Una signora di 62 anni, molto ben portati e che molti ci invidiano, ma che noi abbiamo lentamente fatto scivolare in secondo piano. Credo sia più che giusto soffermarsi oggi a riflettere sulla nostra Repubblica Italiana e sulla sua Costituzione, atto fondante del nostro essere cittadini italiani oggi.
Una Costituzione che qualcuno vorrebbe cambiare, addirittura stravolgere, ma che invece attira l'ammirazione e l'interesse di molti paesi nel mondo ancora oggi. Partendo dall'articolo 1, che afferma: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, l'Associazione Mazziniana Italiana ha diffuso un comunicato in cui, tra l'altro, si può leggere: “La traduzione delle prime parole della nostra Costituzione in alcune delle principali lingue dell'immigrazione vuole ricordare a noi italiani, innanzitutto, come il lavoro sia quotidianamente tradotto nelle nostre città in tante lingue straniere.”
Il richiamo all'integrazione degli stranieri in un contesto di legittimità e di legalità è evidente. Continua: “Ma il nostro manifesto vuole anche presentare, con le prime parole introduttive, la nostra intera Carta Costituzionale a persone che provengono da paesi diversi, spesso lontani dalla democrazia. E' un segnale, un richiamo a loro come a noi, per scoprire - o riscoprire - i valori forti della Repubblica, quelli che tengono insieme una Nazione e che la fanno diventare Patria.”
A loro come a noi: questo è il punto. La Costituzione non viene più insegnata nelle scuole, come l'educazione civica, ed il risultato è il lento ma costante scomparire dei principi fondanti della carta costituzionale dal tessuto sociale. Non abbiamo bisogno di ronde per sentirci più sicuri.
Famiglia Cristiana di questa settimana attacca duramente questi atteggiamenti e punta il dito: “Il megafono della Lega sulle paure degli italiani”. Si legge, tra l'altro: “E' più sicura una città senza immigrati o Roma, dove si rischia di morire ogni sera, travolti da pazzi italiani ubriachi o drogati al volante? E' più sicuro un territorio senza extracomunitari o intere regioni in mano a mafia e camorra?”. Poi l'accusa si fa precisa: “Diamo atto al sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi, d'essere stato l'unico nel Governo a dire che il reato di immigrazione clandestina è una follia, ... ma gli altri cattolici, Rotondi, Scajola, Gianni Letta, non hanno nulla da dire?”.
Questo è anche il problema di tutti i cattolici: professare la propria fede che dice di amare il prossimo e poi fermarsi a coloro che ci stanno più vicini. L'appello è allora anche ai media, perchè non enfatizzino singoli fatti di cronaca, seppur gravi, ricordando che anche i nostri nonni emigrarono per fame.
Da ultimo, ricordando che gli immigrati producono il 9 per cento del PIL e che spesso fanno quei lavori sporchi e umili che non permettiamo più di fare ai nostri figli, ecco emergere il decreto “salvabadanti”. Si sta preparando un decreto flussi ad hoc per regolarizzare le lavoratrici straniere che si occupano dell'assistenza di persone non autosufficienti. Certo, altrimenti come potrebbero gli onesti cittadini italiani continuare a produrre ricchezza per se e per garantirsi un adeguato tenore di vita?
Ecco perchè è essenziale far comprendere e assimilare agli stranieri che restano sul nostro territorio il testo della nostra Costituzione, per permettere di accedere, da cittadini italiani a tutti gli effetti, alla nostra vita sociale.
Garantire l'integrazione a loro è la migliore assicurazione per la continuità dei valori dei nostri padri.
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