Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

lunedì 21 ottobre 2013

Non di sola Sanità morirà l'uomo....

Qualche giorno fa ho avuto occasione di frequentare una clinica di Como, Villa Aprica. Per un piccolo intervento ortopedico in Day Hospital, sono dovuto restare in clinica per 12 ore.
Vista la collocazione della clinica, sulla costa del monte che sovrasta la città, e la durata della degenza, ho preferito parcheggiare dentro l'unico piccolo parcheggio disponibile in zona, anche indicato proprio nell'accesso alla clinica, onde evitare multe o peggio.
Un parcheggio davvero piccolo e scomodo, sia in entrata che in uscita causa la pendenza del raccordo con la strada, accesso che dà su di una via stretta e a senso unico, dove non parcheggiano probabilmente i dipendenti della clinica. Già, perchè loro sanno che parcheggiare lì costa due euro l'ora. Ma non ci sono alternative, se non fare un lunghissimo pezzo a piedi o rischiare appunto danni maggiori.
Così, alla fine, ho pagato 24 euro per poco meno di 12 ore di sosta.
Ora mi chiedo: è possibile che possa sussistere una situazione del genere? Qual è il livello di tutela del consumatore che viene posto in atto dall'ente comunale, quale alternativa valida, quale controllo?
Non mi è mai capitato di vedere in un parcheggio un costo tanto elevato e senza una modularità a scalare nel conteggio orario, fino a formulare un tetto di spesa massimo per soste lunghe.
Chi può imporre una simile gabella vive in una condizione particolare di libertà (e tutela) nell'imporre simili tariffe, sapendo che non esiste una forma di concorrenza valida che permetta di abbassare i costi, e non viene esercitata alcuna pressione dagli enti comunali o provinciali (trattandosi di Como, è anche capoluogo di provincia) per abbattere un costo che viene a pesare, tra l'altro, su persone che necessitano di cure a vario livello.
Credo anche che, nella particolare situazione economica attuale, una simile situazione non sia tollerabile. E non credo che possa essere invocato nemmeno il diritto privato, in questa situazione: se si tratta di un servizio, come tale dovrebbe essere erogato e garantito.
Ma per quanto visto, non credo che possa essere trattato da questo punto di vista.
Mi chiedo quante situazioni di questo tipo esistano in Italia e se non sia il caso di assumere, da parte delle autorità competenti, misure atte a limitare questo fenomeno. Almeno, me lo auguro.

venerdì 9 agosto 2013

Volano entrambi, però...

Visto che ci ho ripreso gusto a commentare fatti e situazioni, mi sembra giusto riprendere un concetto molto semplice che in queste ora divampa proprio come gli incendi che l'hanno generato.
Si tratta di questo: spendiamo un fortuna per acquistare F35 da guerra, velicoli sofisticati che difficilmente potranno aiutare gli italiani in situazioni difficili e pericolose, ma tagliamo i Canadair che aiutano a spegnere gli incendi.
Se la Regione Sardegna si indigna, ha ragione. Ma non lo deve fare solo la Regione Sardegna, perchè quelle migliaia di ettari di territorio che bruciano non sono solo di quella splendida isola, ma di territorio italiano per il quale tutti ci dobbiamo sentire parte e al mantenimento del quale tutti contribuiamo.
Non sono solo i Sardi, quindi, che insorgono e chiedono al ministro Mauro di ripensarci, ancora una volta, a quel benedetto acquisto scellerato di aerei da guerra, ma tutte le persone di buona volontà che ai muscoli di acciaio preferirebbero  avere la forza della tecnologia a prendersi cura del territorio, delle risorse e delle persone.
Non mi sembra ci voglia un mostro di intelligenza per tutto questo, forse basterebbe solo un briciolo di buon senso che la nostra classe politica, nel solco di una presunta difesa degli interessi nazionali (?? di chi ??) e di impegni assunti (altri li cancellano senza problemi), contraddice alla volontà popolare ed assume di fatto oneri che il popolo sovrano non ha loro concesso.
E' vero che si tratta di aerei, ma personalmente preferirei avere più Canadair, eliambulanze e mezzi per Polizia e Carabinieri che non fantastici F35 da guerra totale. Ma io sono solo un poeta...

