Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

martedì 31 marzo 2009

Rifiuti Puliti

C'era una volta Mario Chiesa, e con lui nacquero Tangentopoli e Mani Pulite.
C'era un'inchiesta della magistratura di Busto Arsizio, chiamata Grisù, che nel 2005 portò in galera una ventina di persone, e di cui sembrava si fossero perse le tracce.
Cosa poteva nascere dall'incontro tra queste due entità? Da oggi lo sappiamo. Un traffico di rifiuti illegali. Potremmo parlare di "Rifiuti Puliti"?

lunedì 30 marzo 2009

Il nuovo reality: l'isola dei politici

Scrive Paul Ginsborg al termine del prologo del libro "La democrazia che non c'è": La Democrazia ha molti nemici in attesa tra le quinte, politici e movimenti per il momento costretti a giocare secondo le sue regole ma il cui intento reale è tutt'altro - populista, di manipolazione mediatica, intollerante e autoritario -. Conquisteranno molto spazio se non riformeremo rapidamente le nostre democrazie. E non c'è ambito in cui questa riforma sia più necessaria che in seno alla stessa Unione Europea.
La dimensione di questa previsione, avvenuta nel 2006, sta avendo proprio in queste ore la sua manifestazione più evidente, con le parole del Premier che chiede maggiori poteri.
Lui sta facendo come ha fatto prima di lui la pubblicità: ogni volta spinge il limite della decenza un po' più in là, con una provocazione sempre maggiore, sempre più incalzante in modo da dare per accettata la provocazione precedente.
Una volta si vedevano signorine con ampie scollature, poi mostravano le coscie nude, poi un gluteo, poi il seno, alla fine le nostre pubblicità sono invase da ragazze completamente nude anche per far vendere colle viniliche.
Lo stesso sta accadendo in politica. Abbiamo un signore che inizia a fare politica per togliersi dai guai giudiziari, sfrutta un'organizzazione massonica e politica preconfezionata che gli permette di arrivare facilmente e velocemente ai vertici del Governo.
Agisce in modo da stravolgere i modelli politici tradizionali e guadagna consensi anche in fasce di popolazione storicamente a lui contrari; nel frattempo i suoi avversari commettono una serie incredibile di errori tattici e strategici, tanto da arrivare stremati e sfiniti fin dall'inizio di qualsiasi competizione elettorale e riescono discretamente solo quando si manifestano nella società i segni del delirio degli antagonisti.
Siamo ormai di fronte ad una mistificazione populista che assume carattere di consenso grazie alla spavalda sicurezza che manifestano i suoi protagonisti, sia di fronte alla crisi mondiale (che pure fuori dall'Italia nessuno nega), sia nei confronti dell'opposizione troppo spesso alla deriva.
Siamo ormai arrivati al fatto che la denuncia di un fatto incontestabile, come quello che il capo del Governo non è candidato credibile in una competizione elettorale europea, venga ribaltato in modo arrogante sollecitando una sfida personale che sa benissimo non potrà essere raccolta.
La sfida della ragione e del diritto contro la ribalderia e lo scherno.
Purtroppo nell'immaginario collettivo ha preso piede questo malcostume, di guardare alla politica come se fosse un reality o una fiction. Guardacaso i principali prodotti che le aziende del nostro Premier mettono nel piatto, pardon, sul video di milioni di cittadini italiani...

domenica 29 marzo 2009

A rischio la democrazia: una riflessione

Dopo l'ufficializzazione dell'avvenuta fondazione del Popolo delle Libertà, Berlusconi pone subito un problema di fondo che a molti dei suoi avversari è apparso come un attentato alla democrazia. Il problema posto è quello del potere del Premier, tema non nuovo posto dalla destra, che vede negli organi di rappresentanza e di controllo tutta una serie di lacciuoli all'operatività esecutiva di cui il Governo è titolare.
Mi sembra di dover qui ricordare almeno due passaggi chiave per dirimere la questione. Il primo sta nella legge elettorale: i rappresentanti eletti oggi al Parlamento, deputati e senatori, non sono stati eletti dal popolo, attraverso una democratica selezione dentro una schiera offerta dai partiti, ma vengono imposti dalle segreterie di partito. Questo determina un controllo dei parlamentari molto più diretto ed efficace di quanto sembra, visto che la loro eventuale rielezione passa proprio dalla fedeltà dimostrata alla causa del movimento.
In un'epoca recente, certe irrequietezze di alcuni parlamentari hanno certamente causato una serie di problemi, che hanno messa in crisi la solidità di alcune coalizioni.
La seconda cosa che mi fa riflettere è la recente affermazione di Berlusconi che chiede di far votare i soli capigruppo anzichè lasciare liberi i singoli parlamentari di votare. Questo ha due spiegazioni: la prima è di ulteriore controllo del voto parlamentare, la seconda è che molti parlamentari del centrodestra hanno studi di avvocati, professionisti, medici e primari, i quali starebbero volentieri nei loro studi prendendo lo stipendio di parlamentari, ovviamente.
Una delega che si dimostrerebbe un ulteriore colpo, forse mortale, alla nostra democrazia.
A questo punto non rimane che scuotere le coscienze e tornare seriamente al pensiero della resistenza fondante la nostra Costituzione.
Non si preoccupi signor Presidente, non la lasceremo solo a decidere!

Come riconoscere i sintomi dell'ictus

Ogni tanto ricevo richieste di partecipazione a catene di messaggi, più o meno stravaganti, alcuni puramente sentimentalistici. Oggi ne ho ricevuto uno particolare, a cui non dò seguito nel modo richiesto, portando altre persone a partecipare rilanciando poi ancora ad altre e formando così una catena di indirizzi mail a cui facilmente possono attingere "gli avvoltoi del web", i quali fanno soldi con le vostre e-mail.
Non sono medico, ma credo che vi siano delle fondate ragioni nel suo contenuto, per aiutare a riconoscere un ictus anche da parte di chi medico non è, e che potrebbe salvare delle vite umane. Nella parte di contenuto essa dice:

Un neurologo sostiene che se si riesce ad intervenire entro tre ore dall'attacco si può facilmente porvi rimedio. Il trucco è riconoscere per tempo l'ictus!
Occorre riuscire a diagnosticarlo e portare il paziente entro tre ore in terapia. Cosa che non è facile.
Nei prossimi 4 punti vi è il segreto per riconoscere se qualcuno ha avuto un ictus cerebrale:

1. Chiedete alla persona di sorridere (non ce la farà);
2. Chiedete alla persona di pronunciare una frase completa (esempio: oggi è una bella giornata) e non ce la farà;
3. Chiedete alla persona di alzare le braccia (non ce la farà o ci riuscirà solo parzialmente);
4. Chiedete alla persona di mostrarvi la lingua (se la lingua è gonfia o la muove solo lateralmente è un segno di allarme).

Nel caso si verifichino uno o più dei sovracitati punti chiamate immediatamente il pronto soccorso. Descrivete i sintomi della persona per telefono.

