Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

venerdì 18 luglio 2008

Si chiude per ferie

Questo è l'ultimo blog prima delle ferie estive. Fino al giorno 9 agosto non vi saranno nuovi post.
Ma non preoccupatevi: vi lascio un patrimonio di riflessioni che potrete continuare a consultare e commentare, se vorrete.
A presto.

giovedì 17 luglio 2008

"C'è + Busto" o ce n'è meno?

Ho sollevato il problema di "C'è + Busto" per le magliette che alcuni ragazzi avevano preparato lo scorso anno per una vacanza a Maiorca, che assomiglia moltissimo al "C'è più gusto ad essere di Busto". Gianluigi Marcora invece ritiene un plagio questo titolo, ricordando una propria rivista col nome pressocchè identico.
Questo però mi ha fatto riflettere: questo è il massimo che la Giunta di Busto Arsizio riesce ad esprimere quanto ad attenzione alla città?
Fino a qualche lustro fa, chi faceva politica ben conosceva la città. Le assemble di sezione di partiti come la DC o il PCI erano partecipate da centinaia di persone, migliaia a livello cittadino. Oggi ci si stupisce (in positivo) quando ad una assemblea di partito partecipano 50 persone.
E' evidente che la conoscenza degli umori della città è andata scemando al punto che ormai non vi è più un serio contatto tra il cittadino e l'istituzione, da cui l'attuale iniziativa.
Che però temo sarà una semplice operazione di marketing politico, di quelle che va molto di moda oggi. Come ad esempio fu lo scorso anno la questione dell'area vasta.
Credo che questa amministrazione non abbia ancora compreso due cose: la prima, che la città ha bisogno di iniziative di breve periodo e di grande impatto per cambiare il volto alla città; la seconda, che uscire ogni tanto con progetti sbocciati dal nulla, senza avere una chiara idea dell'obiettivo, della durata e dei risultati che ci si pone rischia solo di disorientare ulteriormente i cittadini.
Fino ad ora chi ha ascoltato i cittadini? Non certo l'amministrazione, se adesso deve giungere a questo passo.
Busto Arsizio non ha bisogno di colpi di teatro, ma di un teatro; non ha bisogno di un direttore d'orchestra, ma di un vero Sindaco che parli meno e produca di più. Da questo punto di vista ha ragione da vendere Giampiero Reguzzoni.
Costi? Lasciamo perdere... per queste cose i soldi si trovano sempre!
Un'ultima considerazione: ma qual era il programma di questa amministrazione, qual era il programma elettorale del Sindaco? Perchè qualche cosa doveva pur contenere su questo versante. La città non è una soap opera, una telenovela, che si costruisce puntata dopo puntata senza avere un'idea precisa di dove andare a parare. Forse a Farioli questo non l'hanno spiegato.

mercoledì 16 luglio 2008

Gli anziani patrimonio dell'umanità

C'è una canzone di Baglioni che si intitola "I vecchi", una tra le più emozionanti del cantautore. Noi che non lo siamo ancora, facciamo fatica ad immaginare una vita da anziani, ed allora vorrei provare a mettermi nei loro panni.
Quante cose avrà insegnato loro la vita, quante gioie e quante tristezze avranno dovuto affrontare. Ma quando una persona può essere considerata anziana (preferisco questo termine a "vecchio", che sa di dispregiativo)? Dopo la pensione? Non credo, anche perchè la recente esperienza, ad esempio dell'AUSER, ci insegna che ci possono essere pensionati giovani che possono essere d'aiuto e di supporto a persone più in là negli anni.
Credo che molto sia determinato dalla stato fisico e psichico nel quale ci si trova quando si supera un certo limite di età. Ci sono persone di 80 anni ancora incredibilmente attive, mentre altre di 70 sono già avviate ad un declino inarrestabile.
Chi assiste, chi sta vicino a queste persone? I figli, con l'aumentare dell'età pensionabile, hanno sempre più problemi a stare loro vicini e quando le condizioni finanziarie lo permettono e le condizioni di salute lo richiedono, si fa ricorso alla "badante" per assistere i parenti stretti in supplenza degli affetti più cari. Triste.
Nipoti che si prendano cura, almeno parziale, dei nonni, ce ne sono pochi; eppure quante pubblicità progresso ci hanno parlato proprio di questo, dell'avvicinamento generazionale e delle immense possibilità di scambio che possono nascere in questi frangenti? E' difficile resistere al richiamo della playstation...
Le persone anziane sono anche quelle che hanno i maggiori timori per l'immediato futuro, non solo per se, ma molte volte proprio per i loro cari. Il futuro incerto di questi tempi mette loro nelle condizioni di essere i più esposti al peggiorare delle condizioni economiche, anche in funzione della svalutazione delle pensioni più vecchie, maggiormente esposte all'erosione dell'inflazione.
Sono le persone anziane che, poco alla volta, si ritirano nella propria abitazione perchè hanno paura della strada, dei bulli che non hanno più rispetto... fino alle truffe domestiche, con squallidi personaggi che si accaniscono come avvoltoi con furbizia criminale contro poveri anziani che, una volta truffati, non trovano nemmeno il coraggio di denunciare il fatto ed addirittura arrivano ad atti estremi per la vergogna.
Qualcosa si può, si deve fare. Prendendo spunto da una analoga iniziativa del Comune di Milano ho proposto alla nostra amministrazione che si trovi la formula affinchè alle persone anziane che cadessero vittime di questi criminali, venga accordato un contributo ed una indennità per il sostentamento immediato nei casi più bisognosi, purchè la denuncia del reato avvenga entro le 24 ore dal fatto. Da noi si dice che piuttosto di niente è meglio piuttosto...

