L’osservatorio provinciale di Cgil ha tracciato una mappa dei lavoratori impiegati nelle aziende a rischio e il quadro fa rabbrividire: «Ogni giorno arrivano richieste di cassa integrazione ordinaria o straordinaria, anticamera di ristrutturazioni, cessazioni di attività o fallimenti – spiega Franco Stasi, segretario di Cgil Varese -. Tutti i settori sono in difficoltà, sia dell’industria che dell’artigianato». A pagare il prezzo più alto sono i precari, gli stagionali o i lavoratori con contratti interinali: in Lombardia sono già stati lasciati a casa in 180 mila, 6 mila dei quali del Varesotto (Fonte: VareseNews).
Mi sono dato l'obiettivo di proporvi ogni giorno una istantanea della situazione economico-finanziaria per cercare di farvi capire che il mondo reale è molto diverso dalle mielate immagini che qualcuno vorrebbe proporvi. Non c'è proprio niente da ridere, e l'unica cosa da fare è affrontare la questione con realismo e razionalità.
Il prossimo 22 gennaio vi sarà consiglio comunale straordinario a Busto Arsizio, richiesto da una parte dell'opposizione (ma condiviso da molti) proprio per parlare della crisi nella nostra città e cominciare a parlare di quello che sarà l'impianto del Bilancio preventivo 2009, uno dei più spinosi del secondo dopoguerra.
So che queste espressioni sul filo del catastrofismo non piaccio a molti, ma non posso dire altro che "peggio per voi se non volete capire". In realtà non piacciono nemmeno a me.
Ma il nostro senso civico di amministratori locali deve saper cogliere le esigenze di un territorio in sofferenza, ormai da troppo tempo, e senza veri sbocchi occupazionali da troppi anni. In zona industriale molte ditte hanno fatto un mese di chiusura, dal 7 dicembre al 7 gennaio, e qualcuna non ha nemmeno riaperto, stiamo cercando di capire la situazione reale.
Proprio la zona industriale doveva essere il grande trampolino di Busto Arsizio verso il XXI secolo; proprio Malpensa doveva rappresentare il riscatto di tutta la provincia di Varese... da ieri Cargo City è praticamente ferma, tutti i cargo vanno a Parigi e delle 450.000 tonnellate di flusso di merci, quante ne resteranno in brughiera? Qualcuno si è reso conto che per le nostre imprese, e proprio per quelle della zona industriale, Malpensa rappresentava un porto di scambio (prendere materiale e consegnare prodotto finito), che generava valore aggiunto? cosa è stato fatto in difesa di queste cose? Il Governo si è preoccupato solo della parte di Alitalia che è ben visibile al grande pubblico televisivo, ma del vero valore per la nostra zona, chi se ne è occupato?
Forse quel Marco Reguzzoni, ora deputato di questa legislatura, che da buon leghista ha lasciato dopo nove (dico nove) mesi la carica di Presidente della Provincia di Varese per andare a Roma?
Io ormai non ho fiducia più in nessuno di questi personaggi; non chiedo che necessariamente ne abbiano in me o in qualcuno dei miei, ma almeno si guardi la realtà per quello che è.
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