Alessandro Berteotti

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sabato 3 gennaio 2009

I guai economici dell'Italia si leggono nei numeri

Riprendo l'articolo di Repubblica on-line pubblicato ieri; peraltro mi limito ai dati, in corsivo, che ho verificato identici su tutti i siti di informazione, tralasciando i commenti:

"Il fabbisogno del settore statale chiude il 2008 a quota 52,9 miliardi di euro, in deciso rialzo rispetto ai 26,5 miliardi del 2007. Per trovare un risultato peggiore bisogna tornare indietro di tre anni e risalire al 2005".
La prima e più ovvia osservazione è: chi governava nel 2005? Berlusconi e soci. Cosa è successo tra il 2007 e il 2008? Il cambio del Governo tra Prodi e Berlusconi. Qui stiamo parlando di fabbisogno statale, quindi quanto l'Italia ha già speso per mantenere le proprie iniziative, che nello specifico corrispondono al soddisfacimento di alcune promesse elettorali, quelle più urgenti, e più avanti meglio identificate, quelle che non soddisfano le necessità di tutti gli italiani. Questo, tra l'altro, significa che il famoso bonus di 40 euro al mese per le famiglie più bisognose difficilmente sarà erogato, in quanto una delle condizioni per farlo è che vi siano gli adeguati strumenti economici.

"Il risultato, fornito dal Tesoro, è più elevato anche rispetto all'ultima stima ufficiale che ammontava a 45,2 miliardi ed è stata pubblicata nella Relazione previsionale e programmatica per il 2009. Sempre secondo i dati forniti dal ministero dell'Economia, ad essere in forte discesa è l'avanzo primario: a dicembre è stato di 2,9 miliardi di euro, mentre nel dicembre 2007 si attestò attorno ai 15 miliardi di euro".
L'avanzo primario è il famoso "tesoretto". C'era, c'è sempre stato finchè c'erano Prodi ed il famigerato Padoa Schioppa. Certo, loro non hanno fatto nulla per apparire simpatici agli italiani, come coprirli di promesse di ricchezza a piene mani, ma hanno curato e salvaguardato gli interessi dello Stato e la sua consistenza. Nel giro di pochi mesi, il signor Tremonti ha mandato all'aria tutto quanto il precedente Governo (il quale, per carità, ha avuto anche grosse colpe che personalmente non ho mai negato, tipo mandare i propri ministri a protestare in piazza) aveva fatto di buono. E forse oggi ci si renderà conto che allora non si erano alzate le tasse; visto che con lo stesso sistema impositivo si perdono denari, significa solo che chi ci amministra oggi ha le mani bucate!

"A determinare il fabbisogno, spiega il Tesoro, sono gli effetti della scelta operata per legge di consentire una riduzione della percentuale del secondo acconto Ires e Irap, l'attenuazione del cuneo fiscale e l'esenzione Ici per la prima casa. Sul lato della spesa, il ministero elenca numerosi fattori che hanno influenzato il risultato: maggiori rimborsi fiscali, l'anticipazione a favore delle Regioni per l'estinzione dei debiti sanitari, i maggiori prelievi delle amministrazioni locali, il rinnovo del contratto per il pubblico impiego, i maggiori interessi sul debito pubblico".
E' veramente assurdo che un ministro del calibro di Tremonti arrivi a lasciare intendere che tutto questo accada quasi all'improvviso, senza preavviso. Inutile anche cercare di dare la colpa alla crisi finanziaria, come appare da altre dichiarazioni dello stesso ministro: gli effetti della crisi hanno avuto un'incidenza marginale sul risultato di quest'anno, ma avranno conseguenze profonde su quello del prossimo anno.

Anche se so che per "partito preso" pochi condivideranno questa mia affermazione, in tutta onestà io mi sento di farla: abbiamo cambiato il Governo giusto (Prodi) nel momento sbagliato. Per gestire questa crisi non ci vuole un Tremonti, con teorie liberiste sorpassate e ormai fuori da ogni controllo, come dimostrano i numeri, ma sarebbe stato molto più opportuno un tandem Prodi-Padoa Schioppa, che forse avrebbe fatto tirare un po' la cinghia, ma ci avrebbe permesso un'uscita più efficace da questa situazione.
Ora abbiamo il Governo sbagliato nel momento meno opportuno della storia d'Italia recente.

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