martedì 15 luglio 2008

La schizofrenia del trasporto pubblico regionale

La schizofrenia è una malattia psichiatrica che si evidenzia per la persistenza dell'alterazione del pensiero, del comportamento e dell'emozione; il termine, derivante dal greco, significa "scissione del cervello". Possiamo quindi adottare questo termine per definire la situazione che si sta creando nel trasporto pubblico, mettendo a confronto il piano locale e regionale con le azioni del governo centrale.
Ieri, inaugurando un tratto del Passante ferroviario tra Porta Vittoria e Rogoredo, il Governatore della Regione Formigoni ha affermato che per quanto riguarda la rete ferroviaria milanese "la sufficienza è ben lontana dall'essere raggiunta". Io sono perfettamente d'accordo con lui, e credo lo siano anche i pendolari che ogni giorno partono da Busto Arsizio, come da tutte le città della cintura milanese, per raggiungere il centro della metropoli.
Ma Formigoni è anche uomo di potere centrale, è stato eletto senatore per due volte negli ultimi due anni nelle file del PdL- Forza Italia, rinunciando alla carica per restare al suo posto in Regione. Dunque Formigoni sa che il Governo ha finanziato l'abolizione dell'ICI con i soldi dedicati all'ammodernamento delle reti pendolari metropolitane (mi scusi chi mi legge regolarmente, ma questa cosa non mi va giù nè come politico nè come pendolare).
Questo braccio di ferro tra potere centrale e locale non fa certo bene a chi vuole usufruire delle strutture di trasporto pubblico; però Formigoni è persona esperta e forse, prima di altri, ha colto un problema tecnico che la situazione contingente sta portando alla ribalta.
L'aumento del costo dei carburanti, insieme alla crisi economica, sta spingendo sempre più gente ad usare il mezzo pubblico invece di quello privato. I dati sono precisi: L'osservatorio Audimob ha certificato un aumento del 7,8% del trasporto pubblico, a fronte di una riduzione del 2,1% di quello privato nel primo trimestre 2008. Questo significa che, vista la contrazione continua e forte del mercato dell'auto e, più in generale, dei consumi, questa forbice è destinata ad allargarsi nel corso dell'anno, a favore del trasporto pubblico. Che però versa in gravi condizioni, e non da oggi.
I pendolari ferroviari lo sanno bene: sui treni, negli orari di punta, circa la metà delle persone viaggia in piedi ed in condizioni di viaggio tali per cui i controllori ben si guardano dal chiedere la verifica dei biglietti. E' stato dimostrato che anche i ritardi sono dovuti, in molti casi, alla maggiore affluenza di utenti, che rallentano le operazioni di arrivo e partenza dei treni, i quali, cumulando tanti microritardi quante sono le fermate, arrivano ai nodi ferroviari perdendo le priorità e quindi accumulando ulteriore ritardo. Anche per questo motivo avevamo chiesto di poter accedere come pendolari al Malpensa Express, il treno più inutile e contestato della storia ferroviaria regionale.
Una situazione complessa e paradossale, schizofrenica appunto, considerando ad esempio che la Regione Lombardia è la maggiore azionista di Ferrovie Nord, uno dei maggiori vettori di trasporto pubblico della Regione.
Comprendo la preoccupazione di Formigoni, ma gli chiedo: chi ha amministrato la Regione Lombardia negli ultimi 13 anni? Lui dovrebbe saperne qualcosa e credo che, politicamente, il suo dovrebbe essere un "mea culpa" prima che un "j'accuse"...

