Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

sabato 31 maggio 2008

Piove, piove... ma quanto piove?

In questi giorni diamo molta attenzione al cielo sopra di noi. Piove da inizio mese con una intensità ed una continuità che non ricordavamo da anni. Lo scorso anno, ad esempio, come anche in alcuni degli anni precedenti, guardavamo alla pioggia in questo periodo come antidoto all'incipiente siccità, tanto che molte colture erano a rischio e l'agricoltura contendeva l'acqua alle centrali idriche per avere nel periodo estivo il minimo di acqua per chiudere i raccolti.

Le alluvioni del Piemonte di questi giorni, i danni, ma soprattutto le vittime, ci ricordano che la natura è ancora fuori dal nostro controllo e reagisce alle nostre azioni distruttive dell'ambiente senza preavviso.

La nostra provincia ha uno dei serbatoi idrici naturali più grandi di tutto il Nord Italia, che è in grado di darci una chiara indicazione dello stato di fatto del bilancio idrico di questo periodo. Esiste anche una rete di controllo dello stato di laghi e fiumi di tutta la Lombardia e non solo che assicura un monitoraggio costante su tutti i corsi d'acqua della nostra zona.

Come potrete facilmente rilevare da questi dati, che tra l'altro sono pubblici ed accessibili al sito http://www.laghi.net/Ticino/index.asp?Disp=idrometro la situazione del lago Maggiore è in decisa crescita: in una settimana il livello è cresciuto di circa 65 centimetri, il volume totale dell'invaso del lago è pari a quasi 550 milioni di metri cubi d'acqua, corrispondenti al 70% in più rispetto al normale ed il Ticino sta erogando più di 1000 metri cubi d'acqua al secondo, oltre il doppio del normale. Questi dati indicano una situazione meteorologica molto critica.

Da un altro punto di vista, questo carico di acqua nelle nostre riserve assicura un'estate tranquilla sia dal punto di vista agroalimentare che per la produzione di energia elettrica, che non avrà bisogno di scaricare forzatamente gli invasi per alimentare il Po.

venerdì 30 maggio 2008

La scure della Corte dei Conti sul portafoglio dei dipendenti comunali

Prima o poi doveva succedere, era solo una questione di tempo. La giustizia amministrativa è, in questi casi, più chirurgica e tempestiva della giustizia ordinaria.
Quando più di un anno fa cominciammo a discutere delle ispezioni della Corte dei Conti e dei suoi possibili effetti, sia sulla Giunta che sui dipendenti, c’era chi minimizzava e vedeva scenari molto morbidi e lontani. Si sbagliava. E si sbaglia anche chi pensa, oggi, che la questione si risolverà comunque senza grosse ricadute per i dipendenti e, a seguire, per gli amministratori.
Ora accadrà una cosa che non è abituale negli scenari del mondo lavorativo, sia pubblico che privato: retrocedere i lavoratori di categoria, chiedendo la restituzione dei soldi ricevuti indebitamente.
Le carriere potranno poi essere ricostituite a fronte di concorsi, che però non garantiscono e non assicurano il reintegro immediato e completo di tutti i lavoratori nelle posizioni attualmente ricoperte. Un brutto affare, davvero brutto.
Per moltissime di queste persone si tratterà di restituzioni di una certa entità. Se ipotizziamo 50 euro al mese, per un periodo di 48 mesi (4 anni), stiamo parlando di un totale di circa 2.600/2.700 euro, e questa potrebbe essere solo l’ipotesi minima. Vi saranno parecchie restituzioni ben superiori ai 10.000 euro.
A chi ascrivere la responsabilità di questo fatto? Perché di responsabilità ce ne sono, eccome. E non sono solo di coloro che, come dirigenti, hanno già o dovranno a breve restituire ingenti somme, anche di centinaia di migliaia di euro; vi sono soprattutto responsabilità politiche altrettanto precise, figlie di una gestione “spensierata” della cosa pubblica. Da qui la richiesta della minoranza consiliare di una Commissione di indagine sui fatti interni, oltre a quanto già appurato amministrativamente dalla Corte dei Conti.
Ciò che finora non ha fatto molto clamore inizierà a manifestarsi quando i primi dipendenti si troveranno a dover regolare questo conto, c’è da starne certi.

giovedì 29 maggio 2008

Decollerà in autunno lo sportello per l’Energia.

