Alessandro Berteotti

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giovedì 12 febbraio 2009

Tornano i call center, i cittadini possono iniziare a preoccuparsi

Il Senato ha approvato ieri una norma nel decreto Milleproproghe (e poi si criticava Prodi...) che riammette la possibilità, da parte dei call center, di chiamare a casa gli italiani, a prescindere dal fatto che abbiano più o meno dato il loro consenso alle chiamate commerciali, per massacrarci con messaggi promozionali e offerte commerciali.
La prima considerazione è che questa è una violazione della legge sulla privacy. E con lei la nostra tranquillità, mentre aumentano a questo punto le possibilità di frodi, soprattutto a carico degli anziani. Mi sono battuto con vigore contro questa porcheria, e devo dire che anche l'amministrazione comunale aveva seguito la mia traccia, scrivendo i consigli per difendersi da questa "invasione" su uno degli ultimi numeri del "Busto Arsizio", periodico ormai scomparso senza una spiegazione.
Ora questa norma azzera una battaglia ventennale, che sembrava ormai vinta.
Il provvedimento "salva Call Center", secondo il Governo, permetterà a 30.000 persone di restare occupate. Non so se qualcuno di voi ha visto qualche tempo fa una trasmissione di Report che parlava dei call center: la può reperire ancora sul sito della trasmissione di RaiTre. Questi Call Center sono quasi dei carceri, i turni sono stressanti e le persone hanno un lavoro precario per tre mesi. Non vi sono tutele sindacali e spesso si devono prendere parolacce da parte delle persone che contattano. A qualcuno poi saltano i nervi e allora rischia il posto. Alla fine dei tre mesi non vedono l'ora di andarsene!
Il cittadino invece tornerà ad essere subbissato di chiamate, durante tutto l'arco del giorno gli pioveranno addosso offerte di ogni tipo alle quali dovrà cortesemente dire di non nutrire alcun interesse. La "redempion" delle chiamate, ovvero il numero di chiamate che dà luogo ad un acquisto o a un contatto, sono molto poche, ma costituiscono un canale di marketing interessante perchè offre un contatto diretto tra il prodotto ed il consumatore, fa conoscere un prodotto magari sconosciuto e non è detto che la persona che si contatta non abbia poi a tornare sui suoi passi ad un secondo o terzo tentativo.
Ora pensate alle persone anziane, malate, che vivono da sole o che sono in attesa di notizie, e cui uno squillo di telefono crea apprensione; pensate a persone che hanno bisogno di riposo, ma che così possono essere disturbate in ogni momento; pensate a quanta gente potrà tornare a tentare truffe di ogni genere spacciandosi per un operatore di call center.
Non vorrei usare un termine che può apparire sproporzionato, ma io parlerei di legge criminale, contro l'interesse degli italiani.

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