Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

giovedì 30 aprile 2009

La moglie del Cavaliere dimezzato

Permettetemi oggi di fare qualche considerazione sul gossip politico. In particolare mi riferisco alle imbarazzanti dichiarazioni della signora Veronica Berlusconi, la quale ha da qualche tempo iniziato una personale tiritera sulle questioni familiari che la portano talora a dichiarare peste e corna del marito (vere o presunte), tranne poi farsi fotografare mano nella mano non appena la situazione lo richiede.
Visto che non siamo in America, dove lo spirito puritano ha fatto saltare la candidatura anche più solida quando si sono cominciate a vedere in giro alcune indiscrezioni (ricordate Clinton con la stagista? Se la cavò solo perchè era a fine mandato, altrimenti l'avrebbero pure cacciato da Presidente!), agli italiani sapere che la signora Veronica sia allergica alle candidate "veline" che si fanno vedere troppo "intime" del marito, penso che non possa fregare di meno.
Dal punto di vista politico, invece, mi hanno fatto venire i brividi le dichiarazioni rilasciate in video dal Presidente Berlusconi, il quale ha dichiarato che nel corso dei comizi "farà dire" alle tre bellissime ed intelligentissime candidate alcune cose, e poi le "lascerà parlare".
Credo che tutti abbiano sentito, ma forse non tutti hanno capito il valore delle parole dette. Il plagio è evidente, ma Silvio non se ne cura, anzi. Se qualcuno gli dovesse far presente (ammesso che non l'abbiano già fatto) il peso di quanto affermato, dirà che hanno capito male, che hanno travisato le sue parole, che lui non ha mai detto questo.
Franceschini ha detto una cosa sacrosanta: cosa ne sa lui delle donne? Lui conosce un certo tipo di donna, delle donne che lavorano, che sono casalinghe, che sono maltrattate, abbandonate, violentate, delle madri che sono sole, delle donne disoccupate, lui cosa ne sa, tranne dire loro di sposare un uomo ricco?
Se gli italiani avessero la voglia di capire queste cose, non avrebbero un uomo così come Presidente del Consiglio, che interpreta la politica come un affare privato o, al limite, da condividere con qualche amicone (ricordate la figura al G20, dove per farsi ammirare cambiava posto per la foto ufficiale, si tirava in punta di piedi e poi chiamava "Mister Obama!", facendosi redarguire nientemeno che dalla Regina Elisabetta?).
I giornali internazionali quando parlano di lui è per raccontare delle sue scempiaggini pubbliche o private: che figura ci fa così l'Italia tutta? Ma certo, non leggiamo nemmeno quelli nazionali di giornali, figurarsi se ci curiamo di cosa dicono all'estero. I miei colleghi internazionali, quando ci sentiamo, soprattutto quelli con cui ho più confidenza, ogni tanto mi prendono in giro con la storia del nostro "mezzo Presidente", o come qualcuno lo apostrofa, il nostro "Lord Farquaad", il personaggio del primo Shrek. Che vergogna!

mercoledì 29 aprile 2009

I derivati, questi sconosciuti

Sta facendo un certo clamore la vicenda dei derivati di Milano, dove la magistratura ha dimostrato qualcosa di più di un semplice interessamento, mandando la Guardia di Finanza presso le sedi della Deutesche Bank a verificare se le condizioni di gestione abbiano causato seri danni economici agli enti che li hanno sottoscritti.
Anche Busto Arsizio ha trattato la sua parte di derivati con DB, per cui risulta particolarmente interessata a questa vicenda. La Corte dei Conti ha già denunciato in passato un uso scellerato di questi strumenti finanziari da parte degli enti locali, a cui n0n si può togliere parte delle responsabilità che hanno condotto a questa situazione.
Facendo una battuta, sarebbe stato meglio per qualcuno tentare con quote del superenalotto che avventurarsi in questo vicolo, che ora appare anche cieco. Abbiamo pagato meno per pagare di più, diceva oggi un quotidiano nazionale.
I meccanismi che regolano questi derivati sono apparentemente semplici, in realtà non banali. Non mi fermo ora a descrivere il contesto, chi vuole può facilmente documentarsi, ma semplificando dico che ci sono due limiti, uno superiore ed uno inferiore, corrispondenti al minimo e al massimo di tasso su cui si "scommette". L'importante è stare nella forbice per avere un equilibrio; se i tassi salgono e si supera il limite superiore, i comuni pagano comunque i tassi fino al limite, avendone un vantaggio. Ma se i tassi scendono sotto il limite inferiore i comuni pagano comunque il tasso stabilito da questo limite.
Oggi siamo tre punti abbondanti sotto il limite inferiore, quindi i comuni ci stanno perdendo un mucchio di soldi in interessi maggiori che possono sì ricontrattare, ma pagando subito una penale molto alta.
Gli esperti dicono che la questione può solo migliorare se i tassi risaliranno, cosa improbabile per il 2009 e forse buona parte del 2010.
Vedremo...

lunedì 27 aprile 2009

Cuori di ghiaccio

Ci sono dei momenti in cui chiedersi quale valore possa avere la vita. Leggere le cronache che si riferiscono al brutale assassinio di un ragazzo adolescente non solo fa rabbrividire, ma interroga le nostre coscienze.
Quale umanità alberga in questa città, in questa provincia? Chiediamocelo, come cittadini, ma anche come genitori. In che cosa sta fallendo la nostra società?
Quando accadono queste cose è che se dalle placide acque del Polo Nord vedessimo emergere la vetta di un iceberg che, per quanto maestosa, nasconde sotto il pelo dell'acqua la quasi totalità della sua massa.
Una massa grigia, densa, gelatinosa, che costituisce l'essenza delle nostre coscienze che si rallegrano per quello che hanno, non per quello che sono; per il fatto che "per fortuna non è successo a me", e che gli altri siano solo dei poveri disgraziati. Certo, disgraziati.
Ma quanta tristezza intorno a noi dietro sorrisi di cortesia, quanto povertà nella nostra ricchezza economica, quanto buio nelle nostre giornate di luce.
Fermiamoci un attimo a riflettere.

