Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

venerdì 31 luglio 2009

l misteri del Piano di Comunicazione

Per il mio 400.mo post voglio replicare al nostro Sindaco Gianluigi Farioli sul Piano di Comunicazione.
Nei giorni scorsi, insieme a Erica D'Adda, abbiamo affrontato in maniera responsabile e con gli strumenti istituzionali il problema che si è innescato con il Piano della Comunicazione del Comune di Busto Arsizio. Il Sindaco ha replicato che eravamo noi, e nella fattispecie io, ad avere sollevato il problema tempo fa e che la sua Giunta agiva in risposta a quella sollecitazione e in ottemperanza della legge. La cosa è vera, ma essa è stata strumentalizzata.
Allora vorrei anch'io fare qualche precisazione da questo blog, dal momento che la stampa non so fino a che punto ospiterebbe una mia replica. Per quello che mi riguarda, mi limiterò alle affermazioni sul metodo, il merito e il contesto verranno trattati nell'ambito del Consiglio comunale.
Partiamo dal fatto che sia stato io, a nome del gruppo consiliare, a sollecitare un piano della comunicazione. In effetti, in una interrogazione datata 7 agosto 2006, chiedevo al Sindaco quale fossero le intenzioni "in merito alla garanzia di uno spazio di comunicazione per tutte le forze politiche presenti in città, soprattutto quelle di minoranza, ed in particolar modo come essi intendano garantire i pari diritti a tutti". Il Sindaco rispose facendo delle promesse nell'ambito della dichiarazione delle linee programmatiche del bilancio di previsione 2007, ma dovemmo ritornare alla carica con un'altra interrogazione, datata 22 ottobre 2007, dove facevamo presente che il Sindaco non aveva mantenuto le sue promesse ed ancora una volta non dava risposta alle nostre domande. Questo veniva sottolineato dal passaggio dove si diceva: "Se ed eventualmente come intende il Sindaco proporre una soluzione praticabile in tempi brevi per attuare quanto ebbe a dire in sede di discussione di Bilancio di Previsione sullo stesso argomento".
Avevamo già aperto il capitolo sull'informatizzazione del consiglio, dal quale si staccava anche la questione della rassegna stampa, temi che sono giunti ad un positivo sviluppo.
Abbiamo quindi iniziato questo percorso tre anni fa. Ma ancora più antichi sono gli atti citati per giustificare il Piano di Comunicazione, dal momento che risalgono addirittura al 2002 e prima ancora. Tutti questi anni per arrivare ora ad attuarlo, con una fretta ed un dirigismo davvero fuori sintonia rispetto a tutti i tempi dell'Amministrazione, che come noto non brilla per i tempi di attuazione.
Ho parlato di metodo, e vorrei sottolineare come noi siamo arrivati a conoscere le intenzioni dell'Amministrazione solo attraverso una determina, un atto esecutivo che taglia fuori qualsiasi dibattito e partecipazione dei consiglieri. Questo potrà stare bene ai consiglieri di maggioranza, come al solito ossequiosi con la propria maggioranza, ma non a noi che siamo opposizione ed abbiamo il compito istituzionale di sorvegliare l'operato dell'Amministrazione. C'è molto da approfondire su questo argomento, e diverrà chiaro a tutti quando arriveremo anche a discutere del merito, che risulterà decisamente sorprendente a chi non ha ancora avuto modo di valutarlo nel suo insieme.

