Alessandro Berteotti

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lunedì 10 settembre 2018

Ridotto all'osso...

Sono passati i fatidici 40 giorni dal mio ultimo post. Ne sono passati ben più di 100 dall'inizio delle attività di Governo. Una pausa dettata dalle ferie e dalla voglia di capire cosa si voglia fare, in realtà. in questo Governo. Le cose di maggior impatto però sono state le disgrazie: prima Bologna, con l'esplosione della cisterna e blocco autostradale che ha paralizzato l'Italia nel periodo più delicato per la stagione estiva, e il terribile schianto del ponte Morandi a Genova. Per queste cose ricorderemo l'estate 2018.
In questi episodi e in tutti gli altri che si sono succeduti sarebbe meglio stendere un pietoso velo, come sulla faccenda vaccini: dico e smentisco in meno di 24 ore, lasciando milioni di persone nell'incertezza e migliaia di presidi, docenti e personale amministrativo della scuola nel più completo imbarazzo di fronte alle richieste di chiarimenti delle famiglie.
Per carità, non è che cose di questo tipo non siano mai successe in Italia, ma da chi voleva cambiare tutto ci si sarebbe aspettato che questioni di questo tenore fossero già state discusse e affrontate a livello di quel benedetto "contratto" che dovrebbe caratterizzare l'azione di un esecutivo altrimenti privo di ogni autorevolezza.
Adesso verrà il periodo cruciale, quello dei conti da sistemare con la legge di bilancio. Nel frattempo, come tutti coloro che li hanno preceduti, anche in questa tornata si cominciano a vedere le azioni di spoileraggio, licenziamenti di manager al di là delle competenze e delle capacità, solo per mettere uomini della corte dei miracoli....
A proposito, perfino il Presidente del Consiglio si è accorto che i due vicepresidenti lo hanno di fatto esautorato e si contendono la palma del vero Capo dell'Esecutivo.
Forse per questo si è rimesso a studiare l'inglese e dà gli esami, pensando che forse sia meglio una cattedra universitaria per proseguire la sua carriera, piuttosto che pensare tra qualche mese di scrivere le memorie di un ex-Presidente del Consiglio: potrebbe essere un libro di pochissime pagine, per lo più bianche!

martedì 31 luglio 2018

Ora visibile a tutti...

Non era difficile da immaginare, se soltanto si conoscesse qualche cosa di politica. Quando mancano i voti per governare da soli, escono accordi di basso profilo e di mediocrità inaccettabile. A farne le spese, poi, sono sempre i cittadini.
Così questa avventura tra M5S (che sta per Movimento 5 Stelle) e Lega dà ogni giorno di più l'impressione non solo di frantumarsi, ma di frantumare l'intera economia e, in generale, la società italiana.
Continui battibecchi, retromarce, revisioni di dichiarazioni, smentite e "non volevo dire questo"... Ma soprattutto un clima che diventa sempre più cupo e dove affiorano quelle folate di neofascismo che finora, governi ancora nell'area della democrazia partecipativa, avevano evitato o permesso di estinguere al loro apparire.
Oggi invece le tensioni sociali fanno sì che questo clima di "dalli al negher", al migrante, all'arabo e al diverso stia prendendo sempre più piede. Intolleranza, perfino razzismo. Cose che accadevano anche prima, si dirà, ma che non venivano giustificate dai ministri della Repubblica.
Il popolo è sovrano, ma mi chiedo fino a che punto siamo riusciti a demolire l'idea democratica di partecipazione attiva, di Costituzione, di libertà. Certamente molta gente lavora per questo obiettivo, e quello che mi dà dolore non è tanto che ci siano degli stupidi che lo facciano (succede da quando c'è il mondo), ma che ci siano persone che permettano che succeda, che lascino fare.
Quasi a lavarsi le coscienze, dimenticando la storia quello che la storia ci ricorda e ci insegna.
Proprio quest'anno ricorrono gli ottanta anni dalle leggi razziali, che il Presidente Mattarella ha ricordato essere state una delle pagine più buie del secolo scorso. Non minimizziamo atti come quelli di ieri per cui una ragazza, atleta italiana di colore, felice di essere italiana più di altri "veri" italiani, è stata fatta oggetto di una aggressione a sfondo razzista, checchè se ne dica.
E poi, oltre alla pagina sociale, dicevo, abbiamo la pagina economica. Se Confindustria attacca direttamente e duramente il Governo per la sua politica economica, una ragione ci sarà. Se il presidente di INPS viene criticato, il presidente di FS rimosso, il Presidente della RAI indicato dal Governo non si sa se verrà eletto, se impera lo spoil system al di là delle qualità delle persone, se vogliamo togliere le domeniche al Museo gratis, se il PD si trova spesso d'accordo con quanto dice Forza Italia, viene da chiedersi che valore politico vero abbia questo Governo.
E se vogliamo dirla tutta, chiediamo a Forza Italia quanto sforzi stiano facendo i suoi rappresentanti politici per mordere la lingua di fronte alla sfrontatezza della Lega e di Salvini, nel tentativo di recuperare in futuro un possibile alleato, al quale però adesso stanno giocando contro e non solo per forma.
A Salvini poi dico: lasciare stare Saviano. Se Saviano ti ha detto apertamente quel che pensa, e che pensano milioni di persone, tu come politico non puoi permetterti di querelare chi dissente dal tuo operato. Per quanto diretto sia stato l'attacco. La politica è fatta anche di queste cose.
E per chiudere, sempre citando la storia e i 50 anni dalla morte di Guareschi, ricordo che lo scrittore fece nove mesi di carcere per la denuncia avuta da De Gasperi per diffamazione. Uno dei pochi errori fatti da De Gasperi in politica.