La news di oggi è di cronaca. Una mia vecchia mozione, presente all’Ordine del Giorno del Consiglio Comunale da circa un anno, chiedeva di aprire presso il Comune uno Sportello Energia per i cittadini, con la finalità di aiutarli a destreggiarsi tra leggi e burocrazia per accedere a quelli che sono e saranno i decreti per il risparmio energetico e Casa Clima.
Finalmente, nella serata del 27 maggio essa è stata discussa in Consiglio e tanto il Sindaco Farioli quanto l’Assessore Armiraglio hanno dato ampia e piena assicurazione che l’ipotesi di lavoro è quella di prevedere nell’ambito di AGESP Energia proprio questo sportello e fare in modo di soddisfare queste esigenze dei cittadini. E’ stata recepita positivamente senza votazione ed è stata data garanzia di una soluzione operativa che si attuerà entro l’autunno: Armiraglio relazionerà in Commissione al più presto.
In sostanza si tratta di favorire l’accesso alle facilitazioni fiscali previste dalla legge nelle varie forme, sia per quanto riguarda i tetti fotovoltaici, la produzione di energia dal sole, sia per i progetti di ristrutturazione o di nuova edificazione di stabili nel rispetto delle norme di risparmio energetico che richiedono, evidentemente, tutta una serie di adempimenti per poterne ricevere i benefici previsti. Non è facile districarsi in mezzo a questo ginepraio di norme, eppure è assai urgente, e lo diventa ogni giorno di più, dare almeno in parte soluzione al problema enorme dell’energia e possibilmente arrivare al miglior utilizzo dell’energia pulita.
Quasi a fare da staffetta con questa mozione ho appena presentato una interrogazione in merito alla posizione del Comune di Busto Arsizio circa il nuovo piano energetico regionale, che ricalca esattamente queste posizioni e costituisce un ulteriore elemento di volano per lo sviluppo di questo progetto.

mercoledì 28 maggio 2008

Il Consigliere non è dipendete comunale

Spesso e volentieri mi capita di sentirmi apostrofare da persone che mi conoscono e sanno che sono consigliere comunale con frasi del tipo: “Lei che lavora in Comune…”. Niente di più falso.

Io sono di pendente di una multinazionale dell’industria alimentare con sede in Milano, ed ogni giorno mi sveglio alle 6.30 per andare in ufficio, prendo solitamente il treno alle Nord (7.36 o 8.02) ed arrivo nel mio ufficio intorno alle 9.00

Mi occupo di Sistemi Informativi, comunicazione e sicurezza e torno a casa normalmente verso le ore 19.30/20.00; solo nel dopocena mi posso occupare di politica, e molte sere sono dedicate fino a tarda ora a questo servizio.

Dunque, in Comune ci vado relativamente poco, solo il sabato o nei giorni di consiglio o commissione. E’ evidente che non frequento uffici, non conosco funzionari se non per il fatto che ci vediamo nelle occasioni ufficiali, moltissimi dipendenti comunali non mi conoscono e non sanno nemmeno chi sono.

Questo capita anche alla maggior parte degli altri consiglieri e assessori: credo tutti siano lavoratori privati o autonomi, professionisti, esercenti, che vivono del loro lavoro e non dei compensi (sempre più magri) che forniscono i gettoni di presenza o le indennità di funzione.

Io ho scelto liberamente e ben prima del caos generato dalla pubblicazione dei redditi del 2005 da parte dell’Agenzia delle Entrate, di dichiarare il mio reddito personale, evidenziando cosa percepisco dal lavoro dipendente e quanto dall’attività politica: basta andare sul mio sito per trovare questi dati, aggiornati di anno in anno

( http://www.alessandro.berteotti.name/P_REDDITI_PERSONALI.htm ).

martedì 27 maggio 2008

La democrazia e la partecipazione

Nell'approcciare questo blog mi ero dato alcune regole: una di queste era di non tornare sull'argomento del giorno precedente per riprendere il medesimo tema. Eppure oggi voglio apparentemente contraddirmi, perchè nei commenti al pezzo di ieri sono stati sollevati alcuni temi che sono da considerare con grande obiettività.

Io capisco ed ammiro la passione che anima chi produce un impegno di qualsiasi genere, nello specifico per affrontare la questione dell'autosilo e della piazza Vittorio Emanuele, ma come al solito si rischia di fare confusione tra chi, parimenti, esprime la propria opinione, per quanto diversa da quella manifestata da altri, e chi invece semplicemente ignora o con leggerezza superficiale lascia le cose scivolare lontano da se.

Io credo che l'amarezza di queste persone vada manifestata non tanto e non solo nei confronti di chi lascia spazi di discussione, di confronto fra le diverse parti, ma verso chi semplicemente si volta dall'altra parte per non guardare.

