Alessandro Berteotti

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giovedì 4 dicembre 2008

L'incosciente scelta di un Governo privo di energia

Personalmente non avevo alcun dubbio sull'incapacità che avrebbe avuto questo Governo nel relazionarsi con le reali necessità del Paese e seguire una logica coerente in un contesto internazionale, non solo di politica estera (peraltro sempre ed unicamente ancorata alle scelte degli Stati Uniti, durante l'era Bush-Berlusconi), ma soprattutto in termini di sviluppo economico.
Ciò che in questi ultimi giorni ha fatto riflettere più di un elettore di centrodestra è stato il provvedimento dei tagli sugli sgravi fiscali a sostegno dell'efficienza energetica, e questo per diversi motivi. Infatti, anche se ieri è stata cancellata la retroattività del provvedimento - cosa quanto mai iniqua e destabilizzante - la gente resta sconcertata dalla povertà delle argomentazioni che stanno alla base del provvedimento, tutte e sole di carattere finanziario.
In un contesto di crisi energetica, dove l'Italia dipende fortissimamente dall'energia importata (oltre l'80% delle fonti energetiche che utilizziamo provengono da fuori dei nostri confini: gas, petrolio, perfino la stessa energia elettrica per oltre il 15% del nostro fabbisogno), è sembrato coerente che il precedente Governo andasse a sviluppare questo tipo di politica incentivante nei confronti di una maggiore attenzione ai risparmi energetici, favorendo, una volta tanto, l'intervento e la scelta del singolo cittadino piuttosto che una categoria o distribuendo soldi a pioggia.
Dal punto di vista tecnico, infatti, va rilevato che il risparmio energetico è, a tutt'oggi, l'unica possibilità vera di poter ottenere benefici sensibili (in termini percentuali) nel breve periodo, mentre la tecnologia sta accelerando verso la ricerca di innovazioni in grado di migliorare l'efficienza dei sistemi di produzione, in particolare il solare e il geotermico, ma con tempi più lunghi.
Dunque, il taglio di questi incentivi incide pesantemente, vista anche la crisi economica, sulla possibilità delle famiglie di adeguare le strutture per alleggerire la bolletta energetica. Viene allora da chiedersi se è eticamente accettabile che ENEL ed ENI, sostenute personalmente dallo stesso Premier nei momenti più neri della crisi finanziaria, possano permettersi di ottenere attività miliardarie dalla gestione dell'energia, mentre il cittadino è in ginocchio per le bollette di gas, elettricità e per il pieno dell'auto. Il prezzo del petrolio è calato, ma i prezzi comparati sono ancora più alti; e poi, chi ci spiega la magia del gasolio che, grazie a questa crisi, si è allineato al costo della benzina verde? Chi ha goduto di questo allineamento, dal momento che il costo di produzione di un litro di gasolio è inferiore rispetto ad uno di benzina?
Altro aspetto di questa misura, dal punto di vista economico, è quello di deprimere il mercato e soprattutto i produttori di impianti di solare termico e fotovoltaico, un settore nel quale operano migliaia di persone e di piccole aziende, che ora rischiano gravi ripercussioni. Anche gli amministratori di condominio si trovano in cattive acque, dal momento che devono ora spiegare come interventi fatti e realizzati o in via di realizzazione non porteranno i benefici economici attesi. Un vero problema.
Dal punto di vista politico, invece, dobbiamo rilevare l'insensibilità di questo Governo al problema ambientale che, in termini assoluti, non è certo un tema che può essere messo in capo ad una forza politica, ma che ormai ha molti sostenitori anche nel centrodestra. Non solo: se dobbiamo continuare a guardare agli Stati Uniti, non sarà sfuggito che la prima decisione di Obama come Presidente (incaricato) è stata quella di un ingente investimento pubblico a favore delle imprese del settore energetico e delle energie riciclabili che, secondo le stime, genereranno 2,5 milioni di posti di lavoro nei prossimi tre anni. Noi no, noi il mercato lo deprimiamo.
Personalmente sono profondamente amareggiato per l'incoscienza, politica economica ed ambientale, che il nostro Governo ha manifestato in questo frangente, un esempio di incompetenza e di assurdità economica, che dimostra ancora una volta come la politica dei tagli che sta mettendo in mostra sia, in realtà, la politica che taglierà le gambe alla nostra economia.

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