Ora chiedo a qualche medico di confermare queste indicazioni e, qualora questa sintomatologia risultasse corretta per la prevenzione degli ictus, vi prego di prenderne nota e di divulgarla ad amici e conoscenti in modo diretto e senza aderire a nessuna catena, che rende l'informazione priva di attendibilità.

sabato 28 marzo 2009

Una farmaceutica di Stato

In una cornice di partecipazione davvero imponente, si è svolta la Via Cruscis della zona IV (Rho, Saronno, Legnano e Busto Arsizio), presieduta dall'Arcivescovo Tettamanzi. Il breve discorso conclusivo dell'Arcivescovo ha ancora una volta sottolineato la necessità di intervenire con supporti solidaristici durante questa crisi, per dare sostegno alle famiglie dei lavoratori che perdono il posto di lavoro o si trovano in cassa integrazione o in mobilità.
In particolare, egli ha richiamato alla crisi della società di ricerca farmaceutica, specializzata in prodotti oncologici, di Nerviano. Solo la stupidità dell'uomo potrebbe lasciare andare in malora un centro di ricerca così altamente specializzato e dedicato alla soluzione di una problematica così importante ed invasiva per la nostra epoca.
Sconfiggere il cancro è una delle questioni che sento da quando sono nato, ma ancora non vedo arrivare a termine questa battaglia. Possibile che non esista la possibilità di creare dei cordoni di protezione in modo da distinguere tra la possibilità di una industria farmaceutica di sviluppare un medicinale e la necessità dell'umanità di avere cure efficaci a gravissime patologie che sono così drammaticamente inserite dentro il nostro vivere comune?
Arrivo ad un assurdo: possibile che non sia opportuno sviluppare una farmaceutica "di Stato", i cui proventi possano andare a sostenere i costi della sanità pubblica? So che sarebbe una cosa stravolgente e sconvolgente alcuni equilibri, ma dobbiamo pensare che questa crisi sta creando delle situazioni a cui non sarà possibile rispondere solo con ciò che conosciamo oggi.

Inizia il BAFF, alla ricerca del film perduto

Oggi apre il Busto Arsizio Film Festival, ed in un momento di crisi viene da chiedersi se davvero ne vale la pena di spendere un mucchio di soldi in questo modo, dal momento che finora esso non ha prodotto nulla di particolarmente rilevante per la nostra zona e per la cultura locale.
Non voglio fare demagogia, dicendo che quei soldi potevano finire nel fondo di solidarietà, ma di certo quello che manca è un segnale forte da parte di questa amministrazione. Anche se la stessa dice di averne dato uno fortissimo con i 200.000 euro messi a disposizione.
Cosa ha prodotto finora il BAFF nei suoi ormai 6 anni di vita? Poco, e sono ottimista.
A Busto Arsizio hanno chiuso tutte le sale cinematografiche storiche, dal cinema Pozzi all'Oscar, e quelle che funzionano sono, a parte il Teatro Sociale, solo sale parrocchiali (Manzoni, Lux, Aurora...). Ogni tentativo di elevare il livello della cultura artistica è stato frustrato, soprattutto quando le proposte non venivano da organismi e organizzazioni legate all'amministrazione, e qui faccio riferimento al tentativo di creare intorno al Teatro Sociale una specie di cittadella dell'arte musicale e visiva.
Quindi, anche quando parliamo di arte, alle nostre latitudini, bisogna stare dalla parte giusta. Ma soprattutto, Busto Arsizio è in grado solo di emulare (o più che altro di scimmiottare) iniziative prese da città vicine, come è stato per le mostre editoriali.
Mi chiedo oggi, e non il giorno della sua conclusione, cosa resterà di questa edizione del BAFF. Chi si ricorda gli ultimi tre vincitori del BAFF? E quale è stato il destino di questi film nella dinamica dei circuiti di distribuzione? Quale è l'importanza che viene data a questa rassegna nel panorama nazionale (non chiedo quello internazionale, ci mancherebe...)?
A questo dovremmo in qualche modo risponedere, solo a questo.

giovedì 26 marzo 2009

Siamo tutti Saviano

Ieri sera la RAI ha dimostrato che i soldi del canone possono essere spesi bene, meglio che non con i vari Porta a Porta che nulla hanno di giornalistico. La trasmissione di Fabio Fazio speciale con Roberto Saviano ha aperto uno squarcio su quello che succede in Italia, in quell'Italia che non vogliamo vedere e che non possiamo vedere. Ha dimostrato che si può ancora fare giornalismo, che ancora possono essere dette parole di libertà.
Il suo racconto della strage quotidiana che la Camorra compie in perfetto silenzio, o al più con qualche clamore per gli omicidi più efferati, lascia davvero sbalorditi coloro che al nord vedono la faccia "pulita" degli affari criminali che al sud hanno origine.
Come diceva Saviano, vivere al sud in queste condizioni è come avere addosso una condanna. La migrazione è in molti casi l'unica possibilità per avere una vita serena, fuori dall'illegalità.
Il modo di costruire le notizie, il linguaggio, gli atteggiamenti sono fuori da ogni logica di legalità e chi si oppone rischia davvero di diventare un perseguitato se non essere già condannato. In questa logica, crimine e legalità si scambiano, ciò che è lecito viene deriso, ciò che è criminoso viene esaltato. E lo Stato resta a guardare, impotente e silenzioso, lascia che quest'area d'Italia sia come una regione infetta e condannata, senza possibilità di recupero.
Chi in altre zone parla di ronde e di sicurezza dovrebbe pretendere che la legalità venga ripristinata al sud perchè al nord si possa vivere con maggiore sicurezza. Non sono solo gli immigrati extracomunitari a preoccupare, ma deve essere in primo luogo il mondo dell'economia che deve liberarsi dei capitali che grondano sangue, a chiedere giustizia per coloro che giustizia non hanno.
Saviano ha aperto uno spiraglio, ha indicato un pericolo mortale, ha aperto gli occhi e le coscienze, ma se noi non apriamo i nostri occhi e le nostre coscienze, lui vivrà sempre nel pericolo, nell'ombra, nel timore per se e per chi gli sta vicino.
So che non leggerà mai queste poche righe scritte da una persona qualsiasi, ma se la mia voce potesse arrivare a lui gli direi: "Roberto sono con te, sono come te: italiano, fiero di esserlo, cittadino libero che ama la pace e odia il crimine. Io sono come te, grazie Roberto".

Clicca qui per vedere l'intervista

mercoledì 25 marzo 2009

L'ipocrisia al governo

Berlusconi dice che per battere la crisi gli italiani devono lavorare di più. Oggi, 25 marzo, i lavoratori della Sanpellegrino sono in sciopero di 8 ore contro gli annunciati 282 licenziamenti, molti dei quali cadranno sul territorio lombardo. Come questi, moltissimi altri lavoratori si trovano in una prospettiva di cassa integrazione e di mobilità che lasciano a casa centinaia di migliaia di dipendenti nella nostra regione. Sono già oltre 22.000 i cassaintegrati dell'Alto Milanese e 4.000 i precari che non hanno avuto rinnovato il contratto di lavoro, centinaia le aziende che hanno chiuso le attività o rischiano la chiusura a breve.
La politica economica di Obama ha iniziato a contrastare il buco enorme, soprattutto di fiducia degli investitori, causati dai titoli spazzatura, e Berlusconi se la prende contro il "virus americano": ma come, l'America che ha causato questo nefasto cataclisma non era quella guidata per otto anni dal suo caro amico George W. Bush?
Chi si ricorda il caso Enron, e conseguentemente quello di Andersen Consulting? Già lì c'erano i segni di un'economica drogata dal fatto che a garantire la solidità di un'azienda ce n'era un'altra di controllo che prendeva soldi dalla prima per dire che i conti erano in ordine.
Quello scandalo non disse nulla al mondo, perchè chi aveva le leve del potere già sapeva a cosa si sarebbe andati incontro, sollevando il problema; ma aspettando l'Apocalisse, nessuno ha fatto nulla per proteggere i risparmiatori.
Allora adesso che Berlusconi arrivi a fare la predica su queste cose, mi offende come lavoratore e come cittadino. Ancora una volta voglio dire a chiare lettere: questo Presidente del Consiglio non mi rappresenta!

