Alessandro Berteotti

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martedì 17 marzo 2009

Il calo di consenso alla politica

L'ultima rilevazione sul gradimento dei cittadini nei confronti del Governo e del Premier vede scendere l'indice di parecchi punti (10 nel caso del Premier!), mentre sale il gradimento per Lega e PD. Forse la gente ha cominciato a capire che continuare a dire che la crisi non è così grave, quasi a nascondere una verità esplicità, ormai non fa più presa.
Io mi auguro che questo sia vero, che finalmente la gente attraverso questo momento tremendo, torni con i piedi per terra, ma soprattutto ricominci a ragionare con la propria testa, credendo solo a ciò che vede e non a ciò che le viene promesso.
Non è questione di "casta", di valore della politica, ma di quanto vogliamo che l'onestà e la trasparenza prevalgano sulla menzogna. Oggi questo rapporto è compromesso anche per le troppe distribuzioni di posizioni che danno un reddito a persone della politica o vicine alla politica per cui i cittadini sentono che le difficoltà che devono sopportare non sono condivise.
Nessun politico va in cassa integrazione, nessun politico va in mobilità, nessun politico viene licenziato. Se perde il posto (non viene eletto), gli si trova la presidenza di un ente o la partecipazione in un consiglio di amministrazione ed il gioco è fatto. Si campa per anni e anni mentre le persone normali vivono nell'angoscia della perdita del lavoro. E non parlo solo dei lavoratori dipendenti, ma anche dei professionisti, artigiani, commercianti che non hanno più la possibilità di svolgere la propria attività.
Ho proposto in tempi non sospetti di eliminare qualche assessore: a Busto, ce ne sono troppi. Lo ha detto anche Porfidio? E allora?
Noi abbiamo il dovere istituzionale di essere degli esempi, la politica è anche servizio e non necessariamente deve assicurare uno stipendio. Riflettiamo seriamente su questo, senza pregiudizi.

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