Alessandro Berteotti

La mia foto
Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

sabato 28 febbraio 2009

Le ragioni di un non voto

Leggendo i giornali di oggi, si possono cogliere le differenti posizioni a margine della vicenda della mancata approvazione della mozione su ACCAM proposta nell'ultimo consiglio dell'altra sera.
Ovvimente, la maggioranza tende a scaricare sulla minoranza la "colpa" di non aver partecipato al voto, mentre la minoranza afferma che se la maggioranza porta un punto ritenuto di massima importanza all'attenzione del consiglio, deve essere anche in grado di sostenere il dibattito in modo autonomo.
Lasciamo per un attimo fuori dal ragionamento questo discorso e consideriamo invece un altro elemento che, come ben sanno i politici, ha in questi casi un valore importantissimo: il tempo per la discussione. Anche questa maggioranza, come le altre prima di questa, non ha cambiato l'abitudine di presentare i punti deliberativi all'ultimo momento, e non solo. Bisonga approvare il punto, siamo già in ritardo per cui decidete alla svelta perchè questa è l'ultima possibilità che abbiamo.
Già, ma a furia di prendere questa posizione, ormai non si distingue più ciò che è realmente urgente da ciò che viene metodicamente portato all'attenzione (volutamente distratta) del consiglio.
Allora, se il consiglio decide di vederci più chiaro oppure di non decidere, può essere che su questo preciso tema, parte della stessa maggioranza abbia deciso di non decidere, astenendosi dal voto e restando fuori dall'aula.
Troppo grande la responsabilità di un atto non assimilato, non compreso fino in fondo, ma con una responsabilità grande sulle spalle, nel caso in cui essa fosse stata assunta. Immagino che in queste condizioni chiunque potesse avere avuto un ripensamento, una titubanza, anche politica.
Non voglio condannare, non voglio assolvere, non voglio giudicare: lascio alle persone valutare in modo autonomo quale possa essere la maggiore responsabilità sull'argomento.
Forse per una volta anche la maggioranza ha potuto provare il disagio in cui da sempre la minoranza si trova ad operare...

venerdì 27 febbraio 2009

La crisi alle porte

Ci sono momenti in cui la gente ha il diritto di chiedersi che cosa stia succedendo. Ieri sera il consiglio comunale ha prodotto uno di questi momenti. Vediamo di chiarire.
Il Sindaco Farioli ha portato in Consiglio una delibera apparentemente innocua, che chiedeva "di incaricare il Sindaco di rinegoziare la “Convenzione” in essere tra il Comune di Busto Arsizio e
Accam S.p.A. per giungere ad una nuova disciplina dei rapporti da sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale
".
Rinegoziare la convenzione significa dare forma concreta al revamping e alla spesa di 35 milioni di euro, preventivata in parte per ammodernare il forno ed in parte per ottenere le certificazioni che permettono di accedere agli incentivi regionali. Questo però avviene a fronte dei patti intercorsi nel 2006 che hanno permesso di ottenere da parte di ACCAM il nuovo contratto di affitto, una una tantum a sanatoria del periodo intercorso tra la scadenza della precedente convenzione trentennale del 1971 (2001) e la chiusura dell'impianto nel 2019.
In mezzo a tutto questo ci stanno: il Comitato Inceneritore di Borsano, che da sempre reclama per la salute dei cittadini, gli altri comuni minori, i quali hanno senz'altro un potere contrattuale inferiore rispetto a quello delle città maggiori, essendo il sistema di potere ripartito in maniera percentuale al numero totale dei cittadini.
Mi permetterò di fare in seguito un altro ragionamento sul discorso "rifiuti"; per ora mi limito alle convenienze politiche, così come sono uscite dai discorsi di ieri sera. Se la Lega non si presenta ed il 40% di Forza Italia non si presenta, ciò significa che buona parte della maggioranza (8 su 19), non pensano sia opportuno partecipare al voto. Scusate, nel numero ci sono anche degli assenti giustificati, ma è già successo che si sia andati a prendere moribondi a casa pur di farli votare.
Vista l'impossibilità di agganciare questa ipotesi, l'alternativa politica è stata quella di chiedere (qui si!) la stampella politica dell'opposizione e poi di criticarne il silenzio.
Ma cos'altro c'è da dire sulla questione? Una delibera proposta dalla maggioranza che essa stessa non riesce a sostenere, dal momento che è stata definita quasi un favore fatto al consiglio, non poteva e non doveva sollevare tutte le questioni che invece ha evidenziato.
Segno chiaro, questo sì, che tanto innocua tale delibera non era, che il coinvolgimento politico del consiglio c'era, eccome, e che la sua mancata approvazione a questo punto mette a nudo tutti i problemi di maggioranza che da sempre andiamo manifestando e denunciando.
Come sapete, cerco da queste pagine di dare una spiegazione politica, per quanto possibile asettica, delle cose locali, col solo intento di appassionare qualche cittadino in più alla politica. In questo caso devo schierarmi perchè la questione è di una importanza vitale per la stessa Giunta. La richiesta formulata di dimissioni del Sindaco, a fronte di questo fatto, non è così balzana e andrebbe considerata molto attentamente anche dal diretto interessato.
Si ricordi il Sindaco delle parole di sua madre nell'intervista di un paio d'anni fa: si guardi dagli amici, sono più onesti gli avversari politici...

mercoledì 25 febbraio 2009

Le vergogne d'Italia

Dicono che le sentenze non si commentano: storie. A me sembra che quella di oggi che decreta la distruzione delle intercettazioni Berlusconi-Saccà per i favori da accordare ad alcune "veline" TV, può anche essere cancellata dalla sentenza di un giudice, ma non può essere cancellata dalla memoria e dal giudizio delle persone perbene.
Perchè è giusto scandalizzarsi se una persona fa certe affermazioni, nella posizione in cui si trovavano i due protagonisti di questa brutta storia. Passa sempre più nel costume e quindi anche nei giudizi dei giudici, questo brutto atteggiamento di non voler punire queste cose.
E allora si scandalizzi almeno il popolo che vuole onestà e trasparenza a tutti i livelli, anche se è un popolo rimasto esiguo, perchè alla fine sono molti quelli che avrebbero voluto essere nelle vesti di uno dei due protagonisti.
Si scandalizzi anche per la condanna data all'avvocato Mills, volutamente dimenticata perchè se lui ha corrotto è perchè qualcuno, protetto dal lodo Alfano, gli ha detto di farlo.
Siamo ormai al Paese delle banane...

martedì 24 febbraio 2009

Le mie dimissioni per una spinta positiva alla Commissione Crisi

Ieri sera mi sono dimesso da vicepresidente della Commissione Crisi. Le motivazioni sono dettate da alcune voci che hanno preso a circolare in maggioranza circa un mio "presunto inciucio modello Villari". Nulla di più falso.
In ogni caso, nell'interesse di tutelare il lavoro che la commissione potrà fare, ancorchè limitato, ho deciso, in accordo con l'esecutivo del partito, da offrire le mie dimissioni per eliminare ogni e qualsiasi voce in questo senso.
Semmai i problemi sono nella maggioranza, ad esempio tra chi vorrebbe utilizzare i già scarsi fondi disponibili per rianimare un cadavere come il PSTL, che già è messo in liquidazione all'approvazione del prossimo bilancio, come detto anche ieri sera.
Una vicepresidenza vale come avere il due di fiori quando la briscola è cuori. Sono ben altri i problemi che dovremo affrontare e risolvere, per cui invito caldamente tutti i commissari ed il Presidente della Commissione a prendere atto di questo passo in modo sereno e di predisporre per la transizione al nuovo vicepresidente, auspicando una attenzione ai problemi veri e senza voler provocare polemiche che nulla hanno a che vedere con il lavoro della commissione.

