Alessandro Berteotti

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martedì 30 dicembre 2008

Il terrore corre sul (telefono) cellulare

Ieri ho parlato dei problemi alla viabilità cittadina e delle contravvenzioni elevate, in questi giorni e non solo, soprattutto per motivo della sosta selvaggia. Non ho accennato alla questione dei parcheggi, che in questi periodi dimostrano tutta la loro inadeguatezza, ma perchè mi prefiggo di trattare prossimamente questo tema.
Oggi invece volevo concetrarmi sulle contravvenzioni non fatte. Non mi capita spesso di circolare in città durante il giorno, vivendo la mia vita diuturna nella splendida metropoli di Milano (la quale, per la verità, non è nè splendida nè metropoli). Ma devo dire che ciò che vedo a Milano non è molto diverso da ciò che osservo nella mia Busto Arsizio.
La cosa che mi dà più fastidio e che mi fa venire spesso i brividi lungo la schiena è la quantità di gente che guida mentre parla tranquillamente al cellulare, senza alcun ritegno, senza alcun tentativo di mascherare la conversazione ad un eventuale tutore dell'ordine la propria flagranza in una di quelle che considero tra le recenti infrazioni al codice della strada, la più odiosa.
Fino ad una decina di anni fa, infatti, questo era uno spettacolo abbastanza raro, ma oggi è praticamente all'ordine del giorno.
La modernità, tra l'altro, ha anche permesso di veder nascere nuovi stili di converasione: coloro che cercano una mitigazione all'infrazione pura, infatti, sfruttando tutta la più moderna tecnologia, non poggiano più il cellulare all'orecchio, ma lo sollevano nell'abitacolo quasi fosse la coppa del mondo di calcio, sembrando descriverne le caratteristiche più intime e nascoste al passante che, ignaro di queste possibilità, pensa all'ennesima follia dell'uomo moderno.
Mia madre ultrasettantacinquenne, infatti, ogni tanto mi racconta di vedere gente che parla da sola in auto, e gesticola, si arrabbia, mostra chiaramente i propri sentimenti, eppure non si ha traccia dell'interlocutore. Allora le spiego che forse quelle persone rispettano, in realtà il codice, in quanto hanno a bordo un vero impianto vivavoce che permette loro di guidare e parlare, tenendo le mani libere.
"Si, ma dimmi: se questi si stanno arrabbiando per motivi di lavoro o per la badante che accudisce il padre novantenne, la quale sta rassegnando le dimissioni e lascia la famiglia nella palta nera, oppure se le questioni sono più profonde e personali, coinvolgono l'emotività della persona, come potrà essa guidare in coscienza senza rischiare l'incidente, senza essere turbata, al punto da non distinguere bene la realtà?" Cosa rispondere a mia madre? Che la sua saggezza supera di gran lunga l'idiozia dei moderni figli e nipoti?
Ed in effetti, come dice anche una celebre pubblicità, questi benedetti cellulari ci hanno proprio cambiato la vita. Pensate solo a quando ci squilla mentre siamo nel "sancta sanctorum", l'unico posto dove nessuno avrebbe prima provato a disturbarci: la toilette (o, per gli amanti del rozzo, il cesso). Ho avuto colleghi che per la foga di rispondere, trovandosi nei bagni aziendali, hanno fatto cadere il cellulare nel water, oppure si assiste involontariamente a comicissime conversazioni, nel medesimo luogo, di compìti colloqui tra altolocate personalità del mondo imprenditoriale o consulenziale, che non vogliono mancare un appuntamento telefonico importantissimo. A quel punto la situazione diventa un invito a nozze per il collega che si trova nell'atrio a fianco, il quale si ricorda di avere mangiato una quantità industriale di fagioli la sera precedente...
In realtà, però, sulla strada non vi è nulla da ridere. Non si può negare che una quantità sempre crescente di incidenti ha come causa innescante il cellulare, per i motivi prima riportati. E la sicurezza sulle strade deve essere il nostro primo impegno, trasformando ogni intervento delle Forze dell'Ordine da repressivo a preventivo. Una multa in meno ed una vita in più.

lunedì 29 dicembre 2008

Sanzionare, non educare

Ci sono cose che non riesco a spiegarmi nemmeno con l'elasticità che la politica talvolta impone. Ma la politica non è ancora riuscita a cambiare le regole della matematica. Così, se si afferma che fino a novembre 2008 sono state elevate 6.000 contravvenzioni in più rispetto al 2007, significa che, se l'importo minimo di una multa sono 32 euro, dovremmo avere almeno 200.000 euro in più in bilancio. Sembra invece che dai numeri ufficiali abbiamo circa 50.000 euro di maggiori entrate.
Sicuramente ci verrà spiegato anche questo mistero.
Ma al di là di questo, i cittadini che ho incontrato in questi giorni si sono molto lamentati del particolare accanimento che la Polizia Urbana ha tenuto nei giorni precedenti le festività per quanto riguarda le multe (ed in particolare un forte intolleranza ai divieti di sosta). Ad onor del vero, dire che di solito si percepisce questa intolleranza se la contestazione avviene nei nostri confronti, mentre abbiamo la sgradevole sensazione che agli altri vada sempre bene.
Questo pensiero mi dà modo di fare un'altra riflessione su questo argomento: recentemente il Governo ha proposto di portare a 0,2 il limite del tasso alcolemico contenuto nel sangue di chi guida. Personalmente ritengo questo una pura follia. E cerco di spiegare il perchè.
0,2 è un livello talmente basso che basta una birra media bevuta accanto ad un pizza per portare l'occasionale avventore verso la contestazione di una multa quasi sicura; più o meno la stessa cosa con un bicchiere di vino. Ciò significa che una cena in casa di amici, un ultimo dell'anno passato in compagnia o qualsiasi occasione conviviale che comporti un moderato utilizzo di bevande alcooliche comporta un serio rischio per chi si mette al volante di trovarsi di fronte a contestazioni pesanti da parte delle Forze dell'Ordine.
Si rischia seriamente di andare a punire chi ubriaco fradicio di certo non è, ma nemmeno "allegro". Nessuna sanzione aggiuntiva invece per guida sotto l'effetto di droghe (come successo due giorni fa ai cinque giovani di Civitavecchia). Perchè?
Credo che l'effetto crisi unito a questo provvedimento possa creare seri problemi alla ristorazione e al consumo fuori casa. Si rende criminale chi beve anche solo una più che modica quantità di alcool, che sia vino, birra o altro.
Si conferma la linea repressiva del governo di centrodestra. Avevano iniziato con il precedente quando hanno tolto il fumo dai locali pubblici (e su questo sono personalmente d'accordo, ma non lo sono molti altri), appena rieletti hanno eliminato le signore dalle strade, ora si accaniscono contro chi consuma alcolici.
Diventeremo tutti migliori senza bacco, tabacco e Venere? O è solo un modo di cammuffare ben altri problemi che sono in questo momento inarginabili? Si combatte la causa o l'effetto?
Certo, educare e correggere atteggiamenti sbagliati è molto più oneroso e lungo come processo che non incutere paura con sanzioni esemplari... rischia di non produrre effetti immediatamente valutabili, riscontrabili in termini di consenso, dopo che la gente è stata terrorizzata a dovere.

domenica 28 dicembre 2008

L'economia potrà essere salvata dai piccoli risparmiatori

La crisi finanziaria internazionale che si è manifestata nella sua forma più virulenta durante lo scorso mese di settembre e che ha sconvolto il panorama internazionale, non è finita, anzi proprio ora cominciano a rendersi evidenti gli "effetti collaterali" di questa crisi.
Dovrei dedicare svariate pagine per chiarire anche solo gli elementi più semplici e comprensibili di ciò che sta accadendo e, ancora di più, di ciò che accadrà prossimamente, ma manca tempo e spazio. Cercherò solo di determinare cause ed effetti che potranno coinvolgere nel breve la vita dei cittadini di Busto Arsizio e dell'amministrazione comunale.
Mi scuso per la lunghezza di questo testo, ma sono sicuro che avrete la pazienza di leggere tutto fino alla fine.
I numeri parlano da soli: la crisi finanziaria ha bruciato circa 1.500 miliardi di euro, togliendoli dai patrimoni privati consolidati in azioni e fondi, mentre l'effetto su BOT, CCT e titoli di Stato in genere si andrà a sentire con le future scadenze. Già oggi vediamo che rispetto a tre mesi fa si è perso più di un punto percentuale nei cosiddetti "pronti contro termine", paragonabili ai BOT a sei mesi.
Questo è in linea con quanto rende noto il Ministero dell’Economia nelle sue “Linee guida della gestione del debito pubblico per il 2009”. Quindi almeno un quarto degli interessi futuri da questi titoli è stato compromesso, e si tratta di solito dei risparmi impegnati da pensionati o lavoratori dipendenti "prudenti". Ben diverso il discorso per chi ha investito in titoli e fondi, che hanno comportato perdite comprese fra il 35 ed il 75% dei valori iniziali. Molte di queste perdite sono solo nominali perchè i titoli non sono stati riscossi, per cui esiste ancora una speranza di rientrare, anche solo parzialmente, nel medio termine (almeno 2 anni).
L'effetto della crisi finanziaria sui risparmi è dunque devastante, ma rischia di esserlo anche di più nel medio-lungo termine nel settore economico ed imprenditoriale, sul quale ancora gli effetti non si sono chiaramente manifestati, ma è meglio non farsi illusioni.
Uno degli effetti indotti dalla crisi, oltre che la contrazione dei consumi, è infatti la carenza di credito. Per l'Italia questo vale solo parzialmente, perchè le nostre banche sono sempre state molto prudenti nel distribuire mutui e fidi ai propri clienti, per cui il rischio è minimo; ma molte banche hanno anche distribuito ai propri clienti i tanti "titoli spazzatura", oppure li hanno nei propri portafogli, ed ora stanno cercando di uscirne senza far crollare quel minimo di fiducia che ancora rimane ai risparmiatori. Per questo la crisi finanziaria non può dirsi conclusa.
Ora gli imprenditori che chiederanno un prestito alle banche avranno condizioni più dure che in passato, sarà più difficile rientrare dal credito inesigibile, si ridurranno le commesse e buona parte delle innovazioni progettate dovranno essere rimandate se le aziende non hanno la possibilità di autofinanziarsi o non hanno un bilancio più che solido.
Anche le grandi multinazionali avranno un grosso contraccolpo e perfino i classici imperi del consumo (come ad esempio gli ipermercati, le grandi catene, i mega centri commerciali) dovranno fare i conti con questa crisi. In Inghilterra, ad esempio, oggi chiude un quarto degli storici negozi Woolworths: 30mila senza lavoro tra pochi giorni. Questo sarà l'aspetto più drammatico di questa crisi.
La contrazione del mondo del lavoro causerà la chiusura di aziende e gruppi anche di portata internazionale, oltre a sfoltire il panorama delle piccole aziende terziste che pagheranno per la carenza di lavoro. Chiusura o riduzione dell'occupazione anche per loro.
Guardando al mondo del lavoro, è naturale che ad essere colpiti per primi saranno i precari (in una condizione di crisi, la parola precario costitusce già anche un giudizio di merito), cui non saranno rinnovati i contratti e che difficilmente potranno trovare un canale di riciclo. Quindi rischiano, in ordine decrescente, i lavoratori a tempo determinato in scadenza di contratto, le consulenze soprattutto quelle costose o su progetti che verranno congelati, infine i lavoratori dipendenti meno protetti dai contratti di lavoro.
Tutta questa precarietà si tradurrà, nel 2009, in un forte aumento della richiesta di pubblica assistenza, soprattutto a carico degli enti locali, a cui verranno progressivamente a mancare le risorse economiche (per la contrazione degli oneri di urbanizzazione, dove calerà la richiesta di nuove costruzioni), e ben difficilmente si potranno introdurre nuove tasse o aumentare quelle che già esistono.
Di conseguenza, le amministrazioni pubbliche faranno la scelta di ridurre gli investimenti e le opere già programmate rischieranno pericolosi scivolamenti nel tempo. Se poi sono opere che attendono da decenni... ecco perchè serve iniziare fin d'ora a preparare il prossimo bilancio preventivo, e mai come quest'anno è opportuno che esso venga costruito insieme tra maggioranza e opposizione, guardando ai veri bisogni della città e non solo agli interessi di una parte.
Noi non eravamo preparati a questo scenario, ma sarebbe anche più deleterio di quanto sta accadendo cercare di mascherare la crisi solo dicendo di non ridurre i consumi: i consumi si ridurranno di fatto. La cosa più importante e finora poco pubblicizzata è come i risparmiatori possano rispondere a questa crisi, che non potrà essere superata solo con l'intervento dei governi e delle banche centrali, ma soprattutto dal piccolo risparmiatore.
Esso dovrà trovare il coraggio di rilanciare economia e finanza dando nuove risorse monetarie, evitando di ricadere nelle forme protezionistiche del risparmio tipo "soldi sotto il materasso", perchè inefficaci e limitatrici delle vere possibilità del Paese.
L'economia potrà essere salvata dai piccoli risparmiatori, più che dalla Grande Finanza. Non escludo anche che si possa arrivare a qualche iniziativa di rilancio diretta, senza intermediazioni, anche se oggettivamente più rischiosa e priva di garanzie istituzionali. Ma non inesplorabile.
Di certo a tre/cinque anni, nulla sarà più come prima nel mondo occidentale e forse questo momento storico è rapportabile solo con la caduta del muro di Berlino: stiamo assistendo alla fine del capitalismo.