domenica 26 aprile 2009

Una storia vera

Solo un pensiero sul 25 aprile, il giorno dopo: a distanza di 64 anni dalla fine della guerra, ci si ritrova a ricordare l'avvenimento con sempre meno testimoni diretti, mentre chi disprezza il ricordo di questo evento fa di tutto per mistificarne la portata. Ieri ho sentito ragionamenti del tipo: allora dovremmo ricordarci anche di festeggiare le guerre puniche, e credo che il riferimento sia al fatto che ricordando questa data facciamo riferimento ad un'epoca, il 1945, nella quale la gran parte delle persone che oggi fanno la società, non erano ancora nate.
Quasi a voler significare che tutto quello che è successo prima di noi, ciò di cui non abbiamo la conoscenza diretta, sia da mettere in forse, da ridiscutere alla luce dell'esperienza attuale. Credo che costoro non abbiano capito nulla della vita.
Anche ciò che vedono non è altro che una vetrina della vita, oggi ancor più amplificata dalla possibilità di vedere il mondo in diretta, dalle partite di calcio alla guerra in Afghanistan. Il mondo dentro casa, però, può essere anche l'ultima bugia di un mondo ammalato. Un mondo che non guarda più ai valori, che non aspira più ai grandi ideali, ma solo alla ricchezza, al benessere, al potere. Se questo significa cancellare i ricordi, gli errori, le catasatrofi epocali, va bene lo stesso.
Rinneghiamo allora anche l'olocausto, diciamo che dentro i forni crematori non sono mai passati milioni di ebrei, che quelli che sono morti e sono stati trovati nelle fosse dei campi di concentramento erano solo poche centinaia di poveracci che hanno subito la guerra come tanti...
Allora ringraziamo la memoria e la continua testimonianza di Angioletto Castiglioni e di quelli come lui, che ancora ci possono dire che le cose non sono andate così, che la verità era un'altra, che non serve cambiare la storia per migliorare il futuro.
Certe cose sono successe in Italia, la guerra con gli alleati finì il 24 luglio 1943 e da lì in poi è stata guerra di liberazione dai nazifascisti. Ch ha combattuto al fianco dei tedeschi è stato dalla parte sbagliata, come dice De Gregori nella canzone Salò. Oggi siamo con una democrazia abbastanza adulta da riconsocere queste cose senza ansia di vendetta, ma senza inventare una nuova verità.

venerdì 24 aprile 2009

La criminalità organizzata sotto casa

Le notizie che ci giungono in queste ore confermano quello che temevamo ed avevamo richiesto come spiegazione durante un consiglio comunale qualche mese fa.
I fatti sono principalmente due, apparentemente appartenenti a due filoni di indagine separati, ma che trovano un punto di equilibrio proprio nella nostra città.
Il primo, avvenuto ieri, riguarda l'arresto di una quarantina di persone che tra Legnano e Lonate Pozzolo, passando per Busto, avevano messo in piedi un racket di estorsioni e pizzo legati alla 'ndrangheta calabrese; il secondo, l'arresto a Gela di esponenti mafiosi che imponevano il pizzo a Milano, legati alla famiglia Emmanuello, ben noto nella nostra città.
Entrambe questa azioni criminose trovavano nel settore edile ed in quello immobiliare la loro maggiore collocazione, ed anche questo è un elemento che dovrebbe far riflettere. Il modo di percepire queste azioni criminali al Nord è che esse fossero confinate entro i territori storici di Sicilia, Calabra, Campania e che potevano al massimo aver toccato i centri del potere romano.
La questione ora si presenta in modo drammaticamente diverso: la criminalità dei colletti bianchi, quella legata al riciclo del denaro sporco e dei legami con i grandi interessi finanziari è diventata estersione, usura, minaccia, ricatto, arriva a colpire il singolo esercente, il privato cittadino esattamente come al Sud, ma in modo più lasco, meno visibile anche perchè la cultura al Nord è apparentemente diversa. Ma la paura è la stessa.
L'interrogazione posta in consiglio comunale sui fatti avvenuti la scorsa estate, con due omicidi avvenuti nel Legnanese in pochi mesi e l'arresto in una clinica di Pavia di un noto boss latitante calabrese avevano dato a noi il segnale di qualcosa di grave che stava accadendo.
Non abbiamo elementi di valutazione tecnico-giuridica, non disponiamo degli atti, quindi ogni valutazione è fatta solo ed esclusivamente sulla base dei riscontri di stampa, cioè gli stessi che ogni cittadino può leggere in cronaca, e perciò le domande che ci siamo posti noi se le saranno poste anche il Sindaco ed altri che in sede di dibattimento consiliare avevano dato segnali di serenità verso questi episodi, confinandoli nel mondo della malavita ordinaria, senza particolari accenni di straordinarietà.
Comprendo le ragioni di ordine pubblico, ma con questa mia osservazione vorrei sensibilizzare chi ancora crede che noi possiamo essere estranei a certi fenomeni criminali, che per qualche strano motivo non possiamo essere toccati da questi drammatici eventi e che, al limite, si tratta di "cose loro". In realtà, anche questa è "cosa nostra".

giovedì 23 aprile 2009

L'idioma dei soldi

In questi giorni si è molto discusso sulla stampa in merito all'interrogazione fatta dal PD circa un conflitto di interessi che esisterebbe tra il ruolo di Presidente ed Amminstratore Delegato di AGESP Servizi, rispettivamente Sergio Bellani e Paola Reguzzoni, entrambi imprenditori nei settori immobiliare ed edile. Visto che all'interrogazione hanno già risposto i diretti interessati, ed in attesa della risposta ufficiale dell'Amministrazione, voglio anch'io dire che ovviamente (ma l'ho già detto) secondo me il conflitto esiste eccome.
Vi sono tutta una serie di ragioni di opportunità che consiglierebbero già ai diretti interessati di ripensare al loro ruolo, senza che questo significhi che si voglia attribuire alcuna preventiva responsabilità agli stessi, nè si voglia insinuare qualsiasi atto di malafede da parte loro.
Di certo però è ora di mettere maggiore attenzione a ciò che avviene nel governo della pubblica amministrazione ed il compito della minoranza è proprio quello di controllare che chi governa lo faccia in modo chiaro, trasparente e disinteressato. Da questo punto di vista Bellani e Reguzzoni dovrebbero ringraziarci, non innervorsirsi e dare risposte stizzite, che semmai contribuiscono a dare segnali di senso opposto.
Non dimentichiamoci che sulla città sono ancora puntati gli occhi della Corte dei Conti, che non ha chiuso le sue indagini con la richiesta di risarcimento ai dipendenti comunali, ma ha ancora altri punti su cui sta indagnado: un conflitto anche veniale potrebbe, in questo momento, apparire meno veniale.
Oggi leggo che l'area di via Einaudi, da tempo parcheggio libero ma sterrato e luogo in pessime condizioni, sul quale l'Amministrazione aveva progettato una sistemazione a parcheggio da quasi mezzo milione di euro, sia stata bocciata dai vertici di AGESP Servizi e proposta la costruzione di un parcheggio sotterraneo qualora vi fosse il via libera per l'edificazione sull'area.
Ricordo che in prossimità si trova dell'area delle Nord per cui il consiglio comunale ha espresso il proprio parere favorevole per un rilevante intervento edilizio, ormai ben noto in città. Ruotando lo sguardo nell'intorno dell'area si vedono gru ed altri interventi edilizi in atto, in una città che oggi ha già oltre 2.000 appartamenti sfitti. Molte nuove costruzioni sono occupate in maniera parziale, alcune anche da anni.
Ma restano ancora una volta estranei a questi discorsi sia la definizione del PGT, il Piano di Governo del Territorio, nuovo strumento urbanistico che sostituisce il vecchio piano regolatore, sia soprattutto il PUT, il mitico Piano Urbano del Traffico, di cui ormai abbiamo smesso di contare gli annunci di un imminente avvio ed ogni volta da uno studio all'altro facciamo passare talmente tanto tempo che il precedente non ha più senso.
Dal giugno dello scorso anno il PUT era prossimo, tanto che avevamo visto gli studi. Ma ad oggi, 10 mesi dopo, non ne abbiamo più sentito parlare. Desaparecido, svanito.
Ecco perchè assume ancora meno senso la disquisizione se sia meglio il parcheggio o il fabbricato: di fatto si ignora completamente la questione del "cosa serve al cittadino", mentre le due massime cariche di AGESP Servizi toccano solo la questione economica. Forse perchè ben sanno che quello dei soldi è l'unico idioma che tutti i bustocchi comprendono bene.