lunedì 23 febbraio 2009

Il Bipolarismo mite

"Far cadere l’incomunicabilità che caratterizza la politica italiana transitando verso un bipolarismo maturo fatto di alternanza e di condivisione allo stesso tempo. Questo è l’obiettivo che ciascuna parte politica dovrebbe avere."
Questa frase non è mia, ma è la prima che compare nel documento fondativo dell'Intergruppo Parlamentare sulla Sussidiarietà, formato da parlamentari di tutti gli schieramenti politici che vedono la necessità di un "bipolarismo mite" e non di pura contrapposizione come invece oggi avviene.
Se ne parla davvero poco, e qualsiasi iniziativa presa viene poi confinata in spazi ristretti della comunicazione politica e quasi nulla trapela al grande pubblico. Penso che anche la maggior parte di voi resti stranita da questa notizia.
E credo di interpretare la curiosità di molti nel chiedersi chi mai potrebbe aver aderito a tale gruppo: lo soddisfo subito, riportando i nomi dei firmatari del documento.
On. Maurizio Lupi, On. Pierluigi Bersani, On. Enrico Letta, On. Luigi Casero, On. Angelino Alfano, On. Luca Volontè, On. Ermete Realacci, On. Gianfranco Blasi, Sen. Grazia Sestini e diversi altri che si sono aggiunti nel tempo a questo primo nucleo.
Mi è sembrato giusto presentare questa iniziativa oggi, primo giorno lavorativo dopo l'assemblea del PD che ha nominato Franceschini portavoce del partito (in pratica segretario) fino al prossimo congresso d'autunno, se nel frattempo non cambiano altre cose, perchè finalmente si possa applicare il concetto di maggioritario fino in fondo, ovvero contrariamente a ciò che il Berlusconismo ci ha fatto credere in questi anni, non una forma di scontro sanguinoso e virulento, ma un confronto di idee sì forte, ma che operi nel senso di dare certezza di governo senza rompere il filo della costruzione di un Paese forte e unito.
Il danno provocato dal Berlusconismo è terribile e ormai è talmente forte da aver causato danni anche nei partiti a lui avversi, che ne hanno assorbito la logica distruttiva.
La frase che mi ha colpito di più di questo documento recita: "Dialogare non significa, però, annullare la propria identità. Senza identità, infatti, non può esserci dialogo". Spero che il nuovo corso che Franceschini si appresta a tracciare tenga conto di questa sollecitazione, ed insieme a lui ne tengano conto tutte le persone che hanno saggezza e amore per il vivere civile.

domenica 22 febbraio 2009

Il Partito Democratico sospeso tra passato e futuro

Ci sono silenzi che parlano più di mille parole. Il mio silenzio di questi ultimi tre giorni è dovuto ad una serie di riflessioni che dovevano essere personali, ma che hanno finito per influire anche su quello che è il mio luogo di pubblico confronto.
Non è difficile capire che mi sto riferendo al Partito Democratico, a cui decisi di aderire come milioni di italiani con affetto e speranza, la speranza di un partito nuovo, di una nuova dimensione della politica che fosse al passo coi tempi, che sapesse riferirsi alle persone comprendendo che non siamo più nel XIX secolo, dove pochi decidevano per tutti, che era giunto il momento delicato della democrazia senziente e partecipata, che i nuovi media potevano dare una mano ma erano comunque un mezzo e non un fine.
La realtà di questi giorni parla di paradossi, dove nel giorno in cui l'avvocato inglese di Berlusconi viene condannato per corruzione (e praticamente si condanna lo stesso Berlusconi), a dimettersi è il segretario del PD. In fretta e furia si organizza l'assemblea, che vota il nuovo segretario di transizione, il vice di Veltroni originato da un "ticket" che non può essere pagato all'ASL di turno.
Io ho una grande stima e una conoscenza personale di Dario Franceschini, eppure non riesco ad essere completamente felice della sua elezione, proprio perchè temo che, al di là delle sue capacità personali e delle indubbie doti umane, questo partito è capace di triturare anche il più coriaceo dei suoi iscritti.
E tutto questo per una ragione, a mio parere, molto semplice: non si è mai fatto pulizia del passato, non si è mai fatta chiarezza sul futuro, ma si è vissuti in un presente incompleto e insoddisfacente. Questo, secondo me, su tre versanti molto ben precisi:
  • la valenza geografica del partito, ovvero la possibilità di dare risposte che siano coerenti e condivisibili sia al nord che al sud del nostro paese. Il dolore politico che la Lega in questi anni non ha fatto altro che mettere sotto gli occhi di tutti, ha dilatato questo problema senza che si sia riusciti, anche nel PD, a dare una risposta seria e concreta, ma semplicemente rincorrendo a tratti la Lega, in altri momenti affrontandola a muso duro, ma di fatto senza riuscire a riprendere in mano le questioni che il partito di Bossi è riuscito a far diventare esclusiva della propria azione politica;
  • il problema morale e le diversità di opinione tra la componente cattolica e quella "laica", sempre sminuito, sottaciuto, minimizzato, ma che periodicamente torna in primo piano (come per Eluana) e allora strazia l'anima di questo partito, dove ognuna delle parti ritiene di essere titolare della rappresentanza del pensiero politico. Attenzione, perchè questo è il più grave peccato che potremo fare anche nel prossimo futuro...
  • la piramide inversa non funziona, abbiamo detto di voler fare un partito che dialoghi con la base, ma siamo sempre più dentro le nostre sedi a parlare di tutto tranne che del confronto col mondo reale. Mi chiedo, anche in termini di autocritica personale, quante manifestazioni abbiamo organizzato qui a Busto, quanti momenti di confronto con la città, con i quartieri, con le organizzazioni sociali e di categoria, non per parlare tra di noi, ma per un confronto vero con la cittadinanza.
Siamo e restiamo dentro il fortino, anzi difendiamo con ancora maggiore forza la nostra posizione. Ma abbiamo già scoperto da tempo che essa è perdente, ce lo ha detto la storia elettorale anche recentissima. Siamo abilissimi nel litigare tra noi, ma non è così che costruiremo il partito di domani. Il futuro ci guarda e continua ad aspettarci, ma finora i "professori" non sono riusciti a capire da che parte esso sia...

giovedì 19 febbraio 2009

Povera Pro Patria, ti hanno tradita

Oltre, a tutti i problemi che si stanno vedendo in campo, dopo la sconfitta con il Pergocrema che tutta Italia ha potuto vedere in diretta TV, oltre a quelli che derivano dalla questione dello stadio, vecchio ristrutturato o nuovo, oltre ai giocatori che lamentano di non avere il riscontro economico che si sarebbero aspettati da una società titolata come la Pro Patria, arriva la Guardia di Finanza a mettere la cigliegina sulla torta del polverone attorno alla squadra.
Quanto sono profondi i guai della squadra e, soprattutto, quanto è grave la situazione economica che ruota intorno alla squadra? Quali sono le certezze su cui si può fare affidamento, visto che in questo momento non è dato di avere chiarezza da nessuno?
Chi sa tace, chi non sa sproloquia.
Una sola certezza, secondo me: l'immenso amore dei tifosi, che come tutti i tifosi sarebbero disposti a seguire la squadra anche all'inferno. Se fosse andata in C2, come si prospettava a fine giugno, sono sicuro che i tifosi che oggi affollano lo stadio nella speranza di vedere la squadra tornare in serie B, l'avrebbero sostenuta anche nella bolgia della serie inferiore.
Sono altri che hanno tradito e tradiscono la squadra. Sarebbe ora che si togliesse il velo alle tante bugie che sono state dette in questi mesi, alle illusioni che sono state distribuite a piene mani.
Oggi il calcio è un business, un affare, ma per qualcuno è solo un modo per fare soldi alle spalle di tanti ingenui che sperano con tutto il cuore che un sogno possa prendere forma.

