Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

lunedì 30 giugno 2008

Una città a misura di passeggini


Se anche avessi avuto qualche dubbio sulla validità di aprire un dialogo diretto con i cittadini attraverso questo blog, credo proprio di essermelo tolto del tutto grazie alle vostre sollecitazioni ed osservazioni quasi quotidiane.

Ieri mattina, domenica 29 giugno, ho avuto il piacere di camminare per la città con una persona eccezionale, che mi ha dimostrato come le cose possano essere molto diverse, in funzione del punto di vista da cui le guardiamo.

Essere genitori, aver bambini piccoli da portare in passeggino, oppure essere adulto non autosufficiente e quindi dover vivere la città a bordo di una sedia a rotelle, così come molti anziani nella nostra città, sempre in maggior numero: per un paio d'ore ho provato a vivere questa situazione insieme a Marianna.

Lei ha potuto vedere il mondo anche fuori da Busto, non è nata qui. Per fortuna nostra, può raccontare l'esperienza di altre realtà, dove l'attenzione è alle persone e la politica non si occupa delle buche nelle strade o del taglio del verde.

"Perchè questa è normale amministrazione, la politica è altro". Vero, ma da noi pare proprio che sia il contrario: la politica è occuparsi del quotidiano, rinunciando alla progettualità, a pensare al futuro, ad orientare le risorse vere, non solo economiche ma soprattutto intellettuali, per lo sviluppo della città.

Basterebbe che qualche quotidiano locale la smettesse di rincorrere il parere effimero del politico di turno e si dedicasse di più a comprendere la realtà, facendo qualche intervista "non teleguidata", solo per sostenere una tesi già ben definita, per rendersi conto di dove siano davvero i problemi.

In attesa (temo purtroppo lunga) che si realizzi questo sogno, può succedere che un politico (non di razza, altrimenti sarebbe a pontificare altrove) si prenda la libertà di fare quello che altri potrebbero fare meglio di lui e "se la cacci" per la propria città.
Dico un enorme grazie a Marianna per il tempo che mi ha voluto dedicare e spero di essere all'altezza di raccontare le tante cose che mi ha indicato, per tradurle in azione per il bene della città.

Metto solo un'immagine delle tante raccolte ieri: credo sia il simbolo di una città ormai alla frutta, che non può fare altro che sentirsi obbligata con le spalle al muro...

domenica 29 giugno 2008

Il Caimano è tornato

Vi ricordate il famoso film di Nanni Moretti dove interpreta la figura di un personaggio politico che molti riconoscono nella figura di Berlusconi? Il momento dell'uscita di quel film è stato anche il momento di minor popolarità dell'allora Premier. Quante cose sono trascorse da allora. Berlusconi riuscì a tornare in auge e a contenere al minimo il distacco da Prodi nelle elezioni del 2006; da allora per circa un anno ha giocato al gatto col topo, quindi ha portato il suo affondo ed ha vinto a mani basse le ultime elezioni della scorsa primavera. Però, ancora una volta, la sua vittoria è determinata più dalla paura indotta negli italiani e dagli errori degli avversari, che da una sua chiara visione della politica. Quando finiscono le profezie e ci si trova a misurarsi sul piano della realta, ci si rende conto di quanto poco l'attuale Governo è vicino alla nazione e quanto invece fa godere tutti i privilegi al proprio leader.
Ritornano allora i ritornelli contro la Magistratura, accusata di essere persecutoria nei confronti degli interessi personali di Berlusconi. Ma questa volta accade che il popolo si ribella, quel popolo che si dice della Libertà. L'entrata del Premier all'assemblea di Confesercenti di questa settimana è stata trionfale e tutti hanno applaudito una politica che portava un segnale di attenzione ai loro problemi; ma hanno cominciato a fischiare il nostro eroe quando si è scagliato contro la magistratura, snaturando la vera ragione di quell'incontro.
I continui richiami del Presidente della Repubblica alla moderazione e al dialogo se ne vanno anche questa volta alle ortiche sempre per lo stesso motivo: l'Italia ha un padrone, non un vero Leader, che la propria parte politica dimostra di gradire sempre meno dopo le elezioni. La Lega non sembra più così in sintonia, e perfino qualche personaggio di spicco del Popolo della Libertà ha più che un mal di pancia. Come giustificare un Parlamento che viene sconfitto quando i numeri sono così tanto a favore della maggioranza, se non con una insoddisfazione per la politica personalistica del Presidente del Consiglio?
Sulle televisioni siamo tornati all'eterno conflitto sulle tre reti in chiaro detenute da Mediaset; e di nuovo i proprietari di Europa7 dovranno attende ancora il loro momento. E' questa la democrazia?
Critiche dall'Europa, che Berlusconi non ama perchè lo controlla ed un padrone non ama essere controllato, quindi reagisce a modo suo. Toglie l'ICI, ma a che prezzo! Cancellati tutti gli interventi sullo sviluppo del trasporto ferroviario locale, per chi è pendolare questa non è una bella notizia.
E per concludere, oggi abbiamo le notizie che vedono Berlusconi protagonista di un caso tipicamente italiano: quello delle raccomandazioni. E non voglio riportare le considerazioni che Di Pietro ha pronunciato, ma che moltissimi italiani hanno pensato. Riporterò invece le parole di Bossi: "chi ha ruoli di responsabilità deve stare attento". Ma non sta attento chi si sente sempre sopra le righe e, qualche volta, sopra la legge.
Allora, che cinema volete vedere domani?

sabato 28 giugno 2008

Il giudizio sull'Amministrazione di Busto Arsizio

Se c'è un aggettivo che si può dare a questa amministrazione penso sia “lenta”. Forse seguendo una linea di pensiero che va di moda, la nostra amministrazione e gli enti a lei collegata riescono perfino a dichiarare questa come una virtù.

Non mancano le perplessità in città, anche da parte di persone che filosoficamente e politicamente sono vicine agli amministratori in carica e non mancano di fare, in pubblico e in privato, dei severi commenti alla situazione.

Ieri è stato presentato il bilancio consuntivo di AGESP Holding, che presenta una perdita notevole, quasi due milioni di euro: il Presidente Castiglioni non si scompone ed anche sul fatto di dover riacquisire le quote azionarie degli altri comuni, onde procedere con gli atti della Global Service, afferma che non c'è fretta.

Lunedì passerà in Consiglio il Bilancio Consuntivo: nessuno si aspetti sorprese, tutto filerà liscio.

Però si coglie la stanchezza della città su argomenti come il tira e molla del Sindaco combattuto tra il restare al suo posto e l'andare in Regione, così come si coglie che questo fatto non sia dettato da prudenza politica ma da qualcosa di molto più concreto.

Si coglie l'insicurezza della linea politica di una maggioranza che tentenna e litiga, tra una Lega che vuole posti per i propri uomini (e donne) e chi i posti non li vuole mollare anche se ha già dato le dimissioni.

Maggior chiarezza non farebbe male nemmeno all'opposizione, con qualche figura combattuta tra il restare confinato fuori dalle sale dei bottoni e il trovare nuovi spazi in vecchie strutture di partito.

E allora mi sembra giusto chiedere alla gente cosa pensa di questa amministrazione, lanciando un altro sondaggio, questa volta rivolto a chi vive la realtà della città.

Fate girare la voce...

venerdì 27 giugno 2008

Sfiorata la tragedia

Di solito si dice: poteva essere un disastro. E' vero. Molti passeggeri viaggiano sui treni delle Nord fin dal primo mattino, e se quei detriti fossero caduti sui binari o addiruttura direttamente sul treno in trasito, probabilmente la notizia che vi propongo nel filmato acquisito grazie alla tecnica che VareseNews mette a disposizione, non sarebbe stata così stilisticamente distaccata.

Ancora un grave incidente stradale coinvolge una bicicletta

Non ho parole per commentare ancora una volta un incidente stradale che coinvolge un ciclista.
Al di là della dinamica dei fatti, è chiaro che il mezzo ciclabile sia esposto, nel traffico odierno della nostra città, a rischi gravissimi. Quando parliamo di qualità della vita, ed oggi se ne parla davvero poco rispetto al passato, bisogna pensare ad una città, ad una mobilità, con al centro la persona.
Può sembrare un'affermazione banale, ma se osserviamo bene, oggi il caos regna in una società che ha perso i propri valori di riferimento, tra cui la persona. Ce ne ricordiamo soltanto in occasioni particolari, quando il dramma si affaccia nella nostra vita, ma poi ci riteniamo vittime di un destino immutabile e quindi abdichiamo al nostro dovere civico ed intellettuale.
Credo sia davero giunto il momento di fare i conti con la nostra dignità.

giovedì 26 giugno 2008

Movibus: qualcosa cambia nello scenario locale del trasporto pubblico

Alla lettura del precedente post, un amico mi sollecita una riflessione su Movibus, anche alla luce di recenti rilancio giornalistici in merito alla questione.
Movibus è una nuova società di trasporto pubblico che nasce dalla unione tra ATM, ATINOM e STIE, aziende specializzate nel settore ed operanti nell’area dell’Altomilanese. A seguito di questa unione, Movibus andrà a produrre quasi 61 milioni di chilometri l’anno di copertura dei mezzi, avendo a disposizione circa 210 autisti: una media di 30.000 chilometri l’anno su percorsi per lo più extraurbani. La preoccupazione sindacale è per il basso numero di addetti (250 in tutto) rispetto al servizio prodotto e la sicurezza del salario, volendo continuare a garantire il servizio di trasporto, ma nel rispetto dei diritti dei lavoratori.
Questa iniziativa non tocca direttamente la nostra città, ma è ovvio che essendo STIE socia al 40% di AGESP Trasporti, è ipotizzabile che nel prossimo futuro una soluzione di bacino di trasporto e di forma consortile per l’espletamento del servizio possa essere ipotizzata. Personalmente, ma credo di poter parlare anche a nome dei colleghi consiglieri, staremo tutti con le orecchie ben aperte in proposito.