sabato 27 dicembre 2008

La neve agli irti colli...

La tregua di Natale è terminata. Messi da parte i buonismi e i buoni propositi natalizi restano solo le tante mezze verità e i tanti problemi messi a nudo in questo periodo.
Provo farne solo un breve elenco, i contenuti li discuteremo in prossimi post: AGESP Servizi, il rimpasto (eterno) di giunta, la chiusura dell'affare Corte dei Conti, la preparazione del bilancio preventivo, il piano urbano del traffico e molte altre.
Ma la notizia di oggi sa davvero di danno oltre la beffa. Parliamo dei Cinque Ponti.
La scorsa notte una piccola bufera di neve ha sparso qualche centimetro di neve e ghiaccio (non più di tre o quattro) sulle strade. Nessun mezzo si è mosso, anche se era la vigilia di Natale i mezzi dovevano essere pronti. Fatto sta che il sottopasso delle meraviglie si è bloccato per il ghiaccio ed il traffico è stato bloccato. Forse si poteva pensare di attrezzare al volo una pista di bob, considerata anche la dimensione della strada.
Lo spettacolo non è stato diverso nel resto della città. Certo, il freddo è stato polare, se tre giorni dopo in periferia si vede ancora parte di quella spolverata di neve. Bianco Natale.
Ma questo non giustifica l'ennesima brutta figura dell'amministrazione. Nessun mezzo pronto ad uscire per spargere sale o sabbia, oppure mezzi spartineve. Nell'occasione della precedente nevicata si era disposto che ogni cittadino provvedesse a liberare lo spazio davanti la propria casa dalla neve; praticamente una dichiarazione di fallimento da parte dell'amministrazione. Seguendo questo ragionamento, prossimamente ogni famiglia dovrà provvedere a manutenere il verde, l'asfalto e il marciapiede davanti a casa; e nel caso si spegnessero i lampioni, a mettere qualche lampada a olio per illuminare la via. Sono ironico, ovviamente, lo preciso perchè non vorrei che qualcuno lo prendesse come un buon suggerimento.
I Cinque Ponti sono l'emblema di questo stato di cose a Busto Arsizio. Un percorso tortuoso e incomprensibile a chiunque abbia il pregio di non capire nulla di viabilità.
Le passerelle ciclabili sono la ciliegina sulla torta. Rubo l'idea ad un amico e faccio una proposta: nel momento in cui tutta la città ride o si vergogna di quell'orribile opera, facciamo una bella operazione di marketing e diciamo al mondo che abbiamo realizzato la pià grande opera d'arte moderna inserita ed integrata in un contesto urbano.
Forse con questa idea riusciremo a salvare almeno le apparenze.

Auguri a voi

Oggi è il mio compleanno e mi sono arrivati molti auguri, via SMS, su Facebook, via mail., oltre al più tradizionale telefono di casa... ringrazio tutti, anche da questa vetrina sul mondo, visto che si tratta di 50 anni e che, come mi ha scritto un amico, si fanno una volta sola... anche gli altri compleanni sono così, ma certo parlare di mezzo secolo è una ricorrenza speciale.
Sarà un po' poco convenzionale, ma vorrei essere io a fare gli auguri a voi, che il resto della mia vita possa essere speso in modo che possa giovare non solo e non tanto a me, ma a tutti coloro che possono avere bisogno del mio lavoro e della mia [poca] esperienza, che la sappiano usare ed accettare. Lo spero con tutto il cuore.

mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale a tutti

Domani sarà Natale, la festa che tutti aspettiamo con più emozione, grandi, piccoli e perfino coloro che alla festa religiosa credono poco o nulla, non possono restare immuni allo spirito del Natale.
E' qualcosa di contagioso, soprattutto per i bambini; è la festa più lunga, perchè cominicia sempre qualche settimana prima e certe volte la vigilia sembra essere perfino più bella della stessa giornata di Natale.
Voglio dedicare l'augurio più grande per un Buon Natale alle persone che stanotte o domani staranno lavorando, molti dei quali per garantirci la possibilità di fare festa in modo tranquillo e sereno: auguro di cuore Buon Natale a Carabinieri, Polizia e tutte le Forze dell'ordine, Vigili del Fuoco; medici, personale medico ausiliare presso case di cura e di lungodegenza, volontari della Croce Rossa, paramedici, inferimeri e inservienti, cuochi, portinai; personale viaggiante e di terra di treni, aerei, traghetti, operatori del trasporto pubblico in genere; personale di servizio e addetti alla manutenzione, operai addetti a cicli di lavorazione continua, controllori di volo, personale della ristorazione, benzinai e a tutti coloro che domani saranno al loro posto di lavoro, come sempre, come se Natale fosse un giorno come un altro.
Perchè Natale sia festa anche per loro.

martedì 23 dicembre 2008

Il miracolo non c'è stato, mica siamo a Napoli

Non bisognava essere indovini per dire, il giorno dopo, che quanto avevo previsto ieri si sarebbe puntualmente verificato. Il punto, lo ricordo per chi non volesse rileggersi il posto di ieri, erano i mal di pancia in maggiornaza che non avrebbero impedito un voto positivo ai punti in discussione durante il consiglio comunale di ieri sera.
Io sono arrivato tardi per motivi personali e preannunciati, ma ugualmente sono riuscito ad arrabbiarmi e a rilevare come, ancora una volta, questa Giunta (peraltro ancora la stessa, ndr) dica delle bugie degne di Pinocchio.
Si è arrivati a convocare un consiglio comunale il 22 dicembre, terminato ben oltre la mezzanotte del 23 (antivigilia di Natale). La giustificazione addotta per una così tarda convocazione è stata che gli uffici avrebbero così potuto provvedere a redigere delle delibere in maniera adeguata e tecnicamente ineccepibile.
Abbiamo invece riscontrato delibere lacunose e, ma questo lo si sapeva, non condivise dalla stessa maggiornanza. Il punto specifico su cui sono intervenuto è stato l'emendamento alla delibera sul Piano Integrato di Intervento di piazza Vittorio Emanuele II dello stesso assessore Giampiero Reguzzoni, il quale faceva addirittura riferimento ad un tempo "entro l'ultima revisione di bilancio", avvenuta il 30 novembre scorso. Segno che l'emendamento non è stato nemmeno riletto prima di essere rilasciato per il consiglio.
Che dire? Solo che nel corso del mio intervento ho ribadito la mia personale contrarietà allo spostamento del monumento ai caduti da piazza Vittorio Emanuele a piazza Trento e Trieste, per il fatto che la sistemazione della piazza come ipotizzato comporta un grosso intervento nella viabilità di tutto il centro urbano e che tale fatto comporta una revisione ulteriore dell'ormai scomparso Piano Urbano del Traffico. Desaparecido.

lunedì 22 dicembre 2008

Il Consiglio dei Miracoli?

Quello che andremo a vivere stasera rischia di essere uno dei consigli più difficili tecnicamente e politicamente, degli ultimi 20 anni. Eppure rischia anche di essere il solito noioso consiglio.
Perchè?
Il motivo è semplice: le delibere che arrivano alla votazione del consiglio su disegno della Giunta, non sono apprezzate nemmeno dalla stessa maggioranza, che dovrebbe digerirsi alcuni passaggi (soprattutto su AGESP Servizi, ma anche sulle partecipazioni con privati e sul PGT), che non piacciono ad alcuni consiglieri di maggioranza.
Ma i partiti invocano (e pretendono) un voto compatto. Non votare queste delibere da parte di qualche consigliere di maggioranza potrebbe far suonare il suo de profundis politico.
Da qui le difficoltà tecniche e politiche. E da qui anche la consapevolezza che dopo le discussioni appassionate, i distinguo, le precisazioni e le puntualizzazioni, sarà molto probabile che il voto finale si risolva nel più classico dei voti.
Eppure io sono convinto che questo voto peserà al di là di ciò che, nei rispettivi schieramenti, le segreterie imporranno come voto; la libertà non è praticata in questi schemi di voto e che da sempre affermo il termine "Libertà" come non appartenente ai partiti (per cui farebbero meglio a cancellarla proprio dalle sigle partitiche).
Non è solo per l'approssimarsi del Natale, ma per motivi molto meno spirituali, anche se non meno ideali, che potrebbe avvenire questo miracolo del rinsavire dei consiglieri.
E' che a tenere compresse dentro un contenitore politico anche anime che non guardano solo al mondo degli affari e dei potenti, ma che hanno e dimostrano sensibilità più vicine al vivere quotidiano, si può arrivare ad una crisi che potrebbe, alla fine, diventare anche istituzionale. Non voglio parlare per perifrasi, girando intorno ai problemi, ma se esiste davvero la sensibilità che percepisco intorno a temi delicati come questi, non passerà molto tempo e qualche cosa accadrà.
Non sarà solo per l'opportunità persa piuttosto che per la fiducia tradita o la voce non ascoltata; sarà perchè questo stato di potere non piace più nemmeno a chi lo interpreta in prima persona, perchè senza coscienza civile chiudiamo baracca e burattini, non ci sarà futuro per nessuno, nè in maggioranza, nè in minoranza.
La città si aspetta, nel silenzio, decisioni rispettose e serie, non semplici affari o comodi accordi: libertà non a caso fa rima con responsabilità.

