attuali.
La precedente manovra da 60 miliardi infatti risulta spalmata su di un periodo troppo lungo per portare ad effetti evidenti, ha generato caos e incomprensibili interpretazioni di norme, non ha risanato la situazione economica, spingendo tutti gli indicatori della nostra stabilità economica al limite dei paesi del Terzo Mondo, senza offesa per questi.
L’intervento di Monti e del suo Governo, per quanto criticabilissimo per non essere equo, come dichiarato prima della presentazione della manovra, avendo chiesto ai “soliti noti” di stringere ancora un buco la cinta, senza incalzare sceicchi e ricconi a pagare il dovuto, senza avere posto in essere misure destinate al recupero di liquidità dai capitali scudati o dai redditi più alti, era comunque un intervento doloroso ma necessario perché chi era prima ha demolito lo stato sociale, ha rapinato l’Italia. E questo lo dicono i conti pubblici, l’Unione Europea e tutti i grandi istituti di misura dello stato dei vari Paesi.
Non ci sono giustificazioni: l’incompetenza e l’inefficacia del Governo Berlusconi è definitivamente sancita, anche se però questo non aiuta né l’attuale Governo, né la situazione dei nostri redditi, a sentirci risollevati.
Dovremo patire per anni, per recuperare questa situazione, come dopo Craxi ereditammo un debito pubblico catastrofico: questi fatti li vedo equiparabili alla caduta del muro di Berlino e della crisi mondiale del Comunismo. Questa è la crisi del Buongoverno, del mito della ricchezza per tutti, delle agevolazioni date agli amici e del “tiriamo a campare”. Questo è il risultato del Porcellum e del Parlamento eletto dalle segreterie di partito. Così non funziona, non ha funzionato e non funzionerà. Occorre una svolta, una sterzata decisa negli usi e nei costumi.
Ecco perché è importante allora che questi parlamentari si riducano lo stipendio e magari, come fanno in Giappone, vadano tutti in televisione a chiedere scusa a tutto il Popolo Sovrano degli errori commessi e del danno arrecato al Paese. Di questo, che sarebbe un atto di umiltà dovuto, non c’è però traccia nei programmi di nessuno, se non alla prossima occasione affermare che questo è stato colpa di un avversario politico scorretto.

sabato 10 dicembre 2011

Italialand insegna

Dopo aver visto il pezzo di Crozza con Gasparri di venerdì 9 dicembre 2011 a Italialand, penso che forse ci sia in giro ancora qualcuno che crede alle favole, a Babbo Natale e perfino che a portare l'Italia sull'orlo del tracollo sia stata la Banda Bassotti. Perbacco, in quest'ultimo caso avrebbero anche ragione, ma peccato che il Bassotto sia uno solo, gli altri erano solo suoi amici come Gasparri.
Leggo poi che uno degli emendamenti che si vogliono proporre alla manovra che Monti sta portando avanti al Parlamento parla di eliminare i tagli alla casta. Spero che questa volta la gente sappia finalmente reagire nel modo che sarebbe più giusto al potere che impone condizioni senza appello a chi percepisce poche centinaia di euro di pensione dopo una vita passata in officina o dietro una scrivania, mentre emenda una norma che andrebbe a togliere privilegi economici a chi in realtà finora non ha fatto molto per meritarsi quello stipendio.
Questo modo di agire e di pensare sembra abbia ormai contaminato tutta la vita politica di questo povero Paese. Chi l'ha impoverito per incapacità comprovata in quasi nove anni di governo su undici, afferma che sarebbe stato in grado di fare le stesse cose che ha fatto l'attuale Governo Monti. Viene spontanea una domanda: perchè non lo ha fatto? Perchè, se fossero stati davvero così bravi, perchè non l'hanno fatto quando potevano?
Ma la casta non si ferma a Roma e non solo avvengono misfatti di grandezza cosmica.
Pensiamo alla nostra amata Milano: diamo un'occhiata al Consiglio Regionale che abbiamo eletto meno di due anni fa. Fare il vicepresidente pare che voglia dire finire in galera: sia Penati prima che Nicoli Cristiani si trovano indagati e incarcerati (almeno quest'ultimo, l'altro per ora è ancora fuori, ma non sappiamo fino a quando) per reati connessi alla loro attività politica. E si tratta di mazzette, di soldi presi per se o per il partito.
Oppure abbiamo figure come quella della Minetti, che più che colpirmi per il fatto (tristissimo) del gruppo delle "Olgettine", ormai passato nel vocabolario popolare come sinonimo di bordello, mi scandalizza per le motivazioni addotte e presenti nelle intercettazioni della Procura per diventare consigliere regionale e di cosa avrebbe voluto fare per salire ancora un gradino nella scala della politica. Senza esperienza specifica, senza valore concreto, senza intelligenza politica, solo grazie al buon uso delle sue parti intime. 
E infine abbiamo l'abuso del nepotismo più tetro, quello che la Lega degli albori contestava a Roma Ladrona e alla sua banda di affamatori: il mitico Trota, figlio del Senatùr, può vantare solo la genealogia e qualche aiuto criminale per essere diventato rappresentante del popolo lombardo alla massima istituzione regionale.
Ecco, amici, questo è il quadro da cui dobbiamo liberarci. Le tasse di Monti, alla fine, non sono il peggiore dei mali, se lui almeno riuscirà a tirarci indietro dal baratro che abbiamo sotto i piedi. Il vero male sono i politici che non sono riusciti a cambiare rotta dopo Tangentopoli e la Prima Repubblica, che di fatto ha continuato ad esistere, così come la P2 ha continuato a lavorare dietro le quinte e non si è nemmeno mascherata più di tanto, lasciando i suoi esponenti di spicco, da Berlusconi a Cicchitto, ai vertici del potere, riuscendo a combinare affari per centinaia di miliardi di euro alle spalle dei cittadini che ora si trovano a dover, ancora una volta, tirare la cinghia.
Caro Gasparri, la gente ieri sera l'ha fischiata non perchè lei sia del PdL, perchè sia anticomunista ed ex (solo ex?) fascista e lo spettacolo era di sinistra: no, Gasparri, la gente l'ha fischiata per l'arroganza ed il disprezzo con cui ha affrontato il problema dei problemi. L'idiozia di una classe politica che per quasi vent'anni si è ritenuta sopra le cose e le persone di questa nazione e che ancora continua a tenere questo atteggiamento. Ci pensi, Gasparri. Ah, scusi, forse le sto chiedendo troppo.

domenica 4 dicembre 2011

L'importanza di chiamarsi Carlo

Vorrei, prima di addentrarmi in altri temi, ringraziare il signor Carlo che ha commentato il mio blog di ieri sulle misure che il Governo sta per prendere. Signor Carlo, mi rivolgo direttamente a lei: grazie. Lei rende più forte la mia determinazione nel continuare a dare forma al mio pensiero. Non solo perchè lei lo ha voluto benevolmente commentare, ma soprattutto perchè ha trovato la forza di farlo, anche se, come lei dice, non è suo costume farlo. Vede, signor Carlo, lei ha fatto una cosa importante per sè e per tutte le persone che come lei hanno delle proprie opinioni: le ha espresse. Quello che oggi manca a molte persone è la volontà di esprimere in pubblico le proprie convinzioni, la propria opinione e manifestare la propria idea anche quando questa non è in linea con quella che va per la maggiore.
Tra le tante cose che ci hanno portato via in questi anni, oltre alla politica vera, è anche questo modo di difendere con fermezza i nostri principi ed i nostri pensieri. Per questo mi auguro che altre persone seguano il suo esempio, non solo per commentare ciò che ormai non più quotidianamente scrivo, ma per esprimere il proprio libero pensiero come e dove meglio credono, senza doversi sentire un corpo estraneo alla società, perchè è soprattutto su questo che vive la nostra democrazia.
Questo ringraziamento mi fa anche da preambolo a quanto mi sento di scrivere oggi. Ho ricevuto diverse richieste dalle persone più disparate per sapere ciò che sia accaduto tra il Capogruppo PD in consiglio comunale, Carlo Stelluti, ed il resto del partito. In pratica, il perchè delle sue dimissioni. Alcuni me lo hanno chiesto dicendo "tu che sei in consiglio comunale". Io non sono più in consiglio comunale da sei mesi, e per certi versi sono felice di non esserci più. Non sono più nemmeno attivo all'interno del partito, non ho partecipato a molte delle ultime riunioni di direzione o segreteria, avendo dato da alcuni mesi le dimissioni anche da precedenti incarichi interni al partito. Questo per poter vivere da esterno per un po' di tempo quello che, ritengo, stando dentro ad un sistema politico e partitico, risulta particolarmente difficile da cogliere, in quanto "drogato" dall'animosità della contesa.
Ora, ciò che accade lo deduco solo dai commenti che ho ricevuto e dalla mia esperienza personale. Non ho parlato con Carlo Stelluti, ma ho letto qualche suo precedente commento. Credo Carlo si sia trovato in una realtà locale molto diversa da quelle che era abituato a frequentare, e non credo che ne abbia ricevuto un ritorno positivo. Forse ancor più dagli amici che dagli avversari.
Conosco quelli che sono gli stereotipi che guidano il partito, o almeno una parte di esso, senza dimenticare che il PD è relativamente nuovo e, in particolare a Busto, particolarmente incentrato su di un'unica vera ossatura politica, quella di derivazione più antica, quella fatta dalla trasformazione di PCI-PDS-DS-PD.  
A mio parere mancano molti degli elementi innovativi del partito, manca lo "spirito" che dovrebbe guidare questa trasformazione a rendersi evidente, manca la voglia di ribaltare le cose, mentre vince la decisione di tenere tutto ancorato a vecchi schemi e a vecchie letture, anche se le persone che praticano questa lettura sono relativamente giovani anagraficamente.
I personalismi, che hanno invaso questa fase della politica a tutti i livelli e in tutti i partiti, non sono estranei al PD di Busto Arsizio. Questo è stato uno dei motivi principali per cui avevo deciso molto tempo fa di lasciare la polica attiva. Voglio poter dire ciò che penso senza avere addosso etichette, nè briglie imposte da signori e signore di partito.
Non sono sicuro che Carlo Stelluti sia esente anch'egli da errori e personalismi, ma mi è sembrato di capire, fin dalle fasi iniziali della sua campagna elettorale, che non si sarebbe fatto mettere il bavaglio da nessuno, e credo che abbia reagito a qualche censura di questo tipo, come egli stesso afferma nelle interviste pubblicate.
Io credo che però così non si faccia il bene di alcuno, nè del PD, nè delle persone che lo animano e lo sostengono. Essere in consiglio comunale da minoranza e opposizione, non vi sono doppie terminologie possibili, rende la vita difficile a chiunque, io l'ho vissuta per oltre 13 anni. Ma so anche che alcune delle cose migliori che sono state fatte dalle varie maggiranze che si sono avvicendate, sono stato frutto delle nostre sollecitazioni: voglio qui citare il tentativo di dare dignità alle politiche familiari, avendo noi richiesto per primi la formazione di una commissione permanente sulla Famiglia, di aver richiesto una maggiore trasparenza per i cittadini, con il miglioramento continuo del sito del comune (il mio primo progetto in merito data 1999), per primi abbiamo spinto verso un'idea nuova di sfruttamento delle energie rinnovabili, abbiamo proposto bike e car sharing, abbiamo avviato la rivoluzione tecnologica dentro il comune, abbiamo portato la sala consiliare ad un livello accettabile di funzionalità, abbiamo reso possibile la rassegna stampa online. Ed altro ancora, sono decine e decine le cose per cui ci siamo spesi insieme agli altri consiglieri del gruppo di centrosinistra.
E' in onore ed in rispetto di questi ricordi e delle battaglie condotte che affermo che ciò che è successo mi sembra del tutto fuori da ogni logica e che i protagonisti farebbero bene a riconsiderare le proprie posizioni e i propri atteggiamenti. Non è serio ciò che sta succedendo e lo dico non per far perdere credibilità al PD, ma per affermare che mai come ora c'è bisogno di un partito come quello che in teoria dovrebbe essere il PD, se le persone che lo compongono avessero davvero la convinzione che il futuro di Busto Arsizio e dell'Italia intera passa da queste idee. E non solo dalle proprie.

