Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

martedì 21 settembre 2010

Alla ricerca di una via di uscita

Ancora una volta ci troviamo a discutere, non senza un vago senso di frustrazione, dell'attuale situazione politica in Italia.
L'occasione arriva dalla pubblicazione dei dati di alcuni sondaggi di diverso orientamento, ma tutti pressocchè d'accordo nel dire che il Governo è in forte ribasso di credito, che Berlusconi è al minimo storico, che l'opposizione "tradizionale" (PD, IdV) è in affanno e che invece si avvantaggiano Lega e UdC.
Un quadro che non facciamo fatica ad immaginare, il valore di questo sondaggio sta solo nella conferma esplicita di questi dati.
Affiora allora, come la punta di un iceberg dal mare, la tesi del Sindaco di Firenze, Renzi, che spinge per un rinnovamento dei quadri del partito (PD), cosa peraltro da me già da tempo segnalata e richiesta (ma da questo blog, chi se la fila?).
Non è solo per una questione di forma, ma anche si sostanza. Chi ha portato l'Italia a questo stato di asfissia politica non può pretendere di continuare a proporsi per il Governo, dopo che in qualche modo si è più volte alternato tra maggioranza e minoranza. Servono forze nuove e in grado di dare un nuvo impulso alla politica.
Ma non è solo questo. Il Presidente Napolitano ha chiesto a viva voce la nomina del Ministro dello Sviluppo Economico, assente ormai da 140 giorni. Ed ha ragione da vendere. In questo momento le pagine economiche ci dicono delle traversie della più grande banca italiana, Unicredit, e del suo manager di spicco, Alessandro Profumo, in rapporto all'entrata di forze libiche nella banca. Si ventila di crisi in Alitalia, con taglio di almeno 1.200 persone. Continua il braccio di ferro tra Marchionne (FIAT) e sindacati, ormai non più solo CGIL, ma con la mossa serba, il manager di Torino è riuscito in qualche modo a ricompattare il fronte sindacale.
La crisi stringe ancora d'assedio l'economia italiana, la finanza fa fatica a trovare sfoghi sicuri alle sue iniziative di finanziamento. il piano casa del Governo cozza contro questa crisi, l'edilizia è comunque sotto il normale livello di attività.
L'Italia ha indici industriali ancora troppo ballerini e, tendenzialmente, negativi. Non ripartendo l'industria, non riparte l'indotto e la piccola impresa ormai rischia davvero di non avere più risorse per una eventuale ripresa, se non in tempi brevi.
Eppure il Governo si balocca in attese da giocatore di scacchi, alla ricerca di una strategia che permetta al Premier di tenersi lontano dalle aule giudiziarie.
Questa è la madre di tutte le nostre disgrazie: avere un Primo Ministro troppo intento a curare i propri affari ed interessi, piuttosto di quelli della nazione intera. Ogni volta si torna a questo concetto, eppure sembra che nessuno riesca a capire l'importanza di liberarsi di un uomo che non permette al Paese di vivere. Il non averlo privato di tutte le risorse economiche, come si fa in tutti i paesi civili e democratici nei confronti dei leader politici, ha lasciato nelle sue mani il potere di "comprare voti", alla stregua del voto di scambio, andando contro sia quella democrazia che spesso ignora, sia contro la volontà degli elettori.
Eppure ben sa, perchè i sondaggi li fa soprattutto lui, che l'opinone pubblica oggi ha un giudizio politico molto distante dal voto espresso nel 2008, che il suo personale gradimento è infimo.
L'unica via di uscita che vedo è antica, ma forse ancora valida: fornire al nostro una specie di salvacondotto per un tranquillo esilio in qualche paradiso terrestre, senza insistere sulle sue tribolazioni giudiziarie. Finchè questa situazione continuerà ad essere al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica, ma senza una vera via di uscita, non saremo mai liberi di pensare al nostro futuro in termini costruttivi e positivi.

