Alessandro Berteotti

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martedì 27 luglio 2010

Giudici indegni, moralità soffocata

Anche domani dovremo registrare un nuovo voto di fiducia del Governo sul Decreto sulla stretta economica. Per chi non lo avesse compreso, la cosiddetta "fiducia" è un'operazione che l'istituzione democratica ammette solo come "ultima possibilità", mentre questo governo la usa solo per annullare il dibattito, cancellare gli emendamenti dell'opposizione ed impedire un voto davvero espressione della volontà dei rappresentanti eletti. Malgrado la grande maggioranza di cui gode, non perde occasione di mettersi al riparo da eventuali soprese nell'urna, come spesso capita nelle votazioni semplici.
Chi critica l'opposizione, spesso a ragione, talvolta dimentica questo piccolo, ma fondamentale aspetto del confronto democratico, ovvero la possibilità di chi si oppone alle disposizioni della maggioranza di poter argomentare nell'aula parlamentare le proprie tesi.
Invece, troppo spesso si ricorre poi alla stampa, alla televisione, ai media per comunicare il proprio pensiero. Questo fa scivolare purtroppo i contenuti, anche di spessore, sotto il modo di comunicare: il "gridato" di certe scene nasconde il vuoto delle idee.
Quante volte i parlamentari intervistati replicano ad osservazioni puntuali solo con affermazioni volte a denigrare in modo gratuito e violento l'avversario politico. Campioni di questo spettacolo sono di solito i "portavoce" dei partiti, e tra questi certamente vi sono persone come Bonaiuti, Cicchitto e Capezzone che, liberi di esprimersi davanti al microfono, puntano più a mettere in evidenza aspetti di colore o direttamente a denigrare le affermazioni dell'opposizione, senza quasi mai avere un dato, un numero, un riscontro che avvalori le proprie tesi.
Dico questo perchè immagino le repliche di costoro alle notizie odierne che arrivano dai palazzi di giustizia, dopo gli interrogatori di Verdini e di Dell'Utri e l'avviso di garanzia a Caliendo, Sottosegretario alla Giustizia. La P3, figlia o sorella della P2, chiuderà la carriera politica di Berlusconi, insieme a Cicchitto ed altri già presente in quella organizzazione segreta, ma prima di questo epilogo già scritto ci sarà una lunga agonia che rischierà di rendere ancora più straziante la fine di questa era politica.
Per capire quanto sia profonda la ferita che affligge oggi la Giustizia e la democrazia in questo particolare momento, riprendo quanto afferma il magistrato Adriano Sansa su Famiglia Cristiana di questa settimana: "Parlano. Linguaggio da malavitosi, frasi in codice. Volgari, arroganti, sprezzanti. Sono faccendieri, talvolta pregiudicati. Trattano di nomine in grandi uffici giudiziari, di ispezioni ministeriali ai tribunali che non li assecondano, di come influenzare la Corte Costituzionale. Ma non conversano soltanto tra loro. Si intrattengono con magistrati in servizio o in aspettativa per incarichi politici e amministrativi. Con Presidenti di regione, dirigenti di partito. Usano il 'tu', si chiamano a vicenda 'caro'; diventano minacciosi quando toccano chi si oppone ai loro disegni.
Ho provato a leggere i fogli non più segreti delle intercettazioni. Non avrei dovuto sorprendermi, se il paese declina ed è corrotto: il marcio penetra ovunque. Ma quei magistrati traditori! Certo, altri giudici conducono le inchieste, svelano i reati, mostrano che il sistema esiste e resiste. Però la scoperta è dolorosa... La giustizia è presidio della democrazia. Da anni la si trascura, la si attacca proprio quando meglio serve la legge e i cittadini, e intanto si cercano gli anelli deboli per corrompere quando conviene... Come possono grandi regioni tenere un Governatore che colloquia con faccendieri in toni di disgustosa complicità? Come possono stare al governo uomini dai soprannomi ridicoli che si prestano al gioco? La legge sulle intercettazioni vuole impedire che si scoprano queste malefatte. Non ho tanto paura di costoro, dunque, quanto di noi cittadini incapaci di reagire. Ma sono i giorni dell'anniversario dell'assassinio di Giorgio Ambrosoli. Leggo un libro che raccoglie le parole limpide di Antonio Caponnetto. Possiamo farcela, ma solo se non saremo vili".
Ebbene, se queste parole non lasciano nel vostro cuore e nella vostra mente almeno un alito di dubbio, di incertezza sulla costruzione di un sistema di governo parallelo ed alternativo alla democrazia, basato sulla mistificazione e sulla manipolazione della Giustizia, allora davvero chi ha vissuto, combattuto e donato la vita per la libertà di questo Paese verrebbe tradito dai propri figli e nipoti. Non possiamo permetterlo.
Un'ultima osservazione sul Presidente Gianfranco Fini: scusi, ma dov'è stato lei finora? Con chi ha governato negli anni passati, con chi ha diviso incarichi di Governo? Si prenda anche lei le sue responsabilità, quando parla di questione morale.

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