Alessandro Berteotti

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venerdì 23 gennaio 2009

La sicurezza urbana non cambia col colore politico

A Roma una coppia che si era appartata per un momento di intimità è stata segregata e la ragazza violentata. Non è il primo episodio di questo genere, anche recente, da quando è sindaco Alemanno, che pure personalmente apprezzo, ma il quale non può fare nulla su queste cose. Nelle medesime condizioni si sono trovati in precedenza i suoi predecessori, Veltroni che Rutelli, che furono oggetto delle stesse critiche per le identiche ragioni.
Questo perchè l'idiozia e la malvagità delle persone non conosce epoche, nè rispetta colori politici. Votare la destra per avere più sicurezza non significa nulla, vedasi in proposito lo sbarco continuo di clandestini a Lampedusa, adesso più frequenti e numerosi che con Prodi.
E allora? Allora, dal mio punto di vista, il male non ha colore politico; può cambiare il modo di percepire la minaccia e di concepire la presenza delle persone nel mondo (razza, colore, sesso, lingua, ecc.), ma la sostanza è la medesima.
Questo potrebbe facilitare però il compito dell'elettore: eviti di scegliere chi lo deve governare solo da certi stereotipi, ma valuti nel concreto la proposta politica, dando per scontato che per certe minacce non esistono assicurazioni.
Un'ultima cosa: l'uso dell'esercito nella vita civile non è impossibile, ma deve essere fatto con estrema discrezione, solo quando è assolutamente necessario. Credo che in tutte le situazioni attuali gli organi di polizia esistenti e le forze dell'ordine, se ben coordinate e lasciate libere di operare, siano ancora oggi la migliore garanzia per il cittadino e debbano essere rivalutate e riconsiderate anche in un contesto puramente sociale. Serve una maggiore vicinanza delle istituzioni al cittadino, ma serve anche una maggiore fiducia del cittadino verso le istituzioni!

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