lunedì 14 luglio 2008

Un tema per "Chi l'ha visto": la nuova Caserma dei Carabinieri

Busto Arsizio ha due caserme dei Carabinieri ma non lo sa, o per lo meno non si accorge. Da una breve indagine che ho fatto tra amici e conoscenti, pare che quasi nessuno conosca la vera natura della costruzione eretta qualche tempo fa in via Bellini. Alcuni mi dicono che sia un edificio pubblico o un condominio dalla forma particolare.
In realtà è la nuova caserma dei Carabinieri, voluta per dare maggiore spazio e agibilità all'Arma, che oggi soffre per gli angusti spazi nel vecchio stabile di piazza XXIV Maggio.
Problemi tecnici, approvazioni non pervenute, diatribe e contrasti: se ne sono sentite di tutti i colori sui tanti "perché" non si apre la Caserma. Ma se la gente non sa nemmeno che c'è, viene da chiedersi: a Busto chi ci vive?
L'amico Cislaghi mi stupisce sempre per come riesca tempestivamente a fare note ed interrogazioni su temi che vado a proporre o da questo blog (vedi la questione di via Vespri Siciliani), o per le informazioni che vado raccogliendo; però è chiaro che si possa arrive a parlare con persone di comune conoscenza che poi rilancino ad altri le riflessioni che uno fa.
Non sono per nulla scandalizzato di questo, anzi: mi auguro che insieme a Cislaghi si possano unire le forze per ottenere qualcosa. A cominciare dalla Caserma, per proseguire con le vie da sistemare, fino ad arrivare a convincere i nostri concittadini che le promesse vanno mantenute, soprattutto quelle elettorali, e che loro se ne dovrebbero ricordare quando pongono il loro voto sulla scheda elettorale.
Fuori sacco, una nota per Omar: caro Omar, io sono una persona libera che attraverso questo blog manifesta liberamente i propri personali pensieri. Non mi trovo molto bene dentro strutture dove è necessario pensarla tutti alla stessa maniera, ma altrettanto, non aderisco ad idee preconfezionate. Penso sia per una questione di coerenza. Se vuoi possiamo anche confrontarci di persona su questi temi. Come contattarmi lo sai.

domenica 13 luglio 2008

Quarto potere, dove sei?

Provate a rivedere i titoli dei giornali di qualche settimana prima delle elezioni politiche.
Essi erano tutti per i rifiuti di Napoli, per la crisi economica latente e per la sicurezza pubblica; inoltre le critiche erano sull'aumento della pressione fiscale.
Oggi i rifiuti di Napoli sono magicamente scomparsi, il petrolio naviga verso i 150 dollari al barile (circa 30 dollari più di allora), il gasolio costa come la benzina ed entrambi sfiorano i,60 euro al litro, prendiamo le impronte ai rom contro il parere della comunità europea, abbiamo una pressione fiscale pressocchè immutata malgrado l'eliminazione dell'ICI dalle prime case, in quanto i soldi ai comuni per quest'anno li ridirà lo Stato, mentre il prossimo anno ci dovranno pensare autonomamente le amministrazioni locali.
L'aumento dei tassi d'interesse ha fatto emergere in Italia una situazione di rischio per le famiglie che negli anni passati hanno fatto investimenti per l'acquisto della casa. L'ICI eliminata a questo punto appare come uno zuccherino; inoltre il potere di acquisto reale si è ridotto, anche perchè l'aumento medio degli stipendi in Italia è stata minima: negli ultimi 10 anni intorno al 1% l'anno.
Le famiglie non solo percepiscono queste difficoltà, le vivono in modo diretto e l'inflazione ufficiale al 3,8% la dice lunga. Confindustria mette le mani avanti, dicendo di non chiedere aumenti salariali, ma di fatto in questo momento abbiamo uno dei costi di produzione tra i più bassi dei paesi occidentali.
Di fronte a tutti questi dati oggettivi, abbiamo una stampa non affonda il colpo come faceva con il precedente Governo Prodi. Anzi, adesso il nome di Prodi non viene più pronunciato nemmeno da chi era dalla sua parte politica: questo lo trovo ingiusto.
Quello che manca all'Italia è una stampa libera; una stampa in grado di effettuare indagini ed inchieste autonome e di denuncia, come per il caso Watergate in America.
Purtroppo non abbiamo editori in grado di lasciare liberi i propri giornalisti di fare bene il loro lavoro, ma si sentono troppo legati alla politica, e questo è giustificato ampiamente dal fatto che la stampa riceve dallo Stato quasi un miliardo di euro l'anno.
Ecco perchè il Governo attuale può permettersi di fare ciò che vuole, ad esempio di approvare l'ennesima legge ad personam che permette a Berlusconi di mettersi al riparo da ogni imboscata giudiziaria, mentre il Paese ha un bisogno assoluto di misure economiche eccezionali ed interventi strutturali importantissimi.
Per concludere: che fine hanno fatto tutte le richieste di una nuova legge elettorale, che sembrava essere la massima urgenza per il nuovo Governo?

sabato 12 luglio 2008

Amicizia e politica

Nel consiglio comunale vi sono molte persone che, pur non essendo della mia stessa idea politica, considero amici o quanto meno persone perbene. Le rispetto e le apprezzo anche fuori dal palazzo comunale, senza alcun bisogno di mascherare questa mia amicizia.
Nle passato vi sono stati altri consiglieri che hanno goduto e continuano a godere della mia stima. Oggi vorrei ricordarne due, che hanno storie diverse.
Il primo è Ernesto Allodi, entrato con me in consiglio comunale nel 1997 tra le file della Lega. Con Ernesto ho condiviso anni di adolescenza e la prima giovinezza, giocondo con lui a calcio nella squadra del quartiere, la mitica "Folgore", che però nulla aveva di politico.
Il secondo è il dottor Anzini, già capogruppo della Lega nell'ultima legislatura. Con lui condivido il quartire, la messa domenicale, ma soprattutto condividiamo l'amicizia vera e profonda della nostre figlie, Milena e Debora. Sono particolarmente lieto di questo fatto e spero che esse possano restare amiche per sempre.
Con questo voglio solo dire che se la passione politica divide, l'intelligenza e la razionalità non possono mettere delle barriere che vadano a ledere il rapporto personale ed umano. Ci sono ancora valori che possono aiutare a capire che non è inasprendo i toni di una battaglia politica che si avrà più o meno ragione.
Spero questo lo possano capire anche a Roma.