mercoledì 18 febbraio 2009

Strade senza pace: anziana muore travolta da un'auto

Ancora una vittima della strada, ancora una volta un pedone, un utente "debole", senza difese, travolto sulle strisce pedonali. Ogni volta che leggo di queste notizie, particolarmente quando esse sono di casa nostra, una profonda tristezza mi coglie ed il più profondo senso di incapacità a risolvere i problemi di questa viabilità assassina si impadronisce di me.
Ieri sera in consiglio abbiamo parlato della viabilità dell'asse di via Quintino Sella, San Michele, Manzoni e tutti si sono sentiti stimolati a dover trovare una soluzione ad una condizione di pericolo vera e potenzialmente molto esplosiva.
Ma questa tensione deve essere per tutto il territorio della nostra città. Finchè possono accadere questi drammi non ci potrà essere serenità sulla strada. La pena che proviamo in questi momenti non deve vincere sulla volontà di rimettere le cose a posto.
Certo, un grado di fatalità esiste sempre nelle cose della vita, ma non è possibile che una società che si vuole definire "civile" possa accettare che, tra tante misure di qualità della vita che sono state immesse nelle nostre attività quotidiane, non si sia dato un giusto peso a quelle che derivano da una delle cause di morte più diffuse oggi nel nostro paese e un po' in tutto il mondo.
Proprio in questo periodo si parla tanto di auto ecologiche, ma perchè lo siano veramente e completamente, è necessario che le misure di sicurezza attive e passive venissero moltiplicate, enfatizzate, specializzate e perfino rese obbligatorie. Una vita non ha prezzo.

martedì 17 febbraio 2009

Il Dirigente Scolastico del Liceo Artistico scrive ai genitori

Nella famosa città di Busto Arsizio succede anche questo: che un povero Dirigente Scolastico di una delle più celebrate scuole superiori della città sia costretto a scrivere ai genitori per chiedere collaborazione nel fare pressione sui sindaci delle città che gestiscono i mezzi di trasporto per i ragazzi che frequentano la scuola.
"Appurato che i continui ritardi degli alunni di questo Liceo Artistico sono dovuti alla mancata organizzazione delle società di trasporto che agiscono sul nostro territorio e che a causa di questo sono notevoli i disservizi ed i disagi degli interessati con ripercussioni sull'organizzazione oraria della scuola...", basta questa frase per mettere a nudo tutta la drammatica frustrazione che si viene a cumulare da parte di chi, studenti, genitori, personale docente ed amministrativo, vive questa realtà quotidianamente.
Possono essere molte le cause di tutto questo, dalla puntualità dei mezzi, alle condizioni di traffico, ad incidenti e quant'altro, ma di fondo c'è la difficoltà a trovare una soluzione a questi problemi. Ritardare tutti i giorni l'ingresso alle lezioni non fa certo bene ai ragazzi, alla loro cultura e formazione, e questo non vale solo per il Liceo Artistico, ma per tutti gli studenti della zona, di tutte le scuole superiori, di tutti i pendolari che quotidianamente si trovano sulle strade, sui mezzi, sui treni e a cui l'unica cosa che aumenta è la pressione arteriosa...

lunedì 16 febbraio 2009

Tutti pazzi per Facebook

Tutti parlano del fenomeno Facebook. Pare che in Italia, in particolare negli ultimi mesi, si sia verificato un vero e proprio boom di iscrizioni: centinaia di migliaia di nuovi iscritti.
Ma purtroppo, come spesso succede con questi nuovi prodotti di facile e vasto impiego, ma di cui raramente si conoscono tutti i retroscena, i trucchi e i rischi, vi è una sorta di euforia generale che poi tende a raggelarsi appena arriva una notizia che, in qualsiasi modo, mette in evidenza delle pecche, carenze o semplici disconoscenze dell'uso del prodotto.
Dunque, vorrei con voi teniate presenti alcuni aspetti che facilmente potrete riscontrare da voi, se siete utilizzatori del "Libro delle facce".
Il primo è che per iscriversi al servizio bastano davvero pochi dati, pochi minuti e neanche un euro, ma quello che non è riscontrato è la certezza che l'interlocutore che avete davanti sia davvero chi dice di essere. Un fenomeno che è stato riscontrato anche dagli organi di stampa è il "furto di identità", ovvero il fatto che qualcuno apra una scheda a nome altrui, specie se personaggio famoso, fingendo di essere lui/lei, ma in realtà agendo con altri fini rispetto a quelli del VIP in questione. Anch'io ho fatto questa esperienza con un personaggio politico illustrissimo, ma ci ho messo davvero poco a rendermi conto della falsità delle generalità fornite, non appena sono giunte le prime note e le attività attribuite a tale personaggio, del tutto incompatibili con lo stile e la posizione politica.
Ancora più pericoloso, soprattutto per gli adolescenti, accettare amicizie e mettersi in contatto con persone che millantano identità fasulle di personaggi famosi. Genitori, vigilate!
Quindi fate attenzione a chi vi contatta o a chi contattate. La natura di Facebook è proprio quella del social network, ovvero di mettere in rete le persone, farle trovare o ritrovare: molti lo usano per ricostruire classi scolastiche di venti o trent'anni fa, talvolta con successo e talvolta con gradni delusioni. Non aspettatevi miracoli. Inoltre, non è detto che la persona che vorreste rintracciare sia su Facebook, e fate attenzione alle omonimie.
Dunque i primi rischi vengono dal fatto che se non si è in stretto contatto con le persone che relazioniamo, corriamo il rischio di trovarci in casa (pardòn, nel computer) di tutto.
Il secondo grosso pericolo è che non sappiamo come utilizzare le funzioni che ci vengono messe a disposizione. Parliamo ad esempio della funzione "bacheca": non è per nulla privata, come qualcuno ritiene. Se scrivo sulla bacheca di un amico/a, tutti vedono cosa scrivo. Di conseguenza due ragazzi che si scrivono frasi d'amore, le rendono di pubblico dominio. Recentemente mi è capitato di leggere cose pazzesche sul fatto di due amici che si lasciavano in bacheca i codici per aprire il cancello di casa... pura pazzia! Se dovete comunicare in modo privato con Facebook, usate la sua posta, oppure (ancora meglio) usate la posta elettronica certificata. Ormai con pochi euro l'anno potete avere la posta sicura. Esternalizzare le proprie emozioni e sentimenti nella parte di comunicato (che appare sempre in terza persona, disotrsione lessicale impropria), vi può rendere la vita difficile per diversi motivi, e se ci ragionate un attimo potrete facilmente capire da soli.
Arriviamo ora a parlare di privacy. Molti stanno attenti a non dare informazioni che ritengono personali, ma poi lasciano vistose tracce contro la loro privacy proprio su Facebook, ad esempio riguardo le proprie preferenze politiche e sessuali. Uno dei modi più facili per rendersi conto di questo è analizzare il profilo del soggetto amico per avere un mucchio di informazioni di questo tipo. L'iscrizione a sostegno di questa o quella compagna, di un certo gruppo di tendenza politica o sessista, oppure a gruppi "contro", svelano posizioni che diversamente non sempre sono pubbliche. E quelle restano a marchiare la vostra "fedina di Facebook".
Ultimo spunto, anche se ve ne potrebbero essere altri: le pagine che vedete non sono statiche, ma si formano sulla base del vostro profilo e delle vostre amicizie. Voi non vedrete cosa avete scritto di voi se non nel vostro profilo, mentre gli altri vedranno tutto quello che voi avete reso pubblico. Le pagine che voi vedete raccolgono le ultime notizie e gli ultimi aggiornamenti che i vostri amici hanno fatto, e quindi la pagina che vedete è la ricostruzione cronologica di tutto questo.
Facebook non è un blog, dove appare quello che voi volete scrivere, ma ha una perversione propria, che va conosciuta e controllata. Non è uno strumento facile da usare perchè, se male interpretato, vi mette a nudo come mai prima è stato possibile fare nella storia con una così grande mole di gente.
Può essere paragonato al pettegolezzo elettronico, ma in realtà, può essere molto più pericoloso, perchè qui la realtà si mescola con la finzione, le personalità si liquefanno in una sorta di lago dei sentimenti. Vedete di non annegarci!