domenica 21 dicembre 2008

Dallo spazzamento strade allo spazzamento tasche

In questi giorni stanno facendo molto chiasso in città sia la notizia dell'aumento delle multe nel 2008 (oltre 6.000 in più), sia le contravvenzioni elevate nelle zone di spazzamento strade che AGESP e Comune hanno indicato e sulle quali pare si accaniscano ora gli addetti alla sosta.
Una situazione solo in parte riconducibile alla necessità di fare cassa, quanto invece (ancora una volta, mi spiace dirlo), all'incapacità di innovazione che la nostra amministrazione dimostra su questi argomenti e sul conseguente accanimento contro i cittadini che impongono difficoltà organizzative, quali ignorare il divieto di lasciare le auto in strada durante le notti e negli orari indicati per lo spazzamento.
Qui mi dispiace non essere in sintonia anche con qualche mio amico, ma l'amministrazione ha come primo dovere quello di essere di servizio al cittadino e di attivare al meglio ogni propria iniziativa, al fine di elevare la qualità della vita e non di deprimerla.
Cosa voglio dire con queste parole? Semplicemente che quando il Comune ha scelto di iniziare con lo spazzamento notturno delle strade, doveva considerare tutte le situazioni cui avrebbe dovuto fare fronte e trovarvi una soluzione che fosse la meno invasiva e adeguata alla situazione.
La scelta è stata quella di avvisare e reprimere, non quella di trovare una soluzione migliorativa.
A Milano (e non solo) sono, a tale proposito, operativi dei mezzi di spazzamento delle strade che operano con dei bracci meccanici che sono in grado di agire sotto l'auto senza doverne chiedere la rimozione. Anche in Germania è da parecchio tempo funzionante un medesimo sistema.
Per apprendere tali notizie è oggi sufficiente consultare Internet per pochi minuti con l'aiuto di un motore di ricerca e dati precisi su cosa si voglia reperire. Ci sono nomi, indirizzi, riferimenti, perfino costi.
Ma prima bisogna avere l'idea di ciò che si vuole fare, e purtroppo questa non sempre c'è, si agisce per analogia a ciò che meglio conosciamo, senza avere la chiara percezione di antefatti e conseguenza.
Un mezzo così attrezzato, permetterebbe di svolgere ogni attività di spazzamento stradale in qualsiasi condizione, di giorno e di notte.
Il problema di chi lascia l'auto per strada, oltre a quello che anche io ho spesso condannato come il male di quest'epoca, ovvero la precisa volontà di compiere a piedi il minor tragitto possibile per ogni cosa, è quello della difficoltà a lasciare la propria auto in altre zone, anche poco distanti dalla propria abitazione.
Questo, a mio parere, principalmente per due motivi: il primo psicologico, per cui aumenta il pericolo di furto dell'auto (non si capisce perchè), il secondo che qualche cittadino poco civile, vedendo ridursi lo spazio a disposizione per la propria auto, indulga in atteggiamenti poco civili e danneggi l'auto dell'invasore, cosa peraltro già riscontrata anche in altre occasioni.
In entrambi questi casi, comunque, la condizione di base è che esista uno spazio per distribuire decine di macchine in altre vie senza incorrere in divieti e dispetti.
Se l'alternativa è quella della multa, è facile comprendere l'ira di molti cittadini, per i quali il bene prodotto è di gran lunga inferiore al danno subito.
Provare per credere.

venerdì 19 dicembre 2008

Le nomine dell'amministrazione: flessibilità morale

Oggi avrei tante cose da scrivere, ma ho poco tempo e devo fare una promessa: quella di cercare di essere più breve. Alcuni tra di voi mi hanno scritto dicendomi di fare post più stringati, puntando all'essenziale e semmai riprendendoli più avanti. Cercherò di accontentarli, ma intanto invito anche queste persone a pubblicare le loro osservazioni. Non è difficile e se si vuole si può anche mantenere l'anonimato, anche se personalmente avrei piacere di conoscere i vostri nomi.
Dunque, l'argomento di oggi è vecchio di mesi e, se giriamo la boa del 31 dicembre, possiamo dire di essere entrati nel terzo anno dall'annuncio del famigerato rimpasto di giunta.
L'elemento nuovo è il più antico di tutti: la lotta per le poltrone.
In questo quadro l'UDC blinda il nuovo assessore Fazio ad accettare l'incarico (voluto personalmente dal Sindaco) solo se al partito verrà concessa una poltrona in AGESP. Alla faccia della partitocrazia, della partecipazione e perfino della democrazia. Ormai non esiste più alcun ritegno a chiedere ed ottenere poltrone per gestire il potere sotto gli occhi di tutti, senza nemmeno cercare di mitigarne la forma.
Così la richiesta di Cornacchia di avere il rispetto delle incompatibilità per motivi di parentela, può essere accettata se questa si limita al primo grado (colpendo Castiglioni e Fraschini, marito e moglie), e preservando il terzo grado, che implicherebbe l'incompatibilità di Paola Reguzzoni.
Dunque, principi flessibili. Elastici. Applicabili ad personam. Il Presidente del Consiglio insegna.
La questione morale si approfondisce.

giovedì 18 dicembre 2008

Strade come groviera, di chi la colpa?

Uno degli assessorati più inguaiati e criticati di questo ultimo periodo è sicuramente quello dei Lavori Pubblici, alla cui guida siede l'Assessore Girola (Lega Nord).
Franco è una delle persone più serie che si trovino nell'attuale spettacolo della politica locale, ma malgrado questo, alcune sue recenti affermazioni lasciano sinceramente di stucco. Parrebbe quasi che a certe disgrazie non vi sia alcuna possibilità di trovare una soluzione, come le buche nelle strade piuttosto che le tombinature, i tratti fognari, i marciapiedi inesistenti o sgretolati.
Parto da queste sue affermazioni, ma poi torno al discorso in generale.
Classico di Girola è: "non ci sono soldi, occorre pazientare". Già, ma quanto? Occorre pazientare per via Corbetta e via Alberto da Giussano, come riporta oggi VareseNews, ma ci sono almeno trenta vie in città nelle stesse condizioni. Buche grosse come piscine ce ne sono un po' ovunque e la cura finora è stato il rappezzo volante, metodo ereditato da un altro assessore di qualche anno fa, Giampiero Reguzzoni, sempre di casa leghista.
Ma adesso siamo al punto che il rappezzo del rappezzo non basta più. Da una indagine visiva più accurata, infatti, si evidenzia che molti di questi rappezzi sono in realtà figli di altri lavori, di solito tratti dove sono stati posati cavi e tubazioni, poi coperti con la striscia di asfalto, ma che in corrispondenza della giunzione, quando l'acqua cade per giorni e giorni come accaduto ora, diventa naturale che l'erosione da passaggio porti a queste conseguenze.
Ma l'assessore ha avuto un'altra uscita spiazzante: "a demolire il manto stradale contribuiscono i motori a gasolio". Forse intendeva i camion, perchè malgrado abbia spuciato buona parte della letteratura in materia, non trovo una sola ragione ed un testo accreditato che indichi una differenza consistente tra motore diesel e benzina.
Invece, la stessa letteratura mette più volte in risalto l'incidenza del peso del mezzo sul consumo del manto stradale: camion e suv la fanno da padrone. Oltre che abbassare il livello della sicurezza stradale.
Torno al discorso generale. Asfaltare 250 metri di strada a regola d'arte, con le dovute garanzie di mantenimento dei servizi in loco (caditoie, tombinature, accessi carrabili e facilitazioni per disabili) costa in media 100.000 euro. A Busto Arsizio vi sono oltre 300 chilometri di strade comunali asfaltate, di vari calibri e con diverse problematiche soprattutto nei centri storici. Eseguire una completa manutenzione viene a costare, perciò, oltre 100 milioni di euro! E stiamo escludendo i marciapiedi e l'illuminazione oltre alla eventuale manutenzione del verde.
Se dovessimo oggi fare un piano di manutenzione spalmandolo su 10 anni, dovremmo prevedere di manutenere 30 chilometri di strade l'anno, con un costo di almeno 10 milioni di euro, oltre agli accessori, arriveremmo facilmente ad una previsione di 15 milioni. Una cifra ben lontana dagli attuali 500.000 euro a disposizione del servizio per queste manutenzioni. In ogni caso, stiamo parlando di 10 anni (2 mandati da sindaco) per chiudere il ciclo.
Non faremmo nemmeno un metro di strade nuove, ma conserveremmo l'esistente; eppure il costo sarebbe in questo moment0 insostenibile. Come siamo giunti a questa situazione?
Proprio grazie alla politica del "badilante", del riempibuche. Una volta il manto stradale era buono, o almeno discreto, ma poi senza una manutenzione continuativa e a furia di interventi di "taglia e rattoppa" siamo arrivati ad una situazione come quella di oggi, dove poche strade si salvano dal completo disastro. Allora fioccano le richieste di danni, che il legale si trova ad affrontare ad ogni pioggia continua, oltre alla insoddisfazione dei cittadini che non ne possono più di trovarsi l'acqua alle caviglie per uscire di casa, o la buca al primo stop che rompe le sospensioni.
Girola dovrebbe ricordarsi, perchè anche allora era assessore ai lavori pubblici, che nel 1998 aveva a disposizione 1.400.000.000 lire per le manutenzioni stradali, che fatti i dovuti conti e rivalutazioni, dovrebbero valere oggi almeno 1 milione di euro, Ne ha a disposizione la metà: si faccia un po' i suoi conti e poi valuti se vale la pena di continuare (perchè la storia continuerà) a prendersi i rimproveri da parte dei cittadini.
Vedi anche gli altri articoli su questo tema:

mercoledì 17 dicembre 2008

Sognando un Natale luminoso

Ritorna Natale, ma anche quest'anno, non per tutti. La città per le feste si divide: il centro (o i centri, perchè anche Sacconago e Borsano godono di questo privilegio) illuminato con festoni e luninarie, le periferie grigie e, se non fosse per gli addobbi che ogni cittadino pubblicamente espone, non vi sarebbe alcun segno evidente della festività.
Le luminarie costano, ci dicono, servono sponsor e i commercianti partecipano alle spese. Ma oggi vi sono alcune possibilità che permetterebbero (vedi luci a led che non consumano nulla) di abbassare notevolmente il costo di questa operazione.
Si dice che le luminarie siano il segno del consumismo (visto che le sponsarizzano i commercianti...) ed in parte è vero, ma ormai fanno parte della tradizione e credo che non siano nemmeno tra le pratiche più scandalose. Il Natale è una festa cristiana (si celebra la nascita di Gesù, e da qui la presenza del Presepio "inventato" da San Francesco) e della tradizione nordica (da cui l'albero di Natale illuminato, prima dalle candele, ora da luminarie elettriche), che certamente hanno a che fare con i riti ancestrali legati all'astronomia (sono i giorni più brevi dell'anno).
Sono quindi parte della nostra storia e della nostra coscienza culturale e religiosa. Non si capisce coma mai, allora, vi debbano essere queste differenze tra quartiere e quartiere. Le tasse le paghiamo tutti, fare un contratto di allacciamento con l'ENEL (visto che un nostro consigliere comunale è anche consigliere di amministrazione dell'ente) che comprenda più punti di allaccio non dovrebbe essere nè difficile nè oneroso, anzi si potrebbe sfruttare commercialmente il fatto di proporre la "luminaria a basso consumo" (almeno si potrebbe provare).
All'impresa che piazza le luminarie si darebbe qualche strada in più da gestire ed anche qui la spesa non dovrebbe essere ingente; la gente potrebbe addirittura decidere di autotassarsi per questo (se vi fossero i comitati di quartiere in grado di fare da ammortizzatore tra Amministrazione e cittadini).
Insomma, ancora una volta, con questa provocazione voglio dire che si può fare di tutto, basta volere ed avere un pizzico di fantasia.... ma siamo a Busto e quindi: fine del sogno.

