Alessandro Berteotti

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mercoledì 14 gennaio 2009

Numeri da brivido, ma non per il freddo

Terminate le Festività, torniamo alla vita reale, ed il risveglio non è dei migliori. A novembre 2008, in base ai dati resi noti dall'Istat, l'indice della produzione industriale ha registrato una contrazione del 12,3% rispetto a novembre 2007. Anche togliendo un giorno lavorativo di differenza tra i due periodi, si registra una diminuzione su base annua del 9,7%: si tratta della maggiore diminuzione dal gennaio 1991.
Ancora più drammatica la caduta nel settore automobilistico. La produzione di autoveicoli in Italia a novembre è precipitata del 46,4% (42,8% considerando gli effetti di calendario). Nei primi 11 mesi la diminuzione è stata del 16,8% (16,3% netto).
Scrive La Repubblica: "Segnali di una crisi crescente che riguarda tutta la zona euro, come pronosticato oggi dall'Economic Survey per l'Area dell'Euro, presentato oggi dall'Ocse. Nel rapporto si parla in particolare di una "contrazione della produzione nella seconda parte del 2008 e nella prima del 2009, con una crescita che rimane sotto il potenziale fino a metà del 2010". Andamento che secondo l'Ocse si ripercuterà in maniera fortemente negativa sui bilanci statali. "Alcuni governi - ricorda lo studio - hanno fatto ricorso alla politica di bilancio per attenuare la frenata dell'economia" e "hanno messo a disposizione sostanziosi fondi pubblici per supportare la stabilità del sistema finanziario". L'organizzazione prevede quindi che nell'eurozona il deficit di bilancio aumenterà dello 0,8% del Pil sia nel 2008 che nel 2009, azzerando buona parte del calo (del debito, ndr) registrato nel 2006-2007 ".
A questo punto non vi sono più dubbi circa la recessione, circa lo stato di crisi, circa la contrazione dei consumi. Vogliamo una volta tanto capire che con le favole non si risolve nulla, che il Berlusca prende in giro gli italiani e che non passa giorno senza che gli indicatori economico-finaziari ci dicano che siamo malati gravi e che serve una grande attenzione nella gestione del patrimonio pubblico, altrimenti salta anche il sistema Italia? Se non siete d'accordo, potete anche darmi dello "sfascista", ma di certo la situazione non migliorerà per questo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io sto dicendo da tempo che la situazione è drammatica e che i nodi di trenta anni di politiche dissennate stanno venendo tutti al pettine. Con un debito pubblico di 1.670 miliardi di euro, con un sistema produttivo che arranca, con un sud che produce poco e che è amministrato come è amministrato, ogni ottimismo di facciata è irresponsabile
Se gli investitori internazionali voltano le spalle alle nostre emissioni(e il differenziale con il bund tedesco è salito a158 punti base)siamo alla bancarotta altro che ottimismo. Adesso poi si è aggiunto anche il problema dell'approvvigionamento del gas. Ieri quasi la metà del fabbisogno è stato coperto con le riserve che coprono 15 giorni non di più, è meglio che lo si sappia.

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