Alessandro Berteotti

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giovedì 29 dicembre 2016

La vostra musica non ci lascerà mai

Non credo nella storia della musica recente, almeno dal 1900 in poi, vi sia stato un anno con un così grande numero di artisti di primaria grandezza che ci hanno lasciato.
Nel corso del 2016 si sono spente stelle come quella di David Bowie (69), Prince (57), Glenn Frey degli Eagles (67), Paul Kantner dei Jefferson Airplane (73), Maurece White degli Earth, Wind and Fire (74), Leonard Cohen (82), George Michael (53) e, i miei maestri di sempre Keith Emerson (72) e Greg Lake (69) degli Emerson, Lake and Palmer e non solo.
Quest'ultimo è l'unico che sia riuscito a vedere dal vivo. Eppure tutti hanno dato a me e a centinaia di milioni di persone delle esperienze musicali che hanno contribuito a creare la mia personale cultura, non solo musicale.
Quello che mi colpisce in questo elenco (peraltro non completo) di geni è la relativa giovane età e il fatto che siano morti quasi tutti per attacco cardiaco o cancro. Certo, sappiamo che talvolta anche gli eccessi di droga finiscono classificati in attacco cardiaco...
Ho deciso di ricordarli qui non per aggiungermi ai tanti articoli sulle loro storie e le loro morti che sono stati scritti nel mondo, ma solo per dire loro "grazie di essere esistiti".
Ci sono dei pezzi scritti da queste persone che compongono inestricabilmente la colonna sonora della nostra vita e da cui non riusciamo più a distaccarci. Anzi, regaliamo le loro storie e la loro musica ai nostri figli e ai nostri nipoti, perché la loro opera non venga dimenticata. Ma non credo lo potrà essere molto presto e facilmente.
Quei quarant'anni che vanno dalla metà degli anni '50 alla metà dei '90 ha cambiato la storia della musica, tanto che oggi non riusciamo più a trovare qualche altro genio ispirato in grado di raggiungere le loro altezze. Sono stati precursori, esploratori del sentimento umano attraverso la musica. Sono entrati come una lama di suoni nella nostra vita e l'hanno trasformata, accesa, complicata, liberata. Ci hanno aiutato a vivere e a conoscere.
Qualcuno potrà dire che è naturale, che prima o poi tutti ci lasceranno, alcuni dopo i grandi successi hanno vissuto per anni solo di ciò che avevano progettato e realizzato nei loro primi anni di attività, ma la musica è anche questo. Sopravvive ai suoi autori, si mescola con l'essenza stessa della vita, ne diventa una parte integrante ed integrata.
Possiate allora vivere a lungo dentro i cuori e nelle orecchie di tutti noi.

giovedì 22 dicembre 2016

Quel che rimane del Natale

Nel commentare la notizia del camion scagliato sulla folla a Berlino, ho sentito uno dei giornalisti affermare che si era attentato ad una festa cristiana e che quindi l'attentato aveva una valenza anche religiosa.
Non occorre che sia Natale per renderci conto che la fede, le fedi religiose, sono spesso utilizzate solo a fini temporali e di potere, non per la gloria del Dio che si vuole celebrare.
La ragazza italiana morta a seguito dell'attentato voleva difendere il diritto dei migranti a non essere confusi col terrorismo: se vogliamo, questa sua visione delle cose dovrebbe essere la nostra.
Ce lo ricordava anche Papa Francesco, il diritto dei migranti all'accoglienza. Ma così la ricchezza sarà distribuita su più persone... La nostra ricchezza è data dalla povertà del mondo.
Quale messaggio allora rimane dal Natale cristiano? Cosa ci ha insegnato il Bambino nato nella grotta, "al freddo e al gelo"... quelle parole ci commuovono, ma passato questo periodo sarà un problema ritornare ad accettare parole come condivisione, accoglienza, mitezza.
Il mondo ci insegna che bisogna essere sfrontati, egoisti, sopra le righe, assetati di potere e denaro per tutto il resto dell'anno. Solidarietà e povertà sono perdenti.
Quindi, Buon Natale. Quel che rimane del Natale...

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