martedì 16 dicembre 2008

Il Malpensa Express si è fermato a Busto

Da ieri è disponibile il servizio ferroviario completo del Malpensa Express su Busto Arsizio. A giudicare dalle parole degli abituali frequentatori, abbiamo finalmente raggiunto un obiettivo importante non solo per i pendolari, ma per tutta la città.
Una lotta durata anni, che finalmente porta frutti. Permettetemi una volta tanto di essere orgoglioso di questa conquista e di aumentare la mia autostima, per un risultato molto concreto. Penso di essermi sempre battuto su ogni fronte per questo e viste le decine di mail di ringraziamento che ho ricevuto, mi sento di affermare che questo tempo davvero non è stato speso inutilmente.
Abbiamo raccolto firme in stazione, sul treno, in città. La petizione per il completo servizio è stata firmata da persone di spicco della nostra città, e con una trasversalità anche politica che ha segnato, forse per la prima volta in modo così evidente, un passaggio di notevole portata per il messaggio forte che aveva in se: su obiettivi precisi e misurabili, la città intera può mobilitarsi.
Questo fatto ci deve far pensare per il proseguio delle attività di questa amministrazione e per il bene comune della città di Busto Arsizio. Molte cose non funzionano come dovrebbero, ma a questo punto la cosa peggiore sarebbe continuare in uno sforzo estetico più che pratico: di far apparire bello ciò che bello non è, sano ciò che sano non è.
La vecchia politica non funziona più. Certe volte mi sembra che sia messa peggio di chi sta in sala rianimazione, senza speranza di ripresa, ma ostinatamente aggrappata alla propria sopravvivenza più che alla soluzione dei problemi della città e del suo territorio.
Certo, io da solo non avrei mai potuto da solo risolvere il problema, senza l'aiuto esplicito o implicito di tutti coloro che potevano e dovevano muoversi per raggiungere questo obiettivo, ma senza un pungolo costante, insistente e talvolta (lo so e me ne scuso) ossessivo, non saremmo riusciti nell'impresa.
Come pendolare ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutati a raggiungere questo scopo, come politico dico che è una vittoria della città; ma dico anche alla città che presto si dovrà misurare, sullo stesso argomento, con altre opere, prime fra tutti l'area di sosta per le auto ed il trasporto urbano per i pendolari. Senza soluzione a questi due punti, avere il servizio completo del Malpensa Express potrebbe essere solo una vittoria parziale.

lunedì 15 dicembre 2008

Lettera a Gesù Bambino

Caro Gesù Bambino,
mancano pochi giorni a Natale. Da anni ci vogliono far credere che Babbo Natale ci porta i regali che lui ha preparato, ma noi sappiamo bene che sei tu che glieli dai. D'altra parte, voi due apparite sulla scena del crimine nello stesso momento e, come ci insegna la Tivvù, ovvero la nostra maestra naturale, con le puntate di CSI, noi sappiamo dedurre da alcuni scarsi indizi cosa sia realmente successo.
Ma non è per questo che ti scrivo. Questa è la mia letterina di Natale, quella con cui chiedo cose che spero di trovare sotto l'albero il 25 mattina. La prima cosa è che Natale sia il 25 di tutti i mesi, non solo di dicembre. Visto che tutti diventano più buoni e tolleranti, mangiano il panettone e brindano felici, per quale motivo questo dovrebbe succedere una sola volta l'anno?
Poi, vedi, se non fai così, noi in Italia abbiamo trovato una persona che ci vorrebbe dare ogni mese dei denari, almeno a quelle persone che ne avrebbero più bisogno, ma da noi capita che di solito chi dichiara meno redditi non necessariamente è il più povero della compagnia.
Vorrei chiederti anche qualcosa per la mia famiglia: sai, aspettiamo da anni e anni che qualcuno faccia qualcosa per noi; ci chiedono di fare dei figli, ma poi ci tolgono le risorse per mantenerli. E non ci sono santi... tu sei pratico, no?
Sentiamo spesso parlare di giustizia, su questa terra, ma chi più di te ha dovuto subire l'ingiustizia degli uomimi? Ah, dimenticavo... tu queste cose le scoprirai solo tra una trentina d'anni. Beh, io vorrei che qui si parlasse meno di giustizia come valore assoluto, ma si lasciasse a tuo Padre decidere. Noi possiamo solo fare disastri ogni volta che ne parliamo, perchè da esseri imperfetti non potremo mai dire cosa sia effettivamente giusto.
Negli anni abbiamo capito alcune cose, ma altre le abbiamo perse: forse anche per questo siamo così confusi. Crediamo di sapere, e quindi sappiamo di meno. Spendiamo tutto il nostro tempo a rincorrere il successo ed il denaro, ma poi critichiamo chi lo fa più di noi e meglio di noi. Se ti avanza un po' di ricchezza, che per te è la saggezza dell'anima, ti prego, donacene un po'.
Forse così riusciremmo a capire come spendere il nostro tempo, chi sono le persone che ci vogliono davvero bene, come far crescere l'amore e l'amicizia prima che l'odio invada le nostre menti. Dacci serenità e voglia di tenerezza, non per un giorno, ma per sempre.
Tienici lontano dai nostri egoismi: regalaci la voglia di incontrare gente, anche diversa da noi, semplicemente con la voglia di arricchire il nostro sapere, conoscere il mondo e le persone che lo abitano, godendoci la bellezza per quello che è e lasciando fare al tempo il suo mestiere, senza avere la pretesa di cambiare necessariamente il corso delle cose.
Ecco, Gesù Bambino, credo di averti chiesto già fin troppo. O forse no. Forse non è sbagliato chiederti tutto questo e altro ancora, se però quello che vogliamo da te lo portiamo dentro il cuore, come un seme nella terra. Forse tu queste cose ce le hai già date e noi non le vediamo, non le sentiamo, non le gustiamo perchè altre cose ci affascinano. Ciò che diciamo con la bocca raramente è ciò che abbiamo veramente nel cuore.
Questo Natale ci dice mamma Tivvù che forse avremo meno cose. Allora potrebbe essere il Natale giusto per accogliere i tuoi doni.

domenica 14 dicembre 2008

Il popolo delle barche

Stefania Agatea, per gli amici Cochi. Da anni Stefania fa la spola con la Cambogia, come missionaria laica del PIME. Una scelta di vita, una scelta non facile per chi è abituato a pensare alla vita che si svolge nelle nostre contrade. Ma a lei il coraggio non manca, anche se forse non bisognerebbe chiamarlo coraggio. E' la serenità dell'amore immenso che riesce a portare con sè in ogni momento della sua vita.
In questi giorni Stefania è tornata nella nostra città per un periodo di qualche settimana per comunicare la sua esperienza e lanciare un progetto: la carica dei 130. Centotrenta sono i ragazzi che ogni giorno arrivano dal "popolo delle barche" alla loro chiesa, al mattino alle sei, per mangiare un piatto di minestra fatta di pesce, carne e riso. Per molti, questo è l'unico pasto della giornata.
Il popolo delle barche è costituito da vietnamiti emigrati dal tempo della guerra; la storia racconta del profondo odio tra questi due popoli, e del fatto che i cambogiani non permettono a queste persone di mettere letteralmente piede a terra.
Le barche altro non sono che piroghe o canoe, non più larghe di un paio di metri. In alcuni casi, si costruisce una specie di zattera su cui si pone una capanna di foglie. Il risultato è che la maggior parte degli adulti di questa popolazione soffre di gravi malformazioni scheletriche, molte persone anche sulla terraferma camminano in modo goffo e ciondolante.
E' un popolo che vive di pesca, non potendo fare altri lavori sulla terraferma. Lo scopo dell'iniziativa che Stefania conduce insieme ad altre tre fra suore e volontarie, è di riuscire ad insegnare il cambogiano a questi bambini che altrimenti, parlando solo il vietnamita, verranno per forza costretti a restare sulle barche per tutta la loro esistenza.
Il fiume è la loro casa, la loro fonte di lavoro e di cibo. Nel fiume scaricano i loro rifiuti organici, dal fiume prendono l'acqua per mangiare. Non è difficile comprende che i problemi igienici e le malattie intestinali sono all'ordine del giorno.
Stefania vorrebbe che il nostro Natale consumista potesse includere anche un pensiero di civiltà autentica. Qualche euro che per noi non significa granchè, malgrado la crisi, per lei significherebbe attivare la ristrutturazione di un portico dove questi ragazzi potrebbero essere accolti e ricevere l'istruzione di base, che consentirà loro di accedere alla scuola statale cambogiana.
Lo scorso anno sono stati sette i bambini che attraverso questa iniziativa sono stati portati alla scuola elementare.
Chi volesse contribuire potrà rivolgersi alla segreteria della parrocchia del Redentore, oppure direttamente a Stefania (chi la conosce personalmente) o anche a me. Vi metterò in contatto.

sabato 13 dicembre 2008

Responsabilità, sportello e comune

Quante volte avreste voluto far valere le vostre ragioni, ma da persone intelligenti vi siete resi conto che la persona che era di fronte a voi ad uno sportello, sul treno, in metropolitana, in qualsiasi occasione non era la persona giusta con cui protestare, con cui far valere la vostra posizione.
Capita così che di fronte ad una presunta ingiustizia, ad un abuso, l'unica cosa che possiamo fare per scaricare la nostra frustrazione sia di prendersela con il primo rappresentante dell'istituto, ente, azienda o altro, per lo più innocente quanto voi, e non riuscirete mai a mettervi in confronto con chi ha invece la responsabilità di questi fatti.
Faccio un esempio che è riferito alla giornata di ieri. Si aspetta a Milano Cadorna l'annuncio della partenza del treno delle 17.45 per Novara, dopo che faticosamente, sfindando gli scioperi, si è giunti alla stazione, quando sul tabellone appaiono i binari di partenza di tutti i treni, anche quelli che partono diversi minuti dopo il Novara, ma di questo nessuna notizia.
Alla fine, ecco il binario: 8 anzichè 3. Una massa incredibile di persone si sposta, chi si era messo già sul binario abituale è costretto a rincorrere la massa. Arriva il convoglio: difficile definirlo. Tre squallidi vagoni, due doppi piani e una carrozza di prima classe nominale.
Si comincia a salire, ma appare subito chiaro che tutti non potranno trovare posto, non solo seduti, ma perfino in piedi si fa grande fatica a stare nel corridoio e sul predellino. Gli umori non tardano a scaldarsi, bastano un paio di minuti.
A questo punto ecco apparire il capotreno, un ragazzo giovane e garbato con la barba. Era salito in cabina e chiedeva di poter passare per dare il via al treno. Lui stesso si accorge che la situazione è paradossale, la seconda volta non ci prova nemmeno a passare, esce direttamente dal portello del conducente.
La gente protesta, e a ragione: se ne era appena partito un treno per Varese con metà della gente ed il doppio dello spazio, per di più ultramoderno, ultimo modello. Se qualcuno della programmazione viaggi si fosse presentato in quel momento si sarebbe preso una raffica di vaffa da pettinarlo all'indietro.
Ma così le rampogne se le è sentite il giovane capotreno. Il quale peraltro si è dimostrato molto intelligente e tollernate, qualità rara in certe persone.
A lui i miei complimenti, mentre tutta il mio dispiaciuto risentimento ai geni che non sanno capire che con uno sciopero dei mezzi che inizia alle ore 18.00 (con conseguente blocco di mezzi di superficie e metropolitana), tutti i pendolari di Milano avrebbero fatto a gara per prendere l'ultimo treno utile per partire, con un conseguente afflusso straordinario. Ma queste sono cose che chi fa il suo lavoro dentro un "silos" mentale, fa fatica a capire e a gestire: altrochè Customer Care (attenzione al cliente, per chi non conosce l'inglese).
A margine di questa vicenda, quella drammatica dei dipendenti del comune: oltre che la solidarietà a loro, sarebbe ora di fare nomi e cognomi di coloro che hanno la piena responsabilità su quanto successo e quali siano le loro reali pene, perchè ho la sensazione che qui chi paga sia solo una piccola parte, mentre chi ha le vere responsabilità se ne sta tranquillo e sereno a pensare ai fatti suoi. Non è giusto.