Il vero male della nostra società è l'indifferenza, il deserto che ormai fa da confine alle nostre menti ed al nostro cuore, al conformismo, alla semplificazione delle idee perchè pensare da soli fa venire il mal di testa ed avere una propria opinione costa fatica.

Io credo che dovremmo giocare contro questo dilagante conformismo una battaglia comune e riconoscere non ciò che è ovvio (l'essere antagonisti nelle opinioni), ma ciò che ovvio non è (attaccare insieme e vincere l'indifferenza).

E perchè questo abbia maggiore valore, dovremmo anche imparare a non denigrare, per semplicità, l'avversario politico, ma a renderci conto che chi ci osserva si aspetta contenuti di rilievo nei nostri discorsi, fatti e riscontri.

La partecipazione tanto auspicata non potrà avvenire se non vi saranno presupposti tali da giustificare il fatto che un qualsiasi cittadino dovrebbe rinunciare a parte del proprio tempo libero, alla famiglia, al proprio divertimento, per fare qualcosa per la città insieme agli altri.

Questo nasce anche e soprattutto dal nostro comportamento, evitando di assumere atteggiamenti da Porta a Porta. Diversamente la prossima volta il disinteresse dei cittadini verso qualsiasi consultazione sarà anche maggiore.

lunedì 26 maggio 2008

Dal Referendum al PGT

Abbiamo appreso questa mattina l’esito del Referendum su Piazza Vittorio Emanuele e scopriamo che meno del 9% dei cittadini ha votato e che di questi circa l’88% era per il NO, per un totale di 5.000 persone. E’ necessario e doveroso fare qualche riflessione su questo fatto.
La prima è che malgrado gli appelli al voto, pur significativi, il quorum non è stato raggiunto, ma questo sarebbe stata impresa epica se consideriamo l’attenzione che la città ha dato a recenti referendum nazionali, di ben altro livello comunicativo ed emozionale.
Quello che invece mi auguro è che questo referendum abbia scosso l’attenzione della città sul problema dell’urbanistica ed in prospettiva su ciò che accadrà con il prossimo Piano di Governo del Territorio.
Se finora pochi e selezionati cittadini hanno potuto partecipare ai primi atti pubblici che riguardano il PGT, occorre che essi siano meno oggetti e più soggetti, avendo chiaro che ognuno e ciascuno può portare la propria esperienza in questo processo di disegno della nuova città.
Si parla tanto di partecipazione, ma poi sono pochi quelli che veramente partecipano.
Questa costante va invertita, attraverso una migliore comunicazione e migliorando la comprensione dei motivi che portano la gente ad estraniarsi dai fatti pubblici attribuendo deleghe in bianco per poi scoprire che erano mal riposte.
La città è come noi la vogliamo e come noi decidiamo che sia, basta applicare la democrazia e non la demagogia. Anche su questo si dovrà fare una riflessione seria.

domenica 25 maggio 2008

Il ritorno del nucleare

E' di questa settimana l'annuncio del Governo di voler tornare al nucleare, di voler ripartire con un progetto che porti a mettere la prima pietra di nuove centrali di terza generazione entro cinque anni. L'argomento meriterebbe ben più che queste poche righe, ma come al solito il mio intento è getttare il sasso nello stagno per scuotere le coscienze e attivare la discussione.

Dico subito che personalmente sono fermamente contrario al nucleare almeno fino a quando non verranno risolti i problemi delle scorie. Queste hanno due grossi difetti: il primo è che impiegano 10.000 anni a dimezzare la loro carica nucleare, il secondo che sono il combustibile di base per la fabbricazione di ordigni nucleari, compresi quelli cosiddetti “sporchi” che tanta paura fanno ai servizi segreti di tutto il pianeta.

Lo stoccaggio delle scorie è il primo vero grande ed irrisolto problema del nucleare, non dimentichiamocelo.

Su problema come tale, al di là delle mie personali considerazioni, è assolutamente necessario che una decisione di questo tipo non venga presa solo dall'attuale Governo, ma esso agisca di concerto con tutte le forze politiche sul piano di medio-lungo termine. Infatti, il mandato governativo dura solo cinque anni e non vi è alcuna certezza sul fatto che tra cinque anni ve ne sia uno dello stesso colore e delle stesse convinzioni dell'attuale. Si rischierebbe di vedere buttati al vento anni di tempo e miliardi di euro senza raggiungere alcun risultato.

La questione diventa imbarazzante se si tiene conto che nelle stesse ore in cui il Governo faceva questo annuncio, le agenzie internazionali battevano la notizia che nel mondo l'eolico aveva superato il nucleare in termini di investimenti ed efficienza.