Tutti contro tutti

Chi comanda a Busto Arsizio? Non il Sindaco, questo è certo, e nemmeno il Consiglio Comunale. A dire queste cose siamo sì noi dell'opposizione, ma anche un certo consigliere comunale della maggioranza, l'amico Angelucci. Come non condividere le sue affermazioni, riportate oggi sul quotidiano "La Provincia"?
Il fatto è che Angelucci lancia la pietra ma ritratta la mano: dice e non dice. Non dice i nomi di coloro che sono nel suo mirino, coloro che gestiscono questo "gruppo di potere" fuori dalle istituzioni. E dice che anche la sceneggiata delle dimissioni del Sindaco (tra l'altro, quasi a sottolineare questo aspetto spettacolare, Farioli ha scelto la cornice di pubblico del concerto di Uto Ughi per annunciare il loro ritiro, dopo che invece erano state annunciate in una sede istituzionale), altro non è che un elemento di questa storia che non convince.
Di certo possiamo dire che a non essere convinti prima di tutto sono i cittadini. Non credo che siano così sciocchi da non capire queste cose, e anche l'impennata d'orgoglio del consiglio è un tema che rimarchiamo da moltissimo tempo, senza che finora alcuno se ne sia reso parte attiva in maggioranza.
Credo alla buonafede di Angelucci e di Cornacchia, che pure ha chiesto un impegno più preciso e maggiore "dignità", ma ho paura che restino voci che gridano nel deserto istituzionale.

martedì 24 marzo 2009

400 anni per un concerto

Questa sera la città attende l'esecuzione del maestro Uto Ughi che torna nella sua città per un concerto che si preannuncia ovviamente un grande evento. E' anche l'occasione per celebrare i 400 anni dalla posa della prima pietra della nostra cattedrale, forse il principale edificio della nostra città insieme a Santa Maria di Piazza.
Due eventi speciali, due ricorrenze tutt'altro che banali.
Come cittadini di Busto Arsizio dobbiamo sentirci orgogliosi di questi fatti, cioè che la nostra arte e cultura siano ad un così alto livello di eccellenza, come raramente ricordiamo, presi come siamo dal vivere quotidiano e dalla frenesia lombarda che caratterizza la nostra gente.
Vorrei anche ricordare un'altra immensa artista che ha avuto i natali nella nostra città, cioè Anna Maria Mazzini in arte Mina, la cantante che il mondo ci invidia. Che colpo sarebbe stato avere anche lei questa sera che cantava un "Nessun Dorma" sulle note del violino di Ughi... un sogno!
Per ascoltare bene la musica occorre silenzio, ed il luogo che più di ogni altro può significare raccoglimento e ascolto è proprio la nostra cattedrale. Il connubio tra chiesa e musica si propone quindi in maniera eccellente. Eppure sarebbe il caso che il silenzio delle nostre chiese venisse più ascoltato, da tutti, ma in particolare dai politici che spesso parlano per nulla, sia quelli locali come me, che quelli nazionali che non fanno altro che rimbeccarsi uno con l'altro.
E se proprio dobbiamo farci suonare, almeno che a farlo sia un grande artista...

lunedì 23 marzo 2009

Il Sindaco ascolti anche le minoranze

Non bisognava essere profeti per dire quello che sarebbe successo, tanto che l'avevo già scritto un'ora dopo le sue dimissioni. Ora Farioli pone la questione della consultazione dei partiti di maggioranza per assicurare il suo futuro.
Noi abbiamo già avuto modo, come PD, di dire il nostro punto di vista: se davvero Farioli è una persona seria, deve mantenere le sue dimissioni perchè politicamente è stato sfiduciato, e non solo per quanto riguarda le dichiarazioni di voto della Lega in sede di bilancio.
Già sulla questione ACCAM era stato messo in minoranza, e forse avrebbe dovuto far valere la sua posizione fin da allora; ma con la fragilità della stessa Forza Italia, divisa e frammentata in tante correnti e personalismi, non ha nessuna alternativa al giocarsi tutto da solo.
Voglio dare l'ennesimo consiglio gratuito al nostro Sindaco: se davvero vuole fare un giro di orizzonte, senta anche le minoranze, le convochi con 48 ore di anticipo e cerchi di capire quali sono le critiche che esse pongono alla sua amministrazione.
Credo che avrebbe molto più materiale su cui riflettere in questo modo che non dalle richieste/offerte che potrebbe ricevere dai suoi "amici"...

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All'una di notte il Sindaco di dimette. Sarà vero?
Il giorno dopo le dimissioni

sabato 21 marzo 2009

La storia di due amici

Danilo e Sandro erano amici, erano della stessa leva, ci hanno lasciato ad una settimana esatta di distanza nelle medesime modalità. C'è già molto da riflettere in queste poche cose.
Danilo aveva detto qualche settimana fa a Sandro: quando viene primavera ti vengo a prendere e andiamo a farci una bella gita. Oggi, 21 marzo, abbiamo accompagnato Sandro nell'ultimo viaggio e Danilo sta due tombe a destra di Sandro. La gita proposta da Danilo è diventato il loro viaggio più importante, quello che ci cambia per sempre.
Il mistero della vita è il mistero della morte, ci hanno detto anche questa mattina. Io so che l'amore che esiste nelle famiglie di Danilo e Sandro non è facile da trovare, perchè per arrivare a quei livelli occorre un amore enorme, unico, irripetibile. Spendersi per gli altri non è una prerogativa umana, l'uomo tende ad essere egoista e possessivo, l'altro è spesso un impiccio da tenere alla larga.
Ma chi guarda a queste famiglie scopre un valore enorme, una ricchezza che nessuna moneta al mondo potrà mai dare, una serenità ed una pace che si tocca, si colora di sorrisi quando ti aspetti lacrime e disperazione. Avevo fatto una promessa a Sandro giovedì al rosario, quella di non piangere: non ce l'ho fatta. Scusami Sandro, non sono ancora capace di sentirmi così forte come credo e come vorrei.
Anche grazie alla vostra amicizia la nostra vita è stata migliore e, forse, se riusciremo a capire fino in fondo il dono profondo e vero del vostro amore concentrato in una vita intensa, sebbene breve, sarà migliore anche il nostro futuro. Non abbiamo borse da medico per portare in modo più lieve la nostra vita, ma sappiamo che la nostra speranza non è vana, che la vita si trasforma. La luce combatte per scacciare le ombre della sera, ma anche quando sembra essere sconfitta dalle tenebre, basta alzare gli occhi al cielo e vedere quante stelle vi brillano, ed ognuna di esse è un sole caldo e luminoso.
La notte è già sconfitta, dobbiamo solo attendere il ritorno del nostro sole.

venerdì 20 marzo 2009

Non dimentichiamo il Bilancio!