giovedì 11 dicembre 2008

Dall'apparenza alla sostanza delle questioni politiche

Il Berlusca dice che non vuole trattare con l'opposizione, in particolare con il PD. Invece, afferma di essere pronto ad accogliere a braccia aperte il figliol prodigo Casini.
Fuori dalla cronaca, è abbastanza chiaro a chi tratta di politica che questa linea ha l'obiettivo di allontanare il PD da Di Pietro, il quale, secondo gli ultimi sondaggi, sta crescendo ulteriormente e questo preoccupa sia Silvio che Veltroni.
Anche Casini ha qualcosa da temere da questa situazione, ad esempio il fatto di non essere più l'ago della bilancia, la terza forza (sarebbe meglio dire la quarta, considerando la Lega, o addirittura la quinta, visto l'ordine di grandezza con Di Pietro), e questo lo preoccupa in chiave elezioni Europee.
Dunque, in questo momento la politica sta preparando il campo a quella competizione elettorale. Le affermazioni che si stanno facendo in questi giorni e, ancora di più, si faranno nelle prossime settimane, vanno viste in questa chiave.
All'interno del PD, ad esempio, le scaramucce (o le battaglie, inutile star qui a fare giri di parole) sono per la collocazione del PD all'interno del gruppo europeo, ovvero se aderire al gruppo dei Socialisti o ad altro gruppo (es. i Liberal-Democratici, ammesso che si arrivi a quel lido).
Restando sul piano nazionale, la crescita di Di Pietro in realtà è la vera novità del panorama politico. Con la situazione di stallo esistente all'interno del PD per quanto riguarda la leadership, vista la discontinuità che viene invocata dalla base, pochi o nessuno dei membri dell'attuale esecutivo potrebbero essere candidati valutati come una vera innovazione in questo panorama.
D'altra parte, puntare su di un giovane in assoluto, come ad esempio il segretario regionale Martina (appena trentenne), potrebbe essere un azzardo oltre ogni limite, giocato solo per soddisfare certe frange e per accontentare una parte dell'opinione pubblica, ma poi sarebbe "telecomandato" da altri.
Nello stesso centrodestra continua questo masticare amaro per le posizioni di Berlusconi. Aver messo Fini in un ruolo istituzionale, ha significato tagliare fuori il principale candidato alla sua successione nel PdL, e gli ha garantito ancora almeno il tempo della legislatura (che, se arrivasse al termine, lo porterebbe oltre la fatidica soglia dei 75 anni). Dopo non ci sarà più alcuna cura alla calvizie o lifting che tenga: sarà inesorabilmente vecchio.
Ma il potere è una brutta bestia, ti si avvinghia addosso e poi è difficile scrollarselo via. Soprattutto se si fa di tutto per tenerselo ben stretto...

mercoledì 10 dicembre 2008

L'ottimismo è il sale della vita...

La neve odierna è una perfetta parafrasi della situazione politica. La neve cala e copre tutto di uno splendido manto bianco; questa mattina al risveglio era bellissimo vedere il pezzo di città che ho davanti alle finestre di quel coloro uniforme ed i fiocchi che cadevano e creavano una specie di alone intorno ai fanali delle strade, vorticando al passaggio delle auto.
Ma anche questo non è che uno "sbiancante ottico". La neve così bella da vedere in realtà copre lo strato di schifezza che si trova lungo le strade, copre i rifiuti, le buche nella via e sui marciapiedi, copre ostacoli che ci sono ma così diventano invisibili.
Tutto è bello e poetico, ma per strada si scivola, si rischiano cadute.
Così noi abbiamo la possibilità di celebrare, festeggiare, pasteggiare, come se nulla fosse; anzi, come nulla è. Perchè alla fine, se continuiamo a ripetere che le cose vanno male, la gente ci crede, si incupisce e non consuma, e se non consuma la recessione diventa visibile ed allora qualcuno potrebbe cominicare a pensare che questo Governo, che questa Amministrazione cittadina non vada bene, non vada così bene come dovrebbe.
Il pessimismo o almeno, una sana dose di realismo, non abita da queste parti. Allora, per non rattristare troppo i nostri concittadini, vai con i fuochi artificali nel sabato dei consumi alle bancarelle che simulano una tradizione altoatesina. Vai col finto, perchè la realtà non soddisfa.
"L'abbiamo fatto per non deprimere i nostri concittadini", afferma l'assessore Azzimonti. Eh, si! E' Natale, perchè dovremmo dare loro un dispiacere?
Eppure quei fuochi sono come la neve di dicembre. Con la loro luce coprono la realtà e regalano la gioia, la certezza che se il Comune spende soldi per pagare pranzi a ministri, concerti alla cittadinanza, fuochi d'artificio, bande, spettacoli, ricchi premi e cotillion, la situazione è grave ma non drammatica.
Perchè allora fare un consiglio comunale sulla povertà? Perchè porsi il problema?
I soliti pessimisti comunisti...

martedì 9 dicembre 2008

La linea verde non passa per Busto

Apro il commento odierno constatando le molte facce della realtà (o della bugia): ieri è scaduto l'ultimatum al Sindaco per la presentazione della nuova Giunta e conseguentemente dei nuovi assessori, ma nulla è accaduto. Anzi, molto è accaduto: che l'ultimatum non era un ultimatum, che gli ostacoli sono molti di più di quelli che è possibile elencare, che abbiamo già i nomi dei nuovi assessori, alla faccia della discrezionalità (ma erano settimane che si sapevano i nomi...), che il Sindaco fa affermazioni di spessore ("Nominerò quando sarà il momento"), che nessuno crede più a quanto dice il Sindaco, che Busto è telecomandata da fuori... volendo, potremmo continuare.
In effetti qui si sta continuando a giocare col fuoco, e che fuoco!
Una volta si diceva che le bugie hanno le gambe corte, forse questo è il momento di acchiapparne qualcuna. Prima di tutto il numero degli assessori: se vengono nominati i due nuovi assessori si torna al numero di 10, massimo provinciale. Come si fa a chiedere sacrifici alla gente se poi non si riesce a governare un minimo di risparmio a livello di Giunta?
Ma poi, di quali sacrifici parliamo? Oggi la stampa rileva che ci sono almeno due interventi che rischiano di costare molto di più del beneficio che producono: il primo è la variante al sovrapasso di via Piombina (costo previsto 1,6 milioni di euro), l'altro è la nuova palestra del Liceo Scientifico, il cui costo preventivo è passato da 1,2 a 2,3 milioni di euro (tra l'altro, non è chiaro il contributo provinciale che fine abbia fatto).
In totale si parla di circa 4 milioni di euro, una cifra tutt'altro che esigua, per due opere importanti ma anche con serie alternative. Per via Piombina l'alternativa è un sottopasso alla linea ferroviaria delle Nord, che ha già avuto il beneplacito del consiglio, il quale congiungerà la rotatoria di via Molinelli con la zona industriale; per la palestra dello Scientifico, a quel costo, l'edificazione di una nuova palestra e non un semplice ampliamento. Non ci credete? Allora sappiate che la parrocchia Redentore sta costruendo una nuova palestra con tanto di spogliatoi con meno di 500.000 euro!
Da queste scelte si comprende la politica di una amministrazione, non dalle parole che vengono spese.
Ad esempio, sempre oggi leggiamo della situazione alle scuole Pascoli, ma se qualcuno andasse a vedere la situazione alla palestra che si trova appena dietro la scuola, si scoprirebbe che per le attività agonistiche che vi si svolgono, o va il riscaldamento, o l'illuminazione. Il risultato è che gli allenamenti si fanno al freddo e che per le partite all'inizio si muore di caldo (perchè il riscaldamento viene messo al massimo per saturare l'ambiente), poi progressivamente si va verso una temperatura normale (di solito a metà incontro), quindi si finisce al freddo e al gelo al termine della partita.
Questo perchè il contratto con l'ENEL è stato fatto al risparmio ed ora manca qualche kilovatt di potenza. Bel risparmio! C'è qualche squadra che si allena alle De Amicis, i cui spogliatoi sono stati appena "risistemati", che poi gioca alle Pascoli. La precarietà ha fatto il nido anche nello sport.
Ultimo appunto: i due assessori in via di nomina, insieme, sommano un'età di intorno ai 140 anni.
La linea verde resta una metropolita di Milano... che non passa per Busto!

lunedì 8 dicembre 2008

Si allarga la macchia della Questione Morale

A settembre l'avevo evocata per la nostra realtà locale, ma oggi pare essere scoppiato in pieno il bubbone della questione morale a livello nazionale, nel PD ma, come fa notare una volta tanto a ragione il Ministro Rotondi, ormai questo tema non può restare confinato all'interno di un solo partito, quando ad esserne affetto è l'intero sistema politico nazionale.
Non facciamo finta di non capire e non cominciamo a fare lo scaricabarile, ovvero lo sport preferito dagli italiani: se vogliamo cambiare qualcosa in questo Paese, dobbiamo proci come primo e più urgente tema la questione morale.
Da troppo tempo abbiamo una classe politica inadeguata alle gravi questioni che questo tempo pone, e si è sempre cercato di rispondere nascondendo le responsabilità. Siamo arrivati a far credere ai nostri giovani che si può scegliere la professione del politico, snaturando l'essenza stessa della politica, che Papa Paolo VI definiva la massima forma di carità.
La politica vera ha sempre fatto ricorso alle risorse migliori della nostra società, mentre oggi si vorrebbe avere dei semplici "impiegati della politica". Ecco dove inciampa il ragionamento, dove la politica della destra non si distingue dalla sinistra, dove vi sono centinaia di deputati e senatori che con l'avvicinarsi della conclusione della legislatura, senza una garanzia di rielezione, sanno anche cambiare casacca al volo, alla faccia della coerenza e dei valori che vogliono rappresentare.
I padri della Repubblica hanno vissuto l'esperienza del carcere, della guerra, ma hanno conservato una dignità ed una coerenza con le proprie idee che ancora oggi ci fa guardare a loro con stima e ammirazione, da destra, dal centro e da sinistra. Faccio un nome solo, quello forse più banale, cioè Alcide De Gasperi, per indicare come almeno tre o quattro partiti oggi vogliano dire a forza che ne hanno ereditato l'insegnamento. Magari. Avremmo sicuramente una politica ed un senso dello Stato più saldo e dignitoso.
Oggi invece siamo a rivendicare una rilettura di pagine recenti più morbida e meno indiscreta per alcuni personaggi viventi che erano nella scia di Bettino Craxi, e che ora ne vorrebbero addirittura la riabilitazione politica e giudiziaria. Oppure dobbiamo assistere allo spettacolo di un cospiratore contro la repubblica come Licio Gelli, che si permette di dire cose rivoltanti da una televisione privata o dalle colonne di un giornale, nella sicurezza che riuscirà almeno a gettare un dubbio su quella che fu la sua azione con la Loggia P2, e di cui alcuni adepti di spicco ora si trovano con le leve del potere in mano. Che tristezza, cara Democrazia!

