Alessandro Berteotti

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giovedì 18 febbraio 2010

TARSU ed effetti collaterali

Riprendo l'articolo che un amico ha scritto lo scorso 12 febbraio sull'Informazione perchè credo che sia di una chiarezza esemplare, esempio di come un cittadino attento dovrebbe sempre ragionare in virtù della propria intelligenza e non di ciò che altri gli vorrebbero far credere...

In questi giorni ho avuto la necessità di seguire la pratica di accertamento della TARSU, pervenuta a mia suocera, per un appartamento di proprietà, più soffitta, in una palazzina che ha quasi 50 anni di età.
Nell'avviso di accertamento, una voce indica Categoria C/2 - Superficie 16 (mq) e si riferisce ad un locale chiaramente indicato nella pianta catastale come "piano sottotetto".
Dato che per tali locali, se adibiti a deposito/ripostiglio, la superficie tassabile è solo quella di altezza superiore a 1,50 m, abbiamo richiesto un sopralluogo; ne è risultata una superficie calpestabile reale di 12 mq, ma trattandosi di un locale d'angolo del sottotetto con due spioventi, solo 3 mq sono risultati tassabili!
Si tratta di 13 metri quadrati di differenza, per i quali, in assenza di una contestazione, era stato richiesto il pagamento dei sei anni passati, con relativa mora, e per i quali sarebbe stato richiesto il pagamento anche negli anni futuri.
Alla mia richiesta di chiarimenti in proposito mi è stato spiegato che "le piante catastali utilizzate non riportavano l'altezza di tali locali".
Immagino che tale assenza sia giustificata dal fatto che tale dato, semplicemente, non fosse necessario in sede di presentazione al catasto.
In sostanza è risultato evidente che, in assenza di dati sufficienti, la superficie tassabile era stata conteggiata nella sua totalità.
In questa palazzina le soffitte sono undici, possiamo pensare che la Andreani Tributi rettifichi autonomamente tali errori? La risposta è senz'altro no.
Un'altra soffitta della stessa palazzina era stata controllata due settimane prima, constatando la pendenza del tetto, e ne era stata misurata l'inferiore superficie realmente tassabile.
Ciononostante è stato necessario, anche per mia suocera, richiedere la verifica della superficie e, solo a seguito del controllo effettuato, la superficie realmente tassabile è stata misurata, inferiore di 13 mq a quanto inizialmente accertato!.
Io non so quanto questo fatto sia contestabile al punto da invalidare gli accertamenti emessi; immagino che alla proclamata esperienza della Andreani Tributi corrisponda una consolidata garanzia di legalità.
Su Internet si leggono cose come: "Tuttavia la possibilità per l'ente impositore di effettuare per tale tipologia di superfici la presunzione di rifiuti non preclude all'utente di dimostrare nel caso concreto, ai sensi del citato art. 62, comma 2, l'inidoneità del locale a produrre apprezzabili rifiuti (inversione dell'onere della prova)".
Di sicuro l'Andreani Tributi, pur essendone a conoscenza, non ha fatto nulla per rettificare un evidente, ripetuto, errore, ma probabilmente non ne aveva il dovere.
Inoltre, se veramente l'Andreani Tributi riceverà, da contratto, una percentuale sulle imposte recuperate, finirà col trarre ingiusto profitto da queste situazioni.
Lascio ad altri, più esperti di me in materia, la valutazione di eventuali aspetti legali.
Alzando lo sguardo ed osservando quante abitazioni della città, specie di non recente costruzione, dispongono di sottotetti a due o quattro spioventi, ragionevolmente utilizzati come "soffitte" (e non trasformati in mansarde attrezzate), bisogna concludere che, se regolarmente accatastati, saranno anche questi stati "ingiustamente" conteggiati come piene superfici utili ai fini del calcolo della Tassa sui Rifiuti, senza poter tenere conto della loro reale altezza, visto che tale dato non era disponibile.
Certo che chi abita case magari più vecchie, ed è probabilmente più anziano, e non dispone delle sufficienti conoscenze, amicizie o capacità, finirà facilmente col pagare, senza contestare l'accertamento ricevuto, sia per il passato che per il futuro, molto più di quanto realmente dovuto.
L'importante è che l'Amministrazione Comunale, che ha scelto tale strada per combattere la lotta all'evasione, sia consapevole del fatto che, se la guerra sarà così facilmente vinta, vi saranno dei "danni collaterali", che sono storicamente sempre stati considerati "accettabili" da chi la guerra l'aveva dichiarata, ma mai da chi li aveva subiti.
Nell'articolo del 18/12/2009 dal titolo "Al via la campagna di accertamento sulla TARSU", pubblicato sul sito del Comune di Busto Arsizio, si legge: "Non c'è nessun intento "di fare cassa", ma solo il desiderio di evitare che pochi disonesti possano gravare ingiustamente sui molti contribuenti onesti" osserva l'assessore al Bilancio Giovanni Paolo Crespi"...... chissà cosa sarebbe successo, in caso contrario!

1 commento:

Mario ha detto...

Buongiorno,
sono anch'io una 'vittima' delle cartelle TARSU a Busto.
Ho letto il suo intervento con interesse, mi sono ritrovato in una situazione simile:mi e' stato contestato per piu' di 1000 euro un sottotetto (una soffitta!) non abitabile (che 20 anni fa non mi era stato detto di inserire nella dichiarazione x la nettezza urbana). Come se non bastasse, il mio vicino di casa (identica situazione) si e' visto contestare gli ultimi 5 anni, mentre per me il conteggio torna indietro agli ultimi 6 ! Un vero mistero. Si sa qualcosa di piu'? Naturalmente andro' a chiedere chiarimenti all'Ufficio. Una cosa , a questo punto: Le risulta che abbiamo diritto a chiedere al nostro ineffabile Comune il rimborso dell'IVA sulla TARSU versata negli ultimi 10 anni? Stando cosi' le cose, non intendo 'regalare ' niente a nessuno! Grazie se mi potrà rispondere.

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