Disastro AGESP Trasporti, sempre in attesa di novità

Da quando ha dato le dimissioni da presidente Bandello, non si ha più occasione di parlare di AGESP Trasporti. In verità, non si ha più occasione di parlare di tutti i problemi delle ex municipalizzate, di conoscere cosa accadrà nel settore dei servizi pubblici.
Ho già cercato di dare informazioni in merito (vedi post: http://berteotti.blogspot.com/2008/06/ex-municipalizzate-dove-siete-andate.html ), ma questo settore in particolare richiede un minimo di approfondimento.
Da anni si va dicendo, e da più parti, che il servizio di trasporto pubblico è inefficace, anche se presente in modo sostanziale per i numerosi mezzi circolanti. Il problema principale sta nella lunghezza dei percorsi, che fanno perdere un mucchio di tempo al punto che i più giovani preferiscono camminare piuttosto che prendere il bus, e nello stato di conservazione di molti mezzi. A questo si aggiungano le soste a motore acceso (“non sappiamo se spegnendolo poi riparte”, le dichiarazioni degli autisti, alla faccia del caro carburante) e le tante, troppe corse a vuoto di questi mezzi il cui ingombro è decisamente fuori standard per il normale utilizzo urbano.
Questi mezzi sovradimensionati servono per il servizio scuole. Ogni giorno centinaia di giovani prendono il bus per andare a scuola, provenienti anche da fuori città, e qui si ricorderà la polemica degli aumenti del costo dell’abbonamento, i tira e molla sulle corse speciali, la restituzione di parte del costo limitandone la validità nel periodo e negli orari.
Tanti sintomi di una malattia che si chiama approssimazione politica.
Se si lasciasse fare a chi dovrebbe gestire la cosa solo da un punto di vista industriale, con ogni probabilità le cose funzionerebbero molto meglio. Ma poi succedono queste cose. E succede che anche quest’anno, come negli ultimi anni in modo sempre maggiore, gli incidenti di percorso, è proprio il caso di chiamarli così, per il trasporto scolastico, siano stati decine e decine.
Ragazzi che sono arrivati in ritardo a scuola, mezzi che si sono fermati per strada, corse saltate senza preavviso. In tutti questi casi disagi per i genitori e per chi cura i ragazzi nelle ore scolastiche, con corse in auto a prendere i giovani che sono rimasti appiedati e per giustificare (sic!) alla scuola ritardi intervenuti per colpa di un servizio pubblico a pagamento. I benefici attesi dagli aumenti, così come si era prospettato, non ci sono stati e non ci saranno a breve, a meno di interventi societari ed infrastrutturali pesanti.

mercoledì 25 giugno 2008

Immobilismo e voglia di cambiamenti

Il giorno dopo la patronale, la cronaca ci rende edotti dei tanti discorsi, dei premi, delle promesse, dei ringraziamenti che più persone in più circostanze hanno proclamato.
Di certo non posso che unirmi al coro di coloro che vogliono rendere omaggio a Monsignor Livetti, sapendo che questo è un saluto più formale che sostanziale, perché potremo continuare a vivere con lui un pezzo di cammino della nostra vita restando prossimi.
Rendo merito all’istituto che lascia e all’opera che in questi anni ha svolto a favore della città: alcuni suoi Te Deum hanno fatto storia, nel coniugare la fede che proclama e testimonia ogni giorno con la necessità di essere nel mondo e nelle cose del mondo, politica locale compresa.
Ecco perché non mi ha sorpreso apprendere delle sue “bacchettate” alla Giunta e al Sindaco, il che ovviamente non significa nulla dal punto di vista politico, ma deve indurre a riflettere sulla qualità del prodotto di questa Amministrazione.
Ciò che afferma da sempre l’opposizione, almeno quella di cui anch’io sono membro, è rimarcare la completa assenza di iniziativa di questa Giunta, troppo divisa al suo interno e troppo attenta a dividere i suoi incarichi attuando in pieno il concetto del “Manuale Cencelli” (vedi altro articolo: http://berteotti.blogspot.com/2008/05/dal-manuale-cancelli-alla-lottizzazione.html ).
Posso fare decine di esempi estremamente chiari e puntuali: dalla vicenda delle varie Prealpi Gas, Prealpi Servizi, AGESP (con tutti i relativi Consigli di Amministrazione). Parliamo di Trasporti, di Area Vasta (roba da mandare due righe a “Chi l’ha visto”), di ferrovie e parcheggi pendolari, di parcheggi. O la replica, sempre attuale durante il mese di giugno, del dramma dei nidi comunali.
Ricorderà, il Sindaco, le promesse che fece al comitato Genitori durante la sua campagna elettorale.
Arriviamo poi ai fatti della Corte dei Conti, dove l’attivismo declamato dalle colonne della stampa si riduce al minimo di legge nella realtà dei fatti: pagheranno tutti i responsabili, ma pagheranno anche degli innocenti.
Perfino per la questione dei Cinque Ponti/Passerelle, una delle opere ingegneristiche più inutili e brutte che sia possibile riscontrare in tutta la Lombardia, non si è voluto prendere una posizione chiara e rescissoria di un aborto urbanistico, ma si è ostinatamente continuato a chiedere il completamento dell’opera.
Le sedie che alcuni assessori hanno dichiarato di voler lasciare restano occupate anche dopo le dimissioni pubbliche per motivi che nulla hanno a che vedere con il bene della città, ma solo degli equilibri di spartizione politica del potere.
Si ha la sensazione che si viva in un continuo precariato, per cui non si assumono iniziative di largo respiro, progettualmente coraggiose, pur in un contesto dove il Centrodestra ha la più ampia maggioranza possibile tra tutte le zone d’Italia. Un record invidiato ed invidiabile di consenso che non si traduce in altrettanta capacità di governo.
E’ quindi evidente la delusione e la voglia di cambiamento, ma sarebbe opportuno che la città ed i suoi cittadini cominciasse a valutare la possibilità non solo di cambiare i governanti, ma soprattutto di cambiare le linee politiche cui affidare la gestione della città.Va bene essere conservatori, ma qui siamo arrivati all’antiquariato.

martedì 24 giugno 2008

I veri criminali sono coloro che sfruttano le prostitute

Questo il decreto di chi ha partecipato al nostro sondaggio, che ringrazio di cuore. Certo non ha risposto una gran massa di persone (25), forse anche timorose della propria privacy. Ma il 60% di indicazioni dice che non è solo una questione di tasse (24%) a moralizzare la questione di queste ragazze. O anche di ragazzi, come suggerisce un lettore attento a ciò che accade nel mondo. Il resto è vanità.

Movimenti giovanili e patronale di San Giovanni

Il commento odierno non può che partire dalla nostra festa patronale di San Giovanni. In questo giorno mi viene sempre da riflettere su come l’attività lavorativa mi porti ad essere quasi sempre assente dalla festa a cui invece avrei partecipato con vivo piacere, e come questo in definitiva mi renda più cittadino di Milano che di Busto Arsizio.
In realtà il mio cuore oggi è a Busto e festeggia coi bustocchi, speriamo non se ne accorgano qui al lavoro…
Da giovane invece non mi perdevo una patronale, anche se il rammarico era che questa cadeva sempre fuori dai giorni scolastici e quindi, rispetto ad altre città della zona, noi potevamo godere di un giorno di vacanza in meno!
I tempi cambiano e cambia anche il modo di pensare e di porsi di fronte ai problemi della vita. Ed ecco perché oggi vorrei riflettere con voi su di un fatto occorso in questi giorni che sta facendo molto clamore almeno nell’ambiente della cronaca locale.
Dunque: un gruppo di giovani di sinistra che si è dato la sigla “Reclaim the Street” ha manifestato domenica pomeriggio contro l’Amministrazione comunale che ha negato il permesso di tenere una “festa politica” per reclamare maggiore attenzione sulla disponibilità di luoghi di aggregazione in città. La manifestazione è stata controllata da agenti e forze dell’ordine in numero pari se non maggiore rispetto ai manifestanti, ed Azione Giovani, sigla della destra giovanile, li ha contestati dicendo che si sono spesi inutilmente soldi pubblici per il presidio dalle forze dell’ordine.
In realtà questo discorso ci porterebbe lontano, ad esempio a quanto costino alla collettività migliaia di agenti ogni fine settimana quando vi sono partite di calcio negli stadi, dove anche per partite di quarta serie bisogna mandare 50 agenti a presidiare perchè un manipolo di imbecilli prende a pretesto il tifo sportivo per scaricare tutte le proprie tensioni e frustrazioni. E per lo più si tratta di simpatizzanti di destra.
Però l’osservazione di AG ha qualcosa di vero: se oggi è difficile dire cosa sia politicamente la destra e la sinistra, vi sono alcuni comportamenti di fondo che contraddistinguono in modo differente l’approccio istituzionale alle regole e alle norme.
Il ragazzo di sinistra è tendenzialmente istintivo e meno propenso a pensare in prima battuta che per una propria libera iniziativa vi possano essere permessi da chiedere, documenti da compilare o balzelli da pagare, cosa che invece sarà più familiare ad un ragazzo di destra. Non vi è una scelta giusta ed una sbagliata, sono due approcci diversi.
Semmai bisogna sottolineare un altro aspetto: oggi chi ha strutture che già funzionano è molto avvantaggiato. L’allusione a Comunità Giovanile è fortemente voluta. Questo non significa però che si debba impedire o ostacolare la nascita di nuove iniziative di diversa ispirazione, anche perché se esse avranno la forza di sostenersi andranno avanti, altrimenti si fermeranno da sole. E’ la legge del mercato liberale.