Se calcoliamo i progressi fatti negli ultimi cinque anni dalla politica di sviluppo delle fonti alternative al fossile (petrolio-carbone) e le prospettive di crescita a livello mondo, scopriamo che in termini di efficienza-sviluppo tra 10 anni, ovvero il tempo necessario affinchè la prima centrale del nuovo corso nucleare italiano prenda l'avvio, potremmo trovarci con progressi tali da parte delle energie riciclabili che renderebbero inutile il nucleare. Sarebbe davvero una beffa, considerando anche che non abbiamo ancora la tecnologia per spegnere il nucleo dei reattori...Voi cosa ne dite?

sabato 24 maggio 2008

Partecipa al progetto "Busto Digitale"

Questa volta parlo del mio blog. Avrete visto che tra le parti di servizio del blog, sulla colonna di destra, ho aggiunto una mappa di Busto Arsizio dove ho identificato i punti di maggiore interesse della città: stazioni ferroviarie, l'ospedale, le chiese storiche, i servizi, il comune, eccetera.
Ma sono tantissimi i luoghi di Busto Arsizio che meritano una segnalazione e hanno una storia più o meno antica, più o meno di pregio, ma sicuramente di interesse per la città.
I nuovi strumenti di internet hanno un fascino speciale e fantastico: permettono di vedere la città dall'alto, nella sua forma reale, come una volta si poteva fare solo con riprese aeree, costose e difficili da ottenere se si era dei privati.
Ora lancio un progetto: raccogliere dati, informazioni, fotografie, documenti utili per identificare luoghi della città, monumenti, case, palazzi, piazze, tutto quanto è nella storia della nostra città, per riuscire a fornire un"libro digitale" della città. Una piccola Wikipedia della città, che costituisca un riferimento per tutti coloro che vogliono costruire in modo moderno l'immagine della città.
Ho l'ambizione di credere che in molti vorranno collaborare. A tutti dico in anticipo il mio GRAZIE. Per contattarmi: alessandro.berteotti@tele2.it

venerdì 23 maggio 2008

L'insostenibile manutenzione del verde

Ogni anno, si sa, arriva la primavera e con le piogge e la ripresa della vitalità vegetale. Questo significa verde da mantenere, sia per quanto riguarda le piante, che l'erba e quelle formazioni vegetali che stanno alla base di molti alberi e che tecnicamente vengo chiamati "polloni".
Essi hanno il grosso difetto, in un ambito urbano, di occultare la visuale alle auto che si trovano ad uscire da una strada laterale ad una principale alberata, per cui aumenta il pericolo di incidenti anche gravi, per cui vanno rimossi con cura e per tempo, prima che creino questi disagi.
Ebbene, pare che questo eterno susseguirsi di stagioni sia poco noto ai tecnici ed agli amministratori della nostra città, dal momento che immagini come quella che vedete qui a fianco e scattata i primi giorni di maggio 2008 in via Rossini sono all’ordine del giorno (vedi a proposito articolo su Altomilaneseinrete: http://www.altomilaneseinrete.it/notizie/2008/05/04_3.htm ).
La buona volontà di alcuni cittadini porta allo sfalcio volontario di queste minacce alla sicurezza stradale, ma il problema di fondo resta l’azione del Comune, spesso inefficace o poco incisiva.
Chi controlla che i lavori vengano fatti nei tempi e nei modi previsti dai contratti?
Quali sono le sanzioni concordate in questi casi?
I cittadini che ricevono un danno da queste “disinvolte” gestioni hanno diritto ad un risarcimento ed eventualmente di che tipo?
Provate a riflettere su questi argomenti insieme a noi.

