Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

lunedì 21 novembre 2011

L'Ambrosia tradita

Egregio Signor Sindaco,
in data 28 luglio 2011 le scrivevo per segnalarle il mancato sfalcio di un terreno in via Guido d'Arezzo, dove l'ambrosia cresceva incolta.
In data precedente, il 25 luglio 2011, la sua ordinanza n.48405 imponeva ai proprietari di terreni incolti o coltivati e di tutte le aree verdi, oltre ad altre casistiche, di vigilare e di eseguire "interventi di manutenzione e pulizia ... per evitare la fioritura dell'Ambrosia" e che ai trasgressori sarebbe stata comminata una ammenda da 25a 500 euro, se non avessero provveduto al taglio entro 10 giorni dal verbale di notifica di violazione dell'ordinanza.
In data 19 ottobre 2011 (!)  ricevo lettera a firma di Maria Paola Reguzzoni, Presidente di AGESP Servizi, con numero di protocollo quasi illeggibile (parrebbe 8156), che Lei facilmente potrà reperire, nella quale si afferma che"il terreno di cui all'oggetto non risulta di proprietà comunale".
Ora le chiedo come sia possibile una risposta di questo tipo.
Sembrerebbe che il braccio e la mente siano svincolati l'uno dall'altra, e forse non è solo una sensazione.
Pur essendo AGESP titolare del Verde, la mia segnalazione era in sintonia con la sua ordinanza, e poco importa se il terreno fosse di proprietà comunale oppure no.
Come altre persone hanno potuto notare passando presso quel terreno, esso fu sfalciato la settimana successiva alla segnalazione, ed io intesi che questo atto fu il frutto della segnalazione eseguita.
Scopro ora che non fu così.
Per altri versi, il bordo strada rimase incolto e fiorente di ambrosia per tutto il restante periodo estivo e mai fu sfalciato da alcuno, anche se lo sfalcio bordo strada sarebbe dovuto essere competenza proprio di AGESP, visto che si richiede la medesima azione al Responsabile di ANAS per le strade di competenza.
Il Responsabile di AGESP Servizi era in copia nella trasmissione dell'ordinanza, come Lei ben conosce.
La ringrazio per i chiarimenti che mi vorrà dare a margine di questa vicenda.

Con i migiliori ossequi

Alessandro Berteotti

mercoledì 16 novembre 2011

La crisi infinita

Questa mattina alcuni amici sul treno mi hanno chiesto perchè non scrivo qualcosa sulla situazione attuale del Governo sul blog. In particolare, perchè non mi sono dilettato, come hanno fatto in tanti, a parlare male del vecchio Premier e non abbia espresso pubblicamente la mia soddisfazione sulla sua caduta e quella del suo Governo.
Semplice: perchè sarebbe stupido festeggiare il giorno prima di salire sul patibolo. Berlusconi era finito da tempo, ma quest'ultima fase della sua agonia politica ha portato conseguenze gravi che si sommano alle precedenti che già avevano devastato il Paese in questi ultimi anni.
Lui ha governato per nove anni sugli ultimi undici ed ha di fatto impedito che il governo Prodi potesse fare quelle riforme che lui, in tutto questo tempo, non è riuscito a fare. Alla fine perfino Visco è stato rivalutato, e le motivazioni che il centrodestra aveva addotto nel 2008 per farlo cadere sono state fatte proprie da Tremonti.
L'unica vera macchia che aveva contraddistinto il Governo Prodi erano stati i ministri di Rifondazione che erano andati in piazza a contestare se stessi. Per il resto, dobbiamo solo compiangere noi stessi.
Anche il Governo Monti che oggi si presenterà, non sarà la cura di tutti i nostri mali: attenti a non addossare poi a lui soltanto la colpa di ciò che non riuscirà a fare, perchè tutto sarà conseguenza di quanto non fatto o fatto male in questi anni dal precedente governo Berlusconi. Monti eredita una situazione drammatica e compromessa, solo un uomo della sua levatura può tentare di garantire all'Europa una maggiore consistenza della nostra economia, ma senza la certezza di questo fatto.
Bisognava continuare a far lavorare Prodi sul risanamento del debito pubblico e Visco sulla persecuzione degli evasori fiscali. Quando Prodi cadde, nel 2008, il famigerato spread con i bond tedeschi era a 38 (sì, andate a controllare, era a trentotto centesimi di punto sopra i bond tedeschi!). Visco aveva recuperato in 8 mesi 36 miliardi di euro di imponibili sottratti al fisco. Se avessero potuto continuare a lavorare, oggi il nostro debito sarebbe stato sotto i 1.700 miliardi, invece dei 1.887 di ieri, ci sarebbero state più risorse per lo sviluppo economico e lo spread forse sarebbe stato meno di quello francese, non ci sarebbe stata la iniqua e maldestra manovra di luglio, ma solo una finanziaria più aggressiva verso le spese dello Stato e la ripartizione delle risorse fra gli enti.
Forse avremmo avuto già anche la legge che diminuiva o aboliva le province ed i trasferimenti relativi. Forse avremmo avuto anche qualche riforma in più, magari quelle del lavoro e per una nuova fiscalità.
Ma è inutile pensare a ciò che avremmo potuto avere e non abbiamo. Guardiamo alla Spagna: il governo socialista ha fallito, domenica vincerà il centrodestra e si prenderà tre quinti del parlamento. Lo sanno tutti, nessuno contesta, nessuno osa dire nulla, nè da una parte nè dall'altra. Si lavora per salvare la nazione e chi ha sbagliato se ne va.
E' quindi giusto il silenzio che è caduto su Berlusconi ed il mio solo augurio è che se ne esca una volta per tutte dalla politica e non si faccia vedere mai più, anche se temo che siano ancora in molti a credere che l'Italia sia la nazione dei furbi che ce la fanno. Peccato che oramai lo sappiano anche all'estero e ci aspettino al varco.