venerdì 11 luglio 2008

Presentate le prime analisi del Piano Urbano del Traffico

E' stato presentato ieri sera il primo passo del Piano Urbano del Traffico (PUT). Si tratta solo dei primi risultati delle analisi che la società TAU, incaricata dal Comune, ha voluto ieri sera condividere con i membri consiliari.
Il PUT è uno dei documenti per i quali mi batto con più convinzione. La legge prevede che questo piano venga rivisto ogni due anni per adattarsi alle necessità di mobilità che la città presenta. Dal 1996 siamo in attesa di avere la nuova stesura e, di ritardo in ritardo, siamo arrivati all'evento di ieri. Ma non facciamoci illusioni: ci vorranno ancora mesi per vederne i risultati e forse anni per completare gli interventi.
Limitandoci quindi a quanto presentato, i rilievi dimostrano che in città entrano oltre 13.000 auto al giorno (il 15% in più rispetto a 4 anni fa), che i parcheggi sono aumentati (soprattutto quelli a pagamento), ma che non bastano per le necessità, in particolare al mattino (scuole e pendolarismo pesano notevolmente).
Gi incidenti sono apparentemente stabili come numero, ma la sensazione è che questa rilevazione sia parziale e priva di molti riferimenti (rilievi della sola polizia urbana, mancano Polizia e Carabinieri e non ci sono i tanti piccoli incidenti che non vengono rilevati). Caso emblematico il Sempione, passato da 4 a 18 incidenti nel giro di 4 anni; inoltre manca un'analisi della gravità degli incidenti.
Un aspetto di critica da parte dei consiglieri presenti è stata la viabilità intorno all'Ospedale, piazza Solaro e Via Formazza in testa, sia per la pericolosità degli attraversamenti pedonali, che per la sosta dei bus di città. Legato a questo aspetto, è mancato un riferimento al peso e alla dimensione della circolazione dei mezzi pubblici in città, visto anche la necessità di coordinare l'attività del PUT a quello del piano della mobilità dei mezzi pubblici predisposto dalla provincia di Varese.
Sempre su questo tema, è stato sollevato il problema della viabilità in relazione alle città nostre vicine, tema da me ampiamente toccato nei post dei giorni precedenti, e che le rilevazioni presentate in linea di massima confermano e, in qualche modo, amplificano.
Ora partiranno le osservazioni: singoli cittadini, associazioni, sindacati, enti, privati e politici potranno dire la loro per contribuire a rendere migliore la viabilità e la sicurezza delle nostre strade.
Ma di certo sarà un percorso lungo e difficile, visto come la cosa è stata gestita fino ad oggi.

giovedì 10 luglio 2008

Tra Busto e Milano il futuro della Giunta

Ricomincia il teatrino estivo del sindaco che va in Regione o resta al suo posto. Come lo scorso anno, i mesi estivi costituiscono una sorta di banco di prova delle capacità di sopportazione allo stress da parte di chi teme per il proprio posto al sole, o in Giunta, a causa dei tentennamenti di Gianluigi Farioli, in arte Sindaco di Busto Arsizio.
Ora, se fossimo in un paese normale, i cittadini per primi si sarebbero già seccati di avere così tanta leggerezza nella gestione della cosa pubblica, che in realtà vuol dire impegnarsi per il bene della propria città.
Ma qui sono in gioco interessi prima di tutto personali (la Regione paga tre volte di più che restare Sindaco), poi politici per chi teme di dover rimettere in gioco un peso politico maturato in condizioni sostanzialmente differenti.
Verrebbe da pensare, in termini puramente istituzionali, che anche per la Regione si dovrebbe tornare ad un discorso maggioritario: se qualcuno perde il seggio, si rivota per quel seggio. Diversamente il gioco delle liste di attesa diventa estenuante.
Ora la Regione ha messo in mora il nostro Gigi: niente di che, anzi, sapevamo che lo avrebbe fatto. Anche il nostro consiglio è in attesa di mostrare il cartellino giallo al sindaco.
Seppure, dopo due anni di assoluta immbilità, sarebbe ora che tutta la Giunta dimostrasse maggiore vitalità ed il tutto non si riducesse al solo movimento tra Busto e Milano della massa, seppur notevole, del nostro Sindaco.

