Alessandro Berteotti

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venerdì 12 settembre 2008

Porsi davanti al problema non è prostituirsi

La cronaca di queste ore riporta l'affermazione di Veltroni rivolta al Governo: "Esecutivo allo sbando". Avevo questa sensazione da qualche giorno.
In particolare da quando è stata data la notizia che Mara Carfagna, ex soubrette della televisione ed ora ministro del PdL, proponeva una legge contro la prostituzione.
Chiediamo aiuto a Wikipedia: "La parola "prostituzione" deriva dal verbo latino prostituĕre (pro, "davanti", e statuere, "porre"), e indica la situazione della persona (in genere schiava) che non "si" prostituisce, ma che come una merce viene "posta (in vendita) davanti" alla bottega del suo padrone. Questa origine richiama quindi la condizione storicamente più abituale della prostituta, la quale non esercita autonomamente la sua professione, ma vi è in qualche modo indotta da soggetti che ne sfruttano il lavoro traendone un proprio guadagno (c.d. "protettori")".
Non che Wikipedia abbia l'esclusiva della verità, ma pone una questione estremamente vera e profonda: perchè in una legge che vuole combattere il fenomeno della prostituzione si attaccano solo i soggetti "deboli" della catena (prostitute e clienti) e non si affronta il vero criminale, ovvero il protettore?
Senza il protettore, il fatto criminale non si realizza: non sarà un lavoro, ma la questione assume un altro contesto. Nessuna persona sana di mente può pensare che vendere il proprio corpo per soddisfacere alle voglie di un "cliente", di un estraneo, di qualcuno che sicuramente ha dei problemi, sia atto indolore. Una persona normale non va in giro a pagare per una prestazione sessuale. Dentro ha dell'altro, oppure gli manca qualcosa.
Si persegue l'anello debole perchè non si vuole andare a scomodare chi gestisce il grosso della torta. Una torta che vale un gran mucchio di soldi. Si vuole pulire le strade dall'immondizia, come a Napoli, ma qui l'immondizia è ben diversa. L'immondizia è il nostro perbenismo, il marcio vero è un pensiero pedofilo sul computer di un padre di famiglia o di un sacerdote.
La vergogna che vogliamo cacciare viene da dentro di noi. Chiedetelo a chi ha lavorato con don Benzi, chiedetelo ai volontari della Caritas che sulla Valassina assistono amorevolmente le donne che "lavorano" su quella strada.
Io non mi sento di giudicare loro, ma mi sento di giudicare chi le vuole giudicare: chi ha venduto il proprio corpo, facendone merce; chi ha fatto pornografia su giornali, riviste e calendari, ma adesso indossa vestiti firmati e fa il ministro, anzi, la Ministra della Repubblica.
Cerchiamo almeno di non essere ipocriti. Metteremo in carcere decine di migliaia di prostitute (ma poi siamo così sicuri che siano tutte donne?) ed i loro clienti, e facciamo in modo che chi ha rubato o ha usato violenza venga rimesso in libertà con addosso un braccialetto elettronico. Per la sicurezza di tutti.
Facciamo spazio a questi nuovi criminali del sesso, mentre i deputati possono tranquillamente portarsi a letto un paio di belle e disponibili ragazze offrendo loro un po' di coca, di quel tipo che non si beve, però.
Questo è lo sbando che vedo in questo Governo: non fa le cose che dovrebbe, ma sa accanirsi contro i deboli.

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