sabato 14 febbraio 2009

Io credo nella commissione crisi economica

Giovedì sera 12 febbraio 2009 si è insediata la Commissione sulla crisi economica e prima ancora di iniziare i lavori si è già scatenata una polemica: mi sembra quanto meno fuori luogo. A differenza dei miei colleghi di opposizione presenti in questa commissione, io mi sento di poter affermare con serietà e serenità che questa è una commissione importante, un banco di prova della serietà non tanto dell'amministrazione, ma prima di tutto del Consiglio comunale, in quanto si tratta di commissione consiliare.
Non dico questo perchè ne sono stato eletto vicepresidente (su indicazione della maggioranza, non mi vergogno a dirlo); dico che le polemiche di chi voleva che questa commissione diventasse operativa fin dalla prima convocazione, non conosce i regolamenti: infatti la prima convocazione serve solo per eleggere gli organi direttivi, Presidente e vice, dopodichè il Presidente convoca con pieni poteri la prima riunione con relativo ordine del giorno, rispettando anche qui i termini per la convocazione previsti dal regolamento.
Questa prassi burocratica non può certo diventare elemento di giudizio sulla qualità del lavoro che la commissione andrà a svolgere. E questo un po' mi preoccupa, perchè significa che in questi pochi giorni intercorsi tra la deliberazione in consiglio e l'attivazione della commissione, sono bastati per farne temere gli effetti. Di certo non è il mio caso.
Da parte mia suggerirò che le riunioni della commissione possano essere pubbliche, invitando alla partecipazione l'intera cittadinanza, o almeno chi fra i cittadini di Busto vuole venire a sentire quali siano le ragioni di questa crisi e cosa si stia facendo per renderla meno dura.
Se la commissione fallisse dovranno essere i cittadini a rendersi conto di persona delle cause e delle responsabilità del fatto. E' ora di finirla di parlare a vanvera, è il caso che si cominci a lavorare seriamente.
Le parti sociali dovranno essere convocate e qualsiasi decisione non potrà essere assunta prima di avere sentito sindacati, industriali, artigiani, commercianti, Terzo e Quarto settore, volontariato sociale, tenendo presente il lavoro già avviato in sede di Servizi Sociali, considerando i documenti di cui abbiamo conoscenza e l'attività di altri organi istituzionali, primi fra tutti lo Stato, la Regione Lombardia e la Provincia di Varese, altrimenti le soluzioni saranno solo funzione del personalismo che sempre di più trova spazi nell'assemblea civica, e non solo tra le fila dei piccoli partiti, i quali sono sicuramente troppo autoreferenziali.
La città ci guarda, non dobbiamo deluderla.

venerdì 13 febbraio 2009

Federalismo fiscale: solo tagli agli enti locali

Tutti aspettano il Federalismo fiscale come la panacea di tutti i mali. Viene sbandierato dalla Lega come grande conquista padana, ma se la storia non mente, fin dalla comparsa delle Regioni e, prima ancora, fina dal dettato Costituzionale, esistono i presupposti per realizzare in modo concreto questo passo istituzionale.
Con la revisione del Titolo V della Costituzione, avvenuto nell'ultimo Governo D'Alema, l'articolo 119 della Costituzione aveva dato tutti gli strumenti per realizzare questo passo, ma ugualmente, si è fatto flanella per 8 anni prima di arrivare all'attuale proposta.
Ma oggi gli enti locali si trovano ad affrontare una vera e propria emergenza: il taglio da parte dello Stato (quindi da parte del Governo Berlusconi) dei trasferimenti. Per Busto Arsizio, nel 2009 sono previsti circa 900.000 euro in meno rispetto all'anno precedente, pari al 5,7%; ed ancora peggio va alle altre città della provincia: Gallarate e Saronno (-6,2%), Varese (-7,2%, equivalenti a 1.250.000 euro).
Ci sono molte cose che non tornano in questo discorso. Così a rimetterci sono solo i cittadini, che otterranno minori servizi e a costi più alti. Grazie alla lungimirante politica del Governo...

giovedì 12 febbraio 2009

Tornano i call center, i cittadini possono iniziare a preoccuparsi

Il Senato ha approvato ieri una norma nel decreto Milleproproghe (e poi si criticava Prodi...) che riammette la possibilità, da parte dei call center, di chiamare a casa gli italiani, a prescindere dal fatto che abbiano più o meno dato il loro consenso alle chiamate commerciali, per massacrarci con messaggi promozionali e offerte commerciali.
La prima considerazione è che questa è una violazione della legge sulla privacy. E con lei la nostra tranquillità, mentre aumentano a questo punto le possibilità di frodi, soprattutto a carico degli anziani. Mi sono battuto con vigore contro questa porcheria, e devo dire che anche l'amministrazione comunale aveva seguito la mia traccia, scrivendo i consigli per difendersi da questa "invasione" su uno degli ultimi numeri del "Busto Arsizio", periodico ormai scomparso senza una spiegazione.
Ora questa norma azzera una battaglia ventennale, che sembrava ormai vinta.
Il provvedimento "salva Call Center", secondo il Governo, permetterà a 30.000 persone di restare occupate. Non so se qualcuno di voi ha visto qualche tempo fa una trasmissione di Report che parlava dei call center: la può reperire ancora sul sito della trasmissione di RaiTre. Questi Call Center sono quasi dei carceri, i turni sono stressanti e le persone hanno un lavoro precario per tre mesi. Non vi sono tutele sindacali e spesso si devono prendere parolacce da parte delle persone che contattano. A qualcuno poi saltano i nervi e allora rischia il posto. Alla fine dei tre mesi non vedono l'ora di andarsene!
Il cittadino invece tornerà ad essere subbissato di chiamate, durante tutto l'arco del giorno gli pioveranno addosso offerte di ogni tipo alle quali dovrà cortesemente dire di non nutrire alcun interesse. La "redempion" delle chiamate, ovvero il numero di chiamate che dà luogo ad un acquisto o a un contatto, sono molto poche, ma costituiscono un canale di marketing interessante perchè offre un contatto diretto tra il prodotto ed il consumatore, fa conoscere un prodotto magari sconosciuto e non è detto che la persona che si contatta non abbia poi a tornare sui suoi passi ad un secondo o terzo tentativo.
Ora pensate alle persone anziane, malate, che vivono da sole o che sono in attesa di notizie, e cui uno squillo di telefono crea apprensione; pensate a persone che hanno bisogno di riposo, ma che così possono essere disturbate in ogni momento; pensate a quanta gente potrà tornare a tentare truffe di ogni genere spacciandosi per un operatore di call center.
Non vorrei usare un termine che può apparire sproporzionato, ma io parlerei di legge criminale, contro l'interesse degli italiani.

mercoledì 11 febbraio 2009

Il Grande Fratello consolatore

Oltre sette milioni di persone hanno guardato il Grande Fratello, il massimo di share per questo intrattenimento (chiamiamolo così) per questa edizione, la sera della morte di Eluana.
Due le indicazioni che si possono derivare da questo dato: la prima è che buona parte degli italiani ha snobbato gli approfondimenti sull'argomento perchè già abbondantemente "provati" dalle lunghe serate e dalle lunghissime discussioni su questo argomento; la seconda, che la gente ha una gran fatica di vivere, vuole a tutti i costi le frivolezze di uno spettacolo tutto sommato abbstanza squallido come quello del Grande Fratello.
Forse la cosa più saggia quella sera sarebbe stato spegnere la TV e cominciare a riflettere su cosa sia il senso della vita e quello della famiglia oggi.