martedì 28 luglio 2009

Lo scudo fiscale allarga la forbice sociale

In queste ore il Governo sta approvando la legge Anticrisi che contiene anche un decreto che passa sotto il nome di "Scudo fiscale". «La norma prevede - si legge nella relazione tecnica - l'istituzione di un'imposta straordinaria sulle attività finanziarie e patrimoniali, detenute fuori dal territorio dello Stato» e a «condizione che le stesse vengano rimpatriate in Italia da paesi extra Ue, nonché regolarizzate, ovvero rimpatriate, purché in essere in paese dell'Unione europea». Al modico costo del 5% del capitale rimpatriato.
Ora, considerato che chi esporta capitali all'estero debba essere persona facoltosa, imprenditore o libero professionista di un certo livello, non si può dire che questa manovra potrà interessare la maggior parte degli italiani. E se qualcuno ha esportato all'estero, in qualche paradiso fiscale, ingenti somme di denaro, al di la del come se le sia procurate, è evidente che nella maggior parte dei casi si tratta di qualcuno che ha almeno evaso le tasse su questi capitali.
Ecco perchè, come lavoratore dipendente a reddito fisso, impossibilitato per legge ad evadere anche un solo euro del mio reddito dalla tassazione, sono costernato e assai incazzato per queste misure che permettono, in ogni caso, di evadere almeno il 35% delle tasse dovute su quei capitali in qualsiasi modo esportati. E comunque generati.
Questo Governo non ha compiuto alcuna azione a favore della legalità finanziaria, ma ancora una volta, come nel 2002, permette a chi evade il fisco di poter operare nella più assoluta impunità, chiede quasi un favore a chi illecitamente ha esportato capitali affinchè ritornino in patria e consente loro l'impunità a fronte di questi fatti.
Questo Governo non pensa ai lavoratori, milioni di lavoratori e pensionati, che hanno tassato il loro reddito fino all'ultimo centesimo e costituiscono l'ossatura fiscale del Paese, alla faccia di coloro che invece se la filano altrove con i loro capitali chissà come guadagnati.
Dire solo che tutto questo è una vergogna sarebbe parziale, senza chiedersi come mai nessuno dica nulla e gli organi di stampa non facciano altro che assecondare la condotta del Governo, riportando le notizie che anche in altre nazioni europee e mondiali questo "Scudo fiscale" è stato adottato (pur con condizioni assai diverse). Chi governa oggi lo fa con l'appoggio del Quarto potere, alla faccia dei cittadini che non hanno nemmeno il coraggio di protestare, e con blande azioni di replica da parte della stessa opposizione parlamentare.
Il Governo Prodi cadde anche per la politica della pressione fiscale sugli evasori parziali e totali, unica forma di giustizia fiscale applicata in Italia in questo secolo, ma manipolata ad arte da chi ha fatto diventare pressione fiscale generale ciò che era semplicemente recupero di tassazione dovuta. Se le tasse le paghiamo tutti, ne paghiamo meno ed aumenta il beneficio per tutti.
Allora dico ai cittadini che di fronte a questo atto, come di fronte ad altri che indeboliscono la struttura sociale del paese, come l'assoluta mancanza di azioni verso la famiglia ed in particolare le famiglie numerose e monoreddito (tema sul quale sempre si alzerà la mia protesta), è tempo di agire anche attraverso l'azione sociale.
Il periodo di ferie, quest'anno, porti ai cittadini la responsabilità di pensare ad uno stato sociale diverso e più articolato, ma soprattutto fuori da uno schema preordinato di "allargamento della forbice sociale": chi più ha, più avrà. Questa è la più grande ingiustizia di questo Governo.

giovedì 23 luglio 2009

Bacco, tabacco e Venere

Un vecchio adagio recita: "Bacco, tabacco e venere riducono l'uomo in cenere".
Forse per aver preso troppo sul serio questo antico detto, il nostro Governo di Centrodestra, ha provveduto a mettere delle limitazioni affinchè gli uomini (e non solo) non finiscano così male come prospettato. Come hanno fatto? Semplice.
Vi ricorderete tutti della legge antifumo voluta dal Ministro Sirchia, titolare del ministero della Salute e pure medico: indicò le misure che misero fine al fumo libero presso locali e mezzi pubblici, oltre che sui luoghi di lavoro.
A Venere ci ha pensato un'altra donna, competente in materia di eros, ora trasformata in educanda, tale Carfagna, già nota soubrette che, evidentemente, ben conosce i retroscena legati ad un certo stile di vita, e ha quindi chiesto di eliminare dalle strade ogni segno di indecenza morale, sanzionando quelle ragazze (e certi ragazzi noti come trans) ed i loro clienti.
A Bacco ci pensa ora la Moratti, sindaco di Milano. Basta alcol ai minori di sedici anni. Ma già si parla di riprendere l'iniziativa a livello nazionale e farla diventare una legge.
Oh, finalmente! Adesso sì che possiamo guardare al futuro con soddisfazione e fiducia. O no?
Io che non sono un fumatore, non bevo e non mi trastullo con escort di vario tipo, posso dire che tutto questo mi lascia un tantino perplesso. Se non altro dal punto di vista della coerenza politica.
E vado a spiegarmi. I tre titolari di queste iniziative di legge appartengono al movimento politico noto con la sigla PdL, ovvero Popolo della Libertà. Eppure negli ultimi 10 anni hanno messo più divieti che permessi.
L'ispirazione liberale del movimento si è ormai frantumata, dispersa, perfino polverizzata sotto una catasta di provvedimenti di volta in volta più restrittivi sulle attività umane, di ingegno e di commercio. Si sono accaparrati in esclusiva la comunicazione mediatica e personalmente attendo solo che vengano messi limiti alla libertà di navigazione in Internet come in Iran.
Visto che sulle strade di femmine procaci non ce ne sono più, un esponente di rilievo di questa formazione, prima stimato padre di famiglia, ora Pierino e libertino, accetta "regali" da amici sotto forma di procaci femmine ben disposte a seguirlo in luoghi appartati. Il suo commento: "Non sono un santo". E non è il Papa, semmai si dovrebbe cambiare l'ultima "a" in "i".
C'è poco da ridere; se qualcuno ha trovato ironico e divertente qualche passaggio di questo testo, si ricordi che queste cose sono ormai parte della nostra vita, per qualcuno sono state giuste, per altri sono stati degli errori. Ma la moralità non si impone per legge, la rettitudine delle persone non è un fatto di "vizi privati e pubbliche virtù". E' semmai questione di coerenza e di trasparenza, di sapere che quando una persona ha un incarico pubblico di una certa importanza, come può essere un ministro, la sua vita anche privata diventa un elemento che ha a che fare con il suo lavoro, la sua serietà, la sua affidabilità.

mercoledì 22 luglio 2009

ECCO COSA REALMENTE DICE IL “ DDL SICUREZZA ” SUL “ PERMESSO di SOGGIORNO ” E SUE CONSEGUENZE

Abbiamo voluto sviscerare il senso e le parole esatte del decreto all’art.45, comma 1, lett. F !!!