Le disavventure del nostro Sindaco ci stanno facendo dimenticare le tante notizie VERE che sono uscite dalla sessione di bilancio. A cominciare, ad esempio, dalla considerazione che, quando anche Farioli ritiri le sue dimissioni, le parole dette dai protagonisti del botta e risposta, Raimondi e Orsi, sono nelle registrazioni della serata e quindi sarà facile rileggere le accuse che si sono reciprocamente scambiati questi consiglieri a nome proprio o del proprio partito.
E guardacaso, almeno per quel che riguarda le parole di Orsi, sono esattamente le cose che da anni il Centrosinistra di Busto Arsizio contesta a questa e alle precedenti amministrazioni: personalismi e protagonismo alle stelle, pensiero positivo per la città: assente.
Il bilancio che è stato approvato è l'ennesimo brutto bilancio per la città, privo di ogni bagliore di innovazione, chiuso nella sua torre dove si è già detto cosa si può fare e cosa non si può. Pochissime le sollecitazioni ammesse!
Il PD ha lavorato sodo su questo bilancio e lo ha dimostrato con i suoi emendamenti e le sue mozioni, quasi tutte respinte però. Lo stesso stiamo lavorando attorno alla commissione crisi che però non sta dando quei segnali che mi sarei aspettato: a fronte delle promesse fatte, sono uscite poche cose concrete. Certo andare a chiedere soldi a chi sta peggio (leggi Pro Patria) è stata una mossa un po' azzardata, ma io personalmente ho avuto l'impressione che, a fronte di capitoli ormai chiusi, nessuno abbia voluto riaprire i giochi e che questo abbia di conseguenza bloccato tutte le speranze sulle disponibilità economiche.
Certo, non riuscire a garantire nemmeno l'ordinario già la dice lunga... e questo anche grazie alla politica centralista del Governo, che ha duramente colpito le amministrazioni locali.
Anche il fatto di fare affidamento sugli 800.000 euro che si conta di recuperare dall'azione della Corte dei Conti mi sembra abbastanza gretta. Di questo passo, non resteranno che le elemosine!

giovedì 19 marzo 2009

Il giorno dopo le dimissioni

Chiedo scusa ai lettori, ma ho una mano infortunata e faccio molta fatica a scrivere. Però stanno accadendo cose importanti che meritano attenzione. Il Sindaco Farioli ha dato delle mezze dimissioni, come avevo facilmente previsto. Ciò che lui non ha valutato sono le conseguenze del suo gesto: chiaro che a livello locale non gli è mancata la solidarietà della stessa Lega, ma così facendo ha dato vari messaggi, tutti pessimi.
Il primo gli è stato subito contestato dal suo partito: a pochi giorni dalla nascita del PdL e mentre infuria la bufera sulla questione dei medici che possono denunciare i clandestini, questo "atto di forza" proprio non piace.
Non è stato nemmeno gradito dai cittadini, che vedono ripetersi la storia di Rosa, "uomo solo al comando"; inoltre così c'è senz'altro meno Busto...
Non piace alla Lega, cui non garba questo atteggiamento che la costringe a mettere in luce tutte le risse interne, e non dicano ora che non è vero!
Non piace nemmeno a noi della minoranza perchè in questo momento di crisi fortissima serve un atteggiamento costruttivo pur nel confronto e nella dialettica politica, facendo così si buttano a mare tutte le iniziative che faticosamente si stavano costruendo.
Penso che solo così ce ne siano abbastanza per una seria riflessione.

mercoledì 18 marzo 2009

All'una di notte il Sindaco di dimette. Sarà vero?

La notte di mercoledì 18 marzo 2009, subito dopo la votazione del Bilancio di Previsione, il Sindaco Farioli ha annunciato le proprie dimissione nella sala consiliare, di fronte a tutto il consiglio ancora riunito. In precedenza, durante le dichiarazioni di voto, la Lega si era esposta con un comunicato duro nei confronti del Sindaco a cui si assicurava un voto "di partito", o meglio "di coalizione".
A questi rispondeva piccato il capogruppo Orsi, ricordando tutte le ferite lasciate aperte dalle passate amministrazioni leghiste guidate da Tosi, con le opere faraoniche, l'acquisto del Borri, il lievitare dei mutui e via discorrendo.
Una frattura che ora pare insanabile, ma che altre volte ha visto poi ricomporre frammenti grazie ad interventi "esterni" e benedizioni superiori. Aspettiamo per vedere se tutto questo sarà vero, oppure sia stato uno scherzo di Morfeo (non il calciatore, ma il dio greco), che approfittando dell'ora si è impossessato della mente dei presenti...

martedì 17 marzo 2009

Il calo di consenso alla politica

L'ultima rilevazione sul gradimento dei cittadini nei confronti del Governo e del Premier vede scendere l'indice di parecchi punti (10 nel caso del Premier!), mentre sale il gradimento per Lega e PD. Forse la gente ha cominciato a capire che continuare a dire che la crisi non è così grave, quasi a nascondere una verità esplicità, ormai non fa più presa.
Io mi auguro che questo sia vero, che finalmente la gente attraverso questo momento tremendo, torni con i piedi per terra, ma soprattutto ricominci a ragionare con la propria testa, credendo solo a ciò che vede e non a ciò che le viene promesso.
Non è questione di "casta", di valore della politica, ma di quanto vogliamo che l'onestà e la trasparenza prevalgano sulla menzogna. Oggi questo rapporto è compromesso anche per le troppe distribuzioni di posizioni che danno un reddito a persone della politica o vicine alla politica per cui i cittadini sentono che le difficoltà che devono sopportare non sono condivise.
Nessun politico va in cassa integrazione, nessun politico va in mobilità, nessun politico viene licenziato. Se perde il posto (non viene eletto), gli si trova la presidenza di un ente o la partecipazione in un consiglio di amministrazione ed il gioco è fatto. Si campa per anni e anni mentre le persone normali vivono nell'angoscia della perdita del lavoro. E non parlo solo dei lavoratori dipendenti, ma anche dei professionisti, artigiani, commercianti che non hanno più la possibilità di svolgere la propria attività.
Ho proposto in tempi non sospetti di eliminare qualche assessore: a Busto, ce ne sono troppi. Lo ha detto anche Porfidio? E allora?
Noi abbiamo il dovere istituzionale di essere degli esempi, la politica è anche servizio e non necessariamente deve assicurare uno stipendio. Riflettiamo seriamente su questo, senza pregiudizi.

domenica 15 marzo 2009

Le bugie hanno le gambe corte, nessun campo nomadi

Nei giorni scorsi il quartiere del Redentore è stato messo in subbuglio dalla notizia della realizzazione di un campo nomadi in via Vesuvio. Sono girati anche fogli di raccolta di firme per chiedere al Sindaco di impedirne la realizzazione. Forte l'emozione tra la gente del quartiere, ma durante le messe domenicali è accaduto qualche cosa che dà un quadro nuovo alla questione.

Don Giorgio, parroco del Redentore, alla fine delle messe di sabato e domenica ha voluto riferire ai propri fedeli che non vi è nulla di cui aver timore. "Non voglio prendere le parti della politica, lo dico solo per giustizia e rispetto delle persone", afferma don Giorgio, "ma la questione non sta nei termini in cui è stata posta. Non si tratta di un campo nomadi, ma della richiesta di una famiglia di giostrai italiani che da anni è presente nella nostra parrocchia, di poter acquisire un lotto di terreno (700 metri quadrati) che permetta di insediare in modo non precario, ma soprattutto non abusivo, le loro roulotte".

In effetti, risulta che la famiglia in questione ha pagato già da un anno l'affitto anticipato; la Giunta aveva concesso l'area con una delibera assunta già da due anni, ma poi non aveva dato seguito alla propria decisione, e sulla base di questi documenti essa ha fatto ricorso fino al Giudice di Pace, che ha dato torto al Comune, chiedendo di dare luogo alle decisioni assunte.

Chiaro che la politica ha avuto il suo ruolo, tanto che questa mattina alcuni attivisti della Lega Nord erano davanti alla Chiesa del Redentore per volantinare sull'argomento, ma le dichiarazioni del parroco hanno sicuramente spiazzato la situazione: molte persone hanno infatti rifiutato il volantino o lo hanno gettato senza nemmeno leggerlo, dopo aver dato appena un'occhiata.

Un vero autogol per la Lega Nord, che questa volta ha voluto esagerare. Si è parlato di campo nomadi, di zingari, di rom. La famiglia in questione è regolare, italiana, perfettamente inserita nel tessuto sociale; da anni viene seguita dalla San Vincenzo parrocchiale, anche perchè non è facile vivere in condizioni di perenne precarietà.