martedì 10 febbraio 2009

Maroni querela Famiglia Cristiana: indegno di un ministro

La notizia è freschissima, ma è di quelle che fa meditare. Famiglia Cristiana attacca Maroni sul decreto contro i clandestini con parole di dura condanna, e lui replica attraverso i suoi legali, querelando il settimanale cattolico.
All'origine del contrasto le affermazioni del ministro varesino, di Lozza per la precisione, pronunciate ad Avellino (che strano, girando le targhe si ha che VA diventa AV...), quando incalzato da Beppe Pisanu (parlamentare di Forza Italia, non di qualche partito della sinistra estrema), che accusa la Lega di fare "discorsi da osteria", rispose che "per contrastare l'immigrazione clandestina non bisogna essere buonisti ma cattivi".
Ora, se la Chiesa prende posizione per Eluana in difesa della vita, perchè non dovrebbe farlo anche per difendere quella di migliaia di poveracci che arrivano sulle nostre coste, vittime di novelli negrieri e della povertà indotta da un mondo consumista e capitalista, alla ricerca di una felicità forse remota, forse impossibile, ma verso la quale non abbiamo nessun diritto di negazione a fronte del solo fatto di essere noi nati qua e loro là?
Mi meraviglierei sinceramente del contrario, ovvero se la Chiesa dovesse assecondare un giudizio di questo genere. Nel decreto anti clandestini è vero che il testo iniziale è stato cambiato e da obbligo di denuncia si è passati a possibilità di denuncia, ma questo viola il principio e l'essenza stessa del medico, che fin da Ippocrate ha fatto un giuramento di dedizione alla vita umana.
Chiedere che questi diventino i cani da guardia che abbaiano al clandestino mi sembra davvero uno schiaffo alla moralità, inaccettabile non solo professionalmente, ma soprattutto umanamente.
Se dunque Famiglia Cristiana <leggi articolo> ritiene di paragonare questa legge alle ben tristi leggi razziali, ne ha giusta ragione, e voglio vedere quale sarà il giudice che la condannerà.
E qualora lo facesse, egli condannerà anche tutti i cattolici che credono nella libertà che viene dalla legge di Dio, dall'uguaglianza dei diritti dell'uomo e dalla dottrina cattolica, ad una sudditanza nei confronti di una legge violenta e irresponsabile. Come fu appunto per le leggi razziali. Non parliamo di ebrei oggi, ma di afroasiatici e sudamericani.
Eppure in questa provincia c'era nel centrosinistra anche chi guardava alla Lega come ad un possibile alleato: forse sarebbe il caso di ricredersi pubblicamente, anche qualora Maroni fosse un amico personale.

lunedì 9 febbraio 2009

Pace ad Eluana

Solo una preghiera. Troppe parole spese senza amore, troppo amore speso senza speranza.
Ora basta. Perdonaci, Eluana.

Le strade groviera: una proposta

In Svizzera hanno l'Emmenthal, il formaggio con i buchi; noi in Lombardia abbiamo i buchi e li abbiamo appoggiati un po' dovunque lungo le nostre strade. Certe volte mi chiedo perchè dovremmo essere meglio di altre regioni, dal momento che non riusciamo a coordinarci e ad organizzarci per gestire fatti, come quello della rete di viabilità ordinaria, che permettano di viaggiare in sicurezza.
I nostri amministratori ci dicono che gestire le strade costa una cifra, che loro non hanno. Io però mi faccio qualche domanda, e credo anche voi con me:
1. Paghiamo ogni anno il bollo auto, che è emesso dalla regione. Una volta era chiamato "Tassa di circolazione" ed aveva una sua logica, oggi è una tassa di proprietà e di logica non ne ha più. Di fatto, la sua funzione dovrebbe essere di concorrere proprio al mantenimento del manto stradale e degli accessori alla circolazione, migliorare la sicurezza stradale e la segnaletica, sia orizzontale che verticale, che ogni comune e provincia dovrebbe poter gestire sulle tratte di propria competenza;
2. I proventi della vendita dei carburanti gravano di diverse tasse, tra cui una è destinata alle province; non ne esiste una però che aiuti i comuni. In un'ottica di federalismo fiscale, dovrebbe essere consentito ai comuni di accedere ad un fondo provinciale, sulla base dello sviluppo della propia rete comunale, per trovare fondi per la manutenzione stradale ordinaria;
3. I comuni dovrebbero poter intervenire in maniera più mirata nelle loro contabilità, facendo destinare alla manutenzione stradale una quota anche per i mezzi di servizio (ad esempio, AGESP per la raccolta dei rifiuti solidi, STIE per il servizio di trasporto pubblico), in quanto i mezzi pesanti usurano molto di più le strade che le normali auto. Una tassa dovrebbe essere pagata anche per le costruzioni edilizie, dove vi sono mezzi pesanti che operano, ed anche per le aziende che fanno transitare camion all'interno della città. Non grandi cifre, ovviamente, ma qualcosa che poi possa essere un contributo significativo alla risistemazione del manto stradale.
Non mi sembrano grandi cose...

domenica 8 febbraio 2009

Piccola storia recente d'Italia

Oggi ho un po' più tempo del solito e quindi vorrei concludere un ragionamento che andrebbe letto al contrario rispetto alla pubblicazione dei miei post più recenti.
Vorrei cercare di mettere in relazione alcuni aspetti della crisi economica con la realtà sociale del paese. Meno di un anno fa gli italiani hanno decretato a larga maggioranza la vittoria di Silvio Berlusconi e della sua coalizione nei confronti di un Centrosinistra che si apprestava ad uno dei cambiamenti più stravolgenti che nell'Italia del secondo dopoguerra si sia mai registrato: la nascita di un polo elettorale, il PD, non come federazione, ma come fusione di partiti che rinunciavano alla propria autonomia per realizzare un unico soggetto politico.
Gli elettori hanno preferito invece qualcosa di vecchio, già sconfitto due volte in campagne elettorali nazionali. Se fossimo stati in paesi anglosassoni, da cui abbiamo ereditato questa tardiva propensione al maggioritario, uno come Berlusconi sarebbe a spasso dal 1996, ma qui siamo in Italia.
Dunque, il nostro Cavaliere inizia il suo mandato e, ancora una volta, si concretizza quella che ormai chiamo "la maledizione di Silvio". La sequela di disastri naturali e sociali che si erano verificati durante la sua guida, dall'abbattimento delle Torri Gemelle di New York, allo tsunami del Pacifico, è lunga e grave. Lui riappare e subito si verifica un terrificante terremoto in Cina, quindi durante l'estate si rende evidente la crisi finanziaria che ora sta diventando anche economica e sta cominciando a creare seri problemi anche alle famiglie italiane, con perdita di posti di lavoro dovuti a mancanza di commesse per la contrazione dei mercati produttivi, e di conseguenza, il ritorno allo sfruttamento della cassa integrazione e, aspetto di novità nel panorama occupazionale degli ultimi dieci anni, la concretizzazione della precarietà dei posti di lavoro che in precedenza erano considerati precari solo di nome.
Ogni giorno ci arrivano notizie sempre più gravi: la nostra economia rischia di essere più esposta di altre in tutto l'occidente. Il Governo ha poche risorse e mette in ginocchio gli Enti Locali, come comuni e provincie, tagliando loro i contributi ma nello stesso tempo impedendo per decreto di ampliare la base impositiva, venendo di fatto meno nella sostanza a quel federalismo fiscale che ha fatto diventare uno dei pilastri della sua politica.
La pressione fiscale nell'ultimo anno è aumentata di oltre un punto, malgrado il taglio dell'ICI sulla prima casa; le aziende private non hanno avuto benefici di alcun genere, se escludiamo la FIAT da sempre cara a qualsiasi Governo, di qualsiasi epoca e indirizzo politico.
Ma il fallimento più evidente di questo Governo è sulla sicurezza: sono stati tagliati fondi alle forse dell'ordine e sono aumentate le violenze, gli stupri e perfino gli incidenti stradali dovuti a cause non solo colpose.
Eppure il Governo Prodi cadde, oltre che per alcuni errori comportamentali (primo fra tutti i ministri che andavano in piazza a contestare se stessi) e per l'esiguità della propria maggioranza, proprio per le questioni relative a tasse e sicurezza.
Berlusconi è uomo invidiato e amato da moltissime persone, ma ha rapporti difficili con la moglie, con alcune fazioni all'interno del proprio partito, con gli alleati (vi siete chiesti quante volte la Lega ha votato contro il Governo? Non ve lo dicono, vero?), con l'opposizione, che tutto sommato è la cosa più normale.
Allora, cara opposizione e soprattutto caro PD a cui appartengo, sarà magari il caso e l'ora che vi diate una mossa: se qualcosa deve essere fatto per il Paese e non solo per il partito, questo è il momento di farlo. Senza una vera opposizione, l'unica cosa che ci può rallegrare è che le liti della maggioranza sono più visibili, ma dall'altra parte questo ci rafforza nella convinzione che sia giunto il momento di cambiare marcia, di cambiare guida se questa non va. Ovunque e tutto quanto sia necessario fare per il bene del Paese.