mercoledì 15 settembre 2010

Perfino i bambini

In questi giorni ho avuto poco da commentare perchè il quadro politico sembra imbalsamato dalla posizione assunta da Fini e dall'impasse che questo ha creato nel Governo. Berlusconi esterna solo all'estero, anche perchè non ha molti argomenti da trattare e la sua demagogia è ormai al capolinea.
La politica qualche volta scopre nuove strade per confondere la realtà, ma sono solo false traccie che prima o poi scompaiono. La verità resta che in questo momento in Italia c'è un'assenza di potere vero.
Le riprove sono molte.
I fatti accaduti nel Golfo della Sirte dovrebbero far riflettere su parecchie cose: dal fatto che quelle motovedette ai libici le abbiamo date noi, che il rapporto poco istituzionale e molto personalistico che intercorre tra Berlusconi e Gheddafi mette a repentaglio la nostra stessa nazione ed il suo ruolo all'interno della Comunità Europea (tra l'altro, i migliori interlocutori degli affari del Premier Berlusconi sono extracomunitari, comunisti trasformisti e persone di dubbia reputazione personale), che il nostro peschereccio era in acque internazionali e gli hanno sparato addosso. Infine la posizione del Ministro che non chiarisce, anche perchè la situazione è davvero un pasticcio.
La CEI accusa il Governo di immobilismo ed ha ragione. Ma deve scomodarsi la CEI a dire queste cose? I nostri ministri sono sempre così solerti a rispondere agli attacchi dell'opposizione, ma quando parlano alcune istituzioni restano sempre come Pierino dietro la lavagna.
La scuola riprende e si vedono le crepe generate dalle scellerate operazioni che il ministro Gelmini sta portando avanti. Precari restati a casa, scuole in affanno a chiuere gli organici, insegnanti di sostegno limitati, famiglie in difficoltà e via discorrendo. Ecco allora spuntare dal cilindro il conigliotto dell'offerta a perdere: tutti dentro, un po' alla volta. Così bruciamo per decenni la possibilità ai giovani di poter accedere alla carriera scolastica. E ci prepariamo alle elezioni.
Un Governo che non indirizza, ma mette toppe che sono peggio del buco.
Quando poi non ci sono fenomeni da baraccone come un certo onorevole PdL che dice che le donne che si prostituiscono per accedere ad un seggio o a un ministero sono persone a modo.
La prostituzione si manifesta in diversi modi, certo anche in modo intellettuale, ma questo è davvero indegno che venga giustificato e avallato da un rappresentante del popolo italiano, con chiaro intento assolutorio nei confronti del proprio capo partito.
L'offesa arrecata alle donne e, tutto sommato, all'intelligenza delle persone a prescindere dal sesso, è gravissima. Non è un personaggio del Governo, ma sta dentro una maggioranza che per sopravvivere ha bisogno di passare dal supermercato del voto a perdere, il gruppo misto o giù di lì, per trovare i numeri che ormai mancano da tempo.
Questa maggiornanza non lavora più nel nome e nell'interesse di chi li ha votati, ma solo ed unicamente nel proprio interesse. Questo l'hanno ormai capito perfino i bambini, gli unici che ancora resistono pare siano proprio loro, i parlamentari del Pdl.

