Alessandro Berteotti

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mercoledì 4 febbraio 2009

C'è meno politica nella vasta Busto

"La gente più avanti dei partiti", dice il Sindaco Farioli introducendo la pratica "C'é più Busto", che per lui ha una valenza personale e politica molto pesante. Tanto da far innervosire persino i suoi assessori e i segretari politici della maggioranza.
In effetti questa affermazione sottolinea un distacco tra la politica reale e quella percepita che, nel suo caso, è sicuramente ben identificata; ma ciò che egli implicitamente dichiara è che i cittadini si affidano più alle capacità del sindaco di intercettare un certo tipo di bisogno piuttosto che le organizzazioni politiche.
La cosa non è estranea a qualche verità, ma giocata così può essere un'arma a doppio taglio in casa della maggioranza: non piace certo ai segretari sentirsi dire che non sanno fare il loro lavoro. Simile, ma più diluito, il discorso per la minoranza. Il ritornello quando la maggioranza sbaglia o non raggiunge gli obiettivi è: "E voi dove eravate"? Con questo ci si pulisce la coscienza e si crea la convinzione che si può anche continuare a votare una maggioranza insipida e languida perchè tanto dall'altra parte non vi è nulla di convincente.
Ma non è sempre così. Anche se una certa ingessatura c'è anche in minoranza, e sul piano della comunicazione lo si vede benissimo: i piccoli partiti monocratici di minoranza intervengo in tempi brevissimi, dal momento che non devono coordinarsi con nessuno.
Dunque il Sindaco punta sull'iniziativa di area vasta per rilanciare la sua immagine e quella della sua giunta. Ma l'immagine del direttore d'orchestra che si è dipinta addosso (o gli hanno dipinto i grandi comunicatori che hanno curato la manifestazione) non pare molto in linea con gli obiettivi; infatti una delle critiche maggiori che si sono fatte e che continuiamo a fare al nostro Gigione è proprio quella della fluente prosopopea della sua parlata, purtroppo quasi mai assistita da una sintesi fattiva, da un raggiungimento di risultati, dalla transizione dal dire al fare.
Ho già avuto modo di investigare e di relazionare anche da questo blog quale sia il pensiero di buona parte dei comuni vicini, i diretti interessati dalla questione Area Vasta: addirittura tra i sindaci c'era chi sapeva poco o nulla dell'iniziativa. Come facciamo a parlare di Altomilanese, di area omogenea, di comuni interessi e di gestione del territorio se non ci si relaziona nemmeno tra primi cittadini?
Manca poi una concreta dichiarazione degli obiettivi: quale sarà il risultato che si otterrà da questo confronto pubblico, quale le applicazioni pratiche, quali i tempi per il loro sviluppo e quali i benefici per la città ed il territorio.
In questo periodo storico, l'unica cosa di cui non abbiamo bisogno è di chiacchiere.

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