giovedì 22 maggio 2008

Dal Manuale Cencelli alla Lottizzazione politica: il caso Busto Arsizio

Oggi parliamo di Storia della politica. Durante la tanto vituperata prima Repubblica si istituì una regola non scritta, nata nel 1967 ed attribuita al parlamentare democristiano Massimiliano Cencelli, detta appunto “Manuale Cencelli”, per cui la divisione delle cariche all’interno di una coalizione avviene, come nelle società per azioni, sulla base dei rapporti di forza originatisi dalle quote di azioni possedute, quindi, nel caso politico, dai consensi (voti) raccolti.
Questo modo di distribuire cariche ed incarichi venne criticato nel tempo da molti, ma di fatto ha costituito l’unico vero modo di dirimere la questione tra i partiti; nel 1973 Alberto Ronchey, noto giornalista e scrittore, condensò questo concetto dentro l’espressione “Lottizzazione politica”, riprendendo il concetto dalle usuali pratiche di gestione del territorio.
Da almeno quarant’anni questa è la regola che tutti negano, tutti criticano, ma tutti adottano; perfino la nuova Bibbia dei delusi della politica, il libro de “La Casta”, ne sottolinea tutti gli aspetti più deleteri, primo fra tutti il mettere persone incompetenti in cariche delicate, solo per garantire equilibri poltronistici.
Questo sta accadendo anche a Busto Arsizio nella tarda primavera del 2008. Le votazioni avvenute appena due anni fa tracciavano un certo profilo politico della classe dirigente della città, che ha portato ad una distribuzione di cariche fatte sullo schema 4-3-2-1, ovvero 4 assessori a Forza Italia, 3 alla Lega, 2 ad AN e 1 all’UDC. Ma adesso gli equilibri si sono rotti con le ultime elezioni politiche e provinciali del 13 e 14 aprile. La regola Cencelli dice che al cambiare dei rapporti di forza cambiano i manovratori.
Probabilmente gli elettori non pensavano che potesse succedere questo quando hanno espresso il loro voto a favore di Centrodestra e Lega, ma di fatto è ciò che accade in questo lembo di terra lombarda dove il tempo pare essersi fermato all’epoca della Prima Repubblica.

Più che parlare di famiglia, serve lavorare per la famiglia

Sono anni che da più parti si sente parlare di un maggiore impegno per la famiglia, di difesa dei valori della famiglia, di più risorse per la famiglia.
La Costituzione italiana prevede espressamente l’istituto della famiglia e lo regola negli articoli 29, 30 e 31, nella forma di “società naturale fondata sul matrimonio”, “doveri e diritti dei genitori nei confronti dei figli” e soprattutto il 31, con le “agevolazioni economiche in particolare nei confronti delle famiglie numerose”.
Finora ben poco è stato fatto su questo versante.
Durante il consiglio comunale del 5 maggio, una deliberazione approvata della maggioranza ha posto come limite per lo status di famiglia numerosa il numero di 4 figli. Evidentemente non si conosce la realtà sociale di Busto Arsizio ed io ho contestato questo limite: solo una piccolissima parte delle famiglie di Busto Arsizio ha 4 o più figli, meno del 2% del totale delle famiglie della città, e di queste non tutte sono famiglie bisognose. Non mi è piaciuta la demagogia di questo provvedimento, che non fornisce alcuna indicazione di cambiamento, malgrado quello che dice l’amica e collega Donatella Fraschini.
Mi permetto di far notare, infatti, che questo provvedimento è stato assunto, come purtroppo quasi tutti quelli in area Servizi Sociali, sulla base delle (scarse) disponibilità economiche del bilancio, non a fronte di un reale bisogno della città. Prima di tutto dovremmo ragionare sulla definizione di “famiglia numerosa” nella società del ventunesimo secolo, quindi dovremmo fare un’analisi più approfondita delle necessità economiche reali per una famiglia, della pianificazione familiare e del limite tra “ricchezza” e “disagio”.
Questo tipo di lavoro è a mio modo di vedere totalmente assente dall’attuale contesto delle politiche familiari dell’Amministrazione comunale: sarò grato a tutti coloro che vorranno aiutarmi a ragionare su questo tipo di problematica, con la loro esperienza e la loro sensibilità.

martedì 20 maggio 2008

Si scrive Bike Sharing, si legge qualità della vita

Ormai abbiamo più termini inglesi che italiani nel nostro vocabolario, perfino i ministeri adesso si chiamano Welfare o Devolution. Al di là delle parole, il Bike Sharing è una proposta che le amministrazioni comunali di molte città italiane stanno vagliando, e che io sottoposi lo scorso autunno anche alla nostra.
Di cosa si tratta? Di “bicicletta in affitto”, per dirla in buon italiano.
Per renderlo operativo occorre che qualche società privata piuttosto che AGESP predisponga il servizio con apposite biciclette e una serie di punti di interscambio, dove sarà possibile prendere o depositare il mezzo a due ruote.
Il sistema prevede l’iscrizione degli utenti al servizio ed il versamento di una piccola quota cauzionale. Viene consegnata una tessera magnetica che verrà utilizzata per accedere al servizio, prendere o riconsegnare la bicicletta e si paga una tariffa per l’uso che si fa del mezzo: pochi centesimi di euro ogni ora, e pagamento con tessera a ricarica, col telefonino o con addebito in conto.
Ormai nella nostra città hanno chiuso tutti i depositi di biciclette che prima era possibile trovare presso le stazioni ferroviarie o l’ospedale: questo potrebbe essere un ottimo sistema per tornare ad un uso intelligente della bicicletta come mezzo alternativo della mobilità personale.
Occorre però cambiare qualcosa nelle nostre abitudini: essere meno pigri e soprattutto fare in modo che se l’Amministrazione Comunale dovesse lanciare l’iniziativa, cosa in cui onestamente non nutro grande fiducia, poi la sostenga con convinzione.
In ogni caso si dovrà tenere maggior conto nel piano urbano del traffico che si sta redigendo, di una dimensione di città che favorisca l’uso della bicicletta e di mezzi similari per creare le condizioni per una più rispettosa circolazione delle due ruote lungo le nostre strade.
Meno camion e più biciclette.