domenica 7 dicembre 2008

Il lavoro disperso

Oggi è sant'Ambrogio, patrono di Milano. Noi che lavoriamo nella metropoli ci perdiamo un giorno di vacanza. Vista l'importanza della città e la sua collocazione socioeconomica, viene da ritenere che Ambrogio sia anche il protettore dei pendolari, se è vero che sono circa 800.000 i lavoratori che ogni giorno la raggiungono, proveniendo da località distanti anche oltre 100 chilometri.
Pensate a quante ore di lavoro, quanta potenzialità vi è in questo universo di persone.
Il giorno che riusciremo a sfruttare questo capitale, avremo a disposizione una ricchezza gigantesca. Eppure sembra che questa cosa non interessi a nessuno, prima di tutto a chi offre il servizio primario, quello ferroviario, secondariamente a tutte le istituzioni pubbliche e private, sindacati, imprenditori, sindaci, province, regioni, eccetera.
E' possibile che nessuno si renda conto di queste cose, e con un po' di fantasia non provi a cercare di trovare qualcosa che possa essere innovazione? Lancio la sfida, vediamo chi la raccoglie!
Approfitto di questo tema per ricordare anch'io i lavoratori della Thyssen Krupps ad un anno dalla tragedia che ha lacerato il mondo del lavoro, e insieme a loro gli oltre 1.000 morti che da quel giorno si sono aggiunti alla lista più ingiusta che uno stato moderno e civile potrebbe svolgere.

sabato 6 dicembre 2008

Le Ronde politiche: un eccesso a danno dei cittadini

Nel mio precedente post (giovedì) avevo chiesto un parere su queste ronde, ma nessuno ha voluto rispondere. Strano, di solito avete molte cose da dire. Allora parlo io.
A Busto Arsizio abbiamo istituito le Ronde politiche. Esse non hanno alcun diritto di tutela del cittadino, non possono effettuare alcuna azione di polizia, non possono fermare malviventi in flagranza (anzi, meglio che stiano attenti a non essere coinvolti in certe azioni, perchè non si sa mai come vanno a finire queste cose), non possono accertare i documenti di alcuno, nè possono attuare pratiche preventive di nulla.
Insomma, sono inutili dal punto di vista pratico. Se, come affermano, vedono compiere un reato o comunque hanno sospetti circa le intenzioni di persone singole o gruppi, devono anche stare attenti a non effettuare azioni che possano configurarsi come procurato allarme.
Che tipo di formazione è stato dato a queste persone? Sono state messe in guardia dal compiere qualsiasi azione che, anche senza volontà precisa, possano causare danno a se o ai cittadini, che potrebbero, a seguito di queste azioni, chiedere risarcimenti direttamente a loro? Sanno come ci si comporta e quali regole del vivere civile vadano rispettate?
Dal momento che il Sindaco ha affermato che non vi è alcun motivo di temere per la sicurezza in città, questo significa che si vuole far credere che la città sia poco sicura e che la presenza di queste ronde la rende più sicura, mentre temo possa avvenire il contrario, che qualcuno possa anche arrivare a provocare situazioni di insicurezza se non di panico.
Avevo detto facciamo le controronde e qualcuno le ha fatte. Tranne non riuscire a dare una paternità a queste persone. A chi è stata attribuita, non è stata riconosciuta.
Mi sembra che si voglia a tutti i costi creare una situazione tesa, imbarazzante e perfino problematica in termini di sicurezza pubblica, sulla quale dovrebbero intervenire le istituzioni, soprattutto quelle legate all'amministrazione comunale, a tutela di tutti i cittadini, comprese le stesse ronde. Se non si capisce questo, vuol dire che della sicurezza dei cittadini, in realtà non ce ne frega gan che.

venerdì 5 dicembre 2008

Finalmente la seconda fermata del Malpensa Express a Busto Arsizio

Finalmente abbiamo la seconda fermata del Malpensa Express a Busto Arsizio. Questo è un grande successo dovuto solo alla forza e alla cocciutaggine dei pendolari e dei cittadini che hanno voluto a tutti i livelli, sociale, istituzionale e commerciale (come clienti delle Nord) questa soluzione.
Il riconoscimento che ottiene oggi Busto Arsizio lo deve soprattutto a questo fatto, da solo il Sindaco e tutta la Giunta non avrebbero avuto la stessa importanza.
Ora però vorrei che anche la stazione di Ferno e Lonate venisse aperta: è vero, c'è una promessa perchè questo avvenga all'apertura del tunnel di Castellanza e con la partenza della nuova linea Malpensa-Milano (quella ordinaria, non Express), ma sappiamo anche che ci vorrà tutto il 2009 perchè questo accada.
Ho sentito parlare di campanilismo: sinceramente non capisco in questo caso cosa voglia dire. Che dovrebbe passare una linea ferroviaria in ogni paese, in ogni frazione del circondario? Non diciamo fesserie.
Ho anche letto di chi non può fare a meno di usare la macchina. Non discuto che per alcuni questo possa essere una necessità, ma non per chi si reca a Milano come sede stabile di lavoro. Non esiste un solo posto di Milano che non sia raggiungibile con i mezzi. Il raffronto può essere fatto solo tra entità comparabili: se qualcuno mi dicesse che deve usare la macchina per andare a Melzo o a Vigevano, avrei poco da eccepire. Ma chi va a Milano può con grande tranquillità prendere il suo benedetto trenino e farsela con i mezzi pubblici, avendo un grosso vantaggio economico. Faccia una prova prima di parlare.
Sono convinto che la stragrande maggioranza dei pendolari è contenta di questa soluzione, che ne possa utilizzare direttamente o indirettamente: chi utilizza gli altri treni, li troverà almeno un po' più liberi rispetto a oggi, dove già da Busto si viaggia in piedi.
Purtroppo lamentarsi è lo sport nazionale più popolare.

giovedì 4 dicembre 2008

Contro le Ronde Padane, le Ronde dei Cittadini

Ho già dimostrato come la questione delle Ronde Padane sia solo una forzatura quasi golpista, una volta di più tesa solo a enfatizzare il tema della sicurezza anche quando non vi è alcun bisogno.
Chi ci difenderà da queste Ronde? L'idea stessa di ronda mi ricorda temi legati al periodo tra le due guerre mondiali...
Allora la risposta forse sta nei cittadini liberi che non si vogliono sentire protetti se non che dall'Ordine Costituito. Che ne direste di organizzare ronde di cittadini che controllano le ronde padane?
Cosa ne dice il nostro Sindaco? e la Giunta è d'accordo? Cosa dicono le forze alleate della Lega, viste le dichiarazioni recenti del Sindaco in Consiglio e di chi è chiamato a presidiare l'ordine pubblico? Perchè si tace e si acconsente a questo esproprio di diritti e doveri costituzionali?
Per favore, qualcuno risponda.

L'incosciente scelta di un Governo privo di energia

Personalmente non avevo alcun dubbio sull'incapacità che avrebbe avuto questo Governo nel relazionarsi con le reali necessità del Paese e seguire una logica coerente in un contesto internazionale, non solo di politica estera (peraltro sempre ed unicamente ancorata alle scelte degli Stati Uniti, durante l'era Bush-Berlusconi), ma soprattutto in termini di sviluppo economico.
Ciò che in questi ultimi giorni ha fatto riflettere più di un elettore di centrodestra è stato il provvedimento dei tagli sugli sgravi fiscali a sostegno dell'efficienza energetica, e questo per diversi motivi. Infatti, anche se ieri è stata cancellata la retroattività del provvedimento - cosa quanto mai iniqua e destabilizzante - la gente resta sconcertata dalla povertà delle argomentazioni che stanno alla base del provvedimento, tutte e sole di carattere finanziario.
In un contesto di crisi energetica, dove l'Italia dipende fortissimamente dall'energia importata (oltre l'80% delle fonti energetiche che utilizziamo provengono da fuori dei nostri confini: gas, petrolio, perfino la stessa energia elettrica per oltre il 15% del nostro fabbisogno), è sembrato coerente che il precedente Governo andasse a sviluppare questo tipo di politica incentivante nei confronti di una maggiore attenzione ai risparmi energetici, favorendo, una volta tanto, l'intervento e la scelta del singolo cittadino piuttosto che una categoria o distribuendo soldi a pioggia.
Dal punto di vista tecnico, infatti, va rilevato che il risparmio energetico è, a tutt'oggi, l'unica possibilità vera di poter ottenere benefici sensibili (in termini percentuali) nel breve periodo, mentre la tecnologia sta accelerando verso la ricerca di innovazioni in grado di migliorare l'efficienza dei sistemi di produzione, in particolare il solare e il geotermico, ma con tempi più lunghi.
Dunque, il taglio di questi incentivi incide pesantemente, vista anche la crisi economica, sulla possibilità delle famiglie di adeguare le strutture per alleggerire la bolletta energetica. Viene allora da chiedersi se è eticamente accettabile che ENEL ed ENI, sostenute personalmente dallo stesso Premier nei momenti più neri della crisi finanziaria, possano permettersi di ottenere attività miliardarie dalla gestione dell'energia, mentre il cittadino è in ginocchio per le bollette di gas, elettricità e per il pieno dell'auto. Il prezzo del petrolio è calato, ma i prezzi comparati sono ancora più alti; e poi, chi ci spiega la magia del gasolio che, grazie a questa crisi, si è allineato al costo della benzina verde? Chi ha goduto di questo allineamento, dal momento che il costo di produzione di un litro di gasolio è inferiore rispetto ad uno di benzina?
Altro aspetto di questa misura, dal punto di vista economico, è quello di deprimere il mercato e soprattutto i produttori di impianti di solare termico e fotovoltaico, un settore nel quale operano migliaia di persone e di piccole aziende, che ora rischiano gravi ripercussioni. Anche gli amministratori di condominio si trovano in cattive acque, dal momento che devono ora spiegare come interventi fatti e realizzati o in via di realizzazione non porteranno i benefici economici attesi. Un vero problema.
Dal punto di vista politico, invece, dobbiamo rilevare l'insensibilità di questo Governo al problema ambientale che, in termini assoluti, non è certo un tema che può essere messo in capo ad una forza politica, ma che ormai ha molti sostenitori anche nel centrodestra. Non solo: se dobbiamo continuare a guardare agli Stati Uniti, non sarà sfuggito che la prima decisione di Obama come Presidente (incaricato) è stata quella di un ingente investimento pubblico a favore delle imprese del settore energetico e delle energie riciclabili che, secondo le stime, genereranno 2,5 milioni di posti di lavoro nei prossimi tre anni. Noi no, noi il mercato lo deprimiamo.
Personalmente sono profondamente amareggiato per l'incoscienza, politica economica ed ambientale, che il nostro Governo ha manifestato in questo frangente, un esempio di incompetenza e di assurdità economica, che dimostra ancora una volta come la politica dei tagli che sta mettendo in mostra sia, in realtà, la politica che taglierà le gambe alla nostra economia.

