Alessandro Berteotti

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giovedì 11 settembre 2008

La questione morale: basta un uomo giusto al posto giusto?

La riflessione odierna parte da una frase riportata nell'articolo apparso oggi su "La Provincia" a firma di Andrea Aliverti, in merito all'ormai risibile rimpasto di Giunta. Argomento tedioso, lo so, ma al quale non si può fare a meno di aggiungere qualche riflessione che vorrei sperare di maggior contenuto.
La frase dice: "...Secondo la logica dell'uomo giusto al posto giusto, che sembra muovere tutti i partiti (di maggioranza, aggiungo io)". Affermazione apprezzabile, ma assolutamente non sufficiente a giustificare le attuali posizioni. Credo che esistano altre regole che andrebbero rispettate.
La prima, da me già affermata chiaramente tempo fa, è quella che una città dell'importanza, del peso e delle capacità di Busto Arsizio non ha bisogno di andare a "comperare" assessori provenienti da "fuori le mura". Secondo le ultime indiscrezioni, parrebbe che questa ipotesi sia rientrata, e mi auguro che davvero sia così.
La seconda tocca "la questione morale": come si fa a dare un incarico assessorile a persone che sono sotto indagine o della magistratura ordinaria o di quella amministrativa? Fuor di metafora, i problemi di Lattuada come indagato di fatti per apologia di fascismo e di Castiglioni, come ex assessore coinvolto nella vicenda della Corte dei Conti, non dovrebbero dare spazio a loro candidature, non perchè non siano in grado di ricoprire la carica (a Busto non occorrono grandi conoscenze tecniche o particolari competenze), quanto per una opportunità politica e di rappresentanza.
Immagino che la Lega, da sempre attenta a queste cose (come quando sventolava in Parlamento un cappio per dimostrare la propria irritazione verso i rei di Tangentopoli), non possa ignorare questo fatto.
Purtroppo, come tanti rappresentanti della pubblica opinione hanno fatto rilevare negli ultimi tempi, in Italia non c'è più la dignità che impone di dare le dimissioni quando ci si trova di fronte a difficoltà personali o morali, da cariche pubbliche o politiche, che hanno alla base un rapporto fiduciario tra l'elettorato e la persona interessata. Figurarsi se parliamo di candidati a poltrone, oltretutto. Da anni si ignora questo tipo di comportamento, responsabile e civile, facendo davvero sprofondare il senso di fiducia della gente verso le istituzioni.
Senza scomodare Pannella, qui la partitocrazia impera: la distribuizione delle sedie ha alla base il più bieco "Manuale Cencelli" (>>>vedi<<<), altrochè "uomo giusto al posto giusto". E su questo, la città tace, soffocando nel silenzio anche la propria coscienza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ormai alessandro anche te sei scaduto completamente ed alzare qualsiasi pretestuoso niet è diventata un'attività quotidiana.

Sai benissimo che alla base di tutto c'è prima un discorso umano e di capacità: posso capire il discorso che fai su Castiglioni sia perchè con la questione della corte dei conti non si scherza sia perchè è un volpone della politica sempre pronto ad occupare una poltrona qualunque essa sia; ma io da uomo liberale, cattolico e di sinistra (non beceramente legato a tradizioni ormai sconfitte dalla storia), mi indigno nel sentire che ti attacchi alla figura di Lattuada presumendo che potrebbe essere colpevole di un reato d'opinione, invece dovresti caldeggiare la presenza di uomini, che sono come ormai pochi nella politica, puliti e trasparenti come l'ex presidente di comunità giovanile, ma a chi può importare se avrà fatto qulche saluto con il braccio un po' troppo teso, lui è un uomo onesto e capace e spesso inviso a chi nella maggioranza fa giochi sporchi e tu dovresti ricrederti e sconfessare le tue dichiarazioni.

sono convinto che in cuor tuo, e non solo, sei capace di ciò che ti chiedo
Un caro saluto
Paolo

Benvenuti nel mio blog ha detto...

Caro Paolo, premesso che personalmente non ho proprio nulla contro Lattuada, e nemmeno contro Castiglioni o chiunque altro si trovasse nella loro situazione, la sostanza di ciò che affermo è assai diversa da come tu la dipingi. Io affermo il dovere di ciascuno di essere moralmente ineccepibile nel momento in cui si trova ad assumere una nomina pubblica (non elettiva, attenzione!) di qualsiasi genere.
La mia lotta è contro un sistema che ormai accetta tutto e tutti, senza porsi problemi. Per cui, forse disilludendoti un po', ma restando fedele alla mia coscienza, non ritratto una parola di ciò che ho affermato. Semmai invito te a chiederti cosa ti aspetti dal futuro di questa politica.

Anonimo ha detto...

Ti dirò: purtroppo non mi aspetto niente di buono! Anzi proprio per questo ti dico che le persone pulite avranno sempre le barricate create ad arte da chi detiene il comando, e chi detiene il comando usa le persone come te, che ahimè non avranno mai la possibilità di sovvertirlo, per alzare il polverone su quelle persone pure!

Deluso ti saluto

Paolo

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