Aggiungo questo mio commento a quanto ho pubblicato su Altomilaneseinrete, perchè in quella veste faccio giornalismo dilettantesco, cercando di restare entro i fatti, ma qui mi sento di dire che siamo in una situazione al limite, sia del buon senso, sia della legittimità. Mistificazioni, politica della paura, sciacallaggio morale, mettetela come volete, ma siamo di fronte a persone che non sono un pericolo, anzi chiedono di vedere rispettato un loro diritto legittimo.

Ciò che mi dà più dolore è comunque sapere che molte persone, anche all'interno della parrocchia e dell'oratorio, si sono prodigate per raccogliere firme contro questo "insediamento", dimostrando esattamente il contrario di ciò che vogliono rappresentare con la loro appartenenza alla fede cattolica. Accoglienza, fraternità e condivisione non sono parole che trovano spazio nel loro vocabolario.

sabato 14 marzo 2009

Ciao Danilo, ci si vede prima o poi

Caro Danilo, ci sono cose che sfuggono alla nostra comprensione, a noi che siamo semplicemente e solamente umani. Così ci sentiamo ridicolmente inermi di fronte alla morte, tanto da sentirci soli e distanti da ogni forma di soprannaturale, da chiederci, anche chi ha vicino al cuore la fede, come Gesù sulla croce: "Padre, perchè mi hai abbandonato?".
Oggi ti accompagneremo per l'ultima volta attraverso la chiesa che anche tu aiutasti a costruire, non quella fatta di mattoni e cemento, ma quella fatta di carne, dove tanti amici hanno condiviso con te momenti belli e meno felici. Ricordi, come sempre in queste occasioni, si accavallano nella mente, quasi a fortificare una convinzione che ho, che nessuno muore finchè qualcuno sulla terra potrà ricordare una parola, un gesto, un segno di amicizia.
Le tante persone che ho visto in queste sere stringersi nel tuo ricordo mi fanno pensare che tu sia vivo e presente in mezzo a noi, e che mentre noi celebreremo il rito che ti accompagnerà nel tuo ultimo viaggio tu entrerai dalla porta della Chiesa e ci chiederai cosa succede, perchè tu sarai lì seduto in mezzo a noi.
Hai avuto dalla vita molti dolori, ma anche una famiglia meravigliosa, Gabriella tua moglie e i tuoi figli, splendidi. Stai certo che la tua vita, solo per questo, ha avuto una grande ricchezza. Poi ci sono i tuoi amici che oggi ti piangono, sì, ma sanno che tu non vorresti che loro fossero tristi e magari saresti anche capace di tirare fuori qualche scanzonata frase delle tue.
Te ne sei andato in silenzio, ma anche nel modo più bello, per chi deve fare questo passo, nel sonno dei giusti. Certo avremmo voluto che questo fosse avvenuto molto più in là nel tempo, che tu avessi potuto godere almeno una parte di quel tempo che la vita ti aveva in parte rubato con una malattia appena superata, quando ora si tornava a vedere la luce.
Ma se crediamo, sappiamo che ora tu sei vicino al Padre. E questa è la nostra consolazione. A proposito, adesso che Gli sei vicino, stai attento a quello che dici e se puoi, parla bene di noi al Signore. Lui ti ascolterà.
Ciao Danilo, ci si vede prima o poi.

mercoledì 11 marzo 2009

La lezione inglese

Questa volta parlo di calcio. Inter e Juve fuori dalla Coppa dei Campioni, mentre scrivo non so la sorte della Roma. Ma poco importa. La lezione inglese è comunque già arrivata.
Negli anni passati la Juve è stata al centro di contestazioni sulla correttezza delle gare giocate con l'aiuto degli arbitri, ora in Italia questo ruolo è passato all'Inter. Non c'è domenica che la squadra di Moratti non abbia un piccolo, ma significativo aiuto da parte degli arbitri italiani.
Ricordo solo l'ultimo episodio della rete fantasma di Balotelli a Genova domenica scorsa. In campo internazionale certi aiuti non ci sono e allora diventa difficile superare certi ostacoli, soprattutto quando si chiamano Manchester United e Chelsea.

martedì 10 marzo 2009

Del bilancio sociale si sono perse le tracce

Ieri sera vi è stata la prima commissione bilancio preparatoria per il Consiglio Comunale che dovrà approvare il Bilancio preventivo 2009. Qualche tempo fa, all'inizio di questa amministrazione, l'allora Assessore al Bilancio Cattaneo annunciò una rivoluzione per cui Busto Arsizio prese perfino un premio: il Bilancio Sociale. Ma dalle parole ai fatti non si è mai arrivati.
Oggi non so spiegarmi le ragioni di quel premio, oltretutto assegnato ad una amministrazione che ha dovuto passare dalle forche caudine della Corte dei Conti con un autentico massacro, ma di quell'annuncio oggi rimane solo la curiosità di capire cosa ci siamo in realtà persi.
Ieri sera, uno dei temi più sentiti è stato il diminuire della rendita delle partecipate, ovvero di AGESP Holding, che da tempo non è più la gallina dalle uova d'oro. Anche aver perso il debito più grosso, ovvero AGESP Trasporti, non ha aiutato a risollevare le sorti.
A Busto Arsizio si pagano poche tasse, afferma la Giunta, ed in parte è vero. Ma adesso che non c'è più l'ICI sulla prima casa, i conti rispetto alle altre città andrebbero rivisti e la forbice si chiude.
Oggi leggo le dichiarazioni della Presidente AGESP Paola Reguzzoni, che dice di non essere in grado di fare miracoli, e di conseguenza, deduco io, già il pareggio è un mezzo miracolo. Ma senza le perdite di AGESP Trasporti, significa che quest'anno saremmo andati sotto di qualche centinaio di migliaia di euro!
Altro aspetto della questione: i costi della Tassa Rifiuti. Tempo fa si sosteneva la necessità di dover passare da tassa a tariffa, ma questo tema non è più stato portato avanti.
Per passare a tariffa occorre rilevare con uno strumento idoneo la quantità di rifiuto prodotto da ogni famiglia. In qualche città questo è stato fatto, ma da noi non si è mai nemmeno cercato di trovare una soluzione. Allora continuiamo a vantarci di essere degli incapaci, tanto che l'amministrazione ripiana i costi, contribuendo con quasi il 30% della tassa. Se vi fosse una quantificazione esatta del rifiuto raccolto per ogni singola unità abitativa, sarebbe possibile attribuire i costi sulla base del rifiuto generato, e di conseguenza faremmo tutti molta attenzione a non esagerare nel produrli. Invece no.
Siamo sicuri che sia un buon affare in tempo di crisi?