Ecco il testo e le spiegazioni dell’ articolo della legge che parla del “permesso di soggiorno”:

1) L'art. 45, comma 1 lett. F del “pacchetto sicurezza”, ossia del Disegno di legge 733-B, approvato dal Senato, dice testualmente: “all’articolo 6, comma 2 (riferendosi all'art- 6 del D.Lgs 286/98, la legge Bossi-Fini, per intenderci), le parole: «e per quelli inerenti agli atti di stato civile o all’accesso a pubblici servizi» sono sostituite dalle seguenti: «e per quelli inerenti all’accesso alle prestazioni sanitarie di cui all’articolo 35»”.

Ora, cosa diceva l'art. 6, comma 2 della Legge Bossi-Fini?
2.) Fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attività sportive ricreative a carattere temporaneo e per quelli inerenti agli atti di stato civile o all'accesso a pubblici servizi, i documenti inerenti al soggiorno di cui all'articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati.

Ora, il nuovo testo dell'articolo suona così:
2.) Fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative a carattere temporaneo e per quelli inerenti all’accesso alle prestazioni sanitarie di cui all’articolo 35, i documenti inerenti al soggiorno di cui all'articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati.
Cioè: si toglie di mezzo l'eccezione alla regola generale, (regola: obbligo di esibizione del permesso di soggiorno), eccezione che era stata fatta per le questioni riguardanti lo stato civile ed i pubblici servizi ove, se prima, per ovvie ragioni, non veniva chiesto il permesso di soggiorno, adesso lo è.
Solo un esperto in questa materia lo sa, così come solo un esperto può capire cosa si nasconde dietro queste parole apparentemente innocue. Ecco invece il vero significato:

3) “per compiere qualsiasi atto di stato civile, non solo per il matrimonio di un cittadino o cittadina straniera o tra cittadini stranieri, ma per ogni atto di stato civile, dovrebbe preventivamente essere esibito il titolo di soggiorno del richiedente. Diversamente non si potrebbe perfezionare l’atto di stato civile. Si tratta di atti che riguardano l’esercizio dei diritti fondamentali delle persone, in quanto esseri umani, indipendentemente dalla regolarità o meno del soggiorno.

Per esempio, questi atti riguardano la registrazione della nascita di un figlio, o la registrazione della morte, anche se ovvio, l’omissione di quest’ultima produrrebbe danni meno gravi (anche se potrebbe comportare problemi ai fini ereditari o pensionistici).
La registrazione della nascita, come pure il riconoscimento del figlio naturale da parte di uno o dell’altro o di entrambi i genitori, sarebbero impediti dalla mancata esibizione del permesso di soggiorno, condannando alla morte civile chi ha il “torto” di nascere da genitori privi del titolo di soggiorno. Oppure, nel caso di figlio nato da regolarmente soggiornante e da padre irregolare, con quest’ ultimo privato della possibilità di riconoscere la propria paternità.
Le conseguenze di questa preclusione sono ancora tutte da comprendere anche perchè bisognerebbe immaginare che se un bambino nasce da una coppia di cosiddetti “clandestini” su suolo italiano, non essendo riconoscibile da parte dei genitori, sarebbe figlio di nessuno ed in questo caso l’art. 1 della legge 91 del 92 in materia di cittadinanza prevede che ad egli venga riconosciuta la cittadinanza italiana per nascita. Così come accadrebbe se la legge del paese d’origine dei genitori non prevedesse l’automatico acquisto della cittadinanza di quel paese nel caso di nascita all’estero. Che rapporto si verrebbe a creare tra due genitori naturali, effettivi, ed un figlio cittadino italiano fin dalla nascita?

Quello che risulta fin troppo evidente è la violazione della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo che prevede espressamente l’obbligo di registrazione della nascita di un qualsiasi bambino nato in qualsiasi paese che abbia sottoscritto la Convenzione stessa, a prescindere dalla cittadinanza dei genitori e ovviamente dalla regolarità del loro soggiorno. Si tratta in buona sostanza di una disposizione aberrante che non produrrebbe nessuna utilità dal punto di vista della sicurezza e dell’ordine pubblico. Il figlio nato da una coppia di genitori che intendono riconoscerlo, ma non possono farlo, ancorché irregolari, non sarebbe a loro carico, ma diventerebbe figlio di nessuno e completamente a carico delle strutture pubbliche italiane. Semmai quindi, le conseguenze si tradurrebbero in aumenti di spesa pubblica, oltre che ovviamente in una violazione drammatica dei diritti del fanciullo.

