Alessandro Berteotti

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domenica 22 giugno 2008

La lezione del Cardinal Tettamanzi

Vi è una persona che merita tutto il nostro rispetto e che forse spesso sottovalutiamo. Mi riferisco al nostro Cardinale Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi.

Questa settimana ha rilasciato due interviste, una pubblicata dalla Stampa ed una da Repubblica dove tratta due argomenti estremamente importanti e delicati: il primo quello della cortesia nella nostra vita, il secondo del piano di militarizzazione delle grandi città ad opera del Governo. Leggendo gli articoli trovo che questi due argomenti siano tra loro correlati.

La nuova lettera pastorale parla, per il terzo anno, alle famiglie ed indica un modo chiaro un percorso di fede, ma anche di senso civico.

Oggi è assai più facile incrociarsi senza neanche un saluto, trovare chi ti passa avanti in malo modo, vedere ragazzi seduti sull’autobus indifferenti all’anziano barcollante davanti a loro. In particolare il Cardinale nell'intervista afferma: «Rispetto e gentilezza aiutano a umanizzare il territorio: quando si è disposti a fare un piacere gratuito, quando si dà volentieri la precedenza o si cede un posto, quando si coltivano sentimenti di fiducia più che di diffidenza». Ed ecco lo spunto: fiducia più che diffidenza.

In questi anni siamo stati bombardati da continui messaggi che instillavano nella mente delle persone la paura, la diffidenza, il terrore per atti che si svolgono nelle nostre città in modo eclatante, soprattutto quando coinvolgono cittadini extracomunitari più o meno regolari.

Si fa molto baccano quando sono cittadini stranieri (e ricordate che anche gli Svizzeri e gli Americani sono extracomunitari) a compiere atti criminali, ma poi sono anche quelli che muoiono sul lavoro per pochi euro l'ora, irregolari sfruttati da regolarissimi industriali italiani.

Qualcuno ricorda la storia di Jan Cazacu? Era rumeno.

Extracomunitari stuprano ragazze italiane e italiani stuprano ragazzine extracomunitarie. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Presi come siamo da tutti i nostri guai quotidiani, molti dei quali ce li andiamo probabilmente a cercare da soli con il nostro modo di interpretare la vita con ritmi sconsiderati, non sappiamo più distinguere tra vero e falso, tra giusto e sbagliato.

Afferma il Cardinale nell'intervista a Repubblica: "È la solitudine, causata soprattutto dalla privatizzazione dei tempi e degli spazi e dal conseguente calo della qualità della socializzazione, ad aver generato le paure della gente. Sono soli tanti anziani. Soli troppi giovani. Soli molti adulti, anche con posizioni sociali prestigiose. La solitudine causa ulteriore sfiducia verso l'altro e genera la paura dell'incontro”.

Alle istituzioni dice: "Guardiamo in avanti, non speculiamo sulla paura. Da sempre il forestiero desta sospetti e pregiudizi. Ma nel passato Milano è stata capace di rimettere in discussione la propria identità per ridefinirla insieme ai nuovi venuti (...) Milano saprà trasformare tutti suoi abitanti, anche gli immigrati, in cittadini. È per il bene, la sicurezza, l'arricchimento di tutti che dobbiamo compiere questo sforzo. Barricarsi in casa, criminalizzare alcune categorie di persone, presidiare militarmente le città, sono gesti che aumentano il senso di smarrimento e solitudine. La solitudine cessa se si sperimenta la bellezza dell'incontro. Chi ne è deputato faccia rispettare la legge per impedire quegli atteggiamenti che rendono spiacevoli o pericolosi questi incontri".

Personalmente cercherò di fare tesoro di queste riflessioni, sperando di non essere il solo.

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