Alessandro Berteotti

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martedì 10 marzo 2009

Del bilancio sociale si sono perse le tracce

Ieri sera vi è stata la prima commissione bilancio preparatoria per il Consiglio Comunale che dovrà approvare il Bilancio preventivo 2009. Qualche tempo fa, all'inizio di questa amministrazione, l'allora Assessore al Bilancio Cattaneo annunciò una rivoluzione per cui Busto Arsizio prese perfino un premio: il Bilancio Sociale. Ma dalle parole ai fatti non si è mai arrivati.
Oggi non so spiegarmi le ragioni di quel premio, oltretutto assegnato ad una amministrazione che ha dovuto passare dalle forche caudine della Corte dei Conti con un autentico massacro, ma di quell'annuncio oggi rimane solo la curiosità di capire cosa ci siamo in realtà persi.
Ieri sera, uno dei temi più sentiti è stato il diminuire della rendita delle partecipate, ovvero di AGESP Holding, che da tempo non è più la gallina dalle uova d'oro. Anche aver perso il debito più grosso, ovvero AGESP Trasporti, non ha aiutato a risollevare le sorti.
A Busto Arsizio si pagano poche tasse, afferma la Giunta, ed in parte è vero. Ma adesso che non c'è più l'ICI sulla prima casa, i conti rispetto alle altre città andrebbero rivisti e la forbice si chiude.
Oggi leggo le dichiarazioni della Presidente AGESP Paola Reguzzoni, che dice di non essere in grado di fare miracoli, e di conseguenza, deduco io, già il pareggio è un mezzo miracolo. Ma senza le perdite di AGESP Trasporti, significa che quest'anno saremmo andati sotto di qualche centinaio di migliaia di euro!
Altro aspetto della questione: i costi della Tassa Rifiuti. Tempo fa si sosteneva la necessità di dover passare da tassa a tariffa, ma questo tema non è più stato portato avanti.
Per passare a tariffa occorre rilevare con uno strumento idoneo la quantità di rifiuto prodotto da ogni famiglia. In qualche città questo è stato fatto, ma da noi non si è mai nemmeno cercato di trovare una soluzione. Allora continuiamo a vantarci di essere degli incapaci, tanto che l'amministrazione ripiana i costi, contribuendo con quasi il 30% della tassa. Se vi fosse una quantificazione esatta del rifiuto raccolto per ogni singola unità abitativa, sarebbe possibile attribuire i costi sulla base del rifiuto generato, e di conseguenza faremmo tutti molta attenzione a non esagerare nel produrli. Invece no.
Siamo sicuri che sia un buon affare in tempo di crisi?

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