Alessandro Berteotti

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martedì 9 settembre 2008

La politica e l'idiota

Ieri sera intorno alle 23, su RadioDue, durante la trasmissione Decanter ho sentito una riflessione estremamente seria e stimolante sulla politica. Il tema era nato dal suggerimento dato dal presentatore circa un libro di un autore spagnolo, il quale cerca di spiegare in modo semplice la politica ad un immaginario figlio.
Già questo è un fatto straordinario: cercare di spiegare la politica a tutti, di farne capire il reale significato e l'importanza a sostegno della democrazia. Sempre il presentatore ragionava sul termine "idiota", che in greco significa praticamente "colui che se ne frega", non si interessa, è avulso dalle cose.
E quindi, la differenza tra la politica intesa dai latini e dai greci: i primi davano "panem et circenses" ai cittadini, spettacoli e cibo in cambio di un implicito disinteresse alla politica, esercitata in realtà, per lunghi secoli, da un ristretto numero di persone; i secondi, che hanno sempre inteso la politica come espressione di tutti i cittadini, "polis" (ovvero città, come i greci era organizzati in città stato come Atene e Sparta) intesa come "tutto e tutti".
Vedendo questi due modelli, viene da credere che la società italiana ha largamente adottato il modello latino. Divertimenti a tutti, pane forse comincia a mancare, ma quando un blog raccoglie quasi 1.000 commenti per i fatti di domenica scorsa al Gran Premio del Belgio, mentre i fatti della politica locale e nazionale, sebbene di interesse estremo per il nostro futuro, non raccolgono che pochi commenti da parte di appassionati della politica, significa che esistono milioni di idioti politici.
Questo mi conforta, per certi versi, sulla validità della proposta di queste "pillole" di riflessione, e mi rassicura sul fatto che esista ancora qualcuno che non è per nulla idota (nel senso greco).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quello che sgomenta nell'attuale panorama nazionale è l'assoluto disinteresse della gran parte della gente ai problemi veri e reali e la larga attenzione, di contro, ad argomenti di nessun rilievo oggettivo(il calcio, il gossip, le veline ecc). Quello che è più grave è che il fenomeno è più accentuato nelle giovani generazioni che sembrano refrattarie, nella loro larga maggioranza, a qualsiasi impegno cerebale( e quindi idioti)Come se ne esce non lo so anche perchè oltre 30 anni di televisione commerciale(vi comprendo larghissime fette di produzione rai)e la scarsa lettura dei quotidiani hanno prodotto guasti profondi e difficilmente rimediabili. Inoltre la scuola ha perduto la sua funzione "pedagogica"(ma non sono le misure proposte dalla ministro Gelmini quelle idonee ad invertire la tendenza)e la famiglia ha abdicato in gra parte alla sua funzione educativa.
Ricordo soltanto che l'impero romano,stordito dai circenses, ad un certo punto si ritrovò anche con poco pane. Mi sembra che ci siano notevoli assonanze con la situazione attuale. Con la differenza che l'Italia ha potuto contare,purtroppo, su soli meno di trent'anni di relativo benessere e che dovremmo ricordarci di cosa era il nostro paese prima delle conquiste sociali del dopoguerra Forse dovremmo interessarci un pò di più ai nostri reali interessi

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