lunedì 9 marzo 2009

La politica della casa, del lavoro e della famiglia al tempo della Grande Crisi

Continuando il nostro ragionamento sulla crisi e sulle reazioni a questo momento di difficoltà, non solo economica, ma anche di relazioni e di costume, dobbiamo fermarci un attimo a riflettere sulla condizione della famigla di fronte alla crisi.
La prima preoccupazione è quella del reddito familiare: chi ha assunto debiti nel passato, non solo recente, quali mutui per la casa o per l'auto, oggi corre seriamente il rischio di non avere soldi per provvedervi, rischiando di perdere ciò che ha faticosamente tentato di costruire in anni di lavoro.
Ma più banalmente, ad essere immediatamente costrette a "tirare la cinghia" sono le famiglie con figli ancora in casa che hanno perso il lavoro precario, genitori che magari hanno fatto sforzi e sacrifici per far studiare figlio che oggi si lo ritrovano alla soglia dei trent'anni senza ancora una prospettiva di lavoro sicuro; che stanno pensando a loro volta di farsi una famiglia, ma che con queste prospettive non riusciranno a vedere avverato il loro sogno in tempi brevi.
Penso ai pensionati al minimo o comunque privi di una rete solidale che possa provvedere anche alle loro necessità minime, quelli che chiudono le persiane per non far vedere ai vicini le loro difficoltà, e con grande dignità tentano di sopravvivere. Perchè vivere è un'altra cosa.
Una signora anziana mi confidava questo qualche giorno fa: "vorrei che il Signore mi aiutasse a togliermi di mezzo, ormai sono più un impiccio che altro". Mi si è stretto il cuore pensando che chi ha speso una vita per dare un futuro ai propri figli si trovi, per un verso o l'altro, a vivere solo e non trovi alcuna consolazione da parte di chi gli vive accanto, inteso come la parete accanto.
La nostra società si è impoverita di valori e di solidarietà.
Per questo mi sembra assolutamente perfetto quanto ha affermato monsignorAgnesi nel suo passaggio alla Commissione Crisi: chi riceve un aiuto economico dalle istituzioni lo deve restituire in tempo e disponibilità verso gli altri. La gratuità pagata dalla gratuità. Solo così si potrà imporre un ciclo virtuoso che porti ad assicurare anche a coloro che non hanno risorse proprie un'assistenza, un aiuto essenziale e, se questo meccanismo avrà funzionato, anche quando torneremo ad una vita più tranquilla questo esercizio avrà segnato la nostra coscienza con una esperienza che davvero arricchisce più che con il denaro.
Mi permeto anche di segnalare una particolare categoria a rischio: le famiglie numerose monoreddito. Due o più figli, un solo stipendio (prevalentemente procurato dal padre), sono i tratti caratteristici della famiglia più a rischio che si possa immaginare. Perdere quella forma di sostentamento sarebbe drammatico, nel vero senso della parola.
In questi ultimi vent'anni numerosi Governi hanno cercato di trovare (spesso solo a parole) una soluzione alla questione della famiglia, ma soprattutto hanno dimenticato questo schema di famiglia, tra l'altro uno dei più diffusi fino a qualche lustro fa. Adesso c'è difficoltà a creare nuove famiglie? Certo! Si convive, nel precariato non solo del lavoro, ma anche degli affetti e la questione della casa e del lavoro insieme costringono a scelte eroiche. Non tutti sono eroi, però.
Quale sarà la politica del lavoro, della casa e della famiglia di questo Governo? Chi lo può dire, soprattutto se guardiamo ai fatti concreti e non solo alle promesse elettorali o ai proclami politici?

domenica 8 marzo 2009

Una crisi terribile, ma non diciamolo

La situazione è grave ma non drammatica, secondo il Premier. Peccato che a dare la dimensione della crisi non sia tanto la nostra stampa, ma enti come la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Mondiale e qualche altro centinaio di fonti mondiali.
La cosa peggiore che potrebbe capitare all'Italia è che in una situazione come questa si minimizzi, quasi che la cosa fosse passeggera, che nel giro di qualche settimana si possa riprendere come se si trattasse di una crisi di Borsa... In America un gigante come la Genereal Motors sta scomparendo.
In Giappone Nissan e Sony sono alle corde, in Italia FIAT chiede aiuti di stato come un po' tutte le grandi fabbriche di auto, il settore più colpito dalla crisi.
Evitare di affrontare la crisi con tutti gli strumenti necessari significa impedire ad un'intera nazione di rispondere in modo adeguato. Se vi ricordate, nella vicenda Alitalia però qualcuno aveva tentato di mettere una piccola norma a protezione di quelli che una volta si chiamavano "boiardi di stato", i quali sebbene avessero commesso gravissimi errori ed inefficienze nel loro operato, se ne sono andati da enti primari per il tessuto dello Stato con liquidazioni milionarie in euro.
Oggi ci troviamo ad affrontare una crisi che sta colpendo centinaia, migliaia di aziende. Per la particolare conformazione della nostra economica, i primi a pagare sono stati i lavoratori precari, quelli a tempo determinato o a contratto, i quali non si sono visti rinnovare i contratti. Poi è toccato ai lavoratori dipendenti delle piccole e medie aziende che lavoravano per le grandi come terzisti, che progressivamente hanno visto perdere le commesse ed hanno iniziato a far ricorso alla cassa integrazione fin dagli ultimi mesi dello scorso anno.
Adesso tocca alle grandi aziende, per concludere il ciclo. Anche i "mostri sacri" multinazionali stanno programmando la cassa integrazione e chi vi scrive lo sa molto bene.
Stiamo entrando nella fase più critica di questa crisi, quella della "resistenza". Se riusciremo a resistere abbastanza a lungo rispetto a quella che sarà la lunghezza effettiva di questa crisi, forse riusciremo ad uscirne abbstanza velocemente e già dalla fine dell'estate dovremo vedere qualche segno tangibile di recupero. Altrimenti dovremo aspettare il 2010 e a quel punto sperare.
Sperare di non essere spazzati via.
Sperare che non si vada ad incidere sulle pensioni, perchè se si dovrà tirare la cinghia per troppo tempo non avremo più risorse per cassa integrazione e pensioni, soparttutto se i nostri prodotti finanziari non fossero più appetibili dal mercato internazionale. Una situazione grave e molto complessa, che il nosto Premier farebbe meglio a non giocare solo in chiave delle prossime elezioni europee: non potrà sempre cavarsela come ha fatto finora.

sabato 7 marzo 2009

Una crisi anche culturale

La Commissione Crisi sta lavorando e qualche risultato lo sta portando, se non altro perchè si parla di questa commissione e di ciò che rappresenta, delle risposte che si sta cercando di dare da parte dei commissari, ma soprattutto si parla di ciò che questa crisi rappresenta e della seria volontà che tutti hanno di volerla battere, anche se non sarà una cosa facile nè breve.
Queste sono le guerre dei paesi industrializzati nel XXI secolo. Lo avevamo già visto nel secolo scorso, anche se in realtà sono passati pochi anni: in Europa non si combatte una guerra vera e devastante dal 1945, anche se i fatti di Bosnia di dieci anni fa non furono esattamente fiorellini di campo.
Ma i motivi per cui si facevano le guerre sono ancora presenti in queste crisi: potere, denaro, ricchezze, controllo strategico delle risorse, e via dicendo. Oggi non si combatte per le terre irredente, per l'Alsazia e Lorena, non ci sono le guerre dei cent'anni o delle due rose, ma petrolio, gas, risorse naturali e prossimamente (secondo me in alcune zone si combatte già anche per questo) l'acqua potabile.
Cosa c'entrano tutte queste cose con la crisi di casa nostra? Molto. Questa crisi, è ovvio, non l'abbiamo generata noi. L'hanno generata l'ingengeria economica creativa, quella che ha promosso mutui facili e senza grandi garanzie, che ha aperto alla commistione tra banche e assicurazioni, al punto che c'erano banche che assicuravano e assicurazioni che prestavano soldi.
Quando alcuni giochini finanziari sono saltati, anche le sicurezze economiche sono saltate. Oggi si rischia che di fronte a tutte queste cose gli impreparati o coloro che vengono presi dal panico siano, ad esempio, quelle persone che il nuovo sistema ha imposto come mediatori nei confronti della clientela bancaria, i promoter finanziari, il cui reddito dipende dalla quantità di risorse che riescono a tenere strette o ad avvicinare ai rispettivi istituti.
Dovrebbero consigliare i propri clienti, ma in realtà pilotano flussi di denaro in modo "politico", per assicurare un risultato alla propria azienda. Non ce l'ho con loro, ovviamente: in moltissimi casi sono solo dei giovani laureati costruiti apposta per fare questo mestiere, ma con chi li ha voluti così, con chi oggi insiste in questa linea.
Se si vorrà cambiare qualcosa dopo questo periodo, si dovranno cambiare alcune leggi non scritte ed alcune scritte. Si dovrà aumentare la tutela delle persone perchè non è possibile mettere a repentaglio capitali accantonati per una serena vecchiaia; occorre che il mondo capitalizzato capisca che il capitale vero non sono le ricchezze accumulate, ma il benessere che da esse deriva e che queste non possono essere esclusiva di poche persone. Giusto tassare chi ha redditi enormi: se togliete 100 euro al mese a chi ne guadagna 1000, gli riducete le sue esigenze primarie, se togliete un milione al mese a chi ne guadagna 10 milioni, non compromettete il suo avvenire.
Eppure la percentuale è la stessa.