lunedì 19 maggio 2008

Bilancio di maggio, mai visto...


Non era mai successo di approvare un Bilancio Preventivo il 5 di maggio. Un terzo dell'anno è trascorso e quindi, qualsiasi fossero le modifiche che il consiglio avesse voluto proporre, esse avrebbero dovuto tenere conto di quanto già stanziato e speso in questo primo periodo di gestione ordinaria.

Io mi sono posto il problema di cosa significhi in realtà redigere il Bilancio di un Ente pubblico come un'amministrazione comunale di più di 80.000 abitanti, e mi è sembrato illuminante il discorso tenuto da Robert Kennedy all'Università del Kansas il 18 marzo 1968, ovvero più di 40 anni fa, ma che risulta di una modernità incredibile, quasi profetica.

Il testo lo potrete leggere sulla home page del mio sito: http://www.alessandro.berteotti.name/

Parlare di PIL per far capire lo sviluppo, il progresso di una nazione come gli Stati Uniti è stato geniale; ma quanto lontano da questo è l'immagine dell'attuale battaglia politica in quel paese per le primarie... vince chi sa stare in scena, non chi ha gli "attributi" politici!

E quanto stravagante è il bilancio di una città che, pur essendo tra le prime 50 in Italia per grandezza e ricchezza, sicuramente più grande ed importante di almeno la metà dei capoluoghi di provincia italiani, riesce a partorire un bilancio senza coraggio, senza una chiara linea di indirizzo, dimostrando ancora una volta che qui si vincono le elezioni, ma poi non si sa governare. Peccato.

domenica 18 maggio 2008

Cina e Myanmar, catastrofe, aiuti e dittature


La domenica è il giorno laicamente e religiosamente consacrato al riposo, ma anche alla riflessione. Nel mio blog la domenica sarà dedicata a guardasi intorno, in Italia e nel mondo, alla ricerca di ciò che la settimana ci ha proposto come temi di attualità.

Ed oggi non possiamo fare a meno di pensare alle due catastrofi che in pochi giorni hanno colpito il territorio asiatico facendo un numero impressionante di morti.

In Myanmar, ex Birmania, le ultime fonti (Reuter) parlano di 133.000 morti, ma secondo funzionari britannici, l'attuale bilancio potrebbe già essere superiore a 200.000. La situazione permane grave causa le piogge monsoniche che continuano ad insistere sul delta dell'Irrawaddy e per il colera, che purtroppo è una malattia abituale.

Il vero problema però è dato dall'esercito, che governa incontrollato da 46 anni, e che continua ad insistere di essere in grado di gestire la distribuzione di aiuti, temendo che l'influenza degli stranieri possa indebolire il proprio potere. Come per i fatti dello scorso settembre, quando i monaci furono massacrati per il loro tentativo di ribellarsi al regime; ma la loro sfortuna è di non avere petrolio o altre ricchezze naturali, tali da convincere gli Stati occidentali ad essere meno accondiscendenti con i militari e più continui nella pressione politica verso questi stati.

In Cina la situazione è parimenti drammatica. Il peggior terremoto che abbia colpito la nazione negli ultimi 60 anni, un'altra catastrofe di almeno 100.000 morti, che potrebbero anche in questo caso diventare di più per le condizione geologiche instabili della zona, per il grappolo di scosse che ancora si stanno accanendo con una violenza terribile, per i pericoli derivanti dalle dighe danneggiate e per la lentezza dei soccorsi. Anche qui il regime non offre possibilità di interventi diretti stranieri e questo accade proprio nell'anno delle Olimpiadi.

Tra i due disastri la distanza è di meno di 2.000 chilometri, quasi a significare che su quelle povere popolazioni la catastrofe, seppure diversa nel tempo e nelle circostanze, abbia voluto colpire chi già vive nel dolore.