giovedì 3 novembre 2011

Qualsiasi alternativa è meglio di questo Governo

Sarò banale nel dire che il momento è drammatico, sia economicamente che politicamente. Forse non lo è mai stato in modo così chiaro, limpido e derterminato nelle cause e negli effetti in tutta la storia della nostra Repubblica. Ed anche sapere di chi sia la responsabilità diretta di tutto questo, parrebbe non aiutare a risolvere il problema.
Invece il punto è proprio questo. La debolezza del nostro sistema economico è determinata in campo internazionale dalla fragilità del nostro sistema politico, in particolare dalla fragilità della maggioranza che sta governando il Paese.
Quando il Governo pone la fiducia per assicurarsi una sopravvivenza temporanea fino alla prossima fiducia, compie un'operazione di facciata perchè di fatto esistono due fatti inconfutabili: l'oggetto (qualsiasi esso sia) in approvazione non è condiviso dalle parti che poi lo voteranno e comunque lo faranno solo perchè l'accordo politico fra le parti è sempre frutto di una mediazione al livello più basso possibile.
Di conseguenza le decisioni assunte sono sempre frutto di un'azione di mediazione che lascia sempre più scontente le basi elettorali di PdL e Lega, ormai fra loro distanti anni luce.
Un inciso: non mi sono mai spiegato come mai un partito politico diverso da quelli storici di rappresentanza costituzionale delle minoranze come l'Unione Valdotaine o la SudTirol Volk Partei, privo di una rappresentanza nazionale, possa governare il Paese in nome di una porzione dello stesso (la presunta Padania).
Detto questo, da questo conflitto permanente o pace armata, se preferite, non può venire niente di buono. Questo stato può soddisfare una parte dell'elettorato italiano, ma non inganna l'Europa. la quale però, a sua volta, si trova prigioniera di una situazione di garanzie incrociate che permette all'Italia di andare a vendere fumo e di ottenere riconscimenti alla propria non-azione (si legga in proposito il testo della famosa lettera d'intenti presentata da Berlusconi al Consiglio d'Europa).
Ma i mercati finanziari se ne possono fregare di tutto ciò e mettono l'Italia in castigo con lo spread dei bond, che detto così sembra un film d'azione.
No, da questa situazione si esce solo con un grosso messaggio di discontinuità, di volontà di uscire da questa viscida palude politica. L'attuale governo ha conquistato e mantiene un livello di potere non riconosciuto a livello internazionale e si mantiene solo "comperando" il consenso di ignobili transfughi di partiti di minoranza, assetati di denaro e di una effimera notorietà. Essendo venuto meno quello "spirito di servizio" di De Gasperiana memoria, essendo ormai dimenticata ogni forma di umiltà, vissuta e letta come una debolezza e non come un valore, mai questo governo rassegnerà volontariamente le proprie dimissioni.
In un momento in cui tutti i sondaggi indicano l'inesistenza della maggiornanza attuale nel corpo elettorale, il Presidente del Consiglio non trova altro da dire che "non esiste alternativa a questo Governo".
Il mondo intero invece gli sta dicendo che QUALSIASI ALTERNATIVA E' MEGLIO DI QUESTO GOVERNO, solo lui pare non se ne sia accorto: perfino i suoi stanno ormai suonando la ritirata.

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