mercoledì 22 aprile 2009

Il "bisogno" non visibile

Ho avuto il piacere di sentire direttamente diverse persone che mi hanno riferito di seguire il mio blog come fosse una specie di giornale on line, un approfondimento su punti di attualità locale e generale. Io ringrazio tutti di questo giudizio, non nego che mi fa grande piacere perchè da quando avevo 13 anni il mio desiderio vero e più profondo (ma lo posso affermare con certezza solo ora, ahimè) sarebbe stato quello di fare il giornalista.
Questo però mi dà anche la possibilità, non essendo di fatto tale e non avendo "padroni" editoriali, di esprimere le mie idee liberamente e senza vincoli di alcun tipo.
Ecco perchè oggi vorrei riprendere una iniziativa che mi ha molto colpito e mi ha fatto pensare.
"Libero Confronto" ha in animo di aprire uno sportello di "aiuto al bisogno", se così si può dire, ed in un momento dove, al di là dei proclami tattici e politici, si afferma (mentendo) che la crisi economica sta volgendo alla fase conclusiva, la condizione di molte famiglie è diventata precaria al di là delle apparenze, ed io non posso che plaudire l'iniziativa e sostenerla almeno idealmente.
Questa è da anni la mia idea, che Chierichetti (ex assessore ai Servizi Sociali, con cui mi sono spesso confrontato in questi anni) ben conosce: il "bisogno" è molto più ampio e diffuso rispetto a quanto rilevano i Servizi Sociali, che possono solo lavorare sui numeri che hanno, sui casi che si presentano allo sportello e su quanto viene loro comunicato dall'esterno (ASL, forze dell'ordine, associazioni, ecc.).
Quindi, secondo me (ed ora anche secondo Libero Confronto), esiste una componente nel tessuto cittadino di “povertà”, fisica e morale, molto più ampia e diffusa rispetto a quanto dichiarata nei dati ufficiali, ma difficile da far emergere a causa di fattori che vanno dalla violenza privata, all'ignoranza delle leggi e delle possibilità di aiuto, alla vergogna di dichiarare una qualsiasi situazione di necessità. Questo è percepito in maniera chiara soprattutto dalle associazioni che storicamente lavorano sul territorio, come la Caritas e le San Vincenzo, oltre a tutta una serie di altri agenti, come sindacati, parrocchie, ACLI e via dicendo, che hanno complessivamente una sensibilità più estesa rispetto al solo Comune.
Il mio pensiero è noto anche al Sindaco, che lo ha menzionato in un recente consiglio comunale; ma al di là di tutto, resta il fatto che la lodevole iniziativa di Libero Confronto rischia di essere precaria sia perché ancora priva di una sede, e sia (soprattutto) perchè promossa da una componente politica.
In realtà, ho sempre temuto le iniziative sociali di assistenza prese in carico direttamente da partiti o movimenti: la necessità di sostegni economici e di continuità del servizio rendono fragili queste iniziative che, se mal governate, rischiano di essere pessime soprattutto per chi vi si rivolge.
Personalmente in questi anni ho ricevuto diverse richieste di aiuto in questo ambito, specialmente per quanto riguarda la ricollocazione lavorativa di chi aveva perso il lavoro: li ho sempre indirizzati a patronati o sindacati in grado di offrire loro una adeguata e più efficace copertura.
Non è obiettivo della politica attiva supplire a questi enti o affiancarsi a loro, ma semmai, deve essere l’azione della politica orientata ad indirizzarne il miglioramento e l’ammodernamento, sfruttando centralmente tutte le possibilità di coordinamento tra domanda ed offerta e creando relazioni che diversamente rischiano di sovrapporsi ad altre e di ridurne l’efficacia.
Nel peggiore dei casi, queste iniziative possono diventare loro stesse un carrozzone da trascinare e alla fine scomparire, lasciando disillusi coloro che si fossero rivolti a loro.

martedì 21 aprile 2009

Alla Veroncora, una settimana vale un anno

La scorsa settimana si è svolta la festa della Veroncora, sagra tradizionale che coinvolge tutto il quartiere del Redentore. Il lunedì dell'Angelo, aperta dalla sfilata dei trattori per le vie della città, che già da sola è uno spettacolo raro da vedere, con l'aiuto di un sole "quasi estivo", come l'ha definito Monsignor Agnesi nelle parole che ha espresso durante la messa celebrata presso la chiesetta della Veroncora, migliaia e migliaia di persone si sono date appuntamento per godere della bellezza del luogo e per gli intrattenimenti che per tutta la settimana hanno portato un flusso ininterrotto di persone verso questo luogo.
Al contempo, tutte queste persone hanno potuto constatare le pessime condizioni in cui versa lo stato della via Vespri Siciliani, dall'incrocio con Viale Trentino fino alla chiesetta: buche profonde e gobbe causate dalle badilate di asflato e bitume gettate all'ultimo momento per mitigare lo stato della via; marciapiedi assenti per tutto quel tratto di strada, e quando ha cominciato a piovere, buche piene di acqua e pozzanghere clamorose.
Da quanto tempo denuncio questa situazione? Basta che faccia riferimento alla galleria fotografica che ho pubblicato parecchi mesi fa su questo blog, e cui vi rimando.
Da anni i cittadini del quartiere chiedono che venga realizzato il tratto fognario da piazza Ratti a via Masaniello, l'area più densamente popolata di quel tratto di via, e per cui depositai oltre 300 firme dieci anni fa con la richiesta di realizzazione.
Ma questo è un quartiere di periferia, solo per questa occasione, una volta l'anno riceve questa invasione pacifica e l'interesse delle autorità. A dire il vero, già lo scorso giugno, durante la processione del Corpus Domini, il parroco don Giorgio ebbe modo di far presente al Sindaco Farioli che i fedeli non avevano percorso una strada di campagna, ma una via tra le più lunghe ed importanti della città. Però nessuno poi fece nulla per sistemare le cose.
Mi risulta che lungo questa strada tutti i cittadini pagano le tasse e le tariffe dei servizi non sono inferiori a quelle del resto della città. La gente ora, inoltre, quella che produce reddito, versa anche l'IRPEF comunale. Non sarebbe il caso di "muovere il culo", scusa l'eleganza dell'espressione? E considerato che oltre la metà del quartiere vota per la maggioranza, ma per la stessa percentuale poi si lamenta perchè l'amministrazione non fa nulla, perchè costoro non meditano meglio quando debbono mettere le croci sulle schede elettorali?
Meditate gente, meditate!