Sul caso Eluana solo speculazioni e disumanità

Ancora questa mattina alcuni amici mi chiedevano cose ne pensassi del caso Eluana. Anche a loro ho espresso il mio imbarazzo in materia, non avendo cognizione dei fatti reali. Chi di noi conosce realmente il caso di questa ragazza, intendo il caso clinico, le sue reali condizioni, le ragioni della giustizia che in ogni ordine di giudizio ha espresso parere favorevole a quello che a tutti appare esattamente per quello che è, ovvero una eutanasia?
Qual è il limite tra scienza e coscienza? Ma può la ragione andare oltre a quelli che sono i limiti stessi della natura umana? Può qualcuno decidere per la vita o la morte di altri?
Ciò che dice la Chiesa è da sempre in antagonismo con la Scienza, così come ragione e Fede appaiono su piani completamente differenti. Io come cattolico impegnato in politica mi sento di dire che la vita non vada mai spenta volontariamente, finchè la natura non abbia fatto il suo corso.
Ma qui ci troviamo di fronte ad un caso limite. Mi sono sforzato di capire qualcosa, ma l'unica cosa che mi sembra chiara è che si sia speculato su questo argomento in modo vigliacco e disumano. Esatto, disumano.
Venerdì sera il telegiornale delle 20 ha parlato per 18 minuti su 30 del caso Eluana. Si dedicano pochi secondi per dire che un barcone di immigrati si è rovesciato causando la morte di almeno 30 persone. Si sono dedicati 13 minuti per descrivere i momenti più gravi della crisi di Gaza. Non è speculazione, questa?
Vi sono interviste a personaggi eminenti, il cui giudizio vale più per la notorietà del nome dell'intervistato più che per la qualità di ciò che va affermando. Uno di questi personaggi ha affermato che ad Eluana sono state sospese inopinatamente le cure: per quanto mi risulta Eluana da anni non subisce alcuna terapia particolare. Lo stesso ha detto che lei ha il diritto di vivere la sua vita: una persona normale è in grado di alimentarsi e bere da sola, lei no. Quindi anche mangiare e bere per lei sono una terapia. Ma questo non è ancora sufficiente per comprendere il dolore di una famiglia, che in realtà è l'unica che ha la possibilità di dire qualcosa di sensato.

Dubbi della Corte dei Conti sulla copertura economica di Expo2015

Allarme della Corte dei Conti riguardo la copertura economica di Expo2015. La notizia ha avuto scarsissimo risalto sulle cronache nazionali, ma appare di una importanza estrema per l'Altomilanese. Di cosa si tratta? Del fatto che i fondi statali oltre l’anno 2011 non sarebbero coperti, lasciando molti dubbi anche in merito ai finanziamenti privati.
La Relazione quadrimestrale sulle leggi di spesa, documento tecnico, forse perfino ostico per la maggior parte delle persone, redatto dalla Corte dei Conti, evidenzia le criticità nella distribuzione temporale degli oneri relativi al finanziamento statale di Expo 2015. Sugli 11 miliardi totali ne mancano infatti 2,3, senza i quali sarà difficile l’avvio dei cantieri per le opere connesse all’evento, come autostrade, ferrovie e metropolitane.
Dall’analisi della Corte dei Conti emergono dubbi anche riguardo alle risorse considerate sicure dal dossier di candidatura: 3,2 miliardi da suddividere in 891 milioni a carico dei privati, 851 erogati dagli enti locali e 1,4 miliardi di finanziamento statale.
Il Decreto Legge 112/2008 autorizza infatti lo Stato a spendere 1,4 miliardi, ripartiti in 30 milioni nel 2009, 45 nel 2010, 59 nel 2011, 233 nel 2012, 564 nel 2013 e 445 nel 2014. Per gli esercizi del 2013 e 2014 emerge quindi un notevole divario, che vede raddoppiarsi gli stanziamenti. A giudizio della Corte sarebbero state necessarie precise indicazioni sulle risorse con cui fronteggiare gli oneri eccedenti.
A questa situazione si vanno a sovrapporre tutta una serie di problematiche locali e nazionali, prima fra tutte l'attuale situazione congiunturale economica, che ha fatto dire anche ieri al Fondo Mondiale Internazionale che per l'Italia si prospetta una situazione “tetra”, con una crisi che si protrarrà anche durante il 2010.
Nell’attuale congiuntura economica, in cui l’autonomia finanziaria di Comuni e Province è stata ridotta, non si possono ipotizzare infatti grandi flussi dagli enti locali. Vale lo stesso per gli investitori privati, colpiti sempre maggiormente dalla crisi economica in atto. Sui quali si fa invece affidamento per 900 milioni di euro.

sabato 7 febbraio 2009

Gli italiani traditi dal governo

Ogni giorno arrivano notizie funeree per la nostra economia: quella odierna è del Fondo mondiale monetario che prevede un periodo "tetro" per l'Italia. i dati che vengono forniti dicono di una crisi che si potrarrà anche per il 2010.
In questo quadro sembra non avere nemmeno più importanza la notizia che la pressione fiscale in Italia ha raggiunto lo stesso livello del 2007, il 43,7%. Prodi per questo fatto ci ha rimesso la Presidenza del Consiglio, Berlusconi grazie all'abilità del suo staff e del fatto che la stampa soggiace alle sue direttive, oggi riesce a mitigare le conseguenze di questo fatto e nessuno sembra interessarsene più di tanto.
Che tristezza! Ancora una volta dobbiamo ricordare agli italiani (vedete che sfrontatezza che ho!) il tradimento di quelli che erano i presupposti che hanno portato a questo Governo, il quale sta nei fatti contraddicendo pesantemente tutti i presupposti che aveva messo nella sua campagna elettorale. Ma a chi importa tutto ciò?

venerdì 6 febbraio 2009

Busto Arsizio, periferia di Gallarate!