sabato 3 dicembre 2011

Equità, equità

In questi giorni, in queste ore sentiamo una sola parola sulla bocca di tutti: equità. La gente chiede, pretende che la nuova supermanovra che il governo sta per varare abbia questa precisa caratteristica. D'altra parte, lo stesso Monti nei primi discorsi dopo l'insediamento affermava che le nuove misure avrebbero dovuto far pagare chi finora non lo ha fatto o non lo ha fatto in modo equo.
Così, la pretesa che i parlamentari si riducano in modo consistente sia il vitalizio che lo stipendio, riportandoli a valori almeno allineati agli altri paesi europei maggiori, proprio quella Francia o Germania con cui stiamo trattando le sorti dell'Euro e dell'Europa, non è lontana dal principio che se volete che i vostri cittadini siano in grado di supportare il prossimo massacro che la manovra proporrà, voi per primi dovrete dare l'esempio, anche se con i vostri denari non salverete l'economia dell'Italia. Ma la sua immagine e la sua credibilità, sì.
Questo però è solo l'inizio. Già, perchè a sentire le prime notizie sulla manovra, viene da chiedersi quanto questa abbia la caratteristica di equità. Se parliamo di rimettere l'ICI alla prima casa, stiamo dicendo di colpire milioni di famiglie che avevano trovato giusto, una volta tanto, che l'abitazione presso cui si vive non venga pagata di nuovo con le tasse, dopo che la si è pagata col sudore di anni di lavoro. A questo proposito, i comuni hanno messo anche altre tasse per lenire l'effetto negativo del mancato gettito dell'ICI: non vorrei che questa misura non annullasse le altre. Ad esempio, per Busto Arsizio, che non venga cancellata l'IRPEF Comunale. Non sarebbe equo.
Non è equo alzare l'IVA, per chi ha redditi fissi, come i lavoratori dipendenti pubblici e privati, i pensionati, dal momento che non la possono scaricare; mentre altri, con la partita IVA, scaricano perfino il panino al bar. Non sarebbe equo alzare l'IRPEF, almeno per i redditi fino a 80/100 mila euro, perchè quelli sono i redditi che permettono ad una famiglia di sopravvivere in modo decoroso. Si dovrebbe poi fare l'altro discorso sulla distribuzione del reddito sul numero di familiari presenti, perchè sono stufo di dire che famiglie monoreddito numerose sono quelle più tartassate in assoluto.
Non sarebbe equo non tassare i capitali scudati da una infame legge sul rientro dei capitali. Quelli hanno impoverito l'Italia e sarebbe giusto imporre una tassa di compensazione sui capitali rientrati scudati e riaprire ad altri capitali finora non dichiarati, ma con una tassa minima del 20% e con l'imposizione di reato per chi non apporfittasse di questa ulteriore occasione, ponendo una condanna fino a 5 anni di carcere per coloro che venissero trovati poi con capitali all'estero.
Questo è il momento del sacrificio e del tirare la cinghia, ma non può e non deve essere in carico solo alle famiglie, ai lavoratori dipendendi e ai pensionati. ORA BASTA!
Se si vogliono aiutare le aziende, lo si potrà fare, ma imponendo un rientro dei capitali pubblici offerti come aiuto, attraverso piani concordati a medio e lungo termine. In partica, se ad una azienda viene dato un beneficio fiscale pari ad un milione di euro, essa dovrà risarcire allo Stato (cioè ai cittadini) una quota dei propri utili realizzati dopo questa operazione, fino al raggiungimento del beneficio avuto. 
Il lusso deve essere colpito. Non deve essere un diritto, come dice un ignobile spot pubblicitario, che in questi tempi è perfino uno schiaffo alla moralità. E' finita l'ora del marketing al governo, siamo alle cose concrete e sulle cose concrete si deve basare questa azione di rilancio del Paese.
Non dimentichiamo, sempre per equità, che solo quattro mesi fa è stata fatta una manovra da oltre 60 miliardi di euro. Ci si è per anni scandalizzati per la manovra Amato del 1992 o del piano Prodi per entrare in Europa, adesso avremo il piano Monti per restarci, ma banchieri o non banchieri, queste persone devono ricordarsi che governano nel nome del Popolo Italiano e non delle loro lobby. 
Altrimenti il popolo potrebbe anche dichiararsi stufo di queste vicende e cacciare davvero a casa tutti.
Gli strumenti per azioni legale e legislative di massa ci sono. Si tratta di far capire a chi ci sta governando ora che anche i cittadini adesso fanno sul serio.
O equità, o tutti a casa.

lunedì 21 novembre 2011

L'Ambrosia tradita

Egregio Signor Sindaco,
in data 28 luglio 2011 le scrivevo per segnalarle il mancato sfalcio di un terreno in via Guido d'Arezzo, dove l'ambrosia cresceva incolta.
In data precedente, il 25 luglio 2011, la sua ordinanza n.48405 imponeva ai proprietari di terreni incolti o coltivati e di tutte le aree verdi, oltre ad altre casistiche, di vigilare e di eseguire "interventi di manutenzione e pulizia ... per evitare la fioritura dell'Ambrosia" e che ai trasgressori sarebbe stata comminata una ammenda da 25a 500 euro, se non avessero provveduto al taglio entro 10 giorni dal verbale di notifica di violazione dell'ordinanza.
In data 19 ottobre 2011 (!)  ricevo lettera a firma di Maria Paola Reguzzoni, Presidente di AGESP Servizi, con numero di protocollo quasi illeggibile (parrebbe 8156), che Lei facilmente potrà reperire, nella quale si afferma che"il terreno di cui all'oggetto non risulta di proprietà comunale".
Ora le chiedo come sia possibile una risposta di questo tipo.
Sembrerebbe che il braccio e la mente siano svincolati l'uno dall'altra, e forse non è solo una sensazione.
Pur essendo AGESP titolare del Verde, la mia segnalazione era in sintonia con la sua ordinanza, e poco importa se il terreno fosse di proprietà comunale oppure no.
Come altre persone hanno potuto notare passando presso quel terreno, esso fu sfalciato la settimana successiva alla segnalazione, ed io intesi che questo atto fu il frutto della segnalazione eseguita.
Scopro ora che non fu così.
Per altri versi, il bordo strada rimase incolto e fiorente di ambrosia per tutto il restante periodo estivo e mai fu sfalciato da alcuno, anche se lo sfalcio bordo strada sarebbe dovuto essere competenza proprio di AGESP, visto che si richiede la medesima azione al Responsabile di ANAS per le strade di competenza.
Il Responsabile di AGESP Servizi era in copia nella trasmissione dell'ordinanza, come Lei ben conosce.
La ringrazio per i chiarimenti che mi vorrà dare a margine di questa vicenda.