mercoledì 9 luglio 2008

Una nuova politica della casa per la famiglia

In questi ultimi tempi sta tornando in auge il problema della casa. Non solo perchè chi cerca una sistemazione ha difficoltà a trovare un alloggio in affitto, anzi. Il problema della casa si coniuga in modo speculare con la crisi economica internazionale ed in particolare col potere di acquisto reale del denaro.
Lo scorso anno la Regione Lombardia ha rivisto i parametri per la determinazione dei canoni di affitto delle case ALER, e molti inquilini si sono trovati con un aumento che per tutti possiamo classificare come "significativo", per alcuni addirittura devastante. Dico anche che una classificazione generalizzata è impossibile: bisogna analizzare caso per caso, e talvolta l'aumento è sacrosanto.
In molti altri non si giustifica affatto. Se osserviamo le fasce di reddito per accedere ad un alloggio popolare, vediamo che si dovrebbe essere quasi indigenti per poter accedere, mentre poi il canone richiesto è percentualmente assai rilevante rispetto alle entrate familiari.
Se si prova ad accedere ad una casa in acquisto, se non si ha a disposizione un gruzzolo sostanzioso, accendere un mutuo potrebbe voler dire dover pagare centinaia o anche più di un migliaio di euro al mese per l'acquisto di un appartamento.
Questo è possibile se si ha un posto fisso o comunque la possibilità di un lavoro remunerativo: se si hanno invece difficoltà lavorative o un reddito precario (come il posto di lavoro), si rischia di non vedersi nemmeno accordare il mutuo.
Per i giovani che vorrebbero formarsi una famiglia, questo diventa un esercizio difficile. Trovare le risorse per "mettere su casa" è oggi molto oneroso e le prospettive non sono incoraggianti, visto che tutti gli indicatori economici forniscono un quadro sempre più evidente di crisi economica. La parola recessione non la vuole pronunciare nessuno, ma vista la prossimità alla crescita zero, prima o poi anche il nostro Paese dovrà rassegnarsi a nominarla.
Tutto negativo, allora? Spero di no. Occorre però una concezione diversa di solidarietà e di vicinanza alle persone.
L'Amministrazione comunale deve prendere atto di questa situazione e partire con una diversa politica della famiglia e della casa, anzi, potremmo dire: di una nuova politica della casa per la famiglia.
Garantire un alloggio a chi vuole formare una famiglia o, come famiglia già formata, si trovi in una difficoltà temporanea e non riesce più a sostenere il peso di un affitto. Su questo dovremo lavorare seriamente nei prossimi mesi.

martedì 8 luglio 2008

Cosa possiamo pensare?

Qui a lato trovate i dati del sondaggio sulle attività dell'Amministrazione Comunale di Busto Arsizio. Come mi è stato suggerito anche da alcuni lettori, vi sono almeno tre chiavi di lettura di questo risultato:
PRIMO: il 75% di chi si è espresso critica pesantemente la Giunta. Credo che leggendo la cronaca locale di ieri, in riferimento al gazebo del PdL in città, vi sia la esplicita conferma della disaffezione dei cittadini nei confronti dell'Amministrazione attuale;
SECONDO: hanno votato solo in 8. Il minimo storico (per il nucleare erano ben 52 i votanti nel periodo di 7 giorni in cui tutti i sondaggi si svolgono), segno che la forte localizzazione non ha fatto votare chi eventualmente, solo in transito da questo sito, non ha trovato interesse in questo sondaggio.
TERZO: hanno votato solo in 8 (è una ripetizione voluta). Cittadini che avrebbero voluto manifestare in modo più morbido il loro dissenso (un paio di persone ce l'hanno scritto), ma non hanno trovato la formula che centrava il loro stato d'animo. Una sorta di bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, sul quale non si riesce a trovare una valutazione certa e forse si vorrebbe rimandarla "a settembre", visto che sono stati anche resuscitati gli esami di riparazione.
Sicuramente vi sono diverse letture a questo sondaggio, ma di certo una sola persona, tra le tante che sono transitate nella settimana (circa 150), ha un'idea nettamente positiva dell'azione della Giunta.