lunedì 5 agosto 2013

Il tempo di capire

Da molto tempo non scrivo su questo blog, da inizio anno per la precisione. E nei mesi precedenti mi era già venuta meno la passione per l'agone della politca, per le discussioni che troppo spesso trovavo (e trovo) sterili e omologate.
Ma credo che di fronte ad alcuni fatti di questi giorni, forse riuscirò a stupire i miei vecchi lettori tornando sulla scena con questa mia riflessione, che forse si unisce al coro delle tante altre che si saranno fatte sugli avvenimenti di questi giorni riguardo la condanna di Berlusconi e le sue esternazioni che ho immancabilmente evitato di ascoltare e di leggere. mi sono bastati alcuni flash da telegiornali e leggendo al contrario i giornali dei miei vicini di treno. Mi scuso con loro e li ringrazio per il loro involontario contributo a questo pezzo.
Il fatto è che personalmente sono stufo di Berlusconi al punto che non mi frega un accidente che lo mettano in galera, ai domiciliari o lo mandino a fare servizi sociali in una comunità di minori femminile. Vada la diavolo, se vuole, ma sparisca lui e tutti quelli che con lui o contro di lui stanno mandando in malora il Paese. Per cominciare, è già sparito il famigerato titolo di Cavaliere, ed immagino il panico che ha investito i giornalisti....
Sparisca la Fornero che ha rovinato la vita ai cinquantenni e ai ragazzini, allo stesso modo. Sparisca chi prima di lei e come lei aveva fatto riforme del lavoro a metà, dando e lasciando sempre di più la possibilità di usare manovalanza giovanile in quantità e a buon mercato, anzi ottimo.
Sparisca la Lega e tutti quelli che pensano che il mondo sia fatto solo da bianchi e per i bianchi, perchè presto, volenti o meno, saranno anche in Italia una maggioranza relativa e quindi una minoranza. Ciò però spaventi nessuno e di fatto non cancella la leale e civile convivenza tra le persone.
Spariscano gli evasori e coloro che credono che un Governo marcio sia la ricetta migliore per continuare a fare i loro sporchi affari e magari comincino a pagare le tasse.
Spariscano i preti pedofili e affaristi, lobbisti e ammanicati col potere, perchè di loro non è il Regno dei Cieli, ma nemmeno quello sulla Terra.
Spariscano i venditori di sogni che rendono la realtà falsa e distorta, che mettono in una macchinetta o in un biglietto l'illusione di una vita ricca e felice con l'unica certezza di trovarsi più poveri di prima.
Vorrei spariscano ancora tante altre figure marce e squallide che invadono le nostre vite, ma temo che già così rimarrebbero pochissime persone in questa Italia, davvero molto poche. Forse non ci sarei più nemmeno io tra loro, così come tanti che mi leggono o mi hanno letto.
Il mio silenzio di questi mesi era per cercare di mettere a fuoco cosa non ha funzionato in questi anni, nella nostra vita e nella nostra società. Siamo tutti stanchi e stufi, ma di fucili in piazza non ne vanno e non ne andranno, almeno fino quando avremo la sensazione che sarebbe più quello che avremo da perdere che da guadagnare.
Gli ideali sono lontani, spariti nella nebbia del tempo. Oggi basta un imbonitore che passa per strada e dica due cose "contro" che già ha il nostro consenso per la prossima settimana. Chi potrà aiutarci a ricostruire, se il peso di chi oggi tiene le fila è più grande della nostra forza per spostarlo?
Resteremo per sempre prigionieri della nostra inerzia? Nemmeno le parole più grosse ci fanno più paura? Certo.
I nostri padri e nonni hanno fatto la guerra, ne conoscono gli orrori e le devastazioni; i loro figli e nipoti la fanno nei videogiochi. Per loro morire vuol dire solo aver speso una vita e poter ricominciare. Ma non è così.
Non è nemmeno con la paura che ricominceremo, ma con la forza flebile di un pensiero, di una scelta che diventa importante perchè costruisce un progetto.
E' il tempo di capire che se non torniamo a vivere il nostro tempo, non avremo più tempo da vivere.
E' tempo di capire che la nsotra vita e la nostra felicità hanno ancora senso pur nella distanza delle idee e delle visioni, ma nell'unità dello scopo di crescita e di progresso.
I particolarmismi spaccano e dividono, noi abbiamo bisogno di sincera partecipazione.
Mi auguro che qualcosa possa cambiare, me lo auguro per i nostri figli e nipoti.

