Alessandro Berteotti

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sabato 28 marzo 2009

Una farmaceutica di Stato

In una cornice di partecipazione davvero imponente, si è svolta la Via Cruscis della zona IV (Rho, Saronno, Legnano e Busto Arsizio), presieduta dall'Arcivescovo Tettamanzi. Il breve discorso conclusivo dell'Arcivescovo ha ancora una volta sottolineato la necessità di intervenire con supporti solidaristici durante questa crisi, per dare sostegno alle famiglie dei lavoratori che perdono il posto di lavoro o si trovano in cassa integrazione o in mobilità.
In particolare, egli ha richiamato alla crisi della società di ricerca farmaceutica, specializzata in prodotti oncologici, di Nerviano. Solo la stupidità dell'uomo potrebbe lasciare andare in malora un centro di ricerca così altamente specializzato e dedicato alla soluzione di una problematica così importante ed invasiva per la nostra epoca.
Sconfiggere il cancro è una delle questioni che sento da quando sono nato, ma ancora non vedo arrivare a termine questa battaglia. Possibile che non esista la possibilità di creare dei cordoni di protezione in modo da distinguere tra la possibilità di una industria farmaceutica di sviluppare un medicinale e la necessità dell'umanità di avere cure efficaci a gravissime patologie che sono così drammaticamente inserite dentro il nostro vivere comune?
Arrivo ad un assurdo: possibile che non sia opportuno sviluppare una farmaceutica "di Stato", i cui proventi possano andare a sostenere i costi della sanità pubblica? So che sarebbe una cosa stravolgente e sconvolgente alcuni equilibri, ma dobbiamo pensare che questa crisi sta creando delle situazioni a cui non sarà possibile rispondere solo con ciò che conosciamo oggi.

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