martedì 2 dicembre 2008

Risposte serie ai cittadini confusi

Il Sindaco e le maestranze pare si stiano riappacificando. Non sappiamo che fine faranno le minacce, da parte dei sindacati di querelare il Sindaco, da parte del Sindaco di rimettere il mandato e dare le dimissioni, ma di certo possiamo capire che per l'ennesima volta si è persa una buona occasione per cercare di non fare una brutta figura.
Già, ma viene da chiedersi: a qualcuno frega qualcosa di queste magre? Il cittadino, cosa si aspetta? Non sarebbe meglio cercare di capire qualcosa di più su come funziona la nostra città, su quali binari ci si muove, oppure davvero tutti se ne fregano?
Non posso credere che i miei concittadini siano latitanti di fronte alle loro responsabilità, fossero anche solo di controllo dell'azione amministrativa; ma di certo non danno segnali di alcun genere che facciano intercettare questo malumore.
Audio Porfidio attacca con un esposto alla Corte dei Conti sulla questione AGESP Trasporti. Non vorrei che ormai la Corte dei Conti diventasse una sorta di muro del pianto a cui rivolgere le proprie frustrazioni. Anche perchè credo che di esposti se ne sarebbero dovuti fare almeno un'altra dozzina negli ultimi anni, ed i titoli li ho già presentati in altri post: la questione Borri, la caserma dei Carabinieri, gli stipendi negli enti, un direttore generale non proprio ineccepibile, la pista di atletica... andiamo avanti? Che dire allora dell'azione di pulitura dei mutui? Il Sindaco dichiara che solo ora si è potuto provvedere: che strano, proprio adesso che non abbiamo l'assessore al bilancio... Ce ne sono di situazioni davvero paradossali in questo comune.
Ma non possiamo dare alla Corte dei Conti un mandato da polizia amministrativa. La politica deve fare la sua parte, opposizione compresa.
Invece troppo spesso si tratta di puro protagonismo, e la gente resta turbata, confusa. Chi spiega come sono effettivamente le cose alla gente? E quali sono le garanzie di serietà, di correttezza che dovrebbero nascere da queste osservazioni?
Quali sono i parametri per capire e quindi poter giudicare con cognizione le cose?
Forse è questo che i cittadini vorrebbero per poter partecipare di più e meglio alla vita sociale e politica della nostra città.

lunedì 1 dicembre 2008

Abolire il canone radiotelevisivo, si può

Vorrei oggi riprendere un tema che avevo già segnalato lo scorso anno, ma che è poi passato nel dimenticatoio; però, come ogni anno, come ogni fine anno, arriva la questione del Canone radiotelevisivo da pagare. Secondo una recente inchiesta, questa è la seconda tassa più odiata dagli i italiani, più di ICI, Irpef e IVA. La si ritiene ingiusta per il livello di servizio offerto dalla televisione generalista, iniqua perchè non c'è una sostanziale possibilità di accertamento per chi non paga il canone. E spiace dirlo, ma questo accade soprattutto al sud Italia.
Come potrebbe essere possibile risolvere questo annoso problema? Io una soluzione ho provato a suggerirla, e oltre che esporvela di seguito, vi invito eventualmente a dare il vostro assenso alla proposta >attraverso Facebook< (a cui mi sono iscritto recentemente), nel gruppo "La fine del canone TV", e a diffonderne il contenuto, ovviamente se siete d'accordo con quanto indicato.
Tutti vorremmo abolire il canone ma sappiamo che lo Stato non permette di abolirlo e basta. Come fare allora, per garantire un gettito equivalente allo Stato ed essere sicuri di farlo pagare a tutti? Apparentemente è semplice: applicando un'imposta alla vendita di ogni strumento atto alla ricezione e visione di programmi TV (televisori, videoregistratori, pc, ecc.). Il vantaggio è che si paga una volta sola, lo pagano tutti e non ti rompono più i maroni ogni capodanno con la storia del canone. Per essere sicuri che non vi sia contrabbando di questi strumenti, basta adottare il sistema di tracciatura di ogni pezzo dalla produzione al commercio, come avviene nell'industria alimentare. Dopotutto stiamo parlando di prodotti elettronici e quindi applicare un piccolo sensore RFID alla produzione che assegna una paternità certa ad ogni pezzo direttamente sulla confezione, simile a quella che potrebbe essere una "marchiatura" del prodotto, fino alla sua vendita: non è un'operazione impossibile o costosa o quant'altro.
Infine, proprio per far capire che adesso non si scherza, andrebbero inasprite le sanzioni a carico di chi contravviene a questo sistema. Non ci vorrebbero molte cose, no?
Oltretutto, si aprirebbe una nuova possibilità commerciale: lo "sconto canone", dove le industrie stesse si potrebbero accollare la tassa come promozione. Avremmo così definitivamente sconfitto il cancro del canone!

domenica 30 novembre 2008

Il senso critico smarrito

Da domani comincia il mese di dicembre, il mese che porta al Natale e poi all'inizio del nuovo anno. Da una parte l'esaltazione del consumismo, dei regali, della spensieratezza e della gioia dei bambini, dall'altra la crisi, la contrazione dei consumi, l'aria dimessa che ammanta questo nuovo Natale.
Il Natale comincia nelle settimane precedenti, con gli acquisti che durante i prossimi giorni diventeranno il centro delle attività di moltissime persone, eppure ce ne saranno tante che dovranno accontentarsi, forse come mai è stato negli ultimi trent'anni.
Un'intera generazione che non sa il significato della parola sacrificio, il senso della rinuncia. E la cosa che mi impressiona di più è l'atteggiamento di molti adulti che in diversi modi chiedono di non evocare la crisi, di non assumere atteggiamenti negativi, di non far passare l'idea della recessione. Pensare positivo, in ogni caso.
Personalmente ritengo che questa sia solo incoscienza, e credo che in parte sia una delle dimostrazioni più evidenti del fatto che il berlusconismo sia diventato parte integrante di un certo modo di pensare della nostra società.
La rimozione del senso critico è alla base di tutto. Vedere le cose non per quello che sono, ma come vengono raccontate da qualcuno a cui si è affidato il compito di spiegarci la verità, e quindi acquistare quella che ci piace di più. Se dovessi fare un un parallelo con il cinema, direi che ci stiamo avviando a vivere il nostro Matrix.
Una scelta scellerata, una delega in bianco, quello che una volta era il detto "cervelli all'ammasso".
Dobbiamo invece tornare a rivalutare il senso critico, la comprensione della realtà per quello che è e non per quello che ci dicono essere. Se davvero l'istruzione ormai è alla portata di tutti, essa non deve essere solo nozionismo, ma una scuola di vita e di esperienza, dove conta più il rapporto con il quotidiano e lo stimolo della realtà piuttosto che la menzogna istituzionale.
Mi appello a voi con le parole di una delle persone più grandi del passato secolo e probabilmente di tutta la storia dell'uomo, Papa Giovanni Paolo II: NON ABBIATE PAURA.
La verità non può spaventare, la menzogna terrorizza. Abbiamo più paura dei nostri incubi notturni che della nostra vita quotidiana, e questo la dice lunga.

sabato 29 novembre 2008

Rissa in Comune sulla questione Corte dei Conti

Al suo apparire, molti l'avevano sottovalutata. Io ero tra quelli che si erano sentiti correre un brivido lungo la schiena, solo al pensare alle conseguenze che si sarebbero potute aprire a fronte di un elemento esterno forte che veniva a "disturbare" la serena quiete della ineffabile Busto Arsizio.
In effetti la questione dei superstipendi, delle promozioni facili e degli avanzamenti automatici ha sconvolto la pacifica convivenza di una città che da quindici anni ha imparato a fare da se. Ma non per tre. E giusto per continuare coi luoghi comuni, sapendo che tutti i nodi vengono al pettine.
Ieri durante l'assemblea dei lavoratori si è rischiato lo scontro fisico, tra dipendenti, Sindaco e sindacati. Malgrado la radice linguistica, Sindaco e sindacati sono arrivati ad un faccia a faccia duro e senza possibilità di soluzione.
Accuse di diversa natura e di diverso tenore, che alla fine hanno fatto dire al Sindaco di essere pronto alle dimissioni. Perchè?
Quando le cose vanno bene, quando non ci sono problemi di grande impatto, quando ti lasciano lavorare tranquillo, tutti sono capaci di fare il capo o, nello specifico, il Sindaco; ma quando il gioco si fa duro, come direbbe John Beluschi, i duri devono cominciare a giocare e far valere il proprio gioco non perchè imposto, ma perchè effettivamente migliore.
Alle prime vere difficoltà il Sindaco che a parole non riesce più a convincere nessuno, si fa voltare le spalle dai dipendenti e dai sindacati. Questo vuol dire che egli non ha credibilità, che non ha autorevolezza. Quindi il problema non è che le cose che dice il Sindaco siano giuste o meno, ma il fatto è che non riesce a dirle in modo convincente, e quindi si lascia andare a reazioni emotive ingiustificabili.
Questo non aiuta nè il personale già dilanianto dal fatto di essere stati condotti fino al limite del baratro da persone incompetenti e personalmente coinvolte, nè il Sindaco nel cercare di dare credibilità alle proprie posizioni, che poi sono le posizioni dei suoi consulenti.
Dover pagare cifre da auto di media cilindrata non per demeriti o errori particolari, ma per la cattiva gestione di persone la cui responsabilità è precisa e individuata, ma altrettanto distante dalle conseguenze, disturba e non poco.
Penso che la posizione del PD, già espressa in molte occasioni, consiglio comunale compreso con un paio di mozioni sempre contestate e respinte, fino alla richiesta di una commissione di indagine su questo tema, per fare chiarezza e dare le giuste responsabilità in capo alle persone, in questo momento non possa che essere rivalutata e riconsiderata dalle stesse parti in gioco.
Ci auguriamo che le posizioni possano riavvicinarsi, non tanto perchè il Sindaco rinunci ai propositi di dimissione, ma nell'interesse esclusivo dei dipendenti, perchè la decisione che verrà assunta possa essere quella più giusta e corretta per salvaguardare gli interessi di tutte le parti in gioco e che chi ha prodotto questo scandaloso disastro sia effettivamente colpito e paghi il giusto della propria colpa. Come dovrebbe sempre essere.

venerdì 28 novembre 2008

Il dolore e la speranza

Prima di tutto oggi vorrei ricordare i morti negli attentati a Mumbay, la storica Bombay. Un ricordo all'italiano morto, ai nostri connazionali che lì hanno rischiato la vita, ai tanti cittadini indiani e stranieri che sono stati uccisi e feriti. Non solo per il fatto che chi è contro la pena di morte è contro ogni forma di omicidio, ma perchè mai nessuno sarà completamente libero nel mondo finchè la violenza sarà presente.
Questo attentato, come tutti gli attentati che si inseriscono nella scia del terrorismo, della "strategia della tensione" come la definivamo ai tempi delle Brigate Rosse nostrane, ha come finalità l'annientamento delle persone, spesso ignote all'attentatore, che colpisce nel mucchio, senza un obiettivo preciso, specifico, ma con lo scopo di costringere ad uno stato di prostrazione attraverso il terrore e l'orrore della morte.
Non appare nemmeno umana una logica di questo tipo, piuttosto demoniaca e depravante del senso della vita. Ci sentiamo inermi e spogli di fronte a questi atti che offendono l'umanità.
Se vivere e morire ha un senso, un completarsi di un ciclo naturale, morire in un attentato lascia un senso di incompletezza, di qualcosa di spezzato in modo brutale e innaturale.
Per questo il dolore per queste vite rapite è anche più forte, più grande la rabbia e lo sdegno, ed è giusto che questo sdegno venga manifestato, urlato, proclamato in modo non formale, non rituale. Perchè anche il dolore possa far nascere una nuova speranza.

