Da quando ha dato le dimissioni da presidente Bandello, non si ha più occasione di parlare di AGESP Trasporti. In verità, non si ha più occasione di parlare di tutti i problemi delle ex municipalizzate, di conoscere cosa accadrà nel settore dei servizi pubblici.
Ho già cercato di dare informazioni in merito (vedi post: http://berteotti.blogspot.com/2008/06/ex-municipalizzate-dove-siete-andate.html ), ma questo settore in particolare richiede un minimo di approfondimento.
Da anni si va dicendo, e da più parti, che il servizio di trasporto pubblico è inefficace, anche se presente in modo sostanziale per i numerosi mezzi circolanti. Il problema principale sta nella lunghezza dei percorsi, che fanno perdere un mucchio di tempo al punto che i più giovani preferiscono camminare piuttosto che prendere il bus, e nello stato di conservazione di molti mezzi. A questo si aggiungano le soste a motore acceso (“non sappiamo se spegnendolo poi riparte”, le dichiarazioni degli autisti, alla faccia del caro carburante) e le tante, troppe corse a vuoto di questi mezzi il cui ingombro è decisamente fuori standard per il normale utilizzo urbano.
Questi mezzi sovradimensionati servono per il servizio scuole. Ogni giorno centinaia di giovani prendono il bus per andare a scuola, provenienti anche da fuori città, e qui si ricorderà la polemica degli aumenti del costo dell’abbonamento, i tira e molla sulle corse speciali, la restituzione di parte del costo limitandone la validità nel periodo e negli orari.
Tanti sintomi di una malattia che si chiama approssimazione politica.
Ho già cercato di dare informazioni in merito (vedi post: http://berteotti.blogspot.com/2008/06/ex-municipalizzate-dove-siete-andate.html ), ma questo settore in particolare richiede un minimo di approfondimento.
Da anni si va dicendo, e da più parti, che il servizio di trasporto pubblico è inefficace, anche se presente in modo sostanziale per i numerosi mezzi circolanti. Il problema principale sta nella lunghezza dei percorsi, che fanno perdere un mucchio di tempo al punto che i più giovani preferiscono camminare piuttosto che prendere il bus, e nello stato di conservazione di molti mezzi. A questo si aggiungano le soste a motore acceso (“non sappiamo se spegnendolo poi riparte”, le dichiarazioni degli autisti, alla faccia del caro carburante) e le tante, troppe corse a vuoto di questi mezzi il cui ingombro è decisamente fuori standard per il normale utilizzo urbano.
Questi mezzi sovradimensionati servono per il servizio scuole. Ogni giorno centinaia di giovani prendono il bus per andare a scuola, provenienti anche da fuori città, e qui si ricorderà la polemica degli aumenti del costo dell’abbonamento, i tira e molla sulle corse speciali, la restituzione di parte del costo limitandone la validità nel periodo e negli orari.
Tanti sintomi di una malattia che si chiama approssimazione politica.
Se si lasciasse fare a chi dovrebbe gestire la cosa solo da un punto di vista industriale, con ogni probabilità le cose funzionerebbero molto meglio. Ma poi succedono queste cose. E succede che anche quest’anno, come negli ultimi anni in modo sempre maggiore, gli incidenti di percorso, è proprio il caso di chiamarli così, per il trasporto scolastico, siano stati decine e decine.
Ragazzi che sono arrivati in ritardo a scuola, mezzi che si sono fermati per strada, corse saltate senza preavviso. In tutti questi casi disagi per i genitori e per chi cura i ragazzi nelle ore scolastiche, con corse in auto a prendere i giovani che sono rimasti appiedati e per giustificare (sic!) alla scuola ritardi intervenuti per colpa di un servizio pubblico a pagamento. I benefici attesi dagli aumenti, così come si era prospettato, non ci sono stati e non ci saranno a breve, a meno di interventi societari ed infrastrutturali pesanti.
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