Con i migiliori ossequi

Alessandro Berteotti

mercoledì 16 novembre 2011

La crisi infinita

Questa mattina alcuni amici sul treno mi hanno chiesto perchè non scrivo qualcosa sulla situazione attuale del Governo sul blog. In particolare, perchè non mi sono dilettato, come hanno fatto in tanti, a parlare male del vecchio Premier e non abbia espresso pubblicamente la mia soddisfazione sulla sua caduta e quella del suo Governo.
Semplice: perchè sarebbe stupido festeggiare il giorno prima di salire sul patibolo. Berlusconi era finito da tempo, ma quest'ultima fase della sua agonia politica ha portato conseguenze gravi che si sommano alle precedenti che già avevano devastato il Paese in questi ultimi anni.
Lui ha governato per nove anni sugli ultimi undici ed ha di fatto impedito che il governo Prodi potesse fare quelle riforme che lui, in tutto questo tempo, non è riuscito a fare. Alla fine perfino Visco è stato rivalutato, e le motivazioni che il centrodestra aveva addotto nel 2008 per farlo cadere sono state fatte proprie da Tremonti.
L'unica vera macchia che aveva contraddistinto il Governo Prodi erano stati i ministri di Rifondazione che erano andati in piazza a contestare se stessi. Per il resto, dobbiamo solo compiangere noi stessi.
Anche il Governo Monti che oggi si presenterà, non sarà la cura di tutti i nostri mali: attenti a non addossare poi a lui soltanto la colpa di ciò che non riuscirà a fare, perchè tutto sarà conseguenza di quanto non fatto o fatto male in questi anni dal precedente governo Berlusconi. Monti eredita una situazione drammatica e compromessa, solo un uomo della sua levatura può tentare di garantire all'Europa una maggiore consistenza della nostra economia, ma senza la certezza di questo fatto.
Bisognava continuare a far lavorare Prodi sul risanamento del debito pubblico e Visco sulla persecuzione degli evasori fiscali. Quando Prodi cadde, nel 2008, il famigerato spread con i bond tedeschi era a 38 (sì, andate a controllare, era a trentotto centesimi di punto sopra i bond tedeschi!). Visco aveva recuperato in 8 mesi 36 miliardi di euro di imponibili sottratti al fisco. Se avessero potuto continuare a lavorare, oggi il nostro debito sarebbe stato sotto i 1.700 miliardi, invece dei 1.887 di ieri, ci sarebbero state più risorse per lo sviluppo economico e lo spread forse sarebbe stato meno di quello francese, non ci sarebbe stata la iniqua e maldestra manovra di luglio, ma solo una finanziaria più aggressiva verso le spese dello Stato e la ripartizione delle risorse fra gli enti.
Forse avremmo avuto già anche la legge che diminuiva o aboliva le province ed i trasferimenti relativi. Forse avremmo avuto anche qualche riforma in più, magari quelle del lavoro e per una nuova fiscalità.
Ma è inutile pensare a ciò che avremmo potuto avere e non abbiamo. Guardiamo alla Spagna: il governo socialista ha fallito, domenica vincerà il centrodestra e si prenderà tre quinti del parlamento. Lo sanno tutti, nessuno contesta, nessuno osa dire nulla, nè da una parte nè dall'altra. Si lavora per salvare la nazione e chi ha sbagliato se ne va.
E' quindi giusto il silenzio che è caduto su Berlusconi ed il mio solo augurio è che se ne esca una volta per tutte dalla politica e non si faccia vedere mai più, anche se temo che siano ancora in molti a credere che l'Italia sia la nazione dei furbi che ce la fanno. Peccato che oramai lo sappiano anche all'estero e ci aspettino al varco.

giovedì 3 novembre 2011

Qualsiasi alternativa è meglio di questo Governo

Sarò banale nel dire che il momento è drammatico, sia economicamente che politicamente. Forse non lo è mai stato in modo così chiaro, limpido e derterminato nelle cause e negli effetti in tutta la storia della nostra Repubblica. Ed anche sapere di chi sia la responsabilità diretta di tutto questo, parrebbe non aiutare a risolvere il problema.
Invece il punto è proprio questo. La debolezza del nostro sistema economico è determinata in campo internazionale dalla fragilità del nostro sistema politico, in particolare dalla fragilità della maggioranza che sta governando il Paese.
Quando il Governo pone la fiducia per assicurarsi una sopravvivenza temporanea fino alla prossima fiducia, compie un'operazione di facciata perchè di fatto esistono due fatti inconfutabili: l'oggetto (qualsiasi esso sia) in approvazione non è condiviso dalle parti che poi lo voteranno e comunque lo faranno solo perchè l'accordo politico fra le parti è sempre frutto di una mediazione al livello più basso possibile.
Di conseguenza le decisioni assunte sono sempre frutto di un'azione di mediazione che lascia sempre più scontente le basi elettorali di PdL e Lega, ormai fra loro distanti anni luce.
Un inciso: non mi sono mai spiegato come mai un partito politico diverso da quelli storici di rappresentanza costituzionale delle minoranze come l'Unione Valdotaine o la SudTirol Volk Partei, privo di una rappresentanza nazionale, possa governare il Paese in nome di una porzione dello stesso (la presunta Padania).
Detto questo, da questo conflitto permanente o pace armata, se preferite, non può venire niente di buono. Questo stato può soddisfare una parte dell'elettorato italiano, ma non inganna l'Europa. la quale però, a sua volta, si trova prigioniera di una situazione di garanzie incrociate che permette all'Italia di andare a vendere fumo e di ottenere riconscimenti alla propria non-azione (si legga in proposito il testo della famosa lettera d'intenti presentata da Berlusconi al Consiglio d'Europa).
Ma i mercati finanziari se ne possono fregare di tutto ciò e mettono l'Italia in castigo con lo spread dei bond, che detto così sembra un film d'azione.
No, da questa situazione si esce solo con un grosso messaggio di discontinuità, di volontà di uscire da questa viscida palude politica. L'attuale governo ha conquistato e mantiene un livello di potere non riconosciuto a livello internazionale e si mantiene solo "comperando" il consenso di ignobili transfughi di partiti di minoranza, assetati di denaro e di una effimera notorietà. Essendo venuto meno quello "spirito di servizio" di De Gasperiana memoria, essendo ormai dimenticata ogni forma di umiltà, vissuta e letta come una debolezza e non come un valore, mai questo governo rassegnerà volontariamente le proprie dimissioni.
In un momento in cui tutti i sondaggi indicano l'inesistenza della maggiornanza attuale nel corpo elettorale, il Presidente del Consiglio non trova altro da dire che "non esiste alternativa a questo Governo".
Il mondo intero invece gli sta dicendo che QUALSIASI ALTERNATIVA E' MEGLIO DI QUESTO GOVERNO, solo lui pare non se ne sia accorto: perfino i suoi stanno ormai suonando la ritirata.

mercoledì 26 ottobre 2011

Non si gioca con la famiglia

Mi ha fatto una certa impressione notare questa mattina, tra giornali e giornalini distribuiti, il numero di annunci da parte dei Ministeri e del Governo, di misure "a favore della famiglia", dagli aiuti alle giovani coppie per trovare credito garantito dallo Stato, all'assegno per il piccolo nato.
A parte che se andiamo poi a vedere nello specifico come funzioneranno queste cose, ci si dovrà ricredere circa le capacità di queste iniziative di riuscire a dare una svolta reale nelle varie situazioni familiari, anche quelle dove sarà possibile applicare questi interventi, e non lo dico per puro spirito polemico, ma per una ragione ben specifica: manca un piano di riforma globale sulle attività a favore della famiglia, in particolare in un contesto di crisi come quello attuale. Siamo a singoli punti di intervento staccati l'uno dall'altro, simbolo e sintomo di una frammentazione del problema e di una incapacità globale di riuscire ad incidere davvero sui problemi delle famiglie.
Non è un mistero che con l'aumento dell'età pensionabile (tema del giorno) si stanno creando ostacoli ulteriori all'entrata nel mondo del lavoro per i giovani, che sono oltretutto vessati in modo indegno da situazioni di lavoro precario o provvisorio, una volta tipicamente della scuola, ora praticato ovunque.
Manca quindi una vera e profonda riforma del Lavoro, iniziata da Treu, ma poi mai conclusa e non solo a causa dell'omicidio di Marco Biagi. La "pezza Maroni" al tempo in cui era ministro del Welfare è stata peggio del buco...
Manca poi una riforma Fiscale in grado di garantire un reddito minimo ed una tassazione comparata alle fasce che si ritiene più deboli, effettuando una reale ridistribuzione della ricchezza che questo Governo, come i precedenti a marchio Berlusconi, hanno impedito privilegiando pochi a scapito di tutti.
Manca ancora una riforma del sistema del Credito e delle Banche che possono assistere tutti i casi di necessità, in accordo con una riforma dello Stato Sociale e con le altre riforme (Lavoro e Fisco) dette sopra.
Impossibile da farsi? Forse. Certamente non con questo Governo e non con questa maggioranza. Ma sarà necessario affrontare questi temi con serietà e responsabilità, se si vorrà assicurare un futuro ai nostri figli e garantire una serena vecchiaia ai nostri padri.

venerdì 21 ottobre 2011

Fine di un dittatore

Tutto il mondo oggi commenta la fine di Gheddafi. I titoli dei nostri giornali sono emblematici della varietà di pensieri che si possono intrecciare su un fatto come questo: "Morto Gheddafi", "Ucciso Gheddafi", "Giustiziato Gheddafi". Se li leggiamo bene, non dicono esattamente la stessa cosa e non esprimono lo stesso livello emotivo.
La morte di un uomo non può essere un fatto che lascia indifferenti, soprattutto se l'uomo di chiama Gheddafi o Saddam o Ceausescu. Tutti i dittatori che possiamo dire di aver visto nella nostra vita recente hanno fatto una brutta fine, segno e conseguenza dell'odio e della repressione che essi hanno per primi posto nella loro azione politica e che sempre portano a conseguenze di questo tipo.
Ma un conto è dire che un uomo è stato ucciso, segno di un atto violento, in questo caso conseguenza delle azioni di un dittatore; un altro che è stato giustiziato. Un uomo non viene mai giustiziato. La giustizia che invoca la morte non è giustizia. La giustizia deve difendere la vita e proteggere i diritti umani di tutti gli uomini. Se si condanna la pena di morte per le persone che hanno commesso anche gravi crimini, la si deve condannare anche nel caso di questi dittatori, spesso sanguinari e repressori della libertà dell'uomo.
Nessun processo potrebbe mai ridare la vita e la libertà alle persone da loro uccise, torturate, seviziate, incarcerate. Per questo, quando un dittatore arriva ad essere catturato vivo, come nel caso di Gheddafi, non potrà mai arrivare alla fine naturale della propria esistenza. Qualcuno si prenderà cura di toglierlo di torno quanto prima.
Però, in questo caso particolarmente, mi viene il sospetto che lo si sia voluto togliere di torno con particolare sveltezza. E se vogliamo dare credito ad alcuni commentatori indipendenti, pare proprio che l'Italia fosse in prima fila nel volerlo far tacere per sempre. D'altra parte, Berlusconi è stato uno degli ultimi capi di stato occidentali a vederlo vivo e a prendere accordi commerciali e politici con lui. Chi non ricorda lo scorso anno la tenda da circo a Villa Borghese, chi non ricorda il baciamano di Berlusconi, la sua sottomissione a colui che oggi disprezza?
Pochi mesi fa lo osannava, poi lo ha bombardato quando ha capito che il vento girava e alla fine, esulta per la fine del crudele dittatore, che gli permette di togliersi anche il fuggevole impiccio di dover rispondere a qualche piccante accusa che l'anziano leader libico (ohps, scusate, aveva sei anni in meno del nostro Premier Berlusconi...) avrebbe sicuramente rivolto al nostro presidente del consiglio.
Forse è meglio così: l'Italia è già abbastanza derisa per lo squallido teatrino che offre quotidinamente il nostro Parlamento, la politica Estera, il bunga-bunga, i faccendieri, le varie "P" (due, tre, quattro...), le escort (che non sono macchine), la lotta per il potere, che un altro scandalo ce lo saremmo anche potuti evitare. Mi viene in mente un film di Woody Allen: "Il dittatore dello stato libero di Bananas"...