Riscoprire il significato del termine Sacrificio

Estate, tempo di vacanze, di spiagge affollate e di città deserte. Questo luogo comune quest'anno rischia però di non essere rispettato, causa la crisi economica.
Eppure sappiamo che molti non sono disposti a rinunciare a nulla e, pur di andare in vacanza, si fanno finanziare sino al limite estremo di quanto nelle loro possibilità economiche.
Questo ci porta a fare una riflessione che a molti potrebbe risultare antipatica: la nostra società ha dimenticato il senso della parola "sacrificio". Chi mi conosce sa che questo è uno dei miei punti fissi, ma credo che, a dispetto dell'apparente pessimismo, questa sia una delle molle che potrà far ripartire davvero la nostra società, riappropriandoci del senso ultimo di questa parola.
Sacrificio ha in se molti valori, non solo il significato di rinuncia. Se ci rifacciamo a quelle radici ebraico-cristiane, spesso sbandierate a sproposito dalla nostra Amministrazione, dovremmo ricordare che l'atto di donare qualcosa a Dio è sacrificio. In una visione più allargata, dunque, è sacrificio togliere qualcosa dal nostro quotidiano per donarlo, fisicamente o idealmente, a beneficio di altri.
Nella gestione della cosa pubblica, potremmo dire che il sacrificio di alcune risorse non vitali può essere utilizzato per il bene comune. Verrebbe facile dire che se qualche assessore dà le dimissioni, potremmo non sostituirlo e quindi, potremmo fare un sacrificio per recuperare risorse economiche da destinare ad altro utilizzo.
Però non voglio focalizzare l'attenzione del ragionamento a facili congetture amministrative, altrimenti dovrei dire che comunque 8 assessori al comune di Busto sono troppi; in realtà, quello che vorrei sostenere è che, se da una parte il Pubblico può essere un tramite, un esempio da seguire, poi deve essere la città nel suo insieme che raccoglie questa sfida e si impegna per rilanciare con convinzione questa provocazione.
La società però è totalmente focalizzata su un altro vocabolo: benessere. Vivere bene è quasi un dovere, e benessere si coniuga facilmente con un altro termine: benestante.
Questa cultura del bello è però anche cultura dell'effimero. La bellezza è per sua natura destinata a durare poco, come un fiore che al mattino sboccia e alla sera sfiorisce.
Allora per dare significato alla nostra vita dobbiamo tornare a credere nei valori essenziali, e riportarli a concetto fondante della nostra società. La nostra Costituzione ne è una testimonianza: la potremmo anche ammodernare per alcune parti, ma l'impianto di base regge al tempo perchè fondato su valori solidi e universali. E questi non sono nè i soldi, nè il successo personale.

lunedì 7 luglio 2008

Il bus dei bambini


Vi sono alcune cose che sono difficili da comprendere. Una di queste è sicuramente il mistero dei bus che girano vuoti per le nostre strade. Tutti si lamentano, ma nessuno si industria per trovare una soluzione.
Credo allora che siano necessarie due considerazioni. La prima, è che tutto questo è diseducativo nei confronti soprattutto dei più piccoli, che si fanno un'idea sbagliata del trasporto pubblico; la seconda invece è economica, e riguarda il futuro del servizio stesso.
Oggi vorrei trattare dell'aspetto educativo e di ciò che queste considerazioni mi hanno suggerito, insieme ai suggerimenti di Marianna, la signora di cui ho già parlato nei giorni scorsi.
E' importante che i ragazzi capiscano da subito l'importanza del trasporto pubblico, e di come questo lo sarà sempre nel futuro. Altrettanto importante è che i genitori di questi ragazzi possano tornare ad apprezzare il servizio pubblico, se non altro per il fatto che (lo dico alla bustocca) quando una cosa è gratis bisogna approfittarne.
Allora, ecco la mia proposta, illustrata in una mozione presentata all'ordine del giorno del consiglio comunale: adottare le condizioni che a Milano pratica ATM, per cui potranno essere trasportati gratuitamente bambini fino a 5 anni senza limite di numero, e 2 fino a 10 anni, purché accompagnati da un adulto pagante.
Potranno allora andare sul bus i nonni con i nipotini, baby sitter con i bambini, genitori con figli, ed insieme riscoprire anche il bus come mezzo per attraversare la città.
Il fatto di avere assunto le condizioni di ATM non è, inoltre, casuale: se Movibus verrà adottata anche dal piano provinciale di Varese, sarà importante avere fissato subito delle condizioni che potranno essere poi replicate in un futuro contratto di servizio.

domenica 6 luglio 2008

Presidente Berlusconi, permetta una parola

Credo che queste si chiamino lettere aperte, anche perchè si parla di una persona come se ci potesse leggere, già sapendo che ciò non potrebbe mai accadere. Per cui mi rivolgerò a Lei come se mi riuscisse davvero a leggere, facendo molto probabilmente, come accade in questi casi, la figura di chi parla a nuora perché suocera intenda.

Dunque, signor Presidente, io non sto dalla sua parte politica, ma spero almeno che chi mi rappresenta, sia nelle sede istituzionali nazionali, quanto in quelle internazionali, possa avere almeno l'attenzione ai problemi reali del paese e mettere da parte alcune soffocanti litigiosità che, purtroppo, hanno in questi anni duramente condizionato la vita politica del nostro Paese.

Non mi nascondo dietro un dito: anche chi l'ha contrastata ha fatto la sua parte in commedia. Però il richiamo alla pacificazione fatto dal Presidente Napolitano credo andasse ascoltato con maggiore attenzione, anche e soprattutto da parte sua, anche e soprattutto dopo la sua vittoria elettorale.

Purtroppo rilevo che le cose non sono cambiate. Se il centrosinistra si è sforzato di usare termini meno violenti e frasi meno dirette alla sua persona, da parte sua rilevo solo una malcelata forma di sufficienza nei confronti degli avversari, che si manifesta anche in questi giorni riacquistando una sorta di forma “virale”.