martedì 17 luglio 2018

L'illusionista

L'illusionista è il nostro attuale Governo. L'unico Governo al mondo il cui Premier si nasconde e non fa dichiarazioni in solitario. Il perché è abbastanza semplice da capire: il tutto si regge su di un filo estremamente debole, che ha come condizione essenziale e non sufficiente per sopravvivere che i due partiti che lo sostengono continuino a mantenere un interesse più elevato a restare insieme piuttosto che a lasciarsi.
Questo lo ha capito benissimo il mondo economico e imprenditoriale internazionale, ma gli italiani no. Si fidano ancora di questo pericoloso esercizio di equilibrio perché convinti che il ritorno ai partiti convenzionali sia peggio di questa situazione. Fanno il ragionamento del buon padre di famiglia, ma in questo caso esso non funziona. Infatti manca la famiglia.
La complessa rete degli equilibri internazionali, non meno rischiosi, ma forse meno evidenti di quelli nostrani, impedisce di avere un sistema Paese come il nostro in continuo rischio avaria.
Abbiamo bisogno di attirare capitali, ma facciamo di tutto per farli scappare.
Abbiamo bisogno di credibilità, ma facciamo di tutto per diventare incredibili.
Abbiamo bisogno di stabilità, e facciamo di tutto per aumentare il precariato.
Deve intervenire il Presidente della Repubblica per sanare una questione umanitaria che solo il buon senso sarebbe bastato a risolvere.
Continuiamo con l'illusione di essere un grande e libero Paese, ci troveremo con il sedere per terra...

venerdì 6 luglio 2018

Spero di non dovermi vergognare di essere italiano

Dico subito che di quello che fanno in realtà le ONG, i soldi che prendono e da chi, ne so davvero poco. Non sono in grado di valutare se i soldi che vengono spesi lo siano solo per operazioni umanitarie o invece coperture per mafie, criminalità, terrorismo e malaffare in genere.
Non so se le persone che operano siano tutte titolate per farlo nel rispetto di standard e procedure internazionali, e se le loro azioni siano tutte condivise o frutto di iniziative personali estemporanee.
Non so se i soldi spesi dal Governo italiano per salvaguardare le nostre coste, il nostro turismo e le nostre risorse militari siano impegnati in modo sufficientemente corretto, lo siano state nel passato e lo potranno essere nel futuro.
Non lo so, ma nemmeno mi interessa più di tanto. Nemmeno prendere i rimborsi dall'Europa, che se è vero quanto viene affermato, alla fine andrebbero anche loro a contribuire ad ingrassare ed ingrossare il canale della criminalità, pagare organizzazioni straniere molto al confine tra terrorismo e milizie locali.
Mi interessano invece i motivi e le persone che decidono di affrontare un viaggio che comporta il rischio più grande per un uomo, quella della propria vita, per arrivare da qualche parte diversa da dove sono partiti. Che poi per molti è anche il luogo dove sono nati e cresciuti fino al momento della partenza.
C'è chi si gioca tutto quello che ha per affrontare questo viaggio. Attenzione: dico viaggio e non avventura, perché l'avventura se la può permettere solo chi lo può fare per curiosità, spirito libero o voglia di conoscere, non chi lo fa per sopravvivenza.
Come detto più volte, noi italiani siamo stati conquistatori per mille anni, avendo costruito l'impero più grande di sempre del mondo occidentale, poi più recentemente siamo stati dei migranti miseri e pidocchiosi. Altri paesi ci hanno accolto come oggi l'Italia e l'Europa intera accolgono questi migranti che arrivano dai paesi poveri dell'Africa e dell'Asia. Ma adesso vorremmo chiudere quel rubinetto, o meglio, vorremmo decidere noi quando e quanto aprirlo, dove mandare la gente e quanta gente mandare.
Questo è nuovo schiavismo.
Altra cosa già detta, ma che qui vorrei riprendere, è che non scegliamo dove nascere. La vita può essere una corsa ad handicap per i popoli se noi umani permettiamo che sia così. La vita si limita a dare qualche premio e qualche difetto distribuendoli a caso tra la popolazione. Ma noi facciamo scelte deliberate e decidiamo che la povertà di molti popoli possa essere la ricchezza di pochi altri.
Ma quando non basterà più un mare o una catena montuosa a dividerci da questi popoli, che faremo? Torneremo alle parole di un tale vergognoso tuttora neorieletto senatore della Repubblica (ditemi se questa è democrazia) che proponeva di bombardare i barconi?
Come se qualcuno fosse condannato a morte solo per essere nato in un determinato luogo piuttosto che in un altro... Io piango ogni volta che vedo una macchia rossa al telegiornale portata con leggerezza da qualche soccorritore perché vedo un bambino, una risorsa, un fiore che non potrà dare il suo frutto e io mi sento responsabile per questo. Dal momento che so, non fare nulla mi condanna.
E non c'è divinità in questo, solo la cultura distorta e vile del denaro e della protezione dei propri beni ed averi, del potere, di un futuro di pochi e non per tutti.
Io mi auguro che questa vergogna finisca, e presto. Spero di non vergognarmi di essere un padre italiano che riesce solo a contribuire ad un pensiero di puro egoismo regionale.