lunedì 17 ottobre 2011

Il verme dentro la mela

I fatti accaduti a Roma durante la manifestazione degli "Indignati" mi fanno entrare di getto tra coloro che ora si dichiarano indignati. Indignato di come una nazione, uno Stato sovrano, nella propria capitale, possa essere ferito in modo così profondo e devastante da un manipolo di criminali senza volto e senza fede.
Qui la politica c'entra poco: questi sono criminali. Probabilmente migliaia di articoli sono stati scritti su questo argomento ed il mio pensiero si perderà come una goccia nell'oceano di coloro che vogliono dire la loro.
In realtà, io non voglio solo dire la mia, ma lasciare un ricordo. Accadrà ancora che durante una pacifica manifestazione il verme dell'intolleranza, della violenza fine a se stessa e della vigliccheria spinga pochi criminali a sfasciare cose e rompere vetrine per scaricare la loro rabbia, nascondendosi dietro una identità plurima e anonima: "siamo in tanti, quindi non siamo nessuno".
Ebbene, questo deve finire. Non per un decreto del Governo, ma per la volontà popolare. Certo, ora si scatenerà la solita politica che prenderà l'occasione per dare un giro di vite alle manifestazioni: dopotutto, questo fa solo comodo a questo Governo in questo momento. L'opinione pubblica è molto sensibile a queste cose.
Allora io mi rivolgo agli organizzatori della manifestazione degli Indignati a Roma e a tutti quelli che vorranno organizzare civili e pacifiche manifestazioni in ogni altra sede: siate ben certi di poter governare dall'interno la situazione dell'ordine pubblico, create una rete di protezione da queste bande di scalmanati, oppure questi vermi giocheranno a mangiare la vostra bella mela. Quello che di buono volevate testimoniare, ora è cancellato da atti di sconsiderata violenza, e per giorni, settimane, la gente parlerà "dei terribili atti di Roma" e non ricorderanno più nulla del perchè decine di migliaia di pacifici manifestanti erano lì. Anzi, qualche organo di comunicazione farà in modo di far credere che, alla fine, quei criminali non erano altro che la frangia estrema dello stesso movimento...
Non è possibile dare il carico e la responsabilità della sicurezza e di tutto ciò che accade in una manifestazione solo alle Forze dell'Ordine, visto che in occasioni normali essi non hanno nemmneno la benzina da mettere nelle auto di pattuglia. E' quindi necessario che proteggiate il senso, il valore delle vostre proteste da questi parassiti, in cerca solo del modo di soddisfare in modo anonimo il loro istinto distruttivo e violento.
Questi vermi vanno scacciati e isolati, dalle manifestazioni e dalla società. Io non sono sicuro che essi non siano parte di un piano strumentalizzato da alcuni settori deviati dello Stato, che approfittano di queste manifestazioni per cacciarvi dentro segnali di paura, per tenere lontana la gente e la protesta: la madre del verme. Ma qui rischierei di avventurarmi in parallelismi da thriller fantapolitico e senza riscontri oggettivi si corre il rischio di diventare patetici.
Ecco perchè ritengo che, invece, la prima mossa nella difesa di principi e valori ispiratori delle manifestazioni debba venire dall'interno delle organizzazioni. Un compito oneroso, ma fondamentale per non trovarsi inopportunamente dalla parte di coloro che hanno perso quello che volevano difendere.

venerdì 7 ottobre 2011

La fine del Governo

Alcuni amici mi scrivono e mi contattano per chiedermi perchè non scrivo più o scrivo così poco. Credo che la risposta sia fin troppo evidente: a che scopo scrivere su di un blog, parlando di argomenti che vorrebbero essere di approfondimento e di comunicazione, quando nel mondo intorno a noi accadono (o non accadono, il che è anche peggio) cose che non hanno nessun contatto con la realtà?
Il riferimento a cosa stia succedendo alla nostra democrazia, agli attacchi che una politica sconsiderata del Governo e perfino a certi atteggiamenti dell'opposizione in Parlamento e fuori, è chiaro e voluto.
Il Governo è allo sbando e ogni giorno in più che passa è un indebolimento del nostro Paese e dei nostri mercati. La manovra finanziaria che si è posta in essere dopo 4 tentativi tra loro completamente differenti ha scombussolato tutti ed ha generato incertezza. Al punto che oggi nelle aziende le persone si chiedono se il santo patrono c'è o non c'è, se il ponte delle Madonna (e non quello di Messina...) a dicembre a Milano si potrà fare come al solito, congiunto con Sant'Ambrogio oppure no. Ma questo sarebbe il meno!
La manovra si è dimostrata una volta di più iniqua, ha colpito attraverso l'aumento dell'IVA le fasce sociali più deboli perchè togliere l'1% ad un povero è molto più grave che togliere l'1% ad un ricco.
In momenti come questi è fondamentale difendere il potere d'acquisto delle fasce più deboli, perchè sono quelle che determinano anche i flussi commerciali. Visto e considerato che il sistema economico si basa sulla progressione del PIL per mantenere il livello di stato sociale e di qualità di vita, assumere decisioni che possono portare ad una recessione dei consumi è quanto meno improvvida.
Per oggi mi limito a questa considerazione, unita solo ad un'altra piccola riflessione: oggi alla maggioranza non basta più sostenere che non c'è alternativa a questo Governo, perchè qualsiasi alternativa a questo sarebbe meglio, Governo tecnico o di unità nazionale. La storia ce lo insegna.

lunedì 12 settembre 2011

Governo e dignità delle famiglie

Ormai siamo la delirio. Non voglio farla lunga perchè ormai di parole ne sono state dette e scritte fin troppe, mentre avremmo follemente bisogno di azione.
Sto parlando della manovra finaziaria, dell'operato di questo indegno Governo e del suo Presidente. Le notizie odierne sul fatto che non si presenti dal Giudice per rispondere dell'ennesima figuraccia, se non proprio di azione di reato, che lo coinvolge, ormai fa venire il dubbio anche al suo sostenitore più sfegatato che qualche cosina proprio non chiarissima anche il Silvio ce l'abbia.
Ma sostenere di avere dato soldi ad una famiglia in difficoltà fa venire il vostastomaco ai milioni di famiglie italiane che in questi anni di suo malgoverno in difficoltà ci sono e ci rimangono, alla faccia di tutte le promesse di calo delle tasse e di miglioramenti della Pubblica Amministrazione.
Non rispettare le promesse elettorali è quasi un rito a cui nessuno si sottrae, ma vessare con tasse e balzelli sempre i soliti, questo no, non è più accettabile.
Manovra puzzle, l'ha definita un onorevole dell'UDC, forse voleva dire qualcosa di peggio. Infatti non di puzzle stiamo parlando. L'aumento dell'IVA comporterà una aumento indistinto ed ingiustificato dei prezzi, non subito, ma nel giro di due o tre mesi.
Nel frattempo i costi dei servizi pubblici sono aumentati e quelli locali aumenteranno anche di più, vista la stretta data a comuni e regioni. Aboliamo le provincie? Ma questi enti non spariscono in una notte ed anzi, la loro scomparsa, non integrata in un disegno di ridisegno della politica locale attraverso una riforma seria e non in emergenza, potrebbe causare seri danni anche all'economia, oltre che alla pazienza dei cittadini.
Ma torniamo alle famiglie. Questo Governo, come i precedenti d'altra parte, non ha fatto nulla, assolutamente nulla, per difendere il potere d'acquisto delle famiglie e dare una dignitosa collocazione all'impegno familiare. Eppure il buon Silvio si permette di dare mezzo milione di euro ad una famiglia in difficoltà. In cattive acque, forse per questo aveva bisogno di una nuova imbarcazione... per favore!!!
Un Presidente sotto scacco e sotto ricatto è una minaccia per l'intera nazione. Silvio Berlusconi se ne deve andare non solo perchè ha dimostrato ampiamente la sua incapacità a governare la situazione politica attuale e del recente passato, ma perchè ormai non è più uomo delle istituzioni, non ha più credibilità internazionale, ammesso che ne abbia mai avuta.
Chi sta facendo ancora restare a galla questo Paese è il Presidente Napolitano e forse sarebbe ora di smettere di guardare a figure meschine e fragili come quella di Silvio per ricominciare da chi oggi incarna il valore di un Popolo e la dignità di una nazione.
O dobbiamo farci dare lezioni da un ragazzino tedesco, come è stato ieri a Monza, dove Vettel si è messo sul casco il 150 che indica gli anni della nostra storia di Stato? Riflettete, se potete.

