Alessandro Berteotti

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domenica 29 marzo 2009

A rischio la democrazia: una riflessione

Dopo l'ufficializzazione dell'avvenuta fondazione del Popolo delle Libertà, Berlusconi pone subito un problema di fondo che a molti dei suoi avversari è apparso come un attentato alla democrazia. Il problema posto è quello del potere del Premier, tema non nuovo posto dalla destra, che vede negli organi di rappresentanza e di controllo tutta una serie di lacciuoli all'operatività esecutiva di cui il Governo è titolare.
Mi sembra di dover qui ricordare almeno due passaggi chiave per dirimere la questione. Il primo sta nella legge elettorale: i rappresentanti eletti oggi al Parlamento, deputati e senatori, non sono stati eletti dal popolo, attraverso una democratica selezione dentro una schiera offerta dai partiti, ma vengono imposti dalle segreterie di partito. Questo determina un controllo dei parlamentari molto più diretto ed efficace di quanto sembra, visto che la loro eventuale rielezione passa proprio dalla fedeltà dimostrata alla causa del movimento.
In un'epoca recente, certe irrequietezze di alcuni parlamentari hanno certamente causato una serie di problemi, che hanno messa in crisi la solidità di alcune coalizioni.
La seconda cosa che mi fa riflettere è la recente affermazione di Berlusconi che chiede di far votare i soli capigruppo anzichè lasciare liberi i singoli parlamentari di votare. Questo ha due spiegazioni: la prima è di ulteriore controllo del voto parlamentare, la seconda è che molti parlamentari del centrodestra hanno studi di avvocati, professionisti, medici e primari, i quali starebbero volentieri nei loro studi prendendo lo stipendio di parlamentari, ovviamente.
Una delega che si dimostrerebbe un ulteriore colpo, forse mortale, alla nostra democrazia.
A questo punto non rimane che scuotere le coscienze e tornare seriamente al pensiero della resistenza fondante la nostra Costituzione.
Non si preoccupi signor Presidente, non la lasceremo solo a decidere!

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