lunedì 23 giugno 2008

Partecipare al Consiglio Comunale può essere educativo

Lunedì prossimo 30 giugno alle ore 21.00 si riunirà il Consiglio Comunale per discutere di una sessantina di punti all’ordine del giorno. Tema principale sarà l’approvazione del Bilancio Consuntivo 2007, ma vi sono molti altri punti che potranno essere di estremo interesse per tutti i cittadini.
Quello della partecipazione al consiglio comunale pare essere un onore riservato a pochi addetti ai lavori, mentre per certi versi è una vero e proprio dovere civico.
So che queste mie parole potrebbero far fare un balzo sulla sedia a chi le legge (magari…), ma a costo di sembrare un sadico torturatore, voglio davvero invitarvi ad assistere ad una seduta di consiglio. Recentemente ho raccolto le confidenze di alcune persone che sono intervenute per temi specifici, e mi hanno commentato la cosa come “terrificante”.
Io credo sia giusto che i cittadini si rendano conto di queste cose di persona, non per sentito dire. Che vedano e sentano cosa viene detto, quale sia il comportamento di tutti coloro che dovrebbero dare lustro a questa istituzione. Personalmente ho una altissima considerazione di ogni assise istituzionale e sono addolorato nel vedere che troppe volte il Consiglio Comunale di Busto Arsizio assomiglia più ad un ring di pugilato verbale (e qualche volta si è sfiorato lo scontro fisico), che non a quello che è il suo vero ambito.
Diversi sono i fattori che hanno portato a questo degrado: una presidenza ultimamente distratta e poco incisiva, atteggiamenti più da star del cinema che non da consigliere comunale, una voglia di protagonismo esasperato unita ad un difetto di umiltà e di spirito di servizio.
La passione politica deve animare il dibattito, ci mancherebbe; ma stupiscono alcuni atteggiamenti chiaramente sopra le righe se non unicamente provocatori.
Una partecipazione più attenta e attiva da parte della cittadinanza potrebbe aiutare a far tornare il dibattito consiliare dentro i binari di un rispettoso confronto, ricordando che chi viene eletto assume l’incarico in nome e per conto di tutta la cittadinanza.
E ai cittadini voglio dire: siate attenti e responsabili in questo. Non lasciate che il vostro voto sia gestito in autonomia, verificate che, colui a cui avete assegnato la vostra preferenza o il vostro voto sia poi in grado di rappresentarvi onorevolmente. Se non lo fa, diteglielo chiaramente e personalmente. E’ un vostro diritto.

domenica 22 giugno 2008

La lezione del Cardinal Tettamanzi

Vi è una persona che merita tutto il nostro rispetto e che forse spesso sottovalutiamo. Mi riferisco al nostro Cardinale Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi.

Questa settimana ha rilasciato due interviste, una pubblicata dalla Stampa ed una da Repubblica dove tratta due argomenti estremamente importanti e delicati: il primo quello della cortesia nella nostra vita, il secondo del piano di militarizzazione delle grandi città ad opera del Governo. Leggendo gli articoli trovo che questi due argomenti siano tra loro correlati.

La nuova lettera pastorale parla, per il terzo anno, alle famiglie ed indica un modo chiaro un percorso di fede, ma anche di senso civico.

Oggi è assai più facile incrociarsi senza neanche un saluto, trovare chi ti passa avanti in malo modo, vedere ragazzi seduti sull’autobus indifferenti all’anziano barcollante davanti a loro. In particolare il Cardinale nell'intervista afferma: «Rispetto e gentilezza aiutano a umanizzare il territorio: quando si è disposti a fare un piacere gratuito, quando si dà volentieri la precedenza o si cede un posto, quando si coltivano sentimenti di fiducia più che di diffidenza». Ed ecco lo spunto: fiducia più che diffidenza.

In questi anni siamo stati bombardati da continui messaggi che instillavano nella mente delle persone la paura, la diffidenza, il terrore per atti che si svolgono nelle nostre città in modo eclatante, soprattutto quando coinvolgono cittadini extracomunitari più o meno regolari.

Si fa molto baccano quando sono cittadini stranieri (e ricordate che anche gli Svizzeri e gli Americani sono extracomunitari) a compiere atti criminali, ma poi sono anche quelli che muoiono sul lavoro per pochi euro l'ora, irregolari sfruttati da regolarissimi industriali italiani.

Qualcuno ricorda la storia di Jan Cazacu? Era rumeno.

Extracomunitari stuprano ragazze italiane e italiani stuprano ragazzine extracomunitarie. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Presi come siamo da tutti i nostri guai quotidiani, molti dei quali ce li andiamo probabilmente a cercare da soli con il nostro modo di interpretare la vita con ritmi sconsiderati, non sappiamo più distinguere tra vero e falso, tra giusto e sbagliato.

Afferma il Cardinale nell'intervista a Repubblica: "È la solitudine, causata soprattutto dalla privatizzazione dei tempi e degli spazi e dal conseguente calo della qualità della socializzazione, ad aver generato le paure della gente. Sono soli tanti anziani. Soli troppi giovani. Soli molti adulti, anche con posizioni sociali prestigiose. La solitudine causa ulteriore sfiducia verso l'altro e genera la paura dell'incontro”.

Alle istituzioni dice: "Guardiamo in avanti, non speculiamo sulla paura. Da sempre il forestiero desta sospetti e pregiudizi. Ma nel passato Milano è stata capace di rimettere in discussione la propria identità per ridefinirla insieme ai nuovi venuti (...) Milano saprà trasformare tutti suoi abitanti, anche gli immigrati, in cittadini. È per il bene, la sicurezza, l'arricchimento di tutti che dobbiamo compiere questo sforzo. Barricarsi in casa, criminalizzare alcune categorie di persone, presidiare militarmente le città, sono gesti che aumentano il senso di smarrimento e solitudine. La solitudine cessa se si sperimenta la bellezza dell'incontro. Chi ne è deputato faccia rispettare la legge per impedire quegli atteggiamenti che rendono spiacevoli o pericolosi questi incontri".

Personalmente cercherò di fare tesoro di queste riflessioni, sperando di non essere il solo.

sabato 21 giugno 2008

Problemi di parcheggio? No, ho le quattro frecce!

Questa settimana ho dedicato molto spazio alla mobilità pubblica e alle condizioni stradali. Quasi a voler chiudere il cerchio, vorrei oggi farvi riflettere sull'uso del mezzo privato.

Ormai non sappiamo resistere all'uso squinternato dell'auto privata. La prendiamo per andare a prendere il giornale all'edicola a 100 metri da casa, il caffè al bar in fondo alla via o il pane dietro l'angolo. Certe volte ci vuole più tempo a tirar fuori la macchina e rimetterla in garage che non per l'uso che poi ne dobbiamo realmente fare. Potremo andare a piedi o in bicicletta, ma riusciamo sempre a darci delle giustificazioni per l'uso dell'auto.

Ora con il carburante a costi da gioielleria, forse qualcosa potrebbe cambiare, ma le cattive abitudini sono dure da perdere. E poi: pedoni e ciclisti sono quelli che rischiano di più, i mezzi pubblici fanno schifo, sia per la pulizia che per i tempi di percorrenza, il traffico è spaventoso, allora mi prendo il SUV, così io rischio di meno (peccato che rischino di più gli altri).

Parcheggi liberi sono pochi e quelli a pagamento favoriscono solo il lavoro gli ausiliari del traffico, l'ICI ce la recuperano così e ormai se ne sono accorti anche gli sciocchi.

Ma chi è il vero sciocco?

Proviamo a prendere il problema da un altro punto di vista: la nostra città ha consumato molto territorio negli ultimi 40/50 anni, basta vedere ancora oggi quante sono le imprese che stanno costruendo in città. Ma le strade non sono molto diverse da allora, soprattutto nel centro cittadino.

Se rispetto ad allora il numero delle macchine circolanti è aumentato di 6, 7, 10 volte e le strade sono sempre le stesse, è normale che non si riesca a circolare in modo fluido e che spesso trovar parcheggio possa essere solo una flebile speranza.

A questo punto saltano i nervi e si finisce a fare cose che, quando le fanno gli altri imprechiamo, ma poi troviamo noi stessi la giustificazione per fare altrettanto come, ad esempio, fermarsi in doppia fila con le quattro frecce lampeggianti, credendo così di aver maturato il diritto ad abbandonare il mezzo. Gli agenti devono contestare l'uso "improprio" delle quattro frecce accese che devono essere usate ad hoc (vedi articolo 153 comma 7 del codice della strada) e non tutte le volte che il veicolo è in sosta in posizione irregolare ed il suo conducente è, ad esempio, a sorseggiare un caffé.

E sulle cattive abitudini durante la giuda penso che scriverò uno dei prossimi post, magari ispirandomi a Gioele Dix...

venerdì 20 giugno 2008

Parlare per immagini: degrado e buche al Redentore

Queste immagini sono state mandate anche alla stampa, insieme ad una relazione che potete leggere sul mio sito: http://www.alessandro.berteotti.name/ATTI_DOCUMENTI/album_redentore.pdf




Piano urbano del Traffico e conurbazione

Busto Arsizio fa parte di una conurbazione con Gallarate, Castellanza, Legnano ed i comuni della Valle Olona che riguarda oltre 200.000 abitanti. Il termine “conurbazione” intendiamo un'area urbana comprendente alcune città che, attraverso la crescita della popolazione e l'espansione urbana, si sono fisicamente unite a formare un'unica area edificata. Per la cronaca, questa conurbazione costituisce il terzo polo urbano della Lombardia, dopo Milano e Brescia.
Vi sono punti della città dove è davvero difficile anche per chi vi abita da una vita capire in quale città in realtà ci si trovi: è questo il caso che si pone in fondo a Viale Borri, dove in pochi metri abbiamo tre città, Busto Arsizio, Castellanza e Legnano, senza che sia possibile identificarne chiaramente i confini.
Questo comporta una serie di problematiche che incidono profondamente sul contesto urbano. Abbiamo visto cosa ha significato, proprio in quel punto, far convergere un’ampia fetta di terziario avanzato e commerciale, dove nel giro di pochi mesi si sono insediati il nuovo supermercato ed un centro bricolage, dove già esistevano un ingrosso della grande distribuzione, vari grandi negozi di abbigliamento e tutta una serie di altri negozi ed attività industriali, oltre all’Istituto Tecnico Faccinetti, ISIS ed IPSIA, con oltre 2.000 studenti, che benché in territorio di Castellanza, insiste sulla medesima viabilità.
Le due rotonde che sono state costruite per agevolare la circolazione appaiono in diverse ore del giorno già insufficienti a sostenere adeguatamente il traffico in transito.
Una situazione difficile di cui ho chiesto conto lo scorso autunno all’Assessore alla partita, Luciano Lista, ottenendo la risposta che la situazione di viale Borri verrà considerata all’interno del Piano Urbano del Traffico (PUT). Vorrei ricordare ai lettori di questo blog che il PUT non è cosa di quest’ultimo periodo, ma è atteso da oltre 10 anni.
Inoltre, esso non è in discussione in questi giorni, ma sarà presentato per la prima lettura solo nelle prossime settimane (forse), dopo vi sarà un iter per la discussione. Spero solo di riuscire a vederlo realizzato prima della fine della corrente legislatura, ammesso che arrivi al suo termine naturale (2011).

