Era la sera di domenica 27 luglio 2008, rientrati dalla spiaggia intorno alle 19, ci siamo messi a guardare la televisione. Purtroppo la ricezione era scarsa e quindi bisognava accontentarsi dei canali che si riusciva a vedere. In quel momento si vedeva bene RAIDUE e siamo rimasti sintonizzati.
Il servizio era su un evento sportivo particolare, un torneo di calcio in Lapponia, la VIVA world cup, ovvero una sorta di campionato del mondo fra "nazionali" non riconosciute, come la stessa Lapponia, la Provenza, il Kurdistan. E la Padania! Ma da quando la Padania è una nazione ed ha una nazionale?
Per quasi mezz'ora va avanti questa farsa, e rifletto: ci sono degli inviati, la RAI sicuramente ha mandato delle persone per fare questo servizio fondamentale per documentare un campionato mondiale vinto. Inoltre vi erano certamente altri cronisti, di sicuro ho appurato che vi era un inviato del Corriere della Sera. Ora, se i soldi per fare certi servizi ce li mette un privato come l'editore del Corriere, sono fatti suoi; se ce li mette un ente pubblico come la RAI, sono anche soldi miei e sinceramente preferirei che venissero spesi meglio. E si potrebbe andare avanti su questi ragionamenti.
Ma quale non è il mio stupore nello scoprire, qualche tempo dopo, che pure l'amico Marantelli ha avuto parole prima di incoraggiamento e poi di complimenti per "l'impresa" della nazionale di calcio Padana, che tra parentesi si è anche aggiudicata il torneo.
Ritengo l'uscita di Daniele una espressione personale che non condivido. Non ritengo la Padania una nazione, nè una regione. Nell'accezione in cui è stata presentata è solo l'espressione di una parte politica di un'area geografica, della quale non è nemmeno maggioranza.
Hanno partecipato, va bene, ma che si debba anche fare auguri e salamelecchi mi sembra troppo. Anche a costo di essere io la voce che stona, dico che queste cose sono poco più che una sagra paesana e dedicare tutto questo spazio sulla televisione nazionale è un delirio.
Già tutta la televisione è politicizzata e, oltre a Rete4, da dieci anni RAIDUE è espressione della Lega e della lottizzazione politica, quella lottizzazione a cui la Lega si è sempre dichiarata contraria, ma che ormai è diventata ormai parte del DNA anche di questo partito. Ora sì che è un partito "nazionale".
Il servizio era su un evento sportivo particolare, un torneo di calcio in Lapponia, la VIVA world cup, ovvero una sorta di campionato del mondo fra "nazionali" non riconosciute, come la stessa Lapponia, la Provenza, il Kurdistan. E la Padania! Ma da quando la Padania è una nazione ed ha una nazionale?
Per quasi mezz'ora va avanti questa farsa, e rifletto: ci sono degli inviati, la RAI sicuramente ha mandato delle persone per fare questo servizio fondamentale per documentare un campionato mondiale vinto. Inoltre vi erano certamente altri cronisti, di sicuro ho appurato che vi era un inviato del Corriere della Sera. Ora, se i soldi per fare certi servizi ce li mette un privato come l'editore del Corriere, sono fatti suoi; se ce li mette un ente pubblico come la RAI, sono anche soldi miei e sinceramente preferirei che venissero spesi meglio. E si potrebbe andare avanti su questi ragionamenti.
Ma quale non è il mio stupore nello scoprire, qualche tempo dopo, che pure l'amico Marantelli ha avuto parole prima di incoraggiamento e poi di complimenti per "l'impresa" della nazionale di calcio Padana, che tra parentesi si è anche aggiudicata il torneo.
Ritengo l'uscita di Daniele una espressione personale che non condivido. Non ritengo la Padania una nazione, nè una regione. Nell'accezione in cui è stata presentata è solo l'espressione di una parte politica di un'area geografica, della quale non è nemmeno maggioranza.
Hanno partecipato, va bene, ma che si debba anche fare auguri e salamelecchi mi sembra troppo. Anche a costo di essere io la voce che stona, dico che queste cose sono poco più che una sagra paesana e dedicare tutto questo spazio sulla televisione nazionale è un delirio.
Già tutta la televisione è politicizzata e, oltre a Rete4, da dieci anni RAIDUE è espressione della Lega e della lottizzazione politica, quella lottizzazione a cui la Lega si è sempre dichiarata contraria, ma che ormai è diventata ormai parte del DNA anche di questo partito. Ora sì che è un partito "nazionale".
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