Alessandro Berteotti

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martedì 10 febbraio 2009

Maroni querela Famiglia Cristiana: indegno di un ministro

La notizia è freschissima, ma è di quelle che fa meditare. Famiglia Cristiana attacca Maroni sul decreto contro i clandestini con parole di dura condanna, e lui replica attraverso i suoi legali, querelando il settimanale cattolico.
All'origine del contrasto le affermazioni del ministro varesino, di Lozza per la precisione, pronunciate ad Avellino (che strano, girando le targhe si ha che VA diventa AV...), quando incalzato da Beppe Pisanu (parlamentare di Forza Italia, non di qualche partito della sinistra estrema), che accusa la Lega di fare "discorsi da osteria", rispose che "per contrastare l'immigrazione clandestina non bisogna essere buonisti ma cattivi".
Ora, se la Chiesa prende posizione per Eluana in difesa della vita, perchè non dovrebbe farlo anche per difendere quella di migliaia di poveracci che arrivano sulle nostre coste, vittime di novelli negrieri e della povertà indotta da un mondo consumista e capitalista, alla ricerca di una felicità forse remota, forse impossibile, ma verso la quale non abbiamo nessun diritto di negazione a fronte del solo fatto di essere noi nati qua e loro là?
Mi meraviglierei sinceramente del contrario, ovvero se la Chiesa dovesse assecondare un giudizio di questo genere. Nel decreto anti clandestini è vero che il testo iniziale è stato cambiato e da obbligo di denuncia si è passati a possibilità di denuncia, ma questo viola il principio e l'essenza stessa del medico, che fin da Ippocrate ha fatto un giuramento di dedizione alla vita umana.
Chiedere che questi diventino i cani da guardia che abbaiano al clandestino mi sembra davvero uno schiaffo alla moralità, inaccettabile non solo professionalmente, ma soprattutto umanamente.
Se dunque Famiglia Cristiana <leggi articolo> ritiene di paragonare questa legge alle ben tristi leggi razziali, ne ha giusta ragione, e voglio vedere quale sarà il giudice che la condannerà.
E qualora lo facesse, egli condannerà anche tutti i cattolici che credono nella libertà che viene dalla legge di Dio, dall'uguaglianza dei diritti dell'uomo e dalla dottrina cattolica, ad una sudditanza nei confronti di una legge violenta e irresponsabile. Come fu appunto per le leggi razziali. Non parliamo di ebrei oggi, ma di afroasiatici e sudamericani.
Eppure in questa provincia c'era nel centrosinistra anche chi guardava alla Lega come ad un possibile alleato: forse sarebbe il caso di ricredersi pubblicamente, anche qualora Maroni fosse un amico personale.

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