Alessandro Berteotti

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domenica 8 febbraio 2009

Dubbi della Corte dei Conti sulla copertura economica di Expo2015

Allarme della Corte dei Conti riguardo la copertura economica di Expo2015. La notizia ha avuto scarsissimo risalto sulle cronache nazionali, ma appare di una importanza estrema per l'Altomilanese. Di cosa si tratta? Del fatto che i fondi statali oltre l’anno 2011 non sarebbero coperti, lasciando molti dubbi anche in merito ai finanziamenti privati.
La Relazione quadrimestrale sulle leggi di spesa, documento tecnico, forse perfino ostico per la maggior parte delle persone, redatto dalla Corte dei Conti, evidenzia le criticità nella distribuzione temporale degli oneri relativi al finanziamento statale di Expo 2015. Sugli 11 miliardi totali ne mancano infatti 2,3, senza i quali sarà difficile l’avvio dei cantieri per le opere connesse all’evento, come autostrade, ferrovie e metropolitane.
Dall’analisi della Corte dei Conti emergono dubbi anche riguardo alle risorse considerate sicure dal dossier di candidatura: 3,2 miliardi da suddividere in 891 milioni a carico dei privati, 851 erogati dagli enti locali e 1,4 miliardi di finanziamento statale.
Il Decreto Legge 112/2008 autorizza infatti lo Stato a spendere 1,4 miliardi, ripartiti in 30 milioni nel 2009, 45 nel 2010, 59 nel 2011, 233 nel 2012, 564 nel 2013 e 445 nel 2014. Per gli esercizi del 2013 e 2014 emerge quindi un notevole divario, che vede raddoppiarsi gli stanziamenti. A giudizio della Corte sarebbero state necessarie precise indicazioni sulle risorse con cui fronteggiare gli oneri eccedenti.
A questa situazione si vanno a sovrapporre tutta una serie di problematiche locali e nazionali, prima fra tutte l'attuale situazione congiunturale economica, che ha fatto dire anche ieri al Fondo Mondiale Internazionale che per l'Italia si prospetta una situazione “tetra”, con una crisi che si protrarrà anche durante il 2010.
Nell’attuale congiuntura economica, in cui l’autonomia finanziaria di Comuni e Province è stata ridotta, non si possono ipotizzare infatti grandi flussi dagli enti locali. Vale lo stesso per gli investitori privati, colpiti sempre maggiormente dalla crisi economica in atto. Sui quali si fa invece affidamento per 900 milioni di euro.

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