Forse proprio perché all'interno della sua coalizione sta accadendo qualcosa che le sta creando dei problemi, lei ritorna sui temi di sempre proprio per dichiarare tutto il suo astio nei confronti di chi fa semplicemente il mestiere di giudice.

Se un giudice la accusa ingiustamente, va rimosso dall'incarico, ed esiste un organo di autogoverno che è anche garanzia per tutta la nazione che il potere giudicante sia adempiuto con il massimo rigore e rispetto delle leggi (CSM). D'altra parte, non si può impedire a chicchessia di avere liberamente le proprie idee, e visto che siamo in un paese civile e democratico, anche un giudice può permettersi questo “lusso”, semmai evitando di darne pubblicità.

Ma Politica e Giustizia devono restare divise ed indipendenti, altrimenti salta uno dei principi della democrazia. Il concetto che ha lei, signor Presidente, di giustizia, non è affine a molti italiani, anche tra coloro che la votano.

Ed abbia la compiacenza di notare che, come dicevano i filosofi antichi, non c'è pace senza giustizia.

Credo che se i nostri connazionali non avessero la memoria corta, si potrebbero perfino ricordare che lei fu uno dei personaggi di spicco della cosiddetta P2, uno dei più grandi scandali italiani in tema di poteri occulti, loggia massonica di mai totalmente chiarita ascendenza. Lei ha sempre preferito scorciatoie nelle sue attività politiche e personali, come si legge nei tanti libri (sicuramente tutti comunisti) che parlano di lei e dei suoi variegati interessi.

Nessuno nella storia si è mai permesso di avere una rete televisiva (Rete4) fatta a sua immagine e somiglianza, ed ora sottratta ai doveri di una legge che le impone il trasferimento sul satellite, ma ancora di più, non si capisce come mai lei, che ha un impero nella comunicazione mediatica, possa continuare, in queste condizioni, a fare il Presidente del Consiglio dei Ministri.

Questo è il vero mistero che, come al solito, rischia di restare senza una risposta.

sabato 5 luglio 2008

Busto Arsizio, città senza coraggio e visione del futuro

Ci voleva il costo del petrolio a 150 dollari al barile per far svegliare la comunità internazionale ed anche i cittadini di Busto Arsizio intorno al problema dell'energia, ed in particolare della possibilità di sfruttare le fonti di energia alternativa.

Dei dubbi sul nucleare abbiamo già trattato anche in questo blog, avete avuto modo di esprimervi anche con un sondaggio che ha dimostrato come non esista una idea chiara circa la linea di condotta cui quale fare riferimento.

I pericoli del nucleare sono ancora ben presenti nella mente di coloro che hanno vissuto Chernobil e l'utilizzo dei pannelli solari sia per il riscaldamento domestico ed industriale di acqua, che per la produzione di energia elettrica, non sembrano ancora in grado di assicurare una quantità tale di energia da dire che abbiamo invertito la rotta.

Un po' meglio va con l'eolico, che però ha una dimensione solo industriale, e molti paesi hanno puntato molto su questo (vedi la Danimarca che si è resa indipendente dal combustibile fossile grazie al vento), e ora altri hanno deciso di scegliere questa strada.

In queste ultime settimane si è discusso di questi temi anche nella nostra città, con alcuni qualificati relatori che si sono messi a disposizione per spiegarne segreti e problematiche.

Io avevo da tempo (2006 – http://www.alessandro.berteotti.name ) suggerito che la nostra amministrazione si dovesse porre nella condizione di essere protagonista a livello pubblico della nascita di un polo scientifico per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie atte allo sfruttamento delle energie riciclabili. In realtà esistono molti progetti che sono stati sviluppati in questi anni, ma solo a livello teorico, che potrebbero dare grande impulso ad una nuova industria locale dell'energia ecosostenibile.

In altre parole, la mia idea era di arrivare a chiudere l'anello tra la ricerca universitaria e l'industria pubblica e privata, dove il comune impegno potesse garantire uno sviluppo immediato sia al territorio che alle imprese che si sarebbero appropriate di questo potenziale. Il progetto “Busto città dell'energia”.

Purtroppo non è stato così. E' mancata la forza di prendere in mano e sviluppare un modello che, in linea di principio, era anche condiviso da molti, ma tutti senza la possibilità reale di generare valore. Questo è il primo problema di Busto Arsizio: avere una classe dirigente pubblica e privata senza coraggio e visione del futuro.

venerdì 4 luglio 2008

Vivere a Busto con il ricordo del passato

Ieri per la prima volta da quando ho aperto questo blog non ho potuto pubblicare il mio commento, ma ero via per lavoro. Oggi voglio ricordare la ricorrenza della festa nazionale americana, quel 4 luglio che da sempre infonde un forte senso di libertà e democrazia.

Qualcosa che noi in Italia percepiamo in modo diverso, forse più marcato su avvenimenti come il 25 aprile o il Primo Maggio.