Carissimi amici tutti, di fronte a questa legge, che viola i diritti dei bambini, come possiamo tacere? Vescovi, sacerdoti, suore, cristiani, possiamo continuare a tacere e non renderci conto di quanto succede nel nostro paese ? Con questo articolo della legge si è voluto solo castigare e punire degli innocenti. Si è voluto infierire sui diritti fondamentali dei bambini di tutto il mondo per fare paura agli stranieri e agli italiani. Per dire con chi si può avere un figlio e con chi no!! Varrebbe più un pezzo di carta che non l’amore di una famiglia ?

Cominciamo a chiamare le cose con il loro nome: questa azione lancia del fango sul nome dell’Italia e sulla nostra tanto vantata civiltà. I principi assoluti di difesa del bambino e del suo diritto ad avere un padre e una madre sono stati volutamente violati !
Ora succederà che mamme senza permesso di soggiorno, compiranno parti privati, con pericolo di morte per emorragia nei casi complicati, … sempre per paura di andare all’ospedale ed essere denunciati come clandestini o di perdere il proprio bambino nelle grinfie della burocrazia !!
Si possono avere divergenze di opinioni, ma ormai è messa in crisi la dignità stessa di tutti gli italiani. Con premesse di questo genere, tutto può succedere !
Purtroppo è già successo nella storia! I Faraoni insegnano! Come è possibile continuare a tacere?

Roma 20 luglio 2009 Presentato da: P. Claudio Crimi, cittadino italiano, sacerdote e Missionario Comboniano

domenica 19 luglio 2009

E voi siete capaci di raccontare le barzellette?

C'è una barzelletta che mi ha sempre fatto ridere ed un po' riflettere. Parla di un medico psicologo che assume un nuovo incarico in un ospedale psichiatrico. Il primo giorno si aggira per i reparti per osservare i pazienti e ad un certo punto li trova tutti riuniti in una sala. Al centro, uno dei pazienti guarda gli altri e ad un certo punto afferma serio: "cinquantaquattro". Gli altri ridono divertiti.
Si alza poi un altro paziente e, allo stesso modo, dichiara: "quindici". E di nuovo tutti ridono a crepapelle. A quel punto il medico nota che in mezzo ai malati c'è anche un medico, e gli si avvicina. Lo saluta e gli chiede cosa stia succedendo. "Raccontano barzellette", risponde l'altro medico. "Ma come? Dicono numeri a caso..". "No, è che le barzellette sono sempre quelle, per cui hanno dato un numero ad ognuna e quindi quando dicono il numero, tutti sanno già il significato".
Stupito, il giovane medico pensa a quello che potrebbe essere un ottimo modo per entrare in confidenza con i pazienti. Si butta quindi al centro della scena e, assunta una posa plastica, declama: "ventuno!". Nessuno ride. Allora riprova: "trentaquattro". Ancora silenzio compassionevole. A quel punto rivolge lo sguardo verso il collega e chiede: "Ma perché non ridono?". "Eh, caro amico", afferma il collega, "le barzellette bisogna saperle raccontare".
Questa situazione mi sembra molto simile a quella che stiamo vivendo in questo periodo in Italia. Se poniamo a confronto i diciannove mesi di governo precedenti del Centrosinistra con Prodi, non si può negare che, al di là delle polemiche e delle controversie, si era raggiunto un grado di affidabilità economica invidiabile, con un debito pubblico in diminuzione, abbiamo toccato il picco di occupazione degli ultimi 60 anni, insomma uno stato di grazia messo in discussione dai ministri del Governo che scendevano in piazza a contestare se stessi.
La pressione fiscale era cresciuta ma, come hanno poi appurato sia organi internazionali che lo stesso ministero, ciò era dovuto unicamente al lavoro della Guardia di Finanza che in quel periodo ha recuperato oltre 30 miliardi di evasione!!!
Allora, ricordiamo la barzelletta: noi siamo i pazienti, che ci facciamo raccontare le barzellette che più ci piacciono, e ci crediamo pure, divertendoci felici. Ma quando arriva qualcuno che cerca di entrare in sintonia con noi, raccontandoci di cose vere, ma forse meno piacevoli, noi non ci divertiamo più e non gli diamo ascolto.
Preferiamo le solite cose raccontate dai soliti pagliacci, piuttosto che capire come vanno le cose del mondo. Perché le barzellette bisogna saperle raccontare...