venerdì 4 gennaio 2013

Pendolari Express: un fallimento

Già fallito l'esperimento del Lombardia Express, iniziato da meno di quattro mesi. Era sperimentale, certo, ma questo fatto conferma ancora una volta che i pendolari ne sanno molto di più di coloro che pretendono di offrire il servizio attraverso stupefacenti effetti speciali.
Chi aveva criticato da subito questo servizio, lo aveva fatto a ragione. E ancora di più dovrebbe essere ascoltato chi viaggia sulla linea di Malpensa, dove lo stesso servizio viene tenuto in vita solo e proprio dai pendolari, perchè a diversi anni dall'inizio del servizio del Malpensa Express, solo grazie ai pendolari si riesce ad avere un minimo di passeggeri garantito. E qui da anni si pagano prezzi esosi per avere un servizio apparentemente decente.
Se infatti pensate di sedervi su di un comodo treno e godervi un viaggio tranquillo e puntuale, pagando una tariffa da aereo, forse vi sbagliate. Perchè? Ma per il semplice motivo che i treni che normalmente vi circolano sono molto ampi e comodi, ma se salgono turisti con bagagli in orari di punta, si rischia la lite, tanto per dirne una. I turisti tendono a tenere i bagagli vicino a se, addirittura sui sedili. E stiamo parlando di valigie o borsoni di grandi dimensioni, non delle valigette 24ore che sono tipiche degli impiegati.
Il pendolare arriva sul treno fermo al capolinea per la partenza e non trova posto per sedersi, chiede gentilmente di aver spazio ed il turista sbuffando sposta il proprio bagaglio, ma non lo pone delle aree destinate a questo scopo: sa infatti il turista che potrebbe non rivederlo più alla fine della corsa.
Per cui si tiene i bagagli in braccio, o libera solo parzialmente i sedili, sino a che arrivano i pendolari dell'ultimo minuto i quali pretendono vengano liberati quegli ultimi posti disponibili. E qui si sentono le battute più varie: da "i bagagli non sono stanchi per occupare un sedile", a "Lei non ha lavorato tutto il giorno" o viceversa "Lei non deve lavorare tutto il giorno", fino alla mitica "tanto i bagagli non glieli ruba nessuno".
Anche molta gente nelle fermate intermedie resta in piedi. Sopratutto nei periodi in cui si sommano i pendolari lavoratori con i pendolari studenti, che possono arrivare in alcune corse ad avere lo stesso numero di persone in piedi e sedute.
E nei treni ordinari, quelli non definiti Express? La situazione da deportati presso i campi di lavoro non è molto lontana dalla realtà. Ora pensate a chi deve arrivare al lavoro stipato dentro questi treni, magari pagando una tariffazione non proprio così economica, d'estate con i profumi più vari, d'inverno spesso in carrozze gelate, quasi sempre su carrozze mediamente sporche (anche per la maleducazione dei pendolari, però, va detto) ed avendo avuto un aumento del 25% solo negli ultimi due anni, con la promessa di un servizio migliore... e oggi rischiano di non trovarsi più nemmeno il treno da pendolare, perchè mancano i soldi...
Forse vogliono convicerci che il servizio, per pur scadente che sia, è meglio del fatto che non ci sia servizio. Filosofia di bassa lega. Anzi, a proposito di Lega, mi hanno fatto veramente incazzare da pendolare (è vero, non li voto e faccio fatica a considerare la Lega un partito politico) vedere i nuovi manifesti elettorali di questa formazione: il tema è "Tratteniamo i soldi (75% - si può) senza mandarli a Roma". Ma chi ha governato la Lombardia negli ultimi 20 anni? E chi ha governato il Paese per 10 anni negli ultimi 12? Chi ha creato buchi di bilancio enormi, chi ha portato l'Italia sull'orlo del baratro fiscale, chi ha rubato sia a Roma che a Milano in modo vergognoso? Proprio loro, i leghisti duri e puri che continuano imperterriti con i loro slogan che ormai sono solo polverosi proclami. Il non fare ha vinto sul fare. L'idiozia sulla ragione. Smettetela di giocare con la nostra pazienza, che è alla fine.
Esattamente come questo Lombardia Express, nato da una logica di lusso in un momento di magra, nato per dare sprint mentre tutto si ferma. Un tempismo perfetto, condito in salsa di inefficienza. Visto e considerato il disastro generato nel mese di dicembre sulle Ferrovie Lombarde. Complimentoni e auguri, Luigi Legnani (nuovo Amminstratore Delegato di Trenord).

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