giovedì 25 agosto 2011

Un diritto dei cittadini

Egregio Sindaco Farioli,
rilevo che anche per i nuovi interventi in corso d'opera nella città di Busto Arsizio e che lei ha avuto modo di illustrare alla stampa pima di partire per le ferie, non viene indicata, nella cartellonistica che illustra i lavori, la data di fine attività, mentre si precisa quella di inizio.
"Fino a Termine Lavori" indica il cartello.
A mio giudizio questo è lesivo del diritto dei cittadini a conoscere da un lato la durata dei lavori, dall'altro di verificare di persona gli impegni assunti dall'amministrazione e l'accuratezza con cui questi lavori sono portati avanti e conclusi entro la data prevista.
Sinceramente non so se questo sia almeno un obbligo morale per le Amministrazioni, ma una volta si parlava di trasparenza, di partecipazione, di responsabile del procedimento, di qualità della vita... oggi tutto questo pare scomparire dietro le oggettive difficoltà economiche che le attuali amministrazioni incontrano.
Eppure, pur di fronte a tutto questo, non può scomparire il senso civico e l'attenzione da parte dell'Amministrazione comunale ad informare i cittadini sulle cause e le ragioni del disagio che può essere portato alla città, illustrando i benefici attesi con le opere in costruzione e dando modo a tutti di esserne informati.
Ritengo quindi che dovrebbe essere fornita una cartellonistica più precisa, non solo circa le date ed i tempi degli interventi, ma su chi è responsabile di seguire i lavori e a chi sono stati affidati, del costo complessivo dell'opera, delle ragioni dell'intervento, del rispetto dei tempi, di eventuali penali o premi previsti in contratto e quant'altro potrà essere utile e necessario comunicare al cittadino perchè direttamente osservando lo svolgimento dei lavori possa valutarne l'impatto, la fruibilità, l'adeguatezza.
Facendo così si garantisce al cittadino il diritto all'informazione e la trasparenza sulle opere ed i relativi costi e si favorisce un rapporto più diretto tra istituzione e popolazione, dimostrando anche come i soldi vengano spesi a favore della città, meglio di quanto possa fare qualsiasi burocratico bilancio o patto di stabilità.

lunedì 22 agosto 2011

Via Corbetta: la fogna può attendere

Leggendo stamattina le notizie di alcune fonti di informazione riguardo le opere che stanno disegnando un nuovo volto per la città, mi vengono spontanee alcune considerazioni. Ho piacere che il sindaco Farioli sia rimasto al suo posto in questi giorni di calura e di tempesta economica, ma mi sarei aspettato che il suo trattenersi in città fosse dettato dal fatto di indagare (e nel caso, indignarsi) sugli esiti pratici della manovra del Governo che potrebbero tagliare fondi ingenti alle amministrazioni locali.
Busto non è esente da questo processo, anche se non si tratta di un comune minore, inferiore ai 1.000 abitanti, nè di una provincia. Semmai ci sarebbe da recriminare sul fatto che provincia non lo sia mai diventata, ma questo è un altro discorso.
Però le opere proseguono, alcune bene, celermente e con soddisfazione, altre decisamente no e senza alcuna spiegazione. Mi rifaccio quindi all'articolo di Varesenews, dove si legge testualmente l'affermazione del sindaco: "Di due (opere) sono particolarmente contento: via Roma/via San Gregorio e piazza Manzoni. Queste due opere devono essere terminate entro breve tempo perchè occupano nodi cruciali per il traffico cittadino e le ditte hanno fermato gli operai solo a ferragosto, come da richiesta".
Ora, a questa affermazione di principio, si contrappone un'altra situazione quasi opposta, quella di via Corbetta. Qui il sindacco afferma che "la conclusione dell'opera slitterà con molta probabilità alla prossima primavera". Paranoico.
Se il sindaco fosse un comune cittadino della zona Redentore/Cimitero si chiederebbe come mai i cartelli gialli posti alla conflenza delle direttrici che conducono a via Corbetta riportino come data inizio lavori il 28 ottobre (2010, dobbiamo sottolineare), e non diano indicazione della data di fine lavori: "fino al termine dei lavori".
Dunque, al di là della criticità degli snodi, via Corbetta vale in ipotesi 18 mesi di interruzione, di certo 10 se ne sono già andati. Problemi economici della società appaltatrice? E chi controlla le società? Come si fanno gli appalti? Quanti disagi sono da sopportarsi da parte dei cittadini, anche nelle periferie, mentre in centro non si può aspettare nemmeno un'ora in più?
Perchè cittadini di serie A e di serie B o C? Perchè le tasse le paghiamo, e sempre di più, ma poi le amministrazioni viaggiano tra sprechi e malgoverni, senza possibilità di garantire uguali diritti a fronte di conclamate esigenze? Via Corbetta è una traversa esterna, dove vivono poche decine di famiglie. Ebbene anche queste famiglie hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini. Avete idea di cosa significhi vivere in un'area di cantiere per mesi e mesi?
Ma AGESP provvederà ad un "ripristino in emergenza"... Già. E chi ripaga questo intervento straordinario? In quanto ripristino in emergenza, non sarà un'opera finita, con ogni probabilità si andrà a coprire l'attuale via sterrata con un sottile strato di asfalto, giusto per chiudere le buche. Come già successo nel passato, si rischia così di stabilizzare una situazione precaria, facendola diventare, in modo subdolo, quasi defnitiva.
In rapporto alla situazione economica e allo stato di profonda crisi in cui versa il Governo questo problema potrebbe apparire marginale, ma proprio per questo, fatti come quello di via Corbetta o della rotonda del Palaghiaccio (che merita la medesima considerazione) non vanno sottovalutati nè dimenticati, pena il dover correggere la frase del sindaco con un più triste: "fino ad una prossima primavera".

venerdì 12 agosto 2011

La più grande provocazione

In nome del Popolo Italiano:
  • constatato che negli ultimi 17 anni, in diversi periodi e per un totale di anni 10, il dottor Berlusconi Silvio ha sottoposto il suo Paese ad ogni forma di malgoverno, godendo di una impunità garantita dal controllo degli organi di stampa anche pubblica, che doveva per prima dare corretta informazione su quello che accade nel Paese;
  • verificato che negli ultimi tre anni il suo Governo ha costantemente operato, diversamente da quanto promesso al Popolo sovrano, per l'aumento di privilegi a singoli soggetti privati o aziende, ovvero con l'assegnazione di cariche istituzionali a persone incapaci o indegne di esserne rappresentanti, tanto da determinare a tutti i livelli una perdita di capacità e di concretezza politica e amministrativa;
  • appurato, per sua medesima affermazione, che egli ha operato azioni nel privato al limite della censura e del reato, in ogni caso mettendo a repentaglio la propria reputazione e quella dell'intera Nazione, e creando i presupposti perchè il mondo politico internazionale abbia a ritenere meno seria l'azione del nostro Governo, classificandoci come il Paese del "Bunga-Bunga";
  • dimostrato di aver assunto atteggiamenti e posture non affni al ruolo istituzionale che ricopre, come nel caso in cui si rivolse a "Mister Obama", suscitando lo sconcerto della Regina Elisabetta, o quando fece "cucù" da dietro un palo alla signora Merkel, sotto l'occhio delle telecamere di tutto il mondo, o quando ospitò recentemente a Roma il colonnello Gheddafi, attirando le ire di tutti i Paesi occidentali;
  • verificata l'incapacità totale della gestione della Cosa Pubblica, diventata origine e fonte di privilegi, attraverso i quali si è allargato il debito pubblico, non si sono ridotte le tasse, si è costretto il Popolo Italiano a sacrificarsi in misure di risanamento che nulla sembrano risanare, non si è protetto il potere di acquisto dei cittadini, non si sono poste misure di contenimento a farabutti che hanno operato ogni sorta di malaffare ai danni dei cittadini;
  • dimostrata l'incapacità a gestiere le risorse finanziarie del Paese e a contenere e controllare in modo efficace che operartori privati potessero arricchirsi alle spalle dei cittadini, soprattutto nell'ambito della gestione delle Energie, del gas, del petrolio e affossando pericolosamente lo sviluppo delle fonti di energia naturale, ecologica e riciclabile;
  • constatato che l'azione di Governo, in un periodo critico per il Paese, è stata inopportunamente concentrata verso misure "ad personam" volte a tutelare la persona e gli interessi del Presidente del Consiglio, oltre che a rendere le sue attività private più remunerative e detassando parte dei proventi da queste generate;
  • considerato che una volta tanto il Presidente del Consiglio Berlusconi Silvio dispone di un ingente patrimonio personale;
tutto questo visto e considerato, il Popolo Sovrano decreta:
  • che a titolo di risarcimento per tutti i danni causati alla Nazione, vengano confiscati tutti i beni di Berlusconi Silvio comunque e dovunque riconducibili alla sua proprietà, e rilevati dal Tesoro come beni demaniali;
  • che al Berlusconi Silvio venga assegnato un appartamento in casa economico-residenziale gestita dall'Aler di Arcore ed un assegno vitalizio pari all'importo di una pensione al minimo, così che possa provare personalmente cosa voglia dire vivere con una pensione da operaio, lui che si dichiarò Presidente Operaio.
Tutto quello che avete letto finora è frutto di fantasia, ma pensate che davvero sia così lontana dalla realtà una ipotesi di questo genere? A voi la sentenza.