lunedì 13 luglio 2009

La sindrome di ACCAM

Il caso è scottante. Non a caso. Parliamo di del termovalizzatore di ACCAM.
Leggo alcuni commenti sulla questione, ed una volta di più mi chiedo cosa faccia la maggioranza politica di questa città per guadagnarsi la pagnotta. La Lega afferma che ha chiesto al PdL sulla questione un documento (politico) mesi fa, senza ricevere risposte o proposte. Il PdL ha lavorato su di un documento interno che però era noto a tutti, perfino alla stampa.
Come riescono a dialogare due forze di governo della città così estranee a loro stesse?
Il presidente di ACCAM minaccia: questa impasse potrebbe nuocere ai conti della società, di conseguenza aumento dei costi di gestione, a medio termine aumento della tassa rifiuti per i cittadini. Pensare che in molti altri consorzi non si parla di costi, ma di ricavi...
Poi ci sono gli altri amministratori locali.
Già, perchè ogni tanto ci si dimentica che ACCAM è un consorzio di 27 comuni, di cui Busto Arsizio è solo il più grande in termini di abitanti, ma che nella realtà delle cose si configura come poco più del 20% della popolazione del consorzio. Quindi bisogna coinvolgere e sentire anche il restante 80%, ed essere in accordo con loro.
A questo punto mi viene naturale una riflessione: a livello politico esiste almeno una forza che abbia forza e capacità rappresentativa sul territorio, omogenea (quindi non lista civica), in grado di confrontarsi sul tema e in grado di proporre una azione comune, almeno dal punto di vista dell'interpretazione di una questione che non ha e non può avere unicamente un valore assoluto per una singola città.
La risposta che mi sono dato è sì e questa forza può essere solo il PD.
Quindi chiedo che il PD possa trovarsi con tutte le sue componenti politiche di rappresentanza nei 27 comuni del territorio che compongono ACCAM, prima della riunione di settembre, e dimostri una capacità di confronto ed un'analisi interna in grado di assicurare la miglior risposta possibile ad una inazione della maggioranza della città di Busto Arsizio e delle forze politiche di centrodestra che, nella gran parte dei comuni, governano il territorio.
Solo con la spinta politica di una grande forza democratica unita si potrà fare in modo che una delle vere ricchezze di questo territorio non vada dispersa come tante altre che, in questo momento, una maggioranza in preda alla sindrome di "panico da governo", rischia di mandare a carte e quarantotto...

sabato 11 luglio 2009

Ritorno al Futuro del PD

Spesso e volentieri mi sono permesso di criticare la maggioranza di Governo nazionale ed il suo Premier, piuttosto che la maggioranza della città di Busto Arsizio; mi sono reso conto che molte volte ho fatto loro un piacere più che un dispetto.
Ma questa settimana un quotidiano locale ha detto che (alcune) persone del PD locale dimostrano di avere del sale in zucca, forse più di coloro che governano la città.
Mettendo insieme le due cose, mi avventuro in quella che vuole essere la critica interna più costruttiva da quando esiste il PD. E la prima cosa che mi viene da dire è che andando verso il Congresso autunnale non si proceda come si è fatto in questi primi due anni di esperienza di partito.
Questo non è il partito che volevamo, mi permetto di usare il plurale. Questo non è l'evoluzione di quell'Ulivo nel quale moltissimi di noi (e non solo) credevamo; non porta il segno del partito moderno, con un leader capace di costruire una transizione prima ed un vero partito dopo.
Abbiamo avuto in questi due anni tre leader (Prodi, Veltroni, Franceschini), senza ancora aver discusso tesi e mozioni dentro un Congresso Nazionale, rischiamo di trovarci al quarto Segretario entro poco tempo e la domanda è: poi quanto durerà? Quanto riuscirà a resistere alla violenta critica interna, che spesso è più distruttiva della violenza politica rivolta verso l'avversario ideologico?
Che fine fanno i giovani, una volta che emergono e vengono portati anche in ruoli rilevanti? Facciamo un paio di nomi: Martina per la Lombardia, messo già in difficoltà dai nomi che si vanno prospettando nel panorama prossimo futuro della leadership regionale; e la Serracchiani, da molti idealizzata forse oltre i suoi stessi meriti e capacità, che pure sono notevoli, ma non taumaturgici, in grado di guarire un partito in crisi di identità con la sola imposizione delle mani...
Troppi dialetti in questa lingua comune. Ricordate che l'Ulivo riuscì nella sua esperienza non partitica a portare molti più voti di quanti ne portassero i partiti che lo formavano, segno evidente che veniva premiata l'idea innovativa, lo spirito di forza che traspare anche senza molta fantasia dal fatto di aggregare forse politiche diverse in un unico simbolo partitico.
Cosa riuscita invece al PdL, sebbene nato più tardi e senza molta convinzione, imposto da un padre-padrone che sul predellino di un'auto sbraitava in piazza San Babila a Milano.
In un paese normale sarebbe stato definito un pazzo, un teatrante, un saltimbanco della politica, eppure... la gente riconosce in lui un carisma che tutti gli altri, anche nella sua parte politica, non hanno. Anche se il carisma ha una ragione precisa (il denaro) ed una origine non proprio cristallina (il passato in P2), che originano il suo attuale potere.
Ma queste non sono giustificazioni. Il fatto è che il Centrosinistra da due anni ha un'emorragia di consensi che solo ora pare in parte arrestarsi, ma che rischia di riprendere proprio con questo Congresso, impostato in modo quanto meno cervellotico sia per le modalità di elezione e convalida del Segretario, sia per l'assenza di un leader che sia davvero innovativo e non espressione di una nomencaltura che fa trasparire la sua presenza ad ogni telegiornale.
Ragazzi, così non va. La questione non è se Bersani sia meglio di Franceschini, il fatto è che nessuno dei due pare potersi smarcare da una vecchia struttura di apparato partitico troppo simile alle precedenti già apparse almeno nell'ultimo decennio. La transizione del PD a nuovo partito sarà completa solo quando i vecchi soloni potranno starsene in platea a gustarsi il presente senza voler a tutti i costi entrare in scena a recitare una parte che ormai non è più la loro.
Insegnino invece ai nuovi attori a presentarsi in modo decente sulla scena, formino la nuova classe dirigente, trasferiscano le conoscenze e abbandonino le vecchie strutture, cancellino simboli e miti del passato perchè il presente, ed ancora più il futuro, come si diceva in un famosissimo film, sono ancora da scrivere.

