Alessandro Berteotti

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martedì 3 giugno 2008

Il ruolo del trasporto pubblico locale

Eccoci finalmente a parlare di trasporto pubblico. Chi mi conosce sa bene quale sia il mio interesse per la mobilità sostenibile ed il mio punto di vista sull’integrazione fra tutte le forme di trasporto pubblico e privato per arrivare ad una qualità della vita elevata anche in questo ambito.
La struttura urbana della città di Busto Arsizio, il suo essere all’interno di una conurbazione con altre città come Gallarate, Castellanza e Legnano, che costituiscono un continuo non distinguibile nei confini, ci fa perdere la cognizione di essere di fronte ad una realtà di ormai 200.000 abitanti, che costituisce il terzo agglomerato urbano della Lombardia per numero di abitanti.
In questo contesto non ha molto senso pensare ad un servizio di trasporto pubblico autonomo per ogni città, ma sarebbe più opportuno costituire un consorzio che assicuri l’interconnessione tra tutti i punti nodali che sono sul territorio e che interessano la mobilità personale.
Ad esempio, pensando alle possibilità di intermodalità, ovvero interconnessioni di mobilità, abbiamo stazioni ferroviarie a Gallarate, Busto Arsizio (Nord e Stato), Castellanza e Legnano, le quali mettono in relazione il territorio con Milano, Malpensa, Domodossola e la Svizzera, Varese e il nord della provincia, Como, Novara e attraverso Rho fino a Torino.
Progettare aree e modalità di interscambio è fondamentale per lo sviluppo dei collegamenti di area, considerando la funzione di Malpensa come aeroporto (al di là di tutte le polemiche) centrale per l’economia del Nord Italia e dei traffici con tutta l’Europa.
Sempre sul territorio osserviamo la collocazione degli ospedali: ve ne sono a Gallarate, Busto Arsizio e Legnano ed abbiamo cliniche private a Castellanza (Santa Maria e Mater Domini), oltre ad altri ospedali in valle Olona (cito solo l’ospedale Raimondi di Gorla Minore); inoltre vi sono diversi centri diagnostici sparsi sul territorio. Esistono poi altri luoghi di ricovero per lungodegenti, come La Provvidenza a Busto Arsizio o l’istituto Barbara Melzi a Legnano, ed altri nel territorio. Tutti questi luoghi sono oggetto di frequentazione giornaliera da parte di migliaia di persone, che spesso hanno problemi a trovare un parcheggio (che risulta spesso a pagamento). Laddove ci sia la possibilità di una adeguata copertura, sia per frequenza che per comodità di mezzi pubblici, è logico pensare che molte persone potrebbero scegliere questo mezzo.
Il commento che chiedo a voi è dunque: ritenete che il trasporto locale possa diventare motore della mobilità sostenibile?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Vorremmo proprio capire chi gestisce in maniera così scellerata i trasporti pubblici!! Mi unisco al coro di tutti gli abbonati (paganti) studenti e non , che grazie a conducenti maleducati e menefreghisti,sono costretti spesso e volentieri a scarpinare nonostante abbiano pagato.
Giustifichiamo a questo punto, i "portoghesi",e ci chiediamo come si voglia scoraggiare l'utilizzo del mezzo privato, con queste assurde alternative... Grazie.

Anonimo ha detto...

certamente ma dimentichiamo che il maggior azionista di agesp è il comune di busto arsizio.. e lui stesso non lavorerà mai per migliorare veramente il servizio de trasporti.. altrimenti gli autosilo chi li usa??? .............................................

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