lunedì 20 aprile 2009

Una disgustosa occupazione mediatica

Nei giorni scorsi ho affrontato il tema del PdL (Popolo della Libertà) presso il nostro consiglio comunale. Nell'ultimo consiglio di giovedì scorso 16 aprile non è stato battuto ciglio in proposito.
Pure i telegiornali nazionali continuano a far transitare l'opinione politica di esponenti di quelli che erano i rappresentanti ufficiali di Forza Italia ed AN come se fossero ancora i portavoce dei rispettivi partiti. L'unica cosa che si è capita è che la didascalia al fondo dei nomi dei vari Cicchitto, Gasparri, Capezzone, Rotondi, riporta proprio PdL come sigla. Quindi, mentre gli altri gruppi politici hanno un solo rappresentante, ora il PdL ne ha almeno due, se non tre, che parlano sullo stesso argomento.
Altro tema: Annozero. Buona parte dei rappresentanti della maggioranza si sono stracciati le vesti per le posizioni assunte dal programma di Santoro in merito al terremoto, ma poco alla volta alcuni fatti cominciano a prendere contorni più precisi e forse quanto affermato in quella sede, al di là dei toni del signor Santoro, che nemmeno io gradisco, comincia a trovare riscontri.
L'accusa è quella di fare un programma di parte: qualcuno allora mi può spiegare come mai esista in Italia una intera rete televisiva nazionale, Rete4 nello specifico, che da anni supporta, sponsorizza e dà ampio spazio mediatico a Silvio Berlusconi, in questo momento Presidente del Consiglio in Italia? Ci voleva Santoro per dire questo?
Evidentemente no, visto che lo avevo già denunciato recentemente, nel mio post del 4 aprile, ed ancora prima di REPORT avevo denunciato l'occupazione illegale delle frequenze di Europa7.
Attenzione: io non sono un genio, solo un cittadino che cerca di informarmarsi un po' più della media, anche per l'attività politica che svolgo. Ma se lo posso fare io, lo può fare chiunque. Basta volerlo, ma temo che per molti sia più semplice girare la testa altrove.
Il vero problema è che quasi tutti ci siamo abituati non a cercare i giornali che ci danno le notizie vere, ma quelli che meglio rispondono al nostro clichè politico, quelli che ci danno conferma delle nostre idee, quelli che ci tranquillizzano dicendoci che tutto va, se non bene, almeno nella direzione che noi ci aspettiamo. Ma questo non è giornalismo, queste non sono notizie, al più sono gradevoli menzogne scritte per tranquillizzare le nostre coscienze.
Torniamo quindi a chiedere una sana informazione giornalistica, che tornino a parlarci dei fatti e non delle opinioni, che facciano inchieste per svelare magagne e intrallazzi, non tanto per sostenere una tesi "contraria ad ogni costo", ma per autentica sete di verità.
Solo così potrà finire questa disgustosa occupazione mediatica fatta di cialtronerie e da ciarlatani arruffapopoli; solo così l'Italia potrà tornare ad essere un paese dove esiste la libertà di espressione.

domenica 19 aprile 2009

L'iniziativa Beghelli nasce da una nostra idea

In questi giorni possiamo vedere in televisione, su tutti i canali nazionali, uno spot che pubblicizza il prodotto di una grande azienda italiana, la Beghelli, la quale propone un sistema di illuminazione stradale utilizzando lampade a led, alimentate da pannelli solari.
Questa medesima idea era stata da me lanciata nel pacchetto che avevo presentato come "Busto Città Solare", quando proposi, nell'autunno del 2006, l'istituzione di un centro di ricerca sulle energie alternative presso Malpensa Fiere. Una testimonianza pratica che quell'idea non era proprio così pellegrina, che con una collaborazione industriale ben progettata e valutata sarebbe stato possibile davvero dare un impulso innovativo e forse perfino rivoluzionario all'impianto industriale di tutta la nostra zona.
Forse oggi avremmo avuto l'immagine di Busto Arsizio a fare da sfondo a quella pubblicità.
Chiedo scusa se a qualcuno sembrerà che queste mie parole vogliano dare vanto alla mia idea: se da un lato questo è vero, perchè diversamente sarebbe difficile attendere un riconoscimento pubblico da parte degli organi di governo cittadino e provinciale, è anche la denuncia forte, vibrante e senza appello ad una classe politica che governa senza cuore e senza una prospettiva di vero progresso, interessata solo agli affari locali che stanno nell'egemonia dell'edilizia sopra tutte le altre attività industriali e nella gestione di un patrimonio pubblico che rischia di essere estinto in poco tempo a danno dell'intera comunità.
I recenti consigli comunali hanno dato ampia evidenza di queste cose, così come Busto non sia governata dalla politica locale, ma da interessi che vengono da fuori.
Anche gli eventi internazionali spingono fortemente nella direzione che io avevo indicato in tempi non sospetti e che facevano parte, voglio ricordare anche questo con estrema chiarezza e puntualità, nel programma di governo della città a sostegno della candidatura di Valerio Mariani, allora come Ulivo, oggi come Partito Democratico.
Molte altre idee sono state da noi proposte per primi, ma poi realizzate con successo da altri. Cito solo, sempre per essere chiaro, l'iniziativa di bike sharing, posta più volte all'attenzione del consiglio comunale, già realizzata a Varese e a Milano. Ma potrei anche ricordare Liberalastrada, per abbassare il numero di auto private sul percorso autostradale della A8. Oppure la sostituzione delle lampade di illuminazione stradale, che porterebbero ad un risparmio vicino ai 500.000 euro l'anno! Ed abbiamo anche un consigliere comunale nel consiglio di amministrazione di ENEL...
Tutte iniziative lodate, ma mai rese concrete. Perchè quindi continuare a predicare nel deserto?

venerdì 17 aprile 2009

Abbiamo stracciato le schede per il bene della città

A volte viene da chiedersi quale sia, ammesso che esista, il limite della decenza. Questo concetto, a metà tra il morale e l'etico, ovvero tra il divino e l'umano, mi ha colpito ancora l'altra sera durante il consiglio comunale. Viene annunciato dal Presidente Speroni il punto in discussione: elezione DEL rappresentante del Consiglio Comunale presso la commissione di sorveglianza AGESP.