martedì 9 agosto 2011

Con le pezze al culo

Le notizie di questi giorni si rincorrono per darci il senso di come si distrugga l'economia mondiale. O per meglio dire, di come stia per finire l'epoca del capitalismo mondiale. Ormai non ci sono più Stati virtuosi e Stati spendaccioni, tutti fanno il possibile per parare la prossima mossa di un mercato impazzito, ben sapendo che non ci sono molti margini di manovra.
Se perfino l'America perde la tripla A di S&P, se la Francia la maniene solo perchè ha le redini della Banca Mondiale, se tutti gli altri paesi Europei scoprono che da soli non ce la possono fare, per cui danno una mano più o meno concreta ad Italia e Spagna... beh, provate a pensare a tutti gli Stati che vivono al margine della civiltà, di chi campa con una manciata di euro al giorno qui da noi e con meno di due dollari nel resto del mondo. Poi torniamo a parlare di come si brucino 200 miliardi di euro in poche ore, di quale possa essere la dignità dei nostri governanti di fronte a queste cose, di come ci si possa sentire, se solo si ha una coscienza.
Chi cerca facili guadagni nel mondo azionario, speculando senza muovere un dito e senza meritare un centesimo, ma decidendo le sorti dell'economia mondiale, meriterebbe la galera. Purtroppo il mondo odierno è stato plagiato, la coscienza cancellata e resa incapace di condurre l'azione di governo nella linea del "bene comune"...
Bene, e allora? Si chiederà chi sta leggendo queste righe... La sai davvero lunga, ma allora cosa facciamo? Amico che leggi, se ti è venuta questa domanda, ricordati JFK: "non chiedere cosa può fare il tuo Paese per te, ma chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese". Ora il nostro Paese è il mondo.
Ma anche se ci limitassimo alla nostra povera Italia, chiediamoci (e lo chiedo a chi sostiene da anni questo Governo di incapaci): cosa posso fare per cambiare? La cosa più semplice di tutte: dire a tutti che questo Governo non ti piace! Proprio stamattina, parlando con un amico, mi veniva posta la solita domanda: "ma se mandiamo a casa questi, poi chi ci arriva?". Sinceramente non lo so, ma le regole di questo gioco non mi piacciono, non mi piace che si continui a guardare a questo Governo come il minore dei mali quando invece è un male incurabile.
Nel nostro Paese si è instaurato un gioco di potere che non permette la libera espressione della democrazia. Questa espressione non è tanto dettata dal fatto di avere un sistema elettorale da burla (nel senso che se ne infischia di lasciare scelta all'elettore, essendo figlio di una strategia monocratica di partito, quindi antidemocratica per definizione), da cui poi discendono tutti i giochi di potere, le cariche, le nomine che questo comporta a tutti i livelli, per certe cose con la complicità dell'opposizione (dal momento che una carica non si rifiuta mai). Il vero problema nasce dalla coscienza delle persone, dall'essere ormai corrotti dalla metafora del boia (è un brutto mestiere, ma qualcuno lo deve pur fare... "deve"?), per cui se qualcuno ruba tutti possono rubare, se qualcuno è corrotto tutti possono essere corrotti, e via dicendo.
La cosa più triste per me è che ancora una volta, dentro questo discorso, a rimetterci le ossa, alla fine, saranno le famiglie, quelle che hanno il reddito fisso, quelle che vivono solo con l'assistenza economica dei genitori anziani, quelle che non riescono a formarsi perchè manca il lavoro e non ci sono abbastanza soldi, quelle che hanno bambini o genitori malati, quelle che non possono più godere dell'assitenza sociale perchè questa non c'è più... perchè quelli che lavorano e prendono uno stipendio fisso tra poco saranno solo dei cimeli da cui liberarsi il più presto possibile, perchè gli errori dei padroni li pagano i lavoratori quando perdono il posto.
E poi perchè il Governo anzichè abbassare le tasse o ridurre il debito pubblico (nel nostro paese non si possono fare entrambe le cose), ha deciso di lasciar crescere le tasse e di aumentare il debito pubblico. Questo è il padre di tutti i problemi. Se il meglio che abbiamo dal punto di vista della gestione economica del Governo si chiama Tremonti, siamo messi male.
Il giudizio non è mio, ma del presidente dell'Associazione delle Famiglie numerose.
Dopo 25 anni di battaglia non sono riuscito ad ottenere nessun riconoscimento per le famiglie numerose e monoreddito. Ho speigato decine e decine di volte quali siano le difficoltà in cui si dibatte questa tipologia di famigla, peccato che in Italia tocchi solo il 5% della popolazione e quindi non vi sia alcuna possibilità di avere un riconoscimento del reddito famigliare alla francese, ad esempio, proprio per il principio del Padre dei Problemi: non si può perdere base imponibile, altrimenti addio tasse.
Sempre per questo motivo, non si riuscirà ad estinguere l'evasione fiscale ed il lavoro nero. Anche chi ha pochi soldi se può fa la cresta sulla badante, si arrangia con le fatture del'artigiano che deve fare il lavoretto a casa... altrimenti non ce la fa. Perfino la ditta e l'imprenditore più onesto non può fare a meno di fare qualche acquisto o erogare qualche lavoro in nero, se vuole arrivare a fine mese.
Il sistema sta crollando perchè l'abbiamo drogato a tal punto da non sapere più quali siano le vere regole del gioco. Non sta più in piedi da solo, ecco perchè non ci decidiamo a cambiare Governo: sappiamo che cambiare le perosne potrebbe non bastare, se non si cambia radicalmente l'impronta dello Stato e non si ritrova una valenza di comportamento etico, che detto così sembra una vera utopia.
La nave affonda e l'orchestra suona... proprio come il Titanic. Un'amica mi dice: credo nella profezia degli Antichi Maya, la Terra chiuderà il suo ciclo nel dicembre 2012... vero, forse finirà l'epoca capitalistica, ma ancora non siamo pronti con cosa la potrà sostituire, se non il caos. Londra insegna.

domenica 17 luglio 2011

Vergogna

Questa volta il Governo ha davvero esagerato. La Finanziaria che è stata approvata dalla Camera venerdì scorso 15 luglio è drammaticamente l'affondamento delle speranze di ceti medi e medio-bassi di vedere un minimo di luce in fondo al tunnel.
Lavoratori dipendenti, pensionati, piccoli imprenditori, commercianti ed artigiani sono i più colpiti da questa manovra, sfacciatamente iniqua e che ancora una volta LASCIA LE MANI DEL GOVERNO DENTRO LE TASCHE DEGLI ITALIANI E IN PARTICOLARE DI QUESTE CLASSI SOCIALI.
Questi tre anni di Governo sono stati un disastro ed hanno dato modo solo al Premier di fare leggi ad personam o ad impresam (Fininvest e Mediaset, oltre alle coperture ed agli aiuti ricevute da Mediolanum), lasciando tutti i cittadini senza alcuna difesa, senza alcuna garanzia.
Mi rivolgo a coloro che hanno votato nel 2008 Berlusconi perchè delusi dalla politica di Prodi: sapete che tutto ciò che accadde in quei mesi fu pilotato dalla comunicazione di potere occulto che Berlusconi poteva ancora esercitare grazie alle sue persone messe in posti chiave? Tutto merito della sua esperienza di Piduista, del fatto di essere il padrone di Mediaset e di aver messo le proprie persone in RAI. Anche il successo delle elezioni del 2008 ed il quasi clamoroso recupero (compiuto negli ultimi giorni di campagna elettorale) su Prodi nel 2006 fu in buona parte dovuto alla gestione delle leve di questo potere occulto.
Poi per tre anni la sua unica preoccupazione fu quella di procurarsi giovani e procaci ragazze per le proprie feste quasi quotidiane, con tutta l'Europa e il mondo che ci guarda ormai con occhi sconsolati e diffidenti.
L'attacco dei cosiddetti "speculatori" non è altro che l'atto finale di una incapacità quasi totale di rispondere in modo adeguato a sollecitazioni internazionali di un livello tale per cui la nostra "cultura padana" non riesce a fornire adeguate interpretazioni. Quindi, una volta concesso ai ricchi di potersi riportare in casa i soldi trafugati all'estero con lo scudo fiscale (si è esasperato il concetto sulla cifra che si è recuperata, mentre il vero dramma è che quel misero 5% sarebbe dovuto essere almeno il 40% se le tasse fossero state pagate per intero), non restava, come a tutti i precedenti governi, mettere sotto torchio i redditi fissi e tassabili (dipendenti e pensionati), gli unici che garantiscono un flusso costante.
Nessuna intenzione di attaccare le fasce di reddito più alte, nessuna intenzione di colpire ville, castelli, patrimoni o altri valori (yacht o barche di valore, ad esempio). No, perchè questi beni ormai se li può permettere solo la Casta.
Dopo il libro di Rizzo e Stella ne sono usciti a decine per denunciare con fatti e circostanze una situazione vergognosa per chi in teoria ci dovrebbe dare l'esempio. L'ultimo fatto emblematico dei giorni scorsi era quello che vede protagonista il mio ex Presidente di Consiglio Comunale, Francesco Speroni, che corre con la sua potente auto a 316 all'ora sulle autostrade tedeche. Al di là del fatto che mi sembra delirante solo a pensarlo (uno come lui potrebbe permettersi di correre anche più forte di così se se ne andasse in pista, lui lo potrebbe fare), nessuno si chiede quale sia la macchina che corre a quella velocità e quanto possa costare? E quanto possa costare compiere simili bravate?
Ma la Casta ne fa di tutti i colori. Vedo spesso Bossi col sigaro in bocca in locali chiusi, nelle hall di hotel, in sale riunioni al chiuso dove è vietato funare ai semplici umani. La legge per lui non vale e con lui non si applica? Lui, Ministro del Governo Italiano, deve rispettare la legge per primo, altrimenti se ne vada, non lo trattiene nessuno.
E poi, tutte le perle di Papa, di Milanese e di tutti coloro che recentemente nella maggioranza sono sotto la lente della magistratura per ogni tipo di reato. Romano, neoacquisto di questo Governo, indagato per reati di mafia compiuti nel 2001...
Ma dove siamo? Certo, anche la minoranza non deve lamentarsi, nè per fatti del passato, nè per altri più recenti. La denuncia poteva essere fatta anche un po' più pressante, un po' più clamorosa. Avete mai pensato che l'aumento del prezzo della benzina di queste ultime settimane sia uno dei volani maggiori della maggiorazione delle spese delle famiglie italiane? Eppure nessuno ha minacciato di darsi fuoco, dentro la casta, magari perchè la tanica di benzina costava troppo perfino per lui?
Ultima perla: c'è chi questa Casta l'ha vissuta da vicino, ed ora trova la forza di parlare. Non so come mai solo ora, forse perchè prima questo gli permetteva di avere un lavoro, voglio pensare che sia così, In ogni caso, in questo momento non aggiunge, a mio giudizio, molto di più a quanto già sappiamo, anche se certi privilegi offendono parecchio chi domani comincierà a pagare l'ennesimo conto al quale non ha partecipato.
Anzi, no, in verità. In qualche modo abbiamo partecipato dando il nostro voto, e chi ha votato per questo Governo più di altri dovrebbe sentire la responsabilità di quella decisione ed in qualche modo dovrebbe pentirsi. A loro chiedo conto di questo ennesimo atto di pirateria finanziaria che colpisce le famiglie, indebolisce un sistema economico già in crisi e non fa pagare nemmeno un centesimo ai veri responsabili della crisi.
Vergogna!

martedì 12 luglio 2011

Alberto la sa lunga

Alberto Pirani l'aveva detto: "lasciate un po' di tempo e la questione dello spread per i nostri titoli vedrete che ci metterà tutti al tappeto". Alberto è uno che la sa lunga, e avendo lavorato in banca per molto tempo ha avuto modo di conoscere bene l'ambiente.