martedì 26 giugno 2018

Quale futuro per il PD

Sinceramente non riesco a dare una valutazione agli atti di questo Governo anche perché ormai da un mese si parla solo di migranti e nuove votazioni, senza riuscire a capire quale linea esso intende tenere su tutti gli altri più importanti punti programmatici e di continuità funzionale dello Stato.
Ma una cosa abbiamo capito tutti: manca una vera opposizione. Sì, ci sono dichiarazioni ufficiali, prese di posizioni, indignazioni, ma dov'è che l'opposizione (almeno quella che una volta era d'area di sinistra e fino a pochi mesi fa faceva capo al PD) dimostra una propria anima, una iniziativa che non ricalchi cliché ormai privi di veri contenuti?
Una volta almeno c'era l'ideologia che aiutava a tenere insieme i partiti e dava una spinta all'azione politica, indipendentemente da chi fosse il segretario di partito. Adesso è diverso, anzi il contrario.
I leader costituiscono il fondamento del partito al di là dell'ideologia e se perdono una elezione, ammesso che riescano ad avere l'umiltà di riconoscerlo, lasciano la guida e magari anche il partito e il partito si spacca, implode e nei casi peggiori svanisce.
Ho vissuto per dieci anni l'attesa di un partito unico della sinistra, passando dall'esperienza dell'Ulivo a quella arcobaleno, ma quando pensavo a questo contenitore avevo in mente qualcosa di diverso. Pensavo a uno strumento politico in grado di attrarre, di essere evolutivo, di cogliere le idee della base per tradurle in azione di alto profilo politico, senza mediazioni verso il basso. E' successo il contrario.
Il partito passando attraverso diverse fasi piuttosto veloci, ha trovato modo di disfarsi di personaggi importanti, bruciando i vari Veltroni, Bersani, Letta... per finire targato Renzi. A quel punto il forte personalismo ha spostato di nuovo sulla figura del leader il carico ed il valore aggiunto dato da un personaggio giovane, politicamente preparato, ma anche troppo ambizioso e poco propenso a dare spazio alle idee altrui.
Al suo insuccesso ha fatto seguito uno sbandamento dal quale ancora adesso si fatica ad uscire. La figura di Martina, per quanto privo di vera autorità, sembra più che altro priva di autorevolezza per fare qualsiasi cosa e in questo momento potrebbe levarsi la voce di chiunque per dire la propria e candidarsi per la prossima carica di segretario.
Ma senza idee, senza una spinta forte dalla e per la base, tutto rischia di nuovo di entrare in quella fase che ben sperimentiamo e hanno sperimentato anche altri partiti: quella del cambio non solo di leadership, ma di nome e natura del partito.
Allora, piuttosto, ridate un minimo di ideologia, di contenuti, di regole e di valori a quello che volete fare. Non andate per tentativi inutili e futili, create una nuova finalizzazione alla vostra azione politica, parlate italiano agli italiani, fate in modo di essere comunicativi ma anche estremamente chiari, altrimenti la Lega ci mangerà in testa per i prossimi vent'anni.
Abbiate umiltà e coraggio. Pensate al popolo italiano e non alle poltrone.
Buon lavoro, se vi riesce.

venerdì 22 giugno 2018

Essere italiani, da cosa lo capiamo?

In questi giorni penso a cosa sta facendo il Governo e leggo alcune note di agenzia. "Continua la luna di miele con gli italiani", il messaggio è chiaro. Ma finora tutte le azioni sono state concentrate nell'agire contro i migranti. Come sta facendo il vero capo del Governo, il ministro dell'interno leghista Matteo Salvini, che si garantisce una serie di benevolenze: apparente salvaguardia della sicurezza, dei posti di lavoro, delle risorse pubbliche investite a beneficio di queste persone (meno assistenzialismo) di cui noi non sentiamo il bisogno che arrivino sulle nostre coste a rovinare le vacanze VIP...
Abbiamo capito che il mondo sta cambiando velocemente, ma forse non abbiamo ancora capito come sta cambiando. E' inevitabile che nel futuro ci sarà meno distinzione di razza, colore e cultura a contrassegnare un popolo, una nazione.
Saremo sempre più di diversi colori, di diverse razze, di diverse culture. E di diverse storie.
Opporsi a questo processo è impossibile, erigere barriere come tra USA e Messico è costoso e pericoloso e sicuramente non farà progredire chi cerca di proteggersi. Difendere posizioni di ruolo è miope: dà qualche vantaggio nel breve periodo, ma rischia di compromettere il futuro.
Propongo un altro ragionamento: cosa significa oggi essere italiani? E chi è italiano?
Ricordo una scena vista in TV qualche anno fa: in via Paolo Sarpi a Milano, quartiere cinese della città, avvenne un duplice omicidio. Gli inviati di RAI3 intervistano le persone del luogo. La mia TV è accesa, seguo l'edizione pomeridiana delle 14.00, ma io ascolto solo l'audio... Parla una signora che con accento marcatamente napoletano dice: "In questa zona non si può più vivere, rischi di uscire di casa e ti sparano...". Due ragazzi intervengono e in perfetto accento milanese le dicono: "Ma no signora, cosa dice? Un episodio non può essere generalizzato in questo modo"... La sera guardo lo stesso servizio e mi accorgo che i due ragazzi con accento marcatamente milanese avevano i tratti di cinesi. Eppure per me erano più italiani della signora napoletana.
Un episodio più recente accade sul treno. Una famiglia di origine sicuramente araba, padre, madre e due bambini. I genitori parlano un italiano stentato ma chiaro, i figli parlano un buon italiano. Sono in età scolare, probabilmente tra i sei e i nove anni. Come sempre i bambini invadono gli spazi e finisce che la conversazione si allarga agli adulti... mi parte una domanda: "Ma voi non siete italiani, perché parlate italiano coi vostri figli anche quando parlate di cose familiari?"
Mi risponde il padre, con uno sguardo molto orgoglioso: "Noi veniamo dal Mali, nazione molto povera. Abbiamo rischiato la vita, ma ora siamo qui. Parliamo italiano perché ora siamo italiani e vogliamo che anche i nostri figli lo siano". Mi sono sentito uno stupido e ho capito che loro erano molto più italiani di tante persone che sono italiane da centinaia di generazioni e che rivendicano diritti per cui non hanno mai dovuto lottare. Adesso hanno paura di perderli a favore di chi rischia la vita per conquistarli. Chi avrà più possibilità di successo nella vita?
Io ammiro la dignità di queste persone e penso che abbiano molto da insegnarci, soprattutto possono dirci quale potrà essere il modo giusto di guardare al futuro senza paura di perdere qualcosa, ma con l'ambizione di guadagnare molta gioia e felicità.