Le notizie di stampa di oggi sono desolanti: leggete l'articolo di Andrea Aliverti sulla Provincia e ve ne renderete conto. Per chi non ha occasione di poter leggere l'articolo, dirò con parole mie che Gallarate comanda tranquillamente su Busto Arsizio, determinandone in modo perentorio sia le nomine politiche negli enti (Franco Colombo a Prealpi Gas, Luca Capodiferro all'ALER, Pietro Zoia DG dell'azienda ospedaliera), come nelle cariche di altre istituzioni, come Davide Piovesan alla Protezione Civile. Infine viene ricordato anche Renato Scapolan di MalpensaFiere, anche se di origine tradatese, ma comunque estranea a Busto Arsizio.
Questo significa che la Grande Busto, fulcro dell'area vasta di cui oggi si inizia a discutere, non è in grado di esprimere personalità di rango in grado di assumere cariche consone alla città. In realtà, sappiamo che la situazione è ben più grave, perchè questo significa che a Busto sono state imposte scelte politiche del territorio, che nulla hanno a che vedere con la qualità delle persone, sia quelle nominate che quelle di possibile nomina nostrana, ma solo per rispondere ad esigenze di distribuzione delle cariche sul territorio varesino. Altrochè, cara la mia Luciana Ruffinelli: questa E' LA SOLITA LOTTIZZAZIONE!!! Non veniteci a mettere le fette di salame sugli occhi.
Questo vizio della politica del terzo millennio sarà ben duro da debellare perchè si è radicato nelle normali transazioni politiche, nel contesto delle cariche distribuite, nel DNA del poltronismo acuto.
Busto non ha Caianiello, non ha Buscemi e Ferrazzi. Così c'è ancora meno Busto a Busto.

giovedì 5 febbraio 2009

Il problema casa per i giovani

In commissione Servizi Sociali, ieri sera 4 febbraio 2009, è stata presentata una mozione del PD che chiedeva di istituire 20 unità abitative per giovani che vogliono provare a farsi una vita autonoma. Ovviamente questo problema si pone oggi in modo diverso da come poteva essere posto anche solo una ventina di anni fa: allora si sarebbe parlato di famiglia.
Io cerco di essere un po' pratico e laico, per cui non mi formalizzo davanti a single, coppie di fatto, convivenze o coppie regolari. Auspico personalmente che l'istituto della famiglia legale e regolare sia sempre da preferire ad altre condizioni, ma si sa che usi e costumi cambiano nel tempo e non è giusto prevaricare. Dunque l'iniziativa era ed è (al di là del giudizio che ha ricevuto in sede di commissione, che dico subito non essere stato favorevole) da tenere ben presente per tutto quello che l'amministrazione dovrà fare nel prossimo futuro in tema di politiche della casa e politiche giovanili.
Si verifica qui una convergenza significativa, che dovrà essere ben chiara a tutti gli amministratori pubblici, al di là dei fattori di crisi. Le politiche occupazionali hanno fatto sì che il precariato per i giovani sia sempre più una costante, almeno nel momento in cui si passa dalla scolarità (maturità o laurea) al mondo del lavoro. I co.co.co o co.pro., le assunzioni a tempo determinato, il lavoro temporaneo, costituiscono la porta di ingresso al mondo del lavoro per l'80% dei giovani.
Essi ben difficilmente potranno spendere buona parte del loro stipendio per pagarsi un affitto. Ancora di più aumentano le difficoltà se ci si deve costruire una famiglia, sopra quello stipendio.
Ecco perchè ritengo che mi debba sforzare di capire il giovane che vuole la propria indipendenza familiare, che voglia affrontare la vita con responsabilità fuori dal guscio sicuro e protetto dei genitori. E' un suo diritto, che in quasi tutti gli altri paesi europei viene visto come la normalità appena dopo la maggiore età.
In questo sta il valore della proposta, che credo dovrà essere ripresa dalla commissione Crisi economica, e che non può essere liquidata semplicemente con l'affermazione che oggi non abbiamo appartamenti disponibili o che non esistono risorse economiche da investire.
Abbiamo un patrimonio immenso, che è la nostra capacità di innovare e riprogettare il nostro futuro, non dimentichiamolo. Credo che per vincere questa battaglia si debba prima di tutto vincere la nostra resistenza al cambiamento, al conformismo radicale che ormai condiziona in modo assoluto il nostro pensiero.
Io a proposito qualche idea nuova l'avrei, e la comunicherò in commissione Crisi.

mercoledì 4 febbraio 2009

C'è meno politica nella vasta Busto

"La gente più avanti dei partiti", dice il Sindaco Farioli introducendo la pratica "C'é più Busto", che per lui ha una valenza personale e politica molto pesante. Tanto da far innervosire persino i suoi assessori e i segretari politici della maggioranza.
In effetti questa affermazione sottolinea un distacco tra la politica reale e quella percepita che, nel suo caso, è sicuramente ben identificata; ma ciò che egli implicitamente dichiara è che i cittadini si affidano più alle capacità del sindaco di intercettare un certo tipo di bisogno piuttosto che le organizzazioni politiche.
La cosa non è estranea a qualche verità, ma giocata così può essere un'arma a doppio taglio in casa della maggioranza: non piace certo ai segretari sentirsi dire che non sanno fare il loro lavoro. Simile, ma più diluito, il discorso per la minoranza. Il ritornello quando la maggioranza sbaglia o non raggiunge gli obiettivi è: "E voi dove eravate"? Con questo ci si pulisce la coscienza e si crea la convinzione che si può anche continuare a votare una maggioranza insipida e languida perchè tanto dall'altra parte non vi è nulla di convincente.
Ma non è sempre così. Anche se una certa ingessatura c'è anche in minoranza, e sul piano della comunicazione lo si vede benissimo: i piccoli partiti monocratici di minoranza intervengo in tempi brevissimi, dal momento che non devono coordinarsi con nessuno.
Dunque il Sindaco punta sull'iniziativa di area vasta per rilanciare la sua immagine e quella della sua giunta. Ma l'immagine del direttore d'orchestra che si è dipinta addosso (o gli hanno dipinto i grandi comunicatori che hanno curato la manifestazione) non pare molto in linea con gli obiettivi; infatti una delle critiche maggiori che si sono fatte e che continuiamo a fare al nostro Gigione è proprio quella della fluente prosopopea della sua parlata, purtroppo quasi mai assistita da una sintesi fattiva, da un raggiungimento di risultati, dalla transizione dal dire al fare.
Ho già avuto modo di investigare e di relazionare anche da questo blog quale sia il pensiero di buona parte dei comuni vicini, i diretti interessati dalla questione Area Vasta: addirittura tra i sindaci c'era chi sapeva poco o nulla dell'iniziativa. Come facciamo a parlare di Altomilanese, di area omogenea, di comuni interessi e di gestione del territorio se non ci si relaziona nemmeno tra primi cittadini?
Manca poi una concreta dichiarazione degli obiettivi: quale sarà il risultato che si otterrà da questo confronto pubblico, quale le applicazioni pratiche, quali i tempi per il loro sviluppo e quali i benefici per la città ed il territorio.
In questo periodo storico, l'unica cosa di cui non abbiamo bisogno è di chiacchiere.

martedì 3 febbraio 2009

La neve non è più una novità

Da bambino guardavo scendere la neve e mi sembrava la cosa più bella del mondo. Restavo a guardare i fiocchi scendere dal cielo col naso appiccicato al vetro della finestra di casa, e vedere il mondo diventare a poco a poco tutto bianco mi sembrava una specie di magia.
Poi, crescendo, mio padre mi insegnò a spalare la neve, e quando ero ancora ragazzo la neve scendeva diverse volte in un inverno. Lo spettacolo restava lo stesso, ma la magia era finita, restava solo la fatica di pulire gli spazi per il passaggio di auto e persone davanti a casa.
Poi, col passare degli anni, e soprattutto negli ultimi 20, la neve era diventata cosa rara: qualche nevicata di mezza giornata che metteva a terra un sottile strato e già sembrava di essere in Siberia. Per interi inverni non si è visto un briciolo di neve, in alcuni poi nemmeno si è visto il ghiaccio, il freddo intenso. Si è detto, colpa del Nino, (pronuncia "nigno"), del cambaimento climatico, del buco nell'ozono, dei gas serra... o dell'insieme di tutto questo.
Fatto sta che quest'anno la neve è ricomparsa copiosa come trent'anni fa. Ed abbiamo riscoperto alcune cose, come ad esempio che guidare sulla neve non è una cosa semplice, richiede una certa perizia, prudenza e magari ausili particolari, come gomme neve o catene. Già, le catene: come si montano? E poi, quando si mettono? Non quando stiamo affrontando una salitella, foss'anche un cavalcavia: bisogna metterle prima! E magari bisogna metterle anche ai mezzi pubblici, senza bloccare il servizio e lasciare le persone in attesa per ore...
Poi bisogna far passare gli spartineve e i mezzi spargisale per tempo e con attenzione. Anche i cittadini si devono però dare da fare: se le strade sono intasate dalle auto in sosta, i mezzi potranno pulire solo una parte delle strade. E di certo i mezzi non potranno pulire i marciapiedi.
A questi, nel passato, ci pensava almeno in parte l'amministrazione comunale, prendeva degli spalatori e li mandava in giro per la città, assegnando le zone da pulire e quindi liquidando il salario pattuito. Scene da libro Cuore. Oggi si mandano i soldati, forse in centro, perchè nelle periferie non si vedono mai. Lì ci devono pensare i cittadini.
Ora, un'ultima riflessione: non che sia sbagliato, lasciar pulire i marciapiedi dalla neve ai cittadini, anzi... ma perchè, come sempre, privilegiare alcune zone rispetto ad altre? Le stesse delle luminarie natalizie.. Forse che i denari pagati in tasse dalla periferia hanno meno valore di quelli del centro? Forse che in centro vi è più ricchezza, più commercio, e quindi vi è un particolare interesse a far beneficiare i soli cittadini di questa zona all'operazione "marciapiedi puliti"? Non è corretto. Non è una pretesa, è un dovere dell'amministrazione provvedere a fornire il medesimo servizio a tutti i cittadini.
Se questa è una scelta dell'amministrazione, non si meravigli poi il Sindaco se qualcuno se la prende con lui...