giovedì 19 giugno 2008

Piccola storia del Malpensa Express – Seconda parte

All’intersezione dei binari tra Nord e Stato, all’altezza di via del Roccolo, si sta costruendo una nuova stazione ferroviaria. Questa dovrà servire i passeggeri che si fermeranno a Busto Arsizio provenendo dalla linea delle FS e vorranno raggiungere Malpensa. Si tratta di viaggiatori non locali, ovviamente, ma quelli che ad esempio provengono dalla Svizzera con futuri treni da Stabio via Arcisate-Varese o da Domodossola-Briga, come il Cisalpino.
Questa ufficialmente sarà la stazione di Castellanza FNM, però. E qui i passeggeri delle Nord vanno in confusione. Cosa succederà con il termine dei lavori del tunnel di Castellanza e del raddoppio dei binari?
Di certo sappiamo che le linee in transito da Busto Arsizio saranno tre: la Milano-Novara, la Milano-Malpensa (nuova) ed il Malpensa Express. Non essendoci ancora un orario ufficiale o un annuncio in questo senso, siamo tutti in attesa. Come sempre.
Da oltre dieci anni auspichiamo che il servizio migliori, che vi siano treni più nuovi e capienti, che vi sia maggiore pulizia… ma questo ritornello lo sentiamo ogni volta che parliamo di trasporto ferroviario, sia sulle brevi che sulle lunghe percorrenze.
Se è concesso fare una ipotesi, è lecito pensare che le occasioni di passaggio dei treni per i pendolari aumenteranno, ma è probabile che si perda il passaggio del Malpensa Express.
Qualcuno si chiederà perché io ce l’ho tanto con il Malpensa Express. Perché odio gli sprechi e vedere un treno che viaggia praticamente vuoto mi fa venire il voltastomaco.
Mentre i pendolari devono aspettare e pagare. Forse non ci si rende conto, e questo dovrebbe essere messo in luce una volta per tutte anche da chi governa, che se un lavoratore passa ogni giorno circa 3 ore sui mezzi pubblici per la mobilità casa-lavoro, questo implica l’impossibilità di poter fare straordinari o di poter dare, in ogni caso, una maggiore presenza in azienda, che si traduce in molti aspetti negativi; che ha maggiori costi di chi prende solo mezzi urbani per recarsi al lavoro e molte volte ha una dose eccessiva di stresso dovuto a ritardi, soppressioni, incidenti dei treni.
Cornuti e razziati, si direbbe. Ecco perché ho sempre sostenuto la necessità di aprire il passaggio di tutte le corse del Malpensa Express ai pendolari, per dare maggiori disponibilità a chi si trova in queste condizioni. Pensate se alla mattina fosse possibile salire sul Malpensa delle 7.32: questo permetterebbe di essere a Milano alle 8.05, ed entro le 8.30 tutti potrebbero essere al loro posto di lavoro, evitando quelle dannosissime pratiche che spesso le aziende adottano nei confronti di chi arriva, in genere, dopo le 9.00
Ditemi voi…

mercoledì 18 giugno 2008

Piccola storia del Malpensa Express

Nel giugno 1996 riprese servizio la stazione delle Ferrovie Nord a Busto Arsizio, dopo che per oltre sette anni rimase chiusa per i lavori di interramento e raddoppio dei binari.

Il 26 ottobre 1998 venne inaugurata Malpensa2000, ma solo nel giugno 1999 iniziò il regolare collegamento con il Malpensa Express tra l’aeroporto e Milano Cadorna.

Dal 2004 il Malpensa Express ferma anche a Busto Arsizio, ma solo un treno ogni ora; l’altro non si ferma. Due treni l’ora su una tratta di collegamento di circa 50 chilometri; due treni che hanno una capacità nominale di 420 passeggeri, ma che per la maggior parte dei loro passaggi raccolgono non più di 40/50 persone, il 10% della potenzialità.

In tutti questi anni ho cercato di sensibilizzare l’attenzione di tutte le parti istituzionali, comune, provincia, Ferrovie Nord, Regione (che è l’azionista di riferimento di FNM) a q1uesto problema. Durante l’inverno tra il 2006 e il 2007 abbiamo raccolto centinaia di firme on-line e tra i cittadini di Busto, riuscendo per la prima volta ad avere un vero ed ampio consenso bipartizan sull’argomento, ma senza ricevere risposta da alcuno dei soggetti cui abbiamo inviato la petizione.

500 firme disperse. 500 persone che ancora oggi attendono una risposta, ammesso che non si siano dimenticati di questa istanza, rassegnati ormai alla più desolante indifferenza.

Le uniche informazioni che ho raccolto mi arrivano per via indiretta. Ho avuto la possibilità di parlare in treno (in modo del tutto causale) con il Presidente di LeNord, il quale mi ha fatto rilevare che il servizio del Malpensa Express esiste come servizio per l’aeroporto, non per un servizio di pendolari; in sostanza, si tratta di un servizio esclusivo.

Talmente esclusivo che esclude persino i passeggeri. Il Malpensa sarebbe stato chiuso da almeno 4 anni, se i pendolari di Busto non lo avessero rimpolpato con centinaia di presenze ogni giorno.

Questa la storia passata. Però qualcosa dovrebbe succedere nei prossimi mesi…. (continua)

martedì 17 giugno 2008

La politica della "Busto che non c’è più"

La lettura degli articoli odierni della stampa locale mi ha mosso a qualche riflessione sulla nostra città e sul modo di amministrarla. Facendo anche una comparazione col passato.
Triste dirlo, ma si stava meglio quando si stava peggio. Oggi non si lotta più per un modello ideologico, per la difesa dei diritti, per la causa dei più deboli o degli interessi di alcuni a danno di altri. No, oggi si fa politica supportati dai fiancheggiatori, si danno privilegi a chi non li merita, si nascondono fatti di cui ci si dovrebbe vergognare, anziché cacciare gli incapaci li si difende.
Così se un consigliere, poco importa se di maggioranza o minoranza (ammesso che queste parole abbiano oggi ancora un senso), indica una ingiustizia, un abuso, una scorrettezza, diventa lui pietra dello scandalo, da allontanare, da condannare: si è girato il mondo.
Un assessore, di cui ho tra l’altro molta stima, Alberto Cattaneo, conclude la sessione di consiglio dedicata all’approvazione del Bilancio preventivo 2008 annunciando le proprie dimissioni il 5 maggio 2008, ma dopo un paio di mesi sarà a discutere con ogni probabilità il Bilancio consuntivo 2007, per una pura questione di occupazione di spazi politici.
La Lega reclama a gran voce più posti di potere per il recente successo elettorale: questo significa snaturare il valore del voto, traslando di volta in volta il risultato di una elezione sul contesto corrente, originato da una diversa situazione.
Non ci si preoccupa invece della qualità del lavoro svolto dalla giunta in questi anni, non ci si cura dei problemi veri dei cittadini che vivono quotidianamente i disagi per le mancate manutenzioni di ogni genere e per la scarsa qualità dei servizi pubblici, perfino delle tasse che aumentano.
Mi meraviglio che di tutto questo non si sia ancora data la responsabilità all’opposizione, magari a quella che ha un maggiore profilo politico in quanto competitore su tutti i piani, locali e nazionali.
Prima ancora che dei partiti, ho nostalgia di certe persone che la politica la sapevano davvero vivere e la facevano diventare motore di tutta una città, dove ci si poteva sentire battuti politicamente ma non esclusi dalla vita sociale.
Politica significa dialogo, mediazione, ascolto, proposta, confronto, ma il nuovo iter della politica si coniuga solo con interesse, spartizione, potere, litigio, rivendicazione.
Tanto che oggi la parola politica dovrebbe trasformarsi in “pollitica”, pensando ai galli di manzoniana memoria che Renzo porta al dottor Azzeccagarbugli.
Quanto sono lontani questi modelli e questi tempi…

lunedì 16 giugno 2008

Il taglio del bosco

Prendo in prestito il titolo da un noto romanzo di Carlo Cassola. La riflessione si origina da un colloquio avuto stamattina in treno con un conoscente che mi chiedeva se sapessi il perché del taglio (a suo parere indiscriminato) del verde alberato dei nostri viali cittadini.
Corso Italia, Via Salvator Rosa, Via Marco Polo, Via Valle Olona, Viale Borri… centinaia di alberi abbattuti e, come diversi cittadini mi hanno fatto notare, moltissimi di questi presentavano una sezione del tutto sana della pianta, e non occorre essere grandi esperti per riconoscere al taglio una pianta sana da una malata.
Infatti, quelle malate evidenziano funghi, venature erose e perfino una sorta di ragnatela dentro il fusto sezionato, al punto che basta spingere con un dito per sbriciolare la polpa dell’albero.
Ma ve ne sono alcuni che sono saldi e sodi, ci si può perfino camminare sopra, saltarci sopra, senza scalfirli minimamente.
La cosa che però mi ha lasciato sorpreso è che questo signore mi ha spiegato che esiste una procedura per il taglio delle piante che pare non sia stata seguita in maniera adeguata e per cui le spore dei tronchi malati possono a questo punto continuare ad “infettare” anche altri alberi sani.
Resta il fatto che il cittadino fa fatica a capire perché tutti questi alberi debbano essere tagliati e rimpiazzati con altri che probabilmente diverranno adulti fra parecchi anni e non saranno mai né nell’aspetto, né nella consistenza come i precedenti.
Forse faranno meno foglie dei precedenti, ma faranno sicuramente anche meno ombra. I viali alberati sono stati una delle caratteristiche di Busto Arsizio che, come per le industrie, le decine di ciminiere e la cultura del cotone andranno a far parte della memoria di una città che si trasforma, che sa cosa lascia, ma che forse non sa ancora cosa vuole.

domenica 15 giugno 2008

Pericolo prostitute: apriamo il dibattito

La questione è vecchia come il mondo, anzi dicono che sia la professione più antica. Oggi voglio affrontare un tema che in questi giorni è stato al centro di discussioni dovute al fatto che il Governo proponeva il carcere per le prostitute clandestine; ora invece tale provvedimento pare stralciato e addolcito nella sostanza, trasformato in una espulsione immediata nell'arresto e detenzione solo nel caso di recidive.