martedì 19 giugno 2018

Appartenere alla razza umana

Nei giorni scorsi abbiamo ascoltato il neo Ministro dell'Interno Salvini fare affermazioni sui migranti che hanno fatto riflettere, e la reazione degli italiani ha confermato un certo gradimento ad un cambio di posizione in merito a chi arriva sulle nostre coste. Si può essere più o meno d'accordo con questa posizione, ma occorre prendere atto che perfino una parte della cosiddetta sinistra italiana ha accolto con favore questo atteggiamento, forse stufa di una politica troppo permissivista che ha fatto aumentare la criminalità, ma anche alimenta il canale del lavoro nero e dello sfruttamento oltre ogni misura.
Mi ero preso una pausa di riflessione su questi punti, ma alla luce di quanto affermato ieri riguardo alla possibilità di schedare i ROM e alle conseguenti azioni di allontanamento coatto, mi è venuto un brivido lungo la schiena, pensando che ottanta anni fa, nel 1938, lo stato italiano aveva promulgato le leggi razziali contro gli Ebrei e quello fu il primo atto concreto vissuto dalla nostra nazione verso l'Olocausto.
Certo chi viveva quel momento non poteva pensare alle conseguenze. Il clima era di crescente tensione a livello internazionale e ci si stava preparando a quella che fu la Seconda Guerra Mondiale.
La memoria serve a qualche cosa. Io sono nato vent'anni dopo, ma non ignoro le conseguenze di quelle scellerate idee, e il fatto di classificare una razza "a priori", mi fa venire la voglia di diventare "partigiano".
Chi sbaglia deve pagare. Certo. E i ROM non possono essere esenti da questa considerazione. Ma non tutti sono criminali e non si può generalizzare.
Ogni tanto ci dimentichiamo che non abbiamo scelto noi da che parte del mondo nascere, e di quale colore doveva essere la nostra pelle, la nostra cultura, la nostra vita. Non si nasce condannati né si deve dimenticare che tutti apparteniamo alla stessa razza, quella umana.

venerdì 8 giugno 2018

Spread alle stelle...

Il Governo lavora da meno di una settimana ed un risultato concreto lo ha già ottenuto: lo spread è più che raddoppiato rispetto agli ultimi giorni del precedente governo Gentiloni. Queste sono risorse in meno che avremo a disposizione per investimenti, assistenza, famiglia.
Ottimo, gran bel risultato. Finita la campagna elettorale, cosa faremo delle cose pratiche?
Si attendono riscontri.

martedì 29 maggio 2018

Io sto con Mattarella

Non solo. Io sto con la Costituzione, che certi politici anche a livello nazionale, anche eletti in Parlamento, dimostrano tante volte di non conoscere. Se ben ricordo, le Iene sono già andate a chiedere a questi se conoscano o meno gli articoli e i Titoli della Costituzione. Il responso fu fallimentare.
Mattarella e lui solo può dare l'incarico di formare un Governo. La storia dei candidati eletti o non eletti come futuri Presidenti non ha senso in termini costituzionali! E quello che mi stupisce è che certi giornalisti non facciano nemmeno finta (e pure loro dovrebbero conoscere la Costituzione, soprattutto se scrivono per la pagina politica di una testata) di commentare in modo corretto quello che certi personaggi affermano.
Qui l'ignoranza è mostruosa. Si parla di Costituzione dalle scuole elementari, ma poi non si fa nulla per rendere la Carta un elemento di valutazione oggettivo della serietà politica di questi signori.
Abbiamo sdoganato la politica a livello di chiacchiera da bar, tutti possono dire tutto e il contrario di tutto...sentire certi discorsi in treni affrontati senza la minima conoscenza della materia, ma solo per sentito dire e sentito dire da politici, fa venire la pelle d'oca.
Oggi siamo vincolati in ogni nostra azione e scelta al mercato della finanza e al quadro politico internazionale, apparteniamo ad un organismo comunitario e tutte queste cose hanno le loro regole (ovvero le loro costituzioni, che volutamente scrivo in minuscolo).
Tutte le regole possono essere cambiate, ma su base democratica queste regole possono essere cambiate attraverso proposte e votazioni. Non perché a me non piace più una cosa o una persona.
Matterella ha il dovere istituzionale di difendere lo Stato Italiano, quindi tutti noi, da derive autoritaristiche o anarchiche, che metterebbero fuori gioco il nostro sistema Paese.
E visto che siamo in vena di spararle grosse, si dovrebbe far pagare a chi in queste settimane ha condotto un balletto fuori da ogni schema e da ogni tempo, rinunciando, chiedendo tempo e poi ancora allungando per partorire una stupidaggine, l'intero carico economico derivante dall'aumento dello spread e delle rendite dei BTP. Di tasca loro, perché hanno creato un danno a tutto il Paese.
In cambio riceveranno un opuscolo con la Costituzione Italiana, così che se la imparino per bene prima di proferire parola.
Auguri a tutti gli italiani!