venerdì 10 luglio 2009

Presentazione del PUT in conferenza stampa: perchè non in Consiglio Comunale?

Era un caldo pomeriggio del giugno dello scorso anno, quando l'Assessore Lista convocò i consiglieri per presentare lo studio del PUT; una presentazione tecnica, con passaggi anche interessanti, ma che lasciava molti aspetti della questione in sospeso.
La promessa fu di sentire di nuovo i commissari entro le vacanze estive, pianificare una serie di incontri ed arrivare ad una stesura "condivisa" del PUT. Promessa vana.
Proprio in questi minuti si sta presentando un PUT in conferenza stampa. Noi consiglieri non abbiamo avuto modo di vederlo, non possiamo quindi commentarlo nè essere consapevoli di quanto, a questo punto assumendosi in proprio tutte le responsabilità, l'Amministrazione andrà a presentare alla città.
Sono 12 anni che la città aspetta, è da un anno che aspettiamo di essere convocati come consiglieri e di portare il nostro contributo che, anche da queste pagine e da innumerevoli interventi in consiglio comunale, non abbiamo mai fatto mancare e che, in termini di confronto, potremmo sicuramente portare ad un livello di approfondimento molto maggiore, a beneficio dell'intera città.
Ciò che sta avvenendo mi lascia senza parole, non tanto per il fatto che non possa parlare, quanto per l'affronto che viene fatto alla città, e questa settimana questa catena si sta dimostrando lunghissima e pessima, per approccio e risultati.
La tesi non potrà che essere tecnicistica, i problemi visti da esperti "pilotati" dalla giunta, lontani dalla sensibilità dei cittadini e dalle idee che essi vogliono portare attraverso i loro rappresentanti.
L'assenza di confronto è di per se una grave perdita per la costruzione della città.
Ma cos'altro potremmo fare se non denuciare questo stato di cose ai cittadini? Badate bene: non stiamo blaterando come spesso fanno i politici romani, stiamo indicando un modo di affrontare i problemi e, possibilmente di risolverli, a cui teniamo in modo particolare partecipare ed essere presenti. Per cui lo saremo anche in conferenza stampa e diremo chiaramente la nostra, da consiglieri che devono ancora una volta apprendere notizie di rilevanza istituzionale da una conferenza stampa, piuttosto che da uno spettacolo pubblico o da un comunicato del comune...
Fulgidi esempi di democrazia partecipativa... ammesso che qualcuno sappia cosa vuole dire!

mercoledì 8 luglio 2009

Ancora allagati i sottopassi ferroviari

A questo punto, a poco serve ricordare che "io l'avevo detto"; anzi, che io sono stato solo il portavoce in consiglio dei tanti appelli lanciati dall'Associazione "Noi" del quartiere Santi Apostoli, riguardo la percorribilità dei sottopassi di via Tasso e XX Settembre in occasione di forti temporali.
Ieri, puntualmente, al primo vero grosso acquazzone estivo, abbiamo avuto la conferma che le assicurazioni fornite dall'Assessore Girola erano purtroppo frutto di un ottimismo (o di un parziale realismo) che si scontra immancabilmente con la situazione che da tempo conosciamo.
Che ci siano difficoltà tecniche, operative e di finanziamento delle opere per un migliore smaltimento delle acque meteoriche quando accadono fenomeni temporaleschi come quelli di ieri, che sempre di più assumono le dimensioni di un monsone, nessuno lo nega.
Il fatto è che certamente nell'arco della stagione estiva almeno un paio di eventi di questo tipo accadranno, con certezza matematica. Ed è quello che è successo ieri.
Anche ieri qualche pericolo per l'incolumità delle persone è stato corso, la città è rimasta per alcune ore tagliata in due, tutto quanto avevamo ipotizzato si è verificato.
Non so se dovremo attendere un esito meno favorevole per attivare qualche contromisura.
Poco più di un mese fa in Consiglio Comunale ebbi modo di esprimere i miei dubbi in proposito durante il breve intervento libero concesso ai consiglieri, ricordando gli impegni che l'amminsitrazione si era assunta in proposito e che non è riuscita a mantenere. E di questo, vorrei ricordare, ritenni responsabile l'intera Giunta e non solo l'assessore Girola.
Quindi ora ripropongo la questione: cosa volete fare? Qual è la vostra politica in merito, signori della maggioranza che non governa la città, anche se vince le elezioni? E i cittadini che vi votano costantemente, cosa pensano di tutto questo, oltre che lamentarsi cordialmente?
L'acqua dal cielo ce la manda il Buon Dio, ma gli amministratori se li scelgono i cittadini...