Per capire come la gente percepisca questo argomento, ho deciso di introdurre sul tema il sondaggio di questa settimana, che sono sicuro non mancherà di stimolare la discussione.

Fate girare la voce...

Il mio parere sull'argomento prostituzione

Nell'anno in cui nacqui, venne promulgata la famosa legge Merlin che chiudeva le case di tolleranza, fino a quel momento legali. Non posso quindi dire come fosse la situazione allora, ma so che oggi passando lungo molte strade di tutte le città d'Italia, di giorno e di notte, col sole e con la pioggia, si possono trovare delle signore che, in atteggiamento inequivocabile, fanno merce del loro corpo.

Il provvedimento che il Governo ha (o aveva) in animo di adottare era rivolto ad espellere le prostitute clandestine, ma qui nasce il dubbio: esse sono criminali, come sostiene qualcuno dell'attuale maggioranza di Governo, o vittime?

La cronaca nera ci illumina: esistono organizzazioni criminali che operano una sorta di tratta di giovani donne, prelevate con mille promesse dai paesi di origine e trasferite in Italia per essere avviate alla prostituzione, con minacce e percosse dirette a loro ed ai loro familiari rimasti nei paesi di origine. Si tratta, quindi, a tutti gli effetti, di schiave.

Qualcuna di esse ha avuto il coraggio di scappare e denunciare gli aguzzini, ma di chi non ce la fa non ne avremo mai notizia. Così come non sapremo direttamente se le minacce di morte nei confronti di familiari siano poi messe in pratica.

Ma vi sono anche altri elementi da considerare, primo fra tutti il fatto che se esiste un mercato così fiorente del sesso a pagamento è perché la clientela abbonda.

Probabilmente molti di coloro che pubblicamente disprezzano, privatamente apprezzano.

Qual è la differenza tra una prostituta clandestina ed una indigena? Chi è di Busto Arsizio o zone limitrofe avrà sentito parlare della “mitica” Bersagliera, che a ottant'anni suonati pare sia ancora all'opera...

Qual è la speranza di una povera ragazza che arriva in Italia, liberamente o costretta, e si trova a vivere la vita della strada, per finire magari massacrata come accadde qui vicino alle tre ragazze dell'est uccise da un probabile serial killer? Don Benzi ha aiutato per anni e anni le prostitute della costiera romagnola ad avere questa speranza; lui è morto, ma il suo pensiero no e sta anche a noi tenerlo vivo ora.

Ecco l'area del nuovo Liceo Artistico

Era il 28 febbraio 2007 quando l'allora Presidente della Provincia Marco Reguzzoni, ora Onorevole, ed il Sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, ora potenzialmente Consigliere Regionale Lombardo, mettevano la prima pietra del nuovo Liceo Artistico di Busto Arsizio.

Il piano dell'intervento è rimasto per mesi solo un cartello esposto senza che si sia mosso un solo sasso; quello che vi propongo è lo stato dell'arte (visto che parliamo di Artistico) al 14 giugno 2008. Sono passati 16 mesi e come potete vedere, l'unica cosa che è cambiata è la vegetazione.

Ho denunciato questa situazione prima e durante la campagna elettorale per le provinciali, senza che questo abbia scandalizzato alcuno. Abbiamo appurato che l'impresa che aveva vinto l'appalto è fallita, ma nessuno aveva detto nulla fino a quando non ho cominciato a fare interrogazioni a proposito. Lo ripeto adesso, e credo che non vi possa più essere il sospetto che si tratti di semplice propaganda, ma solo la certezza di essere di fronte all'ennesima promessa non mantenuta: il settembre 2009 non potrà accogliere gli studenti nella nuova sede.

Ma questo interessa a qualcuno?

sabato 14 giugno 2008

Ennesimo morto della strada a Busto Arsizio

Domani ricorderò con la mia famiglia il primo anniversario della morte di mia suocera, avvenuta in un tremendo incidente stradale che aveva coinvolto anche mia moglie e mio figlio.

Oggi però piango e mi sento vicino ai familiari di Pierina Valenti, la ciclista deceduta a seguito dell'incidente che l'ha vista travolta sulla strada da una betoniera.

Un anno di distanza e duecento metri di strada dividono queste due tragedie.

La via è sempre quel Viale Togliatti che insieme a Viale Trentino e Via Cadore crea un tratto di via che congiunge L'Ospedale o, più precisamente, la Casa Mortuaria, con il Cimitero.

Una via costellata di incidenti mortali, quasi sempre però con il coinvolgimento di mezzi pesanti, come quello dell'11 novembre 2004, con un ciclista travolto alla rotonda di Viale Rimembranze. Stessa sorte toccata, qualche anno prima, ad un altro ciclista in Via Quintino Sella, all'angolo con viale Trentino, schiacciato da un camion; ora, per iniziativa dell'Ulivo, quel semaforo è regolato da un sistema particolare che permette il passaggio di pedoni e biciclette in tempi separati dalle auto e da altri mezzi.

Ma ancora, lungo viale Trentino, appena realizzata la pista ciclabile, avvennero a breve distanza di tempo, due incidenti che videro la morte prima di una bimba appena tredicenne e poi di una signora, entrambe in bicicletta.

Sembra una ironia del destino dover rilevare come tutte questi morti siano avvenute lungo l'unico asse viario dotato di una vera pista ciclabile.

E questa strada è, a sensazione di chi ci vive, la più trafficata dai mezzi pesanti. Chi sta studiando, per l'ennesima volta, il piano urbano del traffico, raccolga questo appello: fate presto! Personalmente sono stufo di dover contare i morti, soprattutto dover sottolineare che la bicicletta è statisticamente il mezzo stradale più pericoloso, almeno a Busto Arsizio.

venerdì 13 giugno 2008

Rinviata a fine anno la chiusura degli Enti inutili

Se l’avesse fatto il Centrosinistra, apriti o cielo! Ma l’ha fatto un Ministro del Centrodestra, per cui la notizia scivola quasi inosservata indietro nell’impaginazione di quasi tutti i quotidiani. Il ministro Rotondi ha deciso di far scivolare a fine 2008 la chiusura degli Enti pubblici ritenuti inutili, che la finanziaria 2008 aveva destinato a chiusura. La ragione? Esaminare la posizione di altri 170 Enti pubblici non economici e tutelare i lavoratori. Bella scoperta. Se si tagliano gli Enti, qualcuno doveva anche pensare a dove mettere i lavoratori. A fine anno essi spariranno? Se l’Ente è inutile, non è detto che lo siano anche i lavoratori, che rischiano sempre di pagare per gli errori di altri. E a Busto ne sanno qualcosa…

Alla ricerca della verità

L’argomento politico del giorno è la nomina del Sindaco Farioli a Consigliere Regionale, che lo rende di fatto incompatibile la carica di primo cittadino di Busto Arsizio.
Cosa sceglierà di fare il nostro Sindaco?
Da questa scelta dipende il futuro dell’Amministrazione e dell’intera città. Se sceglierà di andare in Regione, vi sarà un periodo più o meno lungo di commissariamento del comune e nuove elezioni che potrebbero essere o in autunno (se vi fossero le condizioni), o più probabilmente la prossima primavera. Un periodo di 8-10 mesi di nuovo senza sindaco, ma con un commissario prefettizio.
Allora questa non può essere una scelta personale, come afferma Farioli, ma una scelta che condiziona la città intera e non solo. Non in democrazia, quando la convenienza è solo la propria carriera politica.
E’ grave, a mio modesto parere, porre un’affermazione del genere, perché personale può essere il gusto, lo stile, la scelta del colore dei calzini o la squadra del cuore; non le sorti di una città e dei suoi cittadini.
Se non si era convinti di ciò che si voleva fare da grandi, sarebbe stato meglio pensarci prima.
Ma la scelta potrebbe essere quella di restare, ed in questo caso sarà bene non perdere altro tempo a cincischiare in pratiche attendistiche, come quelle che ci hanno portato ad una quasi completa paralisi della macchina amministrativa e, dopo due anni di governo, ad una estrema povertà di atti utili per la città.
Non nascondiamoci dietro un dito: le cose non funzionano. Le uniche cose che si vedono crescere sono i nuovi palazzi (sono decine i nuovi cantieri in città, cosa ne pensano i difensori di piazza Vittorio Emanuele?), mentre abbiamo le strade groviera, i trasporti colabrodo, le fogne intasate, verde malconcio, amministrazione in panne e perfino la Pro Patria retrocessa (il Presidente è un Assessore).
Qual è la verità di questo teatrino? Quali danni potrebbe ancora fare alla città l’assenza di una guida politica? Signor Sindaco, il Testo Unico 267/2000 le dà il potere di agire nei confronti di coloro che nella sua Giunta non lavorano in modo adeguato, non aspetti che arrivi Brunetta a fare pulizia, se decide di restare la faccia lei, ma subito. Se invece vorrà scegliere il Pirellone, allora auguri, ma a Busto, per favore, veda di tornarci il meno possibile.

giovedì 12 giugno 2008

Tanti auguri, vecchio vinile!