sabato 26 maggio 2018

Popolo e potere

Mi chiedo cosa pensino gli elettori di Lega e M5S oggi. Mi chiedo cosa pensino gli elettori in generale dopo la campagna elettorale che c'è stata, di qualsiasi idea politica essi siano. Di certo saranno disorientati. 
Chi ha preteso di essere capo di una coalizione (Salvini e il Centrodestra) che vincendo in termini relativi, si spacca e il candidato premier in pectore "tradisce" la compagnia per associarsi (non allearsi), sulla base di un contratto (e non un programma!) con il partito che più di tutti ha messo sotto accusa durante la campagna elettorale.
Dall'altra parte, chi ha accusato i Governi precedenti a questo tentativo (Monti, Letta, Renzi, Gentiloni) di non essere stati votati dal popolo direttamente, oggi si scansa per fare largo a un perfetto sconosciuto che deve fare proprio un programma pasticciato e non frutto dei programmi votati dagli elettori.
Che confusione, che caos... Da tutto questo il PD potrebbe trarre tempo ed energie per riorganizzarsi su base politica e rilanciare la propria azione, ma si perde in inutili contrasti e litigi. Inutili perchè così facendo convince sempre di più chi non l'ha votato che ha fatto bene.
Quindi? Confusione, baruffe, menzogne... chi porterà l'Italia fuori da questo fango?
Io lo scrivo nella presentazione di questo blog: risposte non ne ho. Ho i vostri stessi dubbi e quello che penso è frutto di una sintesi dei messaggi che arrivano attraverso la stampa, gli organi di informazione e la mia insana voglia di mettere per iscritto i miei pensieri, perchè un domani li possa verificare con i fatti realmente accaduti.
Non mi piacerebbe in questo caso, però, arrivare alla fine e dover proferire il solito commento: io l'avevo detto. 
Penso che andare a votare tra qualche mese con questa legge elettorale farebbe solo male al Paese e servirebbe solo a destabilizzare ancora di più.
C'è bisogno di chiarezza e questa può venire solo da un programma di partito o coalizione che possa essere messo in atto da chi vince le elezioni, e possa poi essere giudicato dalla gente in modo democratico.
Senza questa premessa fondamentale, qualsiasi altra scelta o azione non avrebbe senso. Serve allora un Governo di transizione che svolga due azioni: garantisca la normale amministrazione, permettendo la presenza dell'Italia verso tutti gli scenari internazionali, e crei le regole per la prossima legge elettorale, rendendi possibile arrivare ad un vincitore unico e certo delle elezioni.
Senza questo non andremo lontani, non realizzeremo alcun programma e illuderemo la gente (il popolo) circa la possibilità che l'Italia possa essere il Paese dei Balocchi, ma governato da somari.

martedì 22 maggio 2018

Un Governo di sconosciuti

Conte lascia il Chelsea per andare al Governo in Italia... questa l'ho sentita questa mattina in metrò. Certo, Antonio Conte è più famoso del suo omonimo Giuseppe, almeno fino ad oggi. Però questi fraintendimenti saranno la barzelletta dei prossimi giorni. E speriamo sia solo una barzelletta, perché la UE e i Mercati internazionali non la pensano così.
Certo, per un governo multicolore come quello che si prospetta, seppelliscono queste osservazioni tecniche con un bel "chissenefrega"... ma gli italiani investitori che hanno i propri risparmi o i soldi delle proprie aziende in borsa, di sorridere di questi tempi non hanno proprio tanta voglia.
Si registra inoltre un atto fatto politico importante: il Centrodestra non esiste più. La Lega scarica i colleghi con i quali ha promesso in campagna elettorale di tutto e di più e se ne va da sola. Fa bene? A vedere i risultati elettorali in Val D'Aosta verrebbe da dire di sì, ma stiamo parlando di un qualcosa grande come la città di Monza... ma al di là del fatto locale, molto forte in quella zona dove comunque l'Unione Valdotaine quasi dimezza, c'è aria di rivoluzione... vedremo cosa succederà.
A cominciare da un Governo fatto da persone quasi sconosciute ai più.