Quindi può meglio e prima di ogni altro aver capito quelle che erano le dinamiche finanziarie che stavano dietro questa situazione. Già più di un anno fa.

Però Alberto non è un fenomeno da baraccone, non è un mago modello Harry Potter o chissà cosa. E' una persona normalissima, che conosce il proprio mestiere (anche se ora è in pensione) e sa far lavorare bene il proprio cervello.

Cosa che purtroppo non accade a chi ci governa. Anche perchè, lo diceva molto bene ieri sera su RaiTre Oscar Giannino, le colpe di quello che accade sono principalmente del malgoverno a cui siamo stati sottoposti negli ultimi tre anni.

Aver anteposto interessi personali del Premier a quelli del Paese è stato l'errore più grave e più reiterato di questa legislatura, che ormai volge al suo declino definitivo.

Un fatto grave, gravissimo. Ora, l'elettore medio di centrodestra queste dinamiche le conosce, sa benissimo quali tipi di errore (e soprattutto, la portata e l'entità degli errori) ha compiuto questo Governo. Tremonti ha fatto da argine all'inconsistenza sul lato economico e finanziario, apparendone alla fine il salvatore perfino agli occhi della comunità internazionale e gli speculatori non hanno esitato un attimo a scatenare la bufera sui nostri mercati non appena il povero Giulio è stato attaccato ed ha perso di peso politico all'interno del Governo.

Ora siamo davvero in cattive acque. Non siamo ancora al fallimento come qualcuno ventilava già ieri, ma siamo comunque in una situazione difficile, determinata soprattutto dall'entità del nostro debito pubblico.

Sarà una fissa, ma continuo a dire che Prodi aveva iniziato un'azione di risanamento che, se da un lato non mollava la presa delle tasse, dall'altra avrebbe con maggior facilità portato l'Italia in una zona più sicura e non ci avrebbe esposto alla speculazione, soprattutto di origine tedesca e americana.

Già, altro effetto di questa crisi: la cannibalizzazione dei mercati occidentali. Non andiamo contro i colossi dell'Est, Cina e India, ma combattiamo una guerra interna, fratricida, per il mantenimento di uno stato di fatto delle economie occidentali. In questo modo, però, indeboliamo l'intero sistema e arriveremo a perdere i pezzi (Irlanda, Grecia, Portogallo ...) di un'area che ha come riferimento l'Euro.

Inutile chiedere alla Lega di pagare dazio su queste cose: chissenefrega, risponderebbe il suo capo Bossi, sempre incline ai bei modi e alle gentilezze. Peccato che in questo Governo lui ci sia dentro fino al collo e prima o poi dovrà spiegare anche ai suoi elettori perchè non ha difeso gli interessi "padani", lasciando andare in malora l'intero sistema economico nazionale.

mercoledì 6 luglio 2011

Se il buongiorno si vede dal mattino

Leggo oggi la stampa locale. Leggo le dichiarazioni del nuovo Presidente del Consiglio Comunale Cornacchia (era ora di cambiare Speroni, dopo 20 anni!) e... perbacco! Che strano, mi sembra di leggere cose che avevo già letto. Anzi, che avevo già scritto!

Già, perchè quello che dice il neo Presidente io le avevo messe in due delibere approvata dal Consiglio nel 2006. Cornacchia ha buona memoria e legge gli atti, è probabile che di quelle cose gliene sia rimasto abbastanza nella testa da farle sue e riproporle nella nuova veste.

Di conseguenza, non posso che essere in accordo con lui, visto che adotta la mia linea. Ma di cosa si tratta, nella sostanza? Di questo:



  • tesserino di riconscimento per i consiglieri (soluzione già adottata nel 1999 dall'allora sindaco Tosi);


  • assegnazione di due locali ai gruppi di maggioranza e minoranza per potersi riunire;


  • rinnovamento del sistema audio della sala, compreso l'impianto di registrazione.

Ora però, se l'avvocato Cornacchia pensa che con queste misure il Consiglio potrà riassumere un valore ed un'importanza superiore rispetto al passato, temo che molto dipenderà sia dalla qualità del dibattito che nel Consiglio prenderà forma, sia dalle dinamiche che verranno concesse alle parti per esprimere concretamente il proprio punto di vista.

Infatti, se da una parte è da elogiare l'affermazione del Presidente quando dice che l'assise del Consiglio è l'unico luogo deputato per far valere la volontà dei cittadini, dall'altro deve fare i conti con le affermazioni dei suoi colleghi di maggiornanza che negano la possibilità alla minoranza di presiedere una o più commissioni, con una giustificazione peraltro atroce: avevamo concesso "ad personam" la presidenza della Commissione Bilancio a Ruggiero.

A questo non ci crederebbe nemmeno Pinocchio, e non sarebbe comunque un complimento al caro Nicola. Non daranno alcuna presidenza alla minoranza perchè troppo impegnati a spartirsi il potere. Questa è la costante di questa Consigliatura, così come si evince dagli atti.

Infatti, è stata lunga e travagliata la scelta degli assessori perchè, qui più che in altri luoghi, si è dovuto far ricorso ad un equilibrismo politico da Prima Repubblica. La stessa cosa l'abbiamo potuta vedere nelle nomine ad AGESP, e alla pantomima che ne sta seguendo per l'incarico eventuale ad un membro di minoranza.

Ed anche i tempi si dilatano in maniera innaturale. Basta guardare il calendario per capire che dalla metà di maggio, giorno delle elezioni, sono dovuti passare oltre 40 giorni per avere il primo consiglio comunale, oltre un mese per avere la giunta, e adesso si parla di settembre (ben più di 100 giorni!!!) per avere l'elezione dei Presidenti di Commissione, oltre a capire quanti saranno e leggere cose surreali nella proposta di nuovo regolamento portata avanti dal neo Presidente.

Ma la Lega non era contraria a queste pratiche? L'origine della Lega non era per combattere il proliferare della norma della spartizione partitocratica? Ma la Lega non doveva essere contro l'immobilismo politico che impedisce il normale svolgimento delle attività istituzionali? Ma la Lega non doveva combattere la corruzione e l'occupazione delle poltrone? Ma la Lega non era contro il nepotismo che mette parenti e amici nelle posizioni di potere? Ma la Lega non era contro Roma Ladrona? Ma la Lega non era per distruggere il sistema della Prima Repubblica fatta da pratiche democristiane, ed ora si ritrova ad essere più realista del Re? La Lega è solo contro i Rom e gli immigrati extracomunitari che tanto spaventano i lombardi, ma che ancora tengono in piedi l'economia e l'industria di questa area dell'Europa?

Si è costituito un regime che si basa sulla spartizione del potere. Lega e PdL si detestano e sono divisi su tutto, ma vanno avanti insieme uniti dal potere, pur dividendosi e insultandosi, come l'ultimo episodio della saga: leggete il blog di Matteo Salvini, eurodeputato e capogruppo in consiglio comunale di Milano per la Lega Nord. A questo proposito: parliamo del cumulo delle cariche? Chi vuole fare la lezione ad altri, almeno non pratichi la materia.

In defintiva, sono ben contento di aver rinunciato alla candidatura a consigliere e preferisco godermi questo grottesco spettacolo dalla parte di chi è libero di esprimere le proprie opinioni, senza il condizionamento di doverlo fare dai banchi di un'opposizione offesa e bistrattata, ma solo sulla base dell'osservazione della realtà. Le mie idee restano orientate politicamente, ma non ci vuole molto a capire che questo inizio di legislatura municipale è forse peggio dei precedenti.

giovedì 30 giugno 2011

Quanto potrà durare Farioli?

Fa abbastanza impressione leggere sulla stampa locale, sia elettronica che della carta stampata, delle difficoltà del sindaco Farioli a sole 48 ore dall'insediamento ufficiale del Consiglio Comunale.

Sono passati meno di due mesi dalle elezioni eppure già siamo alle notti dei lunghi coltelli, alle "rese dei conti" che ben prima del risultato del turno elettorale, erano in molti a pronosticare nel caso molto probabile di vittoria del tandem Lega-PdL.

Solo che il tutto sta viaggiando anche più velocemente di quanto fosse lecito attendersi, e questo rispetto alla precedente tornata accade alla luce di due fatti acclarati: la debolezza di Farioli dovuta alla sua poca autorevolezza politica (parla bene, ma poi non riesce quasi mai a concretizzare il suo pensiero in azioni) e la frattura tra PdL e Lega Nord, giunta al suo stadio finale e forse pronta per essere dichiarata anche a livello nazionale.

A fare da acceleratore a questo processo ha contribuito in modo concreto anche il lento ma inesorabile scollamento che dentro la PdL ha generato il lavorio delle correnti. I casi Chierichetti prima o Cornacchia ora non sono che la punta di un iceberg che ogni ora si assottiglia, rendendo sempre più chiaro che il fine ultimo di queste operazioni post-elettorali non è l'assetto da dare al piano delle opere o al bilancio, ma unicamente l'applicazione del sempre caro Manuale Cencelli alle cariche e poltrone ancora in circolazione.

La mia paura è che tutto questo finisca per contaminare anche l'opposizione. Lanciare un osso nel cortile del vicino (leggi una sedia in un consiglio di amministrazione) può fare scatenare una baraonda anche all'interno delle opposizioni. Una poltrona è pur sempre una poltrona. Se le opposizioni fossero furbe quanto il loro interlocutore direbbero "No, grazie".