Per questo la nostra solidarietà non può mancare, né con il pensiero, né con l'azione concreta.

sabato 17 maggio 2008

Piste ciclabili, sconosciute a Busto Arsizio

Pare che le biciclette non siano gradite a Busto Arsizio. Le strade comunali sono disseminate di buche che mettono a repentaglio la sicurezza sulle due ruote, oppure sono strette, soprattutto nei centri storici, ed il gran numero di veicoli che sfiorano le gambe dei ciclisti non danno certo un senso di serenità.
In periferia sono i mezzi pesanti a infondere paura, sia per la stazza che per la velocità con cui percorrono alcuni tratti di strada, ormai divenuti tristemente famosi, come ad esempio la strada verso il cimitero di Sacconago.
Basta vedere le statistiche degli incidenti per rendersi conto che le biciclette sono spesso vittime (ahimè) negli incidenti più gravi: uno degli ultimi è avvenuto alla piazza della Rotonda a Sacconago, dove un automezzo pesante ha tamponato violentemente un ciclista, uccidendolo.
E' naturale allora chiedersi chi e come stia aiutando i ciclisti; che fine ha fatto il piano delle piste ciclabili della signora Paola Reguzzoni, storico ed altolocato esponente leghista.
In realtà, tutte quelle che sono state realizzate finora sono state una enorme delusione: la ciclabile sul marciapiede di viale Boccaccio, dove le biciclette rischiavano di investire le persone che uscivano di casa; la ciclabile di viale Stelvio, un autentico sconcio progettuale, che ancora adesso lascia costernati nel vedere i problemi che provoca al traffico.
Ultima, ma forse anche la più scandalosa, la ciclabile per eccellenza dall'obitorio al cimitero centrale. Realizzata con fondi FRISL, quindi pubblici, non è mai stata completata (un tratto di una cinquantina di metri di fronte al civico 11 di viale Trentino non fu mai completato ed ora è semplicemente asfaltato). Lungo il suo percorso vi sono negozi commerciali che espongono merce o tavolini; diversi palazzi hanno l'entrata del passo carrabile sulla stessa e, avendo uscite cieche dietro a muri pieni, rischiano ogni volta di travolgere chi passa con la bicicletta.
Inoltre, il tratto della ciclabile è spesso usato come parcheggio anche di giorno da chi risiede lungo i viali costeggiati. E per finire, buona parte del fondo ciclabile è pieno di buche e di corrugamenti creati dalle radici degli alberi che ne hanno spaccato il delicato tappeto.
Vista la crisi del petrolio, molti stanno pensando di tornare a rispolverare vecchie biciclette, ma nello stesso tempo si chiedono con quale spirito andare per le vie della città, con quale sicurezza.
Tornerò sull'argomento per parlare di altre situazioni che coinvolgono il mezzo a due ruote, ma nel frattempo, se avete qualche cosa da dire su questo tema, sentitevi liberi di mandare i vostri commenti!

venerdì 16 maggio 2008

Per qualche dollaro in più?

Durante il consiglio comunale del 5 maggio 2008 sono state dette moltissime cose interessanti, ma poi la stampa ha riportato solo dalle tensioni in maggioranza per l’approvazione del Bilancio e dalla polemica innescata sulle caotiche operazioni di voto.
Tra le altre cose, in quel consiglio, feci un’affermazione che ritengo ancora adesso importante: basta caccia alle streghe con la storia della Casta dei consiglieri comunali e dei ricchi “stipendi” che vengono loro elargiti.
In questi ultimi mesi ho sentito cose veramente vergognose dette contro i consiglieri: che ci siamo aumentati lo stipendio svariate volte, che prendiamo indennità milionarie… per mettere le cose a posto, credo sia necessario conoscere. Ed allora diamo i numeri.
Oggi i consiglieri percepiscono un gettone di presenza per ogni seduta di consiglio e di commissione, pari a 52,70 euro lordi, cui si attuano le trattenute alla fonte di legge ed il totale del percepito viene conguagliato con le altre entrate nelle dichiarazioni fiscali di ognuno.
E’ stata abolita la possibilità di optare per l’indennità forfetaria di 270 euro al mese, eventualmente mensilmente decurtata proporzionalmente al numero di assenze non giustificate.
Un consigliere che voglia fare decorosamente il proprio lavoro deve dedicare alcune ore alla settimana per prepararsi a consigli e commissioni, oltre che sentire la gente, relazionarsi con il gruppo e con gli organi di partito.
Insomma, al nostro livello, fare politica è un costo oltre che una passione, a cui sacrifichiamo troppo spesso la famiglia. Allora difendo con forza quelle poche centinaia di euro che restano nelle mani dei “pèones” della politica, quali noi consiglieri comunali siamo. Sono disposto a dare massima trasparenza ai miei redditi, come ho già dimostrato coi fatti ben prima che lo facesse di forza il Ministero delle Entrate, ma con orgoglio reclamo più rispetto e considerazione per quanto facciamo.