Prendendo lo spunto dalla storia per ricordare come Busto Arsizio si collochi nella operosa Lombardia come una gemma preziosa per la sua intraprendenza e per la ricchezza che di idee e di intelligenza che anima la sua popolazione.

Per decenni, a cavallo tra la prima metà dell’800 e la seconda metà del novecento, la nostra città è stata simbolo e modello dell’imprenditoria italiana; poi dalla fine degli anni ’70 inizia un lento ed inesorabile declino, la perdita delle grandi industrie e la crescente importanza del terziario avanzato, innescano la tendenza al pendolarismo che coinvolge un grande numero di persone, le quali quotidianamente partono da qui dirette a Milano.

Ma fino al nuovo millennio, almeno strade e marciapiedi erano degni del decoro e della fama della città: verde curato, caditoie stradali libere, strade senza grosse buche. Poi un giorno cominciò ad intravedersi la città groviera, ed un assessore solerte inventò i badilanti, persone di AGESP che armate di badile e catrame andavano a chiudere le buche che si aprivano in città. All’epoca il bilancio preventivo metteva un miliardo e mezzo di lire a disposizione per la cura del manto stradale; ma, ahimè, i tempi cambiano e i soldi calano.

Arrivo così a scoprire che dal 2005 ad oggi sono stati spesi per la manutenzione stradale (strade e marciapiedi) la cifra di 847.100 euro, pari a poco più di 210.000 euro l’anno, ovvero meno di 400 milioni di lire. Circa un quarto di quanto veniva messo a bilancio 10 anni fa.

Ed i risultati sono evidenti: le strade ormai sono piene di buche e rattoppi, ma quelle che vengono asfaltate di nuovo sono pochissime, non più di 4/5 chilometri l’anno. Calcolando i circa 300 chilometri di strade comunali asfaltate, ci vorrebbero 60 anni per fare il giro di tutte…

mercoledì 2 luglio 2008

Non di sola AGESP vivrà Busto Arsizio


Ieri è iniziata ufficialmente l’attività di MOVIBUS, di cui pare io sia l’unico a parlare. Eppure esiste anche un sito ( http://www.movibus.it/ ) che ne racconta le gesta, e la realtà ci vede non solo confinanti per bacino di utenza, ma anche per fornitore di servizio in quanto STIE è partner sia di MOVIBUS che di AGESP Trasporti.
A preoccuparmi è, però, l’intera situazione di AGESP, nel senso di ex municipalizzata, patrimonio economico, sociale ed occupazionale della città. Anni di gestione spericolata ne hanno minato molte delle particolarità che caratterizzavano l’azione imprenditoriale di AGESP. Una volta unica società, aveva una missione chiara e ben indirizzata; ma la fantasia creativa di una certa politica ed il liberismo dilagante, hanno creato una situazione paradossale, per cui AGESP è diventata da un lato parafulmine di parte delle incapacità amministrative del Comune e parte cassaforte gestionale.
Costituire una società privata da una ex municipalizzata dovrebbe richiedere uno sacrificio alla politica: allontanarsi dalla gestione di un patrimonio pubblico per assicurare a questo una vita autonoma, in grado di rispettare le regole del libero mercato e di poter agire da operatore qualificato di settore.
Questo nella nostra città non è avvenuto. La società da unica che era è stata spaccata e diversificata, in parte correttamente per motivi di legislazione o business, in altri solo per generare le condizioni politiche che permettono migliore governabilità degli equilibri interni, e migliori opportunità per avere nuovi seggi nei consigli di amministrazione (CdA).
Se non fosse intervenuto il DDL del Governo Prodi sulla riduzione del numero dei consiglieri nei CdA, oggi avremmo che in alcuni settori la perdita sarebbe stata anche maggiore rispetto all’1,8 milioni di euro che viene dichiarato nel bilancio di AGESP Holding, presentato la scorsa settimana.
Settori tradizionalmente forti, come il gas ad esempio, rischiano di avere difficoltà nel mantenere la propria posizione visto le vicende di Preapli Gas, una delle eterne incompiute della nostra amministrazione: mentre noi giocherelliamo, gli altri (Varese, Legnano, l’Altomilanese) agiscono e precludono sempre più le possibilità di sviluppo.
Abbiamo una bella piscina, ma abbiamo anche un mucchio di debiti e la gestione non gode nemmeno del favore della stagione.
Abbiamo sentitole novità sul teleriscaldamento qualche mese fa, poi è caduto il silenzio, forse anche per l'enormità degli investimenti, in questo momento superiori alle disponibilità.
I costi orari dei parcheggi sono aumentati, anche quello dei pendolari alle Nord passato da 15 a 18 euro al mese, tra lo stupore e la rabbia dei cittadini e la sufficienza dell’Amministrazione. Sembra prevalere l’effetto struzzo: metto la testa nella sabbia e faccio finta che i problemi non ci siano.
Poi mi vengono a parlare di efficienza lombarda… ma va là…

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