lunedì 2 febbraio 2009

Il nuovo disegno urbanistico all'Area delle Nord

A margine dell'approvazione della variante urbanistica del Centro Direzionale presso l'area delle Nord, avvenuta nell'ultimo Consiglio Comunale vedo molte ombre e pcohissime luci. Preciso che questo non lo dico solo perchè esponente dell'opposizione, ma puramente da cittadino che, oltretutto, di questioni di urbanistica ne sa veramente poco.
Ma proprio da cittadino, su alcuni temi mi pongo delle domande. La prima è: per quale motivo una cordata di imprenditori parte dalle valli bergamasche per arrivare ad investire nella nostra città? A quando pare, dispongono di ingenti risorse economiche, tanto che le offerte fatte ai proprietari per accaparrarsi le aree oggetto di deliberazione possono essere definite almeno "generose".
Questo permette di dire che, a questo punto, l'amministrazione si è trovata di fatto ad affrontare il problema del cambio di rotta sulle aree (le precedenti 4 subaree sono diventate 2), anche perchè a fronte dell'inedia che ha colpito gravemente gli uffici tecnici negli ultimi anni, fuori il mondo continua a macinare il suo business. E questo vuol dire che in questo momento le scelte urbanistiche non sono frutto di una programmazione del territorio dettata dagli uffiici, ma semplicemente della spinta, del cambio di velocità imposto da questa nuova situazione.
La prospettiva di incamerare una ingente somma come oneri di urbanizzazione, unita alla prospettiva di ricavare forti somme inaspettate dall'ICI sugli immobili commerciali, genera un potenziale corposo introito che, visti i itempi che corrono, sono manna dal cielo.
Non sono perlatro convinto che i commercianti del centro siano favorevoli a questo intervento: le parole di Ceccuzzi, che vede nella multisala, nella discoteca, nei servizi di ristorazione il grosso dell'intervento, mi suona come una raccomandazione più che una considerazione, "giù le mani dal commercio che deve restare in centro".
Altro aspetto essenziale: 1800 nuovi posti auto nelle strutture che si andrà ad edificare. In termini di dimensione, tanto per rendere l'idea, vuol dire 6 volte i parcheggi a pagamento alle Nord (area su cui si affaccia l'intervento), 3 volte se comprendiamo l'area con lo sterrato. Da qui deriva una questione immediata (che ne sarà del parcheggio delle Nord?) ed una di medio periodo: quale viabilità si originerà su questa nuova area? Il progetto prevede un ridisegno delle principali vie e rotonde agli incroci, ma in altre realtà a noi vicine (Gallarate, Legnano) dove i multisala esistono già, si evidenzia come queste strutture non affondino nel cuore della città, ma ne restino ai margini, in prossimità dell'accesso autostradale. Una struttura corrispondente sarebbe quindi dovuta nascere in zona MalpensaFiere, anzi sarebbe stato perfetto condividere le strutture viarie e di parcheggio proprio in quella zona, per creare questo tipo di attività.
Ma teniamo presente che comunqe i tempi per attivare, realizzare e completare tutte queste attività, sia nelle strutture che nelle opere viarie, richiederà non meno di 3-5 anni, quindi i problemi e le opportunità saranno visibili alla città solo durante la prossima legislatura. Forse.

domenica 1 febbraio 2009

Rispetto e dignità alla base della vita

Domenica sotto un nevischio che per ora non attacca per terra. Giornata grigia, che dovrebbe indurre a qualche riflessione. Sicuramente sul fatto che oggi sia la giornata per la vita, che quindi vi dovrebbe essere una particolare attenzione (e si spera non solo oggi) alla vita in tutte le sue forme e momenti, non solo dal concepimento, ma fino alla morte naturale.
Allora riflettiamo insieme su quanto, in realtà, la vita sia davvero rispettata e protetta. Prima però dovremmo chiederci quanto vale una vita umana, se tutte le vite valgono alla stessa maniera, se le discriminazioni razziali, di colore della pelle, culturali possono portare a valutare diversamente il peso ed il valore di una vita.
Come facciamo a restare indifferenti quando le organizzazioni umanitarie parlano di milioni di bambini che ogni anno muoiono di fame e di sete, quando noi con pochi euro potremmo dare loro una speranza di vita più consistente? Come possiamo pensare alla vita, ed alla dignità della vita, quando i nostri governi mantengono rapporti con paesi che negano le libertà civili ed i diritti più elementari alla popolazione? Il diritto alla libertà ed alla cultura non è meno importante del diritto alla vita, anzi lo integra in maniera essenziale.
Come possiamo mantenere rapporti con paesi che pensano che lo stato abbia il diritto di giudicare della vita e della morte di un uomo? Possiamo definire civili paesi che adottano la pena di morte? Non è anche questo un diritto alla vita?
E da noi? Parliamo di aborto. E' possibile fare in modo che una donna possa evitare di abortire? O forse si dovrebbe dire, più correttamente, una coppia. Come la società aiuta chi soffre ed ha bisongo di aiuto, spesso non solo economico? Vi sono anche qui molte contraddizioni. Dal vorrei ma non posso, al fatto che noi pensiamo spesso che tutto sia solo una questione di denaro, forse sbagliando in modo clamoroso.
Il Comune di Busto Arsizio mette da un paio d'anni a disposizione una cifra di qualche migliaio di euro per le madri in difficoltà, ed è stata dura far cambiare l'impostazione che voleva assegnare i contributi solo alle madri indigene o al più di eurolandia. Le madri in difficoltà provengono per lo più da paesi extracomunitari. Ma la vita non è la stessa, come si diceva all'inizio?
Tocco l'ultimo tema, quello in questo momento più difficile: malati terminali e diritto alla morte. E' questo un problema relativamente recente, per gli stili di vita che portano a vivere più a lungo e quindi ad avere un numero maggiore di malati di malattie neurodegenerative, di cancro e di altre patologie simili. Oppure, incidenti che generano traumi atroci e profondissimi, senza uccidere.
Ogni riferimento al caso Eluana è puramente voluto. Io non so trovare una risposta, come potrei? Ma la domanda è sempre lì: se capitasse a me, cosa farei? E in quel "capitasse a me" non metto me stesso, ma ad una persona cara. Credo che la risposta stia nella coscienza di ognuno: per cui non esiste una risposta sola capace di comprendere il sentimento di tutti.
Così come non esiste una verità, una giustizia, ma tante verità e tante giustizie. La vita chiede rispetto e dignità, dovremmo essere sempre in grado di assicurare questo alla vita.

METEO