Nacque il 21 giugno del 1948 e fu introdotto dalla Columbia records nei negozi specializzati di musica, dapprima in America e poi in tutto il mondo. Chiamato anche LP dalle iniziali di Long Playing, rimane ancor oggi un oggetto di culto, e sono moltissimi gli appassionati, tra collezionisti e dj che preferiscono il suono caldo del vinile a quello freddo e sterile del suono digitale. Anch’io ho la mia discreta collezione di LP che curo da più di 30 anni e a cui sono molto affezionato, per cui mi sembra giusto celebrare questo evento e apprezzare come anche nella nostra città vi sia chi, come commerciante, torna ad offrire questo tipo di prodotto, come nel caso della recente apertura di un negozio di musica in Via Varese che offre vecchi LP in ottime condizioni a prezzi interessanti.

mercoledì 11 giugno 2008

Maggioranza in grande affanno in Consiglio

Poche idee molto ben confuse, questa in sintesi la dimensione del problema del Centrodestra durante la discussione di ieri sera 10 giugno. Chi era in consiglio comunale se ne è reso conto ben presto, quando sulla delibera proposta dalla minoranza, una volta tanto quasi compatta, circa l'istituzione di una Commissione di inchiesta sui fatti inerenti la sparizione di incartamenti dall'ufficio Pianificazione Attuativa del Comune, ha opposto una mozione che non si giustifica né dal punto di vista tecnico, né da quello politico.

Visto che la materia potrebbe risultare ostica ai lettori, cerco di esprimere il concetto nella maniera più chiara e semplice possibile. Dunque, la maggioranza ha proposto una mozione che, in termini di regolamento, agganciandosi ad una delibera, ne segue le sorti: se la delibera viene approvata, la mozione (che è poi una indicazione di indirizzo politico del Consiglio verso la Giunta) viene recepita, se la delibera viene bocciata, anche la mozione decade. E questo è il problema tecnico.

Ma vi è anche il problema politico: in quanto il testo della mozione riprendeva quasi a fotocopia il contenuto della delibera, ciò significa che la stessa maggioranza ha dei dubbi sul funzionamento corretto degli uffici e sulle questioni di merito che in essi si svolgono. Ma lascerebbe l'incombenza dell'indagine interna, per così dire, all'Assessore alla partita.

Come ho avuto modo di spiegare nel mio intervento, questo pone un problema etico e pratico: chi controlla non può essere il controllato, come ben sa chi fa organizzazione. Non solo: ma così facendo si annulla l'effetto stesso dell'indagine interna che, per quanto corretta, non potrà mai avere alcun riscontro per quanto riguarda l'attendibilità e la qualità della procedura seguita per il suo svolgimento, compromettendone ovviamente l'efficacia.

Accettare la commissione di indagine sarebbe stata l'unica cosa logica da fare, a garanzia dei cittadini e della stessa maggioranza, che così invece si ritrova corresponsabile dei fatti, come ha, forse involontariamente, ammesso Bottini, quando ha accennato all'assunzione di responsabilità dell'Assessore Giampiero Reguzzoni in merito a quanto si svolge all'interno degli uffici.

In realtà, l'Assessore è responsabile solo degli atti di indirizzo politico verso le attività che l'ufficio svolge nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti interni, dove previsti ed esistenti, mentre è il dirigente di settore l'unico responsabile per l'operatività degli uffici.

Ma questo la dice lunga sullo stato confusionale di questa maggioranza!

Per la cronaca, la maggioranza, dopo le nostre osservazioni, ha ritirato la propria mozione (a quel punto palesemente inutile) ed ha votato contro la Commissione di indagine.

martedì 10 giugno 2008

La casa in mezzo alla strada

Nella nostra fantastica città succede anche questo. Lungo la via Rossini, una delle strade più lunghe e conosciute, all'altezza con via Tolmino vi è una casa che occupa circa un terzo di sede stradale.

La vicenda nota da moltissimo tempo ha del grottesco.

La casa dovrebbe essere abbattuta, ma causa un contenzioso tra i proprietari e l'amministrazione comunale essa resta lì. Una cosa che non dovrebbe succedere in un paese civile: qualsiasi sia la natura del contenzioso, e tra l'altro qui è nota e qualche tempo fa sembrava ormai in via di definizione, non è possibile che si continui a far rischiare l'osso del collo a pedoni, ciclisti e automobilisti che transitano lungo la strada e, chi sopraggiunge dalla periferia verso il centro, deve inevitabilmente spostarsi verso il lato opposto.

Ogni giorno si rischiano incidenti, anche per chi esce dalla laterale via Benedetto Marcello, cosa già successa in molte occasioni. I residenti sono al limite della sopportazione.

Sono state fatte interrogazioni, il problema è stato portato in consiglio comunale, ma finora siamo allo stesso punto di venti e più anni fa.

Come è possibile ciò? Se l'amministrazione comunale non è in grado di risolvere la questione, a chi ci si deve rivolgere? Alla magistratura?

Il senso civico e di responsabilità vorrebbe che ci si interessasse di tutti i punti della città che hanno problemi, non solo quelli che stanno nelle vicinanze del centro cittadino.

Le periferie meritano maggiore interesse e rispetto, anche da una amministrazione che può permettersi di ignorare le istanze delle minoranze consiliari.

lunedì 9 giugno 2008

Non è solo una questione di regolamento

Domani martedì 10 giugno alle ore 21.00 vi sarà Consiglio Comunale. Da inizio anno il nostro comune dispone di un nuovo regolamento di funzionamento del Consiglio, che in questi mesi qualche risultato positivo è riuscito a portarlo.
A cominciare dal numero di punti all’ordine del giorno.
Infatti, come si può facilmente verificare dagli ordini del giorno ancora presenti sul sito del comune (vedi: http://www.comune.bustoarsizio.va.it/?channel=32 ), nella seduta del giorno 6 marzo 2008 erano iscritti 93 punti, diventati 80 il 18 marzo, 72 il 13 maggio, 70 il 27 maggio e “solo” 57 previsti per il consiglio di domani.
36 punti in meno in tre mesi, potrebbe significare arrivare a 20/25 punti per la fine dell’anno.
Questo purtroppo sarà difficile, perché se si è riusciti a far passare il principio che i “question time” rispondono in modo semplice e veloce a questioni di vario genere, ma comunque urgenti per la città, ancora non si è potuto risolvere il nodo delle mozioni e delle interrogazioni tradizionali in consiglio, quelle per cui si apre dibattito.
Aggredire quest’area è difficile perché la personalizzazione esasperata delle discussioni porta spesso i consiglieri a dimenticare il ruolo di rappresentanza che essi svolgono, privilegiando l’insulto personale o eccessi che la politica fa fatica a considerare come opportuni.
Analizziamo nel contesto la composizione del prossimo ordine del giorno: a parte i primi tre punti, sempre presenti, abbiamo 2 punti deliberativi, 5 interrogazioni in “question time” (2 PD, 2PdL e 1 RC), 17 interrogazioni “tradizionali” (8 VdC e 9 RifCom) e 30 mozioni (15 VdC, 6 RifCom, 3 PD, 4 PdL 2 Gruppo Misto). Come si può vedere, in questi ultimi due capitoli vi sono 47 punti totali, di cui 23 della Voce della Città e 15 di Rifondazione, per un totale di 38 su 47. Solo 9 sono attribuibili al resto dei gruppi consiliari.
Di conseguenza, si verifica un intasamento nella parte di proposta più che in quella di discussione, e pertanto, sarà ben difficile riuscire ad esaurire questi 47 punti entro l’anno, visti i tempi che si va a dedicare mediamente per la loro discussione.Per questo, dare una maggiore consistenza ai lavori consiliari è dovere di chi ne scandisce l’attività, sia in termini di proposta (i Gruppi Consiliari), che di calendario dei lavori (la Presidenza): da entrambi mi aspetterei una seria riflessione.

domenica 8 giugno 2008

Il buongoverno della città

Tempo fa il centrodestra nazionale vantava il diritto del buongoverno della nazione, poi rendendosi conto di come forse stavano davvero le cose, ha abbandonato questo slogan.

Ieri pomeriggio, sabato 7 giugno 2008, sulla città di Busto Arsizio si è abbattuto il primo vero temporale estivo, con un'ora di pioggia scrosciante intensa, cosa di cui i meteorologi ci mettono in guardia e con cui dovremo imparare a convivere vista la tendenza del tempo ad eventi di forte intensità.

Dieci giorni prima, nell'ultimo consiglio comunale tenuto il 27 maggio, avevo posto una interrogazione per chiedere se si avesse intenzione di svolgere una manutenzione straordinaria sulle caditoie dei sottopassi FS di via Tasso e XX Settembre, ottenendo assicurazione che l'intervento era già stato fatto.

Per fortuna, così ieri sera nei sottopassi c'era “solo” mezzo metro d'acqua; diversamente avremmo avuto altre due piscine olimpioniche.

Quei due punti sono cruciali sia per quanto riguarda la viabilità, permettendo l'accesso dalle zone est della città verso il centro cittadino e la stazione ferroviaria FS, ma anche per il traffico locale. Restare bloccati in mezzo metro d'acqua non è piacevole, e basta un mezzo in difficoltà per creare disagio a tutta la circolazione.

Ribadisco il concetto già citato in altre occasioni: prevenzione e programmazione sono alla base di una buona gestione, qualsiasi sia l'oggetto del bene di cui stiamo parlando, da una bicicletta ad una città.