giovedì 27 novembre 2008

Consiglio comunale del 27.11.2008

Alle ore 21.10 ha inizio il consiglio comunale con un minuto di silenzio in ricordo di Remo Brazzelli. Il consigliere Riva ha letto un breve ricordo di Brazzelli, concluso con un applauso del consiglio.
Il Sindaco comunica che domani la Corte dei Conti potrebbe chiudere la questione aperta con l'Amministrazione comunale.
Il consigliere Porfidio chiede di anticipare le comunicazioni dei 3 minuti; ottenuta la parola, inizia con la sua arringa contro il Sindaco. Mariani invece ricorda i pericoli connessi all'attraversamento pedonale di via Maroncelli.
Alle 21.35 si passa alla discussione del primo punto, che vede la veloce approvazione della questione dell'ITC Tosi. Il precedente punto legato ai Piani integrati di Intervento è rinviato al prossimo consiglio.
Ore 21.40: inizia la discussione dell'assestato di Bilancio. Dopo l'introduzione del Sindaco, il consigliere Rosa solleva il problema delle risposte da dare alle domande poste in commissione, a cui pare non siano state date risposte. Le valutazioni della minoranza dicono che i dati di questa variazione sono dovute all'utilizzo dell'avanzo di amministrazione per coprire le minori entrare dovute agli oneri di urbanizzazione. Inoltre abbiamo una diminuzione di 290.000 euro sul personale.
Parla solo la minoranza, a cui ribatte direttamente il Sindaco, in quanto assessore al Bilancio ad interim. Farioli difende la ripulitura dei mutui che la sua amministrazione sta effettuando, mentre attacca a testa bassa l'amministrazione Rosa, accusata di aver fatto esplodere l'entità dei mutui assunti e non impegnati. Tra i due nasce una polemica personale pesante.
Alla fine, si arriva al voto che porta all'approvazione del bilancio con il voto favorevole della maggioranza e l'astensione di Cislaghi. Piccola polemica.
Ore 23.00: si tratta del sovrappasso di via Piombina. Tutti d'accordo con molti distinguo.
Ore 23.30: interrogazione di Salomi su via Mentana, non viene discussa causa assenza dell'assessore, mentre la mozione proposta da Berteotti per i sottopassi FS di via Tasso e XX Settembre viene accettata come raccomandazione.

L'elemosina di Natale

Credo sia necessario commentare la notizia che viene riportata oggi dalla stampa circa la "card" offerta ai più bisognosi con 40 euro al mese. Unica condizione per averla è di essere praticamente sotto la soglia di povertà. Questo dovrebbe far riflettere per diverse ragioni.
La prima è che si rischia di buttare 450 milioni di euro dalla finestra senza avere costruito nulla, se non avere dato un "tozzo di pane" a chi lo richiede, riuscendo a dimostrare in qualche modo di essere davvero senza reddito. Chiediamoci anche quanto costerà gestire questa distribuzione di denaro, che qualcuno ha già chiamato elemosina.
Se si volevano investire 450 milioni di euro, perchè non si è pensato di ridistribuire le aliquote IRPEF, magari sgravando tutti i redditi e non solo quelli che appaiono i più indigenti? Mi permetto di dire "appaiono" perchè, non facciamoci illusioni, sappiamo bene che poi ci saranno i soliti furbetti del quartierino che facendo finta di niente si metteranno in coda per avere la loro bella card. Tanto poi, chi controlla e come? Non siamo mica italiani per niente...
Poi questo sembra proprio un bel regalo di Babbo Natale: non è che il 24 dicembre vedremo un nuovo Berlusconi, vestito di rosso con tanto di barba bianca, col sacco sulle spalle, volare nei cieli delle nostre città? No, è troppo anche per me.
In verità io mi preoccupo di tutti coloro che sono troppo orgogliosi e dignitosi e che non andranno mai a chiedere la card. Ma dove la mettiamo la dignità delle persone? Anche solo presentarsi davanti ad uno sportello a chiedere di avere il modulo per richiedere l'elemosina di Stato è un vergogna intollerabile. E sicuramente queste sono le persone che ne avebbero avuto più bisogno.
Dico buttare i soldi dalla finestra perchè così si costringe la gente a due azioni: la prima è di obbligare a spendere quello che viene dato, la seconda è di far abituare inconsciamente i cittadini all'uso di una carta di credito dei poveri. E quando ci si presenterà alla cassa del supermercato per pagare, la cassiera farà finta di non riconscere la carta indigenti? Non è un classificare le persone con questo sistema?
Quindi i 450 milioni servono per alimentare il sistema consumistico, non per fare del bene alle persone socialmente più deboli. Cosa si potrebbe fare con 450 milioni nell'ambito dell'abbattimento sociale della povertà? forse dovrebbero rispondere gli operatori del settore, sicuramente più competenti di me, ma credo che vi siano tante possibilità. Non dimentichiamo che il Nobel dell'economia di due anni fa fu dato ad un indiano che aveva creato il sistema per sostenere la catena della solidarietà economica con chi voleva iniziare un'attività nei paesi del terzo mondo. E le statistiche dicono che nessuna bolla speculativa si è mai verificata in quel settore, mentre sono i nostri operatori immobiliari ad avere generato l'attuale stato di crisi.
Riflettiamo, gente.

martedì 25 novembre 2008

Le promesse da marinai

Vorrei ricordare a tutti l'appuntamento di giovedì 27 novembre alle ore 21.00 per il consiglio comunale ed il nuovo tentativo di "diretta sprint" attraverso questo blog dai banchi consiliari. Che tra l'altro, è un esercizio che mi obbliga a prestare molta attenzione a ciò che viene detto, per cui assolutamente positivo anche per me.
Oggi però l'argomento del giorno è un altro, anche se si lega al tema del consiglio. Tutti noi sappiamo da molti mesi che il Sindaco avrebbe in animo di eseguire un rimpasto di Giunta, arrivati a metà mandato. In effetti questo veniva annunciato nel luglio del 2007, quindi ben 17 mesi fa.
Da allora abbiamo avuto le dimissioni in "slow motion" (al rallentatore) di due Assessori, Cattaneo e Zingale, l'uno al Bilancio e l'altro al Personale, che hanno impiegato almeno tre mesi per completare l'iter delle dimissioni. Le loro deleghe sono ora in mano al Sindaco, che le ricopre ad interim.
Tutti gli assessori di Forza Italia (si può ancora dire?) hanno anche loro da parecchi mesi rimesso le deleghe nelle mani del Sindaco, con tanto di annuncio sulla stampa. Ed essendo quattro, significa che sei assessori su dieci sono dimissionari o dimissionati. Una situazione paradossale.
Eppure nessuno ha più parlato della presunta crisi fino a qualche giorno fa quando AN ha ripreso la questione, chiedendo che venga risolta entro la Madonna Immacolata; una crisi che si doveva risolvere all'Ascensione. Evidentemente una crisi "della Madonna"... perdonate questo lazzo sacrilego, che non vuole mancare di rispetto al sacro, ma scuotere il profano.
In realtà si è capito che per governare la città non servono tanti assessori, ma assessori che lavorino con competenza e celerità. Chi chiede di risolvere la crisi chiede solo altre poltrone remunerative da coprire.
A questo proposito vi rimando all'editoriale di Famiglia Cristiana di questa settimana >>>leggi<<< : credo che con Stella&Rizzo, FC rimanga l'unica voce indipendente a dire agli italiani di svegliarsi dal sonno della politica. Ma come si fa ad accettare ancora queste cose?
Ora io vorrei che qualche simpatizzante di destra o centrodestra riuscisse a spiegarmi il suo punto di vista su questo tema, se anche lui non si sente dileggiato e profanato da questa classe politica. Non gli chiedo una conversione al centrosinistra, gli chiedo solo di essere onesto con le sue idee, coerente con il suo modo di pensare e di agire da cittadino democratico, denunciando questa situazione che, ripeto, per me è paradossale.
Io sono qui, aspetto e come al solito pubblicherò tutti i vostri commenti.

lunedì 24 novembre 2008

Ancora sangue sulle nostre strade

Ancora una volta provo un sentimento di profonda impotenza di fronte a quanto la cronaca ci sottopone. Il più grave incidente a Busto Arsizio degli ultimi 15/20 anni almeno, per quanto mi possa supportare la mia memoria, oltre le cronache di Inernet.
Due morti e due feriti in un incidente stradale, l'ennesimo. Cinque morti in due anni sulle strade di Sacconago, ho perso il conto di tutti quelli che la città ha pianto in questi ultimi anni.
Ora non si può parlare di fatalità, come afferma il nostro Premier Berlusconi in merito ad un altro incredibile dramma, quello di Rivoli con la morte di uno studente diciassettenne e il ferimento grave di altri compagni di classe. Sulle strade d'Italia, non solo di Busto Arsizio per la verità, ogni giorno dobbiamo assistere ad una continua via crucis, a drammi familiari che non consistono solo di terribili morti, ma anche di feriti, di invalidi che rimangono perennemente colpiti da traumi violenti e profondi, come i ragazzi che hanno avuto un incidente sabato scorso a Gallarate.
Non è più il momento di parlare, ma del fare. Se ancora vogliamo dirci una "società civile".

domenica 23 novembre 2008

Sicurezza stradale e piano urbano del traffico

Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno scritto e telefonato per dimostrarmi l'approvazione per l'interrogazione presentata sulla viabilità di piazza Manzoni.
Posso garantire che questa non sarà nè l'unica nè l'ultima interrogazione che porrò su questo tema; già lo scorso anno avevo posto questa interrogazione all'Assessore, insieme ad un'altra mezza dozzina dove indicavo i luoghi della città dove erano presenti problemi, e chiedevo di sapere come si sarebbe comportata l'amministrazione. La risposta, quanto meno evasiva, rimandava sempre e comunque al Piano Urbano del Traffico.
Lo scorso mese di giugno il PUT è stato presentato per la parte di analisi dei flussi, ci è stato consegnato un documento da cui non si riescono ad avere indicazioni vere circa il modo in cui sarà gestito il traffico nella nostra città nei prossimi anni.
Purtroppo continuano gli incidenti, anche gravi e mortali, entro il territorio della nostra città. Già nell'ultimo consiglio abbiamo effettuato una concreta discussione sulla mia interrogazione circa il traffico pesante lungo l'asse di via Cadore - Trentino e sono uscite proposte interessanti. Ho preso come impegno specifico quello di arrivare al più presto ad affrontare seriamente questo problema per trovare concretamente delle soluzioni praticabili e funzionali.
E' anche mia intenzione proporre di creare in sede locale l'Associazione delle Vittime della Strada, e per questo sto prendendo contatto con l'associazione a livello nazionale. Nel frattempo chi fosse interessato ad aderirvi, non esiti a prendere contatto con me. Nei prossimi giorni conto di dare maggiori dettagli.

venerdì 21 novembre 2008