giovedì 15 maggio 2008

Il Referendum per Piazza Vittorio Emanuele 2°

L'argomento del giorno è proprio il Referendum sulla sistemazione della Piazza Vittorio Emanuele 2°, di cui la città sente parlare da molto tempo come fatto rilevante, ma che temo ai più sfugga come significato vero.
In realtà vi è un po' di confusione, assimilabile al famoso dilemma se sia nato prima l'uovo o la gallina. Nel nostro caso, se lo spostamento del monumento sia un'opportunità o un vincolo, dettato dalla necessità di realizzare una zona pedonale con un silo per auto esattamente sotto l'area della piazza Vittorio Emanuele.
Per chi non ricordasse i dati storici, diciamo che il Piano Regolatore datato 1973 prevedeva già ben 35 anni fa la realizzazione dell'autosilo in quel punto, e che i sindaci succedutisi da allora (tra cui il Sen.Rossi, che da sempre ho in grande ammirazione) non hanno mai rimosso quel vincolo, anche quando ne ebbero la possibilità.
A prescindere dai pareri della Sovrintendenza Belle Arti, che sono a mio parere sempre soggettivi, tutti possono da soli rilevare che lo stile del monumento, opera di epoca moderna datata esattamente 50 anni fa, non ha nulla a che vedere con l'ambito della seicentesca piazza di Palazzo Marliani.
Di fatto invece, e questo sì ha una enorme rilevanza per la città, è necessario operare al più presto un piano di riordino urbanistico e di recupero della zona che va dalla piazza alle chiese di San Giovanni e Santa Maria, oltre che quella che arriva fino alla chiesa di San Michele.
Questa profonda ferita che solca il centro cittadino, fatta di case fatiscenti se non veri e propri ruderi, cortili squallidi e rifugio per senzatetto o senza dimora, non fa certo onore alla nostra città.
Ma per renderci conto di come effettivamente la gente percepisca questo momento, ho aperto un mio piccolo sondaggio "online", in cui chiedo ai cittadini di esprimersi sulla questione.

mercoledì 14 maggio 2008

Consiglio Comunale del 13.5.2008

Chi riesce a resiste per l'intera serata in Consiglio come pubblico è un eroe. Un conto è starci da consigliere, un altro assistere a spettacoli di basso profilo come quello di ieri sera.

Da troppo tempo il Consiglio comunale è un'assemblea di facciata, che non produce risultati per la città. Avere cambiato il regolamento ha dato qualche segnale positivo, ma di certo quello che contà è l'atteggiamento dei gruppi e dei singoli consiglieri.

Se è possibile un paragone, dai tempi del monocolore leghista ad oggi, l'avere frammentato le linee di pensiero a livello personalistico, ha tolto forza al consiglio, troppo spesso intento a spendersi in inutili polemiche. Audio Porfidio è un esempio, ma non l'unico: ci sono anche i Corrado, i Rosa, i Cornacchia che per buona parte della serata scandiscono in proprio i tempi del confronto.

Diventa perfino imbarazzante riuscire ad intervenire nel discorso, anche perchè molti sono gli interventi che, come in ogni talk-show che si rispetti, avvengono senza avere la parola e mentre sta parlando un altro oratore.

Di certo per regolamento non si può creare rispetto ed educazione.

Ma quello che colpisce è anche il brusio di fondo che dentro e fuori il consiglio si coglie per quasi tutto il tempo: tutti parlano con tutti, quasi disinteressati a quanto si sta dicendo, a prescindere da cosa e chi sta parlando. Non è accettabile questo, ed il Presidente Speroni ha sicuramente le sue colpe. Forse è giunto il momento di fare punto e accapo.

martedì 13 maggio 2008

Benvenuti nel BerteBlog

Benvenuti nel mio nuovo Blog.
Credo con questo di avere chiuso il cerchio della comunicazione con i cittadini della mia città e non solo, perchè Busto Arsizio è parte di un territorio noto come AltoMilanese, che è parte integrante della ricca Lombardia, profondo Nord dell'Italia.
Apriamo un canale di comunicazione che integra quello del sito personale (http://alessandro.berteotti.name): incontriamoci!

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