venerdì 3 luglio 2009

Apriamo il fronte Cimitero

Ieri ho fatto una visita "guidata" presso il Cimitero Centrale di Busto Arsizio.
Il tutto a partire dal fatto che da alcune settimane, nei giorni di mercoledì (quando il cimitero è chiuso), si è cominciato a riesumare le salme del campo decennale "D". L'operazione durerà mesi, e si è resa necessaria per il fatto che tutto il terreno disponibile nel campo adiacente si sta esaurendo e tra pochi giorni non vi sarà più spazio per nuove inumazioni.
Ma con 8 esumazioni la settimana, ci vorranno tre mesi per liberare il campo. Potrebbe così succedere che si arriverà ad operare contemporaneamente inumazioni ed esumazioni sullo stesso terreno, soprattutto in un periodo estivo che da sempre viene fortemente sconsigliato per questo tipo di operazioni per ragioni di igiene ambientale.
Questo è segno grave di mancanza di programmazione da parte dell'ufficio compentente. Arrivare ad operare in queste condizioni fa pensare che, come per altre attività in carico al Comune, come la manutenzione del verde e la gestione dei luoghi sportivi, esso non sia in grado di provvedere in modo efficace e competente.
Questo è un fatto gravissimo per una citta dell'importanza di Busto Arsizio.
Nello stesso momento ho potuto notare che in più punti dalla struttura di cemento armato a vista emergono i "ferri", cioè le armature in acciaio della struttura: occorre urgentemente una manutenzione conservativa.
Il forno crematiorio poi è fermo, non si hanno notizie su avanzamenti lavori e sulla sua messa in opera.
Succede poi che forni di cui si è acquisito il diritto trentennale da 18 mesi siano ancora con dentro la salma precedente e chi ne ha pagato i diritti (si tratta di 2.750 euro... non scherziamo), non ne ha ancora la disponibilità!
E' evidente che nemmeno da morti si possa riposare in pace...

giovedì 2 luglio 2009

Chi ha visto il nuovo Liceo Artistico?

Oggi mia figlia ha sostenuto l'esame di maturità artistica e praticamente ha terminato il suo corso di studi superiori. Passavo stamani accanto all'area ex-Pensotti che avrebbe dovuto vedere nascere la nuova struttura del Liceo Artistico.
E' stato allora che mi sono ricordato della profezia fatta ai miei figli: finirete il vostro ciclo scolastico e non vedrete neanche un mattone messo al suo posto. Eppure non sono un profeta.
Qualsiasi persona di comune senso pratico avrebbe capito che il cartello esposto ancora nell'area, ormai sommersa da piante di ogni genere che crescono indisturbate, e recante la data di termine dei lavori nel 26 gennaio 2009 costituisce già di suo una colossale baggianata.
Allora andiamo ancora una volta a ricostruire la storia di questa bufala.
Alla fine di febbraio del 2007, durante la campagna elettorale per l'elezione di Presidente della Provincia di Varese (candidato Marco Reguzzoni, già Presidente in carica, della Lega), e con la presenza del sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli (PdL), avveniva la posa della "prima pietra" del nuovo istituto.
Dicono le cronache di allora: "Reguzzoni, orgoglioso, ha dichiarato che la nuova costruzione sarà «la più bella scuola della provincia» (provocando qualche boato di bonario scetticismo fra gli studenti)". Che dire: avevano ragione loro, gli studenti.
Poi il tempo è passato e qualcuno ha cominciato ad accorgersi che in quel luogo dove era stata posta la prima pietra, si aveva qualche difficoltà a trovarne una seconda. Così, quasi nascostamente, si è arrivati a dichiarare che l'azienda a cui era stato affidato il lavoro era fallita. Furono costruiti, un anno dopo il primo annuncio, dei prefabbricati che sostituivano una parte della "villa" fatiscente e poi abbattuta: dovevano durare un paio d'anni, dureranno molto di più.
Gianfranco Bottini, diventato vicepresidente della Provincia, si premurò allora di dare le più ampie rassicurazioni in merito al fatto che entro poco tempo si sarebbe provveduto ad assegnare i lavori ad una nuova impresa, e arrivò a sbilanciarsi: "abbiamo proceduto ad unificare i due lotti dei lavori in un progetto unico, che la Provincia ora riassegnerà entro l'estate (del 2008, ndr)". Poco tempo dopo, nel giugno del 2008, ecco il nuovo annuncio: entro due anni aprirà i battenti il nuovo liceo artistico di Busto Arsizio.
A dare la notizia in conferenza stampa erano, a questo punto, il presidente della provincia Galli, (Lega Nord) il vice Bottini (PdL), il sindaco Farioli (PdL) ed il povero Preside Montenduro, che in mezzo a tanti vasi di ferro faceva proprio la figura del vaso di ciccio destinato ad essere frantumato dall'efficienza lombarda.
Ed ecco i tempi: 20 mesi dalla data della conferenza stampa (17.6.2008) per la consegna dello stabile. Di mesi ne sono già passati 13, senza che si sia mossa foglia.
Evito di riportare l'interezza della dichiarazione, semplicemente vi rimando ai link di questa pietosa storia per verificarne la cronologia. E la verità delle affermazioni.
Ed ora però mi chiedo: quanti cittadini si sentono scandalizzati per questa miserrima storia? Chi pensa che Busto possa ambire ad un ruolo di leadership, per dirla in dialetto, se si ritrova in mezzo a queste secche senza sapere neanche come uscirne, se non inventarsi domani l'ennesima storia che potrebbe solo fare arrossire i concittadini per la vergogna?
Ne ho sentite di tutti i colori in questo periodo: dalla proprietà dell'area non regolata adeguatamente prima dell'inizio dei lavori, a problemi di rischio ambientale. Adesso diranno che gli indiani Sioux la reclamano come parte della loro riserva o qualcosa di simile.
Qui non si tratta di fare marketing, di blaterare che "C'è più Busto", perchè ce n'è meno, molto meno di qualche decennio fa.
Parliamo di un'area a duecento metri da piazza Garibaldi, nella quale corrono i topi e chi si affaccia al balcone delle case prospicenti gode di uno spettacolo ora anche peggiore di quando il fabbricato della Pensotti era ancora edificato. Di fronte si trova la lussuosa struttura di Villa Manara, costata alle casse cittadine come uno jacht di lusso, e di fianco alla splendida e costosissima piscina omonima.
Non c'è due senza tre, ma se possibile questa volta non spendiamo parole prive di senso e vediamo di dare una sede degna ad un istituto fra i migliori della provincia di Varese e di tutta la Lombardia.