Il Presidente nomina gli scrutatori (il tutto deve avvenire a scrutinio segreto): Bottini, Salomi e Grandi. Mentre vengono distribuite dai messi comunali le schede per la votazione, già qualcuno aveva scritto il nome sulla scheda e l'aveva messa nell'urna che raccoglieva i voti.

Il tutto mentre dai banchi dell'opposizione si chiedeva di sapere chi fosse il candidato della maggioranza. Mariani interviene, fa notare a tutti l'anomalo comportamento, ma quasi viene irriso. Si scoprirà, alla fine di questa tragicommedia, che la prescelta è Luciana Ruffinelli della Lega.

Della commissione fanno parte di diritto Sindaco, ovvero, in sua vece, un Assessore delegato dal Sindaco, il Segretario Comunale, dal Presidente del Collegio dei Revisori del Conti del Comune ed un Consigliere Comunale, non specificando se di maggioranza o di minoranza.

Cornacchia ha accusato la minoranza di non aver supportato il suo emendamento che chiedeva di mettere due consiglieri nell'organo di controllo, garantendone uno alla minoranza, ma forse l'amico Diego ignora che a votare contro questo emendamento non è stata la minoranza, ma la sua maggioranza. Inoltre, trattandosi di un organismo di controllo, di fatto il consigliere spettava alla minoranza, nello spirito della legge Testo unico 267/2000.

Restano a questo punto da considerare le ricadute che si verificano a margine di questa scelta, che rafforza i nostri dubbi in merito alle nomine di Amministratore Delegato e Direttore Generale di AGESP e alle questioni di merito intorno ad AGESP Servizi:

- la valenza politica della nomina di Ruffinelli è un ennesimo contributo che il sedicente Popolo delle Libertà paga alla Lega;
- si impedisce in questo modo alla minoranza di esercitare un suo sacrosanto dovere di controllo, a garanzia di tutti i cittadini;
- l'AD di AGESP è di nomina politica (Lega, Paola Reguzzoni, sorella dell'Onorevole Marco, in precedenza già Presidente della Provincia di Varese mentre la sorella era assessore a Busto Arsizio, in evidente violazione della legge 267/2000);
- il rappresentante del Consiglio comunale, ora eletto nella figura della consigliera Ruffinelli, è rappresentante dello stesso partito.

In considerazione di questo atteggiamento, noi abbiamo stracciato in modo plateale le nostre schede elettorali, ma non è intenzione fermare la nostra civile protesta a questi fatti. Attendiamo di sapere, a questo punto, qualche chiarimento dalle parti politiche.

giovedì 16 aprile 2009

Atto di forza

Sto guardando il TGUno e non credo alle mie orecchie. Il Presidente del Consiglio afferma a dei giornalisti che se non avesse ceduto alla Lega sull'Election Day, sarebbe caduto il governo.
Questa è una pagina nera, nerissima sulla credibilità del governo stesso. Da oggi in poi sappiamo che qualsiasi cosa chiederà la Lega, alla fine le sarà concesso.
Ora il Premier dovrà anche spiegare agli italiani tutti, non solo quelli del Nord, come recupererà gli oltre 400 milioni di euro che si determinano a seguito di questa decisione: la Bossi-tax ricadrà sulle spalle di tutti.
Senza contare che il vero senso di questa azione da parte della Lega è di evitare di essere eliminata dal panorama politico, ed essa preferisce un atto di forza piuttosto di un confronto democratico sulla base di chi vuole o non vuole una certa organizzazione della politica.
Oggi, grazie alla Lega, siamo tutti ancora un po' più poveri, sia economicamente che politicamente.
Vergogna!

mercoledì 15 aprile 2009

Election Day e terremoto

In questi giorni stiamo assistendo all'ennesimo teatrino della politica dentro il quale la Lega arriva a dichiarare un giudizio di "incostituzionalità" verso l'Election Day, preoccupandosi più della propria (legittima) sopravvivenza come movimento politico autonomo, anzichè avere a cuore l'interesse superiore nazionale, che si esprime in termini anche etici di eliminazione degli sprechi ed aiuto ai bisognosi.
Riprendo allora il testo che mi è arrivato da alcuni amici promotori del gruppo di Facebook a favore dell'Election Day.
Chi volesse aderire, può prendere il testo qui sotto riportato, copiarlo e spedirlo agli indirizzi di posta elettronica di Camera, Senato ed io aggiungo anche della Regione Lombardia.
Quello della testimonianza diretta e dell'azione civile dei cittadini temo rimanga l'ultima risorsa a disposizione per non essere stritolati dalla politica clientelare.
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L'Abruzzo è in ginocchio dopo un devastante terremoto che ha tolto la vita a più di 200 persone e lasciato senza una casa migliaia di civili. Persone che ancora adesso, mentre scrivo, si trovano sotto le macerie, volontari stremati che da quasi due settimane prestano il loro aiuto e soccorso per fronteggiare l'emergenza.

L'Italia, come il resto del mondo, sta attraversando un gravissimo periodo di crisi economica che non sembra risparmiare nessuno: anziani e non, che fanno la fila alla caritas per assicurarsi un pasto caldo, operai e lavoratori che da un giorno all'altro si ritrovano senza lavoro o, se sono fortunati, in cassa integrazione, artigiani, piccole e medie imprese strozzate da un'economia bloccata dalla crisi e dalle banche che non erogano più finanziamenti per mancanza di fondi che in molti casi sono stati “giocati” in borsa.

Io sono un cittadino Italiano, sono onesto e fiero di essere solidale con tutti coloro che in questo difficile momento si trovano in difficoltà e ho una proposta da fare a tutti coloro abbiano potere a riguardo.

A giugno ci saranno le elezioni europee.
Il Parlamento ha previsto un referendum che per questioni politiche, si è deciso di fare in una giornata diversa da quella delle europee, con una spesa prevista di circa 400 milioni di euro.
Questa INUTILE spesa pubblica potrebbe coprire parte delle risorse necessarie per la ricostruzione delle zone Abruzzesi colpite dal terremoto del 6 Aprile 2009.
Chiedo a Voi, da cittadino Italiano, di prendere in seria considerazione quello che io, come tanti altri italiani, Vi suggeriamo di fare, per il benessere di una parte del Nostro Popolo.

