Alessandro Berteotti

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sabato 20 settembre 2008

La delusione nuova arma del Governo

Ilvo Diamanti ha scritto ieri un bell'articolo per cercare di capire il paradosso che si sta generando in Italia: più le cose vanno male, più aumenta il consenso al Governo (>>> vedi articolo <<<). In effetti, proprio in questi giorni, parlando con la gente e sentendo i loro discorsi sui mezzi pubblici (se ci fate caso, ascoltare la gente sui treni, tram e bus è una continua autoviolazione della privacy, si apprendono più cose così che su Novella3000 o Chi), il malumore è diffuso e non si capisce il sondaggista chi vada ad intervistare per tirare fuori certi numeri.
Dall'altra parte, devo dire che, al di là di molte polemiche e figuracce del passato, moltissimi Istituti sono seri e fanno un lavoro professionale. Allora come è possibile che Berlusconi si gongoli di un successo personale e del suo Governo così ampio pur in questa situazione?

Cerca di spiegare Diamanti: "... In passato aveva sempre funzionato l'equazione: più delusione meno consenso a chi governa. Tanto che la delusione era divenuta una fra le più efficaci tecniche di opposizione". E negli ultimi dieci anni si è andati avanti a giocare la partita delle paure ancestrali contro chi governava, usando questa leva per spostare il consenso dei ceti moderati.
Ma ad un certo punto il gioco non funziona più. Quasi incosciamente, ma diffusamente, la maggior parte degli italiani fa quello che Montanelli suggerì trent'anni e passa fa: "Turatevi il naso" e sopportate la vostra disgrazia.
Prosegue Diamanti: "Da ciò la vittoria schiacciante di Berlusconi, sopravvissuto alla delusione, emerso da un mare di delusione. E ora là, luminoso faro nella nebbia della delusione. Un sentimento che, sei mesi dopo il voto, non si è dissolto, ma, al contrario, continua a crescere. Una foschia grigia e densa. D'altronde, non ne va bene una. La crisi economica e finanziaria deborda. I prezzi sono fuori controllo. La paura della criminalità non flette. La fiducia nel futuro... da che parte sta il futuro? E poi, nessuna promessa mantenuta. Le tasse? Non caleranno. Alitalia? Affonda. Neanche nel calcio le cose vanno bene. La Nazionale ha perso gli europei. (Altro che ai mondiali del 2006, quando c'era Prodi ...)".
Certo, leggendo queste trame con gli occhi ed i sentimenti di solo tre anni fa ci sarebbe stato fuoco per scaldare la passione degli italiani contro il Governo; ha perfino piovuto più del solito quest'anno e si sa, quando piove, cosa si dice del Governo.
Eppure niente. Edmondo Berselli parla di un "format" interpretato, sulla scia del Cavaliere, maestro insuperato, da alcuni attori politici abili.
"Anzitutto, Brunetta, il persecutore dei fannulloni annidati nel pubblico impiego. Poi, la Gelmini, domatrice dei professori e dei maestri, incapaci di educare e disciplinare i nostri figli. Maroni, difensore degli italiani dall'invasione minacciosa di stranieri e rom. Infine, perfino la Carfagna, alla caccia di prostitute e clienti, da punire direttamente sulla strada; Un format che comunica in modo semplice problemi complessi; personalizzando le paure e le crisi, attraverso bersagli facili da colpire, che riflettono il senso comune e spostano il flusso della sfiducia e della delusione lontano dal governo.
Così la maggioranza degli italiani, riconoscente, si stringe intorno al governo, che li difende dalla minoranza deviante: professori, maestri, statali, immigrati, puttane. E dai piloti e i sindacati, colpevoli del possibile fallimento di Alitalia. Loro, non la politica che ha governato - e retto - le sorti della compagnia di bandiera per anni, decenni. Oltre ogni ragionevole ragione. Loro, che, pochi mesi fa, apparivano vittime del disegno del centrosinistra di svenderli agli stranieri, insieme alla compagnia".
Per cui, dopo aver provato, invano, a invertire la rotta con il voto, cambiando governo e maggioranza, gli italiani si sono rassegnati. D'altronde, chi c'era prima ha fatto di meglio? E' riuscito a darci fiducia? A renderci felici? Allora, inutile ritorcere la nostra rabbia, la nostra delusione, su chi governa oggi.
E allora? come si esce da questa situazione? "Per fare opposizione la delusione non serve. Non solo, ma diventa dannosa. Un boomerang. Per fare opposizione occorrerebbe, al contrario, spingere la delusione più in là. Generare speranza, non nuove illusioni".
Proviamoci.

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