Rassegna stampa da VareseNews:

Un'estate di cantieri nelle scuole della Provincia (30.9.2008)
Il nuovo liceo artistico pronto entro due anni (17.6.2008)
Liceo Artistico, lavori a singhiozzo (25.2.2008)
Nuovo Liceo Artistico: "a che punto siamo"? (18.2.2008)
Ampliamento del Liceo Artistico, partono i lavori (28.2.2007)

mercoledì 1 luglio 2009

Il declino del Consiglio Comunale

Domani sera, ovvero tra poche ore, ci sarà consiglio comunale. A Busto Arsizio ormai esso è cosa rara, quasi un evento. In media, poco più di uno al mese.
Vi sono città vicine, anche più piccole della nostra, che come ho già detto in passato effettuano almeno un consiglio la settimana, segno di una vivacità e di una attenzione ai problemi dei cittadini che fa esprimere le parti politiche di rappresentanza nella loro sede istituzionale.
Cosa che non succede a Busto, ed il perchè lo avvertiamo anche da alcuni segnali che si ripetono con incredibile precisione ogni volta che c'è da prendere una decisione importante.
Il primo segnale lo possiamo identificare nelle urgenze: vi sono provvedimenti (classicamente il Bilancio) che arrivano in aula in modo completo solo nell'immediata vigilia del dibattito; e questo vale per tutti i provvedimenti che in qualche modo vedano qualche possibilità da parte della maggioranza di dare evidenza di un contrasto o di una diversità di vedute.
Cosa di cui non ci si dovrebbe spaventare più di tanto in una città che vede assegnare al centrodestra una maggioranza che definire "Bulgara" è quasi eufemistico.
Il secondo segnale è che tutti i punti che non sono urgenti, per decenza diciamo quasi tutti, vengono spesso discussi in commissione, sulla stampa, e poi vengono ritirati in aula o addirittura poco prima del loro dibattito consiliare.
Oggi è il caso della delibera sul revamping di ACCAM , cui si oppone la soluzione Vedelago, il caso per cammuffare da palmizio le antenne per telefonia dell'architetto Riva e, se vogliamo, perfino la questione amletica fra lo stadio e la sistemazione delle vie cittadine.
La presidenza Speroni ha sempre lasciato qualche dubbio sia sulla volontà di affrontare tutti i punti all'ordine del giorno, sia sulla disponibilità del Presidente stesso a convocare il Consiglio: infatti, vi sono punti vecchi di oltre un anno ancora presenti in ordine del giorno.
Cosa fare? Una cosa è certa: la minoranza ha la possibilità di richiedere la convocazione fino a 4 consigli comunali l'anno e credo sia ora di applicare questa norma. Poi sarà necessario rivedere ancora qualche sbavatura nel regolamento, ponendo ad esempio un limite di tempo ai Question Time, onde permettere di avventurarsi anche in qualche mozione, istituto di sindacato che pare essere quasi dimenticato, da quanto tempo non se ne discute.
Allora vedremo domani sera cosa succederà, sperando che ancora vi sia una possibilità di parlare di argomenti che possano davvero interessare alla città e non solo i proponenti.

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