giovedì 5 marzo 2009

Un esperimento di democrazia telematica

Certe volte le idee più semplici sono quelle più efficaci. Lo abbiamo sperimentato anche ieri sera in commissione crisi, dove alla fine quello che conta non è tanto avere l'idea geniale, quanto fare incontrare la necessità con una soluzione, la migliore possibile.
Credo che l'intero Consiglio comunale debba ricavare qualche insegnamento da questa lezione. Spesso si sentono sostenere in consiglio tesi minime, veramente da "buca davanti al cancello di casa", che pure sono importanti, ma non essenziali per il benessere dell'intera collettività; oppure sentiamo parlare di istanze al mondo intero, o anche "solo" di indirizzo al Parlamento, ben sapendo che al Parlamento di ciò che pensa la città di Busto Arsizio su di un determinato argomento non interessa un fico secco. Allora bisogna essere pratici: affrontiamoci i nostri problemi, se possibile evitanto livelli veramente infimi di discussione, ma cercando di dare un connotato di efficacia e di contenuto alle discussioni.
Un altro elemento di riflessione è che per quanto si cerchi di discutere di tutto, com mille favolose formule, alla fine non si riesce mai ad arrivare alla evasione completa dell'ordine del giorno in discussione, anzi ora giaccono in attesa di dibattito mozioni vecchie di più di un anno. Se il problema esisteva, ormai è diventato cronico.
Quindi occorre esplare altre vie. Faccio allora una proposta ai miei colleghi consiglieri comunali: il consiglio aperto via blog. Visto che un numero crescente di colleghi consiglieri e di cittadini, oltre alla stampa ovviamente, frequenta il mio blog, vi lancio questa proposta:
1. ogni gruppo consiliare rappresentato in consiglio mi può far pervenire uno o più punti da proporre alla discussione, spedendomi il testo entro il venerdì mattina;
2. entro le ore 12.00 sottoporrò ai "capigruppo telematici" (da definirsi) l'elenco delle proposte pervenute, tra le quli ognuno mi segnalerà le tre che ritiene più interessanti, entro il sabato sera; ogni gruppo vale un voto;
3. durante la domenica provvederò a pubblicare sul mio blog le tre mozioni che avranno raccolto più consensi fra gli "e-capigruppo", e da quel momento ognuno, consigliere o cittadino, potrà commentare e dare il suo parere favorevole o contrario.
Un esperimento di democrazia telematica!
Se avrà successo, nel giro di qualche mese potrebbe essere proposto come strumento proprio dell'amministrazione; se fallirà, sarà stato un tentativo di introdurre un briciolo in più di partecipazione ad un organismo che rischia solo di collassare su se stesso.

mercoledì 4 marzo 2009

La storia infinita del nuovo Liceo Artistico di Busto Arsizio

C'era una volta il nuovo Liceo Artistico di Busto Arsizio. Mentre il Preside Monteduro si lamenta dei bus e dei trasporti pubblici che non aiutano gli alunni ad arrivare in tempo a scuola, e con gli altri presidi lancia la proposta di orari differenziati, l'area di fianco all'attuale sede centrale di via Manara, da tempo destinata ad ospitare la nuova struttura, fino ad ieri continuava ad essere tristemente priva di ogni segno di vita.
Oggi pare che finalmente qualcosa si sia mosso: qualche camion per movimento terra ha iniziato a frequentare l'area, forse un primo segnale dell'inizio di quella che dovrebbe essere la fase realizzativa della nuova struttura. Forse.
E qui il condizionale è d'obbligo, pensando alla storia che ha finora ammantanto il tanto sospirato nuovo Artistico che, sarà bene ricordarlo, ospita oggi più di 1.100 allievi su tre sedi sparse per la città e che è l'eccellenza in Lombardia.
La prima pietra posta nel febbraio del 2007 dall'allora Presidente della Provincia di Varese Marco Reguzzoni e il neoeletto sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, in realtà non è mai stata messa. A più di due anni da quella data, l'unica cosa che è successa è che Marco Reguzzoni è stato rieletto Presidente e dopo nove mesi è diventato onorevole ed ora tenta di difendere (sich!) le sorti della padana Malpensa di quel di Roma.
Intanto il primo progetto è fallito, nel vero senso della parola, essendo fallita l'impresa incaricata della realizzazione ed essendo stato completamente stravolto il progetto originale. Un anno fa l'attuale vicepresidente della Provincia di Varese Bottini (nonchè consigliere comunale di Busto Arsizio) aveva annunciato l'inizio dei lavori a ottobre 2008. Risultato: sei mesi di ritardo sul ritardo.
Riprendiamo quindi oggi questa trafila che io feci da giovane, quando studente del Liceo Scientifico Tosi con sede in via Carducci, entrando in prima Liceo nel 1973 ebbi come sede per il primo anno l'oratorio di San Filippo e per il secondo una villa in via Primo Maggio, mentre già era stata annunciata la costruzione del nuovo Liceo, che in realtà avvenne dopo che io presi la maturità scientifica.
Oggi dico per certo a quegli studenti del primo anno del 2007 che videro la posa della "invisibile" prima pietra che potranno stare certi: non potranno mai dire ai loro nipoti di essere stati ospitati dalla nuova sede del Liceo Artistico. Peccato...

martedì 3 marzo 2009

Il ritorno del nucleare

Il Ministero dell'Energia, in accordo con quello della Paura, ha comunicato che una delle sedi prescelte per l'installazione delle quattro nuove centrali nucleari previste dall'accordo Italo-francese siglato a fine febbraio 2009, sorgerà sull'area ex Cartiera Vita Mayer in Valle Olona.
I lavori per la preparazione dell'area ai lavori inizieranno a breve, si parla di massimo 3 o 4 anni. La costruzione dovrebbe essere conclusa entro il 2025 e l'entrata in funzione l'anno seguente.
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La notizia che leggete sopra è chiaramente un falso, ma cosa accadrà quando verranno rese note le località dove sorgeranno le nuove centrali nucleari previste dall'accordo Berlusconi-Sarkoszy?
Siamo in Italia, signori, dove la prima legge in questi temi è "non nel mio cortile".
Chi svegliandosi la mattina potrà essere felice nel vedere davanti alla propria finestra un cannone di cemento rivolto verso il cielo alto 100 metri gettare vapori, ma soprattutto svalutare case e campagne nell'intorno di 30 chilometri, perchè "quella è la zona della centrale nucleare"... Pensateci!

