Continuando a ritenere il panorama locale privo di interesse, vorrei insistere invece nel ragionamento sulle ragioni di una democrazia partecipata e più aperta. Continuando nella lettura del saggio di Paul Ginsborg mi imbatto nella seguente frase: "...il mezzo che più influenza culturalmente le famiglie e, nella maggioranza dei casi, l'unico strumento culturale presente nell'ambiente domestico, resta la televisione. Data la struttura oligarchica e la cultura conformistica della televisione globale, c'è poco da sperare da queste fonti in termini di seria televisione di valori pluralistici, democratici e partecipativi. Spesso accade esattamente l'opposto".
Questa settimana sono successe alcune cose nel mondo della televisione e della stampa: De Bortoli è tornato a dirigere il Corriere della Sera, lasciando il Sole 24Ore, a cui subentra l'ex direttore del TG1 Gianni Riotta. Nel frattempo Masi è diventato dg della RAI, mentre Garimberti ne era diventato pochi giorni fa Presidente.
Cambierà qualcosa da tutto questo rimescolamento? Non credo proprio.
Due settimane fa la puntata di Report aveva dimostrato come RETE4 stia da tempo immemorabile occupando delle frequenze senza averne nè titolo nè diritto, semplicemente le ha occupate ed un altro soggetto, Europa7, viene ritenuto il legittimo destinatario di questa licenza.
Per sanare la situazione, che viene da tempo condannata dall'Europa, RETE4 dovrebbe passare sul satellite, ma una legislazione nazionale che nasconde tutte le contraddizioni e gli accordi di potere che non sono diritto esclusivo della maggioranza, la fanno restare al proprio posto.
Oggi apprendiamo che Emilio Fede concluderà con ogni probabilità la propria carriera pubblica con un quinquennio all'Europarlamento. Poichè Emilio Fede è RETE4, c'è da pensare che ormai non vi siano più scuse plausibili per evitarne la chiusura delle trasmissioni in chiaro, senza che davvero qualcuno in sede internazionale non sanzioni in modo molto più deciso la nostra nazione.
RETE4 è dalla sua nascita non una comune rete televisiva, ma la rete personale di Berlusconi. Nessuno prima di lui ha potuto utilizzare in Italia questo mezzo per avere così tanta popolarità a così basso costo. Anzi, guadagnandoci pure. Nessuno ha avuto il proprio ciambellano direttore di rete televisiva, sempre pronto a schierarsi al suo fianco e convincendo le vecchiette d'Italia a salvare la rete che offre loro telenovela e fiction a manetta.
Forse davvero bisognerebbe tornare a leggere John Mill, per quanto riguarda il liberalismo democratico, per rendersi conto di quanto siamo lontani noi italiani dalla vera idea liberale e per capire fino in fondo il deficit di democrazia presente nel nostro paese proprio per questioni come queste. Con la televisione si controlla l'opinione pubblica e, di conseguenza, il voto di questo paese.
Questa settimana sono successe alcune cose nel mondo della televisione e della stampa: De Bortoli è tornato a dirigere il Corriere della Sera, lasciando il Sole 24Ore, a cui subentra l'ex direttore del TG1 Gianni Riotta. Nel frattempo Masi è diventato dg della RAI, mentre Garimberti ne era diventato pochi giorni fa Presidente.
Cambierà qualcosa da tutto questo rimescolamento? Non credo proprio.
Due settimane fa la puntata di Report aveva dimostrato come RETE4 stia da tempo immemorabile occupando delle frequenze senza averne nè titolo nè diritto, semplicemente le ha occupate ed un altro soggetto, Europa7, viene ritenuto il legittimo destinatario di questa licenza.
Per sanare la situazione, che viene da tempo condannata dall'Europa, RETE4 dovrebbe passare sul satellite, ma una legislazione nazionale che nasconde tutte le contraddizioni e gli accordi di potere che non sono diritto esclusivo della maggioranza, la fanno restare al proprio posto.
Oggi apprendiamo che Emilio Fede concluderà con ogni probabilità la propria carriera pubblica con un quinquennio all'Europarlamento. Poichè Emilio Fede è RETE4, c'è da pensare che ormai non vi siano più scuse plausibili per evitarne la chiusura delle trasmissioni in chiaro, senza che davvero qualcuno in sede internazionale non sanzioni in modo molto più deciso la nostra nazione.
RETE4 è dalla sua nascita non una comune rete televisiva, ma la rete personale di Berlusconi. Nessuno prima di lui ha potuto utilizzare in Italia questo mezzo per avere così tanta popolarità a così basso costo. Anzi, guadagnandoci pure. Nessuno ha avuto il proprio ciambellano direttore di rete televisiva, sempre pronto a schierarsi al suo fianco e convincendo le vecchiette d'Italia a salvare la rete che offre loro telenovela e fiction a manetta.
Forse davvero bisognerebbe tornare a leggere John Mill, per quanto riguarda il liberalismo democratico, per rendersi conto di quanto siamo lontani noi italiani dalla vera idea liberale e per capire fino in fondo il deficit di democrazia presente nel nostro paese proprio per questioni come queste. Con la televisione si controlla l'opinione pubblica e, di conseguenza, il voto di questo paese.
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