Alessandro Berteotti

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sabato 17 gennaio 2009

Il senso della libertà

Oggi è una giornata particolare, dedicata al ricordo. A quello dei deportati della Comerio, a cui ogni anno la città rende onore, ed insieme a loro ricorda tutti i caduti della seconda guerra mondiale e della lotta di liberazione. Le parole dell'oratore odierno non sono state da me udite, come spesso succede, perchè questo tipo di cerimonie evocano in me dei sentimenti di profondo dolore e non sono certo, se si arrivasse a toccare determianti temi, di riuscire a resistere all'emozione.
Sono cose molto personali, voglio solo sperare che, come successo in altre occasioni, la mia assenza non venga letta semplicemente come uno snobbare l'appuntamento, anzi.
In una giornata così, però, vengo anche a sapere che qualche scellerato ha imbrattato con scritte minatorie l'ufficio dell'ex onorevole Airaghi. Non è attraverso questi atti che si realizza la liberazione di un popolo, ma semplicemente si dà adito a pensare che i suoi sostenitori abbiano una matrice violenta e antidemocratica.
Ciò che unisce questi due fatti è la riflessione che la non violenza e la democrazia sono aspetti molto fragili della nostra epoca, che proprio per questi vanno difesi con decisione e fermezza: guai a pensare che ormai i fantasmi del passato possano essere scomparsi.
In Italia, la parola "Libertà", troppo spesso condimento di situazioni e idee che poco hanno in relazione con essa, ha bisongo di tornare ad essere patrimonio comune di tutti, non solo di alcuni. Per questo auguro ad Airaghi che ciò che ha dovuto subire sia solo un momento, un brutto momento, ma nulla più; che la solidarietà che potrà sentiere in queste e in tante altre parole possa aiutarlo a comprendere e perdonare.

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