Alessandro Berteotti

La mia foto
Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

lunedì 9 marzo 2009

La politica della casa, del lavoro e della famiglia al tempo della Grande Crisi

Continuando il nostro ragionamento sulla crisi e sulle reazioni a questo momento di difficoltà, non solo economica, ma anche di relazioni e di costume, dobbiamo fermarci un attimo a riflettere sulla condizione della famigla di fronte alla crisi.
La prima preoccupazione è quella del reddito familiare: chi ha assunto debiti nel passato, non solo recente, quali mutui per la casa o per l'auto, oggi corre seriamente il rischio di non avere soldi per provvedervi, rischiando di perdere ciò che ha faticosamente tentato di costruire in anni di lavoro.
Ma più banalmente, ad essere immediatamente costrette a "tirare la cinghia" sono le famiglie con figli ancora in casa che hanno perso il lavoro precario, genitori che magari hanno fatto sforzi e sacrifici per far studiare figlio che oggi si lo ritrovano alla soglia dei trent'anni senza ancora una prospettiva di lavoro sicuro; che stanno pensando a loro volta di farsi una famiglia, ma che con queste prospettive non riusciranno a vedere avverato il loro sogno in tempi brevi.
Penso ai pensionati al minimo o comunque privi di una rete solidale che possa provvedere anche alle loro necessità minime, quelli che chiudono le persiane per non far vedere ai vicini le loro difficoltà, e con grande dignità tentano di sopravvivere. Perchè vivere è un'altra cosa.
Una signora anziana mi confidava questo qualche giorno fa: "vorrei che il Signore mi aiutasse a togliermi di mezzo, ormai sono più un impiccio che altro". Mi si è stretto il cuore pensando che chi ha speso una vita per dare un futuro ai propri figli si trovi, per un verso o l'altro, a vivere solo e non trovi alcuna consolazione da parte di chi gli vive accanto, inteso come la parete accanto.
La nostra società si è impoverita di valori e di solidarietà.
Per questo mi sembra assolutamente perfetto quanto ha affermato monsignorAgnesi nel suo passaggio alla Commissione Crisi: chi riceve un aiuto economico dalle istituzioni lo deve restituire in tempo e disponibilità verso gli altri. La gratuità pagata dalla gratuità. Solo così si potrà imporre un ciclo virtuoso che porti ad assicurare anche a coloro che non hanno risorse proprie un'assistenza, un aiuto essenziale e, se questo meccanismo avrà funzionato, anche quando torneremo ad una vita più tranquilla questo esercizio avrà segnato la nostra coscienza con una esperienza che davvero arricchisce più che con il denaro.
Mi permeto anche di segnalare una particolare categoria a rischio: le famiglie numerose monoreddito. Due o più figli, un solo stipendio (prevalentemente procurato dal padre), sono i tratti caratteristici della famiglia più a rischio che si possa immaginare. Perdere quella forma di sostentamento sarebbe drammatico, nel vero senso della parola.
In questi ultimi vent'anni numerosi Governi hanno cercato di trovare (spesso solo a parole) una soluzione alla questione della famiglia, ma soprattutto hanno dimenticato questo schema di famiglia, tra l'altro uno dei più diffusi fino a qualche lustro fa. Adesso c'è difficoltà a creare nuove famiglie? Certo! Si convive, nel precariato non solo del lavoro, ma anche degli affetti e la questione della casa e del lavoro insieme costringono a scelte eroiche. Non tutti sono eroi, però.
Quale sarà la politica del lavoro, della casa e della famiglia di questo Governo? Chi lo può dire, soprattutto se guardiamo ai fatti concreti e non solo alle promesse elettorali o ai proclami politici?

Nessun commento:

METEO