O un organo di garanzia funziona con una rappresentanza basata sul confronto delle opinioni e delle linee politiche in funzione dell'ottenimento del massimo risultato possibile, o non ha alcun senso. E' evidente che nell'odierno confronto sulle poltrone in AGESP si stia rendendo visibile tutto questo, ed io ritengo che la rappresentanza di chiunque all'interno di quei consigli di amministrazione (in verità è insopportabile avere così tanti consigli) non può sussistere se non con l'aspirazione imprenditoriale rivolta all'impresa e non come semplice fonte di reddito personale e indirettamente per il partito. Non per remunerazione, ma per servizio.

Può sussistere oggi un'utopia di questo genere? Non credo che troverò molti simpatizzanti, ma mi piace pensare che come la gente si è mobilitata per i referendum in modo massivo, anche su questi punti della qualità sociale della vita si sappia dare uno scatto di orgoglio morale.

Che la Lega abbia fatto incetta di poltrone dentro AGESP è evidente: ha messo al muro il PdL che ancora una volta si trova ad avere numeri e voti, ma alla fine deve sottostare al volere dell'alleato. Che delusione! Un alleato che corre, e come corre (basta guardare il tachigrafo di Speroni per rendersene conto) verso il completo controllo della vita amministrativa di questa città, come ai bei tempi di Tosi Gianfranco.

Peccato che proprio da allora la città abbia iniziato il suo triste declino.

mercoledì 29 giugno 2011

La mamma dei cretini sempre incinta

Ieri sera i pendolari delle Nord che normalmente usano la bicicletta per raggiungere la stazione hanno avuto una sgradita sorpresa: tutte le biciclette sono state bucate. Stamattina una trentina di pendolari lamentavano quanto accaduto ieri, con qualcuno che dichiarava anche il tentativo di furto.

A Busto Arsizio qualche anno fa è stato denunciato un tale che rigava le macchine. Il danno procurato, in questo caso, era molto superiore a quello di bucare una gomma, ma sapete cosa vuol dire per una persona arrivare a casa il 27 giugno dopo (minimo) otto ore di lavoro, sotto la prima vera canicola del periodo estivo e trovare questa sorpresa? Prendersi la bicicletta e farsi una scarpinata di due, tre o più chilometri solo per constatare che la mamma dei cretini è sempre incinta?

A chi denunciare questo fatto? Alla Polizia, ai Carabinieri? A che pro? Hanno cose ben più importanti da fare, credo, che non ricorrere uno o più mascalzoni che non hanno niente di meglio da fare nella loro vita che bucare le gomme delle biciclette in stazione. Sembrerebbe quasi una delle mitiche frasi che Crozza mette in bocca a Bersani: "Non siamo mica qui a bucare le gomme delle biciclette in stazione"...

Eppure, al di là del sorriso che questo può far nascere sulla vostra bocca, restano alcuni fatti ben precisi: primo, da tempo immemorabile l'Amministrazione Comunale non supporta alcun tipo di iniziativa che permetta ai pendolari l'uso della bicicletta in modo più sicuro e razionale, non solo per il parcheggio, ma anche nella normale viabilità. Secondo, non si è fatto alcuno sforzo per integrare questo servizio con altre possibilità, come il Bike Sharing. Nulla. Annunci in periodo elettorale e poi si confida solo nella scarsa memoria del cittadino. Terzo, le strade restano un groviera che andarci con la bicicletta molte volte è come fare il Camel Trophy di antica memoria. Se poi vogliamo, mettiamoci anche un quarto punto che sta nell'attenzione in generale ai problemi dei pendolari. Questa nuova amministrazione è identica alla precedente, quindi possiamo anche parlare di continuità amministrativa e le possiamo fin d'ora addebitare il fatto di trattare in modo differente i pendolari delle due linee di servizio ferroviario, offrendo ad una un parcheggio gratis e all'altra un parcheggio a pagamento per le auto. Non è mai stata portata avanti una politica di attenzione al servizio di trasporto pubblico locale (AGESP prima, STIE dopo) in grado di soddisfare in modo più efficace le esigenze dei cittadini che potrebbero anche usare la linea dei bus di città per arrivare in stazione. Non esiste un collegamento diretto tra le stazioni ferroviarie, questo anche contro le indicazioni regionali.

Di questo, durante i 14 anni trascorsi in consiglio, mi vanto di aver sempre parlato e con insistenza, di questi argomenti in ogni sede dove mi sia stato permesso. Visto che proprio ieri il nuovo Consiglio Comunale si è insediato, chiedo che a questi problemi sia dato ampio spazio e possibilmente qualche risposta concreta per risolvere i problemi dei pendolari. Buon lavoro.

martedì 14 giugno 2011

La linea dei referendum

Lo si prenda come si vuole, l'esito dei referendum è inequivocabile: la maggioranza assoluta degli elettori italiani, col suo dire SI, boccia la politica del Governo. Senza attenuanti e su tutti i settori in cui si è distanta la sua azione, se così si può dire, il 52% vero degli elettori boccia il suo operato. Un numero molto più alto di coloro che hanno votato nel 2008 per questo Governo.


Vediamo di capire i singoli punti su cui si è votato cosa vogliono dire.


Sul Legittimo Impedimento, che già chiamarlo legittimo oggi è cosa impropria, si basa prima di tutto la bocciatura politica. Berlusconi ha impostato questa legislatura ponendosi al centro dell'azione legislativa con tutta una serie di provvedimenti "ad personam", che lo mettessero al riparo da azioni inquisitorie dei giudici e, quindi, fuori dalle leggi dello Stato. Mai nessuno ha osato tanto in uno stato democratico, se non forse nei film di 007 con "Licenza di uccidere". Ma si trattava di un film.


Qui invece è stata sottratta capacità ed impegno legislativo al Parlamento, lasciando per mesi (se non anni) il nostro Paese senza leggi efficaci per l'economia e la finanza, pur essendo al centro di una crisi congiunturale profonda di tutto il sistema mondiale. Non si sono prese iniziative a favore del potere di acquisto delle categorie più deboli, anzi, si è insistito nel tenere elevate le tasse, anche perchè non si poteva fare altrimenti, comunque tradendo le aspettive della gente e le seppur generiche promesse elettorali.


Se poi davvero adesso il Governo dovesse mettere in atto qualsiasi manovra tesa ancora ad aggirare questa indicazione così chiara del popolo sovrano, dovrà fare i conti con lo stesso, quanto prima.


Sull'Acqua Pubblica è stata fatta saltare quella sporca manovra che aveva portato a promulgare una legge al 9 di agosto, in un Parlamento quasi deserto, all'ultimo giorno prima delle vacanze estive del 2009. Un'azione indegna di un Governo responsabile e che ha a cuore le esigenze primarie di un Paese come il nostro, con un grave squilibrio idrico, una dispersione che mediamente supera il 40% dell'acqua prelevata e con buona parte del Sud dove la captazione e distribuzione sono in mano ad organizzazioni malavitose.


L'esito reale di questa azione è ora il caos. Le amministrazioni locali che hanno creduto che questo tipo di gestione si potesse realizzare da subito, hanno messo in atto contratti che ora dovranno necessariamente essere rivisti, e non sappiamo ancora a cosa porteranno in caso non sia possibile per i comuni adesso adempiere agli obblighi contrattuali.


E infine il Nucleare, una delle poche azioni veramente politiche di questo Governo. Perchè almeno era il tentativo di dare un indirizzo, sebbene non condiviso, ma era un indirizzo. Magari lo avessero fatto anche su altre cose... Ma tant'è.


Ora, tutto questo non ribalta assolutamente nulla, anche perchè il piano energetico nazionale che già non prevedeva il nucleare, può andare avanti senza problemi. Semmai, si tratta di dare concretezza ad alcune decisioni che finora erano state prese con le molle, tipo il piano energia, il fotovoltaico pubblico e tutte le altre forme di produzione energetica che nel breve possono essere messe in atto con risultati integrati e che porteranno sicuramente ad un risultato concreto ben prima degli ipotetici 10 anni del piano nucleare. Per inciso, si dovranno anche rivedere determinate voci che incidono sulla fatturazione dell'energia, visto che adesso non c'è più alcun impianto da attivare o mantenere e quelli che ci sono vanno definitivamente smantellati.


Se la Germania rinuncia al nucleare, i paesi nostri confinanti quasi tutti stanno rivedendo il loro programma energetico per ridurre il peso del nucleare, una ragione ci sarà. Chiaro che dietro ogni scelta c'è un fondo di attività dettato da grandi società multinazionali dell'energia, interessi di capitali che spingono una soluzione piuttosto che un'altra. Non facciamoci illusioni: succede così anche con l'eolico o il fotovoltaico. Non per caso in Sicilia è successo quel che è successo per l'eolico.


Ma questo è il nostro sistema, piaccia o no, e lamentarsi senza proporre alternative è stupido e demagogico. Bisogna avere invece un minimo di senso pratico perchè, è naturale, il fronte che oggi ha detto SI per dire NO alla linea di Governo, domani si spaccherà ancora sulle linee di azione da tenere e su questo punta il Governo, insieme al fatto che le vacanze non sono lontane, per allontanare la crisi ormai devastante di questa maggioranza.


Ma sarà il caso che tutto il Governo, non solo Berlusconi, valuti con attenzione ciò che sta accadendo e con un impeto di responsabilità comincia a guardare con più serietà ai problemi veri del Paese, e oltre ai punti che ho prima indicato, dia una risposta al riordino del mondo del lavoro, alla ricerca scientifica, alla capacità imprenditoriale senza però mettere a repentaglio lo stipendio dei lavoratori ed il suo potere di acquisto. Altrimenti tutti i piani di rilancio si fermeranno un passo dopo.


Riflettano, questi signori. E visto che la Presidenza del Consiglio onora questo blog con la lettura di ciò che scrivo (ovviamente non penso che il Presidente in persona si prenda questa briga...), vorrei che le mie parole in qualche modo possa anche aiutare il Governo a capire che non sempre le parole di critica sono parole "contro", che non sempre chi ci rimprovera ci vuole male, ma che è meglio apprezzare una critica piuttosto che gongolare per una lode di piaggeria.

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