Alessandro Berteotti

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lunedì 15 dicembre 2008

Lettera a Gesù Bambino

Caro Gesù Bambino,
mancano pochi giorni a Natale. Da anni ci vogliono far credere che Babbo Natale ci porta i regali che lui ha preparato, ma noi sappiamo bene che sei tu che glieli dai. D'altra parte, voi due apparite sulla scena del crimine nello stesso momento e, come ci insegna la Tivvù, ovvero la nostra maestra naturale, con le puntate di CSI, noi sappiamo dedurre da alcuni scarsi indizi cosa sia realmente successo.
Ma non è per questo che ti scrivo. Questa è la mia letterina di Natale, quella con cui chiedo cose che spero di trovare sotto l'albero il 25 mattina. La prima cosa è che Natale sia il 25 di tutti i mesi, non solo di dicembre. Visto che tutti diventano più buoni e tolleranti, mangiano il panettone e brindano felici, per quale motivo questo dovrebbe succedere una sola volta l'anno?
Poi, vedi, se non fai così, noi in Italia abbiamo trovato una persona che ci vorrebbe dare ogni mese dei denari, almeno a quelle persone che ne avrebbero più bisogno, ma da noi capita che di solito chi dichiara meno redditi non necessariamente è il più povero della compagnia.
Vorrei chiederti anche qualcosa per la mia famiglia: sai, aspettiamo da anni e anni che qualcuno faccia qualcosa per noi; ci chiedono di fare dei figli, ma poi ci tolgono le risorse per mantenerli. E non ci sono santi... tu sei pratico, no?
Sentiamo spesso parlare di giustizia, su questa terra, ma chi più di te ha dovuto subire l'ingiustizia degli uomimi? Ah, dimenticavo... tu queste cose le scoprirai solo tra una trentina d'anni. Beh, io vorrei che qui si parlasse meno di giustizia come valore assoluto, ma si lasciasse a tuo Padre decidere. Noi possiamo solo fare disastri ogni volta che ne parliamo, perchè da esseri imperfetti non potremo mai dire cosa sia effettivamente giusto.
Negli anni abbiamo capito alcune cose, ma altre le abbiamo perse: forse anche per questo siamo così confusi. Crediamo di sapere, e quindi sappiamo di meno. Spendiamo tutto il nostro tempo a rincorrere il successo ed il denaro, ma poi critichiamo chi lo fa più di noi e meglio di noi. Se ti avanza un po' di ricchezza, che per te è la saggezza dell'anima, ti prego, donacene un po'.
Forse così riusciremmo a capire come spendere il nostro tempo, chi sono le persone che ci vogliono davvero bene, come far crescere l'amore e l'amicizia prima che l'odio invada le nostre menti. Dacci serenità e voglia di tenerezza, non per un giorno, ma per sempre.
Tienici lontano dai nostri egoismi: regalaci la voglia di incontrare gente, anche diversa da noi, semplicemente con la voglia di arricchire il nostro sapere, conoscere il mondo e le persone che lo abitano, godendoci la bellezza per quello che è e lasciando fare al tempo il suo mestiere, senza avere la pretesa di cambiare necessariamente il corso delle cose.
Ecco, Gesù Bambino, credo di averti chiesto già fin troppo. O forse no. Forse non è sbagliato chiederti tutto questo e altro ancora, se però quello che vogliamo da te lo portiamo dentro il cuore, come un seme nella terra. Forse tu queste cose ce le hai già date e noi non le vediamo, non le sentiamo, non le gustiamo perchè altre cose ci affascinano. Ciò che diciamo con la bocca raramente è ciò che abbiamo veramente nel cuore.
Questo Natale ci dice mamma Tivvù che forse avremo meno cose. Allora potrebbe essere il Natale giusto per accogliere i tuoi doni.

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