Pare che il mio discorso di qualche giorno fa sulla "questione morale" abbia fatto innervosire qualcuno. Non mi stupisco: fintanto che parliamo di cose lontane da noi, va tutto bene; ma quando i fatti e le persone cominciano ad essere così prossime, è chiaro che la reazione diventa più istintiva.
Il tema però, a mio parere, non è da sottovalutare e, per molti versi, investe anche la minoranza di cui faccio parte. Premesso che io non posso essere censore di nessuno, prendo solo spunto da alcuni appunti che mi sono stati fatti, nella mia veste di consigliere, da normali cittadini, e cerco di riportarli in una logica di confronto allargato, proprio per cercare di realizzare quel dialogo che diversamente non può avvenire.
Dunque, il principale rilievo che viene rivolto a noi rappresentanti dell'opposizione (o minoranza che dir si voglia), è è di non essere incisivi, di non saper portare avanti una opposizione vera a questa Giunta e di non saper nemmeno distinguere tra ciò che è giusto per la città rispetto a ciò che non lo è. Purtroppo le stesse persone mi dimostrano anche di non sapere affatto cosa sia possibile fare, stando all'opposizione, con gli strumenti che la legge pone nelle mani dei consiglieri.
A parte questo, devo riconscere che in molti casi questi rilievi sono veri, ma anche perchè l'opposizione si trova nella situazione di non avere notizie, o di averle tardi; l'opposizione può sì interrogare, ma spesso non riceve risposta.
Essere opposizione non significa andare a testa bassa contro la maggioranza. Una buona parte della "questione morale" è proprio dettata dal tipo di rapporto che si deve instaurare tra maggioranza ed opposizione.
Ho accusato la maggioranza di Busto Arsizio di essere "poltronistica" perchè alla minoranza non ha concesso che la presidenza della commissione bilancio, che per quanto importante, da sola non è in grado di garantire nulla. Vedasi caso Corte dei Conti, il quale suggerisce il mio sospetto che quella commissione non ci fu affidata solo per magnanimità.
Tutto questo non cancella le responsabilità della minoranza, che comunque è assai variegata, con frange che arrivano ad essere politicamente molto vicine alla maggioranza: difficile trovare una linea comune su molti temi.
La legge 267/2000 chiede ai partiti di presentarsi agli elettori con un programma, e dovrebbe esse un obbligo morale rispettare poi, una volta eletti, ciò che si prese come impegno con i cittadini. E' dunque un diritto dei cittadini rilevare se le azioni della Giunta o delle stesse minoranze siano prese in linea con quanto descritto nei programmi presentati alla città.
Ad esempio, tanto per capirci: potremmo chiedere alla Giunta attuale cosa dicesse il programma riguardo al verde pubblico se, come accade leggendo il più recente numero del settimanale "L'Informazione", si rileva che Gianfranco Tosi (ex sindaco leghista, non un Quisquino qualsiasi) si sorprende del taglio degli alberi di viale Borri. Se si sorprende anche la minoranza di ciò, vuol dire che non è chiaro chi stia amministrando la città e sulla base di quale programma. Questa è una "questione morale", quella di tradire, o comunque di non dare seguito in maniera coerente, ai punti riportati nel programma elettorale, che costituiscono il "contratto" con i cittadini per cui una Giunta amministra la città.
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