E se l'evento è straordinario, le misure che lo dovrebbero mitigare non possono essere ordinarie, questo chi vuole praticare il “buongoverno” lo dovrebbe sapere.

sabato 7 giugno 2008

Brevissima sul Referendum

Solo due parole per rispondere ad una sollecitazione: mi informano che nei commenti ad un articolo su VareseNews, ancora su questo benedetto Referendum sull'autosilo, qualcuno abbia chiesto un mio intervento e poi abbia commentato il mio silenzio.
Quello che volevo dire l'ho detto nell'articolo che è su questo blog: "Dal Referendum al PGT" del 26 maggio. Per il resto, credo che si sia già parlato fin troppo ed anche a sproposito di questo argomento.
La città ha altre priorità ed aspetta risposte concrete.
Credo però, fuori sacco, di poter dire una cosa: chi lavora ostinatamente su questo argomento credo stia proprio facendo il gioco della maggioranza, arrogandosi il diritto di stabilire tempi, modi ed interlocutori della discussione, anche saturando le vie istituzionali del confronto politico, che sono nell'ambito consiliare, e mettendo la stampa nelle condizioni di dover dare loro spazi anche oltre ciò che sarebbe giusto dare.
E' semplicemente ora di finirla.

Finisce un altro anno di scuola

Oggi si conclude un altro anno di scuola, e come ogni percorso che giunge al termine si dovrebbe fare qualche riflessione, che risulta più facile se si pensa a cosa sia successo nell'anno trascorso.

Cominciamo dunque dall'acquisto dei libri di testo: quanti di voi si sono sentiti dire che un libro doveva essere acquistata nella nuova edizione, ed avendo a disposizione la precedente, scopre che le diversità sono minime, talvolta addirittura insignificanti, ma che ugualmente abbiamo dovuto sborsare 15, 20, 30 e più euro per la nuova versione?

Di questo ne riparleremo a settembre.

Poi ci sono i ragazzi che devono raggiungere la scuola utilizzando i mezzi pubblici: se abitate a Busto, quest'anno ne sono successe di tutti i colori, a cominciare dal costo dell'abbonamento, cambiato più di una volta, con aumenti e sconti che si sono alternati alla discussione sulle famose tratte brevi. Quanti hanno in realtà richiesto il rimborso?

E credo ve ne sarebbe stato ben diritto, visto il numero delle corse in ritardo, soppresse, non effettuate che anche quest'anno hanno costellato l'anno scolastico.

I problemi all'interno delle scuole poi sono più o meno sempre i soliti da decenni, ma il tira e molla sulla questione degli esami di riparazione rischia di rasentare il ridicolo. Il precedente ministro Fioroni ha detto che si dovevano ripristinare gli esami di riparazione: apriti o cielo! Cambiamo Governo, arriva la Gelmini e cosa fa? Ripristina gli esami di riparazione, che dovranno essere preceduti da corsi di recupero da organizzarsi a cura dei singoli istituti (quando, con che soldi?) e che si dovranno concludere entro il 31 agosto.

Silenzio, nessuna reazione. Perbacco, come ha fatto presto la gente a cambiare idea. O forse no? Forse è solo così confusa e stanca di queste cose che aspetta solo di capire come va a finire. Attenzione alle ferie, però: si rischia di saltare...

venerdì 6 giugno 2008

Ex municipalizzate, dove siete andate a finire?

Oggi è San Norberto e colgo l’occasione per fare gli auguri di buon onomastico a don Norberto Brigatti, parroco uscente di Santa Maria Regina in Busto Arsizio. Un ottimo prete e un grande uomo, che ricorderemo e apprezzeremo anche nel suo futuro e non facile impegno pastorale a Casciago.
E da oggi ricorderò, a piede di articolo, il santo del giorno, così se qualcuno si è dimenticato di fare gli auguri a qualche persona cara, potrà velocemente recuperare.
Ma il tema (ostico) che volevo toccare oggi è quello del “servizio pubblico locale”.
La definizione di "servizi pubblici locali" è contenuta nell’art. 112 del D. Lgs 267/2000 “Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti Locali”: sono tali, infatti, “i servizi pubblici che abbiano per oggetto produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali”.
Ci sarebbe un grosso discorso da fare, parlando di ente pubblico, del concetto di mercato, di concorrenza, di affidamento in gara che oggi sono richiamati dalla normativa vigente; una volta il servizio pubblico cercava di dare servizi essenziali ai cittadini a prezzi minori di quelli di mercato, o comunque vantaggiosi per i cittadini o ancora, impraticabili per qualsiasi azienda privata.
Da questo punto di vista, è chiaro che molte “ex municipalizzate” lavoravano in perdita; essendo diventate società per azioni, quindi private, devono avere per statuto l’obbligo minimo del pareggio di bilancio.
Di conseguenza non fanno più l’interesse del cittadino, ma quello dell’azionista, che è, in tutto o in parte, l’Ente pubblico stesso.
La “tutela della concorrenza” ha fatto esprimere la Corte Costituzionale (sentenza 272/2004) per l’incostituzionalità della lettera b) del comma 5 dell’art. 113 d. lgs 267/00 sulle società miste nelle quali il socio privato deve necessariamente essere scelto attraverso la procedura dell’evidenza pubblica. E’ il caso, ad esempio, di AGESP Trasporti.
Ben diversa, invece, quella prevista dalla lettera c) del comma 5 dell’art. 113 TUEL: si tratta, infatti, del modello “in house providing” nel senso che la Pubblica Amministrazione per produrre beni e servizi non si rivolge all’esterno ma si avvale di società costituite per lo scopo fissato.
In tal caso, in deroga alla procedura dell’evidenza pubblica, l’affidamento del servizio pubblico locale è gestito direttamente dalla società che risponde integralmente all’ente stesso: è il caso della “Global Service” del comune di Busto Arsizio.
La Corte di Giustizia (atto 6/4/2006 C-410/04) è stata chiara nel ritenere che l’affidamento diretto costituisce una eccezione alle regole generali della concorrenza, per cui, i requisiti indicati nel comma 5 dell’art 113 TUEL devono essere interpretati restrittivamente e la loro effettiva sussistenza deve essere dimostrata in concreto da chi intende avvalersene.
Questi sono i fatti. Immagino che non sia stato semplice per voi essere arrivati fino a qui nella lettura, ma se lo avete fatto, ora cosa ne pensate della care, antiche Municipalizzate e dei rapporti col Mercato della Pubblica Amministrazione?

giovedì 5 giugno 2008

Parcheggi alle Ferrovie Stato, non solo pendolari

I mondiali di ciclismo di Varese potrebbero dare una mano a risolvere l’ormai antico problema dei parcheggi presso le Ferrovie dello Stato, sbloccando la trattativa per l’ex area Hupac.
Sono già 10 anni che lo spazio adiacente la Stazione Centrale non è più destinato all’azienda svizzera che si occupa di logistica integrata ed intermodalità, ma finora ogni tentativo di riuscire ad entrare in sintonia con l’Ente ferroviario ha avuto esito negativo.
A soffrire di questa situazione non sono solo i pendolari, che ovviamente hanno il problema primario di poter lasciare il proprio mezzo di locomozione per la tratta casa-stazione (auto, moto o bicicletta) in un posto un minimo sicuro da furti o da contravvenzioni.
Nel marzo del 2003 l’allora sindaco Luigi Rosa annunciò che nell’ambito delle trattative per il progetto per il collegamento tra le linee ferroviarie di Nord e Stato si erano ricevute assicurazioni circa l’imminenza della liberazione delle aree, ma forse l’esperienza non proprio felice di Metropolis a Gallarate, o altri fatti sconosciuti, non hanno mai fatto concludere questo accordo.
L’apertura del sottopasso pedonale ha reso possibile sfruttare anche aree di parcheggio lungo via Palermo e sino al quartiere dei Santi Apostoli, ma come si accennava, questo crea grossi problemi anche ai cittadini che abitano nei pressi della Stazione Centrale, così come accade alla Stazione Nord.
Durante i giorni feriali la viabilità dei quartieri Frati e Santi Apostoli diventa caotica per il fatto che le auto lasciate in sosta vi restano fino a sera, danneggiando i residenti. Inoltre, i recenti provvedimenti in materia di parcheggio pubblico a pagamento, che hanno visto aumentare le tariffe fino ad un euro l’ora, lasciano ancora più amareggiati i cittadini.
A Roma il Codacons e associazioni di cittadini sono riusciti a far togliere i parcheggi a pagamento facendo ricorso al TAR del Lazio laddove non era garantita la sosta gratuita: credo che qui siamo molto prossimi alle condizioni che hanno fatto emettere quella sentenza.
Accetto ben volentieri suggerimenti in merito, per attivare qualche azione consiliare per alleggerire il problema, in attesa di conoscere l’esito con l’ente Ferrovie ed evitando che, per l’ennesima volta, si debba masticare amaro su questo tema.

mercoledì 4 giugno 2008

Come vanno le cose

Sono trascorse circa tre settimane dall’apertura di questo blog e posso cominciare a trarre le prime considerazioni. A partire, come al solito e come mi piace fare, dai numeri. Con questo sono 23 comunicati in 23 giorni, finora ho mantenuto la promessa di un diario “giornaliero”. So che non potrà essere sempre così, ad esempio a luglio andrò in ferie e non potrò pubblicare.
Ma vi sono altri dati che ritengo estremamente positivi: 2 sondaggi pubblicati, 92 pareri espressi. Chi oggi traffica con queste cose a livello amatoriale sa quanto sia difficile avere questi ritorni, perché si tratta di creare un clima di fiducia con chi interpelliamo, e le basi di questa fiducia sono la coerenza e la serietà.
Nel limite del mio essere una persona umana, ho sempre cercato e cercherò sempre di rispettare questo patto che è, prima di tutto, con me stesso.
I miei post hanno finora raccolto 17 commenti: se pensate che in quasi 9 anni di gestione di siti come Popolari e Margherita, oltre a quello personale che ho da circa 2 anni, ho ricevuto in tutto 8 messaggi, direi che è un grossissimo passo avanti!
Di questo devo dire grazie a voi, e se considero anche le mail private che mi sono arrivate, devo dire che sono veramente emozionato. Il mio scopo non è quello di convincere a tutti i costi di una tesi, ma di aprire un dialogo. Questo avviene in una zona neutra: come vedete nel mio blog non vi sono simboli di partito, anche se nella testata dichiaro la mia militanza politica, perché non vi siano fraintendimenti.
In questo senso credo sia lecito ed opportuno andare oltre il sostegno delle tesi politiche, per andare oltre, per fare vedere cosa accade oltre il momento presente e tracciare una direzione verso il futuro. Questo potrebbe essere frainteso da chi opera nella politica tradizionale, la lettura di questi spazi di comunicazione come divulgativi di tesi, come asserzioni assolute del vero. Niente di più sbagliato.
Uno spazio di dialogo non può porre vincoli o preconcetti.
Io penso di proporre, stimolare, provocare fatti e situazioni; addirittura qualcuno mi scrive ringraziandomi del fatto di considerare “divulgativo” il blog. Mi fa piacere, ma questo semmai è un valore aggiunto, non il fine.
L’ultimo sondaggio lanciato ieri vi chiede un parere sul servizio di trasporto pubblico offerto da AGESP: mi auguro che ad esprimere il parere possano essere davvero i cittadini interessati a questo servizio. E’ una occasione di ascolto e di proposta. Sfruttatela.