Ritengo sia più importante dare una casa a chi l'ha persa e si trova in condizioni di estrema vulnerabilità, piuttosto che a un evento politico che deve essere solo accorpato ad un'altra tornata elettorale.

Scusate il linguaggio franco, noi siamo solo cittadini, a cui rimane solo il voto per poter far valere il Nostro pensiero e internet per poterne discutere. Con questi mezzi combatteremo per non sprecare importanti risorse di cui oggi il Popolo Italiano ha bisogno.


Vi chiediamo, in questo momento di mettere da parte le vostre appartenenze politiche e di rendervi consapevoli che oggi, sprecare denaro pubblico per iniziative inutili e dispendiose è solo uno schiaffo alla sofferenza di tutta questa gente.

Firma

martedì 14 aprile 2009

La toppa peggio del buco

Riprendo volentieri la segnalazione che mi arriva dagli amici Enrico e Chicca, volontari del gruppo Macibombo, che come moltissimi altri gruppi di volontariato vedono dipendere buona parte delle loro possibilità economiche (e quindi della loro specifica azione di volontariato) dalla disponibilità offerta con la destinazione del "Cinque per Mille".
L'uscita di questi giorni del Ministro Tremonti, di destinare proprio il Cinque per mille alle popolazioni d'Abruzzo, potrebbe (le parole sono di Enrico) scatenare una "piccola guerra tra poveri".
Perchè? E' presto detto: dirottare queste risorse economiche verso l'Abruzzo, che pure ha bisogno di un immenso sostegno da parte di tutti, pone le altre associazioni di volontariato nelle condizioni di non avere più a disposizione risorse sui cui già si faceva conto, mettendole nelle condizioni di rinunciare a progetti che, in molti casi, sono indispensabili nel settore in cui l'associazione opera, in Italia e all'estero.
Quindi dietro l'iniziativa di Tremonti, e questo è il mio pensiero, vi è il lucido ragionamento che sia possibile avere risorse aggiuntive per le iniziative del Governo verso i terremotati, agendo alle spalle delle associazioni di volontariato che, loro malgrado, si troverebbero a sostenere questa iniziativa, ma nel contempo dovendo rinunciare alla possibilità di assistere persone, di organizzare aiuti, di difendere diritti di altri poveri, nelle aree in cui queste associazioni tradizionalmente operano.
Come riequilibrare la questione? Suggerisce Enrico, e sono d'accordo con lui: il Governo deve dare la possibilità di una scelta aggiuntiva e non sostitutiva del 5 per mille, ovvero di aggiungere alla scelta di dare il cinque per mille alle associazioni di volontariato, quella di destinare un ulteriore contributo alle popolazioni d'Abruzzo.
Diversamente avremmo "una toppa molto peggio del buco", come dice un proverbio antico.

venerdì 10 aprile 2009

Il regolamento delle alienazioni fa scontrare la maggioranza

Ecco servito l'ennesimo teatrino della politica bustocca: Lega e PdL litigano per il regolamento delle alienazioni. La voce delle alienazioni è il capitolo su cui si sostiene tutto l'impianto del Bilancio Preventivo 2009, per questo esso ha una grande importanza tecnica.
Ma ancora di più pare averne sul piano degli interessi, se è vero che la maggioranza su questo tema non mostra alcuna intenzione di tenere nascoste la proprie divisioni.
Vediamo di capire allora questi due aspetti: quello tecnico, dapprima. Se quanto previsto a bilancio (circa 10 milioni di euro) non dovesse entrare dalle alienazioni, sarebbe molto difficile poter realizzare tutte le iniziative che il bilancio ha previsto, e questo potrebbe costituire un ulteriore freno anche al rilancio delle opere pubbliche, che da più parti si auspica, soprattutto nel merito dei due sottopassi ferroviari di Sant'Anna (eternamente promesso) e di via del Chisso, congiungente la rotonda della Busto-Molinelli con la zona industriale di Sacconago e di importanza strategica per evitare lo scempio di via Piombina.
Inoltre vi sono altre iniziative di ampio respiro per la città che da anni sono in attesa ormai di partire, già in parte o in tutto finanziate per i contributi provinciali, ma ancora assenti dalla pianificazione operativa, come le rotonde sull'asse del Sempione tra i quartieri dei Santi Apostoli e di Beata Giuliana, il parco Busto2000 in zona Malpensafiere e l'area per la realizzazione del Centro Sportivo sempre in zona Beata Giuliana.
Non a caso cito questo quartiere che negli ultimi anni ha dovuto subire un fortissimo sviluppo edilizio e residenziale, senza avere avuto finora significativi miglioramenti dal punto di vista della mobilità e dei servizi.
Sul fronte politico, invece, la questione diventa un delicato banco di prova per la tenuta e la credibilità di questa maggioranza. Gli interventi elencati ed altri ancora, come sanno gli addetti ai lavori, non sono così condivisi dai partiti della stessa maggioranza, che non hanno gli stessi interessi in proposito. Ecco perchè la questione del regolamento delle alienazioni riveste questa importanza: si tratta di decidere se e come far accedere i propri referenti al patrimonio comunale, evitando di creare spazi entro i quali altri possano intromettersi o creare disparità di opportunità.
Se i beneficiari fossero unicamente i cittadini, si farebbe ben presto a fissare regole di equità, che poi possano essere facilmente verificate. Mentre se le cose sono sufficientemente confuse, è più facile applicare interpretazioni di maggiore flessibilità con gli amici.