martedì 7 settembre 2010

Cosa c'è che non va

Domenica sera ero anch'io tra coloro che hanno ascoltato con attenzione il dicorso di Gianfranco Fini da Mirabello. Era forte la mia curiosità di sentire gli elementi di novità che eventualmente il suo discorso avrebbe portato, sia in considerazione della sua posizione istituzionale, che la sua veste di neo-leader di un neo-invisibile-partito.
Un particolare ha però attirato la mia attenzione: una platea mediatica enorme per un evento politico che si è bevuta per un'ora e mezzo il discorso di Fini, senza alcuna interruzione pubblicitaria. Cosa accaduta a mia memoria solo per le dirette di Paolini su LA7.
E proprio LA7 ha trasmesso in diretta l'evento, insieme a SKY, RaiNews e non so se altre emittenti si siano unite al coro, ma di certo so che queste lo hanno fatto.
A questo punto, dobbiamo dirlo con sincerità, si pone davvero un problema di visibilità della vera opposizione, già mortificata nella comunicazione durante tutta l'estate, secondo i numeri forniti sempre da LA7 sull'occupazione mediatica delle reti nazionali da parte dei singoli partiti.
Se dobbiamo parlare di par condicio questo deve essere possibile non solo durante la campagna elettorale, ma durante tutto l'anno. Ho potuto apprezzare in queste sere il nuovo telegiornale di Mentana, che mi ha un po' riconciliato con il giornalismo, perchè finalmente vedo qualcuno che se dice un'opinione afferma che sta dicendo una sua opinione e non un fatto, che riporta le fonti quando cita qualcuno, che fornisce dati e chiarisce responsabilità, non a capocchia, ma secondo le reali attribuzioni. Cosa che purtroppo non vedo più nel servizio di stato della RAI e non ho mai visto nei vari telegiornali del Presidente del Consiglio.
Questo per quanto riguarda la comunicazione.
Circa i contenuti di quanto ha detto Fini, mi vengono due considerazioni di base: la prima è quella del politico che parla più da opposizione al leader che da alleato. E non da opposizione interna, su questo ha ragione Bossi, ma d'altra parte, lo ricordo ancora, lui non doveva più prendere caffè con Fini da molto tempo. Adesso gli farà solo bene alla salute, viste le sue condizioni.
Fini attacca tutti i punti del programma di governo, dando praticamente dell'incapace a Berlusconi, con dovizia di particolari e di tesi; peccato che nessuno dei punti che egli tocca sia in realtà, originale. Tutti sono stati, nel corso delle ultime settimane, ripresi e analizzati da tutti i leader dell'opposizione vera, da Bersani a Casini, da Di Pietro a Vendola a Chiamparino e a moltissimi altri che, durante il periodo estivo, si sono alternati, spesso ingnoti alla grande massa, per affermare l'opinione dei partiti.
Scuola, sanità, sicurezza sono state duramente criticate, e ben sappiamo che le "TRE ESSE" sono il fulcro di qualsiasi Stato democratico, insieme alla Giustizia. L'aver rivendicato con forza l'onestà e l'indipendenza della Magistratura dalla politica è stato da sempre il cavallo di battaglia di Di Pietro. La Famiglia dimenticata, trascurata, sbeffeggiata da un Governo che non le ha saputo dare nessuna aiuto concreto, nè in termini di tassazione (PD), nè di "Quoziente Familiare" (Casini): quante volte l'opposizione ha detto queste cose?
Ma soprattutto, dov'era Fini e dov'erano i suoi, nelle file del PdL quando c'erano, a difendere questi diritti, a sostenere queste tesi? Oggi si sentono espulsi, ma fino a ieri erano loro stessi correi di quanto denunciano. E questo non li assolve.
Secondo punto, il Fini istituzionale. Reclama una maggiore sobiretà e minore litigiosità della politica, ed anche qui mi viene da dire che in molte occasioni sono stati lui ed i suoi graduati (visto che si è parlato di generali, colonnelli e capitani) a soffiare o lasciar soffiare sul fuoco delle tensioni, delle accuse e delle smentite.
Ancora ieri, alle domande dei giornalisti sulle tensioni in maggioranza Cicchitto rispondeva serafico che tutto era calmo e sotto controllo, quando era palese a tutti che non fosse così, che attacchi e bave alla bocca di molti esponenti del centrodestra erano di una tale evidenza che non servivano nemmeno commenti.
Le elezioni sono alle porte, ed ancora una volta mi sento di dire che la mia previsione si è rivelata corretta. Un governo ingessato come questo fa solo male al Paese. La notizia odierna di Berlusconi che intende rivolgersi al Capo dello Stato per chiedere di mandare via Fini è in bilico tra ridicolo e anticostituzionalità.
I veri problemi del Paese sono ancora una volta messi da parte. Ci sono migliaia di insegnanti precari che sono, a pochi giorni dall'inizio della scuola, senza un incarico, c'è la scuola che rischia di cominciare nel caos.
La Sanità in ginocchio, l'assistenza che toglie risorse per i ragazzi down, i tagli nella scuola per gli insegnanti di sostegno: fatti nn degni di un Paese civile e la manovra economica non credo potrà essere rispettata, anche perchè viaggia su binari che in molti casi sono discrezionali, le riduzioni di spesa e di cassa sono tutte da verificare e non escludo, benchè Tremonti farà di tutto per evitarlo, una nuova manovra a fine anno.
In ogni caso abbiamo centinaia di migliaia di giovani senza lavoro o con un lavoro talmente precario che non può essere definito tale. Sappiamo per certo che la ripresa in Italia non c'è ancora e forse non ci sarà mai. Abbiamo un debito pubblico tra i più a rischio del mondo, eppure si minimizza su questo punto.
Mi chiedo cosa sarebbe successo se Prodi anzichè un paio di voti maggioranza, la passata legislatura, ne avesse avuti una ventina, giusto il minimo per tirare avanti fino alla fine. Avrebbe concluso il suo mandato la prossima primavera e di certo il debito pubblico sarebbe stato inferiore all'attuale e le condizioni di ripresa del Paese più chiare. Forse perfino le tasse sarebebro potute essere più basse, perchè si stavano per attuare delle disposizioni in materia che avrebbero permesso questo. Durante la crisi non si sarebbero dati soldi a pioggia agli industriali e niente alle maestranze e forse anche la Famiglia avrebbe potuto avere qualche cosa di più.
Inutile piangere sul passato, ma sarebbe stupido nominare oggi Fini capo dell'opposizione.