martedì 3 giugno 2008

Il ruolo del trasporto pubblico locale

Eccoci finalmente a parlare di trasporto pubblico. Chi mi conosce sa bene quale sia il mio interesse per la mobilità sostenibile ed il mio punto di vista sull’integrazione fra tutte le forme di trasporto pubblico e privato per arrivare ad una qualità della vita elevata anche in questo ambito.
La struttura urbana della città di Busto Arsizio, il suo essere all’interno di una conurbazione con altre città come Gallarate, Castellanza e Legnano, che costituiscono un continuo non distinguibile nei confini, ci fa perdere la cognizione di essere di fronte ad una realtà di ormai 200.000 abitanti, che costituisce il terzo agglomerato urbano della Lombardia per numero di abitanti.
In questo contesto non ha molto senso pensare ad un servizio di trasporto pubblico autonomo per ogni città, ma sarebbe più opportuno costituire un consorzio che assicuri l’interconnessione tra tutti i punti nodali che sono sul territorio e che interessano la mobilità personale.
Ad esempio, pensando alle possibilità di intermodalità, ovvero interconnessioni di mobilità, abbiamo stazioni ferroviarie a Gallarate, Busto Arsizio (Nord e Stato), Castellanza e Legnano, le quali mettono in relazione il territorio con Milano, Malpensa, Domodossola e la Svizzera, Varese e il nord della provincia, Como, Novara e attraverso Rho fino a Torino.
Progettare aree e modalità di interscambio è fondamentale per lo sviluppo dei collegamenti di area, considerando la funzione di Malpensa come aeroporto (al di là di tutte le polemiche) centrale per l’economia del Nord Italia e dei traffici con tutta l’Europa.
Sempre sul territorio osserviamo la collocazione degli ospedali: ve ne sono a Gallarate, Busto Arsizio e Legnano ed abbiamo cliniche private a Castellanza (Santa Maria e Mater Domini), oltre ad altri ospedali in valle Olona (cito solo l’ospedale Raimondi di Gorla Minore); inoltre vi sono diversi centri diagnostici sparsi sul territorio. Esistono poi altri luoghi di ricovero per lungodegenti, come La Provvidenza a Busto Arsizio o l’istituto Barbara Melzi a Legnano, ed altri nel territorio. Tutti questi luoghi sono oggetto di frequentazione giornaliera da parte di migliaia di persone, che spesso hanno problemi a trovare un parcheggio (che risulta spesso a pagamento). Laddove ci sia la possibilità di una adeguata copertura, sia per frequenza che per comodità di mezzi pubblici, è logico pensare che molte persone potrebbero scegliere questo mezzo.
Il commento che chiedo a voi è dunque: ritenete che il trasporto locale possa diventare motore della mobilità sostenibile?

lunedì 2 giugno 2008

Tanti auguri, signora Repubblica

Una signora di 62 anni, molto ben portati e che molti ci invidiano, ma che noi abbiamo lentamente fatto scivolare in secondo piano. Credo sia più che giusto soffermarsi oggi a riflettere sulla nostra Repubblica Italiana e sulla sua Costituzione, atto fondante del nostro essere cittadini italiani oggi.

Una Costituzione che qualcuno vorrebbe cambiare, addirittura stravolgere, ma che invece attira l'ammirazione e l'interesse di molti paesi nel mondo ancora oggi. Partendo dall'articolo 1, che afferma: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, l'Associazione Mazziniana Italiana ha diffuso un comunicato in cui, tra l'altro, si può leggere: “La traduzione delle prime parole della nostra Costituzione in alcune delle principali lingue dell'immigrazione vuole ricordare a noi italiani, innanzitutto, come il lavoro sia quotidianamente tradotto nelle nostre città in tante lingue straniere.

Il richiamo all'integrazione degli stranieri in un contesto di legittimità e di legalità è evidente. Continua: “Ma il nostro manifesto vuole anche presentare, con le prime parole introduttive, la nostra intera Carta Costituzionale a persone che provengono da paesi diversi, spesso lontani dalla democrazia. E' un segnale, un richiamo a loro come a noi, per scoprire - o riscoprire - i valori forti della Repubblica, quelli che tengono insieme una Nazione e che la fanno diventare Patria.

A loro come a noi: questo è il punto. La Costituzione non viene più insegnata nelle scuole, come l'educazione civica, ed il risultato è il lento ma costante scomparire dei principi fondanti della carta costituzionale dal tessuto sociale. Non abbiamo bisogno di ronde per sentirci più sicuri.

Famiglia Cristiana di questa settimana attacca duramente questi atteggiamenti e punta il dito: “Il megafono della Lega sulle paure degli italiani”. Si legge, tra l'altro: “E' più sicura una città senza immigrati o Roma, dove si rischia di morire ogni sera, travolti da pazzi italiani ubriachi o drogati al volante? E' più sicuro un territorio senza extracomunitari o intere regioni in mano a mafia e camorra?”. Poi l'accusa si fa precisa: “Diamo atto al sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi, d'essere stato l'unico nel Governo a dire che il reato di immigrazione clandestina è una follia, ... ma gli altri cattolici, Rotondi, Scajola, Gianni Letta, non hanno nulla da dire?”.

Questo è anche il problema di tutti i cattolici: professare la propria fede che dice di amare il prossimo e poi fermarsi a coloro che ci stanno più vicini. L'appello è allora anche ai media, perchè non enfatizzino singoli fatti di cronaca, seppur gravi, ricordando che anche i nostri nonni emigrarono per fame.

Da ultimo, ricordando che gli immigrati producono il 9 per cento del PIL e che spesso fanno quei lavori sporchi e umili che non permettiamo più di fare ai nostri figli, ecco emergere il decreto “salvabadanti”. Si sta preparando un decreto flussi ad hoc per regolarizzare le lavoratrici straniere che si occupano dell'assistenza di persone non autosufficienti. Certo, altrimenti come potrebbero gli onesti cittadini italiani continuare a produrre ricchezza per se e per garantirsi un adeguato tenore di vita?

Ecco perchè è essenziale far comprendere e assimilare agli stranieri che restano sul nostro territorio il testo della nostra Costituzione, per permettere di accedere, da cittadini italiani a tutti gli effetti, alla nostra vita sociale.

Garantire l'integrazione a loro è la migliore assicurazione per la continuità dei valori dei nostri padri.


domenica 1 giugno 2008

In pericolo lo sviluppo delle infrastrutture in Italia

Questo grido d'allarme non lo lanciamo noi ma alcune testate specializzate del settore delle costruzioni. I fondi per finanziare le misure previste dal DL n. 93 del 27 maggio 2008, recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie, sono stati sottratti ad altre previsioni di spesa fissate dalla Finanziaria 2008, dalla Finanziaria 2007 e dal decreto Milleproroghe (Legge 31/2008). Gran parte dei tagli riguarda il settore delle infrastrutture e dei trasporti, e lo stesso decreto ha stanziato l'erogazione del prestito ponte all’Alitalia, mescolando in modo cinico il sociale con il salvataggio della compagnia di bandiera, di cui non si vedono però acquirenti all'orizzonte. Quante storie raccontate in campagna elettorale!

Per finanziare questo DL, i soldi sono stati reperiti da altri provvedimenti, tra cui:

- Fondo per il trasporto pubblico locale (taglio di 353 milioni di euro);

- Sistemi innovativi di trasporto urbano (taglio di 36 milioni di euro);

- Trasporto verde nei centri storici (taglio di 12 milioni di euro);

- Fondo per le isole minori (taglio di 60 milioni di euro);

- Incentivi per lo spostamento del traffico pesante verso il trasporto marittimo (taglio di 231 milioni di euro);

- Misure per trasporto ferroviario delle merci (taglio di 45 milioni di euro);

- Infrastrutture ferroviarie (taglio di 30 milioni di euro);

- Ammodernamento collegamenti ferroviari tra Pescara e Roma (taglio di 168 milioni di euro);

- Sviluppo della banda larga (taglio di 49 milioni di euro);

- Monitoraggio del rischio sismico (taglio di 15 milioni di euro);

- Ammodernamento della rete idrica nazionale (taglio di 70 milioni di euro);

- Fondo forestazione e riforestazione (taglio di 150 milioni di euro);

- Fondo demolizione ecomostri (taglio di 45 milioni di euro);

- Fondo solidarietà per i mutui prima casa (taglio di 20 milioni di euro nel biennio 2008-2009);

- Incentivi all’occupazione (taglio di 165 milioni di euro);

- Potenziamento dell’informatizzazione pubblica (taglio di 31,5 milioni di euro).

Basta leggere queste voci per rendersi conto di quale sia il disastro che si va profilando. Domanda: chi tra voi aveva questa notizia? Allora fatevi sentire!

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