giovedì 17 maggio 2018

Mi ci tirano per i capelli

Avevo un collega di consiglio comunale che cominciava quasi tutti i suoi interventi con "non avrei voluto intervenire, ma mi vedo costretto a dire che...". Faccio mie le sue parole perché ormai la situazione è drammatica, ma non seria.
Parlo ovviamente della situazione politica in Italia dopo il voto del 4 marzo 2018. Da due mesi e mezzo andiamo avanti senza un Governo incaricato, ma continua il vecchio dimissionario Governo Gentiloni ad andare a tentare di tranquillizzare il mondo intero, dicendo che noi siamo ancora credibili e capaci di governare la situazione. Chiaro che lo dice più per orgoglio nazionale che per vera convinzione.
Ne stiamo vedendo di tutti i colori. Mattarella preso allo stremo, il 2 maggio dice che darà un incarico tecnico per traghettare l'Italia fino al momento di nuove elezioni, ed a quel punto si scopre che chi ha vinto le elezioni improvvisamente rischia di diventare il futuro sconfitto.
Già, perché l'elettorato non è del tutto sprovveduto. La massa, nel suo complesso, dice cose che i singoli mai riusciranno a dire... compreso me. E quindi diventava necessario inventarsi qualche cosa per togliersi da questa scomoda situazione. Si è chiesto un giorno al Presidente, ma poi questo tempo si è dilatato a dismisura, per poter mettere a punto una strategia che permettesse la nascita di questa nuova non-coalizione, tenuta insieme non da un programma, ma da un contratto.
Ma cosa devo sentire? Gli italiani hanno votato partiti e programmi, ora si dovrebbero trovare ad essere governati da un contratto, come se fossimo ad un affitto del nostro Paese? Solo pensarlo è un sacrilegio.
Trovo del tutto fuori luogo questa sceneggiata, e presto se ne accorgeranno anche coloro che hanno reso possibile questo col loro voto. Forse qualcuno sarà contento che potremo respingere più migranti, ma per quanto riguarda la parte fiscale, dimenticate tutte le iniziative di legge che non saranno adeguatamente coperte finanziariamente. Come detto da chi sa fare i conti, questo programma vale dai 70 ai 90 miliardi di euro, come 4 o 5 finanziarie. Non possiamo sfondare ulteriormente il debito pubblico, e alle prime avvisaglie di quello che si stava proponendo Borsa e Spread hanno dato i loro chiari messaggi.
Vogliamo trovaci nelle stesse condizioni di quando Berlusconi fu costretto a lasciare per evidente impossibilità a sostenere la linea di rigore che i conti pubblici (prima che l'Europa) ci imponevano? Dovremmo essere in grado di imparare dalla storia. Chi adesso troverà facile sparare sull'Europa per dire che da lì nascono tutti i nostri mali, credo non abbia nemmeno capito dove vive.
Immaginatevi che l'Italia oggi sia ancora come nel 1990 e fatevi qualche domanda. Come faremmo per andare avanti? Quali prospettive, prima di diventare il paese ex-ricco più povero al mondo?
L'Europa impone rigore perché noi da soli non siamo in grado di darcelo. Eppure Draghi è a capo della Banca Europea...non siamo così sprovveduti, solo ci piacciono le scorciatoie, ogni tanto.
Allora, visto che mi ci avete tirato per i capelli e per giorni ho solo rimuginato dentro la mia testa, oggi vi dico che comincerò a mettere nero su bianco i miei pensieri. Non tanto sulla politica, quanto sugli elettori. E' tempo di rifondare gli italiani.

giovedì 3 maggio 2018

Un premio No Bèl

In questi giorni si sta ventilando la proposta per dare a Donald Trump il premio Nobel per la pace per il contributo dato alla pacificazione tra le due Coree. Credo che un errore del genere sia già stato fatto con il Presidente Obama, volesse il Cielo e la saggezza del comitato svedese per l'assegnazione dei Premi Nobel che questa onorificenza non venga del tutto ridicolizzata da una scelta del genere.
Già ogni volta che si assegna questo premio si sentono critiche perché non sempre chi lo riceve è ritenuto all'unanimità il migliore in quel settore, vedasi ad esempio le critiche piovute a Bob Dylan piuttosto che, all'epoca, a Dario Fo. Tranne poi ricredersi col tempo.
Ma in questo caso si andrebbe a premiare qualcuno che ha rischiato di portare il mondo vicino al baratro della guerra atomica. Si ricorderà che l'orologio della fine del mondo era stato posizionato alle ore 23.59.56... per cui sarebbero mancati 4 secondi alla fine di tutto.
Ma al di là delle spettacolarizzazioni, restano i fatti. Di certo c'è stato un lavoro di diplomazia silente che è stato più forte delle urla di guerra di Trump. Ma sappiamo anche che l'America ha bisogno di avere sempre un nemico da combattere. D'altra parte, ben sappiamo quale sia l'importanza dell'industria bellica americana e la forza della lobby delle armi, che non si ferma nemmeno davanti a massacri di inermi studenti dentro le scuole.
E Trump regge il gioco a questi signori, dal momento che da loro ha ottenuto grandi finanziamenti alla sua campagna elettorale, di conseguenza deve reggere loro il gioco.
Il premio Nobel a questo punto avrebbe il significato di una enorme lavatrice dentro la quale ripulire tutte le coscienze di coloro che pensano che minacciare guerre più o meno atomiche contro popoli interi sia giusto e premiato dalla storia. E sarebbe un delitto perpetrato contro tutti coloro che ogni giorno rischiano la propria vita a vantaggio di ultimi, poveri, malati.
Organizzazioni internazionali che operano per salvare vite umane tutti i giorni, che lottano contro le guerre e le povertà: questi dovrebbero essere i destinatari di un Premio Nobel per la Pace.
Personalmente vorrei che venissero riconosciuti tutti coloro che operano a favore della vita nascente e dei bambini, perché sia permesso loro di nascere e vivere in modo degno, senza fame, senza sete, avendo accesso alla scuola e alla cultura, potendo avere un futuro decente e senza doversi vendere non appena in età per farlo, per sopravvivere loro e per far sopravvivere le persone che hanno vicino. Spesso ricordo la fotografia di quel bambino profugo morto sulla spiaggia e mi sento responsabile per quella morte e per tutte quelle creature che non hanno potuto diventare grandi, pur senza alcuna colpa. Allora cerco di ricordare a me e a voi quali possano essere i veri valori della vita, e se in qualche modo un premio come il Nobel deve sottolineare qualche cosa, vorrei che davvero premiasse chi fa qualcosa per chi non ha nulla e non può avere voce né peso nella società. Innocenti vittime che ci ricordano ogni giorno quanto siamo fortunati.

