Alessandro Berteotti

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lunedì 8 dicembre 2008

Si allarga la macchia della Questione Morale

A settembre l'avevo evocata per la nostra realtà locale, ma oggi pare essere scoppiato in pieno il bubbone della questione morale a livello nazionale, nel PD ma, come fa notare una volta tanto a ragione il Ministro Rotondi, ormai questo tema non può restare confinato all'interno di un solo partito, quando ad esserne affetto è l'intero sistema politico nazionale.
Non facciamo finta di non capire e non cominciamo a fare lo scaricabarile, ovvero lo sport preferito dagli italiani: se vogliamo cambiare qualcosa in questo Paese, dobbiamo proci come primo e più urgente tema la questione morale.
Da troppo tempo abbiamo una classe politica inadeguata alle gravi questioni che questo tempo pone, e si è sempre cercato di rispondere nascondendo le responsabilità. Siamo arrivati a far credere ai nostri giovani che si può scegliere la professione del politico, snaturando l'essenza stessa della politica, che Papa Paolo VI definiva la massima forma di carità.
La politica vera ha sempre fatto ricorso alle risorse migliori della nostra società, mentre oggi si vorrebbe avere dei semplici "impiegati della politica". Ecco dove inciampa il ragionamento, dove la politica della destra non si distingue dalla sinistra, dove vi sono centinaia di deputati e senatori che con l'avvicinarsi della conclusione della legislatura, senza una garanzia di rielezione, sanno anche cambiare casacca al volo, alla faccia della coerenza e dei valori che vogliono rappresentare.
I padri della Repubblica hanno vissuto l'esperienza del carcere, della guerra, ma hanno conservato una dignità ed una coerenza con le proprie idee che ancora oggi ci fa guardare a loro con stima e ammirazione, da destra, dal centro e da sinistra. Faccio un nome solo, quello forse più banale, cioè Alcide De Gasperi, per indicare come almeno tre o quattro partiti oggi vogliano dire a forza che ne hanno ereditato l'insegnamento. Magari. Avremmo sicuramente una politica ed un senso dello Stato più saldo e dignitoso.
Oggi invece siamo a rivendicare una rilettura di pagine recenti più morbida e meno indiscreta per alcuni personaggi viventi che erano nella scia di Bettino Craxi, e che ora ne vorrebbero addirittura la riabilitazione politica e giudiziaria. Oppure dobbiamo assistere allo spettacolo di un cospiratore contro la repubblica come Licio Gelli, che si permette di dire cose rivoltanti da una televisione privata o dalle colonne di un giornale, nella sicurezza che riuscirà almeno a gettare un dubbio su quella che fu la sua azione con la Loggia P2, e di cui alcuni adepti di spicco ora si trovano con le leve del potere in mano. Che tristezza, cara Democrazia!

1 commento:

Anonimo ha detto...

La crisi finanziaria internazionale che si sta rapidamente trasformando in crisi dell'economia reale con conseguenze ancora non pienamente valutabili nè valutate, ha varie cause ma un comune planetario fondamento: l'assoluto venir meno, dappertutto, di ogni principio etico nell'agire sia in campo economico che politico. In campo economico finanziario si è assistito a comportamenti ispirati ad un solo principio: fare soldi in fretta, sempre più in fretta, utilizzando la leva finanziaria e svincolando la finanza dall'economia reale, dalla produzione, dal lavoro, dalla ricerca, da tutto ciò che richiedeva tempo, fatica, impegno. In campo politico si è assistito all'affermarsi di classi dirigenti che hanno concepito l'impegno politico come strada rapida per ottenere privilegi, sinecure, posti, denaro. E' di oggi la notizia che negli USA è stato arrestato il governatore dell'Illinois perchè vendeva il seggio lasciato libero da Obama. Inaudito.
Io mi auguro che lo tsunami che ha investito le economie di tutto il mondo e che non ha ancora manifestato tutta la sua forza dirompente serva almeno a far piazza pulita di tutta una serie di persone, di comportamenti, di fatti. Me lo auguro ma non ci spero più di tanto. Quello che mi amareggia è che in tutto il mondo a pagare le conseguenze più gravi saranno, come al solito, i ceti più deboli che sono stati portati al massacro da pifferai più o meno convincenti, da ministri "fantasiosi" e da ceti politici "nauseabondi" e "nauseanti".
Per restare al nostro paese, ho l'impressione che siamo al capolinea, altro che ottimismo da quattro soldi sbandierato ai quattro venti e sotto il quale si intravedono sempre più chiari nervosismo, paura, panico da parte del governo in carica. Valga per tutti l'uscita di qualche giorno fa del ministro Sacconi
Quanto all'opposizione deve trovare rapidissimamente il suo ruolo di "opposizione", liberandosi di tutte le mele marce e presentandosi al paese come "eticamente" diversa.
Nel 1945 l'Italia usciva distrutta da una guerra insensata ma ha saputo risollevarsi; ci riuscirà anche questa volta.
Allora potè contare su statisti come Einaudi, De Gasperi; il paese ha urgente bisogno di trovarne altri se non di pari almeno di comparabile livello.

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