lunedì 2 marzo 2009

Rifiuti da salvare

Avevo promesso di tornare sull'argomento Rifiuti per trattarlo non tanto e non solo dalla prospettiva dell'inceneritore, ma per quello che i rifiuti oggi rappresentano nella nostra società.
Essi sono parte della nostra vita quotidiana, sono ciò che scartiamo da quello che è la parte di sostanza che riteniamo più buona ed attuale rispetto al nostro modo di vivere. Il rifiuto rappresenta una metafora del nostro passato, dell'inutilità, del superato, fino a ciò che ormai non ci appartiene o che ci disgusta. In questa prospettiva è difficile associare un'idea di valore al rifiuto, ma se lo rendiamo qualcosa di meno personale e più "industriale", riusciamo a coglierne aspetti che forse prima non potevamo vedere.
Non tutto ciò che è rifiuto per noi lo è anche per altri processi: ad esempio, nell'elettronica di consumo (cellulari, personal computer, televisori ed altre apparecchiature elettroniche) si fa uso di materiali molto pregiati, come oro, platino ed anche il rame o il silicio non sono da disprezzare.
Anche il materiale organico, il rifiuto di cucina (l'umido), può assumere un valore molto grande se trattato in modo opportuno: può diventare gas per alimentare centrali di produzione di energia elettrica e lo scarto finale può diventare fertilizzante per l'industria alimentare.
La carta, la plastica, il ferro o rottame in genere, perfino il legno sono già inseriti nel circuito del materiale da recuperare.
Quello che non riusciamo abitualmente a cogliere dei rifiuti è che se per noi hanno cessato di essere un bene o un prodotto, essi sono inseriti in una catena e che questa catena mantiene un valore, anche di notevole rilevanza, che spesso viene sottovalutato non solo da chi produce rifiuti, ma anche da chi li dovrebbe poi trattare.
Il concetto è spendere per eliminarli nel modo meno problematico possibile, ma se la questione fosse l'inverso, ovvero recuperare il rifiuto per ottenere il massimo da ciò che per noi non serve più in quella forma, ma che costituisce ancora valore per il materiale con cui è costruito e che opportunamente trattato, potrebbe costituire una ricchezza immensa.
Le persone che si lamentano del forno inceneritore di Borsano, giusto per fare un riferimento preciso, ne chiedono lo spegnimento perchè esso costituisce un periocolo reale o potenziale per la loro salute; forse il pericolo viene più da altri elementi, come ad esempio i camion che conferiscono il rifiuto, ma tralasciamo per ora questo particolare.
Credo sarebbe più saggio se essi chiedessero che il forno lavorasse secondo altre logiche, di protezione ambientale (si era parlato di portare una sede ARPA all'interno o nelle vicinanze dell'inceneritore), di raccolta differenziata, di ottimizzazione della catena del rifiuto e di cultura del rifiuto. Sembrano cose simili o ingenue, vi posso assicurare che non lo sono.
Quando sono stato a Casalmaggiore, a settembre dello scorso anno, ebbi materiale dal Sindaco (già protagonista di altre vicende meravigliose, come le fontanelle di acqua gassata in città) riguardo la possibilità di investire per favorire l'erogazione di detersivi, ammorbidenti e saponi attraverso dei dispensatori automatici ai quali accedere con la propria bottiglia. Il risultato è la riduzione dei contenitori di plastica che andremmo a conferire in discarica o alla differenziata.
L'economia prodotta avrebbe diverse ricadute positive: la riduzione del materiale da conferire e quindi il volume totale dei rifiuti, i quali sono composti per la gran parte di materiale di imballaggio. Pensate alle vaschette di polistirolo dove vi mettono le fettine di carne o di formaggio al supermercato, pensate a tutto il film plastico che le avvolge e vi farete un'idea.
Anzi, se ve ne volete fare una più precisa, guardate il vostro sacchetto della pattumiera questa sera, e guardate il vostro bidone dell'immondizia, guardate quello dei vicini, se potete e rendetevi conto di cosa gettate ogni giorno. Quel rifiuto, da qualche parte dovrà pure finire.
Se non andasse all'inceneritore, andrebbe in discarica e questo sarebbe forse peggio.
Dobbiamo cercare una soluzione che non sia, come dicono gli inglesi, non nel mio giardino, ma la migliore possibile per tutti, comprendendo bene cosa significhi in verità, gestire in modo moderno il ciclo del rifiuto solido urbano.

domenica 1 marzo 2009

Tutti pazzi per Facebook - seconda parte

Torno a parlare di Facebook visto che ho ricevuto alcune mail che mi chiedono di approfondire l'argomento, in particolare quando parlo di privacy e ruolo dei genitori, soprattutto quando i ragazzi sono praticolarmente giovani.
Non si tratta di fare allarmismi esagerati, per questo basta il mitico "Ministero della Paura" evocato da Albanese e molto ben interpretato dall'attuale Governo italiano. Ma si tratta comunque di tutelare i più giovani, evitando di prestarsi a terribili equivoci.
Cominciamo allora dalla privacy: una cosa molto comune dei Social Network (categoria a cui Facebook appartiene) è quello di lasciare dare libero sfogo a tutta l'esteriorità che ognuno di noi vorrebbe avere, soprattutto in un'epoca in cui l'apparenza se non è tutto, è almeno buona parte dell'essere di molte persone.
Quindi normale mettere foto proprie o dei propri amici su Facebook, senza porsi troppi problemi del tipo che l'amico di turno possa essere d'accordo o meno. Dobbiamo anche ricordarci che le scelte altrui possono essere diverse dalle nostre, così come dobbiamo pretendere ed ottenere riservatezza per la nostra immagine, perchè esiste un diritto all'immagine e alla riservatezza che spesso dimentichiamo. Inoltre, un'immagine messa su internet o su di un Social Network equivale a perderne il controllo, chiunque può "rubarla" ed usarla non sempre per usi innocui.
Impossibile rincorrere un'immagine una volta che viene pubblicata. Così come è molto difficile cancellare i propri dati una volta che li abbiamo messi o registrati in uno di questi contenitori.
Una cosa che forse non è chiara è che le società che gestiscono questi strumenti sono solitamente all'estero e non sempre le leggi sulla privacy sono uguali in tutti i paesi. Chiedere di essere cancellati da una lista o che ne vengano cancellati i nostri dati potrebbe non significare nulla.
Ecco perchè è bene limitare i dati che mettiamo in rete a quelli che riteniamo assolutamente pubblici e che non danneggino la nostra privacy.
Un altro elemento critico è quello dei genitori che vogliono difendere i propri figli da attacchi o molestie informatiche. Qui vale la pena di ricordare sempre che la Polizia Postale svolge un'azione di controllo e indagine efficace, per cui i genitori devono segnalare a questo ente ogni eventuale dubbio o evidenza di violazione. Sul sito della Polizia Postale potranno inolte trovare indicazioni per difendere al meglio i figli che restano soli davanti al computer. Vi sono alcuni siti che parlano di come difendere i minori quando stanno utilizzando internet, ve ne propongo un paio solo per stimolare la vostra attenzione:
Internet e la rete sono strumenti eccezionali, sono quella parte di tecnologia che sta cambiando il mondo e le nostre azioni, potranno anche essere la base della nuova economia che nascerà da questa crisi, ma non dobbiamo dimenticare che sono anche agenti nuovi, con i quali dobbiamo fare i conti. Se vogliamo essere genitori attenti all'educazione dei nostri figli, volenti o nolenti dobbiamo informarci sull'uso di questi prodotti e servizi, dobbiamo essere certi che offriamo ai minori occasioni di studio, di svago, di comunicazione lecite e sicure, e per questo occorre attuare poche e semplici regole. Il lupo cattivo ormai arriva anche attraverso la rete!

Leggi Tutti pazzi per Facebook - prima parte

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