Alessandro Berteotti

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giovedì 11 dicembre 2008

Dall'apparenza alla sostanza delle questioni politiche

Il Berlusca dice che non vuole trattare con l'opposizione, in particolare con il PD. Invece, afferma di essere pronto ad accogliere a braccia aperte il figliol prodigo Casini.
Fuori dalla cronaca, è abbastanza chiaro a chi tratta di politica che questa linea ha l'obiettivo di allontanare il PD da Di Pietro, il quale, secondo gli ultimi sondaggi, sta crescendo ulteriormente e questo preoccupa sia Silvio che Veltroni.
Anche Casini ha qualcosa da temere da questa situazione, ad esempio il fatto di non essere più l'ago della bilancia, la terza forza (sarebbe meglio dire la quarta, considerando la Lega, o addirittura la quinta, visto l'ordine di grandezza con Di Pietro), e questo lo preoccupa in chiave elezioni Europee.
Dunque, in questo momento la politica sta preparando il campo a quella competizione elettorale. Le affermazioni che si stanno facendo in questi giorni e, ancora di più, si faranno nelle prossime settimane, vanno viste in questa chiave.
All'interno del PD, ad esempio, le scaramucce (o le battaglie, inutile star qui a fare giri di parole) sono per la collocazione del PD all'interno del gruppo europeo, ovvero se aderire al gruppo dei Socialisti o ad altro gruppo (es. i Liberal-Democratici, ammesso che si arrivi a quel lido).
Restando sul piano nazionale, la crescita di Di Pietro in realtà è la vera novità del panorama politico. Con la situazione di stallo esistente all'interno del PD per quanto riguarda la leadership, vista la discontinuità che viene invocata dalla base, pochi o nessuno dei membri dell'attuale esecutivo potrebbero essere candidati valutati come una vera innovazione in questo panorama.
D'altra parte, puntare su di un giovane in assoluto, come ad esempio il segretario regionale Martina (appena trentenne), potrebbe essere un azzardo oltre ogni limite, giocato solo per soddisfare certe frange e per accontentare una parte dell'opinione pubblica, ma poi sarebbe "telecomandato" da altri.
Nello stesso centrodestra continua questo masticare amaro per le posizioni di Berlusconi. Aver messo Fini in un ruolo istituzionale, ha significato tagliare fuori il principale candidato alla sua successione nel PdL, e gli ha garantito ancora almeno il tempo della legislatura (che, se arrivasse al termine, lo porterebbe oltre la fatidica soglia dei 75 anni). Dopo non ci sarà più alcuna cura alla calvizie o lifting che tenga: sarà inesorabilmente vecchio.
Ma il potere è una brutta bestia, ti si avvinghia addosso e poi è difficile scrollarselo via. Soprattutto se si fa di tutto per tenerselo ben stretto...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Silvio non sarà mai vecchio a differenza delle cariatidi di busto: Bottini, Fazio, Pellegatta, Speroni, Fantinati, Porfidio, etcc.. per non parlare poi di quelli del PD nato vecchio: gli unici leader giovani in Italia sono Silvio, Alemanno, DiPietro. Come si può ben capire non sto parlando per simpatie politche ma la realtà dei fatti è questa.
Comunque sono di destra!

Anonimo ha detto...

Bisognerebbe sempre firmarsi quando si prende una posizione. Tutte le opinioni sono rispettabili, anche quelle della persona di cui sopra, opinioni che, peraltro, non condivido minimamente.Però è necessario che chi le esprime " se le assuma" altrimenti non si è nè di destra nè di sinistra ma, parafrasando Totò, semplicemente e banalmente "caporali"

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