I Funerali di Stato del Venerdì Santo

Il giorno del lutto nazionale coincide con il venerdì santo. Una ricorrenza che accomuna, in questo caso, la sofferenza e la fede di chi è religioso e chi non lo è. Per una volta, possiamo davvero stringerci intorno al dolore di queste popolazioni abruzzesi con un unanime spirito di solidarietà e fraternità.
Le innumerevoli iniziative per il sostegno dei bisognosi, per il recupero pieno in tempi brevi della possibilità di avere una vita normale, una casa abitabile e ridare parte delle altre cose materiali che il terremoto ha ghermito a queste persone, siano ora iniziative sostenute nel tempo, perchè il funerale di Stato non sia la pietra tombale anche della solidarietà.
In particolare mi sembra di dover sottolineare l'iniziativa che l'Arcivescovo Tettamanzi propone la domenica dopo Pasqua, per una raccolta straordinaria di fondi per aiutare la popolazione Aquilana. Pur in questo momento di crisi, bastano pochi euro da parte di molti per arrivare a cifre interessanti: portare un peso in tanti è più leggero che lasciarlo solo sulle spalle di pochi. Aiutiamoli.

giovedì 9 aprile 2009

La vergogna dei numeri primi

Ancora una volta vorrei parlarvi del terremoto, anche perchè non potremmo fare a meno di ignorare la sofferenza ed i disagi di decine di migliaia di persone che in pochi secondi hanno perso tutto, hanno avuto la loro vita completamente sconvolta come solo una guerra poteva fare fino a qualche decennio fa.
La televisione ci ha fatto vivere "in diretta" questa tragedia, trasferendo dentro le nostre case fin dal primo momento, la paura, l'angoscia, ma anche la speranza che abbiamo vissuto in questi giorni, quasi con una presenza fisica sui luoghi del disastro.
Ebbene la cosa che mi ha fatto più imbestialire in questo periodo, è stato che durante la giornata di martedì il telegiornale di RAIUNO si vantava dei livelli di ascolto raggiunti. L'ho trovato particolarmente sgradevole, totalmente privo di gusto, quasi una speculazione che in quel momento si faceva sulla pelle di chi soffre, la spettacolarizzazione della pietà popolare, con l'aggravante che a fare questo "giochetto" fosse la maggiore rete pubblica italiana.
Mi immagino gli occhi del direttore di rete che ruotano avendo al posto delle pupille il simbolo dell'Euro o del Dollaro, avendo venduto l'anima dell'informazione pubblica al vile denaro. Sempre che qualcun altro non abbia suggerito questo atteggiamento proprio per rendere "antipatica" RAIUNO... a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina!
No signori, non si fa così. Le persone meritano più rispetto, il dramma del terremoto non è uno spettacolo, la nostra civiltà deve imparare a fare a meno di certi avvoltoi che girano per i nostri canali televisivi.
Vergognatevi.

martedì 7 aprile 2009

Il senso della vita

La grande tragedia del terremoto in Abruzzo ci vede tutti coinvolti. Una volta tanto perfino i nostri politici sentono che di fronte a questa catastrofe si devono rispettosamente fermare le polemiche e deve trovare spazio solo la solidarietà e la forza di un popolo.
La testimonianza fornita dal Parlamento ieri, di un'Italia compatta e unita nell'affrontare la crisi, è stata una iniezione di fiducia nelle istituzioni, anche se sappiamo che non sarà duratura. Alla prima occasione, tutti torneranno a giocare il proprio ruolo e a riprendere la dimensione di un caos politico che ormai non offre più nemmeno motivi di passione.
L'immagine che oggi ci appassiona è quella di Vigili del Fuoco, volontari della Croce Rossa, della Protezione Civile, perfino semplici cittadini che si prodigano incessantemente, fin dalla prima terribile scossa, per cercare di salvare chi è rimasto sotto le macerie, ma anche di assistere chi ha perso tutto, persone e cose.
Anni di lavoro, di sogni, la piccola casa costruita coi sacrifici che viene demolita o lesionata in modo da essere inagibile, la fuga con poche cose, il rischio di sciacalli che sulla scena del dramma vanno ad interpretare un ruolo a dir poco ributtante, gli affetti spezzati, divisi per sempre. Angoscia e speranza si alternano in queste ore, ed ancora una volta noi non possiamo che essere spettatori, pensiamo a come aiutare e cerchiamo il valium al nostro senso di impotenza nel portafoglio, sempre però chiedendoci chi sarà il prossimo che si arricchirà con il nostro contributo, e chi possa meglio rappresentare il nostro collettivo senso di responsabilità.
Una cosa che mi ha particolarmente colpito è stato il fatto che in uno dei centri più colpiti dal terremoto proprio domenica sera, la domenica delle Palme, si sia svolta una via crucis per implorare la fine dello sciame sismico: la loro preghiera non è stata intesa nel senso corretto, purtroppo.
Eppure, in termini di pure vite umane, il conto finale non sarà molto diverso dai morti che la settimana scorsa ci sono stati nel canale di Sicilia. Ma quelli non li conoscevamo, erano africani, forse pure di un'altra fede, non erano nemmeno cittadini italiani e avrebbero usato l'Italia solo come approdo per poi terminare il loro viaggio altrove...
Siamo tutti viaggiatori in questa vita. La pietà umana e quella divina non sempre vanno d'accordo, così come la pietà umana attribuisce valori diversi agli affetti, ma dovrebbe saper riconoscere che una vita è una vita, comunque la si voglia contare.
Forse tutti dovremmo avere più rispetto della vita umana, che a muoverci sia un'idea di fede o semplice spirito civile e laico.

lunedì 6 aprile 2009

Il terremoto a L'Aquila

Oggi è stata una giornata tristissima. Per l'Italia. Per l'Abruzzo. Per L'Aquila.
Per questo osservo a modo mio un giorno di silenzio, lo dedico a chi è stato rapito da un destino crudele ai propri affetti, a chi è ora senza qualche parente o amico. Il dolore di questo giorno ci aiuti a capire cosa conta davvero nella vita, non resti una frase formale, un pensiero disperso.

venerdì 3 aprile 2009

Un deficit di democrazia

Continuando a ritenere il panorama locale privo di interesse, vorrei insistere invece nel ragionamento sulle ragioni di una democrazia partecipata e più aperta. Continuando nella lettura del saggio di Paul Ginsborg mi imbatto nella seguente frase: "...il mezzo che più influenza culturalmente le famiglie e, nella maggioranza dei casi, l'unico strumento culturale presente nell'ambiente domestico, resta la televisione. Data la struttura oligarchica e la cultura conformistica della televisione globale, c'è poco da sperare da queste fonti in termini di seria televisione di valori pluralistici, democratici e partecipativi. Spesso accade esattamente l'opposto".
Questa settimana sono successe alcune cose nel mondo della televisione e della stampa: De Bortoli è tornato a dirigere il Corriere della Sera, lasciando il Sole 24Ore, a cui subentra l'ex direttore del TG1 Gianni Riotta. Nel frattempo Masi è diventato dg della RAI, mentre Garimberti ne era diventato pochi giorni fa Presidente.
Cambierà qualcosa da tutto questo rimescolamento? Non credo proprio.
Due settimane fa la puntata di Report aveva dimostrato come RETE4 stia da tempo immemorabile occupando delle frequenze senza averne nè titolo nè diritto, semplicemente le ha occupate ed un altro soggetto, Europa7, viene ritenuto il legittimo destinatario di questa licenza.
Per sanare la situazione, che viene da tempo condannata dall'Europa, RETE4 dovrebbe passare sul satellite, ma una legislazione nazionale che nasconde tutte le contraddizioni e gli accordi di potere che non sono diritto esclusivo della maggioranza, la fanno restare al proprio posto.
Oggi apprendiamo che Emilio Fede concluderà con ogni probabilità la propria carriera pubblica con un quinquennio all'Europarlamento. Poichè Emilio Fede è RETE4, c'è da pensare che ormai non vi siano più scuse plausibili per evitarne la chiusura delle trasmissioni in chiaro, senza che davvero qualcuno in sede internazionale non sanzioni in modo molto più deciso la nostra nazione.
RETE4 è dalla sua nascita non una comune rete televisiva, ma la rete personale di Berlusconi. Nessuno prima di lui ha potuto utilizzare in Italia questo mezzo per avere così tanta popolarità a così basso costo. Anzi, guadagnandoci pure. Nessuno ha avuto il proprio ciambellano direttore di rete televisiva, sempre pronto a schierarsi al suo fianco e convincendo le vecchiette d'Italia a salvare la rete che offre loro telenovela e fiction a manetta.
Forse davvero bisognerebbe tornare a leggere John Mill, per quanto riguarda il liberalismo democratico, per rendersi conto di quanto siamo lontani noi italiani dalla vera idea liberale e per capire fino in fondo il deficit di democrazia presente nel nostro paese proprio per questioni come queste. Con la televisione si controlla l'opinione pubblica e, di conseguenza, il voto di questo paese.

