In commissione Servizi Sociali, ieri sera 4 febbraio 2009, è stata presentata una mozione del PD che chiedeva di istituire 20 unità abitative per giovani che vogliono provare a farsi una vita autonoma. Ovviamente questo problema si pone oggi in modo diverso da come poteva essere posto anche solo una ventina di anni fa: allora si sarebbe parlato di famiglia.
Io cerco di essere un po' pratico e laico, per cui non mi formalizzo davanti a single, coppie di fatto, convivenze o coppie regolari. Auspico personalmente che l'istituto della famiglia legale e regolare sia sempre da preferire ad altre condizioni, ma si sa che usi e costumi cambiano nel tempo e non è giusto prevaricare. Dunque l'iniziativa era ed è (al di là del giudizio che ha ricevuto in sede di commissione, che dico subito non essere stato favorevole) da tenere ben presente per tutto quello che l'amministrazione dovrà fare nel prossimo futuro in tema di politiche della casa e politiche giovanili.
Si verifica qui una convergenza significativa, che dovrà essere ben chiara a tutti gli amministratori pubblici, al di là dei fattori di crisi. Le politiche occupazionali hanno fatto sì che il precariato per i giovani sia sempre più una costante, almeno nel momento in cui si passa dalla scolarità (maturità o laurea) al mondo del lavoro. I co.co.co o co.pro., le assunzioni a tempo determinato, il lavoro temporaneo, costituiscono la porta di ingresso al mondo del lavoro per l'80% dei giovani.
Essi ben difficilmente potranno spendere buona parte del loro stipendio per pagarsi un affitto. Ancora di più aumentano le difficoltà se ci si deve costruire una famiglia, sopra quello stipendio.
Ecco perchè ritengo che mi debba sforzare di capire il giovane che vuole la propria indipendenza familiare, che voglia affrontare la vita con responsabilità fuori dal guscio sicuro e protetto dei genitori. E' un suo diritto, che in quasi tutti gli altri paesi europei viene visto come la normalità appena dopo la maggiore età.
In questo sta il valore della proposta, che credo dovrà essere ripresa dalla commissione Crisi economica, e che non può essere liquidata semplicemente con l'affermazione che oggi non abbiamo appartamenti disponibili o che non esistono risorse economiche da investire.
Abbiamo un patrimonio immenso, che è la nostra capacità di innovare e riprogettare il nostro futuro, non dimentichiamolo. Credo che per vincere questa battaglia si debba prima di tutto vincere la nostra resistenza al cambiamento, al conformismo radicale che ormai condiziona in modo assoluto il nostro pensiero.
Io a proposito qualche idea nuova l'avrei, e la comunicherò in commissione Crisi.
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