mercoledì 2 maggio 2018

Come finirà?

Il 4 marzo non è più solo la data di nascita di Lucio Dalla, ma anche quella di un grande pasticcio all'italiana. Il voto espresso dagli italiani, peraltro nella piena applicazione della democrazia e quindi non criticabile, ha creato una situazione di stallo dalla quale sarà assai difficile uscire. Perché?
Per diverse ragioni.
La prima e più evidente in questo momento è che durante la campagna elettorale ogni partito o coalizione ha teso più a denigrare i propri avversari, utilizzando ogni metodo e argomento, lecito o meno, anziché dare un'immagine chiara e comprensibile ai più del proprio programma. Questo sta creando i presupposti per cui nessuno può parlare con alcuno senza doversi smentire su quanto detto in campagna elettorale e quindi rendersi immediatamente non credibile.
La seconda appartiene alla credulità popolare. Basta utilizzare alcune storielle antiche come il mondo, ovvero ridurre le tasse, alzare o dare pensioni a chi non le ha, annullare la fame nel mondo e dare prosperità a tutti, parlare con gli alieni... e molti italiani ci credono e votano questo o quel partito. La riprova sta nel fatto che il giorno dopo le elezioni lunghe file di persone si sono rivolte ai comuni di appartenenza per chiedere la modulistica per accedere al quel nuovo bendiddio...eh già. Qualche solerte impiegato ha dovuto spiegare che prima di tutto si doveva fare il nuovo Governo con la presenza di chi aveva fatto quella proposta, che avrebbe dovuto presentare una legge ad hoc, passare al vaglio della burocrazia interna e trovare le fonti per finanziare l'intervento, pena la cancellazione da parte della Corte dei Conti di qualsiasi legge non coperta finanziariamente. Quindi nella migliore delle ipotesi ci sarebbero voluti almeno un paio d'anni per assistere a questo dramma italiano.
Un terzo fatto deriva proprio dallo stallo in atto. Non serve andare a votare subito, vi sarebbero scostamenti non così essenziali da poter garanti la formazione di un Governo stabile.
Prima di tutto occorre cambiare la legge elettorale, questo "Rosatellum", che ha miseramente fallito per le troppe mediazioni a cui è stata sottoposta la sua origine. Ed anche applicando la cura Renzi, ovvero di arrivare ad una sola Camera per poter eventualmente basare il nuovo Governo su un secondo turno o ballottaggio (ma perché non ci hanno pensato prima?), è necessaria una revisione della Costituzione e dei regolamenti di funzionamento di Camera e Senato, mesi se non anni di lavoro. E se si dovesse uscire da questa situazione, di certo di questo discorso ci si dimenticherebbe in fretta, perché di certo impegnativo per tutte le forze politiche.
Con i Cinque Stelle che si stanno sgretolando nella fiducia elettorale (Brunetta ha detto che stanno diventando antipatici, e una volta tanto sono quasi d'accordo con lui, se non che la gente si sta accorgendo che sono proprio ingenui e incapaci a governare), il PD che non sa ripartire e riparare ai propri errori e un CentroDestra che si cementa solo per arrivare a governare, ma per poi autodistruggersi come già fece negli ultimi vent'anni (la memoria degli italiani è sempre corta da questo punto di vista), diventa davvero arduo riuscire a intravvedere una soluzione a breve. Che era quello che ci prospettava la Comunità internazionale!

venerdì 27 aprile 2018

Siano forse i resti di un precedente passeggero?

Questa foto l'ho scattata la sera del 26 aprile 2018 (ieri) sul treno di Trenord Milano Cadorna - Novara delle ore 17.17, a bordo della prima carrozza di testa.
Insieme a me un'altra signora ha fatto la medesima fotografia e insieme abbiamo commentato l'ignoranza e l'indecenza a cui gli stessi viaggiatori per primi e l'azienda pubblica di trasporto, che pure paga altre aziende per la pulizia del treno, manifestano quotidianamente.
Ciò che non posso portarvi qui è la puzza tremenda che quei resti emanavano, ma potrete ben immaginare di cosa parlo.
Chi doveva controllare la pulizia di quel treno? Se questa segnalazione arrivasse a qualcuno che può fare questa verifica, vi prego fatela e informate chi, come me, spende più di mille euro l'anno per avere un servizio di trasporto pubblico per cui viaggio in piedi il 90% del mio tempo e in condizioni pietose o addirittura scabrose come quella indicata.
Serve un po' di rispetto anche verso i viaggiatori su treni locali o regionali, no?