giovedì 2 aprile 2009

Verso l'Europa

Mentre nel mondo tiene banco il G20 di Londra, con gli ennesimi atti vandalici e il quasi nulla di fatto di questi grandi appuntamenti, l'Europa si avvicina ad un importante appuntamento elettorale, quello delle elezioni europee, quasi nel silenzio, se non dovessimo parlare di Election Day o della candidatura di Mastella e Berlusconi.
Invece per chi crede nell'Europa questo è un passaggio critico, quasi fondamentale. Ci troviamo ancora una volta a dover difendere la compattezza del vecchio continente, le sue potenzialità di fronte alla crisi mondiale, quale centro di una autentica democrazia internazionale e di pace duratura. Infatti quello che per migliaia di anni è stato il teatro di guerre lunghissime, sanguinose e crudeli (basti pensare alla Guerra dei Cent'anni, ai due conflitti mondiali o alle campagne di Napoleone), oggi si pone come riferimento di tutto il mondo che aspira a libertà e giustizia.
Eppure la disaffezione che gli europei hanno dimostrato a questa istituzione è cresciuta nel corso degli anni. Nell'ultima consultazione di 5 anni fa le percentuali di affluenza sono state in media ben sotto il 50%, con una particolare evidenza negativa per i paesi dell'Est, forse poco avvezzi alle consultazioni elettorali, che con l'Ungheria al 38,5%, la Repubblica Ceca al 28,3%, la Polonia al 20,9% e la Slovacchia al 17% hanno dimostrato una scarsa sensibilità nel selezionare i propri membri da portare al Parlamento europeo.
L'Euro rappresenta il miglior prodotto di questa povera Europa: quasi senza dover far molto per mettersi in mostra, esso è diventato la moneta di riferimento internazionale, come se non più dello stesso dollaro. Perfino la splendida ed isolata Inghilterra sta pensando seriamente di entrare nella moneta comunitaria, dopo che la Sterlina ha perso in un solo anno il 35% del suo valore verso la moneta europea.
Se quindi non vogliamo che ancora una volta si parli di queste future elezioni solo per decidere l'ottantina di nostri rappresentanti che andranno a sedersi in quell'assise, invidiati più per la quantità esagerata di denaro che percepiranno che per il lavoro che andranno effettivamente a compiere per il bene continentale, dobbiamo comprendere meglio cosa rappresenti questa istituzione e quali siano i suoi obiettivi, per dare impulso ad un modello di democrazia partecipata e partecipativa autentica, che non soffra, come ha avuto modo di affermare Tommaso Padoa Schioppa, di malinconia: "Non è la pochezza dell'opera realizzata che giustifica la malinconia, è invece la malinconia che impedisce di portarla a termine".
Sentirsi europei non basta: occorre costruire davvero uno spirito europeo che ci faccia uscire dalle tante malinconie che ci attanagliano, soprattutto noi italiani.

mercoledì 1 aprile 2009

Il Popolo delle Libertà a Busto: Chi l'ha visto?

Sarebbe un tema originale da sviluppare nella famosa trasmissione di RaiTre "Chi l'ha visto?" ed il soggetto sarebbe il Popolo delle Libertà nella nostra città. Non mi piace fare i conti in tasca di altri, ma in questo caso mi sento di chiedermi e chiedere alla città chi la stia governando e, come amministratore di minoranza, quale sia e in che formula si presenti la coalizione di maggioranza.
Vediamo di capire di cosa si stia parlando.
Sabato 22 marzo il Congresso di AN ha decretato lo scioglimento del partito e la confluenza nel Popolo delle Libertà; sabato 29 marzo invece ha avuto luogo il Congresso fondativo del PdL, che sancisce la fine delle vecchie sigle di Forza Italia e AN, almeno questo riportano le cronache.
Se questo fosse vero anche a Busto Arsizio ci dovremmo trovare nelle prossime commissioni consiliari e nel consiglio comunale di fronte ad una nuova struttura che vede 12 consiglieri rappresentare il PdL, con la scomparsa del capogruppo e del gruppo di AN. Invece lunedì sera alla riunione della Commissione Crisi erano presenti i medesimi gruppi di prima. D'accordo era il giorno dopo, troppo presto... ma una città come Busto è troppo grande per non avere risposte rapide anche dai gruppi di rappresentanza locale dei grandi partiti.
Da questo punto di vista il PD è stato molto più rapido negli adempimenti, anticipando addirittura la propria struttura con l'Ulivo ed il gruppo consiliare si costituì già sotto questa bandiera prima ancora che i vertici nazionali facessero i passi necessari.
Se a questa organizzazione aggiungiamo anche l'ex UDC, ora sospesa a mezzo tra il vecchio ed il nuovo PdL, possiamo pensare che il gruppo sia di 13... ora, se i numeri dicono anche qualcosa di storico, viste le radici giudaico-cristiane, diciamo che 12 erano gli apostoli e tra loro c'era anche Giuda. Per questo non si va a cena in 13, secondo antica tradizione.
Se poi dobbiamo dare ascolto a chi sa cogliere gli umori della politica locale, definire da rissa rusticana l'attuale situazione all'interno della PdL lascia poco alla fantasia e alla consistenza di questa coalizione. Aspettiamo di vedere cosa succederà. Magari a Chi l'ha Visto...

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