domenica 5 settembre 2010

Attacco all'Ambrosia

Sono questi i giorni dell'Ambrosia, non certo perchè siano giorni felici, quanto perchè per molti cittadini della provincia di Varese e di buona parte della Lombardia sono giorni di pena e di sofferenza. L'allergia a questo terribile infestante, ad un arbusto che arriva ad essere alto fino ad un metro e cinquanta, con un'infiorescenza gialla che dissemina miliardi di pollini per ogni pianta.
Un polline che al microscopio elettronico appare come un riccio di mare, quindi estremamente urticante, che colpisce soprattutto le vie respiratorie, ma anche gli occhi e le orecchie, con un senso di prurutio al palato e di affanno nel respiro.
Ho letto diversi articoli in questi giorni, sono anche stato intervistato in merito, ma trovo che in molti casi anche emeriti colleghi politici hanno fatto una grande confusione e commesso errori pacchiani nella comunicazione, tanto da portare anche i cittadini a ritenere che il mancato sfalcio del vicino di casa sia la ragione per cui un'intera regione soffre.
Si è detto tra l'altro che a Castellanza vi sia il 15 per cento di allergici: mi permetto di dire che in realtà sono molti di più, questa è la percentuale che viene rilevata dalla anamnesi clinica, i casi accertati, mentre molti di più sono casi più lievi, dove si indica in una temporanea infreddatura la ragione di un gocciolamento continuo del naso.
A mio giudizio gli allergici sono almeno il 25% della popolazione di queste terre. Sono centinaia di migliaia di persone, forse milioni gli allergici. Se gli abitanti interessati sono circa 6 milioni, vuol dire che almeno 1 milione e rotti sono gli allergici.
Cosa si dovrebbe fare per eliminare questa piaga? In tutta onestà, a questo punto l'avventura è davvero durissima, senza un piano coordinato e concreto di contenimento dell'invasione dell'ambrosia. Perchè? Per le caratteristiche di questa pianta e del bacino della pianura padana.
Le caratteristiche climatiche della pianura diventano l'ambiente ottimale per la proliferazione di questo infestante. Il polline può essere trasportato a decine di chilometri di distanza dal vento, ed è per questo che proprio nelle giornate di vento diventa più difficile resistere alla sua devastante azione.
Una soluzione potrebbe essere riprendere su vasta scala quanto già fatto tempo fa a Turbigo, pagando i contadini che arassero i campi incolti e a riposo da maggio ad agosto. Ma soprattutto bisogna andare ad aggredire il sedime di Malpensa, la brughiera dove l'ambrosia nasce, vive e prolifica in quantità industriale e nessuno si sogna di andare a rimuovere l'erbaccia.
Occorre anche sfalciare tutte le aree di sedime di ferrovie e strade extraurbane, dove i cigli accolgono amorevolmente l'ambrosia. Occorre che tutti coloro che la avvistano, da maggio ad agosto, la sradichino o la segnalino ai comuni.
Serve un'azione coordinata a livello di comuni, provincie e soprattutto Regione, che si impegnino per eliminare quanto più possibile, almeno per un anno, questo flagello.
Ma credo che ci sia anche chi pretende di andare avanti così. Oltre un milione di pastiglie di antistaminico al giorno rappresentano una bella fetta di torta da spartire, sono milioni di euro per le aziende farmaceutiche.
Forse sarebbe ora che la Sanità locale e regionale si faccia sentire per quello che davvero dovrebbe essere il suo ruolo, a protezione della salute dei cittadini, non a difesa degli interessi economici di pochi.
E sarebbe anche il caso che gli stessi cittadini si facessero sentire di più, con forza e decisione, anche per difendere i propri diritti quando i rappresentanti istituzionali non vogliono o non possono intervenire.
Un caro pensiero a tutti gli allergici da parte di uno di loro.

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