giovedì 26 aprile 2018

Lezioni di stile

Abbiamo appreso dell'improvviso malore, dell'operazione e del pronto recupero in atto del Presidente emerito Giorgio Napolitano, persona a cui sono particolarmente legato per averlo conosciuto personalmente e di aver potuto moderare una serata con lui a Busto Arsizio, con centinaia di persone presenti, quando ancora era Presidente del Senato.
Ne ho apprezzato, pur nelle poche ore trascorse insieme, la grande signorilità e l'immensa cultura politica. Una persona che appartiene senz'altro ad un'altra epoca, ma che a quanto pare, forse proprio per questo, ha ricevuto insulti e angherie da parte di chi dimostra di essere di una ignoranza bestiale sia in termini di politica, che di cultura personale.
Vorrei riprendere due affermazioni. Una di Voltaire, che disse: "Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente". L'altra è di Storace, Destra, di ieri 25 aprile 2018: "Siamo stati avversari politici, ma vogliamo continuare a contrastarne le idee, non danzare in oltraggio alla vita".
Dobbiamo prendere esempio da Storace, che in questo caso ha dato una lezione di stile.
Grazie a chi ha fatto diventare il WEB una pattumiera dove gettare tutte le proprie frustrazioni, in nome di una falsa democrazia partecipativa attiva, il livello della politica non solo è divenuto infimo, ma anche la presunta libertà di scrivere e postare opinioni blasfeme o calunniose sul WEB rischia di far perdere ogni riferimento a cosa sia la politica e a che cosa essa debba rispondere.
Parole come sobrietà, misura, equilibrio... sembrano appartenere ad un altro tempo, ad un'altra dimensione. E forse dovremmo parlare solo di educazione. C'è gente che uccide per il posto auto condominiale, per una lite o per aver guardato troppo una ragazza in discoteca... quali sono i nostri parametri per definire cosa culturalmente accettabile, al di là dell'educazione personale?
Quali sono gli esempi edificanti, quali sono le figure da seguire per avere una bussola per la nostra vita nel quotidiano e nel vivere civile?
Quanto di ciò che affermiamo di conoscere possiamo ritenere vero e non fonte di "sentito dire", nel migliore dei casi... quante false notizie, quante false verità ci portano ad assumere posizioni intransigenti su fatti che poi risultano essere assolutamente non veri?
Quanti dei nostri pregiudizi ci fanno prendere una posizione e ci fanno fare affermazioni per le quali poi ci troviamo a pentirci? Provate a riflettere, sicuramente vi verrà alla mente qualche caso di questo tipo. Non siate mai sicuri di ciò che non avete potuto verificare in modo razionale e di cui non abbiate potuto, soprattutto, appurare le fonti.
Ma più di ogni altra cosa, non perdete mai il senso della misura, siate garbati e quando apparite sul uno degli strumenti social, come Facebook, Twitter o lasciate un commento a post altrui o su giornali o mezzi di comunicazione in genere, ricordatevi sempre che avete anche una responsabilità personale che non si va a perdere. Se insultate qualcuno, potreste essere perseguiti per legge.
E in ogni caso, il buon senso e la ragione siano sempre i vostri migliori amici anche usando questi strumenti.

martedì 24 aprile 2018

Corsi e ricorsi

Stiamo vivendo un periodo difficile e complesso. Quelle che una volta erano bussole certe, ormai non funzionano più. Il criterio di cosa è la destra e cosa è la sinistra rischia di restare solo parte del testo di una canzone di Gaber, ma senza una vera risposta.
L'America non è più America, l'Europa non è ancora, se mai lo sarà, Europa.
Il sogno dei nostri padri di vedere una Europa unita non solo come moneta, ma come patrimonio di persone e di idee, rischia di non diventare mai una realtà.
E da noi, grazie ad una legge elettorale frutto di troppe mediazioni che definire Rosatellum (se fosse un vino) sarebbe darle già un valore eccessivo, oggi ci troviamo di fronte ad una sorta di stallo scacchistico dal quale nemmeno il bravo Presidente Mattarella riuscirà a cavare più di tanto, perché nessuno ha i numeri per governare e ciò che dovrebbe cedere all'eventuale alleato sarebbe troppo per poter poi vantare una posizione dominante.
Per fortuna, in questo scenario, si è sgonfiato il pallone Corea, che da solo minacciava l'estinzione di un popolo e la sicurezza di un intero pianeta. Grazie ad un imbecille di classe galattica.
Cosa resta da fare, allora, a noi semplici cittadini? Guardare al quotidiano? Lottare per l'indipendenza del condominio? Forse occorre ripartire da più lontano.
Internet, i post, Facebook, la posta elettronica, lo smartphone, l'interconnessione... ma sono davvero così essenziali nella nostra vita? Sentire parlare le persone ormai per metà in inglese e metà in un falso italiano è accettabile? Vedere ferire o, peggio, uccidere donne solo per il fatto che siano mogli o compagne di quacquaracquà che non hanno nemmeno il coraggio di affrontare le loro miserie e compatirsi, trovare una nuova strada per la loro vita... Vedere nonni che lavorano alla biblioteca dei loro nipoti, perché possa ancora avere un senso leggere, informarsi e crescere in un modo serio e non solo ipotetico e ipocrita, dove trovare la memoria delle cose e non solo affidarsi alle false notizie che la rete fa circolare.
Riprendiamo in mano la nostra vita, la nostra cultura, il nostro essere persone vere e aperte. Torniamo a vivere la nostra esistenza in modo più vero di quello elettronico nel quale ci siamo in qualche modo rifugiati. Non siamo in Matrix.

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